Compte rendu complet du débat du Conseil régional. Les documents ci-joints sont disponibles sur le lien "iter atto".

Objet du Conseil n. 2538 du 25 juillet 2012 - Resoconto

OGGETTO N. 2538/XIII - Interpellanza: "Individuazione di moderni strumenti di analisi per limitare il rilascio di nuove concessioni di derivazione d'acqua ad uso idroelettrico".

Interpellanza

Con la deliberazione della Giunta regionale n. 1253 del 15 giugno 2012 sono stati stabiliti nuovi indirizzi per limitare il rilascio di nuove concessioni di derivazione ad uso idroelettrico per almeno tre anni, al fine di verificare gli effetti dell'evoluzione normativa in atto.

Si è riconosciuto in particolare che le 104 domande di prelievo d'acqua pubblica per uso idroelettrico depositate presso l'Ufficio gestione demanio idrico e le 236 subconcessioni di derivazioni a scopo idroelettrico già rilasciate possono comportare gravi impatti sul territorio in termini di alterazione delle condizioni di vita acquatica, del paesaggio del territorio montano, del regime idrogeologico e della morfologia dei corsi d'acqua, dell'interruzione del continuum fluviale, ma anche sulla circolazione del reticolo idrico sotterraneo e sulla stessa consistenza e continuità delle utilizzazioni già assentite.

L'annunciata "moratoria" - in realtà semplice "limitazione" - sulla proliferazione di centraline idroelettriche in Valle d'Aosta, però, "si applica solo alle domande di subconcessione di derivazione d'acqua ad uso idroelettrico presentate successivamente alla data di approvazione della presente deliberazione" e, di fatto, ha portato ad accettare tutte le conseguenze delle concessioni già rilasciate e di quelle in itinere che potranno essere esaminate e accettate indipendentemente dai gravi pericoli complessivamente denunciati.

Il proposito deliberato dal governo regionale è, infatti, solo di "limitare il rilascio di nuove concessioni di derivazione ad uso idroelettrico per almeno tre anni, al fine di verificare gli effetti dell'evoluzione normativa in atto, in particolare per quanto concerne gli incentivi economici alle energie rinnovabili, e gli obiettivi della nuova programmazione europea e nazionale nel settore idrico previsti per il 2015, e promuovere il mantenimento e lo sviluppo sostenibile delle fonti energetiche rinnovabili già esistenti su territorio regionale".

Con la precedente DGR. N. 976 del 4 aprile 2008 erano già stati disposti, nel quadro degli indirizzi agli uffici per l'esame delle domande di derivazione d'acqua, criteri limitativi per le nuove richieste di concessione, anche in tal caso, però, solo in riferimento alle domande ancora da presentare per cui si era anche allora consentita l'approvazione generalizzata di tutte le domande già presentate.

Si osserva anche che la deliberazione n. 1253 del 15 giugno 2012 stabilisce, senza ulteriori riserve o precisazioni per le domande attualmente pendenti, di revocare la citata deliberazione della Giunta regionale n. 976 del 4 aprile 2008.

I sottoscritti Consiglieri regionali

Interpellano

il Governo regionale per sapere:

1) quali strumenti di analisi la Giunta intende predisporre per "verificare gli effetti dell'evoluzione normativa in atto";

2) se nelle verifiche la Giunta prevede il coinvolgimento di soggetti esterni all'amministrazione regionale, quali centri di ricerca specializzati, università o associazioni operanti a difesa dell'ecosistema;

3) sulla base di quali disposizioni la Giunta intende valutare le domande presentate prima della DGR n. 1253 del 15 giugno 2012, attesa in particolare l'assenza, al momento, di "Linee Guida" che individuino puntualmente i siti non idonei per nuovi prelievi ad uso idroelettrico;

4) se continuano ad operare per tali domande i vincoli introdotti dalla DGR. N. 976 del 4 aprile 2008, atteso che tale deliberazione è stata revocata.

F.to: Louvin - Bertin - Giuseppe Cerise

Presidente - La parola al Consigliere Louvin.

Louvin (ALPE) - Grazie Presidente.

Ci rivolgiamo all'Assessore Marco Viérin, che è stato all'origine di una deliberazione di cui molto si è parlato nelle scorse settimane, con la quale sono stati stabiliti nuovi indirizzi per limitare il rilascio di nuove concessioni di derivazione ad uso idroelettrico per almeno tre anni, per verificare gli effetti dell'evoluzione normativa in atto. L'Assessore sa che siamo molto attenti a questa problematica, e ci è sembrato che l'annuncio fosse superiore alla portata del provvedimento e che ci fosse anche un rischio di ambiguità intorno alla nozione di "moratoria", che è stata utilizzata giornalisticamente per descrivere gli effetti di questo documento.

In particolare prendiamo atto che ci sono sul tavolo 104 domande di prelievo di acqua pubblica per scopo idroelettrico; l'Assessore sa che sono più di quelle che c'erano nel 2008, quando - sotto la Presidenza del collega Caveri e per iniziativa dell'allora Assessore Cerise - si decise di dare delle indicazioni più stringenti agli uffici competenti in ordine al rilascio di queste concessioni. Ne sono già state rilasciate 236 e la delibera sottolinea - come sottolineava del resto quella del 2008 - la gravità complessiva sul piano degli equilibri ambientali del prelievo idroelettrico che viene effettuato. Allora, posto che più che di moratoria si tratta di una limitazione per il futuro delle domande che non pone nessun limite ulteriore, anzi, a nostro modo di vedere - questo è il dato principale della preoccupazione - sembra togliere dei limiti esistenti, ma siamo a discuterne proprio perché lei ci offra delle risposte chiarificatrici, tolta questa ambiguità, vorremmo sapere alcune cose importanti in ordine al comportamento futuro dell'Amministrazione nel rilascio di nuove concessioni di derivazione ad uso idroelettrico. In realtà non saranno limitate negli anni futuri, saranno limitate le domande e non le concessioni. Nel 2008 erano stati individuati dei criteri particolari - lei li conosce molto bene -, erano state individuate delle aree che potevano essere oggetto di indisponibilità al prelievo.

La preoccupazione che abbiamo, andiamo direttamente al punto, è se queste limitazioni sono ancora tutte operanti e se non sia stata sul piano tecnico una distrazione, ma le ripeto: siamo in buona fede a discuterne, ed è importante che lei, con altrettanta buona fede, ci dia delle risposte chiare, se continuano ad operare per queste domande i vincoli che erano stati introdotti nel 2008. Quello che non vorremmo che succedesse è che ci fosse un succedersi di delibere tutte dichiaratamente limitative, ma che ogni volta lasciano aperto un cancello mentre ne chiudono un altro, perché questo è il rischio che vediamo e che vorremmo evitare.

Lei annuncia che ci saranno degli strumenti di analisi predisposti per verificare gli effetti dell'evoluzione normativa in atto; non abbiamo chiarezza sul fatto se vorrà adottare o no delle linee guida precise per l'insediabilità, per la localizzabilità di queste centraline e se questo lavoro verrà fatto con la compartecipazione di soggetti tecnici, ma anche di organismi che hanno un'attenzione particolare agli equilibri territoriali, associazioni che operano a difesa del sistema ambientale o centri di ricerca specializzati e quant'altro. Chi sta mettendo mano a questo coinvolgimento nelle verifiche e, ancora, visto che non abbiamo queste linee guida al momento, su quali disposizioni la Giunta valuta le domande che sono state presentate finora, qual è il criterio a cui si attiene.

Abbiamo rilevato con preoccupazione l'assenza di una normativa precisa di raccordo con il sistema precedente. L'Assessore ha molto seccamente inserito la revoca della deliberazione Caveri-Cerise del 2008 con la quale erano stati stabiliti i precedenti indirizzi. Allora, se la delibera è revocata, permangono quegli indirizzi per gli atti precedenti, sulla base di quali regole vengono effettuate le istruttorie per le procedure in corso.

Sono certo che l'Assessore dedicherà la necessaria attenzione e precisione nel rispondere a questa interpellanza perché sa bene che la posta in gioco è alta, le questioni sono di rilievo, ed è fondamentale che anche l'opinione pubblica - oltre che i tecnici che si occupano di queste cose - sappiano qual è lo stato dell'arte. Grazie.

Presidente - La parola all'Assessore alle opere pubbliche, difesa del suolo e edilizia residenziale pubblica, Marco Viérin.

Viérin M. (SA-UdC-VdA) - Grazie Presidente.

Ringrazio il collega Louvin per darmi questa opportunità, oggi lo potrei chiamare più "Lupin" che Louvin, per questo suo "arrampicarsi sui vetri" per fare un ragionamento su un argomento che gli viene sottratto in quanto opposizione nel dibattito politico...non ho detto Arsenio, ho detto solo Lupin! Risponderò perché, quando si toccano argomenti come questi, dove si rappresentano le istanze della tutela del territorio che riguarda tutti, anche il mondo economico, bisogna utilizzare quella famosa parola che si chiama "buon senso". Credo che abbiamo fatto un ragionamento molto responsabile, all'avanguardia, e a dimostrazione di questo fatto basta guardare, caro Louvin, le dichiarazioni dei produttori che hanno definito questo passaggio dell'Amministrazione regionale "esagerato" ed è apparso in maniera molto evidente, anche sugli organi di stampa. Quindi abbiamo cercato di coniugare la tutela del territorio con un giusto sfruttamento per quelli che sono gli aspetti economici.

Le lunghe premesse dell'interpellanza richiederebbero una lunga premessa tecnico-legislativa, volta ad evidenziare le inesattezze e l'infondatezza delle informazioni riportate nella stessa e che poi oggi il collega ha riportato con parole sue, in aula, derivanti dall'impossibilità per voi di presentare argomentazioni consistenti di fronte al comportamento della maggioranza che sta operando sul tema con autorevolezza e responsabilità. Come ho avuto modo di ribadire nella discussione delle mozioni da voi presentate e non approvate nel 2010 e a giugno di quest'anno, in un settore strategico per la Regione, sia economicamente, sia per la tutela del territorio, la Regione è considerata un punto di riferimento e di eccellenza per quanto concerne la gestione e la valutazione degli impianti e delle derivazioni idroelettriche legate all'intensa attività di sperimentazione in corso.

Con riferimento al primo quesito, ricordo che in questo momento sono due i grandi argomenti che interessano direttamente le derivazioni idroelettriche: l'evoluzione normativa in atto, in particolare per quanto concerne gli incentivi economici alle energie rinnovabili, e l'attuazione della direttiva europea in materia di acque, in particolare per quanto concerne gli obiettivi di qualità delle acque stesse, presenti nella nuova programmazione europea e nazionale nel settore idrico, previsti per il 2015. Rispetto a questi due temi la Regione non è inerte, gli uffici competenti stanno attentamente seguendo l'evoluzione delle diverse proposte di regolamentazione attualmente allo studio, che incidono sull'entità degli incentivi economici e che vanno ad imputare in modo sostanziale sull'economicità o meno di un intervento.

L'Assessorato alle opere pubbliche sta seguendo con particolare attenzione l'attuazione della direttiva europea in materia di acque ed il 2015 sarà la prima scadenza della direttiva rispetto alla quale si potrà verificare l'efficacia delle misure adottate per conseguire e preservare l'obiettivo di buona qualità, stabilito dalla normativa stessa. I tecnici stanno quindi attivamente partecipando alle diverse iniziative in atto a livello nazionale e, di concerto con le Autorità di Bacino, stanno definendo le iniziative da porre in essere unitamente alle altre Regioni, alle Autorità di Distretto ed al Ministero dell'ambiente, con un coinvolgimento di tutto il tavolo. Gli strumenti di analisi sono già attivi e saranno implementati ove dovessero sorgere esigenze specifiche. Ribadisco che ad oggi la Regione è considerata un punto di riferimento e di eccellenza per quanto concerne anche la gestione, la valutazione degli impianti e delle derivazioni idroelettriche legate all'intensa attività di sperimentazione.

Con riferimento al secondo quesito, è necessario evidenziare che tutte le azioni regionali di programmazione dell'uso e della tutela della risorsa idrica sono strettamente connesse a quelle di attuazione del piano di gestione di Distretto di Bacino padano. La loro elaborazione avviene quindi nell'ambito di tavoli di lavoro, ai quali partecipano i massimi esperti del settore e le loro determinazioni sono sottoposte alla procedura di partecipazione pubblica prevista dalla normativa comunitaria. La partecipazione a progetti europei permette ai tecnici regionali di confrontarsi con esperti di grande livello internazionale; tutto quello che sarà necessario per meglio definire l'analisi della situazione e le linee di intervento sarà quindi fatto. Anche in questo caso sono coinvolti i soggetti specializzati o interessati nell'ambito delle procedure di confronto pubblico previste dalla normativa di riferimento. Saranno coinvolti comunque tutti i cosiddetti "portatori di interesse".

Con riferimento al terzo quesito, ritengo che sia sfuggito che la deliberazione n. 1253 di quest'anno è stata adottata ai sensi dell'articolo 12, comma 10, del decreto legislativo n. 287/2003, che recita: "Le Regioni possono procedere alla individuazione di aree e siti non idonei alla installazione di specifiche tipologie di impianti"...è da lì che abbiamo potuto anticipare un intervento che - come ho detto - ci viene contestato da parte dei produttori. Infatti la deliberazione che abbiamo adottato indica i siti non idonei per l'individuazione di derivazioni idroelettriche, rafforzando quanto già dissi a giugno, ovvero che sono indisponibili a nuovi prelievi ad uso idroelettrico tutti i corpi idrici presenti sul territorio regionale. Se lei ha presente la delibera, ad eccezione di quelle con doppio uso, cosa di buon senso, le attuali derivazioni sono utilizzate a scopo agricolo ed acquedottistico, quindi non è altro che un razionale sfruttamento per la risorsa idrica già utilizzata da altre attività. Le domande presentate prima della deliberazione della Giunta di quest'anno saranno valutate sulla base delle prescrizioni del piano regionale di tutela delle acque approvato nel 2006, che individua le modalità attraverso le quali autorizzare le derivazioni e le misure di salvaguardia dell'ecosistema fluviale da adottare.

Con riferimento al quarto quesito, ricordo che la deliberazione n. 976/2008 aveva introdotto criteri specifici di ammissibilità delle nuove domande, mentre l'istruttoria delle domande ritenute accoglibili perché coerenti con la deliberazione stessa sarebbe avvenuta secondo le procedure della normativa statale e regionale, cioè in merito al piano regionale di tutela delle acque. Quindi la delibera di Giunta è stata abrogata, ma i criteri, quelli del piano regionale, sono sempre stati seguiti e quindi continuano ad esserci. Per tali domande continuano ad operare i vincoli della deliberazione della Giunta n. 976 e non cambiano le modalità di svolgimento dell'istruttoria, perché quei vincoli erano stabiliti dal piano delle acque e non solo dalla delibera. Sottolineo che dopo l'entrata in vigore della deliberazione di quest'anno le domande che saranno presentate dovranno essere coerenti con i nuovi criteri, che sono molto più restrittivi della deliberazione del 2008. Quando lei mi parla delle domande rimanenti, a detta degli uffici - e lei lo sa perfettamente -, se noi andavamo a toccare quell'aspetto rischiavamo di avere delle grosse conseguenze di richiesta danni, perché sono domande già depositate. Le ricordo che in questi anni la media di domande presentate e respinte da questo Governo è stata intorno al 50 percento, quindi non è vero che anche nel passato non si sia fatto un attento esame delle domande presentate, perché circa il 50 percento - fra procedure VIA e altro - sono state respinte.

Presidente - La parola al Consigliere Louvin.

Louvin (ALPE) - Grazie Presidente.

Forse avrò caratteristiche alla "George Descrières", un po' "alla Lupin", ma di fronte ad uno Sherlock Holmes come l'Assessore non posso che sentirmi inibito ed anche frastornato dalla quantità di dati e dal rigore logico con il quale sono stati presentati...quindi mi perdonerà se sarò un po' confuso ed approssimativo! Ho avuto la sensazione che lei si ammantasse in un fumo, forse la pipa d'oppio di Sherlock Holmes aiuta in questo, di idee di buon senso, di avanguardia, ed addirittura di essere considerati, come Giunta regionale, dei durissimi difensori della linea ambientale al punto di essere tacciati come esagerati da parte dei realizzatori di centraline!

Assessore, mi pare che dobbiamo scendere sul concreto e non solo limitarci ad autoqualificare, come lei fa, la Regione come punto di eccellenza; i fiori all'occhiello, ormai...stiamo un poco abusando di queste cose; credo di più nell'understatement, nel profilo basso di questa Regione...forse è meglio di questi tempi che tutti quanti adottiamo un profilo basso e non vantiamo troppo eccellenze particolari! Sul concreto della questione, le confesso di non sentirmi rassicurato. Leggerò, proprio perché ho questo ritardo, questa mia forse particolare debolezza intellettuale che non mi consente di cogliere immediatamente tutti i riferimenti, ma mi pare che non abbiamo alzato i presidi giusti e, in qualche caso, stiamo rischiando di eliminarli.

Lei, in sostanza, mi ha detto - rispetto alla questione nodale delle domande in corso di esame - che già prima tanto non venivano applicati i criteri, sostanzialmente erano valutate sulla base del piano di tutela delle acque. Ma questo mi mette in preoccupazione, perché le Regioni sono titolari di poteri importanti per quanto riguarda l'individuazione delle aree non idonee. Allora noi avremmo necessità di avere nel settore idroelettrico qualcosa di simile a quello che è stato per il fotovoltaico e per l'eolico, cioè una definizione circostanziata delle aree in cui si può effettuare ulteriori prelievi, altrimenti rischiamo di avere una Regione dove si discute tanto...poi lei ci dice che si sta lavorando con i piano di Bacino, si sta seguendo la direttiva acque per vedere cosa succede, ma alla fine non avremo utilizzato quegli strumenti essenziali di cui c'è bisogno: linee guida per autorizzare gli impianti idroelettrici, cioè dobbiamo sapere con precisione quali aree sono utilizzabili. Lei ci dice delle cose che sono un attimino banali, dice: "sono indisponibili al prelievo tutti i corpi idrici"; ma, allora, come fa a continuare a rilasciare concessioni? Ma che indisponibilità? Non sta mica rilasciando solo concessioni per quattro alpeggi, insomma! E poi quando ci sono le varianti sostanziali, tutto questo rimane possibile.

Assessore, leggerò - anche insieme ad altre persone che sono interessate - attentamente quello che lei ha detto, ma la preoccupazione che abbiamo letto in questi giorni, anche in relazione a vicende come quella del Cortlys, cioè che siano alzate queste limitazioni che c'erano in base alla delibera del 2008, lei non l'ha assolutamente fugata, anzi l'ha rinforzata!

Ci diamo appuntamento nel "Guardie e Ladri" ad una prossima occasione. Per parte mia, mi farò carico di studiare attentamente; cerchi lei, forse, anche di ascoltare altre campane oltre a quelle che ascolta!