Compte rendu complet du débat du Conseil régional. Les documents ci-joints sont disponibles sur le lien "iter atto".

Objet du Conseil n. 1496 du 1er décembre 2010 - Resoconto

OGGETTO N. 1496/XIII - Interpellanza: "Accorpamento delle società operanti nell'ambito dei Consorzi di Garanzia Fidi della Valle d'Aosta".

Interpellanza

Richiamata la lettera del 29/10/2010 con cui il Presidente della Regione e l'Assessore alle Finanze hanno chiesto alle società operanti nell'ambito dei Consorzi di Garanzia Fidi di procedere entro 60 giorni ad una loro generale unificazione;

Preso atto della volontà di un rilevante numero di esse di non aderire a questo "invito" e delle motivazioni espresse dalle stesse;

i sottoscritti Consiglieri regionali

Interpellano

la Giunta regionale per sapere:

1) quali valutazioni esprima circa le obiezioni avanzate dalle Confidi CTS Valle d'Aosta, Confidi Industriali, Confidi Albergatori e Confidi Agricoltori Valle d'Aosta alla richiesta di procedere ad un accorpamento con altri soggetti;

2) quali ulteriori iniziative intenda assumere in ordine alla politica di settore, alla luce dell'eventuale autonomo percorso annunciato dalle citate Confidi.

F.to: Louvin - Patrizia Morelli

Président - La parole au Conseiller Louvin.

Louvin (ALPE) - Merci M. le Président.

Nelle scorse settimane il Presidente Rollandin e l'Assessore Lavoyer ci hanno informati, già in sede di predisposizione del bilancio regionale, di un intendimento del Governo regionale di sollecitare una unificazione dei Consorzi di Garanzia Fidi della Valle d'Aosta; un intendimento molto esplicito, che si è tradotto in una comunicazione alle stesse Confidi del 29 ottobre scorso, nella quale l'Assessore e il Presidente rilevavano come la presenza di diversi consorzi di ridotte dimensioni che hanno una certa eterogeneità nelle condizioni applicate dalle banche convenzionate sulle operazioni di credito sarebbe stato un nodo da sciogliere.

A più riprese l'Assessore Lavoyer, anche nei lavori di commissione in questi ultimi tempi, ha ricordato le 55 convenzioni diverse, perché trattando con diverse istituzioni bancarie sono sicuramente individuate anche condizioni di credito differenziate e, facendo leva sulle conseguenze dell'accordo di Basilea 2, che punta alla riduzione delle esposizioni a rischio delle banche, il Governo regionale auspicava la nascita di un unico Consorzio Fidi, indicandolo come scelta inevitabile per raggiungere una massa critica adeguata, economie di scala e di struttura, ruolo più efficace nei rapporti con le banche. La sollecitazione non si è limitata ad una semplice esortazione, un incoraggiamento, ma ha preso delle forme piuttosto robuste, imperative in qualche modo, perché questa volontà dell'Amministrazione di pervenire ad un unico consorzio si traducesse in un'azione immediata. Infatti, con una chiusa in grassetto, la lettera del 29 ottobre esplicita questa sollecitazione dicendo (cito): "Si invitano pertanto i consorzi in indirizzo ad avviare tutte le procedure necessarie per giungere entro la fine del corrente anno alla creazione di un unico Consorzio di Garanzia Fidi iscritto all'ex articolo 107 del T.U. bancario". Una sollecitazione che, visto il ruolo della Regione nel sostenere questi consorzi, nel fornire la garanzia - nel discutere anche in sede di bilancio regionale - assume dei contorni particolarmente rilevanti.

I Consorzi di Garanzia Fidi valdostani, sollecitati dalla stessa commissione consiliare che ha ritenuto di approfondire questo aspetto nel corso delle sue audizioni per il bilancio regionale, ha manifestato, rispetto a questa sollecitazione, un atteggiamento di non condivisione: ha evidenziato che i Confidi valdostani hanno rapporti di forza non omogenei e non hanno in sostanza inteso seguire questa via. In particolare, in una comunicazione molto articolata ed approfondita di cui abbiamo avuto conoscenza in sede di commissione, si è concentrata la loro attenzione su un aspetto che è quello del fatto che un Confidi unico potrebbe non aumentare di per sé il volume delle garanzie, e si intravedrebbero invece minori margini di intervento e sviluppo derivanti dalla mancata concorrenza nel territorio. Credo che questi siano elementi non secondari, perché le ambizioni di una o dell'altra organizzazione possono avere un peso nelle decisioni assunte, ma lo sguardo che ha la Regione rispetto a questo settore deve essere attento non solo alla sua ottimizzazione in termini teorici, ma anche ai riflessi che può presentare la mancanza di concorrenza prodotta dal fatto di generare una Confidi unica nel territorio regionale.

Noi abbiamo necessità di confrontarci con il Governo regionale, di conoscere puntualmente la posizione che intende assumere, vista la risposta negativa pervenuta da parte delle organizzazioni interessate, quindi conoscere quale sia il punto di vista del Governo circa le obiezioni che hanno avanzato la Confidi Valle d'Aosta, la Confidi industriali, la Confidi albergatori, la Confidi agricoltori della Valle d'Aosta di fronte alla richiesta di procedere ad un accorpamento con altri soggetti, in particolare con la società Valfidi. Inoltre, se ci sono dietro l'angolo delle politiche che il Governo regionale intende assumere per quanto riguarda l'annunciato percorso autonomo che le Confidi, che hanno risposto negativamente alla sollecitazione, intendono perseguire. Grazie.

Président - La parole à l'Assesseur au budget, aux finances et au patrimoine, Lavoyer.

Lavoyer (FA) - Grazie Presidente.

Come ha sottolineato già l'interpellante, questo argomento è stato ampiamente analizzato in sede di commissione durante le audizioni sul bilancio. Premesso che confermiamo quanto abbiamo sempre sostenuto in tutte le occasioni in cui si è parlato del ruolo delle Confidi, ribadiamo l'importanza determinante di questo strumento a sostegno dell'economia; solo nell'ultima Giunta abbiamo approvato un contributo di circa 1.300.000 euro a favore di una di queste strutture, contributo che ha sostenuto un volano di affidamenti di circa 70.000.000 di euro; quindi è indubbio il ruolo strategico di queste associazioni per il sostegno dell'economia valdostana e, in particolare, delle piccole-medie imprese. Nessuno cerca scontri con le varie associazioni, anzi, riteniamo che tutti dobbiamo dare un contributo per migliorare gli effetti e il ruolo che queste associazioni hanno a sostegno dell'economia.

Sempre in premessa, voglio ancora sottolineare che la lettera che abbiamo inviato a tutte le Confidi, peraltro articolata e motivata, è un'azione finale di una serie di sollecitazioni di tipo verbale ad affrontare la problematica, sollecitazioni che abbiamo fatto in diverse occasioni quando abbiamo avuto riunioni plenarie con le varie Confidi per affrontare detta problematica. Sollecitazione peraltro che non nasce da una decisione improvvisata della Giunta regionale o del Presidente e dell'Assessore alle finanze, ma emerge da dei dati di fatto. Alcune di queste criticità le ha evidenziate l'interpellante, ma le voglio risottolineare: dobbiamo prendere atto che il mondo evolve... organizzazioni che qualche anno fa non erano necessarie, adesso diventeranno obbligatorie. L'iscrizione attuale in "107" - adesso ex 106, 107, di nuovo 106, comunque per capirci in 107 - probabilmente a inizio 2012 non sarà più sufficiente, bisognerà aumentare ancora una serie di rapporti e di organizzazioni nei confronti dell'ente di controllo, Banca d'Italia, per svolgere il ruolo che svolgono adesso le Confidi. Quindi nel 2012 l'unica Confidi che è iscritta in 107 dovrà ancora adeguarsi e questo diventerà non più un discorso ordinatorio, ma perentorio, cioè se si vorrà operare in questo campo, si dovrà essere in 107. Questo è il motivo per cui anche le altre quattro Confidi non hanno detto che non interessava andare in 107, ma hanno detto che vorrebbero farsi un 107 per conto proprio, e questa è la loro posizione, ma dall'incontro che è stato fatto la settimana scorsa anche con Banca d'Italia per capire l'evoluzione della tematica, ci è stato confermato che come minimo ci vuole un anno per avere l'eventuale iscrizione in 107.

Allora ci poniamo il problema, per quanto attiene la gestione degli interventi, che cosa deve fare l'Amministrazione nel 2011, soprattutto a favore di queste Confidi che non hanno questa caratteristica. Lo abbiamo detto in commissione... il collega Louvin conosce bene la materia, sa che una Confidi è in 107, la garanzia che la stessa presta nei confronti dell'istituto di credito è una garanzia pesante rispetto alla stessa garanzia presentata da una Confidi che non è in 107, perché la garanzia prestata in 107 permette all'istituto di credito di iscrivere questa garanzia a patrimonio, mentre l'altra garanzia può essere utilizzata solo quando un'impresa non riesce più a restituire il finanziamento, e a quel punto la Confidi interviene garantendo per una percentuale, del 50, del 75%; dal punto di vista dell'effetto è molto più debole una contrattazione con l'istituto di credito se non sei in 107. Questo è il primo elemento per cui la sollecitazione ad affrontare questa problematica è una sollecitazione che nasce dalla preoccupazione dell'Amministrazione, che i denari pubblici erogati a favore di queste associazioni abbiano il risultato migliore e più incisivo possibile.

Qui mi collego all'altro aspetto: si parla delle 55 convenzioni. È una abbreviazione parlare solo di 55 convenzioni, perché le 55 convenzioni sono per ogni singolo tipo di affidamento e ci sono cinque tipi di affidamento dove è previsto il contributo in conto interessi dell'Amministrazione regionale e ci sono altre quattro tipologie, come aperture di credito, smobilizzo di credito, anticipo fattura, anticipo contratti, interventi nel leasing, dove non è previsto il contributo interessi, ma è previsto l'intervento o in garanzia o nell'abbattimento del costo del denaro da parte dell'ente pubblico. Quindi se lei somma 10 tipologie di finanziamento per cinque Confidi per 11 banche, lei vede la giungla nella quale ci stiamo muovendo. Questa è una preoccupazione che va nella direzione... soprattutto nel momento in cui a seguito degli interventi anticrisi abbiamo incrementato da 50 a 75 percento l'abbattimento del costo del denaro, da 50 a 75 percento la garanzia, la preoccupazione è che questo sforzo notevole che fa l'Amministrazione abbia degli effetti concreti.

Secondo me è sotto gli occhi di tutti che se tutte le Confidi sono in regime di 107 hanno una forza contrattuale nei confronti delle banche maggiore: questo è un dato oggettivo, confermato anche da Banca d'Italia. Altrettanto riteniamo che se il rapporto con le singole banche avviene sullo stesso tipo di finanziamento con una struttura maggiormente organizzata come dimensione tutta in 107, siamo convinti che tutte insieme strappino per lo stesso tipo di finanziamento le condizioni migliori che attualmente solo qualche Confidi riesce ad ottenere. Pensiamo di fare una considerazione che non sia solo teorica, ma di concretezza. Quindi se tutte sono in 107 e se sono insieme, nei confronti degli istituti di credito la forza è maggiore. Quindi parliamo delle motivazioni per cui le quattro Confidi ritengono di non dovere immediatamente dare corso a questo che voglio sottolineare... è un invito motivato, un invito responsabile di chi gestisce il denaro pubblico, le motivazioni mi paiono deboli, soprattutto dal punto di vista tecnico.

La prima motivazione è la concorrenza, ma... con chi? La concorrenza per portarsi via degli associati, o quando parliamo di concorrenza ragioniamo sulle...

Presidente - ...chiedo scusa, ma bisognerà...

Lavoyer (FA) - ...lo so, purtroppo l'argomento... allora, concorrenza con le banche... penso che sia più forte l'aggregazione.

L'altro aspetto di tipo patrimoniale deve tener conto della depurazione dei fondi rischi che abbiamo dato alle singole Confidi con legge n. 1/2009, quindi va depurato per fare il raffronto fra i vari patrimoni da questo intervento. Detto tutto ciò, la nostra posizione ci sembra responsabile e permane. Abbiamo fatto un incontro con il Presidente, l'impegno è di fare un tavolo tecnico che esamini queste problematiche; se saranno così bravi da convincere l'Amministrazione che due Confidi in 107 sono più efficienti di una sola, ne prenderemo atto!

Président - La parole au Conseiller Louvin.

Louvin (ALPE) - Grazie. È un peccato che lei sia stato interrotto proprio mentre concludeva un ragionamento che ha una sua fondamentale importanza.

Non abbiamo posto questo quesito a caso, siamo su un nodo strategico del rapporto fra l'Amministrazione e il mondo imprenditoriale e finanziario e devo dire che, da questo punto di vista, l'intervento regionale mi sembra un intervento un po' brutale. Certo, ci sono motivazioni che devono spingere una razionalizzazione del settore e credo che la risposta che è stata data a questa sollecitazione, quella di avere un secondo polo di Confidi, fra l'altro non inferiore a quello che già ha preso struttura sotto forma di ex 107, sia una risposta all'altezza dei quesiti posti, delle preoccupazioni che sono state avanzate dall'Amministrazione regionale. Ma qui siamo di fronte a due aspetti su cui dobbiamo intenderci: uno è quello della concorrenza, certamente l'esistenza di una pluralità di soggetti introduce una possibilità di scelta, l'unicità di interlocutore esclude questa possibilità in modo automatico e credo che non sia sano nel nostra sistema economico, altre parti di questo emiciclo dovrebbero alzarsi a rivendicare questo diritto di scelta, questa libertà in campo economico, e non solo la nostra. Ma l'effetto benefico della concorrenza sta anche nell'andare a cercare da parte di queste Confidi condizioni migliori nel settore bancario, se una soltanto è la parte richiedente, uno soltanto è il filtro generale di tutto il sistema economico, questo non porta nella direzione auspicata.

Assessore, lei ha fatto una parodia della complicazione attuale, ha dato un'illustrazione caricaturale, non mi sembra che quello sia il punto. Il punto è che ci siano pochi soggetti forti in campo e in grado di servire meglio il mondo economico. La sua conclusione è scivolata un po' rapida, ma non mi convince e non mi piace molto; l'idea dei tavoli tecnici è una bella cosa, ma se facciamo dei tavoli tecnici sedendoci e incrociando le mani, girandoci i pollici dicendo: provate a convincerci (come lei dice), se ci convinceranno allora... e se non ci convinceranno? È questo che le avevamo chiesto! Se la scelta di queste Confidi che abbiamo nominato prima va in una direzione diversa, cosa fa la Giunta regionale? Questo le avevamo chiesto, questa è la risposta che non è arrivata, perché crediamo che le garanzie l'Amministrazione le debba mettere in campo lo stesso a fronte di una risposta razionalizzante di settore e non si possa mettere nella condizione di dire: ci sono quelli che hanno fatto un determinato percorso, a loro va il nostro plauso e il nostro sostegno, e gli altri rimangono affidati a loro stessi! Gli altri non sono poca cosa, non sono in grado di contestare le sue affermazioni sulla solidità. Abbiamo dei dati anche noi in mano che ci sono stati rappresentati sulle riserve diverse, sul patrimonio di vigilanza, e ci danno delle informazioni - le prendiamo come tali, con beneficio di inventario - che dimostrano anche percorribilità di altre vie, non solo dell'unica via assunta dalla Regione.

Il punto è sempre lo stesso: volete un solo soggetto in campo per ogni settore economico, un soggetto controllato, un soggetto diretto referente dell'Amministrazione regionale. Ci preoccupa questa impostazione, non la troviamo consona ad una Valle d'Aosta che respiri dal punto di vista economico e anche ad una libertà di scelta da parte di una clientela, ma che sono in realtà i nostri concittadini che operano in campo economico, che siamo noi stessi come professionisti, come artigiani, come commercianti, come agricoltori, come albergatori, eccetera. Grazie Presidente.