Objet du Conseil n. 406 du 29 septembre 1981 - Resoconto
OGGETTO N. 406/81 - PROBLEMI CONCERNENTI LA RAZIONALIZZAZIONE DELLA GESTIONE DA PARTE DELL'ENEL DI IMPIANTI IDROELETTRICI. (Interpellanza)
Presidente - Do lettura dell'interpellanza presentata dai Consiglieri Nebbia e Tripodi:
INTERPELLANZA
I Consiglieri regionali del P.S.I., Nebbia Giuseppe e Tripodi Pasquale;
interpellano:
il Presidente della Giunta regionale onde conoscere:
1) qual è l'attuale fase di realizzazione del trasferimento del Gruppo Impianti dell'Enel in Valle d'Aosta;
2) se si prevede che l'organico sarà ricoperto da personale in Valle o soggetto a trasferimento dall'attuale sede;
3) se la Giunta regionale è a conoscenza che la ristrutturazione del Gruppo Impianti comporta la soppressione in dieci anni di circa 200 posti di lavoro, situati prevalentemente alla testata delle Valli laterali, contraddicendo in tal modo le ipotesi di riequilibrio territoriale che prevedono di contrastare lo spopolamento progressivo della montagna;
4) quali iniziative intende assumere la Giunta regionale onde sopperire alla diminuzione del numero dei posti di lavoro per riequilibrare la concentrazione territoriale degli insediamenti produttivi;
5) se la Giunta non ritiene di seguire con sollecitudine l'evoluzione della situazione anche nella prospettiva del passaggio all'Enel delle centrali elettriche COGNE.
Presidente - Illustra l'interpellanza il Consigliere Nebbia.
Nebbia (PSI) - Mi pare che l'interpellanza sia molto ben specificata, perciò rinuncio ad illustrarla. Voglio sentire la risposta del Presidente.
Presidente - Risponde il Presidente della Giunta.
Andrione (UV) - Se il Consigliere Nebbia è d'accordo, nel rispondere seguirei esattamente i punti da lui posti.
Qual è l'attuale fase di realizzazione del trasferimento del Gruppo Impianti dell'Enel in Valle d'Aosta? Il terreno per la costruzione verrà messo a disposizione dalla Regione, che ne possiede uno idoneo a Châtillon: la scelta di Châtillon è avvenuta d'intesa con i rappresentanti dell'Enel.
Se si prevede che l'organico sarà ricoperto da personale in Valle o soggetto a trasferimento dall'attuale sede.
Sarà personale soggetto a trasferimento dall'attuale sede, in prima istanza, perché non è che rimarranno a cinquant'anni dipendenti dell'Enel, e fanno di tutto per non essere trasferiti. Consigliere Nebbia, siamo a dei livelli assolutamente incredibili! I dettagli di questa questione li può chiedere al Consigliere Faval, che facendo parte di quella Commissione si è lungamente interessato per ottenere l'affermazione di principio che sono disposti al trasferimento; ci sono i Sindacati di mezzo, insomma, difficoltà di ogni genere.
Se la Giunta regionale è a conoscenza delle questioni di cui al punto 3) dell'interpellanza; la Giunta regionale ne è a conoscenza, però per l'automazione che sta verificandosi in tutta Italia e con la diminuzione dei posti di lavoro notevole proprio a livello di sbarramenti e di centrali, mi sia permesso di dire che questo dal punto di vista razionale non è contestabile, perché credo che sappiate tutti che l'Enel si trova in acque non precisamente buone; l'automazione rappresenta una forma di risparmio assolutamente indispensabile in questo momento! Per quanto riguarda le ipotesi di riequilibrio, è evidente che queste sono varie: turistiche industriali e agricole, e devono essere studiate complessivamente dal Consiglio regionale; su questo punto vorrei anche dire che l'Enel ha smentito in maniera formale di avere, attraverso l'automazione, aperto le paratoie di centrali, di sbarramenti piazzati in alto, in particolare di quello di Cignano, provocando così da un lato il dissabbiamento del bacino in maniera naturale e dall'altro lato ingorghi - per non dire di più - a valle con conseguenze notevoli. Comunque, in questo senso è prevista per la settimana prossima una riunione della Presidenza della Giunta per fare in modo che l'Enel dia tutte le garanzie in materia. Su questo punto purtroppo siamo presi in una morsa, e il fatto di sostenere la sorveglianza manuale delle centrali, contrasta con quella che è l'esigenza della razionalizzazione del servizio. È un fatto che oggi sia possibile, con dei sistemi estremamente validi e sicuri, dirigere, non so, la diga di Beauregard o quella di Place Moulin direttamente da un centro operativo che vale per tutta la Lombardia e tutto il Piemonte oltre che per la Valle d'Aosta.
Quali iniziative intende assumere la Giunta regionale onde sopperire alla diminuzione del numero dei posti di lavoro e per riequilibrare la concentrazione territoriale degli insediamenti produttivi. Come ho detto, evidentemente questi posti di lavoro devono essere ritrovati in altre attività, differenti, parallele, ivi comprese quelle industriali in alta quota alle quali il Consigliere Nebbia, bisogna dirlo, ha sempre dato il suo appoggio.
Se la Giunta non ritiene di seguire con sollecitudine l'evoluzione della situazione anche nella prospettiva del passaggio all'Enel delle centrali elettriche COGNE. La Giunta segue con enorme sollecitudine; e posso dire questo, che per ora, non pubblicizzato, vi è un parere dell'Ufficio Acque del Ministero dei Lavori Pubblici che sostiene la stessa tesi sostenuta dalla Regione e spiegata in questi banchi; di questo parere, potrei fare avere una copia in via riservata al Consigliere Nebbia. È un problema di diritto, e si può tradurre in una domanda: si applica la legge Fillietroz o non si applica? O se preferite: si applica lo Statuto regionale o non si applica? Nel caso che si applichi, gli impianti COGNE devono essere trasferiti all'Enel, e in base ad un accordo che adesso è in parte contestato verrebbero trasferiti all'Enel secondo la media ponderale delle varie scadenze delle differenti centrali e con una spesa che è diminuita fino all'anno 2000, cioè è rateata nel senso che il 1° anno si paga solo il costo dell'energia così come è al momento della cessione; il 2° anno si paga la stessa energia più il 5% e così via fino al 20° anno, quando il prezzo sarebbe quello applicato a tutti. Il 31 ottobre prossimo scade l'ulteriore proroga, fatta con decreto convertito alla fine del mese di giugno al Parlamento, e di conseguenza dobbiamo stare a vedere se un ulteriore decreto prolungherà ancora queste concessioni; come voi sapete, la Regione non ritiene che questi decreti siano costituzionalmente corretti e aveva impugnato dinanzi alla Corte Costituzionale, il decreto del '77; dal '77 al 31 gennaio dell'81 la Corte non ha trovato il tempo per decidere e di conseguenza il conflitto in questione è venuto a decadere per mancanza dell'oggetto del contendere. Le vicende politiche sono tali che - faccio un'ipotesi - se per caso il Governo attuale dovesse entrare in crisi nel mese di ottobre - facciamo pure le corna! - le condizioni sono tali che evidentemente non ci potrebbe essere proroga delle concessioni; e se non c'è proroga delle concessioni, è dovere del Consiglio regionale in base all'art. 8 dello Statuto regionale e in base alla legge Fillietroz procedere in una certa maniera. Essendo d'altra parte l'art. 8 dello Statuto legge costituzionale, e avendo dimostrato la Corte Costituzionale di non voler discutere il conflitto, perché evidentemente non poteva negare che la questione era in quei termini, io chiedo al Consigliere Nebbia che cosa si debba fare. Non so, o il Parlamento modifica con legge costituzionale l'art. 8 dello Statuto e allora per lo meno saremmo in una fase di chiarezza ma evidentemente non sarebbe un trionfo autonomistico; oppure, nello stato attuale del diritto, bisogna per forza che il Consiglio regionale lo applichi.
Io vorrei che mi si spiegasse perché nel 1963-64 le tesi sostenute dalla Regione sono state definite non corrette perché il piano di nazionalizzazione dell'energia elettrica era un piano di riforma nazionale, mentre invece oggi questo piano di riforma nazionale, evidentemente non lo è più; e allora qui esistono due diritti: non solo secondo la latitudine il diritto cambia, ma anche secondo le epoche e secondo i soggetti! Le Regioni, che dovrebbero essere articolazione dello Stato hanno evidentemente un peso specifico molto meno importante che i produttori di debiti; e io chiedo scusa al Consigliere Viberti di questo accenno alle sue specifiche competenze in materia di anatomia comparata e figurativa, ma per lui che si preoccupa di quello che succede ai contribuenti quando si trovano di fronte delle note di 16.000 miliardi di lire? Ecco, allora, questa è la situazione, e per quanto riguarda la Giunta regionale o su questo punto si fa chiarezza in materia di diritto in modo tale che sia definito quello che si deve fare, o noi procediamo secondo le leggi vigenti.
Presidente - La parola al Consigliere Nebbia per la replica.
Nebbia (PSI) - Ho particolarmente apprezzato questi ultimi chiarimenti del Presidente della Giunta che ha detto esserci una altra fase di imprecisione, di carenze di diritto nella nostra legislazione e in particolare nella nostra Regione.
Quello che vorrei però sottolineare ancora, e richiamare alla Giunta, è la necessità di individuare delle forme di occupazione alternative alla carenza di posti di lavoro che si prefigura. Quando è stata fatta questa interpellanza, che è del luglio, non si era ancora discusso del piano FINSIDER, non c'era ancora la coscienza del buco occupazionale che questo piano FINSIDER avrebbe generato qui in Valle d'Aosta. E quindi oggi ancor più diventa indispensabile, sommando questi 200 posti di lavoro ai 1200 che non verranno offerti nel prossimo quinquennio dalla COGNE, ricercare le alternative occupazionali in tutti i settori. Il Presidente della Giunta ha parlato dei tre settori fondamentali per noi: quello turistico, quello industriale e quello agricolo per riequilibrare l'occupazione specialmente nelle zone di alta quota, perché se è probabile l'ipotesi, cui ha accennato il Presidente, che l'Enel abbia aperto i suoi invasi in questi giorni di eccessiva piovosità, io però direi che una buona parte dei danni - almeno suppongo, perché queste cose bisognerebbe verificarle molto meglio nelle varie località - sono dovuti all'abbandono della montagna, alle opere, eccessive forse, di abilità stradale che sono state realizzate, alla mancanza di manutenzione dei boschi e dei campi ecc... Quello che io chiedo, quindi, che venga prefigurato, e soprattutto eseguito, è un programma di recupero della montagna, dell'agricoltura di montagna, e di tutte le attività con questo programma potrebbero essere connesse. Otterremmo il duplice obiettivo di offrire posti di lavoro oggi carenti e di salvaguardare il nostro territorio, quindi spendere meno dei miliardi che ogni anno vengono stanziati per la cura e il mantenimento del territorio.
Presidente - Rinviamo l'oggetto al n. 15, come già concordato, a quando sarà presente l'Assessore Rollandin e passiamo alla trattazione dell'oggetto n. 16.