Objet du Conseil n. 29 du 2 février 1968 - Verbale

OGGETTO N. 29/68 - Provvedimenti a favore degli agricoltori della Bassa Valle. (Ritiro di mozione)

Mozione

In considerazione della grave crisi che sta attraversando l'agricoltura ed allo scopo di sostenere il prezzo della fontina, l'Amministrazione regionale ha destinato negli anni passati e continua a destinare cifre ragguardevoli allo scopo di aiutare i produttori valdostani;

Tenuto conto che la produzione di detto tipo di formaggio si limita alla Media ed Alta Valle d'Aosta;

Considerato che nella Bassa Valle i contadini produttori di latte, per varie ragioni, non possono produrre fontina e pertanto sono esclusi dai provvedimenti in favore dei produttori di questo tipo di formaggio;

Allo scopo di venire incontro ai produttori di latte di tutta la Valle,

il Consiglio regionale

dà mandato

alla Giunta di proporre al Consiglio regionale gli opportuni provvedimenti a favore dei produttori di latte della Bassa Valle o che comunque non si trovino in condizione di produrre fontina.

Aosta, lì 30 ottobre 1967

F.ti: Claudio Manganoni - Crétier Egidio - Barone - Casetta Giuseppe - Mario Andrione - Germano Pietro - P. Fosson - Artaz Giuseppe

Manganoni (P.C.I.) - Si passa al punto n. 8 dell'ordine del giorno. Qui ci sarebbe di nuovo da parlare per mezz'ora. Limiterò a un minuto il mio intervento. Si è parlato già a sufficienza in questo Consiglio dei problemi della produzione del latte, che una parte dei produttori, quelli dell'Alta Valle, sotto forma di premio per marchio, vendita della fontina, eccetera, zona bianca, hanno dei vantaggi, quelli della Bassa Valle no. Io non penso che sia il caso di risollevare questi problemi, di riferirmi a quanto diceva il Consigliere Pedrini. Non è un problema di facile soluzione, questo noi siamo i primi a dirlo, perché se io avessi una soluzione, ve la proporrei, una soluzione pratica, come attuare questo sistema di venire in aiuto ai produttori della Bassa Valle, che sono anche i più poveri, io non ce l'ho. Con questo noi pertanto proponevamo all'Assessore, che ha degli organismi, dei tecnici in quel campo, e che quindi possono più agevolmente di quanto possiamo farlo noi trovare una soluzione... dicevo, noi vorremmo invitare l'Assessore a studiare una forma di aiuto per tutti i produttori di latte della Bassa Valle; non chiediamo che ce la sforni oggi e non chiediamo neanche che ce la sforni domani, domandiamo solamente che metta in studio, inviti, incarichi gli organismi suoi di preparare uno studio affinché anche questa parte di agricoltori della Bassa Valle abbia dei vantaggi che hanno quelli dell'Alta Valle.

Maquignaz (D.C.) - Da informazioni assunte presso la Cooperativa ci è stato riferito che nella Bassa Valle, nelle latterie turnarie non viene prodotto il formaggio fontina. Inoltre ci risulta che la fontina conferita, sempre nella Bassa Valle, alla Cooperativa nel 1966 è stata di circa mille forme, pari cioè a 100 quintali, tutta produzione degli alpeggi di cui buona parte proveniente dalla Valle di Ayas. Poiché la produzione complessiva nel 1966 è stata di circa 80 mila forme, risulta che la produzione della zona considerata rappresenta per la verità solo l'1%. L'Amministrazione regionale è intervenuta a favore dei produttori di burro della Bassa Valle mediante la corresponsione di un contributo di 5 milioni nel 1966, 3 milioni nel 1967 e 4 milioni nel 1968 (la delibera che abbiamo appena ratificato).

Questa è la situazione attuale. Ora, per rendere partecipi degli interventi finanziari dell'Amministrazione per il settore lattiero-caseario anche i produttori di latte della Bassa Valle e di quanti non producono il formaggio fontina, ritengo, a mio modesto avviso, che si debba seguire il seguente orientamento: 1°) si dovrebbe esaminare attentamente la situazione degli alpeggi e fare in modo che producano tutti, per quanto possibile, il formaggio fontina, perché è l'unico prodotto agricolo che ha raggiunto delle ottime quotazioni sul mercato, che, inoltre, già fruisce degli interventi dell'Amministrazione regionale, ma soprattutto perché è un prodotto che ha delle buone prospettive di salvarsi, anche quando entrerà in vigore il regolamento della Comunità economica europea per il settore lattiero-caseario; 2°) si dovrebbe esaminare attentamente, sempre secondo noi, la situazione delle latterie turnarie e individuare i motivi per cui non possono produrre la fontina, cercando ove ciò è possibile di fare opera di persuasione ai produttori affinché cambino il loro indirizzo produttivo e dove invece, per motivi vari, ciò non sia possibile, prendere gli opportuni provvedimenti per ovviare gli inconvenienti e favorire la lavorazione di questo tipico formaggio. Questa, secondo noi, è l'azione che l'Amministrazione regionale dovrebbe svolgere nell'immediato futuro. Nel contempo è intenzione della Giunta di fare un programma a più lungo termine, preceduta da un'accurata statistica dei capi bovini esistenti nella Valle, nonché delle rispettive capacità produttive di latte sia nella stagione estiva che in quella invernale e nelle zone di maggiore concentrazione prevedere la costruzione di idonei caseifici, assicurando nel contempo il trasporto del latte con la viabilità rurale o con appositi latteodotti. Questa lavorazione di trasformazione del latte a carattere industriale, senza però mutare il sistema di lavorazione, dopo l'esperimento fatto questa estate a Valtournanche mi permette di affermare che è l'unico sistema per consentire ai produttori di latte di poter innanzitutto migliorare qualitativamente il loro prodotto, di renderlo più uniforme, perciò più commerciabile e di ridurre gradualmente anche i costi di produzione.

Io penso quindi che questi sono gli indirizzi e gli orientamenti che l'Amministrazione regionale, la Giunta regionale ha per questo settore ed è l'unico sistema per cui si verrebbe incontro a tutti i produttori di latte, cioè invogliarli a fare del formaggio fontina perché è quello che attualmente rende di più. Non avrei altro da aggiungere per il momento, salvo riprendere la parola in base agli interventi dei Consiglieri.

Manganoni (P.C.I.) - Io osservo nella risposta dell'Assessore Maquignaz una certa serietà, nel senso che si è riconosciuta la necessità di provvedimenti opportuni, si è parlato della necessità di una statistica innanzitutto ed è logico che, prima di prendere dei provvedimenti, bisogna sapere esattamente la statistica dei bovini, la statistica sulla capacità produttiva del latte, eccetera, e quindi sono tutte argomentazioni serie. Parlo dello studio, dell'esame di nuovi indirizzi e orientamenti per venire incontro a tutti i produttori. Io sono d'accordo su tutto questo. Dubito sulla possibilità di produrre dappertutto la fontina e qui io mi permetto di sollevare dei dubbi. Ad ogni modo, tenuto anche conto che questo problema non è ignorato dall'Assessorato, anzi dalla sua esposizione vediamo che gli studi proseguono, sono stati iniziati e proseguono per giungere a una soluzione, tenuto conto anche... io l'ho detto prima, non è che io la soluzione la propongo, sennò gliela avrei proposta, ma è un problema arduo e difficile per trovare questa soluzione e per mettere i produttori di latte della Bassa Valle nella stessa situazione di quelli dell'Alta Valle, tenuto conto anche della maggiore povertà, nel senso che il terreno è molto più povero, eccetera.

Tenuto conto della risposta dell'Assessore e delle intenzioni che ha manifestato qui di proseguire questi studi e di giungere a una conclusione in favore di questi produttori, io mi dichiaro soddisfatto di questa risposta con l'augurio - e io sono certo che l'Assessore Maquignaz lo farà - che nel futuro non solo si continuino gli studi che non dovranno poi durare in eternità, che non mi si risponda sempre "è allo studio" come fanno certi molti suoi colleghi, no, ma che in un avvenire non troppo lontano si porti una soluzione pratica, vero, favorevole a questi produttori del latte. Io mi dichiaro soddisfatto attendendo che naturalmente venga poi portato in Consiglio in un termine relativamente breve, cioè non fra due, o tre, o dieci anni, questa soluzione.

Bionaz (D.C.) - L'Assessore ha già risposto esaurientemente ai presentatori della mozione. Vorrei solo aggiungere un particolare che è stato accennato, che però nella sua modestia l'Assessore non ha abbastanza puntualizzato e non ha abbastanza fatto notare, cioè che abbiamo qualche cosa di nuovo come esperienza e che l'esperienza è fatta a Valtournanche, in un caseificio cooperativo dove si è lavorato il latte di cinquecento o di seicento bovine, quello che non si era mai fatto e che ha dato dei risultati che sono sorprendenti; non sono naturalmente dei risultati che oggi possono essere ancora definitivi, perché si tratta del primo anno, ma indubbiamente è sorprendente sotto il punto di vista e della resa e della qualità e specialmente della diminuzione delle spese. Ora, io ho felicitato l'Assessore per questa sua iniziativa e lo faccio anche a nome di tutti gli agricoltori della Valle, perché è stata un'iniziativa che ha rivelato una possibilità insperata per la Valle d'Aosta, cioè la possibilità di rendere comune a tutta la Valle, a tutti i produttori di latte della Valle la fabbricazione della fontina, ed effettivamente questo formaggio, che oggi è il formaggio più caro che c'è in Italia, dà ancora la possibilità ai contadini e ai produttori di lavorare non in perdita, anche se non ci sono quei guadagni, quei ricavi che ognuno avrebbe voglia di ripromettersi.

Siccome questo esperimento è stato così positivo e si sta riprendendo adesso sulle latterie invernali, cosa che può interessare ancora di più, io penso, quelli della Bassa Valle che, diciamo, non hanno quei pascoli che sono altrove, però hanno un'agricoltura diremmo di stagione invernale, un'agricoltura che produce anche se è un po' più spezzettata, un po' più polverizzata, però produce del latte in quantità sufficiente per essere lavorata, non in ogni villaggio, ma almeno in ogni Comune... io dico che con questo nuovo orientamento, che è suffragato da un'esperienza recente e da un'esperienza che continua, penso che ci sia un barlume di speranza per risolvere il problema dei produttori di latte della Bassa Valle. Si è già fatto qualche cosa, si è aumentato di un milione il contributo che si è dato, mi pare, per il burro, si è aumentato di un milione anche a titolo di incoraggiamento, ma sono sicuro che se da parte nostra faremo tutto il possibile per convincere gli agricoltori della Bassa Valle a riunirsi in piccoli gruppi, come si è fatto altrove, in gruppi però sufficienti per poter far funzionare un caseificio come quello che si fa funzionare a Valtournanche, anche se non è, diremmo, di quella portata, c'è la possibilità di risolvere il problema e di risolverlo in un modo anche rapido e che consenta a questa gente di non abbandonare le loro culture. Bisogna convincerci che è una possibilità che essi devono veramente esaminare, che debbono mettere in pratica. Penso che qui dobbiamo fare un po' tutti l'opera di convincimento, l'Assessorato la sta già facendo raccogliendo tutti questi dati e abbiamo il conforto che in questo siamo suffragati da un'esperienza recente che ha dato degli ottimi risultati.

Vallino (U.V.) - Sulla questione del burro, se noi vediamo, specialmente in questo periodo, nella Valle di Ayas, nei Comuni dei due Challand, Verrès, di Issogne e di Arnaz, siamo in un periodo dove il burro non si porta fuori. Se lei viene al lunedì a Verrès, vede che ci sono molti agricoltori di Challand che sono giù col burro, dentro il sacco di montagna, che continuano a girare e non trovano a vendere il burro, benché oggi lo vendano soltanto a 1000-1200 lire al chilo. Allora non so perché venga fatta soltanto una raccolta di burro a Pont Saint Martin e non venga fatto anche questo nella zona di Verrès, nella Valle di Ayas.

Bionaz (D.C.) - Rispondo subito. È stato fatto anche a Verrès questo, ma poi è stato abbandonato perché non c'era più nessuno che lo portava, in quanto lo trovavano a vendere sul posto. C'era poi una difficoltà alla quale lei ha accennato: il burro non si può vendere se non è piombato in sacchetti dove ci sia l'etichetta del produttore e che presentino quelle garanzie che esigono le leggi sanitarie e la tutela dell'igiene. Ora, nessuna difficoltà - e me lo suggerisce l'Assessore - perché sia allargato il centro di raccolta a Verrès e a quella Valle... e le dico - io sono stato Presidente della Cooperativa - che si è già fatto, si è raccolto nella Valle di Ayas, però nella stagione migliore, che è quella estiva lo trovavano... tutto sul posto, anche senza quelle precauzioni, allora naturalmente non valeva la pena di andare a raccogliere del burro che sarebbe stato pagato 1.000 lire quando loro lo vendevano 1.200 sul posto. Nessuna difficoltà - e mi pare che l'Assessore sia d'accordo su questo, anche di dare suggerimenti alla cooperativa - per estendere la zona di raccolta a Verrès e alla Valle dell'Evançon.

Manganoni (P.C.I.) - Le dichiarazioni le abbiamo fatte, le risposte sono state esaurienti da parte dell'Assessore, ha dimostrato serietà, ha dimostrato che gli studi sono in corso e che ha tutte le buone intenzioni di proseguirli e di giungere quanto prima a una soluzione, soluzione che noi non possiamo già dire adesso quale potrà essere, perché sennò gliela diremmo, è difficile trovare una soluzione. Quest'assicurazione, questa relazione seria dell'Assessore quindi ci può in un certo modo garantire, almeno noi ci contiamo, una soluzione prossima e seria di questi produttori della Bassa Valle. Pertanto, se l'Assessore ci avesse risposto di traverso come rispondono i suoi colleghi, avremmo detto no, come ha risposto... come si deve rispondere, noi non insistiamo e... le dichiarazioni dell'Assessore.

Il Consiglio prende atto del ritiro della mozione.