Compte rendu complet du débat du Conseil régional. Les documents ci-joints sont disponibles sur le lien "iter atto".

Objet du Conseil n. 2554 du 26 juillet 2012 - Resoconto

OGGETTO N. 2554/XIII - Interpellanza: "Effetti del decreto relativo alla revisione della spesa pubblica sulle società controllate dalla Regione".

Interpellanza

Il recente Decreto governativo recante "Disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica, ad invarianza dei servizi ai cittadini" contiene (art. 4) norme particolarmente rigide in ordine alla "Riduzione di spese, messa in liquidazione e privatizzazione di società pubbliche".

Tale decreto interessa, con poche e tassative limitazioni, le "società controllate direttamente o indirettamente dalle pubbliche amministrazioni di cui all'articolo 1, comma 2, del decreto legislativo n. 165 del 2001, che abbiano conseguito nell'anno 2011 un fatturato da prestazione di servizi a favore di pubbliche amministrazioni superiore al 90 per cento.

Per tali società si prevede alternativamente lo scioglimento della società entro il 31 dicembre 2013, ovvero l'alienazione entro il 30 giugno 2013, con procedure di evidenza pubblica, delle partecipazioni detenute dall'amministrazione.

In tutte le società in questione i consigli di amministrazione dovranno essere composti da non più di tre membri, e solo in alcuni particolari casi da cinque membri, di cui la maggior parte dipendenti dell'amministrazione titolare della partecipazione e con obbligo di riversare i relativi compensi assembleari all'amministrazione e alla società di appartenenza.

Dal 1° gennaio 2014 si prevede anche che l'affidamento diretto di appalti o servizi possa avvenire solo a favore di società a capitale interamente pubblico, a condizione che il valore economico del servizio o dei beni oggetto dell'affidamento sia complessivamente pari o inferiore a 200.000 euro annui.

Si dispone infine che a decorrere dall'anno 2013 le società in questione potranno avvalersi di personale a tempo determinato ovvero con contratti di collaborazione coordinata e continuativa solo nel limite del 50 per cento della spesa sostenuta per le rispettive finalità nell'anno 2009.

I sottoscritti Consiglieri regionali

Interpellano

il Governo regionale per sapere:

1) quante e quali le società controllate della Regione Valle d'Aosta siano interessate da queste misure restrittive;

2) di quante unità si ridurrebbero i rappresentanti nei consigli di amministrazione per ciascuna delle società controllate interessate dalle disposizioni del Governo Monti;

3) quali appalti o servizi attualmente in corso assegnati alle suddette società abbiano un valore economico del servizio o dei beni oggetto dell'affidamento superiore a 200.000 euro annui;

4) quante siano le unità di personale a tempo determinato ovvero assunte con contratti di collaborazione coordinata e continuativa attualmente in carico che eccederebbero il limite del 50 per cento della spesa sostenuta nell'anno 2009 e quali misure intenda conseguentemente adottare la Giunta regionale per evitare il ripetersi in questo caso di fenomeni analoghi a quelli verificatisi dal 2011 in poi per i lavoratori forestali della Regione.

F.to: Louvin - Chatrian

Presidente - La parola al Consigliere Louvin.

Louvin (ALPE) - Buongiorno, grazie Presidente.

Presidente Rollandin, abbiamo posto questa interpellanza al Governo regionale perché preoccupati degli effetti della spending review - ma in questo caso per una serie di norme molto articolate - ancora apparentemente piuttosto confusa e, da quanto abbiamo potuto apprendere in questi ultimi giorni, in corso anche di rivisitazione in vista del passaggio in Parlamento di questo decreto n. 95, che riguarda in questo caso la riduzione delle spese e la messa in liquidazione e privatizzazione di società pubbliche. Non è facile, le confesso, avere delle certezze in questa lettura di un testo così elaborato e sofisticato e anche i commenti che sono apparsi in questi giorni non aiutano sempre a fare piena luce sugli effetti possibili di tali norme che sicuramente i servizi della Presidenza della Regione e dell'Assessorato delle finanze staranno valutando con attenzione. Noi le poniamo alcuni quesiti perché vorremmo capire, sulla base di questa norma, ed eventualmente sulla base dei negoziati in corso - sappiamo dalle sue comunicazioni di ieri che ci sono stati ulteriori approfondimenti in relazione alla spending review -, se questo articolo 4 avrà effettivamente un effetto di possibile scardinamento del sistema delle partecipate regionali. Ora sul sistema delle controllate regionali abbiamo avuto modo di dire che una loro rivisitazione sarà a prescindere necessaria, il conglomerato delle partecipazioni pubbliche ha raggiunto dei livelli troppo elevati, deve essere rivisto, ma ci sono alcuni passaggi, anche per l'urgenza temporale che viene imposta da questa norma, che possono avere effetti decisamente impattanti sull'assetto attuale. Le società controllate per esempio che abbiano conseguito nel 2011 un fatturato di prestazioni di servizi a favore di pubbliche amministrazioni superiore al 90 percento ci sono: penso al settore dell'informatica, credo che per la struttura che abbiamo dato ad INVA questa norma non possa interessarla e, se è vero che questa società - e forse anche altre - rientra nel mirino del Governo, bisogna sapere cosa ne succederà. Le opzioni messe sul tavolo riguardano ipotesi di scioglimento entro poco più di un anno, oppure di alienazione delle partecipazioni, non sappiamo chi possa essere interessato a determinate società. C'è una riduzione dei consigli di amministrazioni, ci sono problematiche per gli affidamenti diretti di appalti o servizi per importi pari o inferiori a 200.000 euro, eccetera.

Non la faccio lunga ma, se c'è già un'analisi effettuata, quante e quali sono le società controllate regionali che effettivamente potrebbero rientrare nello spettro di azione di questa norma; se c'è questo effetto di prosciugamento dei consigli di amministrazione e quante unità di rappresentanti potrebbe interessare; quali siano gli appalti che sono in corso e che potrebbero essere oggetto di questa norma e la questione del personale a tempo determinato. Abbiamo visto come una norma analoga a questa abbia avuto effetti significativi su un asset dell'attività dell'Amministrazione regionale due anni fa con il "decreto Tremonti", questa riduzione del 50 percento della spesa storica sostenuta nel 2009 per le unità di personale assunte con contratti di collaborazione coordinata e continuativa rischierebbe di avere effetti significativi se dovesse essere applicata tale e quale. Siamo in questa fase ricognitiva a chiedere di darci un quadro della situazione.

Presidente - La parola al Presidente della Regione, Rollandin.

Rollandin (UV) - Grazie Presidente.

Già ieri avevo avuto modo di dire che in tema di spending review si sta discutendo in questi giorni dei cambiamenti che sono attesi e con una serie di proposte formulate su vari temi, adesso mi limito a quello delle società, perché l'interpellanza è legata a questo tema specifico. Voglio solo dire che la materia purtroppo investe tutta un'altra serie di settori, con conseguenze non molto leggere. Darò prima una risposta puntuale e poi farò due brevissime considerazioni in modo da chiarire quello che sta succedendo.

Per quanto riguarda la prima domanda: "quante e quali le società controllate della Regione Valle d'Aosta siano interessate da queste misure restrittive", il comma 1 dell'articolo 4 individua un unico parametro oggettivo: il fatturato da prestazione di servizi a favore di pubbliche amministrazioni superiore al 90 percento nel 2011. Sulla base di questo parametro, ad una prima analisi due sembrerebbero essere le società controllate direttamente o indirettamente interessate: l'INVA e la Società di Servizi. In particolare, per quanto riguarda INVA, ieri è stato detto in modo chiaro che le società che hanno questa tipologia di servizio sull'informatizzazione dovrebbero essere escluse dall'applicazione; sulla Società di Servizi il discorso è ancora aperto. Il condizionale quindi è d'obbligo, in alcune parti il decreto n. 95 è poco chiaro, ancora deve essere convertito, questo lo sappiamo e non mi dilungo; da quanto risulta, i vari emendamenti stanno per essere accorpati dando una soluzione a queste tematiche.

"Di quante unità si ridurrebbero i rappresentanti nei consigli di amministrazione per ciascuna delle società controllate interessate dalle disposizioni del Governo Monti": i commi 4 e 5 sono anche questi piuttosto difficili da interpretare ed è difficile comprendere a quale società vada applicata la soglia dei tre membri e a quali la soglia dei cinque membri tenuto conto che paradossalmente, stando al tenore letterale della norma, per le società controllate il consiglio di amministrazione deve essere al massimo di tre membri, mentre le società a totale partecipazione pubblica avrebbero la possibilità di mantenere il consiglio di amministrazione fino a cinque membri. Le disposizioni si applicano con decorrenza dal primo rinnovo successivo all'entrata in vigore del decreto legge, decorrenza che lascia il tempo per comprendere meglio quali saranno le applicazioni, pertanto le modifiche saranno apportate in sede di conversione che è in atto. Va detto che per le società controllate direttamente ed indirettamente dall'Amministrazione regionale e per le società a totale partecipazione pubblica si è già provveduto in questi anni alla riduzione a cinque componenti massimo nella composizione del consiglio di amministrazione, come previsto dalla legge finanziaria del 2008.

"Quali appalti o servizi attualmente in corso assegnati alle suddette società abbiano un valore economico del servizio o dei beni oggetto dell'affidamento superiore a 200.000 euro annui": rispetto a questa domanda, la Società di Servizi ed INVA hanno affidamenti superiori a 200.000 euro, ma va sottolineato che il decreto n. 95, a meno di modifiche sostanziali, delinea una disciplina nuova delle società strumentali, i cui effetti devono essere esaminati, a parte quello che ho già detto di INVA. Da un lato il comma 7 prevede che dal 1° gennaio 2014 la pubblica amministrazione acquisisca sul mercato i beni e i servizi strumentali alla propria attività con le procedure concorrenziali del Codice dei contratti; dall'altro, il comma 8 prevede come unica eccezione che l'affidamento diretto possa avvenire solo a favore delle società in house a condizione che il valore economico dei servizi e dei beni sia inferiore a 200.000 euro. Fra scioglimenti, privatizzazioni e limitazioni del valore degli affidamenti è evidente che il disegno del Governo è quello di far diventare le società in house una modalità organizzativa del tutto marginale, attraverso misure che sono assimilabili a tagli lineari e non selettivi, dato che si applicano in maniera indifferenziata sulla base di parametri che non tengono conto dei criteri di efficienza, efficacia e in generale della virtuosità della gestione. Peraltro la Corte costituzionale nella recente sentenza n. 199/2012 in merito alla "riforma Tremonti" sui servizi pubblici locali, confermata anche dal "Governo Monti", fra le motivazioni a sostegno delle dichiarazioni di illegittimità costituzionale - il collega conosce senz'altro questa sentenza - ha incluso anche quella che l'intervento operava una drastica riduzione delle ipotesi di affidamento in house, al di là di quanto prescritto dalla normativa comunitaria. Noi proprio ieri, nella riunione, abbiamo fatto presente al Governo che alcune norme del decreto n. 95 sono nella stessa condizione e devono essere corrette perché viziate all'origine. La Corte ha ribadito che la normativa comunitaria consente la gestione diretta del servizio pubblico - e questo non può essere messo in dubbio di nuovo con una norma come quella attuale - da parte dell'ente locale quando l'applicazione delle regole di concorrenza ostacoli la speciale missione dell'ente pubblico, a condizione che si tratti di società a totale capitale pubblico soggette a controllo, quindi le società in house sono compatibili con il regolamento comunitario. Proprio l'intervento della Corte a parziale sostegno delle società in house potrebbe preludere ad un ripensamento del Governo e sotto questo profilo lo abbiamo appena sollecitato.

"Quante siano le unità di personale a tempo determinato ovvero assunte con contratti di collaborazione coordinata e continuativa attualmente in carico che eccederebbero il limite del 50 per cento...": anche riguardo agli aspetti occupazionali, finché il decreto non sarà convertito e non saranno fornite interpretazioni chiare su alcune questioni, è difficile dare una risposta nel merito, altrimenti basterebbe sulle due società citate il 50 percento dell'esistente, a parte che per la Società di Servizi direttamente ce ne sono pochi. Come le Regioni hanno evidenziato, alla situazione dei lavoratori a tempo determinato si aggiunge quella dei lavoratori a tempo indeterminato delle società controllate che devono essere chiuse o privatizzate entro il 2013, visto che non prevede la salvaguardia dei livelli occupazionali e che comunque questo personale non può essere assorbito dalle pubbliche amministrazioni per le ben note limitazioni delle assunzioni, nonché per le diverse procedure di reclutamento.

Un altro aspetto che voglio sottolineare è che è emerso chiaro che non ci sarà l'applicazione diretta di queste norme, ma per le Regioni ci dovrebbe essere una legge regionale che trasferisca e adegui i principi generali alla propria legislazione; questo è un altro dato importante per quanto ci concerne. Le notizie sono queste al momento, ma ieri c'erano altre riunioni alle 19,00 collegate con le prese di posizione che abbiamo adottato, quindi può darsi che ci siano evoluzioni, su questo avremo modo di tornare.

Presidente - La parola al Consigliere Louvin.

Louvin (ALPE) - Grazie Presidente. Ringrazio il Presidente Rollandin, perché credo che allo stato fosse difficile dare migliori e maggiori informazioni sulle questioni che le sono state poste.

Abbiamo presentato questa interpellanza 12 giorni fa, quindi ancora più al buio di quanto non si possa essere in questo momento, stiamo attraversando un tunnel molto complesso. Vorrei fare alcune considerazioni alla luce di quello che lei ha detto; intanto per rallegrarmi che non ci sia un impatto così immediato e devastante nei confronti di un apparato che, per quanto da riformare, sarebbe pericoloso smantellare in tempi e modi così brutali come il decreto n. 95 ha delineato. Abbiamo registrato alcune settimane fa delle prese di posizione particolarmente allarmate, al limite del panico, in alcune di queste società ed era normale che si facesse oggetto tale questione di una riflessione in Consiglio.

Mentre per quanto riguarda INVA siamo consapevoli che si sia trattato di un percorso guidato dalla legislazione precedente, perché il "Governo Berlusconi" ha portato verso l'utilizzo delle società in house...ci sono stati provvedimenti normativi che hanno condotto in quella direzione e adesso abbiamo una sterzata del tutto diversa, curiosamente sempre dicendo che lo vuole l'Europa, cosa che è falsa tanto prima quanto dopo, perché l'Europa ha dei parametri molto chiari, ma molto generali, che consentono tranquillamente anche lo svolgimento di certe attività, purché non in regime di concorrenza, da parte delle pubbliche amministrazioni attraverso proprie società. Lei ha aperto anche un'altra pagina: quella della S.p.A. Servizi e lì non ci sentiamo di considerare che questo sia un aspetto rispetto al quale le decisioni che ha assunto questo Governo siano del tutto innocenti. È stato, a nostro avviso, l'impostazione della S.p.A. Servizi un errore, lo dicemmo due anni fa, lo abbiamo constatato nel corso del tempo ed è probabile che si debba tornare di nuovo sul tema. È stato quindi uno dei pasticci più significativi ed ingombranti di questa legislatura, uno degli exploit meno riusciti di questo Governo regionale.

Per quanto riguarda invece la questione delle norme della Corte costituzionale, in questo caso credo che abbiamo avuto un alleato utile, perché il disposto che lei ha richiamato della sentenza n. 199 è a tutto nostro vantaggio nel ristabilire i limiti entro i quali deve rimanere il Governo. Pensiamo che nel decreto n. 95 molte altre disposizioni debbano essere rilette alla luce della raffica di sentenze della Corte costituzionale di questi giorni, quindi lei avrà la cortesia di tenere informati anche durante l'estate i consiglieri attraverso i canali di comunicazione ordinari su quanto potrà essere fatto, perché crediamo che ci si debba attrezzare. Lei ha parlato della possibilità indicata dal Ministero dell'economia che tale questione venga mediata con leggi regionali; in questo caso, glielo diciamo con congruo anticipo, non ci scarichi sul tavolo un provvedimento di legge che riorienta in tale materia, il gruppo ALPE è disponibile ad approfondire per tempo. Siamo di fronte a cambiamenti strutturali forti del nostro sistema, sappiamo di una sua grande rapidità decisionale, ma siamo anche contenti di evitare di trovarci ad incrociare i ferri tutte le volte perché vengono prese le decisioni già consolidate. Sono temi sui quali ci deve essere una forte collaborazione.

Restiamo vigili soprattutto per quanto riguarda la questione del personale, abbiamo centinaia di persone, lei non ha fatto giustamente...abbiamo chiesto quanti per avere un ordine di grandezza, sappiamo che può essere elevato, non facciamo del panico e del terrorismo, ma sappiamo che su tale terreno in tempi come questi non si scherza. Grazie.