Compte rendu complet du débat du Conseil régional. Les documents ci-joints sont disponibles sur le lien "iter atto".

Objet du Conseil n. 765 du 10 octobre 2014 - Resoconto

OGGETTO N. 765/XIV - Interpellanza: "Individuazione di soluzioni per il superamento delle criticità emerse nell'applicazione delle norme antisismiche nel periodo transitorio di cui alla legge regionale 23/2012".

Presidente - Punto 25 all'ordine del giorno. La parola al collega Roscio.

Roscio (ALPE) - Grazie Presidente, buongiorno colleghi.

Oggi andiamo a trattare con questa interpellanza un tema che ha a che fare con l'agibilità per le costruzioni. E agibilità in ottemperanza alle norme in materia di edilizia, di progettazione antisismica. O meglio andiamo a discutere come le normative che spesso sono complicate e negli anni si sovrappongono possono dare adito a interpretazioni diverse, quindi a comportamenti diversi e ovviamente comportano delle ricadute in ultima analisi sui cittadini che si trovano ad avere delle situazioni di difficoltà perché quando vanno a richiedere l'agibilità hanno delle difficoltà aggiuntive che poi si tramutano sia in perdite di tempo, ma anche in spese aggiuntive non preventivate. E per fare un minimo di storia sulla vicenda ricordo che la normativa a un certo punto...nazionale...ha stabilito alcune regole e fino a un certo punto la Regione Valle d'Aosta aveva una classificazione dei comuni in zone sismiche dove praticamente tutto il territorio ricadeva in una classificazione di classe quattro che...classe quattro, significa zone dove la sismicità è irrilevante o bassissima e per cui in queste zone non era obbligatorio attuare la progettazione sismica. Mentre solo tre comuni della Valle d'Aosta erano interessati invece dalla zona tre, cioè bassa sismicità dove invece vigevano regole diverse. A un certo punto succedono fatti a livello nazionale tragici, purtroppo, che fanno accorciare i tempi di applicazione della legge a livello statale per cui tutta la Valle d'Aosta ad un certo punto diventa in classe tre. Il problema qual è? Il problema è che tra una norma e la seconda, senza andare a vedere le scelte che sono arrivate dopo, perché uno dice da un certo punto in poi la norma è chiara, ci si adegua e non succede niente. Il problema è che prima la norma aveva regole diverse. C'è una zona intermedia che nell'interpellanza abbiamo ricordato ed è una parte di regime transitorio che va dal primo luglio del 2009 al 22 ottobre 2013, quella fascia lì è non ben chiara, per cui cosa succede? Ci sono state, banalmente, delle costruzioni che hanno avuto un progetto antecedente. Ovviamente per realizzare ristrutturazioni non basta un giorno, servono degli anni, oggi abbiamo edifici che sono ultimati con progettazioni che facevano capo, facevano riferimento a certe norme che si trovano nelle condizioni di poter ottenere l'agibilità perché le norme sono cambiate. Allora, senza andare a vedere quali sono state le cause, di chi sono le responsabilità, sembra ovvio cercare di risolvere il problema, trovare questo...colmare questa lacuna e governare questa situazione in modo che alla fine non ci siano delle ricadute sui cittadini, sui comuni e in generale sulla comunità. Cioè noi chiediamo al governo di fare chiarezza su questa parte che, al di là, torno a ripetere, delle responsabilità e delle cause, ad oggi non sono chiare per niente. I comuni hanno difficoltà a rilasciare l'agibilità, i cittadini non sanno a chi si devono rivolgere, non sanno quali pratiche intraprendere, gli stessi professionisti si trovano a dover dichiarare alcune cose e sono in difficoltà perché poi, noi sappiamo, che dichiarare certe cose in materia di sismica diventa, comporta poi delle responsabilità che vanno anche nel penale. Quindi la via d'uscita la chiediamo al governo per cercare di trovare un sistema per venire incontro alla comunità. Aspettiamo la risposta. Grazie.

Presidente - Per la Giunta? La parola all'Assessore Baccega.

Baccega (SA) - Grazie Presidente, buongiorno a tutti.

Devo dire che la materia che viene affrontata in questa interpellanza è particolarmente tecnica e complicata e proprio per cercare di fornire una risposta più chiara possibile all'interpellanza mi vedo costretto a ripercorrere un iter legislativo che in parte lei ha già evidenziato nella sua presentazione. Con l'approvazione della delibera di Giunta regionale n. 5130 del 30 dicembre 2003 veniva stabilita la nuova classificazione del territorio regionale da cui risultavano tre comuni in zona tre: il comune di Courmayeur, di Valtournenche e di Pré-Saint-Didier e settantuno comuni in zona quattro. Inoltre per quest'ultima classe, la classe quattro, veniva stabilita la non obbligatorietà della progettazione con criteri sismici. Occorre ricordare che la classificazione introdotta dall'ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri, la n. 3274 del 2003, aveva una doppia valenza. Per ogni classe erano definiti un grado di pericolosità e gli obblighi di tipo amministrativo a cui le opere erano soggette. Per la zona quattro, in particolare, era lasciata facoltà alle regioni di stabilire se imporre l'obbligatorietà della progettazione con criteri sismici, appunto. Queste disposizioni avevano avuto la loro efficacia fino al primo luglio 2009, data di entrata in vigore in maniera definitiva delle nuove norme tecniche delle costruzioni, introdotte con decreto del ministro delle infrastrutture, n. 77 del 14 gennaio 2008; l'entrata in vigore delle norme tecniche nel 2008 ha comportato un importante cambiamento nell'approccio alla progettazione, imponendo tra l'altro l'obbligo alla progettazione con criteri sismici su tutto il territorio italiano. A tale fine le norme tecniche di costruzione del 2008 fanno riferimento alla nuova mappatura della pericolosità sismica del territorio italiano approvata con ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3519 del 2006.

La nuova mappa individua quattro zone caratterizzate da quattro diversi intervalli di valori di accelerazione e sulla base di questa mappatura la maggior parte dei comuni della Valle d'Aosta è classificata come zona tre. Soltanto i comuni di Donnas, Fontainemore, Lillianes e Perloz presentano parte del loro territorio ricadente anche in zona quattro e il comune di Pont-Saint-Martin è interamente classificato in zona quattro. L'introduzione delle nuove norme tecniche di costruzione che definiscono i principi generali per il progetto, l'esecuzione e il collaudo delle costruzioni, fornisce i criteri generali di sicurezza a tutela della pubblica incolumità e quindi è da ritenersi concluso il periodo transitorio durante il quale era consentito alle regioni di non introdurre la progettazione antisismica per le zone quattro. Quindi dal primo luglio 2009 la progettazione antisismica si applica indistintamente a tutte le costruzioni indipendentemente dalla zona di classificazione sismica in cui sono realizzate. Pertanto le disposizioni previste dalla delibera regionale n. 5130 del 2003, che recepivano la vecchia zonizzazione sismica, dal primo luglio hanno assunto un valore residuale legato alle sole disposizioni di tipo amministrativo da impiegare per le verifiche dei progetti. Infatti, fino all'approvazione della legge regionale 31 luglio 2012 n. 23, che disciplina le attività di vigilanza su opere e costruzioni in zone sismiche, venivano sottoposte a controllo da parte degli uffici regionali i soli progetti relativi a costruzioni realizzate nei tre comuni classificati in zona tre, appunto Courmayeur, Valtournenche e Pré-Saint-Didier. Con l'approvazione delle disposizioni attuative della legge regionale n. 23, avvenuta con delibera di Giunta regionale 1603 del 2013, è stato stabilito tra l'altro, per i soli effetti e finalità della citata legge, la nuova classificazione delle zone sismiche del territorio regionale. Ad oggi, quindi, tutti i comuni sono classificati in zona sismica tre, il che vuol dire che le attività di vigilanza espletate dall'ufficio dell'Amministrazione regionale sono estese a tutti i progetti di opere realizzati in tutti i comuni della Valle d'Aosta.

Rispondendo al quesito, classificare come periodo transitorio l'intervallo di tempo intercorrente tra il primo luglio 2009, data di entrata in vigore delle norme tecniche di costruzione del 2008, e il 21 novembre 2013 non è proprio esatto, in quanto non è stata la riclassificazione sismica del territorio regionale a imporre la progettazione con criteri sismici in tutti i comuni della regione, bensì l'introduzione delle norme tecniche di costruzione. A partire dal primo luglio 2009 tutte le costruzioni realizzate sul territorio italiano dovevano e devono essere progettate considerando anche l'azione sismica. Le procedure e il controllo introdotte dalla legge regionale 31 luglio 2012 n. 23 sono del tutto in linea con quelle adottate dalle altre regioni italiane per i territori classificati a bassa pericolosità, zona sismica tre. I controlli vengono eseguiti secondo le modalità stabilite dall'articolo otto su progetti estratti a sorteggio per un numero non inferiore al dieci per cento dei progetti depositati. Quindi, interventi a campione. Da un primo periodo di applicazione della normativa regionale sono emerse alcune criticità che sono state puntualmente affrontate dall'ufficio competente e superate mediante l'adozione di ulteriori delibere e circolari esplicative. Le disposizioni dei citati atti sono state concordate con il CELVA e condivise all'interno del tavolo tecnico appositamente istituito e a cui partecipano i rappresentanti degli organi professionali. In ultimo, nell'ottica di semplificare il procedimento per la realizzazione degli interventi edilizi minori, ma comunque diffusi sul territorio, il primo agosto 2014, è stato approvato l'atto di indirizzo per l'individuazione degli interventi privi di rilevanza ai fini della pubblica incolumità e quindi non soggetti alle disposizioni della legge regionale 31 luglio 2012 n. 23. Al fine di approfondire ulteriormente gli aspetti tecnici introdotti dalle norme tecniche di costruzione del 2008, la struttura assetto del territorio competente in materia ha organizzato un corso di alta formazione specialistica che si svolgerà tra l'autunno 2014, quindi tra breve, e la primavera 2015 della durata di cinquantacinque ore che sarà tenuto da docenti universitari e rivolto ad ingegneri e architetti operanti in Valle d'Aosta.

In conclusione, le norme tecniche di costruzione 2008 e la legge regionale 23/2012 incidono su piani diversi. Le norme tecniche di costruzione 2008 dettano disposizioni in merito alle modalità di progettazione, quindi norma tecnica, la legge regionale disciplina le modalità di controllo che la Regione effettua sui progetti. La Regione non aveva e non ha facoltà di disporre diversamente da quanto dettato nelle norme tecniche di costruzione del 2008. Spero di essere stato esaustivo rispetto a un processo molto tecnico. Grazie.

Si dà atto che dalle ore 9,20 assume la presidenza il Vicepresidente Follien.

Follien (Président) - Pour la réplique la parole au Conseiller Roscio.

Roscio (ALPE) - Sì, grazie Assessore.

Ma lei ha fatto una ricostruzione puntuale del susseguirsi delle norme ricordando comunque una cosa che condividiamo, che districarsi in questa giungla non è così semplice. E soprattutto perché andando a leggere le norme ci sono delle parti che non sono per nulla chiare. Quando lei cita la norma di riferimento nazionale e le norme tecniche sulle costruzioni, io capisco che la Regione non ha facoltà di svincolarsi e di fare questo, ma alla Regione compete solo attuare il controllo. Il problema qual è? È che già nel testo di riferimento iniziale, il testo unico in materia di edilizia nell'articolo 33 si dice che le Regioni provvedono all'individuazione delle zone dichiarate sismiche. Poi cosa succede? La norma nazionale fa un passo avanti introducendo dei criteri ben precisi, dicendo che la progettazione deve comunque tener conto di certi criteri. La Regione quando legifera nel 2012 con la legge 23 ribadisce all'articolo 16 che continua ad applicarsi la vigente classificazione sismica del territorio regionale, quindi quella antecedente (tutto in zona quattro salvo tre comuni in zona tre) e questa cosa ingenera confusione. Ingenera confusione tra gli operatori, lasciamo stare tra i cittadini. Il problema qual è? Non è tanto tecnico di risolvere questa cosa facendo corsi che comunque sono utili. Ma il problema è: ci sono ad oggi alcune situazioni dove i cittadini, i Comuni e anche i tecnici sono in difficoltà. La risposta forse per uscirne è forse più politica che tecnica. Nel senso che ad un certo punto noi con questa interpellanza dicevamo: "Ma allora, ci sono fabbricati che sono stati progettati in quel periodo lì dove non era per niente chiaro. Oggi si arriva al termine dei lavori e il cittadino va a chiedere l'agibilità e il Comune dice non posso rilasciartela. Vanno a chiedere al tecnico di asseverare alcune cose che il tecnico ha difficoltà perché la progettazione era fatta diversamente e ci si trova in un impasse dove nessuno vuole prendersi la briga di risolvere il problema". Lasciamo perdere, poi, addirittura edifici tradizionali in pietra, per esempio, dove non esiste nemmeno nessun calcolo relativo alle strutture. Quindi chi è che si può prendere la briga di dire che quella struttura sarà in grado di resistere ad un sisma quando all'origine manca questa certificazione?

Allora da questo, forse, bisogna uscirne in maniera diversa. Per esempio, una proposta potrebbe essere quella che da adesso in poi la Regione è vero che non può bypassare le norme nazionali ma può dire: la regolamentazione regionale sull'agibilità la gestiamo noi. Questa può essere una scelta. Per cui si possono cercare di lavorare nelle pieghe della legge per riuscire ad ottenere dei risultati e magari per le procedure di agibilità in quel periodo dove non era ben chiaro cosa bisognava fare, quindi ante 2003, e che costituisce lo spartiacque, dire: allora fino a quel punto troviamo una soluzione e facendo riferimento alle norme che c'erano prima e dopo vale questa cosa qua, nel senso che la risposta forse è più politica che tecnica in questo caso. Ecco questo ci aspettavamo.

Noi ci auguriamo che il problema comunque è stato sollevato, si apre la discussione, si può, come dice lei, intavolare dei confronti con i tecnici, con i rappresentanti dei Comuni per riuscire ad avere una soluzione che, ripeto, in ultima analisi ricade proprio sui cittadini che si trovano ad affrontare delle spese, delle perdite di tempo e soprattutto non ne escono. Io immagino chi ha necessità di ottenere l'agibilità perché deve chiedere un mutuo e si trova in difficoltà, non riesce ad avere questo. Quindi da quel punto di vista secondo noi la soluzione non è solo tecnica, ma anche politica. Grazie dell'impegno, Assessore.

Président - Point 26 à l'ordre du jour.