Compte rendu complet du débat du Conseil régional. Les documents ci-joints sont disponibles sur le lien "iter atto".

Objet du Conseil n. 1163 du 22 avril 2015 - Resoconto

OGGETTO N. 1163/XIV - Interpellanza: "Modalità di attuazione delle competenze del Demanio idrico".

Presidente - Per l'illustrazione, la parola al Consigliere Gerandin.

Gerandin (UVP) - Merci Président.

La nostra interpellanza nasce dal fatto che è ormai dal 2001 che la Regione Valle d'Aosta ha le competenze per quello che riguarda l'Agenzia del demanio idrico e, a quanto ci risulta, fino al 2006 queste competenze non sono state esercitate dalla Regione e ultimamente ci risulta che siano richiesti i pagamenti di canoni a privati, a Comuni, a consorzi di miglioramento fondiario con cinque anni di arretrato. Ora, la nostra interpellanza vuole capire il motivo per cui si è partiti così in ritardo e se si ritiene quanto meno congruo richiedere cinque anni di arretrati. Soprattutto noi vorremmo capire in questo momento di assoluta difficoltà come mai si voglia far valere l'arretrato di cinque anni, perché a noi risulta così...poi non so se mi risponderà l'Assessore o il Presidente, ma ci confermeranno che...o quanto meno chiederemo conferma sui dati di cui siamo a conoscenza, vale a dire che questi importi significano circa 400 mila euro annui di canoni, se facciamo per cinque anni, significa 2 milioni di euro che noi chiederemo alla collettività valdostana. Lo chiederemo a privati in un momento di assoluta difficoltà per quello che riguarda aziende e privati, lo chiederemo agli Enti locali, di cui conosciamo le difficoltà, quando da una parte hanno l'obbligo di rispettare il Patto di stabilità, noi chiediamo loro cinque anni di arretrati per quello che riguarda i canoni del demanio idrico, in un momento in cui...cito, per quello che riguarda gli Enti locali, anche la relazione con cui il Presidente Giordano del CELVA ha chiuso il suo mandato amministrativo dicendo che bisogna ridare dignità agli Enti locali. Ebbene, se questa è la dignità che diamo agli Enti locali, che sono stati penalizzati fortemente da una serie di manovre finanziarie regionali che hanno tolto risorse...ebbene, noi adesso chiediamo loro anche cinque anni di arretrati. Per non arrivare poi ai consorzi, i consorzi sono veramente la ciliegina sulla torta, nel senso che abbiamo azzerato loro i trasferimenti, non hanno più trasferimenti e adesso gli andiamo a chiedere cinque anni di arretrati. Con cosa pagheranno questi qua i cinque anni di arretrati? Se volevamo cancellare i consorzi, c'era un'altra strada, dicevamo che l'esperienza dei consorzi era finita, per cui si prendeva atto che dovevano sparire e sparire a seguito di quest'applicazione di legge, perché dico questo? Perché comunque all'interno della legge regionale n. 12 del 10 aprile 1997 è previsto, per quello che riguarda gli enti che operano senza fine di lucro, di applicare l'articolo 6, comma 4, che prevede l'esenzione per questi soggetti che operano senza fine di lucro, vale a dire...io ritengo che in quest'elenco ci siano sicuramente i Comuni, qualcuno mi spieghi come mai i Comuni operano a fine di lucro e non penso che i consorzi siano enti assoggettabili ai fini di lucro, per cui l'interpellanza è molto chiara: si chiede se il Governo regionale ritiene che i consorzi siano tra gli enti che operano senza fine di lucro - per cui gli si chiede di applicare l'articolo 6, comma 4, vale a dire l'esenzione per i consorzi, già in gravi difficoltà economiche - e si chiede anche, qualora non si ritengano i consorzi enti che operano senza fini di lucro, se il Governo regionale intenda modificare la legge in oggetto e indicare espressamente i consorzi tra coloro ai quali il canone può non essere richiesto. È il minimo sindacale in una situazione economica drammatica come quella della Valle d'Aosta in cui queste difficoltà a noi risulta sono state segnalate sia ai dirigenti di riferimento, ma anche all'Assessore di riferimento, senza che nessuno in questo momento si sia mosso per ovviare a questo problema, per cui la richiesta è molto chiara, vogliamo una risposta, vogliamo un impegno e vogliamo soprattutto che Comuni e consorzi in questo momento non vengano gravati di ulteriori difficoltà economiche, perché ci pare veramente un messaggio poco comprensibile quello di continuare a fare cassa con chi in questo momento dovrebbe operare per lo sviluppo della Valle d'Aosta, per il futuro della Valle d'Aosta, dopo che abbiamo tagliato loro le risorse e dopo che li abbiamo penalizzati nelle varie finanziarie che si sono susseguite in questi anni. Grazie.

Si dà atto che dalle ore 11,10 assume la presidenza il Vicepresidente Rosset.

Rosset (Presidente) - Per la risposta, ha chiesto la parola l'Assessore Baccega, ne ha la facoltà.

Baccega (SA) - Sì, grazie Presidente.

Devo dire che l'affermazione che le competenze dell'Agenzia del Demanio idrico a partire dal 2001 dovevano essere esercitate direttamente dalla Regione Valle d'Aosta non è proprio così corretta. Mi spiego meglio: l'articolo 86 del decreto legislativo n. 112 del 31 marzo 1998 "Conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle Regioni e agli Enti locali in attuazione del capo I della legge 15 marzo 1997", e tutte le successive modifiche, ha trasferito alle Regioni la gestione del demanio idrico ivi compresa la determinazione di introito e la destinazione dei relativi canoni, prevedendo che le Regioni a Statuto speciale procedessero mediante apposita norma di attuazione. In quel periodo era in fase di esame e di discussione una norma di attuazione, poi approvata con il decreto legislativo del 16 marzo 1999, che all'articolo 1, primo comma che affermava: "sono trasferite al Demanio della Regione tutte le acque pubbliche utilizzate ai fini irrigui o potabili, compresi gli alvei e le pertinenze relative". Questa è la premessa.

Entriamo nel merito delle risposte ai quesiti. In merito al quesito n. 1: secondo l'interpretazione dell'Agenzia del Demanio di Aosta, la Regione ha competenza solo sulle acque e i relativi alvei e pertinenze utilizzate ai fini irrigui o potabili e questo è stato appositamente specificato dalla norma di attuazione. La riscossione dei canoni su tutto ciò che non è ai fini irrigui o potabili, pertanto, spetta allo Stato in quanto proprietario e non alla Regione in quanto concessionaria. Questa posizione è stata estremamente difesa dall'Agenzia del Demanio che, probabilmente perché la dismissione degli uffici di Aosta era in corso, aveva acconsentito che alla riscossione dei canoni demaniali provvedesse la Regione, iniziando anche molto lentamente a trasferire le pratiche. Faccio il percorso perché è importante che ci sia chiarezza su questo. In questo senso il 14 maggio 2003 è stato siglato un apposito accordo con l'Agenzia del Demanio, che però solo con verbale di consegna del 14 marzo 2006 ha formalmente trasferito alla Regione 345 fascicoli relativi alle occupazioni e alle superfici appartenenti al Demanio idrico. Solo da quella data è stato quindi possibile prendere cognizione delle effettive occupazioni e quantificare i canoni concessori. Nel 2006, appunto, è stata costituita la struttura regionale Servizio Gestione risorse e Demanio idrico, che aveva poi prelevato tutte queste competenze.

Per quanto concerne l'aspetto riguardante la congruità della richiesta del versamento dei canoni non corrisposti relativi agli ultimi cinque anni, si sottolinea che questa è una situazione che è dettata dal vigente quadro normativo. L'amministrazione creditrice è tenuta a richiedere tutti i canoni arretrati anche se il debitore può eccepire l'intervenuta prescrizione per quelli risalenti a più di cinque anni, ma gli ultimi cinque anni vanno comunque corrisposti. Voglio evidenziare al Consiglio che il mancato introito dei canoni demaniali dovuti in assenza di disposizioni legislative che ne dispongano l'esenzione si configura quale danno erariale e pertanto è perseguibile dalla Corte dei Conti.

Quesito n. 2: diciamo che già negli scorsi anni i rappresentanti del CELVA, lei era all'epoca Presidente...aveva perorato la causa di esenzione dal pagamento dei canoni concessori...con lei, Consigliere Gerandin, che ha illustrato l'interpellanza...in ossequio a disposizioni di cui all'articolo 6 recante il regime dei beni della Regione autonoma Valle d'Aosta, quando il concessionario è un ente che opera senza fini di lucro e l'uso è assentito per perseguire finalità riconosciute dalla Regione di interesse pubblico, il canone non può essere richiesto. Tuttavia la Giunta regionale aveva assunto all'epoca la decisione di non procedere all'esenzione del pagamento dei canoni demaniali anche per quelle occupazioni destinate al soddisfacimento di un interesse pubblico. Sottolineo a questo proposito che il canone non viene richiesto per le occupazioni determinate dall'opera di presa delle acque e dai relativi manufatti accessori, nonché per l'opera di scarico delle acque inutilizzate in ossequio al principio che le concessioni di derivazione d'acqua sono rilasciate a titolo gratuito. Sono invece soggette al pagamento del canone tutte quelle occupazioni che non riguardano opere di presa o manufatti di scarico, per esempio: ponti, passerelle di attraversamento dei torrenti, strade poderali e via dicendo. Viste tali condizioni per le quali si procede all'introito dei canoni, pertanto un'eventuale esenzione anche per alcune categorie potrebbe creare qualche problema dal punto di vista del danno erariale. La Giunta non è comunque insensibile, non è stata insensibile alle richieste. Con la deliberazione n. 1712 del 25 ottobre 2013 è venuta incontro alle esigenze degli Enti locali e delle loro associazioni disponendo di esentare questi solamente dal versamento dei depositi cauzionali posti a garanzia della corretta gestione dei beni appartenenti al Demanio idrico, al fine di non immobilizzare del capitale che poteva essere vantaggiosamente utilizzato dagli Enti locali stessi per scopi di natura pubblica.

Quesiti n. 3 e n. 4: diciamo che, con riferimento a queste due questioni, non tutte le occupazioni del Demanio idrico da parte dei consorzi di miglioramento fondiario sono soggette a pagamento di un canone demaniale, in particolare sono soggette a canone solo le occupazioni dovute ad attraversamento sotterraneo o in via aerea degli alvei dei corsi d'acqua o delle superfici demaniali attualmente liberate dalle acque. Sono già escluse dal pagamento dei canoni invece le occupazioni dell'alveo dei torrenti e delle loro pertinenze da parte dei manufatti per il prelievo d'acqua irrigua e per lo scarico dell'acqua inutilizzata. Tale esenzione opera in relazione al principio che la concessione di derivazione di acque pubbliche costituisce il titolo per effettuare l'occupazione delle aree del Demanio idrico per l'insediamento dei manufatti facenti parte dell'impianto derivatorio. Il relativo onere per l'utilizzazione permanente di dette aree si intende quindi compreso nel canone inerente alla concessione di derivazione. Poiché le concessioni di derivazione d'acqua sono a titolo gratuito in forza dell'articolo dello Statuto speciale della Valle d'Aosta, ne consegue che anche le occupazioni dei manufatti di presa e di scarico delle acque sono disposte a titolo gratuito. Sono altresì esentati dal pagamento del canone relativo alle occupazioni permanenti del Demanio idrico i titolari di concessioni di derivazioni di acque pubbliche rilasciate ad esclusivo utilizzo irriguo e potabile per la sola parte relativa ai manufatti derivatori e opere di restituzione.

Fatte queste considerazioni, quindi va detto che comunque abbiamo fatto una serie di riunioni di approfondimento con l'Assessore Testolin e riteniamo che queste considerazioni diano già delle risposte importanti.

Presidente - Per la replica, chiede la parola il Consigliere Gerandin, ne ha la facoltà.

Gerandin (UVP) - Grazie Presidente.

Assessore, capisco che lei si trovi in palese difficoltà a giustificare delle decisioni, delle scelte del Governo regionale, della Giunta che veramente non trovano nessun presupposto. Poi che lei mi ricordi che ero Presidente del CELVA quando abbiamo chiesto di esentare i Comuni dal pagamento...me lo ricordo benissimo, anche perché era una richiesta che aveva, glielo posso assicurare, un motivo molto chiaro, nel senso che andavamo verso quel discorso delle difficoltà del rispetto del Patto di stabilità. Avete ritenuto di non concedere quest'esenzione, avete detto: "sospendiamo quello che è il discorso legato alla cauzione", ma la cauzione sappiamo benissimo che è una partita di giro, nel senso che io impegno delle risorse che poi vengono svincolate, ma non è questo il problema! Io penso che in questo momento la Regione non possa fare esattamente quello che lo Stato fa verso la Regione: avere un sistema vessatorio verso gli Enti locali e verso i consorzi. Ora, non ha senso questo! Non ha senso! Perché che lei mi dica che ha ricostruito...che non è dal 2001 che avete le competenze, beh, non ha fatto altro che confermare quanto detto, è dal 2001 che vi sono le competenze, le avete esercitate dal 2006, ma perché ci avete messo cinque anni a far transitare 135 faldoni, a costituire un ufficio? E dal 2006 fino a poco tempo fa che cos'è stato fatto? Ditemi che cos'è stato fatto in quest'ufficio, perché lei mi ha detto che l'ufficio è stato costituito nel 2006 con 345 fascicoli.

Ora, io vorrei capire cos'è stato fatto in questo lasso di tempo, perché le sembra normale che adesso si vengano a chiedere cinque anni indietro, 2 milioni di euro! Tra l'altro, non mi ha risposto, non mi ha quantificato se i nostri dati sono corretti, che equivalgono a 400 mila euro all'anno, che moltiplicati per cinque fanno 2 milioni di euro, che chiediamo in un momento di difficoltà economica ai nostri cittadini, alle nostre imprese, ai privati, ai Comuni e ai consorzi quando li abbiamo ridotti sul lastrico. Ora, la domanda è molto precisa, Assessore: noi vogliamo un impegno da parte sua nell'Esecutivo di dire che i consorzi, come gli Enti locali, sono esentati e si applica tout court il comma 4, perché il comma 4, glielo rileggo Assessore, così almeno evitiamo il discorso del danno erariale, dice: "quando il concessionario è un ente che opera senza fini di lucro, e l'uso è assentito per perseguire finalità riconosciute dalla Regione di interesse pubblico, il canone può non essere richiesto". Ora, mi dica cos'è all'interno dell'attività di un Comune che non è di interesse pubblico! Allora, veramente non ci siamo, eh, su questo...il minimo che si possa fare è riconoscere per i Comuni e i consorzi quest'interesse pubblico! È inutile che continuiate a fare cassa, anche perché - e ritorno all'interpellanza del mio collega Ferrero prima - avete mica avuto lo stesso riguardo, eh, con chi è concessionario di derivazione d'acqua. Chiederete anche a questi cinque anni di arretrati? È curioso saperlo, perché comunque al di là di tutto c'è il danno erariale anche per questo, non è che per qualcuno c'è il danno erariale e per qualcuno perché è in una fascia protetta può permettersi magari di dire: "benissimo, prestiamo più attenzione a quei poveri consorzi che magari gli chiediamo 5 mila euro di arretrati", che non li hanno, sono stati ridotti al lastrico per scelta! A questi glieli chiediamo...incassare da certificati verdi per sovrapproduzione...no, per questi abbiamo il tempo, perché? "Perché l'Ufficio sanzioni non ha ancora concluso l'iter, perché il 2014 è ancora in esame"...ma non si fa così! La Valle d'Aosta non può avere due pesi e due misure! Questi sono soggetti che vanno esentati perché non hanno nessun fine di lucro e se ritenete che abbiano fine di lucro, dimostratecelo per favore! Allora, veramente apriamo una partita tutta nuova in cui i consorzi e gli Enti locali valdostani hanno fini di lucro, però non ha senso andare a scrivere una legge che prevede espressamente la possibilità di esentare queste due categorie. Fate lo sforzo, nessuno vuole polemizzare più di tanto, mettete una pietra tombale sopra, perché tanto alla fine il vero problema è che anche se queste risorse le incassate, non le potete spendere perché non avete risolto il Patto di stabilità...non le spendete comunque, fate cassa senza poterle spendere e magari evitate a qualcuno di rispettare il Patto di stabilità, perché in questo momento 2 milioni di arretrati non sono bazzecole.

Presidente - Punto 13 all'ordine del giorno.