Objet du Conseil n. 1492 du 1er décembre 2010 - Resoconto
OGGETTO N. 1492/XIII - Interpellanza: "Intendimenti in merito al contenimento della proliferazione di medie strutture di vendita nel territorio regionale".
Interpellanza
La legislazione regionale opera una distinzione fra medie strutture di vendita (ricomprese fra 251 metri e 2.500 metri) e grandi strutture di vendita, di dimensioni superiori ai 2.500 metri per il comune di Aosta e sopra i 1.500 metri per gli altri comuni;
Rilevato come non si siano registrate richieste di apertura per nuove grandi strutture di vendita, mentre paiono moltiplicarsi le iniziative di avvio di medie strutture di vendita, con significativi contraccolpi per il piccolo commercio di vicinanza già duramente provato, in una regione dove sono altresì presenti grandi strutture di vendita per complessivi 18.500 metri quadri;
i sottoscritti Consiglieri regionali
Interpellano
la Giunta regionale per sapere:
1) a quanto ammonti la superficie totale delle medie strutture di vendita attive nel territorio regionale;
2) quali e quante aziende abbiano attivato nell'ultimo quinquennio procedure per l'insediamento di nuove medie strutture di vendita nel territorio regionale e per quali complessive superfici;
3) quali superfici di esercizi già esistenti siano confluite o stiano confluendo in meccanismi di concentrazione ed accorpamento di piccole strutture preesistenti;
4) quali iniziative la Giunta regionale intenda assumere per contenere la proliferazione di tali strutture.
F.to: Louvin - Bertin - Giuseppe Cerise - Patrizia Morelli
Presidente - La parola al Consigliere Louvin.
Louvin (ALPE) - Grazie Presidente. Questa è un'interpellanza annunciata, preceduta da una nostra sollecitazione all'Assessore competente in materia di commercio sulla problematica delle medie e grandi superfici di vendita.
Nel mese di ottobre, dopo l'esauriente risposta dell'Assessore, abbiamo radiografato la questione delle grandi superfici, riscontrando una situazione in linea con i dati nazionali e quindi con la presenza e il necessario naturale affermarsi di grandi superfici, ma in una misura che l'Assessore ha indicato in circa la metà di quella del vicino Piemonte e in linea con altre realtà analoghe alla nostra nel resto dell'arco alpino. È peraltro stata utile quella circostanza per mettere in evidenza come il piano più interessante e di maggior movimento non sia quello delle grandi superfici, dove abbiamo registrato una situazione statica, nessuna nuova richiesta nell'ultimo quinquennio, ma una situazione più effervescente e direi anche problematica nelle medie strutture. Ma se facciamo un'equazione, la grande distribuzione, cioè le grandi strutture di vendita stanno alle grandi regioni, come queste medie stanno alla nostra realtà, è forse qui che dobbiamo focalizzare la nostra attenzione a fronte della preoccupazione crescente che c'è nell'ambito commerciale per il susseguirsi di iniziative di apertura di robuste strutture di commercio concentrate. Abbiamo ricevuto negli ultimi giorni degli inviti per inaugurazione di nuove superfici non solo alle porte di Aosta, ma anche nella Bassa Valle.
Quindi è utile, crediamo, Assessore Marguerettaz, fare il punto della situazione e darci da parte sua delle indicazioni sulle superfici totali che riscontriamo oggi nelle medie strutture di vendita presenti nel territorio. È utile sapere anche quante strutture si siano messe in moto, quante abbiano attivato procedure di insediamento e come si stia ridisegnando la mappa generale del commercio a questa dimensione. Poi chiediamo in sede politica qual è il punto di vista del Governo regionale, come si atteggia, se assume neutralità o se intende promuovere azioni di riordino, di contenimento di questo fenomeno che suscita vivissima apprensione da parte degli operatori. Ogni apertura di nuova struttura è seguita da qualche giorno o settimana di sostanziale calo delle vendite nelle piccole strutture come effetto immediato, ma viene a creare un bacino di offerta sempre più robusto e a mettere ulteriormente in sofferenza sia il piccolo commercio montano, che il commercio di vicinato.
Aspettiamo le sue informazioni e le sue valutazioni, Assessore.
Président - La parole à l'Assesseur au tourisme, aux sports, au commerce et aux transports, Marguerettaz.
Marguerettaz (UV) - Merci M. le Président.
Una breve premessa. Sarebbe interessante precisare che le medie strutture di vendita, come classificate dalla deliberazione del Consiglio regionale modificata il 14 luglio 2005, e successivamente modificata nel 2007, sono quelle strutture che hanno due parametri per Aosta e altri comuni. Le medie strutture in Aosta sono quelle comprese fra 251 metri quadrati e 2.500 metri quadrati, mentre per gli altri comuni sono medie strutture quelle che vanno da 151 a 1.500.
Al fine di inquadrare correttamente la problematica rappresentata dagli interpellanti, si ritiene opportuno fare una premessa in ordine alle attribuzioni in materia di commercio attribuite ai diversi enti e all'evoluzione normativa verificatasi nell'ultimo decennio. Lo ricordo perché nello spirito e negli indirizzi del cosiddetto "decreto Bersani" di liberalizzazione e di riforma del commercio, sono stati definiti nelle disposizioni regionali alcuni principi di carattere generale. Qua abbiamo, da un lato, enfatizzato la liberalizzazione, quindi rispetto a questo tema c'è poi un concetto di cui dobbiamo tenere conto. Con l'articolo 8 della deliberazione del 2005 è stata attribuita ai Comuni la facoltà di intervenire con provvedimenti ad hoc sulla base della programmazione commerciale e sugli aspetti urbanistici ad essa correlati, quindi i Comuni, al di là delle norme in materia di commercio, hanno poi lo strumento che è il piano regolatore per andare ad individuare le aree su cui svolgere determinate cose. Ciò al fine di consentire agli enti territoriali, che ovviamente sono il soggetto che meglio conosce la realtà e le esigenze locali, l'individuazione e l'approvazione di norme puntuali che tengano conto delle caratteristiche peculiari di ciascun ambito territoriale a livello di bacino di utenza e di equilibrato e razionale sviluppo della rete distributiva. Nella moderna ottica di decentramento delle competenze non era percorribile un'altra soluzione che mantenesse in capo alla Regione tutti i poteri in ordine alla programmazione nel settore del commercio. Credo che questo sia un dato fondamentale. Quindi non risulta, nella situazione attuale, che la maggior parte dei Comuni abbia provveduto a disciplinare in materia precisa e vincolistica gli aspetti di programmazione commerciale, orientandosi di fatto nel senso di una sostanziale liberalizzazione dell'insediamento delle medie strutture di vendita.
Detto questo, andiamo alle domande puntuali. "A quanto ammonti la superficie totale delle medie strutture di vendita attive nel territorio regionale": la superficie di vendita totale delle strutture commerciali comprese fra 151 e 2.500 metri sia ad Aosta che negli altri comuni a valle, come risulta dai dati forniti dalla Chambre, raggiunge un totale complessivo di 84.485 metri, ovvero il 43 percento di tutto il sistema distributivo regionale, pari a circa 197.000 metri quadri.
"Quali e quante aziende abbiano attivato nell'ultimo quinquennio procedure...": nell'ultimo quinquennio, nell'intero territorio regionale si sono insediate 18 sedi di nuove e medie strutture di vendita e 19 unità locali, dati Chambre al 30 giugno 2010, per un totale complessivo di 14.345 metri. Il settore non alimentare rappresenta circa il 93 percento della nuova superficie di vendita complessiva.
"Quali superfici di esercizi già esistenti siano confluite o stiano confluendo in meccanismi di concentrazione ed accorpamento di piccole strutture preesistenti": nessuna delle nuove medie strutture di vendita di nuovo insediamento è stata costituita in virtù di meccanismi di concentrazione o accorpamento di esercizi di vicinato o medie strutture preesistenti.
"Quali iniziative la Giunta regionale intenda assumere per contenere la proliferazione di tali strutture": abbiamo avviato subito un incontro e un confronto con le associazioni dei commercianti e degli operatori, perché è interessante avere il parere diretto, non tanto dei singoli che possono dare a ragione dei commenti, ma agli organi rappresentativi. Quindi rispetto a questo tema sono emerse alcune considerazioni: da un lato, sicuramente il tema viene visto con una certa attenzione; dall'altro, vi è anche, in quanto associazione dei commercianti, una richiesta di poter ampliare le strutture già esistenti. Semplifico: dice, noi abbiamo un indirizzo dove aumentano le nuove strutture che vengono ad insediarsi in Valle d'Aosta; se ci sono delle necessità, perché non concedete alle attuali attività di ingrandirsi e di avere più spazi? Ovviamente questo è un ballon d'essai; ho chiesto alle associazioni di formalizzare le loro proposte, quindi sono in attesa di un documento che vada a dare una certa indicazione. Queste indicazioni hanno dei riflessi sull'attuale sistema regionale e avvieremo un confronto; successivamente avvieremo un confronto con le associazioni dei consumatori perché potrebbero avere un parere diverso, in quanto la liberalizzazione aveva come obiettivo quello di creare delle condizioni per una maggiore concorrenza e forse nella logica del consumatore avere delle condizioni migliori. Quindi bisognerà coniugare le esigenze a volte anche non specificatamente in sintonia dei vari stakeholder. Grazie.
Si dà atto che dalle ore 10,13 riassume la presidenza il Presidente Alberto Cerise.
Presidente - La parola al Consigliere Louvin.
Louvin (ALPE) - Grazie Presidente. Partendo dai dati che sono impattanti, sono molto al di sopra di quanto credo la media e non solo delle persone (può immaginare), perché 84.000 metri quadri di superficie totale di queste superfici, quindi il 43 percento, è un valore molto pesante nell'equilibrio commerciale. Le grandi superfici di cui abbiamo parlato prima raggiungono il 9 percento, quindi sono una quota molto più ridotta. La crescita impetuosa, abbiamo chiesto nell'ultimo quinquennio i dati, quindi 18 sedi nuove e medie e 19 unità locali sono una fioritura notevolissima, e il fatto che riguardino quasi esclusivamente il settore non alimentare ci deve far riflettere moltissimo. Evidentemente non fanno riflettere molto la Giunta regionale, perché trovo l'Assessore assolutamente passivo di fronte a questa situazione.
Lei, molto onestamente, ci ha detto del percorso che sta seguendo, ma nel momento in cui un Governo regionale constata che c'è un'inattività dei Comuni nel controllare questa situazione, perché dice lei non hanno programmato, quindi hanno lasciato una liberalizzazione de facto sul territorio, lei non può allargare le braccia, e adesso perché noi stiamo premendo e altri anche premono dall'esterno, comincia a sentire gli uni e gli altri! La Giunta non è solo lì per sentire, dovrebbe avere in questa Regione qualche idea su come si deve sviluppare il commercio; non è un settore di amministrazione diretta il commercio, è un settore nel quale ci deve essere una governance di settore. Mi sorprende da parte sua, che in genere si muove anche con una certa rapidità sulle questioni, ma qui la troviamo assolutamente impreparato! Mi dice che ha incontrato le organizzazioni rappresentative delle categorie che hanno lanciato un ballon d'essai sui possibili ampliamenti delle attuali attività; cosa pensa la Giunta regionale? Ha un'idea se è opportuno consentire loro di ampliarsi, di fare rete, sostenere con qualche investimento una politica commerciale di riordino che faccia maturare un po' di più un'imprenditoria locale che in questo gioco è tagliata fuori? Non ha ancora sentito le associazioni dei consumatori: non sto cosa stia aspettando, perché sono delle associazioni piuttosto disponibili al confronto, in genere le troviamo attente, forse un mese o l'altro avrà tempo di intrattenersi anche con loro.
Non giro ulteriormente il coltello nella piaga, ma ci lasci dire di un grosso disappunto di fronte a questa situazione; non pensiamo che sia possibile, in un settore come questo, non avere una politica, non avere un'idea se sia bene o male che oltre a quella che è già stata questa marea montante di nuove strutture, ci sia ancora un ulteriore ampliamento.
Abbiamo - dice lei - dei Comuni che, a fronte degli effetti dei decreti Bersani, non sono intervenuti... lei non si attiva come Assessore nel governare questo fenomeno, nel convocare i Comuni! Il CELVA... a cosa serve se non andare a discutere ogni tanto anche delle politiche e non solo farsi dare la benedizione sui propri provvedimenti? Mi scusi se mi sono accalorato, credo che però qui la materia sia stata trattata in modo decisamente leggero e richieda invece ben altro approccio. La invitiamo a girare la chiavetta nell'accensione e mettere in moto i motori della Regione e le sue intelligenze che ha per affrontare questa problematica, molto complessa, ma vitale, per la nostra economia.