Objet du Conseil n. 2566 du 26 juillet 2012 - Resoconto
OGGETTO N. 2566/XIII - Approvazione della risoluzione: "Iniziative a difesa dell'autonomia speciale della Valle d'Aosta in accordo con le altre autonomie speciali". (Decadenza di altra risoluzione)
Risoluzione
Il Consiglio regionale della Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste
Preso atto di quanto emerso nella recente audizione con i parlamentari della Valle d'Aosta, Sen. Antonio Fosson e On. Roberto Nicco, svoltasi in I Commissione sul tema della proposta di riforma della Costituzione all'esame del Senato della Repubblica;
Sottolineato preliminarmente che:
- si avverte in questa fase storica un clima di crescente ostilità nei confronti delle autonomie speciali, che evidenzia l'esistenza di un'azione coordinata che sfocia in prese di posizione di vario genere derivanti dal mondo politico e accademico, oltreché da diversi settori dell'economia e dell'informazione, profittando anche della grave situazione legata alla crisi economico-finanziaria in corso;
- la proposta costituzionale, attualmente in discussione a Palazzo Madama, rappresenta una sintesi contraddittoria in assenza di un disegno complessivo e di un clima costituente condiviso, come evidenziato dalle scelte sulla forma di governo (ciò emerge, ad esempio, dalle forti polemiche sul semipresidenzialismo);
- risultavano, nel testo iniziale della riforma in discussione, elementi di preoccupazione, come previsto dal concetto - per ora bocciato dall'aula - dell'"unità giuridica o economica della Repubblica", versione riproposta del vecchio "interesse nazionale" assai negativo per le potestà legislative regionali;
- risulta assai negativo che nella bozza di riforma manchi del tutto l'auspicata introduzione del principio dell'intesa con le autonomie speciali nell'articolo 116 della Costituzione, indispensabile tutela per la specialità e presupposto per affrontare con serenità la riforma organica degli Statuti;
- si nota come la legislatura nazionale si avvii alla sua tormentata conclusione e, nella situazione di incertezza già evocata, risulti difficile il raggiungimento delle maggioranze necessarie per una riforma costituzionale che non venga sottoposta a referendum;
Giudica
incoerente la proposta di bicameralismo così come formulata e per altro, anche nel punto riguardante la riduzione del numero dei parlamentari nazionali, non in linea con le reiterate proposte federaliste approvate dal nostro Consiglio Valle in tema di Camera delle Regioni;
Propone
di rafforzare la rete di collaborazione e di fronte comune con le altre autonomie speciali dell'Arco alpino sia dei governi che dei Consigli regionali, oltreché dei Parlamentari eletti in queste zone, come mostrato dal recente incontro nella Provincia autonoma di Trento fra i Presidenti delle Regioni a Statuto speciale e delle Province autonome del Nord;
Segnala
positivamente come, rispetto alla messa in discussione dell'autonomia speciale, si siano avute una serie ripetuta di sentenze della Corte Costituzionale che, nel breve volgere di due mesi, hanno posto alcuni principi a difesa degli Statuti d'autonomia speciale:
Ricorda
come vi sia una necessità evidente di una revisione della legge nota come "Porcellum" per le elezioni politiche, fatto salvo il sistema elettorale in vigore in Valle d'Aosta;
Impegna
infine il Presidente della Regione, invitando altresì i Parlamentari valdostani, ad azioni, concertate con il Consiglio Valle, a difesa dell'autonomia speciale della Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste e delle sue prerogative per contrastare la campagna in atto contro la specialità, in accordo con le altre autonomie speciali, e a vigilare sui contenuti delle riforme in divenire.
F.to: Zucchi - Caveri - Empereur - Crétaz - Salzone - Emily Rini - La Torre
Risoluzione
Il Consiglio regionale della Valle d'Aosta
Posizione del Consiglio regionale della Valle d'Aosta in ordine alla riforma costituzionale
Ringrazia i Parlamentari della Valle d'Aosta Sen. Antonio Fosson e On. Roberto Nicco per aver voluto aprire un confronto con il Consiglio regionale sul tema della riforma della Costituzione secondo la proposta attualmente all'esame del Senato della Repubblica;
Osserva che:
- si avverte in questi mesi un clima di crescente ostilità nei confronti delle autonomie speciali, apertamente fomentato da alcuni settori del mondo politico, dell'economia e dell'informazione, clima che non permette che prenda forma una Costituzione autenticamente federale, garantita anche dal principio della previa intesa con le Regioni a statuto speciale sulle future modificazioni che le riguardano;
- la "proposta Vizzini" rappresenta una difficile e contraddittoria sintesi di spinte diverse e talvolta incompatibili fra loro e reintroduce elementi di potenziale ritorno ad un accentuato centralismo legislativo, come nel caso dell'introduzione del principio di "unita giuridica o economica della Repubblica" in relazione alle materie attribuite alla potestà legislativa regionale;
- la legislatura nazionale è ormai entrata nei suoi ultimi mesi di vita e le preoccupazioni dell'opinione pubblica italiana e valdostana sono rivolte in modo assolutamente prioritario alle questioni del lavoro, della fiscalità, della ripresa economica e della giustizia sociale;
- nel contesto politico confuso di questi mesi, in cui le forze politiche nazionali non riescono né ad esprimere un governo politico per il Paese né ad intendersi sulla riforma della legge elettorale, assolutamente necessaria ed urgente per evitare che si torni alle urne con l'attuale deprecabile normativa elettorale (il c.d. "porcellum"), sono purtroppo assenti le condizioni minime che consentirebbero riforme costituzionali organiche ed equilibrate. Ne sono prova le vistose forzature e i comportamenti irresponsabili tenuti da alcune forze politiche che, in queste ultime ore, hanno preferito agitare vessilli ideologici e votare proposte palesemente contraddittorie, agendo in maniera incompatibile con un serio spirito costituente;
Esprime, pertanto, la propria viva preoccupazione in ordine ad una parte rilevante dei contenuti della proposta di riforma avanzata dalla Commissione affari costituzionali del Senato (A.S. n. 24 e abbinati-A) attualmente all'esame del Senato, e in particolare per le opzioni "semi-presidenzialistiche" avventurosamente votate nella seduta di ieri dal Senato che provocano il venir meno di una Presidenza della Repubblica con spiccate funzioni di garanzia.
Ritiene a questo proposito auspicabile che il Parlamento, ove decida di portare a termine il procedimento di riforma costituzionale in corso, si limiti ad adottare le misure assolutamente condivise, quali quelle relative all'abbassamento dell'età dell'elettorato e alla riduzione del numero dei parlamentari (anche se considera a questo riguardo che sarebbero necessarie scelte più coraggiose di quella contenuta nella proposta);
Giudica pericolosamente confusa la proposta di bicameralismo così come formulata, mentre sarebbe indispensabile differenziare nettamente - in modo sostanzialmente diverso da quello demagogicamente e contraddittoriamente votato dall'aula del Senato - funzioni e composizione dei due rami del Parlamento, definendo per il Senato caratteri di vera e propria "Camera delle Regioni" dotata di rappresentanza paritaria fra gli enti regionali che compongono la Repubblica ai sensi dell'art. 114 della Costituzione.
Evidenzia inoltre come la scelta di sostituire il Presidente del Consiglio all'intero governo come destinatario della fiducia parlamentare non avvantaggi di fatto né il Parlamento, né il Governo, sbilanciando ulteriormente l'assetto costituzionale a favore di una marcata personalizzazione del potere;
Impegna il Presidente del Consiglio regionale e il Presidente della Regione e invita i parlamentari valdostani, in relazione all'iter della riforma costituzionale, a rafforzare, analogamente a quanto avvenuto nelle scorse settimane in relazione alle problematiche del federalismo fiscale, la rete di collegamento istituzionale con le altre Regioni alpine ad ordinamento differenziato attraverso l'operato parallelo e solidale dei rispettivi governi e consigli regionali, oltre che dei parlamentari espressi dai territori alpini, in conformità alle indicazioni della presente risoluzione.
F.to: Louvin - Carmela Fontana - Giuseppe Cerise - Donzel - Rigo - Chatrian - Patrizia Morelli - Bertin
Presidente - La parola al Consigliere Zucchi per l'illustrazione della risoluzione espressa dalla I Commissione.
Zucchi (PdL) - Grazie Presidente.
Credo sia utile ripercorrere l'iter che ci ha portato alla formulazione di queste risoluzioni per rendere edotti tutti i colleghi che non fanno parte della I Commissione e perché si capisca quali sono stati la genesi e l'iter che ci hanno portato fino a qua. Nei primi di luglio sono stato contattato, in qualità di Presidente della I Commissione, dal Senatore Fosson, che ha manifestato l'intendimento, a nome anche dell'Onorevole Nicco, di arrivare in commissione per parlare dei temi in quel momento in discussione in Senato. La calendarizzazione dell'argomento aveva assegnato al Senato i temi che sono oggetto di queste risoluzioni. Alla prima data disponibile delle agende degli Onorevoli Nicco e Fosson, il 16 luglio, è stata convocata la commissione per sentire quali erano le novità, le impressioni e la situazione che intercorreva in quel momento in Senato. L'audizione quindi è avvenuta il 16, quando in Senato le votazioni erano già iniziate. Non erano giunte al completamento come sono giunte nella giornata di ieri e, a questo proposito, chiedo in occasione di tale illustrazione che venga rettificata per una questione tecnica la parte introduttiva della risoluzione in oggetto, dove si parla di una discussione in corso, quando invece la discussione si è chiusa in Senato, quindi di modificare "dal Senato" a "in discussione in Parlamento".
In occasione dell'audizione c'è stato un ampio dibattito su temi molto rilevanti che riguardano l'assetto della nostra Nazione da un punto di vista costituzionale, che concerne l'impianto costituzionale e la conseguente riforma elettorale, con le ricadute che hanno suscitato in tutti, ma in particolare - spiegherò il perché - nei Commissari di maggioranza gli argomenti che hanno una ricaduta diretta sul nostro ordinamento, visto quello che si muove negli organi di informazione, nel mondo accademico e scientifico in questo momento particolare della nostra storia, che vede il manifestarsi di un movimento di antipolitica, di insofferenza che mette in cattiva luce, a nostro avviso in maniera ingiusta, le autonomie speciali tutte, senza alcuna distinzione fra le Regioni virtuose e quelle meno. La nostra attenzione è stata rivolta ad individuare quei temi che univano i commissari per giungere ad un indirizzo, un incipit in occasione delle votazioni che si stavano profilando, secondo una proposta che, come Presidente, mi sono sentito di fare e non solo dietro richiesta dei due Parlamentari e quindi l'intenzione mia e della commissione era quella di giungere ove possibile ad un documento condiviso che potesse unire, senza togliere la possibilità di disquisire sui vari temi, tutte le forze politiche. C'è stato un iter che è durato una settimana di colloqui informali, in questo senso ringrazio il collega Caveri, che si è reso protagonista, anche su richiesta della maggioranza, nello stendere i temi che erano stati individuati nel corso di questa prima discussione in commissione e che erano i temi di più diretta pertinenza e di ricaduta sul nostro ordinamento.
Abbiamo seguito anche le evoluzioni per viva voce del Senatore Fosson. Come è noto, sia con la scorsa settimana, sia con il voto di ieri si è consumata con il voto favorevole in Senato la riforma costituzionale e ci eravamo proposti di riunirci il 22 luglio allo scopo di preparare una bozza di risoluzione che fosse condivisa. In quella fase c'erano state delle incomprensioni anche fra i Commissari di maggioranza, che non ritenevano che fossero maturi i tempi per giungere ad una discussione in questo particolare momento, ma, a seguito anche della presentazione di una risoluzione al termine della riunione di commissione del 22 luglio, presentata dal gruppo ALPE, le forze di maggioranza, che avevano peraltro chiesto un termine di sospensione, hanno deciso di arrivare oggi con un documento che fosse condiviso e contenesse le preoccupazioni che erano contenute anche nel documento presentato da ALPE.
Sempre con il supporto tecnico-politico del collega Caveri, abbiamo cercato di fare un'opera di unione delle suggestioni che erano state oggetto di preoccupazione di ALPE e PD per arrivare in extremis ad una risoluzione unitaria. Purtroppo, ieri, nell'ultima riunione di commissione su questo tema, in un clima di emergenza non si sono trovati i presupposti per arrivare ad una risoluzione condivisa. C'erano delle spinte da parte delle forze di opposizione tese più che altro ad inserire degli argomenti finalizzati a dividere, piuttosto che ad unire; per questo motivo - credo che il collega Louvin lo dirà quando interverrà - per la prima volta in quattro anni mi sono permesso di interrompere il suo intervento in commissione, perché ritenevo che i tempi, le modalità e le forme che si erano verificate nell'aula qui a fianco, anche in prossimità dell'inizio dei lavori consiliari, non giustificassero l'espressione di un ampio ed articolato dibattito da parte di tutte le forze politiche. Mi sono permesso per la prima volta in quattro anni di interrompere il collega Louvin ritenendo che le sue argomentazioni di carattere strettamente politico non fossero pertinenti in quella sede e in quella forma.
Nonostante gli ultimi tentativi che sono giunti anche a seguito della proposta da parte de gruppo PD di elementi che erano giudicati comunque degli elementi che potevano essere inseriti, tant'è che sono stati inseriti nella risoluzione della maggioranza, non è stato possibile giungere ad una condivisione, perché i gruppi ALPE e PD hanno abbandonato la sede della commissione. La commissione a quel punto all'unanimità ha votato il documento della maggioranza e ha deciso con rammarico di presentare questo documento alla votazione in Consiglio.
Mi fermo qui, mi riservo di esprimere le valutazioni di carattere politico in sede di discussione. Esprimo solo il mio rammarico perché su temi come questi sarebbe stato necessario esprimere da parte del Consiglio Valle delle posizioni che univano. Non c'erano nel documento degli elementi che impedivano la discussione su altri temi di carattere nazionale dove le forze politiche potevano esprimere le posizioni anche difformi, come avverrà nel corso delle discussioni, ad esempio il tema del presidenzialismo che ci vede distanti, ma un conto è esprimere in aula delle posizioni legittime se sono fatte in buona fede, un conto è pensare di inserire dei giudizi tranchant nelle premesse di un documento, che trattano il documento con una logica di parte e che come tale non può essere condiviso. Mi limiterò a fare considerazioni di carattere politico in una fase successiva.
Presidente - La parola al Consigliere Louvin per illustrare la risoluzione a firma ALPE e PD.
Louvin (ALPE) - Grazie Presidente.
Tengo ad assicurare il collega Zucchi che non abbiamo una suscettibilità particolare, abbiamo già qualche anno di vita nelle istituzioni per poter affrontare momenti di frizione e di scontro che rientrano nella normalità dei nostri rapporti, seppure debbano essere mantenuti rigorosamente entro i limiti e nelle forme. Per la verità, la ricostruzione del percorso di queste risoluzioni, secondo noi, dovrebbe essere ricordata nella sua completezza, perché in effetti nella seduta del 16 luglio i nostri Parlamentari, in particolare il Senatore Fosson auspicò vivamente una posizione del Consiglio regionale che desse lumi per quanto riguardava le votazioni che avrebbe dovuto affrontare nei giorni successivi. Proprio riprendendo questo invito, condiviso dalla commissione, ci siamo attivati e siamo venuti noi stessi in commissione a portare una nostra proposta, che ritenevamo condivisibile, o base di lavoro comune per affrontare questo tema.
Lei, Presidente, è certificatore del fatto che in commissione è stata depositata la settimana scorsa una proposta di risoluzione a firma di ALPE, in quella circostanza il collega Caveri si è limitato a comunicarci di aver trasmesso al Presidente Rollandin e ai colleghi di maggioranza dei punti, che non abbiamo mai avuto l'onore di esaminare in commissione, e che, sulla scorta delle valutazioni fatte in maggioranza, il Capogruppo dell'Union Valdôtaine Empereur molto nettamente ha indicato l'inopportunità allo stato, sentito il Presidente della Regione, che il Consiglio si pronunciasse su questo tema. Noi abbiamo mantenuto la nostra proposta in commissione, lei ha avuto la cortesia di riconvocarla con l'argomento "esame della risoluzione". È stato discusso solo il testo elaborato dalla maggioranza, c'è stato un disaccordo di fondo che adesso riassumo in due termini, visti i titoli distinti di queste due risoluzioni. A fronte di una richiesta di pronunciarci su un progetto di legge di riforma costituzionale, che riguarda il funzionamento dei massimi organi dello Stato, la Presidenza della Repubblica, il Consiglio dei Ministri e i due rami del Parlamento, la maggioranza sottopone al Consiglio una risoluzione dal titolo: "Iniziative a difesa dell'autonomia speciale della Valle d'Aosta in accordo con le altre autonomie speciali". Lodevolissimo, è una parte del discorso che abbiamo condiviso in commissione, ma quello che ci è stato chiesto dai Parlamentari in tempo utile - ed in tempo inutile arriva a questo Consiglio, perché nel frattempo c'è stata un'accelerazione in Senato - è la problematica complessiva che è oggetto della nostra risoluzione sottoscritta dai colleghi di ALPE e dai colleghi del Partito Democratico, ovvero "Posizione del Consiglio regionale della Valle d'Aosta in ordine alla riforma costituzionale". Questo per dire che non stiamo cavillando su piccole sfumature o su impuntature polemiche, ma stiamo ragionando su due temi distinti: uno è una valutazione complessiva dell'impatto politico di una riforma costituzionale sciagurata senza futuro per il modo in cui è stata gestita in Senato, irresponsabile per iniziative, fughe in avanti, eccetera - cosa di cui parleremo nel dibattito successivo - e sulla quale è doveroso che un'assemblea politica come il Consiglio regionale prenda la sua posizione; oppure una restrizione del nostro pronunciamento a poche cose non dico banali, perché farei torto all'intelligenza di tutti i colleghi della commissione, ma soprattutto del collega Caveri, che si è molto speso per elaborare questo documento...colleghi che però hanno maggioritariamente voluto sterilizzare la presa di posizione del Consiglio, facendo sì che rimanesse circoscritta nell'ambito di poche questioni che non dessero fastidio a nessuno e che facessero velo ad un'opinione che riteniamo di dover esplicitare come forze politiche responsabili su un cambiamento di quadro dell'intero apparato costituzionale. Sappiamo che non avrà un futuro, tant'è che i giornali di oggi ne danno cognizione in modo sommario e l'hanno già relegata, ci sono altri temi più centrali, c'è la riforma della legge elettorale che è il nodo che si ha di fronte, questo potrebbe sembrare un diversivo. Non è però un diversivo che un Parlamento si ritenga legittimato a stravolgere l'assetto costituzionale di un Paese a colpi di mano, che sono fatti senza perseguire un intento costruttivo e senza tenere presente i diversi soggetti che ci sono in campo.
Siccome non siamo giornalisti che devono dare conto di cosa è in discussione, ma siamo un'espressione di forze politiche e dei soggetti che hanno il dovere di illuminare l'opinione pubblica rispetto al nostro convincimento e a quello che si può formare nella comunità valdostana su quello che sta succedendo, riteniamo importante segnalare non solo il quadro generale, ma una serie di gravissimi stravolgimenti che hanno impatto sulle nostre Regioni speciali. Essere in un sistema presidenzialistico, o semipresidenzialistico, o essere in un sistema parlamentare non è la stessa cosa per una Regione a statuto speciale. Essere in un sistema federale o in un sistema pseudo-federale che vota, che ha un Senato federale che tale non è - e noi lo abbiamo valutato sulla base delle votazioni che ci sono state in Senato -, per noi sono fattori di estrema rilevanza sui quali occorre pronunciarsi. Pronunciarsi per noi nel dire che le Regioni devono avere una pari dignità nel Senato delle Regioni e non essere uno a venticinque, come sarebbero nel rapporto fra noi e la Lombardia, fra noi e la Sicilia, per noi non è indifferente.
Non è quindi un'impuntatura, la rassicuro rispetto soprattutto ai rapporti personali che ci sono fra di noi, noi non abbiamo apprezzato la sua conduzione della commissione nella giornata di ieri, ma sono cose sulle quali si voltano tranquillamente le pagine. Siamo adesso a parlare nel merito di questioni serie e a queste ci vogliamo limitare parlando chiaro, dicendo che non dobbiamo cadere negli equivoci demagogici e propagandistici in cui una parte del Parlamento sta portando su questo tema l'intero Paese e dire che il Consiglio reputa...e sull'impugnativa di mobilitazione credo che lei non avrà trovato grandi divergenze, entrambi diciamo che il Governo regionale dovrebbe fare certe cose, noi precisiamo anche la componente consiliare che non deve rimanere estranea a questa rete di collegamento interistituzionale, ma questi sono dettagli: il problema di fondo è una presa di posizione e di coscienza che riteniamo di dover assolutamente fare in questo Consiglio. Riteniamo che, seppure con il caldo delle ultime ore di un Consiglio di fine luglio, sia significativo che venga messa all'ordine del giorno come è stato e che faccia oggetto di un pronunciamento della nostra Assemblea. Grazie.
Presidente - Dichiaro aperta la discussione generale.
La parola al Consigliere Caveri.
Caveri (UV) - Merci M. le Président.
Il me paraît évident que j'éviterai de revenir sur la question de forme et je m'occuperai que de la substance, parce que les temps que nous sommes en train de vivre sont tellement difficiles et qu'il est tellement important de discuter des éléments concrets qu'il faut éviter de revenir sur tout ce qui s'est passé en commission. Aujourd'hui nous avons des documents, chacun de nous est à même de s'exprimer et je voudrais m'occuper que des éléments politiques que nous sommes tenus à débattre cet après-midi.
Du point de vue psychologique, nous sommes, en tant qu'autonomie spéciale, en difficulté. Personne n'aurait pensé d'avoir une situation tellement délicate pour notre autonomie dans un cadre politique sans précédents en Italie et en Europe et dans un climat économique et financer qui se démontre chaque jour fort difficile et il y a des moments d'espoir et des moments de difficulté, mais chaque jour a sa peine dans ce parcours. Au-delà de cette considération, il est évident que nous sommes tenus à faire notre part et d'affronter les différents éléments en sachant que nous sommes le Conseil de la Vallée d'Aoste, donc la grande discussion sur la réforme constitutionnelle est une discussion qui se tient dans le Parlement italien. C'est tout à fait légitime de notre part de pouvoir nous exprimer et il me paraît que chaque force politique a ses référents à Rome qui sont à même de s'exprimer dans les assemblées pertinentes, celles qui s'occupent de réformes.
È del tutto evidente che ci troviamo in un clima di crescente ostilità nei confronti delle autonomie speciali, ne abbiamo discusso nelle dichiarazioni fresche che il Presidente ha fatto sull'ultimo decreto: quello della spending review. In queste ore si vedrà se ci sarà una soluzione di salvaguardia delle autonomie speciali o se ci troveremo di fronte all'ennesima delusione in questa parte di legislatura, sapendo che qualcuno non a caso in questi giorni ha ricordato come, sparita la politica, resti la consulta, la Corte costituzionale, che in una raffica di sentenze nei mesi di giugno e luglio ha messo del balsamo sulle terribili ferite che la nostra autonomia speciale ha subito con una serie di decreti-legge che stanno arrivando al pettine. Sono decreti-legge che sono il frutto prima dell'ultima parte del "Governo Berlusconi", poi nelle sentenze attuali della prima parte del "Governo Monti".
Questa crescente ostilità nei confronti delle Regioni autonome non vede solo come protagonista in negativo la politica intesa come Parlamento italiano, che è quello con la capacità legislativa che può invadere le nostre competenze - fra l'altro, ogni tanto nascondendosi dietro agli obblighi comunitari -, ma c'è anche un attacco sempre più virulento da parte del mondo dell'informazione. Infatti, guardando i grandi quotidiani come il Corriere della Sera, La Repubblica, Il Sole 24ore, ma anche Libero e Il Giornale, ci rendiamo conto come le autonomie speciali dai tempi del famoso libro sulla casta di Rizzo e Stella siano nel mirino, ogni mese escono fuori statistiche e articoli in cui alla fine si dice: "basta con le speciali". Talvolta poi nell'informazione si incunea il mondo accademico, autorevoli professori federalisti fino a qualche mese fa sono all'improvviso colpiti da una specie di fulmine centralista e cominciano a dire: "basta" con questa situazione di difformità nel regionalismo italiano e si spingono fino a dire: "basta" con il regionalismo italiano. Il mondo dell'economia fa la stessa cosa, qualche giorno fa mi hanno mandato un piccolo studio di Banca Intesa San Paolo intitolato "L'anacronismo dei privilegi", addirittura in un monitoraggio fatto da questa importante banca si dice: "basta con le Regioni a statuto speciale" e in dieci paginette si smontano sessanta anni di storia, il tutto arricchito di grafici e di quell'insieme di ammennicoli peraltro non nuovi, perché c'è qualche esponente politico valdostano che nel tempo ha fatto dei libri sui privilegi della Valle d'Aosta. Ricordo che, prima degli attacchi esterni...ed oggi non mi riferirò a questi colleghi, oggi vicini ad alcune forze politiche dell'opposizione, che hanno teorizzato per anni che eravamo troppo ricchi, dicendo anche in termini francescani che dovevamo vergognarci, quando poi tutti oggi siamo d'accordo che non ci dobbiamo più vergognare...arrivano questi attacchi, in parte fomentati dall'interno, perché, quando vedo alcuni articoli sui giornali, mi viene in mente che qualche ispiratore locale ci possa essere.
La riforma...intanto voglio dire che la posizione del Senatore Fosson è stata limpida: ha votato sull'emendamento del semipresidenzialismo astenendosi, che è voto contrario, come potrebbe dirci il Presidente Rollandin avendo fatto il Senatore, la stessa cosa è avvenuta sul voto complessivo. È vero che noi possiamo in questa discussione esprimerci con una geometria variabile, lo dicevo in commissione, cioè i colleghi del PdL hanno un atteggiamento favorevole sul semipresidenzialismo, mentre l'Union Valdôtaine storicamente ha un atteggiamento contrario e il documento non è omissivo, perché diamo conto di una polemica crescente sull'argomento. Tuttavia basta guardare la maggioranza con cui questa riforma è stata approvata ieri per rendersi conto che tale maggioranza sarà ancora più flebile alla Camera e questo significa che con il tempo a disposizione da qui al mese di aprile 2013 non c'è alcuna possibilità che tale riforma arrivi a conclusione; se anche arrivasse eccezionalmente, ma i tempi del 138 della Costituzione non ci sono, sarebbe sottoposta a referendum popolare.
Credo quindi che oggi possiamo scorrere la riforma costituzionale, dove noto con simpatia che viene affermato finalmente il bilinguismo della Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste nel declinare il Senato federale...ma che è una riformetta ritengo che lo si vedesse dalle immagini televisive dell'aula del Senato, dove tutto c'era tranne quel fuoco costituente che fa immaginare che la riforma possa arrivare a conclusione. Certo questa riforma contiene degli elementi di delusione: non c'è una riforma federalista, la diminuzione del numero dei parlamentari è minimalistica rispetto alle aspettative che c'erano state, la figura del semipresidenzialismo va ad infilarsi come una specie di corpo estraneo rispetto al complesso della Costituzione. È una specie di cosa posticcia che immagino abbia una valenza anche nella trattativa politica per la vera materia del contendere, che noi evochiamo, che è il superamento del Porcellum, per cui questa sorta di braccio di ferro sulla riforma costituzionale diventa qualcosa di strumentale. L'unica nota positiva è il fatto che sia stato cancellato l'interesse nazionale.
Concludo dicendo che il fatto che oggi adoperiamo questa risoluzione prima dell'estate per ribadire la difesa dell'autonomia speciale non è improprio o improvvido, perché questa è l'emergenza attuale, non il "babaccio" o il "babau" del semipresidenzialismo di una riforma che non arriverà mai alla fine...e semmai il fenomeno tutto italiano in cui per alcuni anni il vento del federalismo, senza nessuna concretizzazione, ha soffiato sull'Italia, per cui se uno andava in un confronto pubblico e diceva di non essere federalista, veniva lapidato...oggi ho l'impressione che la moda sia inversa, che chi dice di essere contro la democrazia locale ed in particolare contro le autonomie speciali rischia invece di essere alla moda.
Presidente - La parola al Consigliere Bertin.
Bertin (ALPE) - Grazie Presidente.
A nostro avviso, è importante che il Consiglio esprima una sua opinione in ordine alla riforma costituzionale approvata ieri in Senato, anche se tale riforma difficilmente andrà a buon fine. Questa riforma, che introdurrà nel sistema italiano il modello istituzionale francese con l'elezione diretta del Capo dello Stato, introducendo quello che viene definito semipresidenzialismo - definizione che è stata data dal politologo Duverger negli anni '70 e che ha avuto un certo successo -, ma non spiega bene i meccanismi di funzionamento di questo sistema. È un sistema che mescola elementi presidenzialistici ad elementi parlamentaristici, un funzionamento non sincronico dei due elementi, ma diacronico, cioè, quando la maggioranza parlamentare corrisponde a quella presidenziale, ci si trova davanti ad un sistema iper presidenzialista molto più di quello americano, che ha al suo interno una serie di limitazioni del potere del Presidente il cosiddetto check and balances, che fanno sì che il sistema americano funzioni. Il sistema francese, nel caso di omogeneità della maggioranza parlamentare con quella presidenziale, viene ad avere come risultato un sistema presidenziale più di quello americano; al contrario, quando le due maggioranze non corrispondono, si ha la cosiddetta cohabitation e il meccanismo entra in crisi e solo una democrazia di lunga tradizione e una cultura politica come quella francese condivisa da tutte le forze politiche può reggere una situazione del genere. Alla fine del sistema sovietico lo stesso modello è stato applicato dalla Federazione russa e una di queste crisi fra il Cremlino e il Parlamento russo è finita a cannonate: questo per dire che è un modello complesso che vede una difficoltà di applicazione nel nostro sistema.
In Italia molto difficilmente può funzionare questo sistema, non si finirà a cannonate, ma il rischio di una paralisi o di un consociativismo inutile e dannoso è più che reale. L'elezione diretta del Presidente della Repubblica ha nel proprio DNA un elemento nazionalista e per una Regione e uno Stato come il nostro, che dal nazionalismo ha avuto grandi danni, la dottrina fascista è nata in Italia ed esportata nel mondo creando grandi problemi, non può che preoccuparci. È importante pertanto esprimere una certa preoccupazione, perché è un modello che non viene limitato da un forte sistema autonomistico, il modello proposto per il bicameralismo è ben lontano dal Bundestag o dal Senato americano: ci si trova in un sistema diverso e che non avrà la capacità di contrapporsi a questa ipotetica elezione diretta del Presidente della Repubblica. Per questa ragione è importante che il Consiglio esprima una propria opinione per essere chiaro su tale punto e per non lanciarsi in avventure dalle quali non è facile tornare indietro. Grazie.
Presidente - La parola al Consigliere Salzone.
Salzone (SA-UdC-VdA) - Grazie Presidente.
Intervengo perché devo delle scuse ai miei colleghi, in particolare ai colleghi Zucchi, Caveri, Empereur e al Presidente stesso, perché mi ero battuto affinché le due risoluzioni potessero trovare una sintesi che avesse come titolo quello della salvaguardia dei nostri diritti costituzionali, la difesa della nostra autonomia. In un momento come questo sentir parlare di cose pur molto intelligenti, collega Bertin, o sentirmi dire dal collega Louvin che la salvaguardia dell'autonomia è un problema parziale quasi sterile...credevo che le indicazioni fossero altre: ecco perché, quando in commissione ho chiesto una riunione successiva per discutere di queste cose, mi ero illuso che almeno su un argomento di tale importanza si potesse trovare una sintesi.
Credo che in questo momento l'argomento che ci riguarda sia quello che ha ben illustrato il collega Caveri: c'è un attacco indiscriminato alle speciali, in questa discussione noi dovremmo fare dei distinguo fra le speciali dell'arco alpino e le speciali come la Sicilia o la Sardegna; come Stella alpina, abbiamo cercato di dirlo in un documento recentemente. Questo doveva essere l'argomento che non poteva altro che unirci, mi chiedo cosa pensa l'opinione pubblica se ci dividiamo su un problema di tale tipo! Allora rinnovo le scuse ai colleghi e dico che con il partito del "no" ad ogni costo non c'è dialogo. Colleghi, non riesco a capire a cosa possa portare un atteggiamento di questo tipo, non posso pensare che la gente non tenga conto delle cose che vengono regolarmente fatte, non sia attenta. Credo che la gente abbia bisogno di fatti concreti oggi più che mai e che, con tutte le difficoltà del caso, mamma Regione in questo momento pensi ai suoi figli.
A sentire voi, sembra che qui non si faccia niente o si faccia tutto male, ascoltiamo sistematicamente lezioni di moralismo, come al solito. Sono cose che ho già detto e che ripeterò fino alla fine della legislatura. Mi sembra un film che ho già visto la scorsa legislatura, il caos: mi ricordo, guardando da questa parte, c'erano i Consiglieri Squarzino, Bortot, Sandri, di là c'era Frassy, che ci davano lezioni continue di moralismo, di incapacità, come voi, sempre con lo stesso tono saccente, continuamente! Alla fine il film non so se sapete come è finito: sono finiti tutti nel tritacarne e non credo che la gente abbia colto tutti quei richiami...si sono presentati, ma non sono stati eletti...
(interruzione del Consigliere Donzel, fuori microfono)
...ho citato la Squarzino perché era tra coloro che, fra l'altro, ho sempre stimato. Diciamo allora i Verdi per essere più precisi che non sono entrati, va bene così? Citavo quelli che erano i più accesi relativamente a qualunque tipo di critica.
Sapete perché questo rammarico? Perché ho perso la scommessa con tutti i colleghi, ma perché pensavo che almeno su tale argomento si potesse trovare una sintesi che rappresentasse la salvaguardia della nostra autonomia. Non riesco a capire cosa l'opinione pubblica può pensare se ci dividiamo su una questione del genere, può darsi che non abbia capito niente, ho cercato di dire in commissione che ritenevo che questo fosse l'argomento di cui parlare, ma se voi pensate che gli atteggiamenti che avete sono quelli giusti, vi auguro un futuro florido pieno di voti.
Presidente - La parola al Consigliere Donzel.
Donzel (PD) - Grazie Presidente.
Davvero un argomento importante su cui vale la pena di fare una riflessione uscendo da questo schematismo in cui ha cercato di rifugiarsi nel finale il collega Salzone, cioè la cattiva minoranza che non vuol fare il compitino con la maggioranza e racconta questa storia perché quelli che non sanno come sono andate le vicende accolgono questa rappresentazione solita pittoresca della minoranza cattiva che fa apposta a trovare tutti gli inghippi. La minoranza si è presa il compito, e di questo ringrazio il collega Louvin che per primo ha presentato un testo in commissione che raccogliesse le istanze di due Parlamentari valdostani, tanto che Caveri ha detto che alla luce del voto del Senatore Fosson...quello che è contenuto nella risoluzione di minoranza è esattamente il voto del Senatore Fosson! Allora qui chi è che gioca una partita un po' strana? La partita un po' strana è quella che gioca la maggioranza, che ha l'imbarazzo di avere nel suo seno il PdL, che ha fatto un'azione in Senato, la quale ha avuto come obiettivo non tanto quello di votare il semipresidenzialismo - su cui anche i nostri Parlamentari avevano espresso riserve in commissione, quindi non c'era nessun problema ad inserirlo nel testo - quanto quell'atteggiamento...la ricomposizione della maggioranza PDL-Lega al Senato ha avuto un obiettivo preciso: quello di affossare la riforma costituzionale. L'iter ora passa alla Camera, deve tornare al Senato per essere rivotato, tornare alla Camera e, se non ha raggiunto la maggioranza qualificata, viene sottoposto a referendum, quindi la partita è ancora lunga e in una partita così lunga quello che chiedevano i Parlamentari era qual è l'orientamento di massima del Consiglio: si può avere un testo di indirizzo che ci renda più sereni nell'affrontare il percorso così confuso in un Parlamento in cui non è facile lavorare?
Ricordo quando si è cercato di mettere in difficoltà il Partito Democratico della Valle d'Aosta sul voto della riduzione dei consiglieri regionali proposta dai Senatori del PD, in quella occasione, sentiti i Senatori del PD, avevo loro esternato che non si poteva avallare una scelta che non fosse condivisa da tutto il Consiglio regionale o da una sua maggioranza ampia. Conformemente a questo, abbiamo votato contro la proposta di legge, anche se presentata dai nostri Parlamentari. Oggi invece si vuole far credere che c'è una minoranza indisponibile a fare un documento unitario in difesa della minoranza, quando in realtà è l'imbarazzo delle forze autonomiste che vogliono far passare un testo su cui se c'era il semipresidenzialismo, Zucchi & Company avrebbero puntato i piedi! Ecco che qui si vede quanto interesse c'è nella maggioranza per la difesa dell'autonomia: non si è disposti a rinunciare del pezzetto nazionale per l'interesse generale dell'autonomia della Valle d'Aosta! Noi lo abbiamo dimostrato con un voto in quest'aula e quello che chiedevamo è che avvenisse la stessa cosa oggi. Si è detto che non si può, ci sono situazioni delicate; certo, bisogna coccolare quei quattro voti perché servono a compensare i franchi tiratori! Questo è lo stato di cose, non tirate in ballo la non serietà della minoranza: qui c'è uno scenario politico chiaro, ci si aggrappa a questo PdL e si è pronti anche a sacrificare pezzi di autonomia pur di tenerselo! È una cosa inguardabile, per questo abbiamo sostenuto con forza le ragioni di una risoluzione in cui alla fine della fiera bisogna riconoscere l'abilità del collega Caveri, che ha accolto quasi tutte le sollecitazioni dell'ultima ora del nostro gruppo, quindi la riduzione dei parlamentari, l'intervento sul Porcellum, però quello che diverge fra i due testi è che in uno si chiede di dare un indirizzo preciso ad una riforma costituzionale nella quale sia valorizzato il ruolo delle Regioni a statuto speciale. Se anche si va in un progetto federalistico, questo non può prevedere l'abolizione delle Regioni a statuto speciale, ma deve sempre vedere riconosciuto questo ruolo. Non vedo che problema c'era a recepire questa posizione.
Se il gruppo del PdL vuole morire sul presidenzialismo, si accomodi, sappiamo che a livello nazionale perfino esponenti autorevoli come Pisanu hanno preso le distanze da quel documento pur essendo convinti semipresidenzialisti. Pisanu ha detto: "sono favorevole al semipresidenzialismo, ma la procedura adottata è volta ad affossare la riforma costituzionale". Non è quindi in campo se uno è per o contro il semipresidenzialismo: è in campo se uno vuole costruire un documento che dia un indirizzo e che sia uno strumento utilizzabile dai nostri Parlamentari nel difficile cammino della riforma costituzionale, che non arriverà in porto, ma che presenta delle trappole. Ci saranno dei dibattiti dove le Regioni a statuto speciale saranno oggetto di attacchi violenti provenienti da più parti, fomentati dal fatto che spesso ci vedono come centri di spesa incontrollata, quindi non essendo neanche bene a conoscenza di come funzioniamo.
Dal nostro punto di vista, il testo del collega Louvin, che ha accolto anche gli emendamenti che avevamo presentato noi, è un testo che non ha lo scopo di dividere, ma è il testo che ci avevano chiesto i Parlamentari ed è in linea con il voto del Senatore Fosson. Non riusciamo a capire se non per questa logica in cui il PdL se c'è da fare la voce grossa per difendere lavoro, impresa, eccetera, gli va bene tutto e sta zitto, se c'è un piccolo orgoglio di partito da tenere in piedi, punta i piedi e la maggioranza abbassa la testa e fa passare un testo che deve tener conto delle esigenze del PdL; questa cosa non la possiamo accettare e ribadiamo con forza la validità del testo presentato dalle forze di minoranza.
Presidente - La parola al Consigliere Zucchi.
Zucchi (PdL) - Non riproporrò nel mio intervento gli argomenti che sono stati descritti in modo egregio dal collega Caveri sui temi che, come è stato spiegato, ci uniscono ed era questo il tentativo con il quale ho concluso l'illustrazione della risoluzione, che purtroppo è andato non a buon fine, perché qui c'è sempre il desiderio di porre il cappello e di sovvertire un ordinamento che, mi spiace per voi colleghi dell'opposizione, è un ordinamento sotto gli occhi di tutti e che deve essere da voi anche capito. È di tutta evidenza che in una risoluzione, che contenga delle premesse negative a tal punto da far togliere di default un'unità di intenti, non si poteva lavorare in questa ottica e si doveva trovare comunque una sintesi.
Non ripeto pertanto le ragioni come non mi soffermo sulle impegnative che do per lette, altrimenti farei un'offesa all'intelligenza di tutti, ma non mi voglio sottrarre al dibattito, che in qualche modo io pensavo potesse essere di minore interesse, riguardante la riforma costituzionale e la tanto vituperata riforma del sistema semipresidenziale. Vorrei anzitutto ricordare al collega Louvin e al collega Donzel che il tanto vituperato asse PdL e Lega è quello che ha levato il concetto dell'unità giuridica economica della Repubblica, che è un elemento di grande preoccupazione ai fini della nostra realtà, perché l'inserimento che era stato riproposto nel 2001 dell'interesse nazionale ad opera del Governo di centro-sinistra non era un elemento che ci metteva in grande tranquillità.
Entrando nel merito della riforma presidenzialista, ho molto apprezzato l'intervento del collega Bertin, che ha spiegato a tutti qual è il motivo, perché finora non ho sentito al di là delle questioni di tempo, di forma, di modi...e che ha fatto una piccola lezione di diritto costituzionale e ha spiegato il motivo secondo il quale il suo gruppo non ritiene che l'impianto semipresidenzialista si possa adattare alle convenienze della Valle d'Aosta; legittimo, anche se non condividiamo.
Per noi del PdL, fatto salvo il sistema del Senato federale che non piace neanche a noi come è stato configurato nel voto di ieri, perché avremmo avuto piacere che ci fosse un Senato federale quale elemento di garanzia per l'innesto di un sistema semipresidenziale o presidenziale...non ho sentito, al di là delle disquisizioni del collega Bertin, da parte degli esponenti del Partito Democratico quali sono i motivi per cui ad Aosta e a Roma questi Signori, dopo aver creduto al sistema dell'innesto presidenziale...ricordo che il Partito Democratico ha voluto l'elezione diretta dei sindaci, ha voluto impostare il discorso sul presidenzialismo...fino ad ieri erano d'accordo: erano d'accordo per il ballottaggio dopo 15 giorni, adesso dicono che non sono d'accordo perché non ci sono i tempi! Noi del PdL non abbiamo paura che sia il popolo ad esprimere il Presidente della Repubblica nell'impianto che è presente oltralpe, non abbiamo paura che nel sistema elettorale sia il popolo ad esprimere con le preferenze i propri Parlamentari. Chissà come mai il PD ha cambiato idea e pensa, senza dire il perché, che non è più opportuno impostare, per una questione di forma e di modi, la questione del semipresidenzialismo. Non ho sentito nessuno né in quest'aula, né negli autorevoli commenti dei Segretari che si sono succeduti nel Partito Democratico a varie rotazioni...forse sarà questo il motivo per cui non volete il semipresidenzialismo: la storia ha dimostrato che non avete forse delle persone in grado di essere rappresentative per essere elette direttamente dal popolo! Forse avete fatto dei conti e pensate che vale di più la ragione di bottega, allora invocate la ragione del tempo e della forma, invece di entrare nei contenuti. Apprezzabile la soluzione del collega Bertin che ci ha spiegato il perché, ma a Roma nessun perché da parte vostra. Sulla legge elettorale perché non dite: "noi siamo d'accordo"...
(interruzione del Consigliere Donzel, fuori microfono)
...fammi finire Donzel, perché i professori lo fate di mestiere, ma ogni tanto il troppo stroppia. Voi siete abituati sempre a bacchettare, pensate che gli altri siano degli stupidi che parlano perché hanno la lingua in bocca ed è ora di finirla e che qualcuno in quest'aula vi dica che certi atteggiamenti sono esagerati quando avete questa arroganza, che non è stata tanto appagante dal punto di vista elettorale!
Torno alla questione dei colleghi, spiegate perché voi qui, come a Roma, non volete che sia il popolo ad esprimere le preferenze ai propri parlamentari. Non è un concetto che attiene alla Valle d'Aosta, che ha un impianto che ci tutela, abbiamo il collegio uninominale e non siamo toccati. Dal momento che ci avete tirato per i capelli, spiegate alla Nazione perché vi state incancrenendo in queste ore e non accettate che sia il popolo ad esprimere con le preferenze i propri parlamentari, invece volete che siano i partiti attraverso il meccanismo dei collegi ad esprimere come prima un sistema che dipenda dai partiti, piuttosto che dal volere della gente.
Noi del PdL, senza entrare in polemica, diciamo che, fatto salvo che preferimmo che ci fosse un Senato federale vero che possa essere garante della nostra specificità e con il quale l'impianto del presidenzialismo o semipresidenzialismo sarebbe più auspicabile in Italia, di fronte all'incancrenimento che si è registrato in questi anni di Governi di centro-destra e di centro-sinistra che hanno paralizzato la Nazione, di fronte al sentimento di antipolitica per il quale sembra che non ci siano dei correttivi, diciamo che non abbiamo paura che il popolo si possa esprimere e si possa fare questa riforma. Non è una questione di tempi, ma di contenuti e di voglia di fare determinate riforme. Se c'è questa volontà, non è il tempo che impedisce che venga fatta una riforma, ricordo che certe riforme sono state fatte anche in zona Cesarini e non è stato per questo che certe riforme per mancanza di tempo non sono state adottate.
Concludo dichiarando che non era per paura di sottrarmi ad un dibattito nazionale, ma nel dichiarare la nostra posizione qui come a Roma e nell'evidenziare la vostra contraddittorietà, amici del PD, che termino il mio intervento invitandovi a calare le ancore, perché non avete neanche i presupposti per poterlo fare.
Presidente - La parola al Consigliere Louvin.
Louvin (ALPE) - Grazie Presidente.
Mi rallegro di poter aggiungere, a nome del gruppo, alcune riflessioni avendo sentito opinioni franche ed argomentate da parte di molti colleghi. Credo anch'io come il collega Zucchi che sia stato intelligente l'intervento del collega Bertin, perché ha posto in evidenza l'impatto complessivo di alcune scelte che sono contenute in modo raffazzonato in questa riforma costituzionale, perché danno l'idea di un tentativo di andare in quello che Zucchi ha definito "l'impianto della Nazione". Il collega ha usato due volte il riferimento della Nazione, non lo dico in senso dispregiativo, abbiamo una forte diversità di formazione ideologica e, mentre ci sono qui partiti che hanno dei congrès nationaux, che non mi pare richiamino quell'impianto nazionale, voi, quando parlate di Nazione, avete l'idea di una visione centralistica, nazionalistica dello Stato e state tirando la coperta sul piano parlamentare per andare in questa direzione con un asse politico che ha dato frutti negativi in passato.
È stato inserito nella vostra risoluzione il richiamo al Porcellum. È vero che questa definizione è stata data da un illustre costituzionalista: il professor Sartori, ma il babbo del Porcellum è Roberto Calderoli, che partorisce in questo momento proposte costituzionali, insieme ai suoi colleghi del PdL, nella stessa logica che è equivoca sul piano federalistico, ma che è altamente rafforzativa di una visione centrale, tanto che, per essere un esponente di presunto federalismo, fa approvare dal Senato una norma nella quale i rappresentanti delle Regioni vanno in Parlamento, ma non sono dei Parlamentari. Una cosa singolare di avere queste formule così alchemiche che fanno sì che noi avremmo un Presidente della Regione, o un mandatario del Consiglio regionale che va in Parlamento, ma non è Parlamentare; questo sarebbe il Senato federale secondo questa riforma costituzionale appena votata!
Sulla base delle riflessioni che ha tratteggiato il collega Bertin, abbiamo dato una valutazione diversa, ci sono tre punti che ci differenziano su questo documento che avete sul tavolo e che sarà l'unico che verrà votato, perché automaticamente decadrà la nostra proposta. Il primo è una dichiarazione che noi riteniamo opportuno fare e che riguarda i comportamenti irresponsabili tenuti da alcune forze politiche, che in queste ore hanno preferito agitare vessilli ideologici e votare proposte palesemente contraddittorie, agendo in maniera incompatibile con uno spirito costituente. Per noi non si lavora così nel riformare la Costituzione, è una cosa che riteniamo di dire come partiti e come Consiglio. Non è un discrimine fondamentale, ma è un giudizio di valore da cui voi vi dissociate normalmente. È vero che il Senatore Fosson ha preso cautamente le distanze, ma si dica che l'Union Valdôtaine ritiene che questa sia una porcata, une cochonceté pour dire d'une façon plus élégante e ci siamo capiti, ma se non lo volete dire perché non è bene all'interno di una maggioranza che vi vede riuniti dirlo, riteniamo che il ragionare per maggioranza su temi istituzionali sia un errore ed una vistosa debolezza del Consiglio.
La seconda questione che non avete ritenuto di recepire è la condanna del sistema semipresidenzialistico, il collega Bertin è stato limpido nel dire perché questo sistema è sballato, lo ribadiamo. Chiediamo di indicarlo perché reputiamo che in questo momento la funzione della Presidenza della Repubblica sia un punto di equilibrio delicatissimo. Stravolgerla dicendo, come diceva ieri l'Onorevole Sacconi su Il Messaggero, che abbiamo già il candidato, sarà il Presidente Napolitano dietro il quale ci schiereremo tutti, è una bufala colossale, perché un sistema presidenzialistico agisce secondo altri schemi. State quindi montando come partito a livello nazionale un'operazione altamente pericolosa per le Regioni a statuto speciale, quanto degli attacchi che stanno venendo in questo momento e forse di più di quell'inciso sull'unità politica ed economica della Repubblica, che è stato opportunamente espunta anche con il vostro voto.
La terza questione è relativa al Senato, lo abbiamo già detto: si deve parlare chiaro...le allucinazioni dell'Onorevole Calderoli, che vede in questo un Senato federale, che ha esigenza attraverso l'informazione che diffondono di far passare come una riforma federale...è pericoloso per la nostra Regione perché sosteniamo da decenni una forma federale, che non è quella che sta contrabbandando il partito che già si è preso la bandiera di Bruno Salvadori in modo proditorio ed inopportuno e che adesso continua ad agitare il vessillo federalista, quando di federalista non c'è nulla. Credo avrà letto lei stesso le dichiarazioni dell'Onorevole Calderoli, che dice: "tanto noi siamo pronti ad andarcene e chiederemo anche i danni al sud". Se questo è il ragionamento federalistico sul quale l'asse PdL-Lega fa portare la riforma costituzionale, Dio ce ne liberi e guardi!
Noi riconduciamo nell'alveo della sua normalità un dissenso in questa Assemblea su due posizioni: una che vuole esprimere una volontà chiara di rigettare questo tipo di impostazioni, anche a difesa della specialità regionale; non abbiamo nulla nella risoluzione presentata dalla maggioranza che ci dispiaccia o sia contro le nostre convinzioni, ma è incompleta e in questo momento l'incompletezza è segno di debolezza. Abbiamo queste riserve in ordine alla vostra proposta e abbiamo la forte volontà di vedere esprimere dal Consiglio una posizione diversa. Per il resto comprendiamo che si debba avere un paravento, un velo che non faccia vedere troppo delle lacerazioni interne sul piano ideologico, delle distanze che possono essere abissali fra componenti della maggioranza. Ci sono altri presupposti che vi tengono insieme sul piano del Governo regionale, ma su questo possiamo discutere in altra sede: qui stiamo discutendo di una scelta politica nazionale sulla quale è bene che si sappia se l'Union Valdôtaine attraverso il suo Parlamentare - sarà il turno dell'Onorevole Nicco, espressione di un'altra sensibilità politica, pronunciarsi - rigetta queste impostazioni o se tiene una posizione ambigua e preferisce che non se ne parli troppo per non disturbare i manovratori. Ci sembra invece opportuno essere espliciti, non vedremmo nulla di singolare che fosse la maggioranza a vedere dissociate le sue componenti su una questione del genere, sulla quale credo che le sensibilità siano più su questo versante che sull'altro, ma se ragioni di opportunismo portano a voler avere questa risoluzione così edulcorata, noi dobbiamo segnare un distinguo.
Presidente - La parola al Consigliere Donzel, per secondo intervento.
Donzel (PD) - Grazie Presidente.
Solo una breve precisazione attinente al fatto che intanto far passare il Partito Democratico come quello che vuole impedire una scelta di popolo, fatta da chi ha votato il Porcellum e ce lo ha fatto sorbire per cinque anni, è una cosa indecorosa! L'altra cosa grave è cercare di far passare come il modello che aleggia il Signor Alfano come il modello più vicino alla Valle d'Aosta. La bozza di accordo...ma capisco che, essendo già stato io fregato una volta dal collega Zucchi sugli accordi, lei si ricorderà che si discusse una volta di riforma elettorale per i Comuni, lei fece tutta una campagna estiva per l'abolizione del vicesindaco, poi venne in aula e cinque minuti prima mi comunicò che, per opportunità di partito, aveva cambiato idea. Si rimangiò tutte le dichiarazioni che per mesi aveva fatto sui giornali e tutto quello che aveva contrabbandato in commissione e mollò il Partito Democratico, che aveva una posizione più moderata, che richiedeva almeno la non ricandidatura del sindaco nella posizione di vicesindaco, ai quattro venti...tante grazie! Probabilmente è una prassi comune del suo partito. C'era una bozza di accordo sulla legge elettorale che prevedeva collegi uninominali, le ricordo che è il sistema elettorale che abbiamo in Valle d'Aosta, non c'è nessun voto di preferenze per le politiche in Valle d'Aosta ed è esattamente quello che si chiedeva in una bozza congiunta, allora cosa sta dicendo che abbiamo rifiutato le preferenze! Fra l'altro, il modello di preferenze di cui si parla a livello nazionale è un modello di preferenza unica.
Altra questione che ancora diverge dal modello regionale è la questione che il Partito Democratico anche su quel tema lì era disposto a trattare, ma ragionando su colleghi più piccoli. Ha fatto quindi un pot-pourri cercando analogie con la Valle d'Aosta, che dimostrano invece quanto sia distante il modello del suo partito dalla realtà valdostana. Avete un padrone e quello lo volete imporre a tutto il Paese, trovando qualsiasi escamotage, anche quello del semipresidenzialismo! Per cortesia, almeno quando riferisce in aula, riferisca correttamente che ancora una volta avete tradito all'ultimo momento gli impegni presi, è una tradizione lunga che risale all'esperienza berlusconiana e al bicameralismo, quando, dopo che si era quasi fatto un accordo, si fece saltare completamente l'accordo in sede di commissione bicamerale. È una cosa che le appartiene personalmente questo voltafaccia dell'ultima ora e lo testimoniano tutti i giornali, la sua posizione sul vicesindaco in Valle d'Aosta era su tutti i giornali e sappiamo cosa ha votato in quest'aula!
Presidente - La parola al Consigliere Zucchi, per fatto personale.
Zucchi (PdL) - Non ho capito quante volte il collega Donzel può intervenire sulla risoluzione, anche perché non so se è intervenuto per fatto personale, siccome sono ligio ai regolamenti...se è intervenuto perché può intervenire lui cinque volte sulla stessa risoluzione, almeno io chiedo la parola per fatto personale dal momento che sono stato chiamato in causa. Posso prendere la parola, Presidente, fra fatto personale...è mio diritto intervenire anche se la commedia sta diventando un po' stucchevole. Molto probabilmente, visto che ieri è stato citato il celeste Formigoni per una questione a tutti nota, in particolar modo in questi due giorni vedo che il collega Donzel è nervoso invece per il Governatore Errani, visto che è stato citato il celeste, anche il rosso Errani, se i celesti non ridono, i rossi piangono! Allora il collega Donzel si è innervosito in questi giorni non solo perché pensando di avere il copyright della tutela anche dei lavoratori, cosa che non riesce più a fare, invece di pensare al bene delle persone, si scaglia contro tutto e tutti.
Al di là di questo, per fatto personale dal momento che sono stato tirato in ballo sulla questione della riforma che ci ha impegnati ad inizio legislatura, posso dichiarare che, proprio nella logica dell'appartenenza ad una maggioranza, cosa che sfugge al collega Donzel, non ho cambiato idea sugli aspetti che ancora oggi mi preoccupano sulla stortura del mantenimento di un impianto sindaco e vicesindaco nell'elezione diretta nelle elezioni amministrative della Valle d'Aosta. Come il Consigliere Donzel sa, è evidente, altrimenti affermare il contrario sarebbe da ipocriti, che, quando si fa parte di una grande famiglia, bisogna trovare delle intese, come sono avvenute oggi, dove si cerca di unire per uno scopo più alto, la difesa in questo caso dell'autonomia, che è cosa più alta delle sterili polemiche di bottega, dove ci si insulta scimmiottando...e, guarda caso, sempre gli insulti e gli incipit sui casi nazionali vengono sempre da quei banchi. Le accuse sul celeste Formigoni, su Berlusconi cattivo, sempre sulla cattiveria dei leader che fanno parte del nostro schieramento vengono sempre dalla vostra parte. Io non ho la grande vocazione cristiana a porgere l'altra guancia, ogni tanto cerco di restituire quello che mi viene dato e, dal momento che ce n'è ben donde di restituire, perché voi come questa mattina preparate anche delle risoluzioni...mi rivolgo ad illustri professori che, se fossero giudicati da altrettanti professori, partendo con delle premesse false, fuorvianti e non veritiere, verrebbero definiti manchevoli; invece di impartire sempre le lezioni all'altra parte, ogni tanto studiate e, quando sbagliate, fate un po' di esame di coscienza e abbiate l'umiltà di dire: "abbiamo sbagliato"!
Chiudo dicendo che non ho cambiato idea sulla questione dell'impianto del vicesindaco, mi rendo conto che, nella logica del mantenimento in un impianto di maggioranza, bisogna trovare degli equilibri, tutto qui.
Presidente - Se non ci sono altri interventi, dichiaro chiusa la discussione generale.
La parola al Presidente della Regione, Rollandin.
Rollandin (UV) - Grazie Presidente.
Dopo questo pomeriggio di discussione molto animata, le considerazioni che si possono fare sono due: la prima è che abbiamo iniziato una discussione su un documento in evoluzione, un documento che è alla prima tappa, ma che non arriverà alla conclusione, come è stato detto. Questo non toglie la validità di un'espressione su alcuni aspetti, ma credo che entrare nel dettaglio della normativa con tutte le implicazioni sia fuorviante rispetto alla considerazione di chi mi ha preceduto, in particolare dell'illustrazione fatta dal collega Caveri, dove è stato spiegato quale poteva essere la preoccupazione per la nostra Assemblea: era quella di vedere completamente distrutta una costruzione autonomista come noi la conosciamo. La vera preoccupazione è che...mentre si dibatte di riforme costituzionali di ampio respiro, compreso il semipresidenzialismo, il rischio è di vedere inserito un argomento che è trasversale, che aleggia su tutte le forze politiche, di dire che le Regioni a statuto speciale sono le spendaccione, sono quelle che hanno esaurito il loro ruolo e quindi... Questa è la vera preoccupazione, nella risoluzione presentata c'è questo argomento di fondo sul quale, unendomi ai desiderata, che erano quelli del collega Salzone, che speravo avesse ragione, invece non l'ha avuta purtroppo...speravo si potesse trovare una modalità che meglio riassumesse i punti che ci univano, senza troppo evidenziare quelli che non solo adesso, ma anche domani continueranno a dividere questa Assemblea! È evidente che non si troverà sulle grandi riforme istituzionali un accordo totale, questo è nella storia.
Non vado oltre, la discussione si è anche allargata su aspetti che forse non erano direttamente collegati con le due risoluzioni che sono state qui spiegate. Nella prima riconosciamo il pregio di aver messo in evidenza questi aspetti, senza misconoscere, perché una parte è contenuta anche nell'altra risoluzione ed è per quello che si poteva trovare una formula che garantisse almeno tali aspetti. Perché di tutta questa discussione drammaticamente il risultato sarà modesto, ci ritroveremo fra qualche tempo a riaprire una discussione su una tematica che è già evoluta, perché questa non arriverà in fondo e qui non c'è da essere buon profeti, succederà così.
Noi ringraziamo per l'impegno che c'è stato su queste due tematiche, sono temi importanti sulle riforme costituzionali. È da notare che purtroppo il federalismo non era mai nato e quel poco che c'è sta morendo per l'evidente atteggiamento che è romano-centrico come non lo è mai stato credo dall'inizio della storia repubblicana! Il libro di Bondi che sta circolando sulla spending review è l'esempio più eclatante di come si pensa di amministrare tutte le partite relative alle competenze ordinarie e straordinarie delle Regioni prendendo la frusta, andando a prendere dei parametri assurdi e dicendo che su quello si può risparmiare; immaginiamo cosa succede in materia istituzionale! Questo è il quadro di oggi, quindi forse si è perso qualcosa, si poteva con un piccolo sforzo trovare una soluzione che gratificasse il fatto di avere un qualcosa che qualcuno legga nel senso di dire...è la rappresentazione unitaria di una Regione che adesso si trova in una situazione di difficoltà. I dati che noi riportiamo non vengono mai presi per quello che sono, ma sempre inseriti nelle cosiddette "torte" e diagrammi che hanno tutti dei presupposti diversi, per cui è difficilissimo riuscire a spiegare le nostre buone ragioni. Questa è la conclusione su cui credo che si possa ragionevolmente immaginare...non per cercare di sintetizzare quello che è stato detto in due ore, ma cercando di capire quale potrebbe essere il futuro. Nella risoluzione che voteremo ci sono questi punti, credo che abbiano una validità e penso che anche l'opposizione possa dire che in tali punti si riconosce, ce ne sono altri che invece noi riteniamo non indispensabili in questo momento. Grazie.
Presidente - Pongo in votazione la risoluzione presentata dalla I Commissione con la correzione formale illustrata dal Consigliere Zucchi:
Risoluzione
Il Consiglio regionale della Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste
Preso atto di quanto emerso nella recente audizione con i parlamentari della Valle d'Aosta, Sen. Antonio Fosson e On. Roberto Nicco, svoltasi in I Commissione sul tema della proposta di riforma della Costituzione all'esame del Senato della Repubblica;
Sottolineato preliminarmente che:
- si avverte in questa fase storica un clima di crescente ostilità nei confronti delle autonomie speciali, che evidenzia l'esistenza di un'azione coordinata che sfocia in prese di posizione di vario genere derivanti dal mondo politico e accademico, oltreché da diversi settori dell'economia e dell'informazione, profittando anche della grave situazione legata alla crisi economico-finanziaria in corso;
- la proposta costituzionale, attualmente in discussione in Parlamento, rappresenta una sintesi contraddittoria in assenza di un disegno complessivo e di un clima costituente condiviso, come evidenziato dalle scelte sulla forma di governo (ciò emerge, ad esempio, dalle forti polemiche sul semipresidenzialismo);
- risultavano, nel testo iniziale della riforma in discussione, elementi di preoccupazione, come previsto dal concetto - per ora bocciato dall'aula - dell'"unità giuridica o economica della Repubblica", versione riproposta del vecchio "interesse nazionale" assai negativo per le potestà legislative regionali;
- risulta assai negativo che nella bozza di riforma manchi del tutto l'auspicata introduzione del principio dell'intesa con le autonomie speciali nell'articolo 116 della Costituzione, indispensabile tutela per la specialità e presupposto per affrontare con serenità la riforma organica degli Statuti;
- si nota come la legislatura nazionale si avvii alla sua tormentata conclusione e, nella situazione di incertezza già evocata, risulti difficile il raggiungimento delle maggioranze necessarie per una riforma costituzionale che non venga sottoposta a referendum;
Giudica
incoerente la proposta di bicameralismo così come formulata e per altro, anche nel punto riguardante la riduzione del numero dei parlamentari nazionali, non in linea con le reiterate proposte federaliste approvate dal nostro Consiglio Valle in tema di Camera delle Regioni;
Propone
di rafforzare la rete di collaborazione e di fronte comune con le altre autonomie speciali dell'Arco alpino sia dei governi che dei Consigli regionali, oltreché dei Parlamentari eletti in queste zone, come mostrato dal recente incontro nella Provincia autonoma di Trento fra i Presidenti delle Regioni a Statuto speciale e delle Province autonome del Nord;
Segnala
positivamente come, rispetto alla messa in discussione dell'autonomia speciale, si siano avute una serie ripetuta di sentenze della Corte Costituzionale che, nel breve volgere di due mesi, hanno posto alcuni principi a difesa degli Statuti d'autonomia speciale:
Ricorda
come vi sia una necessità evidente di una revisione della legge nota come "Porcellum" per le elezioni politiche, fatto salvo il sistema elettorale in vigore in Valle d'Aosta;
Impegna
infine il Presidente della Regione, invitando altresì i Parlamentari valdostani, ad azioni, concertate con il Consiglio Valle, a difesa dell'autonomia speciale della Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste e delle sue prerogative per contrastare la campagna in atto contro la specialità, in accordo con le altre autonomie speciali, e a vigilare sui contenuti delle riforme in divenire.
Consiglieri presenti: 33
Votanti e favorevoli: 25
Astenuti: 8 (Bertin, Giuseppe Cerise, Chatrian, Donzel, Carmela Fontana, Louvin, Patrizia Morelli, Rigo)
Il Consiglio approva.
Presidente - La risoluzione presentata dai gruppi ALPE e Partito Democratico, considerata la votazione di quella della I Commissione, ovviamente decade.
Il Consiglio prende atto.
Presidente - Con tale votazione il Consiglio regionale è terminato, auguro a tutti una buona serata e ci rivedremo a settembre.
La seduta è tolta.
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L'adunanza termina alle ore 17,49.