Objet du Conseil n. 75 du 2 juillet 1968 - Verbale
OGGETTO N. 75/68 - Proposta di nomina di una nuova Commissione consiliare per lo studio della situazione economica e produttiva della Società Nazionale Cogne e delle sue prospettive di sviluppo, nonché per un esame delle condizioni di vita e di lavoro dei dipendenti dello stabilimento.
Il Presidente, MONTESANO, dichiara aperta la discussione sulla seguente mozione presentata dai Consiglieri regionali Signori Tonino Aldo, Germano Pietro, Dolchi Rag. Giulio e Caveri Avv. Severino, concernente l'oggetto: "Proposta di nomina di una Commissione consiliare per lo studio della situazione economica e produttiva della Società Nazionale Cogne e delle sue prospettive di sviluppo, nonché per un esame delle condizioni di vita e di lavoro dei dipendenti dello stabilimento", mozione trasmessa in copia ai Signori Consiglieri unitamente all'ordine del giorno dell'adunanza delli 1 e 2 luglio 1968:
Aosta, 18.6.1968
Ill.mo Sig. PRESIDENTE
del Consiglio Regionale
AOSTA
I sottoscritti Consiglieri regionali, a termine di regolamento, richiedono che la S.V. voglia inserire fra gli argomenti in discussione per la prossima seduta del Consiglio Regionale la seguente
MOZIONE
PREMESSO che il Consiglio Regionale al termine della precedente legislatura aveva ampiamente esaminato la situazione della Nazionale Cogne, deliberando - alla conclusione del dibattito - di nominare una apposita Commissione consiliare per lo studio della situazione economico-produttiva e delle prospettive di sviluppo, legate anche al problema dell'esaurimento della miniera, nonché delle condizioni di vita e di lavoro dei dipendenti dello stabilimento;
TENUTO CONTO che sono trascorsi parecchi mesi senza che la Commissione in questione si sia riunita, pur tenendo presente l'effettuazione delle elezioni regionali e politiche;
CONSIDERATO che nel frattempo alcune proposte emerse dal dibattito, quali il favorire del sorgere di industrie collaterali idonee alle lavorazioni successive degli acciai prodotti dalla Nazionale Cogne, sono state fatte proprie anche dal Ministro delle Partecipazioni Statali;
RILEVATO che da notizie apparse sui giornali circa una lettera inviata dall'ex Presidente della Cogne, Zanatta, all'On. Aldo Moro, "i debiti di questa Società ammontano a circa 29 miliardi" ed inoltre che "le attuali esposizioni debitorie costano alla Cogne circa 2 miliardi all'anno di interessi";
RITENUTO INDISPENSABILE promuovere un intervento del Consiglio Regionale presso la Società Nazionale Cogne al fine di conoscere la situazione economica, gli orientamenti produttivi e le condizioni di lavoro dei propri dipendenti e di concerto definire il ruolo e le funzioni della Cogne in rapporto alla necessità di un suo sviluppo coordinato e programmato che tenga conto degli interessi più generali della Valle d'Aosta. Avendo altresì preoccupazione di assicurare un sostanziale miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro degli operai occupati alla Nazionale Cogne;
DELIBERA
di PROVVEDERE alla nuova nomina della Commissione consiliare per lo studio della situazione economica e produttiva della Società Nazionale Cogne e delle sue prospettive di sviluppo, nonché per un esame delle condizioni di vita e di lavoro dei dipendenti dello stabilimento.
Germano (P.C.I.) - I Consiglieri regionali del Partito Comunista, dell'Union Valdôtaine e del Partito Socialista di Unità Proletaria, hanno voluto ripresentare questa mozione sulla "Cogne" per riproporre con forza, ancora una volta, dopo la parentesi elettorale, la necessità che sia riconfermata la validità della Commissione consiliare per lo studio della situazione produttiva della "Cogne" e delle sue prospettive di sviluppo, nonché per un esame delle condizioni di vita e di lavoro dei dipendenti dell'azienda, Commissione che, come tutti ricorderete, almeno quelli che facevano parte del precedente Consiglio, è stata nominata il 2 febbraio 1968, al termine di un lungo ed approfondito dibattito su tutti i problemi interessanti la Nazionale Cogne.
Noi, per parte nostra, non mancammo allora di affrontare l'argomento sul piano della denuncia degli orientamenti produttivi e del tipo di rapporti di vita e di lavoro esistenti nello stabilimento di Aosta.
Facemmo, al tempo stesso, delle proposte specifiche, proponendo alla fine della discussione la nomina della Commissione, affinché si affrontasse il problema nella sua globalità; a questa proposta aderirono tutti i Gruppi consiliari e si addivenne alla nomina della Commissione con l'unanimità del Consiglio.
Prevalse, cioè, il giusto orientamento acchè il Consiglio Regionale agisse per assolvere i suoi compiti e le sue funzioni allo scopo di determinare una revisione di tendenza nello sviluppo industriale della "Cogne" e della Valle d'Aosta, avendo sempre ben presenti gli interessi dei lavoratori della "Cogne".
Quella Commissione di studio non fu però mai in grado di mettersi al lavoro. Non vogliamo credere che, a distanza di cinque mesi, il Consiglio Regionale non voglia riconfermare quella decisione, con la nomina di una nuova Commissione, con la convinzione che possa subito mettersi al lavoro, recuperando il tempo perduto. Questo ci fa sperare, tanto più che abbiamo sentito anche da parte democristiana, nell'intervento del Consigliere Pollicini, l'interessante affermazione: "vogliamo una partecipazione operaia, in modo che questi non siano più strumenti, ma protagonisti della vita dell'azienda".
A nessuno può sfuggire, e tanto meno ai lavoratori della "Cogne", che la situazione produttiva, così come le condizioni di vita e di lavoro nello stabilimento, non sono mutate in questi mesi.
Il finanziamento da parte dello Stato di 20 miliardi per la "Cogne" e così le nuove nomine alla Direzione dell'Azienda e nel Consiglio di Amministrazione non hanno segnato, per ora, alcun mutamento sul piano produttivo e sui rapporti di lavoro esistenti nello stabilimento.
I problemi della "Cogne" sono più che mai aperti.
Sul piano finanziario, nonostante i 20 miliardi stanziati dallo Stato, pare che la situazione sia difficile, a detta non solo dell'ex Presidente Zanatta, - di cui l'avvocato Bionaz metteva in dubbio la credibilità -, ma anche dello stesso Direttore Einaudi, in sede di trattative con i Sindacati alcuni giorni or sono. Si parla di un deficit di 29 miliardi, si parla di interessi passivi di 2 miliardi e più; ci sono altri che dicono: "il debito à ancora più grosso".
Noi non sappiamo, non abbiamo elementi per poter fare affermazioni.
Quindi, i problemi della "Cogne" sono più che mai aperti.
Come la "Cogne" intende assolvere ad un ruolo propulsivo pilota nello sviluppo industriale, economico, sociale della Città e della Valle? Sino ad ora, abbiamo avuto modo di dirlo, questa Azienda ha sempre condotto una politica produttiva che noi non abbiamo mai condiviso e le cui conseguenze sono state pagate dalla "Cogne" stessa, ma in primo luogo dai lavoratori.
C'è il problema posto da più parti - anche nelle comunicazioni dell'Avvocato Bionaz c'era - dell'azione della "Cogne" per favorire il sorgere di industrie collaterali idonee alla lavorazione ulteriore degli acciai della "Cogne".
C'è il problema di come si intenda sfruttare nel futuro la miniera di Cogne che, come è noto, oggi è male sfruttata, con la conseguenza di un più rapido esaurimento; il Consigliere Macheda su questo terreno potrebbe aggiungere molto.
Vi è la questione delle ricerche mineralogiche.
A nessuno può sfuggire che l'aumentata produzione di questi anni è passata sulla pelle dei lavoratori: si sono accentuati i ritmi di lavoro, gli infortuni, le malattie professionali. Gli investimenti non possono e non devono ignorare le gravi condizioni in cui si trova la classe operaia della " Cogne"; l'efficienza aziendale non deve passare attraverso un accentuarsi dello sfruttamento e della politica dei bassi salari. Vi sono problemi di organici da risolvere, problemi che sono collegati alla questione del collocamento al lavoro, che oggi avviene nelle forme note a tutti. Si pone per tutta la Regione, ma soprattutto per la "Cogne", la questione di un collocamento democratico.
Gli investimenti non possono e non devono ignorare le gravi condizioni in cui si trova la classe operaia della "Cogne"; l'efficienza aziendale non deve passare attraverso l'accentuarsi dello sfruttamento e della politica dei bassi salari. Noi, comunisti, abbiamo promosso di recente un referendum-inchiesta tra i lavoratori della "Cogne" per approfondire le nostre conoscenze di quella realtà. Dalle centinaia di risposte è venuto fuori un quadro per molti aspetti più drammatico di quello che noi credevamo; risposte piene di denunce e di insoddisfazioni, di proteste, di richieste perché qualcosa cambi sul serio.
A tutti i quesiti posti i lavoratori della "Cogne" hanno risposto in modo chiaro e responsabile. La grande maggioranza chiede più alti salari e riduzione dell'orario di lavoro, una diversa organizzazione del lavoro, un diverso ambiente di lavoro, adeguati investimenti per difendere l'integrità fisica e la salute dei lavoratori così gravemente minata dalla silicosi, il rispetto delle libertà e dei diritti dei lavoratori, la revisione degli organici con l'assunzione di nuovi lavoratori, la riduzione dei ritmi di lavoro.
Altro problema che richiede una soluzione positiva, con l'intervento dell'Amministrazione Regionale, è quello del collocamento al lavoro, che continua ad effettuarsi nelle forme ben note, antidemocratiche e discriminatorie.
Son tutti problemi grossi, che richiedono una presa di posizione dell'Amministrazione Regionale con la Direzione della Nazionale Cogne affinché siano affrontati, determinando il tipo di orientamento positivo, le scelte degli investimenti, il problema dell'occupazione e dei rapporti di lavoro.
In questi giorni è stato distribuito ai lavoratori della "Cogne", da parte delle tre Organizzazioni sindacali, un volantino che io vi voglio brevemente leggere, perché da solo illustra tutta la situazione, un volantino firmato dalla FIOM-CGIL, dalla FIM-CISL e dal SAVT, che dice: "Il giorno 25 giugno le Organizzazioni sindacali e la Commissione Interna hanno avuto un incontro con i massimi Dirigenti della Nazionale Cogne. In questo incontro, più volte auspicato, è stata esaminata la grave situazione esistente nella fabbrica. Abbiamo informato il Presidente e il Direttore Generale del forte malcontento presente fra i lavoratori per le gravi condizioni in cui sono costretti a lavorare e per la scarsa volontà dimostrata dalla Direzione di prendere in seria considerazione i problemi più importanti. Detti problemi riguardano il ristagno dei livelli salariali, la preoccupante riduzione degli organici, la mancata regolamentazione dell'effettiva riduzione dell'orario di lavoro, come previsto dal contratto, le qualifiche che non sono corrisposte secondo le mansioni svolte, gli ambienti di lavoro e appalti a Ditte private di lavorazioni che devono e possono essere svolte direttamente dalla "Cogne", con l'assunzione diretta dei lavoratori in dette Ditte occupate.
Inoltre, è stato ribadito che la soluzione di questi problemi non può essere rimandata oltre, poiché il forte aumento della produzione e la riduzione della mano d'opera hanno aumentato lo sfruttamento creando gravi disagi e danni che ricadono, come sempre, unicamente sulle spalle dei lavoratori.
Lavoratori della "Cogne", i dirigenti, non potendo contestare queste verità, hanno fatto ogni sforzo per sminuire quanto affermato dai vostri Sindacati, e, come al solito, hanno ripetuto la vecchia storiella che la "Cogne" è una ammalata in convalescenza, bisognosa di comprensione e di cure e non di dispiaceri. È tempo, però, di dire basta a questa politica del malato e della crisi. Se la "Cogne" è ammalata non è certo colpa dei lavoratori che, da tempo, pagano e pagano caramente questa politica. Pertanto, si decida una volta per tutte a cambiare strada.
Lavoratori della "Cogne".
È stato fissato per il giorno 8 luglio un incontro onde esaminare più dettagliatamente le rivendicazioni presentate. Pertanto, dichiariamo fin d'ora che l'incontro dell'8 luglio dovrà permettere, anche se non sarà risolutivo, la stesura di un accordo di massima che garantisca ai lavoratori un miglioramento immediato e sostanziale.
Lavoratori della "Cogne", le vostre Organizzazioni vi terranno costantemente informati dello sviluppo delle trattative onde poter esercitare la pronta e necessaria pressione per evitare ulteriori ritardi al raggiungimento di un accordo.
Questa è una testimonianza non di parte, ma di tutte le Organizzazioni sindacali e se a questa testimonianza accomuniamo quello che è la nostra conoscenza, derivata dal nostro contatto con i lavoratori, risulta evidente che bisogna confermare questa Commissione consiliare e che bisogna che la Commissione stessa si metta subito al lavoro.
Caveri (U.V.) - Je pense que le nouveau Conseil voudra bien confirmer la nomination de la Commission d'étude sur la "Cogne".
Cette Commission devra étudier cinq problèmes: les rapports humains, la question de la fumée de la "Cogne", les salaires, les prix de revient et les prix de vente et, enfin, l'avenir de la "Cogne" en rapport au gisement de la minière.
Rapports humains: Pendant la dernière période de la gestion de la Présidence Guglielmone et pendant toute la période Anselmetti, les rapports humains à la "Cogne" ont connu une situation dramatique; parce que, comme la "Cogne" servait pendant les vingt années de la dictature à la pénétration fasciste en Vallée d'Aoste, pendant les vingt années de la gestion des Présidents démo-chrétiens les places de travail à la "Cogne" servaient à la pénétration politique de cette espèce de dictature camouflée de pseudo-démocratie, elles servaient à une pénétration politique et la discrimination a été une arme qui a été employée plusieurs fois et nous savons tous qu'à dizaine et à dizaine les ouvriers et les employés ont été licenciés de la "Cogne" pour des motifs de persécution politique.
Aujourd'hui même, les rapports humains à la "Cogne" sont bien loin d'être réguliers et parfaits.
Deuxième question: question de la fumée de la "Cogne".
Il y a quinze années nous avions chargé l'Ingénieur Delleiva, de Turin, de faire une étude sur cette question et l'Ingénieur Delleiva avait conclu alors - à présent les coûts de toutes ces installations contre la fumée, évidemment, ont augmenté -, mais alors on parlait à peu près de 350-400 millions.
La question de la fumée de la "Cogne" est vitale pour deux raisons. Avant tout, pour sauvegarder la santé des ouvriers de la "Cogne" et il suffit de voir les avis mortuaires qui tapissent les murs d'Aoste pour voir l'âge de ces ouvriers de la "Cogne" qui ont dix ans de vie de moins de la vie normale de l'homme: en général ils meurent à partir de 50 à 60 ans.
Et puis, il y a la question du tourisme.
Qu'est-ce qu'on veut parler de tourisme dans la Ville d'Aoste?
Quand les touristes voient cette immense nappe de fumée qui s'élève des établissements de la Cogne, les touristes s'échappent et ils disent: "Ici ce n'est pas un endroit où nous puissions nous arrêter d'une manière profitable".
Troisième question: question des salaires.
Les salaires vont d'un minimum de 65.000 lires, sauf erreur, jusqu'à 95.000 lires.
Évidemment, il y a toute une partie, il y a tout un secteur de ces salaires qui sont inférieurs au minimum vital.
Quatrième question: les prix de revient et les prix de vente.
Dans l'étude de la "SORIS" il y a des choses très intéressantes, mais je vous citerai seulement deux données: "In Svezia il costo del minerale concentrato al 63% viene valutato nel 1960 a £. 6.650 la tonnellata".
Évidemment, la Commission d'études devra se préoccuper de ces données et d'autres données qui sont aussi graves, parce que on dit: "se si aggiungono a lire 114.000 per tonnellata di acciaio prodotto le spese generali e gli ammortamenti, le materie prime e i consumi vari, il costo medio per tonnellata di finito sale a circa 300.000 lire; il fatturato medio è invece di lire 230.000 a tonnellata"; de manière que, selon la "SORIS" la "Cogne" vendrait l'acier avec une perte de 70.000 lires par tonne.
Quand nous avons vu dans ces derniers mois un fameux correspondant de la "Gazzetta del Popolo" qui disait que la "Cogne" è "l'industria pilota della siderurgia europea", celui-là avait envie de rire, évidemment, il avait envie de badiner.
Pour ce qui est le cinquième problème, c'est le problème de l'avenir, parce que, toujours la "SORIS", en répétant ce que nous savions déjà d'autre part, annonce qu'avec une production de 150.000 tonnes du minerai de Cogne par an, la période de vie possible de la "Cogne" est encore de 12 à 16 années.
Or, on a parlé de 300.000, 400.000 tonnes par an; admettons-le même. Il faut cependant calculer aussi l'acier qui vient de la Suède ou de la Mauritanie, ou d'autres pays, mais, si on augmentait la production du minéral de la "Cogne" à 300.000 tonnes, la période de vie utile de la "Cogne" descendrait à 6 années ou à 8 années.
Et alors nous aujourd'hui, en 1968, en sachant que la "Cogne" est le pilier fondamental de l'économie valdôtaine, nous devons nous préoccuper de ces choses et, alors, il faudra que tous ensemble, c'est-à-dire la Commission d'étude, avec la Commission de la programmation, avec les super-dirigeants de la Cogne, nous étudions ce problème, nous étudions un plan de reconversion pour la "Cogne", lorsque le minéral de Cogne aura été épuisé.
Voilà les cinq problèmes, les cinq questions que la Commission d'étude du Conseil Régional devra étudier.
Tonino (P.S.I.U.P.) - Essendo anch'io un firmatario della presente mozione, non solo ritengo valida e necessaria la ricostituzione di detta Commissione consiliare, che d'altronde non si era mai riunita prima, ma, come rappresentante di un partito operaio, lo ritengo politicamente indispensabile.
Certo, vorrei che questa Commissione non comprendesse solamente i rappresentanti del Consiglio regionale, ma anche una rappresentanza degli operai della "Cogne" democraticamente eletta dagli operai stessi all'interno dei reparti, con precisa funzione espositiva di denuncia degli attuali rapporti di lavoro; una Commissione, cioè, che dovrebbe esprimere dal basso le reali condizioni di vita degli operai della "Cogne".
Questo, ovviamente, non è possibile con una Giunta di centro-sinistra, abituata ad operare dall'alto in basso, centro-sinistra moderno di cui si fa portatore il Consigliere Milanesio, dicendo che il loro socialismo è quello più attuale, più moderno, più attendibile; e, infatti, abbiamo visto cosa hanno pensato i lavoratori socialisti il 19 maggio scorso.
Certo, con una politica social-democratica, col "ci penso io a risolvere tutto, purché voi operai siate bravi, non lottiate, purché ci lasciate muovere noi dall'alto"; ma gli operai della "Cogne" sanno, evidentemente, per quali scuderie correte, per la razionalità, per il sempre maggior sfruttamento, mentre sarebbe un bene immenso che sia proprio l'operaio della "Cogne" portatore delle sue proprie condizioni, come uomo, con tutta la sua complessa umanità, soffocata, se non addirittura distrutta, dal profitto.
Occorre fare diventare quest'uomo, questo operaio della "Cogne" lo strumento per un maggior benessere nell'interno della fabbrica. Non è possibile avere questa Commissione allargata alle rappresentanze degli operai della "Cogne" perché Voi, Signori del centro-sinistra, ci siete già alla "Cogne", non con gli operai, ma nel Consiglio di Amministrazione dei padroni e non gratuitamente, ben s'intende, ma con degli stipendi per cui un operaio deve lavorare un mese per prendere quella paga che un Presidente prende in un giorno.
L'industria di Aosta, e la siderurgia in modo particolare, è un supporto dell'industria metallurgica automobilistica privata che fa ricadere in una duplice funesta conseguenza il suo peso di detta operazione sui lavoratori; sfruttamento all'interno della fabbrica, fare pagare i lavoratori in genere, prelevando dalle casse dello Stato i fondi per il riammodernamento tecnologico degli impianti, il prezzo della maggiore produttività, rendendo l'operaio schiavo di una nuova tecnologia e, nel contempo, contribuente del capitalismo moderno.
Partendo da queste premesse che riteniamo necessarie, al fine di dare uno sbocco positivo alle giuste rivendicazioni dei lavoratori, dico a chiare lettere di essere non solo d'accordo di riproporre con l'attuale mozione la Commissione in oggetto, tanto più che, come rappresentante del Partito Socialista di Unità Proletaria, devo necessariamente farne parte quale nuovo rappresentante eletto in questo Consiglio, ma di marciare nella direzione giusta, collegandoci con le nostre rappresentanze operaie all'interno delle strutture produttive giacché non siamo riusciti ad avere una maggiore rappresentanza dei lavoratori in questa aula.
In modo sempre più insistente da parto della Direzione "Cogne" si cita il traguardo delle 500.000 tonnellate annue di acciaio, aumentando cioè la produzione del triplo; parallelamente sono triplicati gli organismi, ma le scelte politiche ed economiche della Direzione non solo non hanno triplicato, come si sarebbe dovuto in base alle giuste esigenze, gli organici degli operai, ma si è scesi, in base ai dati a mia disposizione, a 4.568 operai, con una diminuzione di 2.500 unità in confronto al numero degli operai occupati nel 1951.
Ecco perché sono favorevole alla rielezione di questa Commissione, non solo come Consigliere regionale, ma come rappresentante di un Partito operaio che è stato più volte partecipe delle esigenze manifestate dagli operai della "Cogne", non ultimo l'intervento politico a favore della lotta culminata nello sciopero al laminatoio vecchio.
Auspico che questa Commissione sia insediata al più presto, affinché possa iniziare subito il suo lavoro ed affrontare tutti i problemi atti a risollevare la situazione dei lavoratori della "Cogne", problemi che vanno dallo studio della situazione economico-produttiva e delle prospettive di sviluppo della Nazionale "Cogne", legate al problema dell'esaurimento della miniera, al controllo delle condizioni di vita e di lavoro degli operai, lavorando alacremente per ristabilire un equilibrio di sviluppo economico a tutti i livelli che abbia come fine l'uomo e non il profitto.
Pollicini (D.C.) - Nel quadro di un programma di sviluppo industriale della Valle d'Aosta la "Cogne" non può non avere la funzione di azienda pilota, per due ordini di motivi:
1°) perché è una azienda di Stato e, quindi, la sua ragione d'essere non è di lucro, ma soltanto sociale;
2°) perché è l'azienda di massima dimensione operante in Valle.
Dobbiamo ricordare che questa azienda è altamente qualificata nella produzione di acciai speciali.
Questa caratteristica ha fatto sì che il Governo fascista, fino al 1945, affidasse alla "Cogne" il compito di produrre acciai di alta qualità per impieghi bellici e aeronautici, indipendentemente dal problema del costo industriale.
L'azienda, dopo la guerra, non era quindi preparata, nemmeno psicologicamente, ad una produzione che - uscita dagli schemi dell'autarchia - doveva affrontare la concorrenza nazionale ed internazionale.
A questo va aggiunta la vetustà dei suoi impianti. Purtroppo l'indispensabile ammodernamento degli impianti è iniziato alquanto in ritardo rispetto alle altre aziende similari.
Ciò ha comportato una difficile situazione aziendale, in quanto la "Cogne" si è trovata ad operare in un mercato sul quale concorrevano aziende più avanzate in tema di impianti.
Evidentemente alla "Cogne" hanno fatto sempre difetto la tempestività e l'entità dei finanziamenti da parte dell'azionista.
Se si pensa ai capitali che sono stati investiti per l'uomo occupato, nella restante siderurgia dello Stato, appare evidente che alla "Cogne", sino a qualche mese fa, sono stati riservati finanziamenti modestissimi.
Anche considerando non solo il denaro versato dall'azionista sotto forma di capitale - 32 miliardi negli ultimi 17 anni; compresi 20 miliardi della recente legge, distribuiti in 4 esercizi finanziari -, ma tutto il complesso degli investimenti effettuati dalla "Cogne" mediante l'auto-finanziamento e il ricorso al mercato finanziario (compresi i 5 miliardi circa della CECA), si giunge ad una cifra complessiva di circa 70 miliardi.
Questa cifra rappresenta un investimento di circa 12 milioni, in 17 anni, per posto di lavoro, largamente insufficiente alle esigenze della moderna siderurgia e neppure lontanamente paragonabile ai circa 100 milioni per posto di lavoro investiti per il centro siderurgico di Taranto.
Nella siderurgia, il fattore determinante per la competitività del prodotto è la razionalizzazione degli impianti.
Infatti, come ebbe a dire l'On.le Dino del Bo, Presidente dell'Alta Autorità della Comunità Europea del Carbone e dell'Acciaio, nel corso della sua conferenza tenuta il 5 marzo 1966 in questo Palazzo: "tutti gli osservatori di cose economiche sono ormai convinti che il problema della riduzione dei costi è scarsamente condizionato dal costo del lavoro, ma è largamente condizionato, invece, dal progresso tecnologico".
Nonostante l'ultimo massiccio, seppure pericolosamente dilazionato, intervento finanziario dello Stato, - per il quale dobbiamo dare atto al Presidente della Giunta per quanto si e adoperato in proposito -, è mia personale convinzione che la "Cogne" non è ancora dotata di mezzi finanziari sufficienti per un completo e tecnologicamente razionale ammodernamento ed aumento degli impianti.
Le difficoltà sono tanto maggiori se si aggiunge a queste esigenze la situazione debitoria.
Nel quadro dell'occupazione operaia della massima azienda cittadina, non possiamo dimenticare che gli stabilimenti siderurgici di Aosta impiegavano, nel 1948, 7.214 persone, scese nel 1966 a 4.576 con un aumento in questi ultimi mesi.
Nel complesso degli Stabilimenti, miniere comprese, l'impiego di personale nello stesso periodo è passato da 9.419 a 5.386 unità.
A questo preoccupante calo di posti di lavoro, si deve concedere una iniziale e parziale giustificazione alla "Cogne" a cui va dato atto di non avere operato - subito dopo la guerra - alcun licenziamento collettivo per ridimensionamento degli organici, come è avvenuto in tutte le aziende siderurgiche, essendosi dimostrata la "Cogne" conscia della situazione della Valle d'Aosta che non avrebbe offerto alcuna possibilità di reimpiego della mano d'opera eccedente.
La "Cogne" ha, invece, ritenuto opportuno adottare la politica del progressivo ridimensionamento attraverso le normali uscite per cause naturali.
Per quanto concerne la logica prospettiva di aumentare l'occupazione operaia alla "Cogne", va tenuto presente che l'industria siderurgica, - per sua natura -, richiede fortissimi investimenti per ogni posto di lavoro.
È conseguentemente valido l'indirizzo di sviluppare lavorazioni a valle dei semi-lavorati, utilizzando in loco parte del materiale che attualmente viene impiegato nelle aziende metalmeccaniche nazionali.
In queste aziende l'investimento per posti di lavoro è di gran lunga più modesto di quello previsto per il settore siderurgico.
Ritornando alla situazione finanziaria, è bene ricordare che è proprio per il suo particolare inquadramento autonomo, - fuori dall'IRI e quindi dalla FINSIDER -, alle dirette dipendenze del Ministero delle Partecipazioni Statali, per ogni finanziamento, anche piccolo, è necessaria per la "Cogne" una legge dello Stato, - contrariamente a quanto è previsto per le Aziende del gruppo Finsider come l'Ilva di Piombino, la Terni, il Centro siderurgico di Taranto, la Breda, la Italsider, ecc.
In relazione a quanto sopra e alla delicata situazione della "Cogne" e forse anche per evitare una reciprocamente dannosa concorrenza fra aziende di Stato, circolano voci relative alla costituzione di una Finanziaria formata dalle Società Breda e Cogne.
È difficile dire qualcosa su questa voce e, nell'ipotesi che fosse fondata, quali sarebbero i riflessi sul piano finanziario e sull'occupazione, che potrebbero anche essere positivi.
Sotto il profilo autonomistico, l'inquadramento della "Cogne" in un Ente, le cui direttive venissero assunte e attuate senza una intima connessione con le possibilità e le necessità di lavoro in Valle, giungerebbe inevitabilmente a posizioni di contrasto con l'interesse della Valle stessa.
A questo proposito, - sempre in via di ipotesi -, occorrerebbero precise garanzie.
A conclusione di queste brevi osservazioni, mi dichiaro favorevole alla ricostituzione di una Commissione per uno studio serio ed obiettivo della situazione economica e produttiva e delle prospettive di sviluppo della "Cogne", nonché per un esame delle condizioni di vita e di lavoro dei dipendenti.
Vista la complessità della materia, suggerirei alla costituenda Commissione di avvalersi di esperti nel campo siderurgico, economico e sindacale.
Milanesio (P.S.U.) - Signor Presidente, Signori Consiglieri, i Consiglieri che mi hanno preceduto nei loro interventi hanno in gran parte ribadito quanto già era stato detto in una precedente riunione del Consiglio Regionale, che terminò con l'approvazione di un ordine del giorno che istituiva una Commissione regionale di studio e di indagine sulla "Cogne".
La situazione della "Nazionale Cogne", da febbraio del 1968 ad oggi, a parte alcuni mutamenti avvenuti al vertice dell'azienda, non è gran che mutata; quindi, io dico subito che noi socialisti siamo d'accordo per ricostituire una Commissione di studio che, nello spirito della deliberazione precedentemente assunta, inizi questo lavoro di indagine e di ricerca.
Voglio svolgere anch'io alcune brevi considerazioni.
Dico, anzitutto, che mi dispiace che nei miei interventi debba sempre polemizzare con qualcuno; io ho apprezzato, per esempio, gli interventi sia dell'Avvocato Caveri che del Consigliere Germano, che si sono svolti su un piano, diciamo così, di analisi e non di polemica politica, anche se di denuncia di una certa situazione, denuncia che noi ci sentiamo di sottoscrivere, perché il nostro Partito, anche se ha avuto l'onore di vedere un proprio compagno quale Presidente della "Nazionale Cogne", il nostro Partito non si potrà mai identificare con la "Nazionale Cogne" e con la sua classe dirigente.
Il nostro Partito si identifica e continuerà ad identificarsi, malgrado quello che dice Tonino, nei lavoratori della "Nazionale Cogne".
Quindi, Tonino, io ti voglio invitare, anche perché sono certo che tu sei uno speaker di certe idee e di certe affermazioni, ti voglio invitare ad evitare di ricorrere alla polemica facile, polemica che può essere contraddetta e smentita comodamente dal sottoscritto; perché, se il PSIUP è un Partito che si richiama alla classe lavoratrice, - io non dubito di questo, - in Valle d'Aosta, come nel resto dell'Italia, è un Partito che raccoglie certamente molti meno suffragi di quanto ne raccoglie il Partito Socialista, il quale da più di 70 anni, cioè da quando si è costituito, ha difeso e continua a difendere gli interessi dei lavoratori, è presente nelle Organizzazioni sindacali, è presente nelle fabbriche a livello di lavoratori, di operai, prima ancora che a livello di dirigenti. Quindi, sono polemiche sulle quali io non voglio più tornare; io mi auguro che il buon gusto porti qualcuno ad evitarle per il futuro.
Ciò detto, noi socialisti riconfermiamo le valutazioni che nell'adunanza del 2 febbraio vennero svolte essenzialmente dal compagno Colombo, per il nostro Partito e aggiungiamo che la situazione, da allora, non ha subìto grandi mutamenti. I mutamenti, ripeto, sono nella ricomposizione del Consiglio di Amministrazione della "Nazionale Cogne" ed in questo io vedo già un mutamento che potrà dare dei frutti; non ha ancora dato i frutti visibili, su questo sono d'accordo, ma si è rotta una tradizione, si è rotta una impostazione che escludeva, che metteva ai margini, i rappresentanti della Valle d'Aosta nel seno del Consiglio di Amministrazione.
Questa volta, coloro i quali vivono ed operano nella Valle d'Aosta ed in Valle d'Aosta hanno la sede dei loro affetti e dei loro interessi, sono rappresentati in misura prevalente nell'attuale Consiglio di Amministrazione.
Si è eccepito che sono solo membri di Partiti del Centro-Sinistra, ed è vero questo; però siamo già riusciti a rompere una situazione precedente, dove i rappresentanti della Valle d'Aosta erano pochi e non avevano praticamente alcuna posizione di responsabilità.
Ora, io non credo che in questa fase e in questa sede si possa chiedere di più per quanto riguarda l'inserimento nel Consiglio di Amministrazione dei rappresentanti della Valle d'Aosta; non credo che si possa chiedere di più, anche perché l'azienda "Cogne" è una azienda di Stato ed è logico e naturale che in un regime, in una situazione politica, in un quadro istituzionale come il nostro, è inevitabile che gli uomini politici che sono preposti alla cosa pubblica scelgano uomini di loro fiducia, evidentemente rappresentanti anche di queste emanazioni del potere pubblico a livello regionale.
Però è la prima volta che viene accolto il principio che tali rappresentanti debbano essere dei valdostani o degli uomini che operano e vivono in Valle d'Aosta; ebbene questo principio è passato per la prima volta in modo, direi, abbastanza soddisfacente.
Possiamo chiedere di più, è giusto che si chieda di più, ma prendiamo atto, perlomeno, che qualcosa in questa direzione è già stato fatto, è un primo passo.
Noi socialisti, riteniamo che questo sia solo l'inizio di quello che si dovrà poter fare ed è chiaro che noi sosteniamo, come abbiamo sempre sostenuto, che il Consiglio Regionale, che il Parlamento della Valle d'Aosta possa, in qualche modo, inserirsi nelle decisioni che riguardano la "Nazionale Cogne", possa condizionare, in qualche modo, le scelte che sono scelte che non riguardano solo la politica aziendale, ma questa azienda; e quindi sono scelte che, per la dimensione che questa azienda assume nella Regione Valle d'Aosta, interessano tutta la Valle d'Aosta, la sua economia, i suoi cittadini ed interessano anche la salute, questo, evidentemente, in riferimento al fumo.
Quindi, noi socialisti, siamo d'accordo di nominare nuovamente questa Commissione e che nella stessa siano rappresentate tutte le forze politiche componenti di questo nuovo Consiglio Regionale affinché tutti possano, di conseguenza, accertarsi della situazione presente della "Nazionale Cogne".
Alcuni studi sono già stati svolti, studi sono già stati iniziati nell'ambito della programmazione regionale e già allora, io ricordo, arrivammo a delineare, in modo ancora approssimativo, ma già sufficientemente preciso, quali erano i problemi della "Nazionale Cogne": i problemi produttivi essenzialmente ed i problemi aziendali. I problemi umani e salariali non potevano essere evidenziati da una relazione tecnica; erano problemi che però trasparivano dalle righe, problemi che noi conosciamo per il contatto diuturno con la base dei nostri rispettivi Partiti, che è la base operaia, la base lavoratrice.
Nel concordare sulla nomina di questa Commissione riteniamo però che sia opportuno, ed io mi rivolgo a tutti i Gruppi, riteniamo che sia opportuno, se vogliamo arrivare ad una votazione concorde, unitaria, che è negli auspici di tutti, di cercare di convergere su un ordine del giorno che si attenga alla sostanza della volontà espressa dal Consiglio nella seduta del 2 febbraio.
La maggioranza non può evidentemente accettare la parte narrativa della vostra mozione dove, in un certo senso, si censura l'operato della maggioranza.
Ripeto, se il Consiglio potesse concordare su un ordine del giorno, io penso che potremmo, all'unanimità, esprimerci su questo problema rispettando la sostanza della discussione del 2 febbraio, che è la sostanza che ci anima ancora in questo momento e che continuerà ad animarci.
Io dò lettura dell'ordine del giorno che propongo all'attenzione del Consiglio tutto:
"Il Consiglio Regionale,
- richiamata la propria deliberazione in data 2 febbraio 1968 - oggetto n. 30, con cui si procedeva alla nomina di una Commissione consiliare per lo studio della situazione produttiva della "Cogne" e delle sue prospettive di sviluppo, nonché per un esame delle condizioni di vita e di lavoro dei dipendenti dello stabilimento;
- preso atto dell'avvenuta scadenza della quarta legislatura regionale;
- ritenuto che sia opportuno - nello spirito della deliberazione richiamata - ricostituire per la corrente legislatura la Commissione consiliare in parola;
Delibera
di delegare il Presidente del Consiglio Regionale a nominare, sentiti i Capigruppo, una Commissione consiliare per lo studio del la situazione produttiva della "Cogne", delle sue prospettive di sviluppo, nonché per un esame delle condizioni di vita e di lavoro dei dipendenti dell'Azienda".
Io ritengo che, se un ordine del giorno del genere venisse accolto anche dall'opposizione, vi sarebbero le condizioni per una sua votazione unanime e questa votazione unanime darebbe anche più forza alla Commissione che scaturirebbe da questo voto e dalla designazione del Presidente del Consiglio, sentiti i Capigruppo; perché, a mio avviso, questa Commissione, anche se non potrà avere le caratteristiche di una Commissione di indagine o di una Commissione di inchiesta, sarà una Commissione che dovrà mettere il dito nella piaga, dovrà cercare di andare a fondo, dovrà servirsi di tutti i poteri possibili, nel quadro di quelle che sono le possibilità che ci offre la legislazione vigente per conoscere realmente e in modo inequivocabile la situazione della "Cogne".
La "Cogne" è sempre stata una entità impenetrabile per il Consiglio Regionale e per tutti gli organismi democratici elettivi della Valle d'Aosta. Non si è mai saputo esattamente che cosa succedeva nella "Cogne" ed è bene che il Consiglio Regionale incominci da questo momento in cui, per le piccole cose che sono state fatte, noi riteniamo che si possa intravvedere uno spiraglio, si possa incominciare a respirare un clima nuovo.
Noi auspichiamo quindi che, se possibile, il Consiglio si esprima all'unanimità.
Questo darà più forza a questa Commissione, più autorevolezza soprattutto, che è ciò di cui questa Commissione ha bisogno per poter poi riferire al Consiglio dopo aver esaminato ed approfondito tutti gli aspetti controversi della situazione della "Nazionale Cogne".
Bionaz (D.C.) - Da quando siamo a questo posto di responsabilità abbiamo ritenuto subito di occuparci della "Cogne"; lo abbiamo fatto con impegno e voi lo sapete, perché ne abbiamo anche informato spesso il Consiglio, e qualche risultato lo abbiamo ottenuto.
Noi non diciamo che la "Cogne" è guarita, che la "Cogne" è diventata subito una azienda fiorentissima; indubbiamente si è ottenuto qualcosa, qualche risultato si è raggiunto, almeno per quanto riguarda la trasformazione degli impianti, anche se questo finanziamento è stato dilazionato in vari anni, però mi sembra che la metà sia già stata versata.
A questo proposito, voglio rilevare una inesattezza, per non parlare con un altro termine, del Presidente della "Cogne". Il giorno stesso in cui cambiava il Consiglio di Amministrazione, quel giorno stesso era stata accreditata la seconda tranche, versata la seconda tranche alla Direzione della "Cogne". Dunque, questa inesattezza va assolutamente corretta.
Qualche cosa per gli impianti si è fatto, perché gli impianti sono in via di ammodernamento, per cui l'interessamento che abbiamo svolto, - e qui desidero ringraziare quelli che hanno cortesemente voluto dare atto dell'interessamento svolto dalla Giunta e dal sottoscritto -, qualche risultato l'ha conseguito.
Ecco perché io ritengo che non possiamo assolutamente, come Governo Regionale, astrarci da quella che è la realtà della "Cogne".
La "Cogne" interessa circa 5000 famiglie valdostane e noi abbiamo il dovere di interessarci dei problemi di queste famiglie, abbiamo il dovere di assicurare il posto di lavoro a questa gente, di assicurare un miglior lavoro e rapporti umani migliori.
Io penso che la soluzione suggerita dal Consigliere Milanesio, con l'ordine del giorno che ha letto, sia accettabile da parte della Giunta; la Giunta lo accetta volentieri.
Se dalle indagini e dalla collaborazione di questa Commissione di studio con gli Amministratori della " Cogne" scaturiranno dei risultati positivi, tutto questo andrà a favore e dell'azienda e della popolazione valdostana.
Fosson (U.V.) - Io non voglio aggiungere niente alla discussione, perché, anche specialmente come rappresentante dei lavoratori, noi avremo modo di approfondire questo problema.
Abbiamo già avuto, come è stato detto, un incontro a Torino il 25 giugno; avremo un nuovo incontro qui ad Aosta lunedì prossimo, 8 corrente, e quindi le organizzazioni sindacali, per conto. loro, svolgeranno quell'azione che devono svolgere.
Venendo alla questione della nomina della Commissione, pur concordando in gran parte sulla proposta fatta dal Consigliere Milanesio, desidero fare una proposta di ordine pratico.
Sarebbe bene che l'ordine del giorno ora proposto potesse essere ritoccato in qualche punto, previo esame dello stesso, fatto congiuntamente da un rappresentante dei singoli Gruppi consiliari e sarebbe bene designare subito i nominativi dei Consiglieri che dovranno comporre la Commissione, in modo da accelerare i tempi e trovare sicuramente l'unanimità sull'ordine del giorno.
Proporrei, inoltre, che il Consiglio procedesse subito alla nomina della Commissione, dato che anche il Presidente della Giunta ha già espresso il parere favorevole della Giunta; così non sarebbe più necessario di demandare al Presidente del Consiglio la nomina della Commissione stessa.
Se il Presidente del Consiglio fosse d'accordo, potremmo sospendere un momentino la seduta, per dare la possibilità ai rappresentanti dei vari Gruppi consiliari di trovare un accordo.
Presidente - Lei vuole chiedere la sospensione della seduta per l'accordo sull'ordine del giorno?
Fosson (U.V.) - Sì, per rivedere bene la questione dell'ordine del giorno.
Presidente - Per quanto riguarda la Commissione, potremmo fare come fu fatto la volta scorsa; allora la Commissione fu composta da un rappresentante per ogni Gruppo consiliare; quindi se i nominativi designati permangono gli stessi, rimarrebbe solo da integrare la composizione della Commissione con il rappresentante del P.S.I.U.P..
Fosson (U.V.) - Noi siamo d'accordo e, da parte nostra, non abbiamo nessuna variazione da proporre.
Milanesio (P.S.U.) - Dovrebbe intervenire anche il Presidente alla riunione dei Capigruppo, così ci potremo mettere d'accordo sull'ordine del giorno.
Fosson (U.V.) - È questione di pochi minuti, non vi saranno discussioni.
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Si dà atto che la seduta viene sospesa dalle ore 19.54 alle ore 20.17.
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Alla riapertura della seduta, il Presidente, MONTESANO, informa che fra i rappresentanti dei vari Gruppi à stato raggiunto l'accordo sull'ordine del giorno da sottoporre all'approvazione del Consiglio e dà lettura dell'ordine del giorno stesso.
Informa, inoltre, che i rappresentanti dei vari Gruppi consiliari hanno, altresì, concordato sulla proposta che il Consiglio deleghi il Presidente del Consiglio a nominare, sentiti i Capigruppo, la Commissione di cui si tratta.
Precisa che la Commissione sarà costituita dai Consiglieri Signori Montesano, Caveri, Chamonin, Germano, Manganone, Mappelli, Milanesio, Pedrini e Tonino.
Il Presidente, MONTESANO, pone ai voti, per alzata di mano, la proposta di approvazione del seguente ordine del giorno concordato tra i Gruppi consiliari di maggioranza e di minoranza:
"IL CONSIGLIO REGIONALE
richiamata la propria deliberazione in data 2 febbraio 1968 oggetto n. 30 con cui si procedeva alla nomina di una Commissione consiliare per lo studio della situazione produttiva della "Cogne" e delle sue prospettive di sviluppo, nonché per un esame delle condizioni di vita e di lavoro dei dipendenti dello stabilimento;
preso atto dell'avvenuta scadenza della 4^ legislatura regionale;
ritenuto sia opportuno - nello spirito della deliberazione richiamata ed in considerazione della situazione in atto - ricostituire per la corrente legislatura la Commissione consiliare in parola
DELIBERA
di delegare al Presidente del Consiglio Regionale a nominare, sentiti i Capi Gruppo, una Commissione consiliare per lo studio della situazione produttiva della Cogne e delle sue prospettive di sviluppo, nonché per un esame delle condizioni di vita e di lavoro dei dipendenti dell'Azienda".
Procedutosi alla votazione, per alzata di mano, il Presidente accerta e comunica che il Consiglio, ad unanimità di voti favorevoli (Consiglieri presenti, votanti e favorevoli: trentuno) ha approvato il sopracitato ordine del giorno.
Il Consiglio prende atto.
Il Presidente, MONTESANO, propone che il provvedimento deliberativo ora approvato dal Consiglio sia dichiarato immediatamente eseguibile a norma dell'art. 49 della legge 10.2.1953 n. 62.
Procedutosi alla votazione, per alzata di mano, il Presidente accerta e comunica che il Consiglio ha approvato la proposta ad unanimità di voti favorevoli (Consiglieri presenti, votanti e favorevoli: trentuno).
Il Consiglio prende atto.