Objet du Conseil n. 804 du 22 octobre 2014 - Resoconto
OGGETTO N. 804/XIV - Interpellanza: "Eventuale costituzione di un gruppo di lavoro per l'esame delle potenzialità insite nella green economy".
Presidente - La parola al Consigliere Guichardaz.
Guichardaz (PD-SIN.VDA) - Grazie Presidente.
Sfogliavo l'altro giorno l'indice di Green Economy 2013, un contributo interessante elaborato dalla Fondazione Impresa, uno dei più accreditati centri studi italiano per la piccola impresa. L'indice di green economy viene calcolato tenendo conto di una ventina di indicatori di performance tratti da fonti ufficiali per esempio l'ISTAT, l'ENEA, SINAB, TERNA, ISPRA e altri istituti accreditati che, opportunamente elaborati secondo modelli statistico-matematici, delineano un punteggio, quindi una classifica delle Regioni italiane: nella classifica del 2013 al 1° posto troviamo il Trentino-Alto Adige e all'ultimo posto troviamo la Sicilia. Ormai lo studio è alla sua quarta edizione, quindi è possibile, con le dovute approssimazioni, visto che negli anni tra l'altro sono stati modificati alcuni indicatori di riferimento, delineare una sorta di trend della sostenibilità, sempre dal punto di vista dell'economia green. Prendendo a riferimento le ultime due edizioni, quelle che presentano una maggior omogeneità negli indicatori di performance, possiamo vedere che la Valle d'Aosta dal 2012 al 2013 è precipitata dal 5° al 10° posto. Tenete conto che l'analisi è fatta su tutte e 20 le Regioni italiane. Prima della Valle d'Aosta, in questa classifica, si trovano in ordine: il Friuli Venezia Giulia, al 9° posto, l'Abruzzo, il Piemonte, il Veneto, l'Emilia Romagna, la Toscana, le Marche, l'Umbria e, appunto in vetta alla classifica, il Trentino-Alto Adige. La Valle è praticamente, come punteggio, a livello della Sardegna e della Basilicata, tanto per capirci, varia in qualche decimale.
Quali sono i parametri, anzi gli indicatori presi in considerazione? Ne cito alcuni a titolo di esempio, lasciando poi a chi è interessato l'approfondimento del rapporto che si trova tranquillamente su Internet. Intanto viene misurata la produzione di energia da fonti rinnovabili, e lì devo dire che non ci batte nessuno: noi siamo al 99,9 percento di produzione da fonti rinnovabili; poi il numero di organizzazioni certificate ISO 14001 (anche lì siamo al 1° posto. Per le aziende bio valutate attraverso il numero di licenze Ecolabel siamo gli ultimissimi in classifica; mi pare che in Valle d'Aosta tra l'altro non ce ne sia più nemmeno una di queste certificazioni...tra l'altro sull'argomento delle certificazioni sarebbe poi interessante, in futuro, aprire un ragionamento per capire se, invece di incoraggiarle, gli uffici o chi deve occuparsi di questo le scoraggia...poi magari faremo un'iniziativa, le darò poi i valori reali. Vengono tra l'altro misurati i chilometri di piste ciclabili, siamo praticamente ad un terzo della classifica...adesso non ricordo se siamo settimi per chilometri relativamente... misurati poi sul territorio. Vengono fatte delle valutazioni su alcuni parametri...c'è qualche problema? No, pensavo stesse discutendo...relativi alla cosiddetta "mobilità sostenibile" e su questo versante andiamo davvero maluccio, sulla questione della sostenibilità: siamo addirittura all'ultimo posto in classifica per le tonnellate di CO2 pro-capite da trasporti. Vengono poi presi a riferimento una serie di indicatori che fanno riferimento al tema dello smaltimento dei rifiuti che ci vedono all'incirca alla metà della classifica per quanto riguarda la raccolta differenziata e i rifiuti urbani smaltiti in discarica. Ci sono poi altri indicatori interessanti, per esempio l'accesso alle detrazioni fiscali per la riqualificazione energetica (siamo scesi in classifica, l'anno scorso nel 2012 eravamo più avanti), il numero degli alloggi agrituristici e altri parametri indicatori che, per una questione di tempo, non sto qui ad elencare, ma che comunque danno ulteriori spunti di riflessione e di analisi interessanti.
Dicevo che, rispetto all'anno precedente, abbiamo perso cinque posti in classifica; una retrocessione non tanto dovuta al peggioramento degli indicatori di performance nostri, ma piuttosto ad un miglioramento degli stessi indicatori da parte delle Regioni che ci hanno surclassato. In questa graduatoria dell'indice di green economy faccio l'esempio dei rifiuti, visto che è un tema di attualità: rispetto al 2012, il Friuli Venezia Giulia (questi sono dei dati che trovate in quel rapporto) è passato dal 49,9 percento al 57,5 percento di percentuale di raccolta differenziata sul totale dei rifiuti e la percentuale di rifiuti urbani smaltiti in discarica è passata dal 14,5 percento al 7 percento, si è dimezzata. Noi dal 39,1 percento di raccolta differenziata siamo passati al 44,8 nel 2013 e, per quanto riguarda i rifiuti urbani smaltiti in discarica, dal 67 siamo passati al 55, quindi basta che facciate qualche confronto. Clamoroso il caso dell'Abruzzo su questo tema: dal 24 al 38 percento di differenziata e dal 61 percento di rifiuti urbani smaltiti in discarica al 19 percento in un solo anno, quindi si è abbassato di tre volte; le Marche, addirittura dal 29,7 percento al 50,8 percento (quindi si sono quasi moltiplicate) e dal 63 al 57 di rifiuti urbani smaltiti in discarica; l'Umbria, che è passata dal 3° posto del 2012 al 2° posto nel 2013, era al 34 percento di differenziata e oggi è salita al 42. Certo non possiamo limitare le valutazioni sulla nostra propensione alla green economy facendo riferimento a questi e solamente a questi indicatori, ma il quadro che emerge dal rapporto della Fondazione Impresa è un interessante spunto di discussione, perché è anche un punto di ripartenza per chi come noi, politici ma non solo, vedono nella green economy un'opportunità anche di rilancio economico per la nostra Regione.
Ora, perché un'interpellanza su un argomento che, in qualche maniera, rientra nelle linee d'azione individuate nella proposta di strategia regionale di ricerca e innovazione per la specializzazione intelligente della Valle d'Aosta, meglio nota come S3, quella appena approvata nel luglio di quest'anno dalla Giunta regionale? Non so se vi ricordate colleghi, in quel documento - peraltro ancora non definito, mi pare sia ancora in fase di implementazione - sono stati individuati tre ambiti su cui si dovrebbe fondare il profilo di sviluppo economico del territorio valdostano per i prossimi anni e tra questi emerge, appunto la Green Mountain, la montagna sostenibile. Per informazione gli altri due ambiti - non so se ve li ricordate - individuati nel documento sono: la Montagna d'Eccellenza e la Montagna Intelligente. Beh, intanto l'interpellanza serve per sollecitare un esame di contesto, può essere utile per...diciamo risollevare un po' l'attenzione sull'argomento, e poi per fare una discussione su di noi, per avere dei dati sulle prospettive, su ciò che siamo, su ciò che vorremmo e soprattutto su ciò che dovremmo essere nel futuro, e poi per ribadire, come ha scritto nel suo interessante saggio sulla green economy in Valle d'Aosta, l'economista Massimo Lévêque, come l'economia verde, soprattutto in un territorio complesso come il nostro, un territorio di montagna come il nostro, possa originare un circolo virtuoso che è occasione di crescita economica. Pensate anche solo alle opportunità di occupazione e di lavoro che si possono ricavare dai cosiddetti "green jobs" o dal turismo ecosostenibile, insomma questi filoni che sono, altrove, in pieno sviluppo. Ma la green economy può essere anche occasione di crescita sociale, di crescita civica: un'economia attenta alla sostenibilità e alla conservazione e valorizzazione delle proprie risorse ambientali e territoriali è anche un fattore educativo e un fattore pedagogico, in qualche modo. Lévêque, in un interessante passaggio del suo rapporto, parla della necessità di un processo di riorientamento culturale a partire dai bambini e dalle scuole. Quindi è sicuramente utile approcciarsi all'ambiente e al territorio in un'ottica nuova, appunto più sostenibile, più a misura di persona, direi anche più umana. Grazie.
Presidente - La parola all'Assessore Marquis.
Marquis (SA) - Grazie Presidente. Buongiorno colleghi.
La ringrazio per aver avanzato questa interpellanza, perché ci consente di fare il punto della situazione su un argomento direi importante anche per l'economia valdostana. È negli ultimi decenni che è andata maturando, consolidandosi, una nuova cultura: una cultura di rispetto dell'ambiente e che vuole guardare alla sostenibilità, una sostenibilità che è mutata fortemente a livello di concetto evoluto nel tempo (oggi si parla di green economy, quindi di comportamento per minimizzare l'impatto delle attività dell'uomo sull'ambiente). Credo che sia molto importante quest'attenzione anche in Valle d'Aosta, perché può contribuire ad aumentare la competitività della nostra Regione; una Regione che vive di turismo, una Regione alpina che fa della straordinarietà del suo ambiente una caratteristica importante che va conservata e valorizzata nel tempo.
Com'è stato indicato nell'esposizione dell'interpellanza, ci riferiamo ad una classifica stilata da Fondazione Impresa, che è una società che ha fatto uno sforzo per cercare di codificare a livello quantitativo, di misurare in un coefficiente unico, la graduatoria della sensibilità delle varie Regioni verso questo argomento, che è un argomento - come dicevo prima - in continua evoluzione e quindi anche suscettibile dell'introduzione di nuovi approcci. Credo che la dimostrazione che da un anno all'altro si possano avere delle oscillazioni anche di merito e di classifica su un argomento come questo stia a significare che vengono anche introdotte delle innovazioni di valutazione che possono anche dare dei risultati, a volte, inattesi.
Per ciò che concerne l'economia valdostana, c'è da segnalare che dal 2012 al 2013 - com'è stato evidenziato dal collega Guichardaz - non ha subito un arretramento in questo settore, ma ci sono stati dei dati significativi su alcuni indicatori da parte di altre Regioni che hanno portato a migliorare la loro prestazione e, a volte, anche dati che abbiamo analizzato e che sono difficili da spiegare andando a fare il raffronto tra le due edizioni che sono state prodotte.
Per ciò che concerne la situazione generale della Valle d'Aosta, in merito a questi 21 indicatori che toccano un po' tutti i settori a partire da quello dell'energia, delle imprese, dall'agricoltura, della mobilità, dell'edilizia, del turismo e dei rifiuti, è stato già evidenziato dal collega che ce ne sono alcuni sui quali abbiamo delle buone performance, e altri sui quali abbiamo spazi di miglioramento: ricordo anch'io le rinnovabili, i punti vendita specializzati in prodotti biologici (siamo terzi a livello assoluto in Italia); in termini di certificazione ambientale siamo i primi, e quindi credo che questo sia un approccio importante che si riferisce a una sensibilità delle imprese valdostane di sostenere, da parte loro, un approccio volontario verso la gestione ambientale, perché voglio ricordare che queste certificazioni non sono obbligatorie, ma sono delle scelte fatte dai singoli imprenditori, così come incoraggianti sono i risultati riguardo all'utilizzo da parte dei valdostani della detrazione fiscale del 55 percento per interventi di riqualificazione energetica.
Quanto alle domande che sono state poste: "se vi è in vista un programma organico di investimenti mirato principalmente alla ecosostenibilità della nostra economia regionale", su questo vorrei riferire, così com'è già stato evidenziato prima dal collega, che abbiamo predisposto lo schema di strategia di sviluppo intelligente del nostro territorio, che è stato approvato lo scorso mese di luglio e che oggi è stato trasferito alla Comunità europea, e quindi è in fase di definizione. All'interno di questa strategia vengono indicate le linee guida sulle quali orientare lo sviluppo economico della Valle d'Aosta. Tra queste linee guida che vengono definite nella valorizzazione del fattore identitario del nostro territorio, che è la montagna, abbiamo puntato chiaramente alla Montagna Intelligente, alla Montagna Sostenibile e alla Montagna di Eccellenza. All'interno del capitolo Montagna Sostenibile viene dedicato grande spazio alla green economy, dove vengono declinate tutta una serie di iniziative che possono essere attuate per dare delle prospettive di sviluppo e di rilancio economico della Valle d'Aosta. Direi quindi che esiste un quadro di iniziative e di approccio pianificatorio al quale dobbiamo tendere, che è stato tra l'altro predisposto in modo partecipato unitamente al sistema delle imprese, parti sociali, cittadini, perché è stata anche creata una piattaforma apposita on line in web con la quale si è potuto interagire con coloro che volevano dare dei contributi, quindi una procedura inclusiva per andare in questa direzione.
Quanto al quesito se è intenzione nostra di creare un gruppo di lavoro, vorrei sottolineare che all'interno della RIS3 è prevista anche una governance, una governance importante per monitorare l'andamento dell'iniziativa nel tempo, perché la stessa Comunità europea impone di fissare degli obiettivi da raggiungere nell'arco della programmazione 2014-2020, e quindi anche tutta una serie di momenti lungo il percorso di verifica del raggiungimento dei medesimi o anche di eventuali adattamenti degli stessi a nuove situazioni che possono presentarsi; quindi, una governance dov'è previsto un gruppo di lavoro interassessorile, un comitato tecnico di monitoraggio, una SmartCommunity Team e tre gruppi di lavoro tematici. I tre gruppi di lavoro tematici afferiscono ai tre settori: uno alla Montagna Eccellente, uno alla Montagna Smart e l'altro alla Montagna Green. La composizione di questi gruppi prevede delle competenze della pubblica amministrazione, una partecipazione delle imprese, partecipazione del mondo accademico, quindi dell'Università della Valle d'Aosta e del Politecnico di Verrès e anche della comunità locale; questo per significare che è prevista una gestione che sviluppi anche questo argomento in modo partecipato e condiviso dove possono essere portati tutti gli apporti, a partire da coloro che gestiscono le attività produttive, a coloro che, invece, si occupano della formazione e del mondo accademico, e anche della cittadinanza che vive le problematiche sul territorio. Grazie.
Presidente - La parola al collega Guichardaz.
Guichardaz (PD-SIN.VDA) - Grazie Assessore per la risposta precisa e sicuramente circostanziata.
Intanto è apprezzabile il fatto che esistano dei gruppi di lavoro interassessorili, anche perché, come abbiamo detto, l'ambito della green economy...adesso ha risposto l'Assessore Marquis, ma a mio parere poteva essere anche un intervento sinergico con l'Assessore dell'ambiente o con l'Assessore dell'istruzione, perché qua, come sempre quando si parla di ambiti multidisciplinari, ovviamente poi i protagonisti, diciamo gli attori, sono individuabili in varie localizzazioni. È bene che ci sia quindi un interessamento interassessorile rispetto a questo problema. Adesso io non ho presente in questo momento la composizione, non so se interassessorile vuol dire che concerne, oltre al suo Assessorato, un altro, altri due o tre, non lo so quali sono, poi magari mi informerò meglio.
La domanda fatta nella nostra interpellanza era se non fosse il caso...siccome il tema è un tema che, tra l'altro, ha una prospettiva lunga, perché il programma di intervento di questa Smart Specialisation Strategy, questa S3 ha un programma che durerà negli anni a venire...tra l'altro sono previsti dei bei finanziamenti, mi pare, parliamo di qualcosa come 100 milioni di euro di finanziamenti complessivi, e sarebbe interessante se tra l'altro ci fosse anche un coinvolgimento del Consiglio regionale, cioè delle commissioni consiliari, perché io credo che in questo caso, oltre che tra Assessorati, è importante anche che in questo programma futuro, in questa prospettiva sia coinvolta anche a pieno titolo l'Assemblea, quindi la parte politica che rappresentiamo anche noi. Era quello il motivo per cui chiedevo un intervento in commissione, magari nella prospettiva di costituire anche dei momenti di incontro...poi, se non sono gruppi di lavoro, possono essere comunque momenti di aggiornamento che non si limitino solo ed esclusivamente magari ad un singolo Assessorato, perché è comunque un argomento importante, oltre che interessante.
Riguardo poi agli indicatori, io l'ho detto specificatamente che sono state prese a riferimento le ultime due relazioni sull'indice di green economy, quella del 2012 e 2013, perché quella del 2010 e 2011 - lo dice anche nell'introduzione dell'ultimo rapporto - non sono assimilabili, erano più che altro sperimentali, gli indicatori non erano così...diciamo omogenei, quindi non potevano essere raffrontati gli anni dal 2010 al 2011 e quindi i valori che io ho cercato di dare sono valori comunque riferiti ad indici omogenei ed assimilabili.
Una cosa che io ho rilevato nella lettura di questi dati - e me lo ha confermato lei, Assessore - è che fortunatamente c'è una sensibilità da parte del singolo, da parte dell'imprenditore, da parte del cittadino, che spesso e volentieri supera la sensibilità dell'istituzione, tant'è che lei mi confermava, per quanto riguarda le certificazioni ISO 14001, per esempio...mi confermava con altri dati relativi...adesso non lo so, alle detrazioni fiscali, dove siamo ben collocati in classifica, mentre invece siamo relativamente mal collocati lì dove interviene la politica, lì dove il decisore istituzionale deve decidere. Per esempio, riguardo al grande tema dei rifiuti, siamo collocati praticamente a metà della classifica; sulla questione della produzione di CO2, per quanto riguarda i trasporti, sulla mobilità sostenibile, per quanto riguarda le piste ciclabili, siamo purtroppo collocati abbastanza in posizione arretrata. Secondo me, quindi, esiste un buon substrato, una buona "coscienza verde" della popolazione. Sta alla politica riuscire a dare quella spinta necessaria lì dove è al politica che deve intervenire, cioè in quegli ambiti, in quei campi che sono assolutamente di pertinenza della politica.
In ultimo...prima citavo le licenze Ecolabel, ho visto il Presidente che si è un po' stupito quando ho detto che ci sono un numero di licenze riferite alle aziende bio bassissime e tutti e quattro gli studi danno un numero di licenze pari a 0 ogni 100.000 abitanti...questo è relativo alla licenza Ecolabel, poi bisogna capire perché il mondo delle certificazioni, nel bio, sono piuttosto ampie, ma evidentemente questo è il parametro forse più accreditabile preso a riferimento nella valutazione, ma diciamo che non è l'ultimo. Io ho sollecitato però con il mio intervento una semplificazione anche in questo campo, cioè nel campo delle certificazioni. Io credo che l'istituzione debba intervenire in maniera tale da facilitare, più che scoraggiare...diciamo l'acquisizione e il mantenimento di queste certificazioni; poi possiamo magari aprire un dibattito e discutere su questo, ma ora non abbiamo più tempo. Grazie.
Si dà atto che dalle ore 16,14 assume la presidenza il Vicepresidente Follien.
Follien (Presidente) - Punto 21 all'ordine del giorno.