Compte rendu complet du débat du Conseil régional. Les documents ci-joints sont disponibles sur le lien "iter atto".

Objet du Conseil n. 2638 du 3 octobre 2012 - Resoconto

OGGETTO N. 2638/XIII - Adozione della modificazione del piano regionale delle attività estrattive (PRAE) ai sensi dell'articolo 4 della l.r. 5/2008.

Il Consiglio

Richiamata la legge regionale 13 marzo 2008, n. 5 "Disciplina delle cave, delle miniere e delle acque minerali naturali, di sorgente e termali" ed in particolare l'articolo 4, relativo alle procedure per l'approvazione del Piano regionale delle attività estrattive (PRAE), commi 1 e 6;

Richiamata la legge regionale 26 maggio 2009, n. 12 "Disposizioni per l'adempimento degli obblighi della Regione autonoma Valle d'Aosta derivanti dall'appartenenza dell'Italia alle Comunità europee. Attuazione delle direttive 2001/42/CE, concernente la valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull'ambiente, e 85/337/CEE, concernente la valutazione dell'impatto ambientale di determinati progetti pubblici e privati. Disposizioni per l'attuazione della direttiva 2006/123/CE, relativa ai servizi nel mercato interno e modificazioni di leggi regionali in adeguamento ad altri obblighi comunitari. Legge comunitaria 2009" ed in particolare gli articoli 6, 12 e 13, relativi alla valutazione ambientale e strategica (VAS);

Richiamata la propria deliberazione n. 640/XIII del 25 giugno 2009 con la quale è stato approvato il vigente Piano regionale delle attività estrattive (PRAE);

Ricordato che il PRAE, ai sensi dell'articolo 4, comma 6, della l.r. 5/2008, deve essere sottoposto ogni triennio a verifica e ad eventuale modificazione;

Preso atto che gli uffici del Servizio cave, miniere e sorgenti hanno provveduto ad eseguire, nel corso dell'anno 2011, la verifica periodica del piano in vista della scadenza del triennio, formulando proposte di modifica del PRAE vigente alla luce dell'evoluzione del fabbisogno e dell'avanzamento della coltivazione delle cave autorizzate;

Ricordato che, con atto n. 2444 del 21 ottobre 2011, la Giunta regionale ha preso atto dell'avvenuta verifica e proposta tecnica di modificazione del piano regionale delle attività estrattive ai sensi dell'articolo 4 della l.r. 5/2008 e ha dato mandato al Servizio cave, miniere e sorgenti di avviare la fase di VAS propedeutica alla procedura di approvazione della modificazione del Piano;

Preso atto che, in data 11 gennaio 2012, il Servizio cave, miniere e sorgenti ha provveduto ad avviare, con nota prot. n. 280/TA, la fase di concertazione del processo di VAS riguardante la modificazione del PRAE;

Preso atto che, a seguito dell'esito della fase di concertazione, il Servizio cave, miniere e sorgenti ha provveduto alla stesura del rapporto ambientale relativo alla modificazione del PRAE, e che lo stesso, congiuntamente al PRAE, è stato pubblicato sul Bollettino ufficiale della Regione Valle d'Aosta in data 3 aprile 2012;

Preso atto che, a seguito della pubblicazione del rapporto ambientale, il Servizio valutazione ambientale ha provveduto, con nota prot. n. 3351/TA in data 4 aprile 2012, in qualità di Autorità competente, ad avviare il processo di VAS, ai sensi dell'articolo 11 della l.r. 12/2009, relativamente alla modificazione del PRAE;

Atteso che il Servizio valutazione ambientale ha provveduto, con nota prot. n. 5484/TA in data 5 giugno 2012, ad esprimere il parere motivato, ai sensi dell'articolo 12, comma 1, della l.r. 12/2009, relativamente al procedimento di valutazione ambientale strategica della modificazione del PRAE alla luce delle osservazioni pervenute durante il periodo di pubblicazione;

Precisato che il suddetto parere motivato valuta che le modifiche proposte al PRAE non abbiano nel complesso effetti negativi significativi sull'ambiente;

Precisato che il Servizio valutazione ambientale, in qualità di Autorità competente, ha altresì formulato alcune prescrizioni e indicazioni di carattere generale, principalmente di tipo urbanistico, idrogeologico e di tutela ambientale, nonché di tipo puntuale riguardo ad alcune aree individuate;

Precisato che il Servizio cave, miniere e sorgenti ha provveduto a predisporre le modifiche al Piano e alla relazione ambientale secondo le indicazioni e prescrizioni contenute nel parere motivato nonché alla stesura della dichiarazione di sintesi di cui all'articolo 13, comma 1, lettera b), della l.r. 12/2009 e delle misure di monitoraggio del Piano adottate ai sensi dell'articolo 14 della l.r. 12/2009;

Rammentato che il rapporto ambientale, il parere motivato espresso dalla Struttura competente ai sensi dell'articolo 12, comma 1, della l.r. 12/2009, la dichiarazione di sintesi di cui all'articolo 13, comma 1, lettera b), della l.r. 12/2009, e le misure di monitoraggio adottate ai sensi dell'articolo 14 della l.r. 12/2009 fanno parte integrante del Piano e devono essere approvati contestualmente alla modificazione del PRAE vigente;

Precisato che, nel corso della procedura di VAS, sono state contestualmente condotte le fasi di confronto ed informazione nei confronti di Comuni, associazioni di categoria e soggetti interessati;

Preso atto che, a seguito dell'esito della procedura VAS, la proposta di modificazione del PRAE si compone di 79 aree così suddivise:

- 21 aree inserite nel piano inerti

- 20 aree inserite nel piano pietrame

- 38 aree inserite nel piano del marmo e delle pietre ornamentali;

Precisato che la proposta di modificazione del piano comporta, a parità di numero totale di aree inserite, una riduzione della superficie e del volume estraibile in tutti i settori considerati con il contestuale aumento di quattro unità nel settore degli inerti, di un'unità nel settore del pietrame e la riduzione di cinque unità nel settore del marmo e delle pietre ornamentali;

Atteso che i documenti che compongono la modificazione del PRAE, che consistono nei piani di settore, nella relazione generale, nell'elenco e nella descrizione delle aree di cava, nel rapporto ambientale, nel parere motivato espresso ai sensi della l.r. 12/2009, nella dichiarazione di sintesi, e nelle misure di monitoraggio sono depositati presso la struttura regionale competente in materia di cave e miniere;

Precisato che, ai sensi dell'articolo 4 della l.r. 5/2008, il PRAE è adottato con deliberazione del Consiglio regionale, su proposta della Giunta regionale e che, successivamente alla sua pubblicazione nel Bollettino ufficiale della Regione per un periodo di sessanta giorni consecutivi e allo svolgimento, da parte della struttura regionale competente, dell'istruttoria relativa alle eventuali osservazioni pervenute, è approvato in via definitiva dallo stesso Consiglio regionale;

Atteso che la modificazione del PRAE sostituisce integralmente il PRAE vigente approvato con propria deliberazione n. 640/XIII del 25 giugno 2009;

Vista la deliberazione della Giunta regionale n. 635 in data 30 marzo 2012 concernente l'approvazione del bilancio di gestione per il triennio 2012/2014, con attribuzione alle nuove strutture dirigenziali di quote di bilancio e degli obiettivi gestionali correlati, del bilancio di cassa 2012 con decorrenza 1° aprile 2012 e di disposizioni applicative;

Atteso che la presente proposta di deliberazione non comporta oneri diretti a carico del bilancio della Regione;

Visto il parere favorevole di legittimità sulla presente proposta di deliberazione rilasciato congiuntamente dal Capo Servizio cave, miniere e sorgenti e dal Direttore della Direzione ambiente dell'Assessorato territorio e ambiente, ai sensi dell'articolo 3, comma 4, della legge regionale 23 luglio 2010, n. 22;

Delibera

di adottare, ai sensi dell'articolo 4 della legge regionale 13 marzo 2008, n. 5, la modificazione del Piano regionale delle attività estrattive (PRAE), che sostituisce integralmente il PRAE vigente approvato con propria deliberazione n. 640/XIII del 25 giugno 2009, composta dai piani di settore, dalla relazione generale, dall'elenco e descrizione delle aree di cava, dal rapporto ambientale, dal parere motivato espresso ai sensi della l.r. 12/2009, dalla dichiarazione di sintesi e dalle misure di monitoraggio, depositati presso la struttura regionale competente in materia di cave e miniere e allegati al presente atto in formato elettronico.

Président - La parole à l'Assesseur au territoire et à l'environnement, Manuela Zublena.

Zublena (UV) - Merci Mme la Présidente.

Si propone oggi all'esame del Consiglio un aggiornamento dello strumento di pianificazione in materia di attività estrattive (PRAE) che la legge n. 5/2008 individua come strumento strategico per la disciplina dell'attività estrattiva di materiali inerti sul territorio regionale. Ricordo che il PRAE vigente, di cui proponiamo alcune modifiche, è stato approvato da questa Assemblea con delibera del 25 giugno 2009 e che l'articolo 4 della medesima legge prevede che il PRAE sia soggetto con cadenza triennale ad una verifica e a eventuali modificazioni. Gli uffici hanno realizzato questa verifica triennale e dalla valutazione è emersa l'opportunità di operare alcune modifiche attraverso un insieme di operazioni volte ad ottimizzare le aree esistenti, a riperimetrarne alcune, ad inserirne altre con l'obiettivo di compendiare due esigenze: da un lato, di garantire la massima tutela dell'ambiente, dall'altro, garantire una sostenibilità a questa importante e delicata attività produttiva.

Ricordo che la procedura per la modifica del PRAE, secondo la legge n. 5/2008, prevede che sia sottoposta ad adozione di questo Consiglio una proposta di modifica, successivamente che essa sia pubblicata per la durata di 60 giorni, in modo che chiunque abbia interesse possa presentare osservazioni alle strutture competenti, a seguito della cui presentazione verranno fatte valutazioni da parte degli uffici e proposte per l'approvazione definitiva da parte di questo Consiglio del testo frutto delle varie considerazioni.

Quali sono stati i passaggi svolti fino qui? Il Servizio cave, miniere e sorgenti ha provveduto ad eseguire, in particolare nel corso dello scorso anno, la verifica del piano in vista della scadenza triennale prevista dalla legge e, in particolare, valutando una serie di istanze, di richieste di modifica, di opportunità anche di apportare delle variazioni alla luce in particolare dell'evoluzione del fabbisogno e dell'avanzamento della coltivazione delle cave autorizzate. La Giunta regionale il 21 ottobre 2011 ha preso atto di questa verifica e della proposta tecnica di modifica del PRAE e ha dato mandato al Servizio cave e miniere di procedere per la fase di valutazione ambientale strategica, propedeutica all'approvazione della modifica del piano. In data 11 gennaio 2012 il servizio ha avviato la fase di concertazione del processo di VAS; a seguito dell'esito di questa procedura, il servizio ha provveduto alla stesura del rapporto ambientale relativo alla modifica del PRAE e alla sua pubblicazione affinché i soggetti interessati potessero formulare delle osservazioni. Contestualmente il Servizio di valutazione ambientale, in qualità di autorità competente, ha provveduto ad avviare il relativo procedimento di VAS, esprimendo il 5 giugno 2012 il parere motivato ai sensi della legge sulla valutazione ambientale e strategica e, alla luce delle diverse osservazioni pervenute durante il periodo di pubblicazione del piano, il giudizio espresso è che le modifiche proposte al PRAE non abbiano nel complesso effetti negativi e significativi sull'ambiente. Nel fornire questo parere il Servizio di VAS ha altresì formulato alcune prescrizioni ed indicazioni di carattere generale, principalmente di tipo urbanistico, idrogeologico e di tutela ambientale, oltre che alcune considerazioni puntuali riguardo a specifiche aree individuate. Successivamente il Servizio cave e miniere ha provveduto a predisporre le modifiche del piano e della relazione ambientale secondo le prescrizioni contenute nel parere motivato. La Giunta, con atto del 15 giugno 2012, ha deciso di procedere alla proposta di modifica del piano, proponendone quindi l'adozione a questo Consiglio regionale. Questo da un punto di vista di procedimento.

Alcune considerazioni generali sui contenuti dell'aggiornamento del piano. L'attuale disponibilità di siti del PRAE appare sufficientemente adeguata come potenzialità al fabbisogno espresso, però è emersa una criticità di cui si è tenuto conto, che riguarda principalmente la distribuzione dei siti di coltivazione che è poco uniforme sul territorio regionale: questo comporta spese di trasporto e poca concorrenzialità del materiale, con impatti sull'ambiente non sempre trascurabili. Sulla base di queste considerazioni, si è ipotizzato di migliorare la distribuzione dei siti, individuando laddove possibile una serie di aree anche di proprietà comunale o regionale pubblica, la cui coltivazione può essere messa a bando con procedura ad evidenza pubblica. Quest'ultima considerazione vale per il settore del pietrame, per il quale è stata migliorata la disponibilità dei siti in corrispondenza delle vallate laterali, spesso sguarnite, in modo da consentire una disponibilità di materia prima a chilometri zero in caso di avvio di opere di una certa rilevanza o di interventi urgenti. Si è inoltre provveduto ad individuare con maggior precisione i giacimenti e a rivedere alcune perimetrazioni delle attuali zone inserite nel PRAE, questo ha comportato una riduzione delle superfici impegnate. La consultazione del catasto cave ha consentito di individuare alcuni siti estrattivi abbandonati e mai stati oggetto di interventi di riqualificazione da inserire nel piano, con un duplice obiettivo: da un lato di ultimare lo sfruttamento del giacimento e poi di permettere di procedere al recupero ambientale del sito alla fine della coltivazione di tutta l'area. Sono poi state inserite alcune porzioni del territorio regionale che necessitano di una riqualificazione e che per le loro caratteristiche giacimentologiche giustificavano l'inserimento nel PRAE. Diciamo che nel complesso la revisione del PRAE, con l'inserimento di nuove aree e la riperimetrazione di altre, risponde all'esigenza di garantire un fabbisogno decennale, secondo finestre di scorrimento a copertura delle mutate esigenze di materia prima e per compensazioni di volumi estratti in questo primo triennio di coltivazione. Sono state poi rimosse alcune aree, operazione ritenuta necessaria perché alcune aree si sono esaurite nel corso del triennio passato; in alcuni casi è stata richiesta una diversa e motivata utilizzazione da parte, per esempio, dei proprietari dei fondi. Ci sono poi aree che non risultano più accessibili in sicurezza, per l'evolversi di dissesti a monte e anche per mutate condizioni normative, e alcune aree che non si prestano più ad una destinazione estrattiva. L'insieme delle operazioni che ho brevemente descritto ha condotto alla proposta oggi all'esame, che complessivamente comprende una ridistribuzione delle aree, ma, da un punto di vista di volumi estrattivi, prevede una lieve contrazione globale delle superfici impegnate.

In sintesi, per dare alcune indicazioni che sono state esaminate in commissione, che ringrazio per aver fatto una valutazione approfondita su questo documento, per quanto riguarda le cave di inerti, sabbia, ghiaia e pietrame, c'è stato un lieve aumento del numero di cave, con una corrispondente diminuzione della superficie totale interessata dal piano e del volume estraibile. Il numero di siti aumentato però consente di perseguire la necessaria flessibilità in termini di disponibilità di risorse, in prossimità delle zone in cui il materiale stesso sarà utilizzato. Questa flessibilità può migliorare anche la dinamicità del settore, renderlo più competitivo rispetto al prodotto attualmente importato da fuori Valle e innescare un processo virtuoso di aumento della produzione, con conseguenti ricadute positive per la nostra regione in termini occupazionali e in generale sull'indotto. Per quanto riguarda le cave di lose, non ci sono particolari variazioni e chiaramente questa tipologia estrattiva è strettamente connessa alla disponibilità geologica; in generale il volume estraibile garantisce ampiamente la copertura dei fabbisogni, che è ipotizzata per il prossimo decennio pari a circa 2.800 metri cubi all'anno di materiale. Anche per quanto riguarda il marmo e le pietre ornamentali c'è stata una riottimizzazione delle superfici previste nel piano e il ridimensionamento tuttavia assicura ampiamente il fabbisogno che in questo settore è stimato di circa 28.000 metri cubi anno per il marmo e 5.200 per la pietra ornamentale.

Quella che proponiamo è una modifica abbastanza contenuta del piano, ricordo che il piano è lo strumento di pianificazione, quindi ogni successivo progetto di cava è soggetto a specifica autorizzazione e conseguente VIA ed è in quella sede che vengono definite prescrizioni specifiche per ogni tipo di attività estrattiva.

Presidente - Dichiaro aperta la discussione generale.

La parola al Vicepresidente Chatrian.

Chatrian (ALPE) - Merci Mme la Présidente.

Qualche piccola considerazione: l'Assessore ha ripercorso le fasi che hanno portato ad elaborare numerosissimi elaborati e soprattutto lo stato dell'arte dopo tre anni, momento in cui il documento è stato approvato a giugno 2009. La legge impone oggi di affrontare dopo tre anni una prima verifica e, dopo aver verificato questi tre anni di suo utilizzo, di rimodellare in base alle esigenze, ma soprattutto in base a quell'equilibrio forse difficile da raggiungere, equilibrio fra quello che è il rispetto dell'ambiente da una parte e il rispetto delle esigenze del territorio dall'altra, senza dimenticarci una certa economicità quando si vanno a rimodulare le possibilità sul nostro territorio. Un obiettivo da raggiungere quindi difficile, un obiettivo interessante, perché stiamo parlando di uno strumento di pianificazione, è stato detto prima dall'Assessore, e, come tutti gli strumenti, anche questo va tarato o integrato per raggiungere un obiettivo comunque molto importante: quello dell'equilibrio, nel quale intervengono il rispetto dell'ambiente, il rispetto delle esigenze di chi lavora direttamente e chi deve poter lavorare ed ottenere dalle cave un suo reddito e al tempo stesso una certa economicità. Le tre cose devono non solo andare di pari passo, ma dietro ci deve essere un progetto, per cui la pianificazione a questo punto diventa fondamentale. Stiamo parlando di modifiche, stiamo parlando di aggiornamenti, così è stato detto.

Vorrei fare qualche considerazione. In commissione abbiamo audito le associazioni che sono direttamente interessate e quelle che sono indirettamente interessate occupandosi della tutela dell'ambiente. Tutte le associazioni hanno fatto delle riflessioni, ci sono punti di forza, punti di debolezza e soprattutto criticità; oggi stiamo affrontando questo documento dal punto di vista di adozione, quindi le bocce non sono ferme. Seguirà un iter interessante nelle prossime settimane, nel quale i cittadini direttamente o indirettamente interessati potranno proporre delle osservazioni alla struttura regionale; poi, a seconda della consistenza e del periodo in cui vengono presentate tali osservazioni, vi sono 100 giorni di tempo per procedere all'istruttoria di tali nuove richieste.

Qual è quindi la posizione del gruppo ALPE? A luglio, affrontando questo dossier in commissione, ci sembrava che tale documento fosse stato calato totalmente dall'alto, nessuno è stato interpellato, non c'è stato confronto o poco confronto, o l'equilibrio non si è trovato. Penso che adesso la sfida più delicata sia da domani, quando le associazioni presenteranno le proprie osservazioni. A quel punto gli uffici faranno la loro parte amministrativa e il tutto sarà di nuovo discusso nelle sedi opportune, in commissione e poi in aula, per avere quella sintesi difficile fra il rispetto dell'ambiente da un lato, rispetto delle esigenze delle associazioni che lavorano direttamente su questo settore e il terzo...comunque di economicità.

Una riflessione ulteriore a questo ragionamento è che nelle varie audizioni ci è stato detto che la burocrazia è molto pesante e sovente i vari enti non si parlano fra di loro, i tempi per avere delle risposte sono molto lunghi e direi che a quel punto l'Assessorato dovrebbe prendere il toro per le corna e riuscire a snellire queste procedure e soprattutto far parlare i vari enti se questi enti non si parlano o i tempi sono molto lunghi.

Questa è la nostra posizione: ci asterremo su questo documento partendo dal principio che stiamo parlando di uno strumento di pianificazione, uno strumento molto importante; analizzeremo in commissione le osservazioni che sicuramente arriveranno per poi affrontare il documento di approvazione in quest'aula. Grazie.

Président - La parole au Conseiller Donzel.

Donzel (PD) - Grazie Presidente.

Di fronte alle considerazioni fatte dall'Assessore, devo asserire, per essere stato presente in alcune audizioni in commissione, che nutro qualche perplessità sul percorso che ha portato a questo documento, nel senso che sono rimasto anche un po' stupito dal fatto che ci sono dei soggetti che rappresentano anche degli interessi apparentemente contrastanti, come il mondo ambientalista e il mondo dell'impresa, ma che hanno fatto considerazioni molto simili nel percorso in commissione. Io penso che il compito che spetta alla politica in queste situazioni sia quello di riuscire a far lavorare insieme anche soggetti che rappresentano sensibilità diverse, ma che hanno comunque degli obiettivi che sono comuni, perché tutti hanno interesse alla salvaguardia del territorio, anche le imprese. Quello che è stato chiaro è che anche l'impresa non vuole devastare il territorio, tant'è che mi ha stupito il fatto che venissero contestate alcune aree da parte delle imprese, perché situate vicino a zone che non sono facilmente utilizzabili, quindi è la stessa impresa che dice: "non inseritemi nel piano quella zona, perché non posso essere operativa".

Questo documento che ci arriva, e che è frutto di un'elaborazione, allora sicuramente non rappresenta i desiderata né del mondo dell'impresa, né del mondo ambientale, ma è un primo passo a cui seguiranno osservazioni. In questa fase quindi, di fronte ad un documento di questo tipo, di fronte alla disponibilità però dell'Assessore di prendere in considerazione le osservazioni, di guardarle con molta cura, non possiamo votare contro, ma ci asterremo, perché ci aspettiamo che ci sia veramente lo spirito di lavorare su queste osservazioni.

Non sono un assessore, ma l'idea che ho della politica è quella che fa dialogare i soggetti; sarebbe importante che i soggetti ambientalisti e i soggetti delle imprese avessero anche degli incontri in comune con l'Assessore, perché alcuni nodi devono essere sciolti prima che arrivino delle osservazioni che poi vengono usate come delle clave le une contro le altre. Questa è la cosa più sbagliata, cioè usare la clava ambientalista contro l'impresa e la clava dell'impresa contro le associazioni ambientali per dire: "visto che non andate d'accordo, allora va avanti questa cosa". No, non è questo che noi vogliamo: noi vogliamo, come le imprese hanno dimostrato...dopo aver fatto degli interventi anche pesanti di prelievo, ripristinare il territorio, restituirlo ai cittadini; per questo bisogna operare con delle norme che facilitino questi interventi, rendano immediatamente estraibile il materiale e vincolino immediatamente al ripristino ambientale. Cave che stanno aperte per anni, che fanno polvere per anni diventano faticose per il territorio; l'impressione che mi sono fatto io, ma la vorrei condividere con il Consiglio, è che un intervento su un territorio deve avere una durata limitata perché i cittadini che si vedono continuamente la polvere, il camion, la ruspa, il rumore diventano insofferenti verso l'utilizzo del territorio. Se invece quel territorio viene utilizzato, ma in tempi ragionevoli viene ripristinato, alle volta diventa addirittura di uso pubblico e allora il mondo dell'impresa e il mondo dell'ambientalismo si incontrano. È questa la sfida credo che ha davanti il Governo regionale e noi in tale linea cercheremo di lavorare per far incontrare questi mondi. Grazie.

Presidente - Se non vi sono altre richieste di intervento, dichiaro chiusa la discussione generale.

La parola all'Assessore al territorio e ambiente, Manuela Zublena.

Zublena (UV) - Grazie Presidente.

Intervengo solo per accogliere questa che è una sfida continua nella pianificazione territoriale, cioè quella di far incontrare istanze ed esigenze diverse. Per questo fine ci sono vari strumenti; quello che in primis è stato messo in atto è la valutazione ambientale strategica, che forse non è stata accolta da tutte le parti come un'opportunità per esprimere considerazioni e metterle a confronto con altre. Di questo non ne facciamo una colpa, nel senso che abbiamo dato l'opportunità, si potrà comunque approfittare dei 60 giorni di pubblicazione, affinché quelle istanze che non si sono presentate nella fase di VAS possano essere portate all'attenzione degli uffici.

Tengo ad esprimere un sentito ringraziamento al Servizio cave e miniere, che ha svolto tutta questa attività sia di revisione del piano che di redazione della VAS con le risorse interne, quindi senza gravare su risorse della Regione, e anche alla III Commissione e il suo Presidente Comé per averci accompagnato nell'analisi di questo documento, riservandoci una valutazione finale sul documento che emergerà da un secondo momento di confronto fra le varie istanze.

Presidente - Pongo in votazione l'atto:

Consiglieri presenti: 34

Votanti e favorevoli: 26

Astenuti: 8 (Bertin, Cerise, Chatrian, Donzel, Carmela Fontana, Louvin, Patrizia Morelli, Rigo)

Il Consiglio approva.