Objet du Conseil n. 542 du 25 juin 2014 - Resoconto
OGGETTO N. 542/XIV - Prosecuzione della discussione generale congiunta sulla relazione sul rendiconto generale della Regione per l'esercizio finanziario 2013 deliberata dalla sezione regionale di controllo della Corte dei Conti, sul D.L. n. 23 (Approvazione del rendiconto generale della Regione per l'esercizio finanziario 2013) e sul D.L. n. 24 (Assestamento del bilancio di previsione per l'anno finanziario 2014, modifiche a disposizioni legislative e variazioni al bilancio di previsione per il triennio 2014/2016).
Presidente - Riprendiamo la discussione, che era iniziata stamattina, in maniera congiunta dei punti 31.2, 33.1 e 33.2. Ricordando che siamo in discussione generale, chiedo se c'è qualche collega che intende ancora prendere la parola. La parola alla collega Morelli.
Morelli (ALPE) - Merci Monsieur le Président.
Chers collègues, caro collega relatore La Torre, ho seguito con interesse la sua relazione, il suo intervento riepilogativo, estremamente tecnico e puntuale e stranamente poco politico e mi chiedo quali siano le ragioni di questa sua scelta, rimarrò probabilmente con il dubbio.
Cher collègue Assesseur Perron, questa discussione congiunta sul rendiconto e sull'assestamento è un po' il suo battesimo del fuoco, battesimo che ci pare lei abbia affrontato con una certa serietà, con la dovuta serietà direi, e anche con una certa umiltà, il che non guasta e fa sì che, nonostante la sua sia una nomina freschissima, lei riesca a porsi in modo dignitoso in questo nuovo ruolo che ricopre e non c'è dell'ironia, perché vedo il Presidente Rollandin che mi guarda...non c'è dell'ironia. Io, come altri colleghi hanno già detto, ho avuto modo di prendere atto con favore delle sue dichiarazioni in II Commissione, a conclusione dell'audizione in merito ai due disegni di legge, dichiarazioni che vanno nel senso di favorire una maggiore trasparenza, una maggiore condivisione per quanto riguarda la situazione finanziaria della nostra Regione, ma non solo, anche per quanto concerne quella zona grigia, da noi più volte evocata, costituita dalla galassia delle partecipate e, in particolare, per quanto concerne quelli che lei, Assessore Perron, ha definito comportamenti e procedure, affinché il Consiglio possa essere messo nella condizione non solo di avere conoscenza, ma anche di poter incidere sulle scelte e sugli indirizzi futuri per le partecipate, che, nell'attuale momento di crisi economica grave e di ridimensionamento pesante delle finanze regionali, rivestono un carattere strategico futuro crescente.
Anche la Corte dei Conti nella relazione sul rendiconto ha sottolineato in modo molto chiaro la necessità di una maggiore trasparenza. Relazione che, è giusto sottolinearlo ancora, costituisce uno strumento prezioso e utile di cui il Consiglio regionale dispone ormai dal 2012 grazie al lavoro che la sezione valdostana svolge con grande competenza e generosità, lavoro che contribuisce a rendere il dibattito sicuramente più ricco e articolato, mettendo nelle condizioni di affrontare una materia che è ostica di per sé per tutti i Consiglieri regionali e questo è un bene, perché non è da tutti possedere le competenze per interpretare appieno questa materia, in virtù del fatto che il Consiglio regionale comunque è un'assemblea elettiva e che quindi non presuppone competenze specifiche. A proposito della validità della relazione della Corte dei Conti, ci pare utile evocare un passaggio della relazione nel quale la sezione ricorda che la qualità dell'informazione che la Corte dei Conti è in grado di assicurare e di restituire al Consiglio è condizionata a monte dall'ampiezza delle informazioni che l'Amministrazione regionale fornisce a lei. Credo quindi che possiamo sottoscrivere l'invito fatto dalla Corte dei Conti all'Amministrazione regionale affinché si incrementi la trasmissione dei dati in modo puntuale e in tempo reale, al fine di rendere realmente efficace la funzione di controllo e di analisi. Le relazioni analitiche della Corte dei Conti sopperiscono in un certo senso alla difficoltà di comprendere appieno la gestione contabile dell'Amministrazione regionale, cosa che prescinde - ed è giusto dirlo - dalla disponibilità degli uffici, del personale, dei dirigenti dell'Assessorato delle finanze, di cui riconosciamo la competenza e che teniamo a ringraziare per la loro diponibilità e quindi ben venga, Assessore, anche la sua disponibilità, confidiamo in lei nel tener fede agli impegni e ai propositi espressi in commissione.
È fondamentale che, in un momento di svolta epocale come quello che stiamo vivendo, vi sia da parte di tutti la consapevolezza, la contezza - per dirla con un sostantivo che è caro alla politica - che i tempi sono veramente cambiati e crediamo che la maggioranza non possa esimersi, e l'Assessore Perron lo ha fatto, dal registrare che da parte nostra, da parte dell'opposizione tutta vi sia stata la volontà di affrontare in tempi brevi questi disegni di legge così importanti. L'Assessore Perron in punta di piedi aveva auspicato...lo ha proprio detto...in punta di piedi aveva auspicato tempi ragionevoli per permettere alla macchina di riprendere appieno il suo funzionamento. Direi che, come gruppo ALPE, ma come opposizione tutta, abbiamo fatto di più, siamo andati oltre, così come non abbiamo adottato atteggiamenti ostruzionistici quando si è trattato di eleggere il Presidente del Consiglio, ma abbiamo avanzato serenamente la nostra proposta e allo stesso modo ci poniamo in questo frangente forti di una coesione di fondo che non viene meno, pur nel rispetto delle differenze dei singoli gruppi...e che contiene una proposta alternativa. Non è prendendo tempo o assumendo atteggiamenti volti ad intralciare l'attività che ci contrapponiamo alla maggioranza regionale, ma andando ad esprimere contenuti diversi, auspicando azioni diverse che i colleghi che hanno già avuto modo di illustrare gli emendamenti che presentiamo hanno saputo ben esporre...e comportandoci anche in modo diverso, non contate più su di noi, cari colleghi di maggioranza, per alzare il prezzo delle vostre richieste, non contate più su di noi per ottenere votazioni segrete dietro le quali trincerarsi, ognuno risponda apertamente e pubblicamente delle sue decisioni e del lavoro che svolge! Il momento attuale lo richiede più che mai ed è per questo che ci siamo concentrati essenzialmente su di un emendamento che il Consigliere Chatrian ha definito epocale, forse in modo un po' immodesto, ma che è in realtà un emendamento epocale. Un emendamento attraverso il quale noi vorremmo veramente segnare un momento di ripartenza importante, significativo, andando a rendere disponibili alla comunità valdostana fondi preziosi, quegli utili e quelle riserve distribuibili delle società partecipate e andando a riaffermare con forza la centralità del Consiglio regionale, sottraendo scelte strategiche importanti alla discrezionalità di pochissimi, come questo avviene, perché è un momento di responsabilità che tutti dobbiamo condividere.
Nous vivons une période complexe, difficile, une crise économique dont nous ne voyons pas la fin et qui est en train de mettre en évidence toute la fragilité de notre système. Les rapports qui ont déjà été cités par plusieurs collègues nous le rappellent. Tous les secteurs sont déficitaires, malheureusement, même le tourisme, un secteur important, qui jouissait d'une certaine solidité, et nous risquons d'aller vers une saison qui s'annonce maigre, sans pouvoir garantir le niveau de l'offre culturelle et touristique à une clientèle de plus en plus exigeante. En tant que communauté, en tant qu'Administration régionale, nous n'avons pas su...et nous ne nous soustrayons pas aux responsabilités, nous n'avons pas eu la capacité de nous structurer lorsqu'on avait les ressources pour le faire. Maintenant il est très difficile, impossible, dirais-je, rattraper le retard. En proportion nous sommes en train de payer plus cher que les autres à cause de la forte dépendance des activités économiques par rapport à l'Administration publique. Celui qui a été le moteur pendant des décennies, le moteur de notre développement, et qui a permis un bien-être généralisé, est tombé en panne, probablement définitivement et pour le moment nous n'entrevoyons pas d'alternatives. Il est donc important plus que jamais que la gestion de la chose publique soit caractérisée par une attention maniaque, dirais-je, pour que chaque euro soit dépensé et soit utilisé de manière optimale. L'année passée, lors du débat sur le compte rendu, qui s'était tenu au mois d'avril, anticipé en vertu de l'échéance électorale du mois de mai, j'étais intervenue en préconisant un changement de paradigme de la part de ceux qui se seraient trouvés dans la condition de gouverner la Vallée d'Aoste dans les cinq années à venir. Un changement de paradigme qui aurait dû se fonder d'abord sur une prise de conscience politique très forte, très honnête sur la nécessité de dire la vérité aux citoyens, de ne plus créer d'illusions à des fins électorales et de favoriser davantage la confrontation politique, pour aboutir à la redéfinition des priorités et à la recherche de solutions nouvelles partagées. Et bien, je crois qui est restée une illusion, car cette première année de législature n'a fait que démentir qu'il y ait eu cette prise de conscience et n'a fait que démentir malgré les déclarations du Président, malgré les déclarations de certains Assesseurs qu'il y a la volonté de parvenir réellement à un projet pour la Vallée d'Aoste du futur qui soit partagé. Nous devrions au contraire dresser un véritable plan de guerre contre le gaspillage, contre le chômage, contre la pauvreté, compte tenu de la disponibilité financière énormément réduite de la Région, compte tenu des changements qui sont en train de se produire dans la société valdôtaine à cause du chômage qui atteint désormais des valeurs inquiétantes, surtout pour les jeunes, et compte tenu de ce que les autres Régions alpines avec lesquelles nous avons l'ambition de nous comparer sont en train de faire. Et bien, nous devons constater que le changement de paradigme ne s'est pas encore produit.
Ancora ci sentiamo dire dai rappresentanti della maggioranza che il nostro sistema in fondo, nonostante qualche pecca, tiene ancora, ma io mi chiedo a che punto dobbiamo arrivare per aprire gli occhi! Per renderci conto di quella che è la realtà, per ammettere, per citare uno dei padri della nostra autonomia: "que nous avons atteint le fond de notre bassesse", parce que si l'on se rend compte qu'on a atteint le fond, on commence à réagir, e noi non stiamo ancora reagendo perché invece continuiamo ad addossare, anche giustamente per certi versi, allo Stato le responsabilità per i vincoli del Patto di stabilità, per le manovre estremamente penalizzanti imposteci, da cui è scaturito un consistente ridimensionamento dei volumi di bilancio e, in particolare, proprio a noi Valle d'Aosta anche rispetto alle altre autonomie speciali. Continuiamo a trincerarci, mentre dovremmo riconoscere onestamente che ci sono stati dei passi falsi - lo dico con garbo - nella negoziazione Stato-Regione di cui portiamo le conseguenze, basti ricordare che, per quanto riguarda il 2013 in particolare, la gestione è stata condizionata dall'impossibilità di chiudere il Patto di stabilità prima del mese di marzo ed è un po' comodo fare come ha fatto l'Assessore Perron, che ha fatto risalire le criticità al Governo Monti, ognuno fissa l'anno zero un po' dove gli conviene. In realtà, è ben consapevole anche lui che i problemi sorgono prima...era in una posizione assolutamente privilegiata per rendersene conto e quindi bisogna reagire assieme, realmente, coinvolgendo tutti gruppi e non arroccandosi sulle proprie posizioni.
Per quanto riguarda il rendiconto, il dato che balza agli occhi è che il rapporto tra la spesa corrente e la spesa di investimento continua a registrare un divario che si allarga in modo preoccupante e costante, due soli numeri: dal 67,34 percento relativo alla copertura di spese correnti del 2010 siamo passati all'81,59 del 2013 e parallelamente le spese di investimento hanno avuto una variazione negativa che va dal 32,66 percento del 2010 al 18,41 del 2013, credo siano cifre che sono emblematiche e significative. Come invertire la tendenza ridando solidità e prospettive al sistema Valle d'Aosta, quali azioni intraprendere? La relazione della Corte dei Conti si conclude constatando come la Valle d'Aosta sia rimasta finora in parte protetta dagli effetti negativi della crisi grazie alle risorse proprie della Regione, al peso del settore pubblico nell'economia e alla ricchezza relativa delle famiglie, ma tutte queste risorse, lo sappiamo bene, sono giunte ormai a termine, il già citato rapporto Bankitalia ce lo conferma e occorre far fronte alla situazione con una strategia che viene citata anche nella parte conclusiva proprio dal rapporto della Corte dei Conti, che dice: "la Regione ha definito una propria strategia: Valle d'Aosta 2020". Mi dispiace che non ci sia il Presidente Rollandin, perché di questa strategia citata nero su bianco dalla Corte dei Conti io francamente non ho mai sentito parlare. Sarò l'unica in questo consesso, ma di questa strategia Valle d'Aosta 2020, che sono andata a cercarmi, io non ho mai sentito parlare...neanche dagli organi di informazione - ho fatto una ricerca su internet - è uscita una notizia che parla di questa strategia 2020...mi fa piacere che sia rientrato il Presidente Rollandin, non c'è problema...questa strategia 2020, presentata, a quanto mi consta, lo scorso anno molto in sordina, di cui però non si è più sentito parlare... e mi chiedo perché, perché i contenuti di quel documento sono estremamente interessanti e direi che è un documento lungimirante, un documento di prospettiva, largamente condivisibile...leggo alcuni passaggi rapidamente, questo documento dice: "l'ambizione deve essere quella di diventare al 2020 - quindi è una strategia a medio termine, non è la strategia 2050 della Provincia di Bolzano - un riferimento europeo in termini di sviluppo sostenibile in tutti i settori dell'economia regionale. Aosta la Valle sostenibile: un territorio unico al mondo, la Valle dove l'agricoltura è biologica e DOP, la Valle del lavoro verde, rinnovo dell'habitat tradizionale, nuove tecniche di produzione, di risparmio energetico, preparazione ai mestieri tecnici verdi; la Valle del turismo eco-responsabile, comprensori e alberghi virtuosi dal punto di vista del rispetto dell'ambiente, trasporti eco-sostenibili all'interno della Valle per raggiungere Torino; la Valle sicura rispetto ai rischi di origine antropica e naturale. Ogni azione finanziata con risorse pubbliche dovrà pertanto essere in grado di dimostrare il proprio valore aggiunto ambientale e l'azione di promozione e di comunicazione unitaria dei diversi settori economici sotto un unico marchio Valle d'Aosta dovrà fare della green economy in senso lato la caratteristica fondamentale di ogni offerta sul territorio della Regione". Ecco, ma il perché di questa strategia...nessuno sa niente, perché? È troppo ambientalista, è troppo verde?
(interruzione di alcuni Consiglieri, fuori microfono)
...e con questo quesito che pongo al Presidente Rollandin e alla Giunta concludo il mio intervento. Grazie.
Presidente - La parola al collega Borrello Stefano.
Borrello (SA) - Grazie Presidente.
Il mio intervento lo vorrei suddividere su due punti: per il primo punto ricollegarmi a quanto già detto dal collega Cognetta rispetto all'attività svolta dalla "mini" Commissione dei revisori per quanto riguarda l'analisi del rendiconto, insieme al collega Restano. La commissione, così come ha ben anticipato il collega Cognetta, si è riunita più volte per poter analizzare in maniera tecnica quelli che sono i punti definiti all'interno del rendiconto e abbiamo voluto - e citerò brevemente - fare delle analisi approfondite rispetto ad alcuni temi. Per quanto riguarda i residui attivi, abbiamo preso a campione cinque punti da poter analizzare, analogamente abbiamo effettuato lo stesso percorso per quanto riguarda i residui passivi e abbiamo voluto chiedere dei chiarimenti su dei settori che abbiamo ritenuto particolarmente importanti, di concerto, ripeto, con i colleghi Restano e Cognetta, in merito al contributo agli invalidi, in merito ai contributi ai giovani agricoltori e un'analisi più dettagliata rispetto ai contributi ai consorzi per la promozione turistica. Abbiamo voluto approfondire questi temi per verificare effettivamente quelli che sono i dati che all'interno del rendiconto sono stati prodotti e abbiamo avuto sicuramente una soddisfazione nell'analisi di questi dati che ci sono stati prodotti dai dirigenti della struttura del Bilancio. Parallelamente abbiamo fatto un'analisi rispetto a dei capitoli finanziati da trasferimenti dello Stato e dell'Unione europea, abbiamo voluto dettagliare questo tipo di ragionamento soprattutto per quegli avanzi di notevole importanza economica, in modo tale che potessero essere delucidati quelli che sono gli aspetti di non utilizzo di questi fondi legati alla presenza iscritta a bilancio e nel rendiconto. Detto questo, abbiamo siglato quella che era - tra virgolette - la "bontà" del lavoro prodotto, l'abbiamo portato all'attenzione nella documentazione del rendiconto per arrivare alla votazione finale di questo documento.
Dal punto di vista più di carattere politico, quest'anno più volte si è parlato della crisi economica che riguarda l'Unione europea, che riguarda lo Stato italiano e che ha delle ripercussioni anche a livello regionale. Più volte durante le varie tematiche sia dal punto di vista deliberativo, ma anche dal punto di vista programmatico ci sono state delle valutazioni sulla crisi economica e in maniera trasversale tutte le forze politiche presenti in questo Consiglio hanno riconosciuto quelle che sono le problematiche ovviamente di crisi economica a livello europeo e mondiale, ma dall'altra parte i rapporti con lo Stato, questo Governo centrale, che sempre più non ci mette nelle condizioni di avere una serenità nell'affrontare le tematiche economiche della nostra Regione.
Detto questo, non possiamo che valutare il lavoro del rendiconto come un lavoro serio, che è una fotografia di quella che è un'analisi politica rispetto alla crisi economica che è in atto e, di conseguenza, è una presa d'atto di quelle che sono le valutazioni tecnico-amministrative, che, di conseguenza, si ripercuotono nelle scelte politiche in sede di assestamento di bilancio. Io vi ringrazio per l'attenzione.
Presidente - Altri sempre in discussione generale? Non vedo richieste di intervento. La parola al Consigliere Raimondo Donzel.
Donzel (PD-SIN.VDA) - Grazie Presidente.
Questa sommessa rassegnazione che ha colto l'aula di fronte ad un provvedimento estremamente importante, che comunque dovrebbe avere un significato profondo di rilancio, di voglia di riscatto, di voglia di dare delle risposte precise e puntuali a quelle che sono le richieste dei cittadini, per quanto ci riguarda, non contaminerà noi del PD-Sinistra VdA, insomma, abbiamo un'altra visione del fare politica e anche di guardare ai numeri anche quando questi sono drammatici, lo sono in tante parti del mondo, lo sono in Italia e non per questo si viene qui a dire: "prendiamo atto - come dice Borello - di quello che ci dicono i tecnici". Se il nostro ruolo è quello di prendere atto, allora è un po' poca cosa l'attività che invece dovrebbe svolgere la politica di fronte ai numeri che ci vengono presentati, i numeri come sono stati presentati in modo ragionieristico...quasi un vero e proprio contabile della BCC, il collega La Torre, di solito funambolico, oggi in versione ragionieristica, il ritorno nei ranghi fa bene, diciamo, allo spirito numerico...insomma, si lascia perdere la visione utopica, il sogno di cambiare il mondo e ci si rassegna a raccontare un rendiconto leggendo i numeri delle leggi, gli articoli, i commi, insomma, una tristezza infinita, che magari avrà qualche ricompensa... Sicuramente la ricompensa l'ha avuta il responsabile Perron, che da responsabile che guardava al cambiamento oggi, invece, è diventato il campione dello status quo, arrivando persino a raccontarci - riprendendo magari passaggi che ovviamente la Corte dei Conti fa, ma per una visione di correttezza contabile, non visione politica...certamente la Corte dei Conti fa la Corte dei Conti, non fa il Governo e dal Governo ci aspettavamo qualcosa d'altro - che l'economia valdostana ha fatto bene e soprattutto la frase, Assessore, che il sistema ha retto. Allora, io provo a citare qualche cifra di questo sistema che...lei non so dov'era, si era appisolato magari nei dieci mesi passati...dov'era questo sistema che ha retto... Facendo un confronto non tra un mese e l'altro, perché la cosa perde un po' di significato, ma andiamo a vedere quest'Amministrazione, che da sei anni siede imperterrita nel suo ruolo, e consentitemi una citazione di Fedro, che dice: "molto spesso, col cambiare del Governo, per i poveri cambia solo il nome del padrone", ecco, da noi neanche quello! Da noi hanno cambiato qualche comparsa, ma i nomi pure sono rimasti quelli.
Nel 2010 l'aspetto più drammatico dei nostri numeri ci diceva che il rapporto fra le spese correnti nel bilancio dava già dei segnali di crescita verso l'alto, è molto importante cercare di seguire questo dato, perché dopo il 2010 arrivano i terribili tagli dei Governi Berlusconi, Monti e quant'altro, no? Ma prima del 2010 non c'erano quei terribili tagli e noi eravamo già arrivati al 69 percento di spesa corrente. Venivamo da un dibattito già nel 2008, nel 2009 e negli anni precedenti...per chi ha memoria della politica, per chi non cerca di vivere quest'eterno presente che avete cercato di rappresentarci soprattutto voi relatori di maggioranza...cioè Borrello non ha detto nulla, ma, La Torre e Perron, avete cercato di incarnare l'idea dell'eterno presente valdostano, cioè non si fanno raffronti col passato, eccetera, bisogna immaginarsi di vivere un eterno presente, quindi quello che hai è tantissimo, leggi un elenco, ti do un milione, c'è un milione per questo, c'è un milione per quell'altro, 3 milioni là, 4 milioni là, nell'eterno presente questa cosa può funzionare. Se invece faccio i raffronti, scopro che la spesa corrente era già andata crescendo e sforando, c'era già stato un dibattito in passato su questa questione. Che cosa è successo? Nel 2010 si è arrivati al 69 percento e nel 2013 la spesa corrente è arrivata all'84 percento, depurata poi da quelle che sono le compensazioni col livello nazionale, arriviamo all'81 percento di spesa corrente. Questo è un dato drammatico, che dovrebbe far saltare tutti sulle sedie e non così da contabili e raccontare questa cosa qui... Quando un sistema arriva a sfondare, ormai siamo all'81-84 percento di spesa corrente, vuol dire che questo sistema non ha futuro così com'è impostato, bisogna cambiare rotta.
Una proposta molto interessante viene dall'opposizione per recuperare energie aggiuntive attraverso la trasparenza, su quelle che sono le risorse delle partecipate, poi anche sull'indirizzo da dare a quelle risorse...è un problema di indirizzo da dare a quelle risorse, però sicuramente non si possono stare a guardare questi numeri con l'immobilismo che ci è dato. Se raffrontiamo le entrate, cosa che si è fatto finta di dire..."ma le entrate tengono sostanzialmente, qualche riduzione...", no, facciamo il confronto tra le entrate del 2010 e le entrate del 2013, beh, noi perdiamo 150 milioni di entrate sui tributi propri, però, attenzione, prima avevamo 9 decimi, adesso coi 10 decimi, cioè con 1 decimo in più, perdiamo comunque 150 milioni. Il dato quindi è ancora più grave, le entrate sono ancora più diminuite, quel segno sui tributi propri, passati da 1.390 milioni a 1.243 milioni sono il segnale di un sistema profondamente in crisi e che, al di là dei tagli del Governo, un altr'anno noi avremo meno entrate ancora, poi vedremo quali sono le nostre principali attività e quali sono i segni di quelle attività, quindi, al di là dei tagli del Governo, noi comunque abbiamo un sistema che non va, che ha bisogno di una sterzata, di una correzione, la sterzata e la correzione ancora non la vediamo in questo giro, perché dovremo aspettare qualche idea sulle leggi di settore. Oggi, per esempio, il collega Chatrian citava alcuni esempi molto opportuni, dagli esempi che arrivano da Bolzano, ma qui si dorme, nel senso che le nostre leggi sono bloccate, ferme immobili e chissà che succederà.
Andando poi invece a guardare...visto che le entrate girano male, andiamo a vedere sul fronte della spesa che cos'è accaduto. Grazie alla complicità con una parte di sindacato compiacente, delle associazioni che, insomma, vengono qui a dire che va tutto bene quando chiudono gli esercizi commerciali, chiudono gli alberghi, uno non riesce neanche più a vendere il proprio albergo, tanto gli va bene, no? Ma vengono qui a dire: "sì, tutto sommato, il Governo sta facendo il massimo", e continuiamo a farci del male anche tra di noi, con delle categorie organizzate in questo modo, noi abbiamo una situazione di questo tipo, se io confronto le spese del 2010 con le spese del rendiconto 2013, vedo che abbiamo fatto dei grossi sacrifici noi che facciamo attività politica, perché ci siamo ridotti i costi di tutto il sistema: Consiglio regionale, Assessori, eccetera, dal 2010 ad arrivare al 2013, di un po' più di un milione di euro, meno 2,4 percento; sacrifici ne hanno fatto i precari, i più deboli, se vado a vedere i costi del personale, passiamo dai 274 milioni a 249 milioni, lì siamo circa sul 10 percento.
Andiamo a vedere quelle voci che qui non si tocca il sociale. Beh, il sociale è stato letteralmente spazzolato, perché passiamo da 70 milioni a 29 milioni. C'è sì l'operazione che alcune spese, alcune voci sono state spostate sugli Enti locali, certo non è...sennò avremmo un taglio di oltre il 60 percento. Non è il taglio del 60 percento, ma se noi andiamo a vedere la finanza locale, ci sono dei tagli anche lì, quindi girala come vuoi, hai cancellato, mascherato il taglio spostando sugli Enti locali, spostando di qui di là, ma il sociale è stato tagliato pesantemente in Valle d'Aosta e a dimostrazione di queste cose cominciano ad arrivare le letterine, diciamo, dei cittadini valdostani, che cominciano a dire: "ma, state facendo delle delibere in cui qui ci viene a costare più caro mettere i nostri anziani al G.B. Festaz" e quant'altro. Allora, non raccontate che non avete toccato il sociale, avete tagliato pesantemente nel sociale, eccome se avete tagliato! Siccome poi qui in Valle d'Aosta c'è particolare attenzione al settore dell'agricoltura, beh, quello è stato letteralmente massacrato, maciullato, ridotto a zero, perché abbiamo lo smantellamento di tutto...è rimasto soltanto l'Assessorato, con gli uffici, però tutto il resto è sparito, perché passiamo da 70 milioni e passa del 2010 ai 29 milioni del rendiconto 2013, meno 70 percento. Altro che tagli lineari! Avete proprio scelto dove colpire. Altro che "la situazione è questa e dobbiamo barcamenarci"! Avete fatto scelte politiche, pensate, razionali, avete difeso dirigenti, primari, noi politici ci siamo autodifesi, tutti quelli che stavano bene...non abbiamo toccato nelle...chi stava bene sta meglio, è chi stava male che sta molto peggio e a dirlo non siamo più solo noi estremisti di sinistra, lo dice la Banca d'Italia: "qui aumenta la povertà", questa parola che non si vuole mai pronunciare in...non pronunciare la parola "povertà" che non vengono più i turisti...no, guarda, i turisti non vengono più, lo vedremo poi dopo in base ai dati.
Sullo sviluppo economico regionale, e qui vi guardo, altro che non c'è stato chissà che intervento! Dai 213 milioni a 106 milioni nel 2013, questi sono i numeri: più del 50 percento di taglio. Voi pensate che, mantenendo dipendenti pubblici, io lo dico anche davanti ai dipendenti pubblici che ci ascoltano...voi pensate che questo sistema possa andare avanti così, che nessuno produce, nessuno paga IRPEF, IRAP, eccetera, e da dove ci arrivano i soldi per mantenere su questo carrozzone? State guidando verso l'implosione questa Valle d'Aosta e venite qui così con un rendiconto..."sì, tutto sommato, le cifre ci stanno, le spese sono contenute, abbiamo ottenuto...", no, è un disastro, è un disastro! Le cose vanno molto male e bisogna prenderne coscienza, con chiarezza. È per quello l'emendamento forte proposto dal collega Chatrian, perché servono delle soluzioni forti; secondo me, non basterà neanche quel tipo di emendamento, perché una parte di quelle risorse già qualcuno le gestisce, la differenza sostanziale è di non gestirle più in maniera clientelare, ma di rendere trasparente e lineare l'utilizzo di quelle risorse e magari capire dove vanno a finire. Se noi andiamo a vedere la distribuzione in percentuale, perché, fra l'altro, non si possono fare paragoni di lungo periodo, perché con saggezza di tanto in tanto si fa un "riminestrone" di tutto e quindi diventa difficile leggere i dati confrontati sul lungo periodo, salvo che mettersi lì da esperti a fare i confronti, ma nel giro...dal 2010 al 2013 per adesso non avete fatto il rimpasto generale delle voci per rendere difficili i paragoni.
Andando a vedere la torta di ripartizione, è molto interessante vedere l'incidenza della distribuzione percentuale degli impegni per funzione obiettivo, perché la cosa interessante è che, sebbene abbiamo tagliato del 10 percento sui dipendenti, nella ripartizione percentuale per funzioni obiettivo la spesa del personale è cresciuta. È molto interessante vedere questi dati che voi pubblicate, mi fa strano che nell'analisi puntuale del contabile della BCC La Torre e dell'ex responsabile Assessore Perron questi dati non vengano riportati, perché questi sono segnali di allarme, oltre a crescere la spesa corrente, cresce l'incidenza della spesa per personale sull'insieme della spesa, cioè vuol dire una spesa sempre più difficile da gestire, senza delle misure forti, di contenimento.
Un altro ragionamento lo voglio fare sulle politiche sociali, qui dal 4,18 siamo passati al 2,08 percento, tanto per dire dimezzamento dell'incidenza, rapporto 2010-2013, e lo si vede questo confronto laddove, invece, sulla sanità la percentuale cresce, cioè l'incidenza della sanità nel complesso della spesa passa dal 17 al 19 percento, quindi l'incidenza della sanità sulla spesa pubblica valdostana è cresciuta percentualmente. Se invece vado a vedere lo sviluppo economico, qui abbiamo un tracollo, perché passiamo dal 12 percento del 2010 scendiamo al 7 percento di incidenza dello sviluppo economico sulle voci di spesa, quindi questo è il tragico destino che ci prospettano i numeri che voi ci avete presentato. Dal nostro punto di vista, quindi questo rendiconto puntuale, redatto correttamente, come rimarca anche la Corte dei Conti, per la parte non delle partecipate, ovviamente, ma per la parte pubblica, è per noi l'ennesimo campanello d'allarme. Noi non abbiamo iniziato oggi a dire che questo trend era un trend negativo, noi siamo partiti nel 2009, noi nel 2009 avevamo chiesto che parte delle risorse degli utili di CVA fosse investita in sviluppo regionale sostenibile, perché poi dentro le voci - tra virgolette - "per investimento" si mascherano anche delle voci che con investimento durevole ed eco-compatibile nulla hanno a che fare. Alle volte quindi sono pure dannose, quindi anche lì bisognerebbe poi andare con la lente di ingrandimento, ma qui oggi è la giornata delle macro cifre, dei macro numeri, no? Perché è chiaro che se ci sono dei lavori da fare, come l'indispensabile lavoro di messa in sicurezza a Courmayeur per la frana di La Saxe, quei tipi di intervento che mettono in sicurezza il territorio, ecco, non è che generano chissà che sviluppo duraturo. Garantiscono il turismo, trasporto, tutto quello che volete, ma non è quello che noi intendiamo per sviluppo durevole di lungo periodo, tanto per capirci.
Vorrei invece accendere un campanello d'allarme sulla questione che una delle voci più interessanti che era sempre stata citata...ma qui in Valle d'Aosta, quando noi andavamo davanti ai cancelli delle fabbriche in Bassa Valle, ci dicevano: "ma qui in Valle d'Aosta il futuro della Valle d'Aosta è mica l'industria, noi puntiamo sul turismo". Sul turismo allora avete ragione a puntare, perché il turismo mondiale è cresciuto ancora, più di un miliardo di persone si spostano, si muovono nel mondo: è cresciuto il turismo europeo, è cresciuto il turismo nell'Europa dell'est, è cresciuto il turismo nell'Europa mediterranea, cresce il turismo in alcune regioni italiane, ma non cresce in Valle d'Aosta. Dati drammatici quelli della Banca d'Italia, che ci dicono che il saldo complessivo delle presenze è negativo, che diminuiscono...hanno retto gli arrivi, non le presenze degli stranieri, ma è in calo la situazione. Allora, quando noi vi dicevamo: "ma hanno un senso quei soldi del Capodanno", "ma hanno un senso la Juventus e...", che fanno contento quello lì che vende i panini a Châtillon, che continua a dire: "riportatemi la Juventus a colpi di un milione di euro, per vendere, per battere il record dei panini venduti, dove magari dentro non c'è il lardo di Arnad, ma c'è il prosciutto di Parma, no? Hanno un senso queste cose qui? Beh, i numeri ci dicono di no, che avete sbagliato. Se quindi poi negli emendamenti ci permetteremo di farvi notare che un appuntamento immancabile come l'EXPO, a cui dobbiamo essere sicuramente presenti, può fare a meno di 100 mila euro, ecco, non prendetevela, perché fino adesso non ne avete azzeccata una, quindi non è che dovete...come dire? inalberarvi e dire: "eh no, quella è la grande chance che ci dobbiamo giocare", di chance ne avete giocate parecchie e i risultati vi parlano contro.
La situazione di questo rendiconto quindi non è una situazione di stabilità del sistema, come evocato non so come mai dall'ex responsabile Assessore Perron, è una situazione invece drammatica dei numeri della Valle d'Aosta, qualcuno ha pensato bene di sistemare sé stesso, ma non ha sistemato i valdostani. Per sistemare i valdostani, non bisogna fare l'inno dello status quo, bisogna avere il coraggio di dire che bisogna cambiare questa realtà, purtroppo le scelte che sono messe in campo non hanno nessuna radicalità per poter incidere sulla situazione disoccupazionale della Valle d'Aosta, noi siamo appesi a quelle cose di cui parliamo spesso male, sbagliando, cioè siamo appesi alla ripresa europea, siamo appesi alla ripresa dell'Italia, speriamo nelle riforme del Governo nazionale, perché noi qui non siamo in grado di riformarci. Ben venga quindi una riforma nazionale della pubblica amministrazione, perché qui non se ne vede traccia, ben venga il coraggio che usano a livello nazionale su alcune scelte, perché qui di coraggio non ce n'è! Salvo la difesa dello status quo, il prendere atto che i tagli sono stati fortissimi...
(interruzione dell'Assessore Perron, fuori microfono)
...sì, Assessore Perron, sulle Regioni autonome, perché il principio che personalmente non ho condiviso, e che lo Stato nazionale aveva attuato barbaramente, con vostro accordo, firmato col Governo Berlusconi, era che si prendeva ai ricchi per dare ai poveri, questo era il concetto, no? Questo era il concetto, però in cambio qualcuno fece dei patti per portare la destra al Comune di Aosta, promettendo - c'erano i titoli dei giornali - 800 milioni di euro al Comune di Aosta, lo stesso che adesso sfora il Patto di stabilità. Ben venga che il Presidente Rollandin riesca a dire, forse per rispetto nei confronti degli altri Comuni, che qui qualche sanzione bisogna pur darla a questo Sindaco che ha sbarellato completamente, che non ha capito che la battaglia che bisogna fare col Patto di stabilità la si fa rispettando il Patto, contro queste norme andando anche a manifestare duramente, se serve, a livello nazionale, ma non violando le norme, altrimenti cosa andiamo a dire: "facciamo gli evasori fiscali perché ci sono troppe tasse?, violiamo le norme perché non ci stanno bene?". Spero quindi che ci sia anche dal punto di vista politico una registrazione rispetto a come sono state condotte alcune scelte. Sono stati fatti degli accordi, sono stati firmati degli accordi per liberare delle risorse nazionali in cambio di altre. Faccio degli esempi concreti: quello Stato cattivo ci dà 27 milioni di euro, c'è in questo rendiconto, no? Noi non li usiamo per fare sviluppo: noi li usiamo per comprare treni bimodali...per 27 milioni di euro che lo Stato dà, lo Stato cattivo, quello che ci ha tolto 190 milioni di euro...poi siamo andati giù, non è che siamo andati giù a chiedergli soldi per provare a rimettere in campo l'economia, siamo andati giù a chiedergli i soldi per comprare treni bimodali! Ripeto: lo stesso tipo di investimento fatto con lavori di ristrutturazione della linea genererebbe lavoro per le imprese, invece qui ci guadagnerà un'impresa che non è...non so se sarà un'impresa italiana, non è valdostana sicuramente quella che fa i treni bimodali, non è un'impresa italiana, inutile che diciamo: "voi valdostani, qua noi gli interessi...le nostre imprese...dobbiamo difendere i nostri commercianti - e facciamo costruire centri commerciali -, dobbiamo difendere i commercianti del centro della città, facciamo un'iniziativa qui nel comune di Aosta", con i Consiglieri comunali di maggioranza del Comune di Aosta che vanno via a sventolare che sono i campioni della difesa del commercio e quant'altro e non battono ciglio quando si costruiscono nuovi centri commerciali, quando i piani regolatori dei Comuni vengono modificati per violentare la nostra terra, togliere le terre agricole coltivabili, per farne degli immensi magazzini vuoti e qualcuno magari anche per il riciclaggio di denaro che viene da fuori.
Questa, quindi, è la realtà di questo rendiconto, forse è il caso che apriamo gli occhi e diciamo che questa situazione è insostenibile e che bisogna puntare, come hanno detto anche i colleghi prima di me, su un rilancio vero dell'economia valdostana, che non passa attraverso le grandi opere, quelle faraoniche grandi opere che vi ostinate a voler fare, che non c'è verso di farvi fermare, perché quella è la vostra ossessione: la grande opera, costruire il mausoleo che rimarrà nella storia. Vi metteranno la placchetta lì, col vostro nome, com'è successo a Cheope, che è rimasto nella storia, poco importa, si è persa la storia di tutti quelli lì che hanno tirato su le pietre...come si chiamavano gli schiavi che avevano tirato su le pietre per costruire la piramide di Cheope? Nessuno lo sa, ma sono esistite quelle persone? Non sono esistite... Questa è la vostra visione della Valle d'Aosta: grande opera, il vostro mausoleo, la placca col vostro nome sopra, e i poveri della Valle d'Aosta...no? Dei poveri della Valle d'Aosta ce ne parla il campione dell'uomo qualunque, un giornalista valdostano che si picca di raccontarci che mentre i politici discutono e litigano...forse questo giornalista non si è accorto che c'è qualcuno che litiga con qualche obiettivo, non è che litiga tanto perché si diverte...qualcuno litiga per andare a sedersi sugli scranni della maggioranza, per beccarsi la poltrona, ma c'è qualcun altro che litiga magari perché ci sono anche degli interessi generali da difendere. Ci dice: "mentre voi state lì, mentre i politici valdostani da settimane discutono e litigano, sempre più famiglie nella nostra regione patiscono la povertà" e descrive i valdostani sdraiati sulle panchine delle ferrovie. Allora, oltre a farvi fare questi articoli dai vostri amici giornalisti, ecco, provate a dare delle risposte concrete, c'è la povertà in Valle d'Aosta? La povertà non va vista semplicemente come l'aiutino, l'elemosina al povero, la povertà è un problema che genera problemi e, visto che a voi interessa il denaro, genera costi sociali, le persone povere si ammalano di più, per cui un povero costituisce un costo per la società subito nell'immediato aiuto, che è poca cosa, ma è molto più grave il costo che ne deriva, dietro la povertà si nasconde l'alcolismo, si nascondono le violenze di genere, si nascondono tanti fenomeni che creano un costo sociale. Quando noi facciamo la battaglia della povertà, noi del PD-Sinistra VdA, per cortesia, non siamo delle crocerossine, non vogliamo fare l'elemosina, vogliamo una società che sia bella per i turisti che vengono a visitare la nostra città, ma che sia più vivibile per tutti, perché è anche economicamente più facile da gestire, perché c'è meno abbandono scolastico, andate a vedere le fasce sociali dell'abbandono scolastico, invece solo di dire: "bravi professori", "cattivi professori", questi dibattiti sterili, tanto non c'è in campo nessuna riforma dell'istruzione in Valle d'Aosta, quindi è un dibattito puramente da intellettuali. Andate però a vedere chi sono queste persone, andate a vedere che razza di situazione si sta creando in Valle d'Aosta. Quando parliamo di questi numeri astratti, ragionieristici e quant'altro, dietro questi numeri ci sono delle persone: commercianti che chiudono, imprenditori che chiudono, disoccupazione, povertà...povertà anche in Valle d'Aosta e le proposte che fate voi, a mio avviso, sono assolutamente insufficienti, inadeguate a gestire questa realtà.
Presidente - Altri colleghi intendono prendere la parola sempre in discussione generale? La parola al collega Laurent Viérin.
Viérin L. (UVP) - Merci Monsieur le Président, nous avons écouté avec attention ce matin les rapports du collègue de l'Union Valdôtaine, Leonardo La Torre, Président de la Commission compétente et du nouvel Assesseur au budget et aux finances, Ego Perron. Nous avons pris acte de toute une série de réflexions, une partie sur...le Président La Torre, qui ont touché surtout la situation économique et financière de la Vallée d'Aoste, moins sur celle qui a été la modulation de l'acte, qui prévoit des changements ou quand même des investissements nouveaux, dans un ajustement le long de l'année et surtout les considérations politiques sur un acte, qui est le premier acte important de ce Gouvernement qui reprend après la crise.
Nous avons aussi pris acte de l'appréciation, de la disponibilité qui est arrivée de tout le Conseil, des collègues surtout des forces de l'opposition à débattre dans des temps rapides surtout ce qui est des exigences de la communauté, cet acte qui va débloquer...avec des nuances et des différences politiques de vision sur les dossiers...mais qui quand même porte dans cette salle la discussion sur des dossiers qui vont dans la direction de remettre des finances, remettre des disponibilités à l'intérieur du budget de l'Administration régionale. Il faut prendre acte aussi qui a été un parcours rapide pour la politique et probablement la politique n'a pas eu toujours la sensibilité de conjuguer ces exigences avec celles des organisations syndicales, qui nous ont un peu tiré les oreilles en partie sur une confrontation qu'ils auraient souhaitée. Au-delà de cela, c'est un acte qui conclut une discussion qu'on avait entamée lors du budget de prévision 2014 et sur les trois ans, qui va dessiner...qui dessine l'avenir de la Vallée d'Aoste pour ces années.
Beh, chiaramente la discussione congiunta ci dà la possibilità di analizzare i diversi documenti con i contenuti che questi portano con loro: il rendiconto che il collega La Torre ha esposto facendo una fotografia e cercando di enunciare i dati che vanno così a disegnare quella che è stata la situazione economico-finanziaria della Regione...e qual è la diagnosi di una disponibilità sempre maggiormente ridotta che la nostra Valle d'Aosta ha...in parte dell'assestamento...che invece nelle parole dell'Assessore Perron, con motivazioni che vanno a rimodulare in corso d'anno, in corso di bilancio le disponibilità per rilanciare o per modificare quelle che sono le linee indicate in bilancio...e la relazione della Corte dei Conti, che altri hanno citato e che, come qualcuno ha sottolineato, è un organo terzo che analizza e fotografa...citando poi anche la relazione della Banca d'Italia, come ha fatto bene il collega Rosset. Questa fotografia...questa discussione oggi ci permette di approdare in quest'aula con delle considerazioni in un momento di cambiamento e anche all'interno del bilancio regionale, anche all'interno del rendiconto e dell'assestamento questo cambiamento è il principio cardine che dovrà animare il futuro di questa nostra Regione. Un documento importante è un'occasione per capire dove vanno gli investimenti dell'Amministrazione, perché - lo avevamo già sottolineato in fase di discussione del bilancio - un'amministrazione e le scelte di un'amministrazione si misurano quando si predispone un bilancio di previsione, ma anche quando si parla di assestamento; anche quando si parla di un assestamento con risorse ridotte, ci sono delle scelte amministrative e delle scelte politiche che vanno a darci la possibilità di vedere dove la nostra Regione, seppur con correttivi, sta andando. È un'occasione importante per vedere e per misurare anche il modello Valle d'Aosta, il rapporto tra l'Amministrazione regionale e gli Enti locali, che modello Valle d'Aosta vogliamo disegnare, continuiamo a disegnare, o vogliamo rivedere. È chiaro che dalla relazione del collega La Torre e dai numeri che ci sono stati così illustrati sarebbe interessante avere un raffronto con gli anni scorsi, ci rendiamo conto che il sistema delle autonomie locali è stato fortemente rivisto e penalizzato anche all'interno di una rimodulazione di allocazione delle finanze regionali.
Qualcuno l'ha già detto: la crisi è arrivata dal 2010 e all'inizio forse ci ha colti impreparati, ma il perdurare dell'essere impreparati ha fatto sì che ci siamo ritrovati in un modello Valle d'Aosta non rivisto con risorse ridotte e senza la possibilità adeguata di rivedere questo modello Valle d'Aosta senza andare a toccare quelle che sono le esigenze reali della comunità, perché? Qualcuno l'ha anticipato, perché certe scelte...ormai alcune erano già state assunte, alcune le abbiamo continuate - e, quando dico: "abbiamo", dico l'Amministrazione in generale -, ci siamo ostinati a proseguirle, ma il sistema dei grandi investimenti, che hanno poi penalizzato i piccoli investimenti dell'indotto locale...sono state quelle che se all'inizio erano state programmate...quelle che si potevano ancora rivedere, che non sono state riviste, sono quelle che hanno mandato in crisi, in corto circuito il modello Valle d'Aosta.
Il collega Perron ci parla di una Valle d'Aosta che ha tenuto, io non so se questa sia la realtà e non so che concezione ci sia di una Valle d'Aosta che ha tenuto. Noi crediamo che ci sia una Valle d'Aosta che è in forte difficoltà e che forse era meno preparata rispetto all'esterno: per il modello Valle d'Aosta che è stato impostato nei decenni, era meno preparata rispetto all'esterno sull'arrivo della crisi, ma, dopo l'arrivo della crisi, ciò che noi contestiamo non essere stato nelle "corde" delle scelte del passato recente è il non rivedere questi grandi investimenti, cercando di salvaguardare ciò che invece erano e sono i settori cruciali per la Valle d'Aosta, dagli Enti locali in primis, ma non solo: settore agricolo, settore cultura, settore istruzione, ecco, la formazione, il lavoro, settori che significano, tra l'altro, rilancio e crescita economica. Cos'è la crescita? Beh, quando si dice: "la comunità è disorientata", la comunità spesso è disorientata, al di là della crisi, perché non capisce dove l'Amministrazione sta investendo o, meglio, arrivano spot e certe misure, ma non c'è un disegno organico. Ora, anche il privato che deve fare investimenti ha delle difficoltà a capire in che settori investire, in che settore fare studiare i propri figli, perché al di là dei problemi che sono stati enunciati questa mattina e che sono sicuramente da analizzare...la questione della dispersione scolastica, se ne parla da anni, non è un tema che viene scoperto oggi, ma è uno dei problemi della mancanza forse di dialogo tra il mondo della scuola e il mondo del lavoro e della mancanza di integrazione fra due settori, che sono quelli dell'istruzione e quello della formazione professionale, che sono sotto due settori diversi, addirittura qui in Valle abbiamo certi pezzi della formazione: penso ai bienni di formazione professionale, che sono fuori dall'Amministrazione, che non sono neanche conteggiati in quelle statistiche che sono state citate.
Ora, oggi la comunità, senza andare così a generalizzare, ha bisogno di sapere dove l'Amministrazione sta andando, seppure con risorse ridotte, e questa è una difficoltà che è riscontrata proprio perché se fino ad un determinato giorno esiste un modello Valle d'Aosta che sostiene...dimentichiamoci per una volta la parola "contributi", Assessore Perron, perché il sostegno ad un settore è molto più valido rispetto al concetto di contributo, perché è una vecchia accezione che forse è vista anche in modo negativo al di là dell'esterno della Valle, anche qui in Valle, per dire che c'è un assistenzialismo. No, il sostegno ai settori è il modo che la Valle d'Aosta, che il sistema Valle d'Aosta, che l'Amministrazione regionale ha per far capire che per i prossimi dieci anni - qualcuno parlava della Valle d'Aosta 2020 -, vent'anni in quel settore l'Amministrazione investirà, cioè l'Amministrazione crede in quei settori, che siano poi il turismo, l'agricoltura, la cultura, che sono i settori cardini, cruciali della nostra regione e, di conseguenza, i privati investiranno in quei settori, i privati faranno crescere i loro figli e faranno studiare i loro figli in quei settori. Ci sarà allora collimanza fra l'Amministrazione e gli indirizzi, gli investimenti privati e l'istruzione e la formazione dei nostri giovani.
Oggi, è vero, ci consegnate con questo rendiconto una fotografia che parte dalla crisi, ecco, la crisi è sicuramente un elemento, l'abbiamo analizzato in sede di bilancio, però poi la crisi non deve continuare ad essere sempre un alibi e soprattutto chiediamoci cosa stiamo facendo nei confronti dello Stato per difendere quest'autonomia che, bon gré, mal gré, ci rendiamo conto essere un'autonomia prettamente finanziaria, allora ridiamo un po' di contenuti a quest'autonomia, qualche principio, non dimentichiamoci di ciò che è un sistema Valle d'Aosta, che non è solo una regione...minoranza linguistica, non è solo una regione di montagna, non è solo una regione dove la sanità costa di più, dove la scuola è più...è un sistema plurilingue, anche quello nelle statistiche tante volte si dimentica, perché, quando si parla di media dei nostri ragazzi, qui ci sono undici materie. È chiaro che conseguire le eccellenze, perché è facile parlare di eccellenze, quando si ha un sistema scolastico particolare, è un parametro diverso rispetto ad altre realtà. Quando si fanno statistiche, bisognerebbe anche ricordarsi che la dispersione non va conglobata...o, meglio, non si fa collimare nella dispersione il ritardo a diplomarsi con il non diplomarsi. Nell'ultimo rapport, Assessore Rini, purtroppo, non so se glielo hanno fatto dire o se...insomma, lei ne era a conoscenza...certi parametri sono stati analizzati in modo leggermente fuorviante, perché con i vecchi crismi, diciamo, dell'ideologia o, meglio, dell'idea che solo i licei creano eccellenza e che invece gli istituti tecnico-professionali non fanno eccellenza, quando un ragazzo esce da scuola, deve andare per forza a fare il liceo. Questo è un retaggio che non deriva da responsabilità regionali nei decenni, ma è una responsabilità che deriva dal vecchio progetto 1992 e da quest'idea che a livello nazionale si è impostata. È chiaro che tanta di questa dispersione scolastica deriva in termini di ritardo dal fatto che tanti vanno a fare prima il liceo e dopo il primo anno cambiano e vanno negli istituti tecnico-professionali, noi abbiamo competenza per una materia che è quella professionale, non per quella... È chiaro allora che in un mondo che sta cambiando il fatto di vedere un'Amministrazione che non ha la capacità o, meglio, che non ha la possibilità di difendere un'autonomia se non in termini finanziari... È un'Amministrazione che in termini di futuro si deve interrogare su che cos'è il futuro dell'autonomia valdostana e, come dicevo, su come la stiamo difendendo, perché qualcuno l'ha ricordato: in sede di approvazione della finanziaria dello Stato, altri Deputati e Senatori che militano negli stessi gruppi con i nostri hanno ottenuto benefici e vantaggi di fiscalità, e non solo, per le loro Regioni e noi eravamo qui in quest'aula e non sapevamo neanche che loro non avevano presentato un emendamento, anzi vendevano come vittoria un emendamento che favoriva il Südtirol, Trentino, e non la Valle d'Aosta.
Il raccordo di cui altri parlavano...ma quale raccordo? Ha fatto bene questa mattina il collega Donzel a sollecitare sulla questione delle riforme, ma in generale a livello di raccordo fra l'Amministrazione regionale, e io parlo della I Commissione, avremo modo di parlarne anche in sede di sostituzione dei membri...raccordo fra la I Commissione, questo Consiglio Valle e i nostri Parlamentari...ma siamo all'anno zero, abbiamo fatto un incontro e un altro incontro, perché è stato sollecitato da un atto presentato qui in Consiglio, ma come pensiamo di difenderla quest'autonomia? Quando in quest'aula in termini di condivisione abbiamo cercato di creare una task force che andasse a Roma unita e coesa per difendere l'autonomia della Valle non solo in termini finanziari, beh, voi non l'avete accettata. Ora, sui numeri che oggi voi ci portate in quest'aula...noi, sì, lo prendiamo con beneficio di inventario il fatto di dire che la Valle d'Aosta ha tenuto, ma non sappiamo se tenere oggi basta per un rilancio, per una crescita futura di questa nostra comunità. Non è quindi una fotografia che è così positiva come forse qualcuno ci vuole fare credere, ma le scelte che si faranno per il futuro sono e saranno scelte determinanti e, al di là di essere scelte oculate, dovranno essere scelte condivise, proprio per cercare di mettere in atto le strategie migliori per rilanciare questa nostra Regione. La partita si giocherà sicuramente nei confronti di Roma, ma si giocherà anche nei confronti di Bruxelles, dei fondi europei se ne parla in questi giorni, si legge...anche in sede di discussione dell'assestamento, abbiamo avuto modo di "misurare" alcuni ragionamenti, ma questi sono i fondi che potranno rappresentare sviluppo per la nostra Valle.
Ora, per quanto riguarda il rendiconto, queste sono le nostre considerazioni, ci possono servire come in ogni correttivo poi eventualmente da mettere in campo come diagnosi. Collega Assessore Perron, invece sull'assestamento - sappiamo che forse lei l'ha ereditato, e l'ha sottolineato - al di là del ringraziare chi l'ha costruito, noi ci saremmo aspettati qualcosa di leggermente diverso, perché se dalla diagnosi e se dal bilancio, anche attraverso i nostri emendamenti, vi eravate resi conto che ci sono delle cose che non vanno... Ci sono dei settori che soffrono, questi settori che abbiamo citato soffrono, noi ci saremmo aspettati che proprio quei settori che soffrono potessero essere oggetto di finanziamento anche in sede di assestamento, perché è un assestamento che, in termini di risorse, è un assestamento che, visti i tempi, va... Assessore Rini, noi quindi avevamo denunciato i tagli alla cultura, i tagli all'istruzione, che sono settori...e il discorso delle borse di studio, uno su tutti, è un dossier che sarà da riprendere, ma noi ci saremmo aspettati che il settore fosse almeno parzialmente portato da zero a zero virgola qualcosa, ecco, invece nelle scelte che sono state fatte, e sono scelte politiche...anche nell'assestamento l'istruzione e la cultura sono state di nuovo dimenticate, e questo è un dato politico, queste sono scelte politiche. Come ci saremmo aspettati, collega Testolin, che anche sull'agricoltura, visto che in quest'aula se n'è parlato tanto in questi mesi e lei ha sempre cercato non dico di scaricare sul passato, però giustamente di dire: "ma effettivamente sono scelte del passato, di chi c'era prima"...adesso non in termini di responsabilità, però in termini di bilancio lei ha sempre detto che il bilancio era questo e che certe cose non si potevano fare, ecco, nel bilancio...qualche mese di permanenza non era sufficiente a poter magari influire su quel settore, nell'assestamento magari...adesso speriamo in altri fondi, si parla dei fondi europei, però le dichiarazioni di questi giorni non ci rassicurano.
Sugli Enti locali poi noi diciamo: se va bene agli Enti locali, alla fine...e giustamente se poi il parere del CPEL, del CELVA è un parere positivo, si vede che hanno deciso anche loro di rinunciare a certe prerogative ed è giusto che nel principio di federalismo di sussidiarietà ci sia una proposta dell'Amministrazione e poi che gli Enti locali si esprimano. Abbiamo però assistito ad un interessante show del Presidente del CPEL in commissione, che è stato interessante e che quindi ci fa percepire che ci saranno ancora delle sorprese in quell'ambito.
Dalle relazioni, al di là del collega La Torre, del Capogruppo della Stella Alpina Borrello, invece avremmo gradito, al di là dell'intervento in aula, che i buoni propositi sulle società partecipate...anche sui costi della politica, aspettiamo ancora che il Presidente del Consiglio ci dica che intenzioni hanno sui costi della politica, sugli emolumenti, in primis i suoi emolumenti, che intenzioni ha, perché, malgrado le sollecitazioni in quest'aula, nel suo rapport di insediamento non lo abbiamo percepito e neanche nelle prime riunioni ci pare di aver capito che, al di là di una questione molto marginale sull'APF, si sia parlato di cose concrete e di condivisione su certi temi e soprattutto di costi della politica. Al di là di questo, ci saremmo aspettati che anche sulle società partecipate, sul Casinò, ecco, qualche strategia, al di là dei conti e dei numeri, che però...ecco, è il momento, quando si parla di rendiconto, di assestamento e di prospettive, per vedere...ma avremo modo di tornarci.
Noi allora crediamo, al di là delle nostre considerazioni, che per il futuro ci sia un'esigenza - l'ha anticipato il collega Chatrian e ne hanno parlato anche altri -: che questa gestione del modello Valle d'Aosta non sia più una gestione che a colpi di maggioranza vada a disegnare attraverso i conti, attraverso il compilare quello che è un documento finanziario, che può sembrare asettico, all'interno del quale invece si cela il futuro della nostra comunità...che questa condivisione avvenga per davvero, ecco, sul futuro della nostra autonomia, sul futuro delle riforme della nostra comunità e anche sulle scelte strategiche, ne abbiamo parlato tante volte qui, ma poi non è sempre avvenuto, per non dire quasi mai...che ci sia effettivamente un tavolo che coinvolga tutti, perché questo è stato percepito da parte nostra nel discorso di insediamento di questo Governo. Noi quindi ci auspichiamo che ci sia un futuro diverso che cercheremo di disegnare tutti assieme, perché ridisegnare un modello, o rivederlo non è una questione che si può semplificare ad un atto puramente contabile, ma il bilancio che da oggi, con l'assestamento, che va a chiudere una certa parte, che si somma al Patto di stabilità di cui ancora non si conoscono i dettagli...sarà sicuramente il presupposto per iniziare a parlare di futuro, anche contabile, di questa Regione.
È chiaro che l'autonomia, collega Perron, e lei lo ha sottolineato...soprattutto in questo caso la nostra autonomia è stata probabilmente penalizzata, perché altri lo hanno sottolineato... Altre realtà limitrofe, lei ha parlato di Regioni, di realtà vicine alle nostre, probabilmente sì, come Regioni a statuto ordinario, ma tra le Regioni a statuto speciale, sempre guardando verso est, noi ci rendiamo conto che, appunto, forse la nostra autonomia in particolare non è stata difesa in modo adeguato, forse è stata considerata di serie B, non lo sappiamo, ma la famosa sinergia coi peuples frères, che storicamente ha sempre visto battaglie comuni, in questo caso non è avvenuta e ci chiediamo, anzi vi chiediamo il perché, perché probabilmente avete più rapporti con chi oggi siede a Roma e rappresenta la Valle d'Aosta. Noi faremo le nostre battaglie in I Commissione per coinvolgere maggiormente il nostro Senatore e il nostro Deputato, come loro hanno sempre, diciamo, dato come disponibilità, senza poi essere conseguenti, ma tema riforme, tema autonomia...riforme nei confronti dello Stato, ma anche riforme in Valle d'Aosta e rivedere non solo il modello Valle d'Aosta a livello di contenuti e scelte amministrative, ma anche a livello di contenuti che possono avvenire, ecco, noi ci auspichiamo che possa essere un momento di revisione e di condivisione.
In conclusione, credo che nelle prossime sedute del Consiglio Valle noi torneremo sui temi. È chiaro che quest'assestamento ci dà la possibilità di fare ragionamenti politici ed amministrativi in termini generali, ma, al di là di qualche incursione su certi settori, noi dovremo tornare, settore per settore, e anche, al di là dell'Amministrazione, sulle società partecipate e su altri settori in modo più puntuale. È lì che misureremo la vostra capacità, la vostra volontà annunciata, che noi ci auguriamo potrà essere anche nei fatti di cambiare passo, altrimenti questa tenuta della Valle d'Aosta, che lei, Assessore Perron, oggi ci disegna, non sarà sufficiente per creare quel rilancio di cui la nostra Regione ha bisogno e che nelle difficoltà delle persone quotidiane noi rileviamo, e che credo rileviate anche voi...e che solo attraverso un sostegno adeguato a certi settori, creando crescita e sviluppo, rifiutando quello che è e che sono i grandi investimenti, fini a loro stessi, e che non vanno, tra l'altro, a creare ricadute interne per il PIL della nostra Regione...potranno rappresentare, assieme ai fondi europei, assieme ai finanziamenti che potranno arrivare, il futuro della nostra Valle.
È chiaro che oggi ci viene in mente uno slogan e certe considerazioni degli anni '70... On en a parlé souvent dans cette salle, nous avons vécu à partir des années '80, à partir du 1981 avec la répartition fiscale et la possibilité d'avoir pour notre Région des ressources importantes, des ressources qui ont fait vivre notre Vallée d'Aoste et qui ont fait vivre nos vallées, qui ont vu des investissements sur tout le territoire valdôtain, qui ont déplacé l'Administration...qui ont déplacé la vie de la ville d'Aoste dans toutes les vallées de la Vallée d'Aoste et qui ont représenté pendant trente ans des choix politiques d'un certain type, quand quelqu'un à l'époque disait qu'il y avait et qu'on était en train de construire une autonomie qui était simplement financière, aujourd'hui, malheureusement, on se rend compte que, sans ces ressources, nous avons une autonomie qui est une autonomie plus faible et que certains choix qu'on doit revoir sont nécessaires, mais qu'il faut revoir aussi notre conception d'autonomie afin que les contenus de peuple, de langue, de culture d'un peuple de montagne différent par rapport au reste de l'Italie soient réaffirmés à niveau national et à niveau européen, car autrement nous serions réduits vraiment comme une province de Turin, nous serions réduits d'une façon à être homologués à d'autres réalités, qui ont des nombres qui sont improposables et qui n'ont rien à voir avec ce qui est un système Vallée d'Aoste qui a des difficultés différentes par rapport au reste...et de retourner un peu à ces luttes et à ces batailles pour faire comprendre hors de la Vallée d'Aoste que l'autonomie est une ressource et que la possibilité d'autogouvernement, d'autodétermination est utile aussi au reste du Pays.
On s'appelle vraiment à nos institutions, au Président de la Région, au Président du Conseil, afin que, même au niveau national, même si on est en train de vivre un moment de réforme - qui est même, d'un point de vue de la rapidité, difficile à gérer pour les petites réalités comme la nôtre -, il y ait vraiment la possibilité de mettre sur le terrain toutes nos sensibilités et nos possibilités afin que cette autonomie ne soit pas effacée avec une réforme, une simple réforme qui est en train de se finaliser, ce matin on en a parlé, afin qu'il y ait le maximum d'attention à celles qui sont les prérogatives d'une communauté, d'un point de vue culturel et linguistique, différentes, qui a toute sa dignité et qui doit être défendue aujourd'hui plus que jamais. Merci.
Presidente - La parola al collega La Torre.
La Torre (UV) - Grazie Presidente.
Sollecitato, intervengo volentieri, anche perché questo mi permette di fare sia una breve considerazione come Presidente della commissione e anche di svolgere qualche piccolo ragionamento solo come Consigliere. Innanzitutto, come Presidente della commissione, trovo doveroso - forse non l'ho detto prima...è stato ricordato - ringraziare tutto il Consiglio, quindi anche la minoranza per la sensibilità che ha avuto di portare il rendiconto e l'assestamento in tempi brevi per una discussione velocissima all'interno della commissione, proprio perché credo che questa sensibilità abbia fatto comprendere a tutti come era importante sbloccare un po' quelle che erano le disponibilità della Regione.
Qualcuno ha detto che il rendiconto, così come l'ho presentato, è stato in qualche modo una fotografia. Io credo che il rendiconto e l'assestamento debbano avere sempre un inquadramento tecnico e politico e penso che noi oggi, in qualche modo, abbiamo dimostrato, cercando neanche di sovrapporre, diciamo, i ruoli, di dare all'aula quest'opportunità di avere un inquadramento molto tecnico, quindi una fotografia che permettesse di fare delle valutazioni obiettive e anche un inquadramento politico, che credo che abbia benissimo svolto l'Assessore, dando dimostrazione, seppur in poco tempo, di aver padroneggiato bene la questione del rendiconto e dell'assestamento. Crediamo di aver fatto in questo un servizio all'aula e devo dare atto che credo sia servito, perché il dibattito si è svolto anche su un binario oserei dire di riflessione e di serietà. Certamente sono emerse posizioni diverse, mi rivolgo in particolare al Consigliere Donzel, credo che lui invocasse la radicalità; la radicalità, secondo me, non passa dagli assestamenti, piuttosto passa da quelli che sono i percorsi che noi ci vogliamo dare di cambiamento, guardando quindi non tanto al passato che lui invocava, perché il passato è un giusto raffronto, ma quello che noi dobbiamo verificare è il presente e soprattutto il futuro, anche perché c'è una cosa che in modo responsabile io le voglio dire: nulla potrà essere più come prima, nulla potrà più essere com'è stato nel passato, questo è un dato di fatto da cui non possiamo non partire: nulla sarà più come prima.
Non si può nemmeno dire che questa Regione nel passato non abbia svolto in maniera utile e proficua per la Valle e per i suoi abitanti un ruolo anche sociale, che ha svolto anche attraverso l'utilizzo del suo bilancio, garantendo benessere e anche posti di lavoro. Ce lo dice anche la Banca d'Italia, perché la Banca d'Italia...si può leggere in un modo o anche nell'altro...la Banca d'Italia ci dà atto, da un certo punto di vista, che quest'Amministrazione ha fatto il massimo per questa regione, perché ha cercato di garantire più posti di lavoro possibili, ha cercato di garantire più investimenti possibili, più di altre Regioni e noi ce ne vantiamo - guarda un po'! -, perché in fondo i soldi che prendiamo dai cittadini abbiamo cercato di restituirglieli. Il vero ragionamento quindi non è guardare il passato, quello che è stato fatto, perché più di così la Regione non può fare, ma cominciare a capire, a riflettere e d'ora in avanti siamo obbligati a fare di meno, quindi la vera sfida, sapendo che non possiamo che fare di meno per questa regione, come amministrazione pubblica, è fare meglio. È qui che si apre una visione in qualche modo riflessiva su cui noi dobbiamo confrontarci: è come fare questo meglio. È evidente che questa regione necessita di un progetto, ma perché? Non perché non ce l'avesse, ma perché la mutazione dei tempi, dei fatti economici, delle realtà congiunturali del Paese hanno modificato tutte le aspettative che uno poteva avere.
Non credo che quest'assestamento nasconda qualcosa, anzi denuncia le preoccupazioni che tutti abbiamo e, in particolare, di chi deve amministrare, perché, parliamoci chiaro, il vero problema non sono i soldi, perché i soldi in cassa ci sono, io credo che ci siano 200 milioni in cassa, il vero problema è il Patto di stabilità. Il Patto di stabilità, che non è, come ha detto bene qualcuno, un oggetto flessibile, perché se uno non lo voleva, non lo doveva accettare. Nel momento in cui lo sottoscrive, lo deve rispettare, perché questa è una norma dello Stato, che poi questa norma dello Stato sia iniqua...ebbene, noi lo sappiamo, ma non lo diciamo solo noi, lo dicono in tutt'Italia. D'altronde in questi giorni leggiamo le polemiche che ci sono tra le dichiarazioni della Merkel, del Segretario all'economia europeo e via così dicendo.
Le preoccupazioni allora ci sono perché l'attacco all'autonomia c'è, io l'ho già detto in altre sedi, quindi non penso dire una cosa nuova, il vero attacco alle autonomie è quello finanziario, non è quello negli statuti speciali, perché poi in fondo c'è la Costituzione, c'è il Titolo V che ci protegge ancora bene. La realtà è che l'attacco è finanziario, quindi noi sempre di più vediamo compresse quelle che sono le nostre possibilità. Il vero problema e la vera sfida quindi è come investire meglio i nostri soldi e qui mi ricollego anche a quella che è stata una battuta sull'EXPO. Qui c'è una grandissima confusione sull'EXPO, di cui io stesso sto imparando a capire qualcosa frequentando, l'EXPO non è una fiera, l'EXPO, sì, deve servire anche a portare dei turisti, deve servire anche a portare della gente, a vendere dei prodotti...non è questo, l'EXPO è qualcosa di più, l'EXPO è qualcosa che forse si avvicina anche al concetto delle Olimpiadi: è un'occasione per un Paese, in questo caso l'Italia, per rinnovarsi, per ripensare a sé stesso, per ripresentarsi prima al suo interno, ma poi verso il resto del mondo con dei percorsi mentali di cambiamento. A questo servono queste grandi occasioni mondiali, certamente a movimentare la gente, ma sono la grande occasione di rinnovarsi, ma voi vi ricordate in piccolo quando veniva in visita il Presidente della Repubblica in Valle d'Aosta o il Papa? Si dipingeva tutto, si cambiavano i pavimenti, si cambiavano le luci, e che cosa era quella se non l'occasione tradotta veramente in piccolo, ma per fare un esempio semplice semplice...di quello che deve essere un modo di pensare. L'EXPO è una grande opportunità, ma è l'opportunità di ripensare a noi stessi come vogliamo essere per il futuro. La sfida non è guardare il passato: la sfida è partire dal presente e traguardare il futuro, capire cosa vogliamo fare in questa regione, cosa vogliamo per questa regione; quando leggiamo il programma 2020 della green economy, è un ragionamento estremamente interessante...ma questo lo dico anche ai colleghi sui banchi della Giunta, il problema non è vedere le cose come una sovrapposizione di quello che si fa o dei programmi che noi abbiamo: il problema è immaginare qualcosa che va oltre, qualcosa che non è che tocca i programmi che noi abbiamo, qualcosa che aggiunge, un valore aggiunto, qualcosa che in più dà a questa regione, intanto anche la possibilità del confronto e credo che l'EXPO servirà anche a quello.
Il problema quindi non è togliere o mettere 100 mila euro, quello non è il problema, perché 100 mila euro in un concetto grande come quello del rinnovarsi e di cambiare sono ininfluenti; quindi, per quello che mi riguarda, non so quali saranno le decisioni, per me non è questo il punto, non è questa la sfida. Infatti ho apprezzato che invece ha fatto delle riflessioni su come vogliamo metterci in prospettiva intorno ad un tavolo per cercare di cominciare a fare dei progetti, perché, prendendo atto da quest'assestamento, e in particolare dal rendiconto, il vero problema - parliamoci sempre con la stessa chiarezza - non è questo. Quando l'Assessore dice che la Regione ha tenuto, io sono d'accordo, perché il vero problema sarà il 2015, il problema non è il 2014, in qualche modo noi abbiamo tenuto, il vero problema sarà il 2015, quei 745 milioni che sono scritti in legge nel Patto di stabilità, come riusciremo a trovare un equilibrio anche con lo Stato? Qualcuno ha detto, lo ha citato stamattina forse Gerandin...diceva la Sardegna: la Sardegna - poi penso che magari su questo interverranno anche altri - non ha chiuso ancora niente, anzi la Sardegna in qualche modo è un apripista per quello che riguarda anche un po' tutto il rapporto delle Speciali con lo Stato per quello che riguarda i Patti di stabilità. Non mi sto quindi sottraendo alle osservazioni che sono state fatte, né a quelle della Morelli, né a quelle di altri.
Farò ancora un passaggio veloce per essere conclusivo anche sulle partecipate. È noto che questo Consiglio già nell'ante crisi si era espresso con estrema chiarezza sul fatto che le partecipate sono un terreno straordinario di potenzialità su cui questa Regione si deve interrogare. È evidente che siamo già in linea, cioè già la commissione...si era espresso già il Consiglio, si era espresso in linea con l'indirizzo della Corte dei Conti sulla maggiore trasparenza. Io credo che la commissione dovrà semplicemente riprendere i lavori e non credo che ci saranno - mi rivolgo anche alla Giunta - problemi anche ad immaginare che la commissione possa produrre una legge, che possa in qualche modo andare a regolare anche il funzionamento delle partecipate, credo che sia di ieri...no, forse è di oggi...un decreto-legge dello Stato, che va ad entrare...
(interruzione di un Consigliere, fuori microfono)
...sì, è del 24 giugno, di ieri...si tratta di misure in materia di organizzazione delle società partecipate...
(nuova interruzione di un Consigliere, fuori microfono)
...no, ma lo stiamo aspettando anche perché lo Stato dice un'altra cosa di nuovo preoccupante, sostanzialmente se uno si va a leggere il decreto, cosa dice lo Stato? Lo Stato dice che il Ministero del tesoro vuole sapere dal 1° gennaio 2015 tutto quello che accade nelle partecipate, quindi vuol sapere bilanci, entrate, uscite, utili, perché? Ma perché si stanno preparando all'applicazione del bilancio consolidato, siamo quindi in una condizione in cui anche noi, sulla base di queste avvisaglie dello Stato, che si vuole impadronire o in qualche modo togliere, perché la sensazione che ho io, qui lo dico come una preoccupazione...non vorrei mai che lo Stato dicesse: "ma voi avete delle partecipate che rendono, allora questi soldi che vi portate in bilancio come utili delle partecipate noi ve li togliamo da un'altra parte". Queste sono preoccupazioni, questo è evidente, credo però che su questa linea, sulla linea del ragionamento, della riflessione - e non dello scambio semplicemente di accuse - la maggioranza ci sia, non mi pare di aver visto una posizione rigida. Ecco perché dico che l'emendamento che viene presentato è un emendamento sicuramente significativo, un emendamento sicuramente di riflessione, sicuramente di indirizzo, visto anche dalla parte delle minoranze, però non credo che in questa fase di un dibattito come quello che stiamo affrontando si collochi...io non vedo che si colloca, poi sarà la Giunta che deciderà come meglio esprimersi su questo tipo di emendamento...ma io non credo che si colloca in questo dibattito, nel senso che si colloca in un dibattito, ma non in questo di oggi...poi giustamente...
(nuova interruzione di un Consigliere, fuori microfono)
...no, ma io non entro nel merito, ci mancherebbe! Io le lascio fare tutte le osservazioni che vuole.
Io quindi ho concluso, ringrazio, come ho detto, per le sollecitazioni che ho avuto, non mi sono voluto sottrarre, mi sento responsabile, sono contento che ci considerate responsabili, "responsabile" è un bel termine, è una persona che si prende la sua responsabilità, quindi a me non mi dà fastidio, usatelo pure e penso che anche il collega Perron oggi abbia fatto veramente una buona figura, quindi è stato responsabile e che male c'è? Benissimo. Vi ringrazio quindi per la vostra attenzione. Grazie.
Presidente - Siamo sempre in discussione generale, se c'è ancora qualche collega, altrimenti passiamo alla replica. Non c'è più nessuno che vuole intervenire? La discussione generale è chiusa.
Presidente - Per la replica, la parola all'Assessore Perron.
Perron (UV) - Grazie Presidente.
Un ringraziamento da parte mia a tutti quelli che sono intervenuti, anche ai colleghi portatori di un'opinione, di un ragionamento che è diverso da quello che abbiamo fatto noi in maggioranza. Io ritengo che lo scambio di opinioni, confrontando modelli diversi, sia certamente un fatto arricchente per tutti, anche per il dibattito di questo Consiglio, perché permette di capire al Consiglio nella sua interezza, ma anche al Governo regionale, quali sono, quali possono essere le soluzioni più giuste per impostare e per fare le scelte più appropriate. Certamente oggi c'è una coscienza, permettetemi di dirlo, collettiva, che è una valutazione condivisa, cioè di una situazione di grande diversità rispetto al passato. Io penso che tutti riconosciamo questa situazione di crisi, ma constatiamo anche come il rapporto nei confronti dello Stato, con lo Stato sia indirizzato in una via pericolosa, una via di non rispetto di quelle che sono le prerogative di una piccola comunità come la nostra, dove a pagare rischiano di essere sempre quelli più deboli o numericamente più deboli.
Certamente l'errore che una classe politica responsabile, visto che viene evocato il termine, non deve fare è quello di confondere, a mio giudizio, un normale ciclo economico con una crisi storica, perché di crisi storica penso a chiare lettere possiamo dire si tratti. Certamente sono finiti i tempi dove la Regione si presentava a quest'appuntamento e constatava degli avanzi di amministrazione di 200 milioni di euro, che poi destinava a rifinanziare tutti i settori. Quei tempi sono finiti, un'epoca, peraltro dove la Regione era al centro di tutto, non esiste più.
Diversi colleghi - ho cercato di prendere nota in modo molto puntuale - hanno parlato di cambiamento. Il cambiamento cosa vuol dire? Certamente il cambiamento denota sicuramente una fase di responsabilità e, dal nostro punto di vista, cerchiamo di non ignorare le sollecitazioni e i richiami che vanno in questa direzione, cioè di non far finta, per dirla in modo molto semplice, che tutto sia com'è stato finora. Il cambiamento, anche quando parliamo di rendiconto, è un cambiamento, come in qualche modo forse è anche successo per il rendiconto dell'anno scorso, che segna, se non una rottura, un momento di passaggio, cioè segna, a mio giudizio, una discontinuità con un sistema che esisteva e la necessità forte, che tutti avvertiamo, seppur con delle sensibilità diverse, verso un'organizzazione, un modello, che certamente deve cambiare. È un modello che nel tempo, io penso che non ci sia vergogna nel dire questo, anzi c'è un'assunzione di responsabilità, una fierezza, il modello Valle d'Aosta che nei decenni si è costruito, è un modello che ha assicurato benessere a questa comunità, cioè se oggi siamo qui a constatare un momento di difficoltà, non lo si deve comunque ad un modello che nella sua complessità è fallito. È un modello che poteva essere costruito forse in modo diverso, ma è un modello che nel corso dei decenni - e i parametri con altre realtà regionali simili alla nostra sono lì a testimoniarlo - ha prodotto benessere, ha prodotto crescita culturale, ma anche economica, direi in modo equilibrato, per questa comunità, mettendoci per tanto tempo ai primi posti di tutte le classifiche nazionali italiane. Si poteva forse far meglio, si può sempre far meglio, ma io credo, con onestà intellettuale, non si possa disconoscere che questa comunità nel tempo ha saputo essere un modello positivo di sviluppo.
Il cambiamento. Certo il cambiamento obbliga a riflettere sul modello attuale di organizzazione della Regione io condivido questo. Mi pare di poter dire verità dicendo che anche nella legislatura scorsa - mi correggerà chi c'era qui - dei passi decisi in questa direzione sono stati fatti, ne cito uno del quale mi ricordo: la legge n. 22 del 2010, che rivedeva le dirigenze, ha certamente portato ad un'eliminazione di tutta una serie di dirigenze, quindi ad un risparmio dei costi, quindi in qualche modo, anche per quanto possibile, ad un'indicazione verso un modello...che andava nella direzione di migliorare questo modello.
Giustamente poc'anzi il collega Cognetta ricordava come in questo ginepraio anche di leggi - quindi citava l'organizzazione stessa dell'Amministrazione - anche per i soggetti, coloro i quali guardano alla Regione per avere delle informazioni spesso sono disorientati. Io penso che lo sforzo che l'Amministrazione regionale può cercare di fare, anche attraverso la I Commissione, sperando che questa sia attiva al più presto, sia quello di fare un ragionamento, a mio giudizio, bipartisan, anche tra maggioranza ed opposizione, andando a vedere anche quella farraginosità di leggi, che forse sono ancora troppe, ragionando magari - perché no? - su dei testi unici, che armonizzino le norme su determinate materie e che quindi rendano più facile il rapporto tra chi interloquisce con l'Amministrazione regionale e chi, penso anche nelle strutture, debba far rispettare le norme che ci sono. Dico questo per dire che il modello Regione è un modello che certamente deve essere rivisto. È un modello che - lo ripeto -, a mio giudizio, nel tempo ha funzionato, ma certamente - io questo lo condivido - necessita di una revisione profonda, al di là della logica necessaria oggi di dover fare delle economie, al di là della logica necessaria oggi di una robusta riqualificazione della spesa e di un contenimento forte della spesa pubblica. È uno sforzo che anche in Giunta - per quel poco che ho partecipato in Giunta -, su spinta forte del Presidente Rollandin, stiamo cercando di fare, è quello, anche attraverso i rispettivi settori di competenza degli Assessori, di imprimere - rispondo in questo senso a sollecitazioni che colleghi avanzavano - degli input per cercare di fare funzionare al meglio le strutture, per cercare quindi di imprimere forza al nostro modello di governo, per cercare quindi di impostare una metodologia di lavoro, se è possibile, migliore. Questo nella logica condivisa di cercare di andare ad eliminare, se ce ne sono e laddove ce ne sono, delle inefficienze, di migliorare laddove possibile e razionalizzare i costi, ma cercando al tempo stesso di chiedere al sistema pubblico nel suo complesso uno sforzo per cercare di farlo funzionare al meglio.
A mio giudizio, il sistema, la macchina regionale, non è una macchina da smantellare, perché ha al suo interno dei funzionamenti molto validi, ha al suo interno delle professionalità, che forse devono essere corrette, ma che vanno certamente salvaguardate. Lo dico nell'ottica di chi cerca di riconoscere e di voler fare in modo che questa Regione continui ad essere - e, se possibile, lo diventi ancora di più - un modello di riferimento per i cittadini, un modello di riferimento per le imprese. Tutti insieme sempre con l'obiettivo di sviluppare il prodotto interno lordo, di creare occupazione, di creare posti di lavoro, di accrescere il benessere della Regione.
Su questo tema quindi certamente occorreranno delle riflessioni forti, se sarà necessario, come io penso, occorreranno anche delle decisioni forti, se possibile, condivise, io penso sarebbe un auspicio importante. Il cambiamento è necessario, ma il cambiamento è anche culturale, permettetemi: riguarda la politica, riguarda gli apparati, riguarda però le persone nel suo complesso, in modo particolare le persone come le società che con la pubblica amministrazione si interfacciano, perché, vedete, il cambiamento, a mio giudizio, passa essenzialmente nella testa delle persone e, se è vero che la politica deve dare per prima il suo esempio sulla strada del cambiamento, tutta insieme questa comunità, armonizzando i percorsi, razionalizzando le spese, deve indirizzarsi in questa direzione.
Certo, dal nostro punto di vista - e faccio un riferimento chiaro alla politica -, chi è chiamato e chi sarà chiamato anche in futuro a dirigere l'Amministrazione regionale deve farlo e dovrà farlo con un approccio più forte rispetto al mercato, rispetto alla competizione, rispetto alla sfida dei mercati. Oggi penso che sia illusione immaginare di difendere la nostra autonomia e la nostra economia solo sulla base della logica di conservazione del passato, io credo che la difesa della nostra autonomia passi attraverso la difesa forte di norme giuridiche che nel tempo ci hanno in qualche modo salvaguardato, ma passi anche attraverso la volontà forte di giocare un ruolo da attori nei processi economici dai quali non siamo chiamati fuori. Io quindi non penso che qui debba essere equivocato un atteggiamento di responsabilità con un atteggiamento remissivo, sono due impostazioni molto diverse. Noi siamo, attenzione, perfettamente coscienti di ciò che succede, voglio dirlo a chiare lettere e con la stessa determinazione diciamo che alcune certezze che avevamo nel passato sono finite, lo diciamo alla politica, lo diciamo agli operatori economici. Un sistema sta cambiando, ne prendiamo atto, cerchiamo di equipaggiarci per questo e vorremmo che in qualche modo, proprio perché il fatto che un sistema è finito, da più parti ci fosse anche lo stimolo proprio in queste occasioni di difficoltà a mettersi in moto, perché vedete lo stimolo nuovo, soprattutto se giunge in un momento di forte difficoltà, può dare delle opportunità. Non delle certezze, ma può dare - perché no? - delle opportunità e io penso che nel tessuto socio-economico della Valle d'Aosta si possano certamente ritrovare delle opportunità che possano contribuire a far crescere questa comunità.
Quello che manca, attenzione, non è la prospettiva, che abbiamo ben chiara, quello che ci manca a volte è la possibilità, anche nei rapporti con lo Stato l'ho detto stamattina e voglio ribadirlo, di una programmazione forte, chiara, definita, soprattutto sui tempi e sulle risorse che possiamo amministrare, perché io voglio sottolinearlo, se c'è un dato che è inequivocabile, è che quest'Amministrazione ha dovuto lavorare in emergenza. Ha dovuto nei rapporti con lo Stato, da un punto di vista finanziario, lavorare in emergenza e ha lavorato in qualche modo con una continua spada di Damocle sulla testa, il che ha obbligato, o non ha permesso certamente di lavorare nelle condizioni migliori possibili. Io penso che, avendo a mente questo, riprendendo un ragionamento un po' più generale, senza entrare nel merito dei dettagli, l'atto o gli atti che abbiamo portato all'approvazione oggi, da un punto di vista politico, riprendono in modo chiaro gli impegni che sono stati presi: gli impegni che sono stati presi di fronte agli elettori e al tempo stesso gli impegni che si sono manifestati all'interno di quest'aula con un programma di governo. È un percorso coerente con il programma di legislatura. È un filo conduttore chiaro e corretto e, da questo punto di vista, se c'è un indirizzo generale sul quale ci siamo mossi presentando questi atti, è in qualche modo un'attenzione particolare a cercare di tenere in piedi i servizi di questa comunità, razionalizzando, facendo delle economie, quindi, collega Fontana, mi pare di poter dire che non possiamo essere accusati di avere in qualche modo smantellato i servizi di questa regione. Certo, si sono razionalizzati, si sono fatte delle economie, chiedendo degli sforzi anche nei settori più deboli, ma certamente abbiamo continuamente manifestato la volontà chiara ed inequivocabile di procedere in questa direzione.
Da un punto di vista poi più politico, certamente, lo sforzo che è stato fatto è quello di sostenere, comunque, tutti i settori per quanto possibile - sottolineo "per quanto possibile" -: dalle piccole alle medie attività, l'attività artigianale, le attività agricole, le industriali, quelle della ricerca, le alberghiere, come le società degli impianti di risalita, cioè cercando di garantire, nella sua complessità, un modello che abbiamo impostato nel tempo e che è stato un modello utile, equilibrato, armonioso per la crescita di questa comunità.
Vi è stata un'attenzione, a mio giudizio, forte per quello che riguarda l'uso delle risorse europee, quindi vi è stato un buon uso, e un buon ricorso ai piani di politica europea. Il tutto, se mi è concesso, in un'azione di governo che ha un filo conduttore nell'azione del Governo e nell'azione della maggioranza: quello del sostegno al lavoro. Il sostegno al lavoro, cioè il tema del lavoro è certamente la priorità della nostra agenda politica. In qualche modo il tema del lavoro è sicuramente la nostra priorità, è la prima priorità. Su questo tema eravamo impegnati e siamo impegnati, lavorando con le parti sociali, perché anche qui si è fatto un riferimento molto forte, che non ho capito, sul quale avremmo evitato il confronto con le parti sociali. A me pare che siamo un'Amministrazione che dialoga, o che cerca di dialogare con le parti sociali, forse ho capito male, se ho capito male, me ne scuso e penso di poter dire che lo abbiamo fatto...
(interruzione di un Consigliere, fuori microfono)
...guardi, non più tardi di venerdì mattina abbiamo incontrato tutte le categorie, proprio nel momento in cui c'è stata una sollecitazione forte ad affrontare un momento di difficoltà e, credo che lo abbiamo fatto senza indugiare...
(nuova interruzione di un Consigliere, fuori microfono)
...chiedo scusa, io non ho interrotto, collega...lo abbiamo fatto lavorando con interlocutori sul territorio, abbiamo lavorato, per quanto possibile, con interlocutori esterni che possano - perché no? - investire in Valle d'Aosta creando occupazione ed entrate per la Valle d'Aosta.
Termino dicendo che abbiamo cercato di operare, di garantire delle prospettive in vari settori, soprattutto nei settori chiave dello sviluppo economico, checché se ne dica, siamo stati attenti alle politiche sociali, investendo sull'ospedale, ma investendo in modo chiaro ed inequivocabile sulla sanità, sull'importanza di tutte le strutture delle politiche rivolte alla persona, perché, lo sottolineo, abbiamo una concezione non soltanto economica della crescita della Valle d'Aosta, ma abbiamo una concezione che guarda anche con attenzione e con forza al rispetto della persona e la persona, soprattutto quando si trova in una condizione di debolezza, deve in qualche modo essere tutelata.
Nessuno di noi, tanto meno il neo Assessore o il neo responsabile Perron gioisce o è felice di imporre sacrifici alla Valle d'Aosta, di tagliare, giustamente, non solo i contributi, ma, diciamo, quegli interventi di sostegno all'economica, in qualche modo di produrre meno appalti, di razionalizzare, di sostenere in qualche modo la finanza locale. Io credo che per i tagli che abbiamo fatto, per le minori risorse che abbiamo a disposizione non ci sentiamo in colpa, semmai siamo mortificati o amareggiati, questo sì, perché vorremmo certamente avere più risorse, magari da condividere e da allocare sul territorio. Oggi credo che sia necessario individuare delle priorità forti, le scelte che abbiamo fatto le abbiamo fatte con responsabilità, non aumentando le tasse, ma cercando di dare continuità alle politiche messe in piedi finora, cercando di dare supporto alle imprese e alle famiglie in tempi di grande difficoltà.
Termino quindi dicendo che, coscienti del fatto che, il contenimento forte della spesa è un elemento obbligatorio, presentiamo dei documenti che, a mio modo di vedere, certificano una tenuta, l'ho detto stamattina e lo sottolineo ancora: una tenuta. Nonostante qualche dato negativo che si può leggere nelle relazioni, io credo che il sistema Valle d'Aosta nel suo complesso sia un sistema che attraversa delle difficoltà, ma è un sistema che nel suo complesso ha tenuto. Certamente permette di dire e di riconoscere un ruolo ancora fondamentale che l'Amministrazione regionale riveste nello sviluppo e nell'economia di questa regione. Siamo portatori di una buona finanza, intendendo con questo una capacità di spesa, di utilizzo dei fondi europei, di utilizzo complessivo delle ricchezze disponibili.
Mi permetto di dire che siamo portatori di un'autonomia che definirei responsabile, nel senso che sappiamo e vogliamo fare i conti al nostro interno, assumendoci la responsabilità di azioni anche impopolari, ma responsabili, senza bisogno che nessuno ci bacchetti dall'esterno. Da questo punto di vista, mi permetto sollecitato su un tema sul quale il Presidente Rollandin certamente dirà più di me...sul tema del Patto di stabilità stiamo lavorando, è un argomento che non abbiamo certamente tralasciato. Io ritengo che, in qualche modo, bisogna anche collocare in modo puntuale gli avvenimenti quando arrivano. In questi giorni si assiste ad una discussione forte dello Stato italiano anche nei confronti dell'Unione europea per in qualche modo cercare di alleggerire i vincoli. Qui ragioniamo, parliamo di finanza derivata, cioè che il Comune tratta con la Regione, la Regione tratta con lo Stato e lo Stato tratta con l'Unione europea, se ci sono dei segnali di distensione, che quindi possano anche allentare le briglie che lo Stato ci ha imposto, guardiamo cosa succede. Voglio essere chiaro su questo, che il decreto-legge che è stato citato poc'anzi ha procrastinato, per volontà dello Stato, la possibilità per le Regioni di produrre delle proposte al 30 giugno quindi non siamo in ritardo, siamo in linea, su questo stiamo lavorando e, dal nostro punto di vista, penso che faremo tutto quanto possibile, come stanno facendo altre Regioni, che non hanno chiuso i Patti, anche in una logica di rispetto e di confronto con le altre autonomie speciali.
Nel complesso presentiamo una macchina, che, a mio giudizio, è una macchina buona, che ha una buona tenuta. Registriamo una situazione in forte trasformazione, dove perdiamo purtroppo risorse, aumentano le responsabilità, non aumentando i debiti, con una gestione che presenta degli aspetti positivi. Io penso di poter dire che la Regione continua ad essere un soggetto importante, un soggetto che conserva inalterata la sua capacità, la sua rapidità di essere un soggetto che sa rispondere, che sa interloquire, in qualche modo, con l'economia, nel suo complesso, della Valle d'Aosta. Penso di poter dire che abbiamo presentato un buon rendiconto, di un lavoro fatto semplicemente all'insegna della responsabilità, con una prospettiva di assestamento che è ragionata, che ha uno sguardo attento a tutti i settori, con la convinzione di aver usato correttamente il denaro, che non è un denaro nostro, ma è il denaro dei valdostani. Se abbiamo una coscienza, - e penso che ce l'abbiamo -, la nostra coscienza è di essere autonomisti, prima ancora che politicamente, nel cuore. Questo ci rende consapevoli dell'importanza del nostro territorio, è un territorio che amiamo e nei confronti di questo territorio ci sentiamo radicati e vogliamo una sua difesa a 360 gradi. Abbiamo operato degli interventi nella direzione di conservare questo modello, che è un modello che ha anche una sua coesione sociale, presentando un documento comprendendo le difficoltà che ci sono, coscienti delle difficoltà che ci sono, ma cercando di guardare al tempo stesso con serietà, ma con ottimismo e fiducia al futuro. Penso che questo sia l'atteggiamento corretto da tenere, anche in un momento di grande difficoltà, tendendo la mano a chi ha voglia di costruire insieme a noi e di fare qualcosa di utile e di positivo per questa Valle d'Aosta. Grazie.
Presidente - Sì, chiede la parola per fatto personale? No, siamo in replica, poi ci sono gli interventi sulle dichiarazioni di voto a seguito della replica del Presidente...
(interruzione di alcuni Consiglieri, fuori microfono)
...scusate, non può essere il secondo intervento, è chiusa la discussione generale. C'è la replica, dovrebbe esserci la replica del Presidente della Regione, dopodiché ci sono tutti gli interventi sulle dichiarazioni di voto in merito ai disegni di legge.
La parola al Presidente della Regione.
Rollandin (UV) - Merci Président.
Je crois avant tout de m'associer aux remerciements qui ont été faits de la part des collègues pour ce qui a été le niveau des interventions que j'ai beaucoup appréciées pendant cette présentation qui a été faite aujourd'hui. Je crois devoir remercier en même temps la relation de la Cour des Comptes, qui a été largement exploitée et qui nous a donné des suggestions importantes pour ce qui est la partie prenante, déjà optimale et des aspects qui sont à améliorer. Je crois donc qu'on a bien tenu en considération...qui est lié à cet aspect, qui est une nouveauté, elle n'existait pas depuis des années, mais c'est déjà un fait important qu' il y ait cet imprimatur, qui donne la possibilité d'avoir un jugement attentif, correct sur la possibilité de gérer notre budget de la façon la meilleure. Je crois qu'en ce sens il y a eu pendant ces interventions toute une série de données qui ont été épuisées sur les réflexions qui ont été faites par la Banque d'Italie, sur les différentes interventions faites par les associations qui ont pris en charge...comme la Chambre de commerce, qui ont fait des réflexions sur le système Vallée d'Aoste.
Sur ce thème je crois qu'il faut être à même, comme il a été déjà fait, de faire une réflexion qui ne soit pas visée à dire ce qui s'est passé, évidemment l'analyse de 2013 nous peut dire ce que nous pouvons faire mieux en 2014 et surtout en 2015, étant donné que nous sommes déjà à moitié de l'année. Alors, évidemment, ce que nous pouvons faire en 2014 vous l'avez dit, chers collègues, n'est pas tellement important et je dois avouer qu'encore une fois les bureaux avaient en quelque sorte vu juste sur la possibilité d'avoir encore des investissements à faire au moment où il y a le compte rendu, en effet, c'est ce qui avait été prévu. Je crois donc que le travail qui a été fait est un travail important et je voudrais surtout partager avec vous deux réflexions qui reviennent à une analyse ponctuelle faite par les collègues sur le budget précèdent, sur la réduction qu'il y a eu des recettes, et cetera. Mais je crois que je voudrais surtout essayer de comprendre, après les analyses que j'ai rappelées, Banque d'Italie, et cetera, tous ont mis en évidence un aspect qui est important: la centralité de la Région. Sur ce thème il faudrait se comprendre, la centralité de la Région à ce moment porte à dire que, d'une part, compte tenu que la Région compte beaucoup, si la Région a en quelque sorte moins de recettes, moins de possibilités d'avoir des disponibilités financières, c'est évident que l'économie en ressent, mais c'est tout à fait normal. Je dis: tout à fait normal, car ce n'était pas normal, il y a quelques dizaines d'années, lorsque qu'on disait: "bon, il faut quitter plus d'espace à l'initiative privée, donner plus de possibilités aux autres et faire de façon que, en quelque sorte, la Région ne soit pas un entrepreneur, mais qu'elle donne la possibilité aux autres de faire ce qu'ils peuvent sans l'aide de la Région". Nous devons avouer que, pendant la rencontre que nous avons faite avec les différentes associations intéressées, toutes les associations, artisans, commerçants et industriels, nous ont posé des questions et les questions qu'ils nous ont posées vont dans la direction d'intéresser encore plus la Région par rapport aux difficultés qui existent, voire dans le secteur de l'université, voire dans le secteur du crédit, dans le secteur du fonds de roulement. Pour dire que la sensation qui existe est que, s'il n'y a pas la Région, c'est difficile de donner, en quelque sorte, le "la" à des initiatives, aux différentes...
Perché parto da questo concetto? Perché poi, come ha detto il collega Perron, dicendo tutto centrato...ma anche i vostri interventi, tutto sommato, la preoccupazione principale dove va a parare? La difficoltà di trovare il modo per creare posti di lavoro, posti di lavoro per i giovani e per i meno giovani. Per i giovani, tutto sommato, c'è una serie di iniziative, che non voglio qui riprendere, che però vanno già a dare, in qualche modo, una boccata di ossigeno: l'apprendistato, possibilità di interventi, di essere assunti nelle imprese...di avere, in qualche modo, uno sviluppo. Quello che è ancora più difficile, se mi permettete, sono quelli che - soprattutto in alcuni settori difficilissimi come quello dell'edilizia -, sono in piena crisi e questi non possono essere riconvertiti dall'oggi al domani. Questi sono quelli più in difficoltà e su cui è difficile trovare soluzioni, perché nell'edilizia, come in certi settori, non è che puoi creare, come parte pubblica, molto più di quello che già facciamo con i mutui per la casa. Sono quelli che hanno tenuto ancora un po' il settore, che è tra i più importanti a livello regionale. Perché voglio sottolineare quest'aspetto? Perché prima, evidentemente, la Regione, anche sui posti di lavoro, contava molto di più. Adesso - lo hanno ricordato i colleghi - sono sei anni che, praticamente, le assunzioni sono, non diciamo bloccate, peggio, perché, come si diceva, ne vanno via cinque, al massimo ne prendo uno. C'è tutto un dibattito aperto su quello che si può fare e bisognerà riflettere su quelli che sono i conti economici, collegati con la possibilità, che alcuni stanno cercando di portare avanti, di allontanare le persone che si avvicinano alla pensione con diversi sistemi ed incrementare quello che il collega Chatrian diceva, che alcuni stanno già cercando di fare, per dare possibilità aggiuntive ai giovani. Ripeto: se guardiamo le percentuali, oltre a quello che è stato detto, sicuramente, in Valle d'Aosta, la disoccupazione giovanile siamo quasi al 30 percento, che è comunque circa il 14 percento in meno di quello che è a livello nazionale, perché a livello nazionale siamo al 44 percento. Ma questo non è che ci soddisfa, per dire che, purtroppo, anche qui i discorsi sono collegabili o collegati con quella che è una situazione generale. Nello sviluppo che voi avete fatto, senza citare i singoli interessati, siete, giustamente, preoccupati anche sul discorso di qual è l'autonomia regionale, collegandola, da una parte, con le riforme in atto e, dall'altra, con i sistemi finanziari-economici oggi esistenti.
Per quanto riguarda le riforme in atto, io credo che la riforma di cui si dibatte, giustamente quella riforma del Senato, siccome vuole essere una Camera delle autonomie, andrà ad incidere pesantemente sul raccordo con le nostre realtà. Ora, trovo giusto e logico che al più presto, ma dico: "al più presto" nel senso che se ne sta discutendo in questo momento...quindi è giusto che ci sia quell'incontro specifico per vedere: primo, come i nostri emendamenti saranno accolti, non abbiamo ancora certezze, com'è stato detto, l'ho detto stamattina, la soddisfazione era perché c'era questa disponibilità che adesso vedremo se arriverà a buon fine.
L'altro aspetto più delicato è quello sul discorso: "ma i fondi per la Regione da dove arrivano? Su che cosa noi facciamo leva?". Sulle entrate e i tributi propri che, se venissero rispettati nella loro interezza del riparto fiscale, noi non avremmo problemi. Il problema vero è stato con quello che è il continuo sovrapporsi di norme in questi tre anni, nazionali, che noi abbiamo puntualmente impugnato e alcune anche vinto, ma dove ogni anno aumentava il prelievo annuale, che poi si ripeteva e che ci ha portato a quelle condizioni di cui abbiamo parlato. Tra quella che è la sostituzione d'IVA di importazione, che è stata tolta, con cui noi, come le altre Regioni che hanno fatto il Patto, le Regioni del nord, che hanno applicato la legge n. 42 del federalismo fiscale...noi abbiamo dato 197 milioni, più ne dobbiamo dare nel suo insieme...quella era - lo ripeto - era una clausola totalitaria ed esclusiva, non dovevano più esserci altre tasse, altre riduzioni per i bilanci. È la ragione per la quale tutte noi Regioni del nord abbiamo su questo puntato i piedi e su cui stiamo discutendo per quanto riguarda l'applicazione del Patto di stabilità, che è l'altro punto su cui vorrei entrare un attimo nel merito. Dicevo, delle entrate, al di là del riparto, che per noi sarebbero largamente sufficienti, ci sono le entrate statali, che ormai sono ridotte all'osso e le europee di cui discuteremo a breve, perché ci sono i piani 2014-2020, quindi non anticipo nulla, perché su questo ci sarà motivo per ragionare in modo dedicato.
Ora, credo che, se questa è la base su cui noi fondiamo il nostro discorso per il futuro, il problema delicato che entra sia nella contabilità, nel bilancio, quindi il rendiconto per la nostra Regione, come per gli Enti locali...qui non c'è distinzione, perché se voi andate a vedere anche la relazione che si è svolta in II Commissione, il punto nodale è sempre stato il Patto di stabilità, che è stato chiamato in diverso modo, è comunque la base della nostra difficoltà oggi di operare. Vi rendete conto che noi siamo nella situazione che non possiamo pagare e, dall'altra, siamo in procedura di infrazione, che è quello che è stato detto, perché paghiamo in ritardo? Non noi, ma l'Italia, quindi questo ha delle conseguenze sull'economia generale. Questo è l'assurdo. Noi, quando abbiamo tanto litigato alla fine dell'anno scorso sul "perché non pagate, perché non date i soldi? Mettete più soldi" non era una questione, come abbiamo verificato, di poter avere soldi in più, ma di poterli spendere. Anche adesso, malgrado le opzioni, tranne - e ribadisco: "tranne" - per quanto riguarda i cofinanziamenti europei, per quanto riguarda gli interventi straordinari, di calamità - cosa che è stata detta anche nell'incontro con i responsabili dei Comuni - questi non sono defalcati, sono a pieno titolo ancora fondi che devono essere iscritti nel Patto di stabilità, quindi non sono esclusi, anche se dessimo questi soldi, dunque non potrebbero essere utilizzati, perché c'è il Patto di stabilità. Il Patto di stabilità allora è quello che ha condizionato e condiziona il dibattito che ci siamo fatti qui, perché, anche quando vengono chiesti da parte dei Comuni dei soldi in più, come dico, 5 milioni per i fondi, per le calamità, questo non va fuori dal Patto, quindi rientra a pieno titolo nel Patto, quindi non ha nessun senso, non ha la possibilità di avere un risultato...perché non è che manchino i soldi. Anche lì i Comuni - è stato detto bene da chi è intervenuto in II Commissione - hanno tutti degli avanzi di amministrazione, quindi non vuol dire che non sanno spendere, vuol dire che anche loro sono stati bloccati, per essere tutti coerenti, i 31 Comuni che hanno rispettato il Patto di stabilità, perché i 32 sotto i 1.000 non l'hanno rispettato. Il Comune di Aosta, che è stato molto citato, è uscito dal Patto di stabilità per 8 milioni e 750 mila euro. Voglio ricordare che per il 2013 ha pagato come penalità solo quello che era stato concordato nella Commissione finanze, ha pagato il 10 percento: 800 mila euro; il resto è stato condonato, cioè non ha pagato nulla, perché sennò doveva pagare 8 milioni e 700 che venivano alla Regione.
Come non si può pensare che il Patto di stabilità...qualcuno ha detto verticale, ma il Patto di stabilità verticale vuol dire che la Regione può avere degli avanzi tali da cedere ai Comuni, ma noi non abbiamo questa situazione, quindi queste sono le ragioni per cui le possibilità di bypassare il Patto di stabilità sono purtroppo legate ad un filo. Noi invece - quello che diceva Ego - siamo pronti per discutere il Patto con i Ministeri competenti e qui noi crediamo, se lo ritenete, come abbiamo fatto, di fare di nuovo una riunione in cui si possano spiegare quali sono le prospettive e che cosa andiamo a proporre; quali sono i termini su cui si ragiona, in modo che non ci siano equivoci su quello che si va a dire, perché è corretto che sia in questi termini.
Vengo ancora ad un tema che credo sia giusto in qualche modo affrontare: il discorso delle partecipate. La sensazione, con l'emendamento che è stato scritto e che è stato chiamato epocale, è che si equivochi su un tema. Le partecipate, che sono state volute dalla Regione per cercare di sviluppare dei temi specifici e che voglio ricordare...quando si cita la CVA, dice: "ma la CVA ha dei soldi", ma la CVA ha anche dei debiti, ha ancora un conto da pagare: ha ancora più di 260 milioni da pagare rispetto a quello che è il conto del mutuo a suo tempo fatto. Non è quindi che non abbia...e in più la CVA fa da cassa anche per le altre partecipate, come la CVA Trading, che in certi momenti compra energia, dovrebbe rivolgersi alle banche, invece fa la CVA come banca per non avere dei servizi pagati due volte, cioè c'è un sistema complesso che non vorrei che venisse banalizzato. Un conto allora è dire...benissimo, noi ribadiamo quello che ha detto Perron, nel senso di avere la disponibilità ad approvare una norma, che ha ribadito anche adesso il collega La Torre, che faccia chiarezza sulla trasparenza, sulle modalità con cui lavorano le partecipate, però non vorrei che si immaginasse che la gestione delle partecipate avviene in Consiglio, il Consiglio può dare degli indirizzi. Io credo sia giusto che, come abbiamo fatto per alcune in alcuni casi, ci siano gli indirizzi, che devono essere dati, ma non ci si può sostituire ad un legittimo consiglio di amministrazione, che è nominato proprio per portare avanti i principi che eventualmente sono adottati. È giusto che ci sia la possibilità di valutare le situazioni che si vogliono portare avanti e gli impianti che si vogliono... Tutto questo è tutto giusto, ecco, facciamolo con una norma che sia adatta a poter rendere conto a tutti di quella che è in modo trasparente la partecipata per eccellenza, ma anche le altre, perché poi vorrei anche sottolineare che le partecipate...gli ultimi decreti che sono stati adesso approvati...anche il 66, quello che ribadisce è che devono chiudere le partecipate che sono, purtroppo, in rosso, le altre non è che devono chiudere! Per le partecipate in rosso è chiaro che dice: "beh, se non funzionano, dovete intervenire per tempo". Questo quindi è un argomento che credo sia giusto affrontare nel modo corretto, con una disposizione che riprenda tutti i punti e dia la possibilità di avere un quadro complessivo di come si può gestire questo rapporto tra l'Amministrazione regionale, il Consiglio e le partecipate, perché sono tre livelli diversi, che devono essere, giustamente, visti e considerati. Credo che nell'insieme noi abbiamo...il collega Perron credo sia stato esaustivo sulla risposta puntuale ai singoli riferimenti che sono stati fatti.
Tornando solo a due aspetti, per gli Enti locali sicuramente si può anche pensare di modificare la 48, perché qualcuno fa già i conti, dice: "ma quel Comune dà di più dell'altro, non è corretto", tutte cose legittime che si possono fare, non dimentichiamo che il discorso è di mettere d'accordo tutti i Comuni, piccoli e grandi, non è facile. Quello che piuttosto si sollecita - e che sarà un argomento che credo debba essere condiviso - è la riforma degli Enti locali. Qui, purtroppo, abbiamo le due disposizioni di legge che devono essere in qualche modo affrontate, per trovare un testo che possa essere approvato in questo Consiglio, perché qui siamo effettivamente in ritardo, fra un anno, il 2015, si vota, noi dobbiamo ancora ricreare tutte le premesse per le infrastrutturazioni, che sicuramente potranno portare anche dei vantaggi.
Credo che in conclusione, sentendo anche i colleghi, noi siamo chiamati ad un lavoro sicuramente difficile, perché, rimanendo negli slogan, con meno dobbiamo fare di più e meglio. È sicuro che ce ne sia meno, e che si possa fare di più è un auspicio, perché sentivo dire anche di come togliere alcuni aspetti che sono zavorra, migliorare il funzionamento delle amministrazioni, ridurre quelle che possono essere ancora delle valutazioni e delle spese non così pertinenti, rimarcando che sui servizi, malgrado tutto, abbiamo già fatto in questo modo, abbiamo ridotto una parte, però i servizi hanno ancora quella garanzia che credo sia stata ricordata dal collega Perron. Grazie.
Presidente - Per ottimizzare i lavori, chiedo ai Capigruppo, come avevamo concordato, se ci incontriamo cinque minuti per definire anche, diciamo, come organizzare i lavori e se li organizziamo per il tempo della notturna, per come è convocato il Consiglio o se riusciamo a fare tutto nelle giornate previste. Il Consiglio è sospeso per tre minuti.
Si dà atto che la seduta è sospesa dalle ore 18,04 alle ore 18,26.
Viérin M. (Presidente) - Prego, colleghi, iniziamo di nuovo i lavori. Allora, in Conferenza dei Capigruppo si è deciso di proseguire in questa maniera coi lavori: i lavori continueranno fino alle 21,30 e si chiuderanno a quell'ora, per oggi, dopodiché sempre oggi le dichiarazioni di voto verranno alla fine dell'analisi dell'articolato dei due provvedimenti, dell'assestamento e della relazione di bilancio, saranno dedicati 10 minuti, anziché 5 proprio perché sono due disegni di legge, domani i lavori inizieranno mezz'ora prima nel pomeriggio, anziché alle 15,30, alle 15,00. Questo è quanto è stato deciso in Conferenza dei Capigruppo, quindi adesso procediamo con quella che è l'analisi dell'articolato, dopo aver preso atto del punto 31.02 in merito alla relazione di controllo della Corte dei Conti.
Il Consiglio prende atto, concordando.