Objet du Conseil n. 259 du 28 avril 1980 - Verbale
OGGETTO N. 259/80 - INIZIATIVA PER LA PIU' AMPIA PARTECIPAZIONE AI PROSSIMI GIOCHI OLIMPICI DI MOSCA. (Reiezione di mozione)
Il Presidente DOLCHI dichiara aperta la discussione sulla seguente mozione presentata dai Consiglieri Mafrica, Carral, Péaquin, Cout, Tonino e Bajocco, concernente: "Iniziativa per la più ampia partecipazione ai prossimi giochi olimpici di Mosca", mozione trasmessa in copia ai Consiglieri unitamente all'ordine del giorno dell'adunanza in corso.
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Ill.mo Signor PRESIDENTE
del Consiglio regionale
I sottoscritti Consiglieri regionali del PCI chiedono alla S.V. di inserire all'ordine del giorno del prossimo Consiglio regionale la seguente
MOZIONE
Considerato che la richiesta di non partecipare alle Olimpiadi di Mosca, rivolta dal Presidente degli Stati Uniti d'America a tutti i Paesi come reazione all'intervento sovietico in Afghanistan, si configura come un ulteriore elemento di aggravamento della tensione internazionale;
ritenuto che la partecipazione di atleti di paesi diversi ad una grande e storica manifestazione sportiva possa servire a favorire la comprensione tra i popoli e la distensione internazionale;
espresso il convincimento che il Governo italiano ed il Comitato Olimpico Nazionale non debbano porre alcun ostacolo alla partecipazione di atleti italiani alle Olimpiadi di Mosca e che debbano anzi favorire a tutti i livelli la più ampia partecipazione possibile di paesi e popoli;
Il Consiglio regionale della Valle d'Aosta
DELIBERA
di inviare copia della presente mozione ai capigruppo del Parlamento italiano, ai Parlamentari valdostani ed al Presidente del Comitato Olimpico Nazionale.
F.ti: Demetrio Mafrica - Franco Carral - Sergio Péaquin - E. Cout - Tonino Alder - Bajocco Igino
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Il Consigliere MAFRICA, nell'illustrare la mozione, afferma che il cosiddetto "boicottaggio statunitense" alle Olimpiadi di Mosca si inserisce in un processo di continuo peggioramento dei rapporti fra i popoli e, in questo clima, situazioni già tese possono costituire un vero pericolo per la pace. Il recente tentativo americano di liberare i propri cittadini tenuti in ostaggio presso i locali dell'Ambasciata a Teheran ha rappresentato, a suo avviso, una dimostrazione lampante in proposito. Pur condannando l'intervento sovietico in Afghanistan, non crede che la strada delle ritorsioni possa condurre a dei risultati positivi e soprattutto non ritiene che i Paesi europei debbano necessariamente adeguarsi alle richieste degli Stati Uniti, tanto più che esclude l'eventualità che una mancata adesione dei Paesi europei al boicottaggio possa avere delle conseguenze sul piano dei rapporti fra tali Paesi e Washington. Conclude sostenendo che, oltretutto, una manifestazione quale le Olimpiadi - che rappresentano, da sempre, un'occasione di incontro fra i popoli - non sia la manifestazione ideale per operare un boicottaggio quale quello prospettato dagli Stati Uniti.
Il Consigliere MAPPELLI esordisce affermando che la mozione presentata dal gruppo comunista può essere l'occasione per esaminare i vari focolai di tensione esistenti nel mondo. Prende atto, innanzitutto, della condanna espressa dal P.C.I. per l'intervento sovietico in Afghanistan, condanna che però non può rimanere sulla carta, ma deve essere tradotta in fatti. Stigmatizza il fatto che, da parte comunista, si tenda a porre sullo stesso piano l'intervento sovietico in Afghanistan ed il tentativo americano di liberare i propri cittadini trattenuti quali ostaggi nell'Ambasciata americana a Teheran, facendo presente che, nel secondo caso, si è trattato non di un'invasione di un Paese sovrano da parte di un esercito straniero, ma di un tentativo umanitario per sottrarre dei propri cittadini ad una detenzione illegittima. Dopo aver effettuato una panoramica sulla situazione mondiale, mettendo in evidenza come i veri pericoli per la pace vengano da parte dell'Unione Sovietica, sostiene che, per queste ragioni, non si sente di condannare il boicottaggio statunitense alle Olimpiadi di Mosca e quindi non voterà a favore della mozione presentata dal Gruppo consiliare comunista.
Il Consigliere SALVADORI chiede ai presentatori della mozione se veramente ritengano che le Olimpiadi siano ancora un'occasione di incontro in un clima di fratellanza fra i popoli, nonostante quanto è successo in occasione delle ultime edizioni delle Olimpiadi. Rammenta infatti che, in occasione dei Giochi olimpici di Città del Messico del 1968, la polizia falciò gli studenti che manifestavano pacificamente; nel 1972 a Monaco vi fu l'attacco dei Palestinesi alla palazzina in cui erano ospitati gli atleti israeliani, nel 1976 a Montréal vi fu il boicottaggio di quasi tutti i Paesi africani.
Afferma che le Olimpiadi, al di là della manifestazione puramente sportiva, sono ormai divenute un fatto commerciale come è dimostrato dal contratto che la Società produttrice della Coca Cola aveva stipulato con il Comitato organizzatore delle Olimpiadi di Mosca.
Se effettivamente le Olimpiadi fossero un mezzo per risolvere i problemi dei rapporti internazionali, fa presente che non avrebbe alcuna difficoltà a votare a favore di mozioni siffatte e, pur dando atto che l'accenno all'Afghanistan rappresenta un tentativo di uscire dallo stato di soggezione che ha sempre contraddistinto i rapporti fra il P.C.I. e l'Unione Sovietica, non ritiene però che, attualmente, le Olimpiadi rappresentino niente di ciò che avevano sempre rappresentato in passato. Annuncia quindi la sua astensione nella votazione concernente la mozione in questione.
Il Consigliere NEBBIA afferma di avere molte perplessità circa l'utilità della mozione in questione, perché condivide gran parte delle considerazioni testé svolte dal Consigliere Salvadori. Sostiene però che è innegabile che le Olimpiadi costituiscano un'apertura verso il mondo del Paese organizzatore ed uno scambio di conoscenze e di informazioni, cose di cui un Paese strutturato come l'Unione Sovietica ha particolarmente bisogno.
Le perplessità possono però, a suo avviso, essere superate considerando che l'approvazione della mozione costituirebbe un contributo del Consiglio regionale della Valle d'Aosta alla causa della pace. Sottolinea come tutta la vicenda legata al boicottaggio delle Olimpiadi sia una dimostrazione del fatto che, nonostante in Consiglio regionale si proclamino sempre a gran voce i principi dell'autonomia e dell'autodecisione, all'atto pratico poi i destini dell'intera umanità possono essere decisi da pochi individui. Si dichiara quindi disposto a votare a favore della mozione in questione opportunamente emendata e ciò in considerazione del fatto che la mozione, nella forma attuale, manca del deliberato. Propone quindi i seguenti emendamenti:
- aggiungere come prima premessa la seguente frase: "Affermato che dev'essere comunque condannata ogni azione che abbia come solo presupposto la forza militare quale elemento per dirimere le questioni internazionali controverse";
- sostituire il testo del deliberato con il seguente nuovo testo:
"DELIBERA
- di condannare ogni azione militare tesa a determinare con la forza delle armi rapporti con gli uomini, di invitare il Governo italiano a mettere in atto ogni iniziativa in accordo con gli altri paesi d'Europa aderenti alla CEE per facilitare la soluzione di contrasti internazionali;
- di invitare il Governo, il Parlamento e il Comitato Olimpico Nazionale ad operare perché un incontro sportivo rappresenti momento di fraternità piuttosto che di contrasto tra gli uomini;
- di inviare copia della presente mozione al Presidente del Consiglio, ai Capigruppo del Parlamento italiano, ai Parlamentari valdostani ed al Presidente del Comitato Olimpico Nazionale.".
Conclude affermando che i suoi emendamenti tendono a mettere in rilievo il fatto che le Olimpiadi devono essere intese come un incontro sportivo che, come tale, deve avere finalità diverse da un semplice scambio commerciale e ad affermare dei principi senza scendere troppo nei particolari.
Il Consigliere DE GRANDIS valuta positivamente gli emendamenti presentati dal Consigliere Nebbia perché la mozione nel testo originale aveva il senso di una scelta di campo troppo precisa. Ciò è conseguenza, a suo giudizio, della posizione del P.C.I. il quale, pur condannando l'intervento sovietico in Afghanistan, non tiene sufficientemente conto del fatto che l'Unione Sovietica ha espresso una condanna molto superficiale per la cattura di cittadini americani avvenuta nella loro Ambasciata di Teheran.
Dichiara di concordare con il Consigliere Salvadori ed aggiunge che non può dirsi che lo sport non debba subire interferenze dalla politica come dimostra il fatto che il Sud Africa non può partecipare alle Olimpiadi per la sua politica razzista, mentre si tentò da più parti di boicottare la finale di Coppa Davis che si doveva giocare in Cile. Afferma che occorre ricondurre il problema delle Olimpiadi alla loro reale dimensione, senza vedere nel boicottaggio una minaccia alla pace e che è necessario valutare gli avvenimenti internazionali con una maggiore obiettività.
In conclusione dichiara la propria disponibilità a votare a favore della mozione con gli emendamenti presentati dal Consigliere Nebbia.
Il Consigliere CLUSAZ dichiara di condividere pienamente le argomentazioni del Consigliere Salvadori e quindi anch'egli annuncia la propria astensione. Ritiene che l'azione americana per tentare la liberazione dei propri cittadini trattenuti in qualità di ostaggi nella sede dell'Ambasciata statunitense a Teheran aveva anzitutto una finalità umanitaria e che, essendo essa basata sull'elemento sorpresa, non era possibile avvertire preventivamente gli alleati europei. Afferma che non si possono condannare gli Stati Uniti per avere tentato una simile azione, ma che occorre semmai rammaricarsi perché tale tentativo non è riuscito e che non si può trarre spunto da questo fatto per porre sullo stesso piano Unione Sovietica e Stati Uniti.
Il Consigliere LUSTRISSY esordisce evidenziando come in tutto il mondo vi sia una giustificata preoccupazione per la situazione di tensione internazionale venutasi a creare. Sostiene la necessità di recuperare lo spirito originario delle Olimpiadi come incontro fra i popoli all'insegna dell'amicizia. Afferma che la posizione del Presidente degli Stati Uniti non ha certo portato ad una chiarificazione in questo senso e ciò perché tutti i provvedimenti di ritorsione, nella prassi del diritto internazionale, sono considerati bellicosi.
I presentatori della mozione hanno sbagliato, a suo avviso, inserendo una premessa in cui, facendo riferimento alla dichiarazione di ritorsione del Presidente degli Stati Uniti e alla situazione di tensione internazionale rappresentata dall'intervento dell'Unione Sovietica in Afghanistan, si contraddice l'assunto stesso della mozione. Analogo discorso vale anche per l'emendamento proposto dal Consigliere Nebbia, perché anch'esso fa riferimento ad una situazione di tensione internazionale. Ritiene che l'unico mezzo per superare questo equivoco consista nel presentare una proposta di tipo diverso che non faccia nessun riferimento a situazioni di conflittualità o di bellicosità internazionale, ma recuperi lo spirito originario delle Olimpiadi, la qual cosa è possibile, a suo giudizio, solo eliminando la prima premessa e presenta quindi un emendamento in tal senso.
Conclude annunciando il voto favorevole del Gruppo consiliare dei Democratici Popolari alla mozione se essa sarà emendata nel senso da lui proposto.
Il Consigliere PEDRINI annuncia il proprio voto contrario alla mozione anche se essa dovesse essere approvata con gli emendamenti presentati dal Consigliere Nebbia e dal Consigliere Lustrissy, dato che, a suo giudizio, i primi non esprimono una condanna precisa, ma sono l'espressione di quella che definisce la doppia anima del Partito socialista, mentre i secondi non fanno che peggiorare la situazione. Sostiene che sul testo della mozione non sono possibili dei compromessi perché o si è a favore della libertà, o si è contrari ad essa ed egli, come liberale, non può che esprimere un voto contrario alla mozione in discussione qualunque sia la formulazione che si darà ad essa.
Il Presidente della Giunta ANDRIONE esordisce facendo presente che le Olimpiadi moderne non hanno niente a che vedere con le Olimpiadi dell'antica Grecia e che l'ideale olimpico è stato ben presto guastato dal gigantismo e da uno sfrenato nazionalismo.
Dichiara di concordare con l'affermazione del Consigliere Lustrissy circa l'inopportunità di confondere la politica internazionale con la questione delle Olimpiadi; concorda altresì con le argomentazioni del Consigliere Nebbia circa il fatto che, nella forma attuale, la mozione manchi del deliberato che, a suo avviso, dovrebbe consistere in un invito rivolto al Presidente del Consiglio dei Ministri a far presente al Comitato Olimpico Nazionale Italiano la posizione ufficiale del Governo riguardo alla partecipazione o meno dell'Italia ai Giochi olimpici. Afferma che il problema del boicottaggio ai Giochi olimpici di Mosca può essere importante sotto numerosi punti di vista, ma non sotto quello della pace e della distensione nel mondo perché, proprio per i motivi che ha esposto in precedenza, le Olimpiadi non sono, se non marginalmente, un'occasione di incontro e di amicizia fra i popoli.
Conclude quindi annunciando la propria astensione sulla votazione concernente la mozione in questione ed invitando i membri della maggioranza a fare altrettanto.
Il Consigliere MAFRICA fa presente che, anche limitandosi al punto di vista strettamente sportivo, lo svolgimento regolare dei Giochi olimpici di Mosca riveste un'importanza fondamentale perché, se tale manifestazione sarà boicottata dagli Stati Uniti, l'Urss potrebbe, per ritorsione, boicottare i prossimi Giochi destinati a svolgersi a Los Angeles e ciò segnerebbe quindi la fine dei Giochi olimpici.
Afferma che il gruppo consiliare comunista accetta gli emendamenti proposti dal Consigliere Nebbia, i quali portano, a suo dire, ad un effettivo arricchimento della mozione.
Dato che la preoccupazione principale del gruppo consiliare comunista è che si abbia un pronunciamento del Consiglio sul tema proposto dalla mozione, afferma che i presentatori, in via subordinata, sono disposti ad accogliere anche l'impostazione data alla mozione dal Consigliere Lustrissy, anche se così essa è eccessivamente stringata e limitativa.
Critica le osservazioni svolte dal Consigliere Mappelli tacciandole di eccessiva semplicità, perché non hanno considerato il fatto che i poli del mondo non sono più solo due, dato che vi sono perlomeno altre due realtà da considerare e cioè i Paesi non industrializzati che possiedono però materie prime, e in particolare il petrolio, e Paesi non industrializzati, i quali non possiedono neppure delle materie prime e vengono definiti del quarto mondo. Fa presente che occorre inoltre considerare come anche la situazione all'interno dei due blocchi non è così monolitica come l'intervento di Mappelli fa supporre, dato che all'interno del blocco occidentale la posizione degli Stati Uniti non sempre coincide con quelli degli alleati europei, mentre nell'ambito del blocco orientale, a parte la Jugoslavia, anche la Romania assume delle posizioni nettamente differenziate, per non parlare dei sempre più frequenti e gravi dissidi esistenti fra Unione Sovietica e Cina e del resto anche i partiti comunisti non presentano una posizione univoca. A suo parere, la causa principale dell'attuale situazione internazionale è da ricercarsi soprattutto nella decisione assunta, a suo tempo, dai Paesi arabi di far valere maggiormente nel mercato la loro merce di scambio.
Anche se l'equilibrio strategico degli armamenti nucleari e missilistici può essere stato perturbato dall'installazione, da parte dell'Unione Sovietica, dei missili SS-20, non ritiene che sia logico e positivo che gli Stati Uniti, al fine di ristabilire l'equilibrio alterato, installino i cosiddetti "euromissili". Tale decisione degli Stati Uniti e il loro rifiuto di firmare il Trattato Salt, uniti all'atteggiamento cinese e al fatto che nella stessa Unione Sovietica vi siano parecchi milioni di cittadini di religione musulmana, possono aver creato in Unione Sovietica un sentimento di accerchiamento che può spiegare, anche se non può in alcun caso giustificare l'intervento sovietico in Afghanistan. Ritiene che sia francamente eccessivo definire il tentativo americano di liberazione degli ostaggi detenuti nell'Ambasciata di Teheran un atto umanitario, perché e indubitabile che, a prescindere dalle finalità che tale azione si proponeva, vi sia stata la violazione dello spazio aereo iraniano e che essa avrebbe potuto avere conseguenze ancor più gravi di quelle che essa ha avuto in realtà. Del resto, a testimonianza dell'inopportunità di tale atto basta osservare che esso è stato criticato anche negli Stati Uniti e, proprio in relazione ad esso, il Segretario di Stato ha presentato le proprie dimissioni.
Quanto all'affermazione del Consigliere Clusaz secondo la quale non vi è nessuna necessità da parte degli Stati Uniti di avvertire gli alleati europei, sostiene che questo si realizza già attualmente perché nel nostro Paese vi sono degli impianti missilistici che possono essere messi in funzione solo dagli Stati Uniti.
Ricorda che la posizione del Partito Comunista Italiano non intende assolutamente essere una difesa dell'Unione Sovietica che non ha esitato a condannare fermamente, come dimostra del resto il fatto che il P.C.I. non partecipi alla Conferenza dei Partiti comunisti europei iniziata in questi giorni a Parigi e della quale si erano fatti promotori i Partiti comunisti dell'Europa dell'est e che il Segretario del P.C.I. si sia recentemente recato in visita in Cina, Paese che, notoriamente, non è attualmente in buoni rapporti con l'Unione Sovietica.
Conclude facendo presente che la mozione, che il gruppo consiliare comunista ha presentato vuole essere un contributo che il Consiglio regionale della Valle d'Aosta, riaffermando in tal modo la propria vocazione autonomista, dà al superamento dei blocchi e alla politica della distensione.
Il Consigliere MAPPELLI, ribadendo parte delle considerazioni già svolte in precedenza, dichiara il voto contrario del gruppo consiliare della Democrazia Cristiana alla mozione presentata dal gruppo comunista.
Il Consigliere LUSTRISSY, alla luce delle considerazioni svolte nell'intervento precedente, annuncia l'astensione del gruppo consiliare dei Democratici Popolari sugli emendamenti presentati dal Consigliere Nebbia proprio perché essi, creando una confusione di ruoli fra politica e sport, portano a quella situazione equivoca nella quale si trova anche il Governo italiano, il quale a tutt'oggi non ha ancora assunto una posizione definitiva circa la partecipazione o meno ai Giochi olimpici. La mozione, nel senso che egli ha proposto, vuole essere invece un tentativo di superare tale equivoco.
Il Presidente DOLCHI, dopo aver constatato che nessun altro Consigliere intende prendere la parola sull'argomento in esame, pone ai voti, per alzata di mano, l'approvazione della mozione in discussione nel testo così come emendato dagli emendamenti del Consigliere Nebbia.
Procedutosi alla votazione, per alzata di mano, il Presidente DOLCHI accerta e comunica che il Consiglio, con voti favorevoli nove e voti contrari sette (Consiglieri presenti: ventisette; votanti: sedici; astenutisi dalla votazione i Consiglieri Clusaz, Lustrissy, Maquignaz, Marcoz, Martin, Pollicini, Rolando, Rollandin, Salvadori, Viglino e Voyat) non ha approvato la mozione nel testo emendato dal Consigliere Nebbia.
Il Presidente DOLCHI pone quindi in votazione, con l'assenso dei presentatori, la mozione come modificata dagli emendamenti presentati dal Consigliere Lustrissy.
Il Consigliere NEBBIA, prendendo la parola per dichiarazione di voto, annuncia il voto contrario del gruppo consiliare socialista alla mozione nel testo modificato a seguito degli emendamenti presentati dal Consigliere Lustrissy ritenendo che il deliberato così modificato perda ogni significato.
Il Presidente DOLCHI, dopo aver constatato che nessun altro Consigliere intende prendere la parola sull'argomento in esame, pone ai voti, per alzata di mano, l'approvazione della mozione in discussione nel testo emendato come da proposta del Consigliere Lustrissy con il consenso dei presentatori.
Procedutosi alla votazione, per alzata di mano, il Presidente DOLCHI accerta e comunica che il Consiglio con voti favorevoli dieci e voti contrari dieci (Consiglieri presenti: ventisette, votanti: venti; astenutisi i Consiglieri Clusaz, Marcoz, Martin, Rolando, Salvadori, Viglino e Voyat), non ha approvato la sottoriportata
MOZIONE
Ritenuto che la partecipazione di atleti di paesi diversi ad una grande e storica manifestazione sportiva possa servire a favorire la comprensione tra i popoli e la distensione internazionale;
IL CONSIGLIO REGIONALE
DELIBERA
di invitare il Governo Italiano ed il Comitato Olimpico Nazionale a non porre alcun ostacolo alla partecipazione di atleti italiani alle Olimpiadi di Mosca e che debbano anzi favorire a tutti i livelli la più ampia partecipazione possibile di paesi e popoli.
Il Consiglio prende atto.
Il Presidente DOLCHI, stante l'ora avanzata, dichiara chiusa la seduta e comunica che i lavori del Consiglio riprenderanno domani alle ore nove e trenta.
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Si dà atto che la seduta ha termine alle ore diciannove e minuti ventitré e che i lavori riprenderanno domani alle ore nove e trenta.
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Letto, approvato e sottoscritto
IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO
(Giulio Dolchi)
IL CONSIGLIERE SEGRETARIO DEL CONSIGLIO
(Sergio Péaquin)
IL SEGRETARIO ROGANTE f.f.
(Luigi Pasquino)