Objet du Conseil n. 565 du 26 juin 2014 - Resoconto
OGGETTO N. 565/XIV - Interpellanza: "Valutazioni in ordine a diverse soluzioni progettuali per la realizzazione del vallo di contenimento della frana di La Saxe in Comune di Courmayeur".
Presidente - La parola alla collega Certan.
Certan (ALPE) - Grazie Presidente.
Chiedo scusa se divago un attimo prima di affrontare il problema in oggetto e chiedo scusa anche del ritardo, ma nella pausa pranzo ho accompagnato degli amici che arrivavano da Trento - ieri abbiamo parlato di Aosta, città turistica - al criptoportico, perché volevo che lo visitassero. Il criptoportico, pur avendo un certo orario esposto, è chiuso e non si sa il perché. Allora, dato che c'è l'Assessore, chiedo di verificare la cosa perché, quando si parla di città turistica, di flussi e di affluenza, credo che anche il fatto di rispettare gli orari possa essere importante. Credo che sia il minimo e sia il punto di partenza per una città che si dice e che si vuole turistica. Chiedo scusa della divagazione, ma non mi sembrava il caso di fare una risoluzione per chiedere all'Assessore di verificare: l'ho fatto a margine.
Sarà, credo, solo la storia che farà la vera storia della frana di La Saxe. Una frana che, mi permetto di dire, è eccessivo definire "telecomandata"? Penso di poterla chiamare, tranquillamente e senza esagerare, "intelligente". La frana di La Saxe si è proprio dimostrata intelligente, perché ha saputo scegliere sia i tempi in cui manifestarsi, in periodi puntuali, sia i modi in cui esprimersi. Non siamo più ai tempi in cui le società credevano che molti eventi naturali si manifestassero attraverso spiriti più o meno buoni, più o meno maligni o altre forme animiche, però sicuramente questa frana è stata molto monitorata ed ha saputo sicuramente scegliere i momenti per attirare riflettori.
Premetto che, chiaramente, questo nostro intervento non è per mettere in discussione il lavoro tecnico e dei tecnici che hanno competenze maggiori delle mie e delle nostre: Non è sicuramente un intervento che va a mettere in discussione quel tipo di lavoro. Sicuramente, però, pone l'attenzione sulle scelte politiche che sono state fatte, considerato, tra l'altro, l'ampio dibattito che si è sviluppato attorno a questa frana e che, mi permetto di dire, in qualche momento è stato anche contraddittorio: momenti in cui pareva che il crollo fosse imminente; dichiarazioni anche contraddittorie degli stessi responsabili che, a seconda del momento, dichiaravano cose diverse. Dopo questo ampio dibattito, fortunatamente l'ampio spettro della frana non è crollato: questo imminente crollo che ad un certo punto pareva essere velocissimo, nella settimana in cui c'è stata l'assegnazione dei lavori per il vallo di protezione, non ha più provocato problemi e discussioni, e la frana si è "tranquillizzata". Devo dire che i tecnici, i responsabili ed i dirigenti che stanno seguendo e monitorando questo dossier sono stati molto disponibili e il 15 aprile, a seguito di una richiesta da parte dei Consiglieri di minoranza, hanno permesso un interessante sopralluogo durante il quale è stata spiegata tutta la situazione, il progetto di realizzazione del vallo, la fase di affidamento e le modalità.
Devo dire che - a noi Consiglieri o almeno a me personalmente - dopo un primo periodo di ritardo di consegna delle risposte ai 116, è stata consegnata tutta la documentazione. Credo però che, ancora adesso, sia importante dare alcune informazioni, intanto perché questo è ancora un argomento à la une, ma anche a seguito delle dichiarazioni del Capo della Protezione Civile, Franco Gabrielli, il quale aveva dichiarato in modo pubblico e palese che ci sarebbero stati dei rimborsi agli operatori turistici che avevano avuto dei mancati introiti a causa di questo problema, ma anche perché, come ci dice oggi una notizia Ansa, è stato preso come esempio di buona prevenzione. Credo che, come ha detto prima il collega Gerandin, quando il nostro territorio viene preso come buon esempio oppure è in qualche posizione di rilievo nelle varie graduatorie, noi non possiamo che esserne felici. Vedo che domani ci sarà un convegno su questo argomento e sicuramente sarà interessante quanto uscirà da questo summit di geologi. Oggi c'è una notizia Ansa secondo la quale il presidente del Consiglio nazionale dei geologi afferma che "bisogna essere consapevoli del problema, saperlo affrontare ed essere anche coscienti del fatto che, anche in termini economici, paghiamo un tributo inaccettabile alla ricostruzione post emergenza; è ormai risaputo che, per ogni euro speso per la prevenzione, ne risparmieremmo dieci." Quindi, è assolutamente interessante che questa situazione che poteva diventare problematica sia stata presa in tempo e che ora possa anche essere presa ad esempio per altre situazioni simili!
Ci sono però, a mio avviso, tutta una serie di informazioni che devono essere date. Ringrazio il coordinatore e commissario che sta seguendo questa emergenza, il Dottor Rocco, il quale ha già praticamente risposto alla nostra interpellanza, lunedì, attraverso la televisione di Stato! Il TG Regione ha trasmesso un ampio servizio e, praticamente, le risposte alla prima, alla seconda e in parte anche alla terza sono già arrivate tramite telegiornale. Lo ringrazio, perché ha sicuramente evitato all'Assessore Baccega di doversi soffermare: è già detto e scritto. Tant'è che il Dottor Rocco dice: "Il cantiere - leggo alcuni passaggi - è adesso ben avviato. Siamo pronti per partire con la realizzazione dei valli e, in quel momento, le imprese potranno operare al massimo delle loro potenzialità, così come era previsto in contratto, perché avranno tutta l'area disponibile. Finalmente potremo vedere venire su e crescere rapidamente le opere che serviranno alla protezione di La Palud" che, in effetti, sono il vero obiettivo; l'obiettivo principale credo che sia veramente la protezione della frazione di La Palud.
Perché dico - e termino - che è importante avere tutta questa serie di risposte? Perché da alcuni documenti che ho richiesto attraverso i 116 mi pare di capire che ci siano dei cambiamenti. Chiediamo anche che venga in qualche modo riconsiderato o comunque che ci venga detto se la volontà di abbattere l'edificio di piazzale Retegno è confermata; poi, visto che il Commissario Franco Gabrielli aveva dato come certo l'indennizzo per il mancato introito, chiediamo se sono già stati definiti i criteri di assegnazione e in che modo sarà erogato questo indennizzo per mancato introito. Grazie.
Presidente - La parola all'Assessore Baccega.
Baccega (SA) - Grazie Presidente.
Io non so se sia una frana telecomandata, se sia una frana intelligente. Io so solo che, avendolo visto da vicino nei giorni scorsi, è un movimento franoso che incombe pesantemente sulle case, che incombe pesantemente su una importante arteria internazionale, quindi, da questo punto di vista, gli interventi che sono stati individuati hanno una loro logica. La natura è imprevedibile e, se lei avesse visto il masso che è caduto la scorsa notte, probabilmente la sua presentazione sarebbe stata più cauta.
Io non ho visto il servizio in televisione dell'altra sera e sono sicuro che l'Ingegner Rocco sia stato puntuale e preciso, però, ovviamente, risponderò a tutti i quesiti che l'interpellanza ha posto, facendo una necessaria premessa. Il movimento franoso del Mont de la Saxe è oggetto di una specifica deliberazione del Consiglio dei Ministri di dichiarazione dello stato di emergenza, avvenuto il 10 gennaio 2014, ai sensi della legge 24 febbraio 1992, la n. 225 in materia di protezione civile. A questa deliberazione ha fatto seguito l'ordinanza del Capo del Dipartimento della protezione civile, la n. 143 del 30 gennaio, recante "primi interventi urgenti di Protezione civile in conseguenza del significativo incremento del movimento franoso", con la nomina - appunto - di un commissario delegato con il compito di predisporre e realizzare il programma degli interventi necessari per fare fronte all'emergenza, il nostro Coordinatore delle opere pubbliche, l'Ingegner Raffaele Rocco. In tale ambito, il movimento franoso del Mont de La Saxe rappresenta, quindi, un'emergenza di livello nazionale la cui natura scaturisce dalla necessità di proteggere la continuità di flusso di traffico attraverso l'arteria internazionale del Monte Bianco, nella quale il Commissario agisce come titolare unico di un potere di gestione delegato dal Presidente del Consiglio dei Ministri. Quindi, qualsiasi informazione sul movimento franoso e sulle attività in corso va richiesta al Commissario che, in merito ai quesiti posti, mi ha fornito tutta una serie di indicazioni, che certamente sono quelle che ha anche dato in occasione del servizio televisivo.
Al primo quesito si risponde dicendo che le mutate condizioni evolutive del fenomeno franoso alle quali si fa riferimento confermano maggiormente la necessità di assicurare, mediante la realizzazione di un vallo, la protezione dei centri abitati di Entrèves e di La Palud rispetto agli scenari di dimensioni minori, movimenti franosi nell'ordine del milione di metri cubi. Rispetto alle opere di difesa previste, sono state apportate due modifiche: la prima riguarda il vallo ed è di natura strutturale e la seconda riguarda il by-pass nella Dora di Ferret. Al secondo quesito, nel quale si chiede "nel caso in cui vi siano state varianti, quali sono le parti che sono state stralciate o oggetto di modifica e con quali motivazioni", rispondo con una risposta più articolata. Per quanto riguarda le modifiche di tipo strutturale relative al vallo, sono state adeguate le modalità di fondazione dello stesso e modificate le altezze delle metrature in pietrame per alcuni tratti, questo al fine di assicurare una maggiore resistenza alla spinta in caso di evento. Va sottolineato che, in sede di presentazione dei lavori di difesa, è stato sempre affermato che si sarebbe operato, anche in corso d'opera, per adeguare il rilevato anche alla luce degli approfondimenti evolutivi del fenomeno franoso. Poi, per quanto riguarda il by-pass, si sta soprassedendo alla posa della tubazione, così come era prevista, perché sono in corso valutazioni tecniche di soluzioni alternative che possano adempiere anche a funzioni di drenaggio delle acque del versante in frana. Le condizioni di piena della Dora stanno comunque impedendo, al momento, di operare in alveo, come inizialmente previsto dal progetto, almeno per i prossimi due mesi.
Quesito numero 3: "quali siano i tempi del 'Piano lavori', gli stati di avanzamento, i turni, le precauzioni prese, considerato lo stato di emergenza, la possibilità in caso di pioggia e di allarmi anche nella stagione estiva...". Le tempistiche del piano lavori sono le seguenti: 150 giorni naturali consecutivi a far data dal 22 aprile. Al momento, i lavori stanno procedendo nei limiti stabiliti, seppure il primo mese e mezzo dei lavori sia stato con minore produttività rispetto alle ipotesi progettuali. La causa dei rallentamenti è dovuta all'impossibilità di accesso a tutta l'area di cantiere, da parte dell'impresa, nelle prime tre settimane, a causa dei movimenti significativi di una porzione della frana che, come ben noto, hanno portato anche all'evacuazione di una parte dell'abitato di La Palud e Entrèves. Inoltre, la demolizione del fabbricato comunale sul piazzale Retegno, affidata ad altra ditta rispetto all'aggiudicataria dei lavori del vallo e programmata, inizialmente, a partire dai primi di aprile, per non avere interferenze tra le due operatività e tra le due lavorazioni ha dovuto anch'essa essere posticipata di circa un mese. Eventuali determinazioni in merito alla relazione del by-pass potrebbero richiedere delle revisioni. Ad oggi non è stato ancora emesso nessuno stato di avanzamento dei lavori e si lavora, per ora, su un turno unico dal lunedì al sabato compreso. Per quanto riguarda la sicurezza, le precauzioni adottate sul cantiere a salvaguardia del personale che opera in aree maggiormente esposte a caduta di massi è assicurata da un sistema di monitoraggio specifico, video ed acustico automatico, con personale di vedetta del fenomeno franoso - davanti c'è un addetto che guarda costantemente la frana - e da un sistema di allarme acustico ed ottico per le squadre che operano nelle aree in pericolo.
Il personale preposto al monitoraggio si coordina inoltre con la struttura attività geologiche per il monitoraggio dell'evoluzione a lungo termine e riceve un apposito bollettino meteo giornaliero, emesso dal centro funzionale regionale per la zona della frana. Non esistono procedure di allertamento diversificate nei diversi mesi dell'anno, ma il Piano di protezione civile del Comune di Courmayeur è costruito in modo flessibile per poter essere utilizzato in ogni periodo dell'anno quando, sulla base delle informazioni trasmesse dal sistema di monitoraggio, viene lanciato l'allarme dalla struttura regionale di attività geologiche. L'attuale livello di allertamento e le motivazioni tecnico-scientifiche che ne sono alla base sono illustrate in un documento apposito chiamato "Livello dello stato di emergenza", che si può reperire sul sito del commissario. Si precisa, inoltre, che l'evoluzione del fenomeno e dell'assetto meccanico della massa rocciosa è tale da richiedere, talvolta, aggiornamenti degli scenari e dei precursori di evento da monitorare ai fini delle allerta.
L'ultimo quesito, forse quello a cui non aveva risposto al TG3: "a quanto ammonti l'indennizzo per il mancato introito previsto per gli operatori di La Palud, quali siano i criteri di assegnazione e quando sarà loro corrisposto". Sono in corso i contatti con il Dipartimento nazionale di protezione civile per definire le modalità ed i criteri per l'indennizzo o il rimborso dei danni indiretti subiti dalle attività produttive, proprio come aveva indicato il Prefetto Gabrielli il 22 aprile. Al momento, non si è in grado di indicare quando la procedura sarà attivata e con quali modalità. Quello che posso dire è che l'Ingegner Rocco ha dato la sua massima disponibilità anche a riferire in qualità di commissario direttamente ai Consiglieri regionali, magari in una Commissione. Quindi, esiste questa disponibilità e qualora si voglia confrontarsi con lui, basta chiederlo. Spero di essere stato esaustivo. Grazie.
Presidente - La parola alla collega Certan.
Certan (ALPE) - Grazie Assessore, per aver integrato anche le parti mancanti al Foglio 3: la ringrazio.
Lei ha fatto all'inizio un passaggio... Ho premesso - chiaramente, non siamo dei tecnici - che abbiamo messo in discussione scelte politiche o scelte comunque dettate e fatte in precedenza. Capisce? Quando parlo di frana intelligente è perché, seguendo le varie dichiarazioni, uno legge: "spero che piova a più non posso a Courmayeur", come testimoniano le parole del Sindaco Fabrizia Derriard... Capisce Assessore che quando un Sindaco dichiara "spero che piova a più non posso" e poi precisa "ci vorrebbe un acquazzone, una precipitazione abbondante così da poter vedere come reagisce il versante", capisce che mi posso permettere di dire che in questo caso siamo di fronte ad una frana intelligente, che ha saputo scegliere i momenti.
Colgo l'occasione della sua apertura e ringrazio il commissario Rocco che comunque era già stato disponibile a ogni puntualizzazione e chiedo anche ai Presidenti delle Commissioni se eventualmente volessero convocare una commissione, credo che sia sicuramente interessante avere un momento in cui viene spiegato anche tutto il prosieguo dei lavori. Ultimo passaggio: c'è stato uno studio, un nuovo studio fatto dall'Università Bicocca su questa frana; potrebbe essere l'occasione della Commissione per eventualmente approfondirlo. Grazie.
Presidente - Grazie collega. Passiamo al punto 25 all'ordine del giorno.