Compte rendu complet du débat du Conseil régional. Les documents ci-joints sont disponibles sur le lien "iter atto".

Objet du Conseil n. 2446 du 6 juin 2012 - Resoconto

OGGETTO N. 2446/XIII - Interpellanza: "Interventi per consentire ai cittadini residenti nei comuni di montagna di effettuare liberamente la scelta del medico di base".

Interpellanza

Preso atto dell'oggetto n. 2305/XIII del Consiglio regionale - Interpellanza PD: "Valutazione della possibilità per i cittadini residenti nei comuni di montagna di effettuare la scelta del medico di famiglia in deroga ad alcuni limiti stabiliti da norme di legge";

Rilevato che l'Assessore si impegnava nel caso specifico a evidenziare una zona carente e ad incaricare un nuovo medico nella zona, con in più la possibilità di scelta;

Vista la lettera dell'USL Prot. N. 32974 del 6.04.2012 che annunciava la soluzione provvisoria del problema e l'espletamento in corso delle procedure per l'incarico del medico TITOLARE, che ad oggi non è stato individuato;

i sottoscritti Consiglieri regionali

Interpellano

l'Assessore competente per sapere se intenda spiegare per quali ragioni i cittadini ed in particolare gli ammalati delle zone di montagna devono quotidianamente incontrare difficoltà per il fatto di non poter espletare il diritto della "libera scelta" del medico.

F.to: Donzel - Carmela Fontana

Presidente - La parola al Consigliere Donzel.

Donzel (PD) - Grazie Presidente.

Ci sono delle questioni che apparentemente sembrano marginali, riguardano qualche centinaio di cittadini rispetto ad altre più delicate che abbiamo trattato in precedenza, eppure, se le collochiamo nell'ambito del dibattito politico, hanno una grandissima importanza. Tutti i gruppi presenti nel Consiglio regionale...nei nostri documenti parliamo di quanto sia importante la montagna, vivere in montagna, sostenere chi vive in montagna, fare di tutto perché sia possibile continuare ad operare e lavorare in territori di montagna: proprio per questo, un grande sforzo che da sempre fa l'Amministrazione regionale è quello di collocare dei servizi anche in periferia, non solo concentrati nella città di Aosta. Nella Giornata dell'economia il Presidente faceva notare quanto costa questo all'Amministrazione regionale in termini di investimenti e non è quindi una critica generalizzata al sistema, ma un'interpellanza come questa cerca di risolvere un problema puntuale: quello che sta avvenendo nella Valle del Gran San Bernardo, dove il problema della possibilità di esercitare la libertà di scelta del medico di base è compromessa dal fatto che esiste un solo medico, quindi che possibilità di scelta è? Ad Aosta si può scegliere fra dieci medici, quindi uno decide di andare da quello che più risponde alle sue sensibilità. Spiegavo l'altro giorno l'importanza del rapporto che si deve creare fra paziente e medico, non è da sottovalutare anche la relazione che si crea e questo spiega perché in una città come Aosta non c'è il medico di quartiere, per cui chi abita in quel quartiere è obbligato a prendere quel medico, ma può prendere quello che ha lo studio dall'altra parte della città. Tutto questo non avviene però nei comuni di montagna della Valle del Gran San Bernardo e in qualche modo l'Assessore si era fatto carico di risolvere questo problema, e gliene siamo stati grati, avviando delle procedure, ma non vorremmo che i pazienti di una certa età, mentre si avviano le procedure, non abbiano magari neanche più bisogno del medico...lo scongiuriamo naturalmente questo fatto!

Capisco come sempre la risposta: "che sono i tempi burocratici, la tempistica", ma intanto, quando le cose arrivano in Consiglio regionale, non arrivano in modo anticipato, arrivano quando la gente non ne può più! Sicuramente i cittadini sono già passati al secondo piano dal Presidente della Regione, sono andati già tre volte dall'Assessore regionale competente quando poi disperati si rivolgono al Consigliere di minoranza e dicono: "che strano, non ci hanno ascoltati!". Non è quindi che queste cose arrivano e hanno un'urgenza perché lo diciamo noi: arrivano quando ormai l'esasperazione è massima! Allora poi ci viene detto: "no, non possiamo risolvere il problema domani mattina ", ma il problema non è di oggi, è di mesi fa, la maggioranza non è stata in grado di affrontarlo, quindi il problema arriva in Consiglio regionale.

L'altra volta lei ha fatto una relazione molto interessante sulla pediatria, sulla diffusione dei servizi sul territorio, ma la questione è puntuale: possono questi abitanti esercitare il diritto, ripeto: il diritto previsto della libera scelta? Oggi no. Ribadisco allora il concetto: se c'è un diritto che è previsto dall'ordinamento nazionale, dall'ordinamento regionale, bisogna in qualche modo prevenire che si creino certe condizioni, altrimenti il disagio è forte. Per un abitante che vive in una valle laterale scendere ad Aosta, con i costi dei trasporti, con i problemi per gli anziani, è un problema difficile da affrontare, quindi ci vuole un'accelerazione su queste cose, che capisco, nell'ambito della grande problematica della sanità valdostana, sembrano un piccolo problema, ma, in realtà, nell'ambito della politica valdostana, del modo in cui raccontiamo la nostra Valle e cerchiamo di difendere la possibilità delle genti di montagna di vivere nei loro territori, sono dei problemi gravi e seri. Le rinnoviamo quindi il caloroso invito a che questa soluzione si trovi nel più breve tempo possibile.

Presidente - La parola all'Assessore alla sanità, salute e politiche sociali, Albert Lanièce.

Lanièce A. - Grazie Presidente.

Solo una prima puntualizzazione sul quesito, dove si chiede: "se intenda spiegare per quali ragioni i cittadini ed in particolare gli ammalati delle zone di montagna devono quotidianamente incontrare difficoltà per il fatto di non poter espletare il diritto della "libera scelta" del medico", questo è limitato esclusivamente ad una zona, mentre in tutte le altre zone della Valle d'Aosta e in tutte le altre vallate i cittadini godono di un servizio di medicina di famiglia che capillarmente è in grado di rispondere ai problemi. Già questa è una prima rilevazione del fatto che non sono per nulla d'accordo già sulla domanda che è stata posta.

Per quanto riguarda il problema specifico, ho seguito dall'inizio la questione e attualmente siamo arrivati, come ho già detto nella scorsa interpellanza e come ho già comunicato recentemente, incontrando il Sindaco di Etroubles...che per la zona carente è già stato bandito...e la scadenza è entro il 15, dopodiché avremo, credo, il medico, che ha accettato di salire nella zona a fare il medico di famiglia. C'è da dire che, per cercare di venire incontro alle esigenze della popolazione, era stato bandito un incarico temporaneo nello scorso mese per coprire temporaneamente il periodo che intercorreva per avere il medico titolare a tutti gli effetti. Purtroppo, scorrendo tutta la graduatoria regionale, nessun medico ha accettato l'incarico, perché, facendo delle valutazioni di tipo economico, i singoli medici non hanno ritenuto di accettare questo incarico temporaneo. Per quanto riguarda la zona carente, il 15 di questo mese dovremmo avere il medico che andrà a ricoprire quella zona. Voglio sottolineare che attualmente c'è un medico nella zona che ha i posti per assorbire i pazienti, quindi quelli che non lo scelgono, essendo una libera scelta, ritengono di non avere fiducia in questo medico.

Per quanto riguarda in generale il discorso delle zone di montagna, stabilire il numero dei medici nei vari ambiti non è a discrezione delle Regioni, ma è un numero stabilito dalla Convenzione nazionale unica. Ci troviamo quindi a dover rispettare le leggi, altrimenti si instaurano una serie di contenziosi con altri medici che stanno lavorando. Da questo punto di vista, se in una zona sono previsti tre medici per il calcolo degli abitanti, sono previsti tre medici e non possiamo metterne di più! È chiaro che abitando ad Aosta il bacino è più grande, però devo anche dire che un'altra scelta forte è stata quella di non cadere in tentazione di aprire l'ambito, come è stato fatto in un'altra zona, e quindi permettere agli abitanti dell'alta Valle del Gran San Bernardo di scendere ad Aosta e scegliersi i medici ad Aosta, perché il risultato sarebbe quello che tutti i medici andrebbero a mettersi l'ambulatorio ad Aosta e poi dopo gli altri scenderebbero nella valle. Tant'è vero che l'altra volta ho richiamato la pediatria, perché era successo così e allora è stato fatto un artificio per cui l'ultimo pediatra che arrivava aveva l'obbligo di aprire l'ambulatorio nella Valle del Gran San Bernardo. Per evitare questo, abbiamo mantenuto l'ambito nella zona chiuso, proprio per obbligare tutti i medici che lavorano lì ad aprire gli ambulatori solo nei comuni di montagna.

Il problema si è instaurato perché, purtroppo, parte di una popolazione non ha fiducia nel medico che ha i posti per accogliere i pazienti; purtroppo, come spesso succede, le problematiche si instaurano sulla qualità delle persone, ma su questo non possiamo farci niente; comunque riteniamo di aver seguito con estrema attenzione tutta la vicenda e spero che nel giro di due settimane sarà risolta. Grazie.

Presidente - La parola al Consigliere Donzel.

Donzel (PD) - Grazie Presidente.

Seguirò il suo esempio, quindi dividerò in due parti la mia replica. Sulla prima parte contesto completamente quello che lei sostiene. Intanto "si tratta di una sola zona...", le ripeto che, se fosse anche un solo cittadino, siamo in una regione di 120.000 abitanti, non si può dire: "eh, ma c'è solo una zona che ha un problema", perché nella Valle del Gran San Bernardo vi è un grosso problema, quindi non c'entra niente che ci sia una sola zona: è un problema, come lei stesso riconosce. Non ho parlato di qualità di medici, ho solo detto che esiste un diritto e si chiede se questo diritto lo possono esercitare anche gli abitanti di montagna. Il problema che ci sia o non ci sia la fiducia, non mi interessa: mi interessa specificare che nei territori di montagna esercitare tale diritto...in questo momento nella Valle del Gran San Bernardo è reso più difficile, spetta alla nostra Regione trovare i meccanismi per risolvere questo problema. Spesso si fanno critiche a lavoratori dipendenti di altri settori, poi si vede che andare nelle valli laterali non è facile neanche per i medici, tanto per parlare; quindi quello è un problema che va affrontato e risolto.

Apprezzo invece la volontà della parte conclusiva della sua risposta: che fra 15 giorni finalmente questo problema si risolve, ma vorrei dirle che non è un vezzo quello di dire: "ma un cittadino...", lei ha cercato di far capire che un medico ce l'hanno e non è che siano stati lasciati lì da soli, ma è stato proprio lei - siccome mi sono riletto con attenzione le cose che ha detto in Consiglio l'altra volta - a dire che nel territorio di Bolzano esiste il problema linguistico. Là quindi addirittura la scelta del medico avviene su base linguistica, una persona si sceglie il medico che parla la sua lingua, il tedesco non sceglie il medico italiano, per cui nella scelta del medico intervengono tante questioni e proprio lei ha fatto emergere tale questione, mentre io cercavo di rappresentarle come fosse fondamentale la possibilità di scegliere fra due, perché torno a dire che ad Aosta la scelta non è fra due, ma è fra molti e quindi la libera scelta del cittadino di Aosta si esplica in modo completo. In un territorio di montagna stiamo parlando di poter scegliere fra due medici, non so se rendo l'idea: non stiamo dicendo che vogliamo portare nei comuni di montagna le condizioni di scelta del Comune di Aosta, ma vogliamo portare un minimo di possibilità e, nel caso limite in cui si crea una situazione di difficoltà, dare la possibilità di avere un'altra chance, cosa che oggi non c'è. Ci fa piacere quindi che lei accolga questa sollecitazione e la cosa si risolva, però - ripeto - che, per arrivare qui, vuol dire che è da mesi che il problema è sul tavolo.