Objet du Conseil n. 95 du 29 juillet 1968 - Verbale

OGGETTO N. 95/68 - (Varia) - Comunicazioni dell'onorevole Ollietti Dr. Germano, Deputato al Parlamento della Repubblica, in merito al problema delle acque pubbliche della Valle d'Aosta.

Il Presidente, MONTESANO, riferisce che l'Onorevole Ollietti Dr. Germano, Deputato al Parlamento della Repubblica, ha chiesto di poter fare una comunicazione al Consiglio in merito al problema delle acque pubbliche ad uso idroelettrico in Valle d'Aosta, in relazione al disegno di legge costituzionale n. 46, di iniziativa di un gruppo di Senatori del Gruppo parlamentare del M.S.I., concernente la modificazione dello Statuto regionale in seguito all'istituzione dell'Ente Nazionale per l'Energia Elettrica.

Comunica che in un'apposita riunione tenutasi prima dell'inizio dell'odierna seduta pomeridiana, il Presidente della Giunta e i Capi Gruppo dei Gruppi consiliari presenti in seno al Consiglio hanno deciso, in accoglimento della richiesta fatta dall'On.le Ollietti, di invitare il medesimo a fare comunicazioni al Consiglio su questo importante problema.

Aggiunge che nella predetta riunione si è anche concordato che ogni Capo Gruppo potrà eventualmente fare una dichiarazione od esprimere il suo pensiero in ordine al problema trattato dall'On.le Ollietti.

Invita quindi l'On.le Ollietti a prendere la parola per fare le comunicazioni in merito all'argomento di cui sopra.

L'On.le OLLIETTI Dr. Germano, Deputato al Parlamento della Repubblica, dichiara quanto segue:

"Signor Presidente, Signori Consiglieri,

ritengo compiere cosa corretta relazionare a questo Consiglio - sia pure per sommi capi - circa la posizione da me assunta nell'occasione della fiducia al Governo Leone.

Come sapete, ho votato a favore dopo aver ricevuto dal Senatore Leone, in sede di replica, l'assicurazione che il Governo sarà sollecito per la definizione e per la soluzione dei problemi autonomistici da me sollevati nella discussione sul programma di Governo.

Il Senatore Leone ha infatti testualmente dichiarato:

"Per i problemi prospettati per la Valle d'Aosta dall'Onorevole Ollietti posso assicurare che sul tema dei beni da trasferire dallo Stato alla Regione, il Governo è sollecito a questa come alle altre istanze da lui prospettate e che in proposito saranno presi solleciti contatti con le Autorità regionali per riesaminare alcuni casi ancora controversi e per stabilire se il trasferimento dei beni (questa è un po' la ragione del ritardo) possa essere effettuato in via amministrativa ovvero in via legislativa".

Tengo a precisare che le istanze di cui mi sono reso interprete riguardano l'attuazione della Zona Franca, il trasferimento dei beni demaniali e patrimoniali dello Stato, la soluzione del problema della scuola, del riparto fiscale e delle acque.

Così come ho sottolineato l'esigenza di seguire da vicino la Nazionale Cogne che tanto rappresenta per l'economia della Città di Aosta e dell'intera Regione.

Se è vero che ho ritenuto mio dovere svolgere una breve sintesi della mia recente attività parlamentare davanti a questo Consiglio che è l'autentico rappresentante della Popolazione Valdostana, a maggior ragione sento oggi la responsabilità di informarVi ufficialmente di un fatto che per la sua gravità, investe Voi tutti, direi tutta la Valle d'Aosta, e che si è concretato nella presentazione al Senato della Repubblica in data 10 luglio ultimo scorso del disegno di legge costituzionale n. 46 d'iniziativa dei Senatori Nencioni, Crollalanza, De Marsanich, Dinaro, Fiorentino, Filetti, Franza, Grimaldi, Latanza, Lauro, Picardo, Tanucci, Nannini e Turchi, avente per oggetto la modificazione del nostro Statuto Regionale in relazione alla istituzione dell'Ente Nazionale per l'Energia Elettrica.

Tale disegno, costituito da cinque articoli, recita testualmente:

"Art. 1

Sono abrogate le disposizioni contenute negli artt. 7 e 8 e primo comma dell'art. 9 della legge costituzionale 26 febbraio 1948 n. 4.

Art. 2

All'art.9 della legge costituzionale 26 febbraio 1948 n. 4 sono aggiunti i seguenti capoversi:

"Nei riguardi delle domande di concessioni di grandi derivazioni a scopo idroelettrico, la Valle ha facoltà di presentare le proprie osservazioni ed eccezioni in qualsiasi momento fino alla emanazione del parere definitivo del Consiglio superiore dei lavori pubblici.

Il Presidente della Giunta Regionale od un suo delegato è invitato a partecipare, con voto consultivo, alla riunione del Consiglio superiore dei lavori pubblici nella quale sono esaminate le domande indicate nel comma precedente".

Art. 3

All'art. 12 della legge costituzionale 26 febbraio 1948 n. 4 è aggiunto il seguente capoverso:

"La Valle può stabilire un'imposta, in misura non superiore a lire 0,10 per ogni Kwh di energia elettrica prodotta nella Regione con utilizzazione di forze idrauliche locali".

Art. 4

E' soppressa la lettera d) dell'art. 3 della legge costituzionale 26 febbraio 1948 n. 4.

I provvedimenti emanati in base a tale disposizione sono abrogati.

Art. 5

Sono abrogate tutte le disposizioni statali e regionali contrarie ed incompatibili con la presente legge".

Non sfugge a nessuno che trattasi di un vero e proprio attentato agli interessi vitali della popolazione valdostana.

È la prima volta che viene presentato un disegno di legge costituzionale allo scopo di apportare delle modificazioni allo Statuto speciale della Valle d'Aosta.

Di fronte a tanta pesante iniziativa che scaturisce dallo spirito antiregionalista di un ben determinato gruppo politico di cui conosciamo non solo la concezione centralizzatrice del potere ma anche le ideologie tipiche di un nazionalismo esasperato che contrastano con il principio del decentramento politico ed amministrativo, base di una sana autonomia regionale, desidero informare che, dopo aver valutato questo disegno di legge, ho provveduto a manifestare le mie preoccupazioni:

- da un lato alla Commissione Affari Costituzionali - di cui sono Membro - in persona del suo Presidente On. Bucciarelli Ducci - con la seguente comunicazione:

"ONOREVOLE BUCCIARELLI DUCCI COMMISSIONE AFFARI COSTITUZIONALI CAMERA DEPUTATI - ROMA

APPRENDO INDIGNATO PRESENTAZIONE SENATO REPUBBLICA DISEGNO DI LEGGE COSTITUZIONALE N. 46 IN DATA 10 LUGLIO 1968 TENDENTE A SMANTELLARE AUTONOMIA REGIONALE VALDOSTANA CON PARTICOLARE RIFERIMENTO LEGGE COSTITUZIONALE 26.2.1948 N. 4 STATUTO SPECIALE VALLE DI AOSTA IN RELAZIONE PROBLEMA DELLE ACQUE ET DIRITTI POPOLAZIONE GIA' GRAVEMENTE COMPRESSI DALLA LEGGE 6.12.1962 N. 1643 STOP TRATTASI DI ATTACCO SISTEMATICO CONTRO BASE STESSA REGIONALISMO POICHE' ANALOGO DISEGNO EST STATO MESSO IN ATTO ANCHE PER REGIONE TRENTINO ALTO ADIGE STOP PREGOLA VIVAMENTE VOLERMI PREAVVISARE NON APPENA CITATO DISEGNO DI LEGGE COSTITUZIONALE N. 46 SARA' OGGETTO DI ESAME DA PARTE COMMISSIONE AFFARI COSTITUZIONALI AFFINCHÉ IL SOTTOSCRITTO POSSA ILLUSTRARE DIRITTI STORICI ET COSTITUZIONALI DI CUI TALE INIZIATIVA IMPLICA LO ANNULLAMENTO STOP CORDIALI SALUTI STOP GERMANO OLLIETTI DEPUTATO".

- d'altro canto a sollecitare l'interessamento del Governo, in persona dell'On. Presidente del Consiglio, Giovanni Leone, con la seguente comunicazione:

"ONOREVOLE GIOVANNI LEONE PRESIDENTE CONSIGLIO DEI MINISTRI - ROMA

APPRENDO INDIGNATO PRESENTAZIONE SENATO REPUBBLICA DISEGNO DI LEGGE COSTITUZIONALE N. 46 IN DATA 10 LUGLIO 1968 CHE ATTENTA GRAVEMENTE AT DIRITTI MINORANZA ETNICA VALDOSTANA SANCITI CON LEGGE COSTITUZIONALE 26.2.1948 N. 4 STOP TRATTASI DI VOLONTA' TESA AT TRAVOLGERE LO ISTITUTO REGIONALISTICO AT DETRIMENTO INTERESSI VITALI REGIONE AUTONOMA VALLE DI AOSTA IN MATERIA DI ACQUE STOP NON A CASO TALE VOLONTA' EST MESSA IN ATTO ALTRESI' PER REGIONE TRENTINO ALTO ADIGE STOP ANCHE ALLA LUCE DI QUANTO ELLA ONOREVOLE PRESIDENTE EBBE AD AFFERMARE NEL DISCORSO PROGRAMMATICO REPLICANDO AL SOTTOSCRITTO ET A SENATORE BERTHET MI PERMETTO SOLLECITARE ATTENZIONE SUA ET GOVERNO PER SALVAGUARDARE LEGITTIME ASPETTATIVE POPOLAZIONE VALDOSTANA CONTEMPERANDO POTERI ET DIRITTI STATUTARI DELLA REGIONE CON ESIGENZE LEGGE ISTITUTIVA ENEL SENZA PERALTRO ACCEDERE AD INIZIATIVE COME PRECITATO DISEGNO DI LEGGE COSTITUZIONALE LESIVE STATUTO SPECIALE VALLE DI AOSTA STOP PREGOLA PERTANTO PREDISPORRE OPPORTUNI CONTATTI CON AUTORITA' REGIONALI ET CON SENATORE BERTHET UNITAMENTE SOTTOSCRITTO PER DEFINIRE SOLUZIONE PROBLEMA DELLE ACQUE OLTRECHÉ PER DISCUTERE PROBLEMI AUTONOMISTICI REGIONE VALDOSTANA STOP ATTESA SUO ALTO INTERESSAMENTO PORGO DEFERENTI OSSEQUI STOP GERMANO OLIETTI DEPUTATO".

Ho parlato di "CONTEMPERAMENTO DEI POTERI E DEI DIRITTI DELLA REGIONE CON LE ESIGENZE DELLA LEGGE ISTITUTIVA DELL'ENEL" con evidente richiamo alla Sentenza n. 13 della CORTE COSTITUZIONALE in data 24 febbraio - 7 marzo 1964, sentenza che, pur avendo dichiarato non fondate le questioni sollevate dalle Regioni Valle di Aosta e Trentino Alto Adige, auspicava che si dovesse provvedere a tale legittimo contemperamento "TENENDO PRESENTI I POTERI E DIRITTI DELLE REGIONI A STATUTO SPECIALE CHE SONO STATI COMPRESSI PER EFFETTO DELLA NAZIONALIZZAZIONE, MA CHE NON DEVONO ESSERE SACRIFICATI OLTRE I LIMITI RICHIESTI DALLA ATTUAZIONE E DAL PIENO FUNZIONAMENTO DELLA RIFORMA".

È chiaro che il disegno di legge costituzionale in questione calpesta quei poteri e quei diritti delle Regioni eliminando alla radice la possibilità di qualsiasi contemperamento e, cioè, l'unica via per salvaguardare le nostre prerogative in materia di acque.

Il Presidente della Giunta Regionale, Avv. Bionaz, in un suo documentato intervento nel fine anno del 1966, in questa sede, in risposta all'interpellanza dell'allora Consigliere regionale Prof. Amato Berthet, ebbe ad affermare che:

"...IL MEZZO PIU' SEMPLICE E RAPIDO PER ATTUARE TALE DEFINIZIONE (n.d.r. Rapporti Regione-Enel) NON PUO' ESSERE CHE UN ACCORDO DIRETTO CON L'ENEL PER REGOLARE TUTTI I RAPPORTI ECONOMICI E FINANZIARI E, IN PARTICOLARE, STABILIRE SPECIALI TARIFFE PER LA REGIONE E PER CONCERTARE LE MODALITA' E I PROCEDIMENTI PER LE FUTURE SUB-CONCESSIONI".

E aggiungeva che "NEL CASO DI IMPOSSIBILITA' DI ACCORDI DIRETTI CON L'ENEL NON SI POTREBBE ALTRIMENTI TUTELARE GLI INTERESSI DELLA REGIONE SE NON CON ADEGUATE AZIONI GIUDIZIARIE, NELLE PIU' OPPORTUNE SEDI O EVENTUALMENTE ANCHE CON L'EMANAZIONE DI LEGGI REGIONALI DIRETTE A STABILIRE IL COORDINAMENTO CON LE LEGGI NAZIONALI IN TEMA DI ACQUE PUBBLICHE".

E concludeva: "MA SARA' SOPRATTUTTO IN SEDE POLITICA CHE - IN TAL CASO - CONVERRA' OPERARE SEMPRE PERO' DOPO CHE L'AMMINISTRAZIONE REGIONALE SI SIA BEN PREPARATA IN CAMPO TECNICO E GIURIDICO PER AFFRONTARE TUTTE LE NON FACILI DISCUSSIONI A CUI DARANNO LUOGO LE SUE PUR GIUSTE RICHIESTE".

Appare evidente che, qualora dovesse mai andare a fine il disegno di legge costituzionale n. 46, tutta la positiva impostazione di cui al predetto intervento del Presidente Bionaz verrebbe a cadere in conseguenza della abrogazione degli articoli dello Statuto su cui è fondata.

E' pertanto, a mio avviso, necessario rivedere la questione alla luce del nuovo disegno di legge presentato al Senato e ricercare la via migliore innanzitutto per bloccare nella sede idonea - e cioè nella Commissione Affari Costituzionali - tale disegno e quindi, per dare al vitale problema delle acque la soluzione a noi più favorevole mediante la presentazione di apposito disegno di legge, che potrebbe concretizzarsi nei termini della proposta già formulata dall'apposita Commissione Regionale di Studio nella riunione del 6 giugno 1964, integrando tale proposta con un secondo articolo che preveda la possibilità per la Valle d'Aosta di istituire una imposta in misura non superiore a lire 0,80 per ogni Kwh. di energia elettrica prodotta nel territorio della Regione con utilizzazione di forze idrauliche locali.

Infatti, per gli effetti della legge 5 dicembre 1964 n. 1269, a decorrere dal 1966, la Regione Valle d'Aosta non può avere alcun sostanziale provento derivante dal riparto dell'entrata erariale per ricchezza mobile, entrata sulla quale la Regione ha diritto alla quota fissa di riparto degli 8/10 ai sensi dell'art. 2 della legge 29 novembre 1955 n. 1179. Si tratta di oltre 800 milioni di lire all'anno di minore entrata per la Regione.

L'istituzione dell'imposta regionale in questione potrebbe essere approvata con riferimento alla potestà legislativa prevista dal secondo comma dell'art. 12 e dalle lettere d) e f) dello Statuto Regionale, tenuto presente che la Regione Trentino-Alto Adige ha già istituito da tempo un'imposta del genere e che tale imposta era già stata istituita dallo Stato con l'art. 8 della legge 6 dicembre 1962 n. 1643, istitutiva dell'ENEL.

Monsieur le Président, Messieurs les Conseillers,

Le problème que je viens d'aborder en des termes très brefs, et que d'ailleurs Vous connaissez très bien ayant été développé, ici, maintes fois, s'agissant d'une question vitale, nous engage tous pour la recherche d'une solution qui soit la meilleure dans l'intérêt du Peuple Valdôtain.

Encore une fois les droits de l'Autonomie sont menacés, une nouvelle atteinte est portée à une partie fondamentale de notre Statut Spécial.

La Vallée d'Aoste ne peut demeurer les bras croisés face à la situation qui s'est déterminée par l'initiative dont je viens de parler.

Hier, à Terre Noire, à l'occasion de la commémoration des hostages fusillés par la brutalité allemande, je disais qu'il est nécessaire de continuer la lutte pour la défense des libertés dont, grâce à la Résistance, nous jouissons, ces libertés qui nous ont valu le Statut Spécial que l'on cherche de démarteler par des manœuvres centralisatrices et réactionnaires.

Ce Conseil Régional, malgré les différentes positions politiques, sera unanime dans l'action qui devra être entreprise visant au but de la défense du Statut Valdôtain.

Merci et bon travail".

Il Presidente, MONTESANO, chiede al Senatore Berthet se non intenda pure fare delle comunicazioni in merito al problema di cui si tratta.

Il Senatore BERTHET informa che è suo intendimento fare delle comunicazioni in merito al problema in questione nella prossima adunanza consiliare, in quanto è appena giunto ora da Roma; dichiara quindi di associarsi, per il momento, alle comunicazioni fatte dall'On.le Ollietti.

Il Consigliere ANDRIONE, riferendosi all'accenno fatto dal Presidente del Consiglio circa l'impegno assunto dai Capi Gruppo dei Gruppi consiliari presenti in seno al Consiglio di limitare la parola ai Capi Gruppo stessi in sede di risposta alle comunicazioni dell'On.le Ollietti, dichiara che non intende sottostare a tale impegno, perché in sede di Consiglio tutti i Consiglieri hanno uguale diritto alla parola e non esistono Consiglieri di prima classe che parlano e Consiglieri di seconda classe che ascoltano.

Aggiunge che non c'è nessuno che possa impegnare un Consigliere a non prendere la parola dopo certe dichiarazioni che devono ancora essere fatte, perché è solo il Consigliere interessato che può decidere in merito dopo aver sentito tali dichiarazioni.

Il Presidente MONTESANO, ribadisce che tale impegno non è stato imposto da lui, ma è stato spontaneamente assunto da tutti i Capi Gruppo presenti alla riunione tenutasi all'inizio della odierna seduta pomeridiana, tra i quali anche il Capo Gruppo del Gruppo consiliare a cui appartiene il Consigliere Andrione, per cui il medesimo potrebbe adeguarsi all'impegno assunto.

Il Consigliere ANDRIONE ripete che egli, per una questione di principio e di diritto, non può accogliere la tesi esposta dal Presidente.

Il Consigliere MANGANONI dichiara di concordare sulla posizione assunta dal Consigliere Andrione.

Il Presidente, MONTESANO, sottolinea che trattandosi di un impegno assunto dai Capi gruppo, egli dovrebbe essere garante della decisione spontaneamente assunta dai medesimi.

Dichiara pertanto che, per poter aprire una discussione generale sulle comunicazioni fatte dall'On.le Ollietti, egli deve nuovamente sentire il parere dei Capi Gruppo consiliari.

Richiama, quindi, l'art. 91 del Regolamento interno per il funzionamento del Consiglio Regionale, che dà la facoltà ai Parlamentari valdostani di intervenire alle adunanze consiliari, su invito del Presidente del Consiglio, per fare delle comunicazioni sui problemi di interesse della Valle d'Aosta, senza però interferire né intervenire nella discussione degli argomenti iscritti all'ordine del giorno del Consiglio; richiama anche l'art. 27 del citato Regolamento che fa divieto di aprire la discussione, nelle adunanze consiliari, su oggetti non iscritti all'ordine del giorno delle adunanze stesse.

Il Consigliere ANDRIONE dà atto al Presidente del Consiglio della esistenza delle norme dal medesimo richiamate, ma osserva che tali norme non si applicano al problema da lui sollevato in quanto, se si concede la parola ai Capi Gruppo per replicare alle comunicazioni dell'On.le Ollietti, di fatto la discussione viene aperta.

Aggiunge che, in tale caso, tutti i Consiglieri, e non solo i Capi Gruppo, hanno diritto, se lo ritengono opportuno, di prendere la parola per esprimere il loro punto di vista.

Il Consigliere GERMANO dichiara di non avere, nella riunione dei Capi Gruppo consiliari testé avvenuta, condiviso l'impegno assunto dagli altri Capi Gruppo, ritenendo che ogni Consigliere abbia il diritto di prendere la parola dopo le comunicazioni fatte da un Parlamentare.

Il Presidente, MONTESANO, precisa che l'impegno in questione era stato assunto dai Consiglieri Caveri, Milanesio, Pedrini e Ramera a nome dei rispettivi Gruppi consiliari.

Il Consigliere GERMANO chiarisce che la posizione da lui assunta nella precitata riunione dei Capi Gruppo consiliari deriva dalla prassi finora seguita in casi analoghi nel Consiglio Regionale, prassi che è stata sempre informata alla massima libertà di parola per tutti i Consiglieri, in occasione di comunicazioni dei Parlamentari valdostani.

Il Presidente, MONTESANO, rileva che, in base alle norme del Regolamento interno, per poter aprire la discussione sulle comunicazioni fatte dall'On.le Ollietti, è necessaria una votazione del Consiglio.

Dichiara, pertanto, che egli intende porre ai voti del Consiglio la proposta di apertura della discussione.

Il Consigliere GERMANO non ritiene che sia il caso di ricorrere a colpi di forza di maggioranza per risolvere la questione in discussione.

Il Consigliere CAVERI osserva che la proposta fatta dal Presidente, Montesano, è rivolta a limitare la libertà di parola dei Consiglieri.

Il Presidente, MONTESANO, ribadisce che non è suo intendimento limitare la libertà di parola in seno al Consiglio.

Rileva, tuttavia, che se i Capi Gruppo consiliari assumono un impegno in un certo senso, dovrebbero poi sentirsi obbligati a mantenere fede all'impegno assunto, senza lasciare scaricare ogni responsabilità sul Presidente del Consiglio.

Il Consigliere FOSSON osserva che le norme testé richiamate dal Presidente non giovano alla tesi dal medesimo sostenuta, perché, se è vero che tali norme consentono ai Parlamentari valdostani di fare, su richiesta, delle comunicazioni al Consiglio su determinati argomenti, senza però interferire né intervenire nella discussione degli argomenti iscritti all'ordine del giorno delle adunanze, e se è vero che il Consiglio non può discutere, nelle adunanze straordinarie, che sugli oggetti iscritti all'ordine del giorno delle adunanze stesse, è altrettanto vero che i Parlamentari non dovrebbero fare al Consiglio delle comunicazioni su argomenti che non sono iscritti all'ordine del giorno.

Aggiunge che, una volta concessa la facoltà ai Parlamentari di fare delle comunicazioni al Consiglio, è evidente che tutti i Consiglieri hanno il diritto di prendere la parola per illustrare il loro punto di vista su detti argomenti.

Questo - egli dice - solo stando allo spirito delle norme citate dal Presidente del Consiglio; ma se si guarda, invece, alla sostanza delle comunicazioni fatte dall'On.le Ollietti, che riguardano un problema di grande importanza per la Valle d'Aosta e che riguardano un ennesimo attentato allo Statuto regionale, si deve ammettere che non solo i Capi Gruppo consiliari, ma tutti i Consiglieri hanno il diritto di prendere la parola per illustrare il loro punto di vista su detto problema.

Il Presidente, MONTESANO, ribadisce che non è sua intenzione di impedire la discussione dei vari argomenti in sede di Consiglio.

Riferendosi al caso di cui si tratta, aggiunge che, trattandosi di un argomento particolarmente delicato era sua preoccupazione di non dare inizio ad una discussione di carattere polemico.

Fa presente che dopo i vari interventi dei Consiglieri che hanno preso la parola su detto argomento, non ha alcuna difficoltà ad aprire la discussione sull'argomento stesso.

Raccomanda, però, che la discussione su detto argomento sia portata avanti senza spunti polemici ed in modo conciso, allo scopo di poter passare all'esame di altri argomenti iscritti all'ordine del giorno della seduta odierna, tanto più che il Consigliere Caveri ha già annunciato che sull'argomento delle acque pubbliche della Valle d'Aosta presenterà un'apposita mozione in una prossima adunanza consiliare.

Monsieur le Conseiller ANDRIONE répète que, quand on fait des communications au Conseil, tous les Conseillers ont le droit de prendre la parole sur l'argument en discussion et que personne ne peut limiter par avance le droit aux Conseillers d'intervenir dans une discussion.

En ce qui concerne la substance du problème, il observe que la proposition de loi présentée au Sénat de la République par les Sénateurs du Groupe du M.S.I., à l'état actuel des choses, n'a aucune chance d'être approuvée, parce que pour changer quelques dispositions au Statut Régional de la Vallée d'Aoste, qui est une loi constitutionnelle, il est nécessaire d'avoir au Parlement une majorité du 75%.

Il déclare, partant, de préférer le système adopté par les Sénateurs du M.S.I., qui proposent nettement d'abroger des articles d'une loi qu'ils n'aiment pas, au système démochrétien de faire les lois et de ne pas les appliquer.

Il ajoute que, si d'un côté il y a une conception de l'Etat, qu'il ne partage pas, évidemment, et contre laquelle il est disposé de se battre, de l'autre côté il n'y a que de l'hypocrisie.

Il souligne que le Statut Régional de la Vallée d'Aoste est là depuis 20 ans, pendant lesquels il n'a pas été abrogé et que, par conséquent, il lui parait exagéré de crier au loup devant une initiative comme celle des Sénateurs du M.S.I.

A' propos des déclarations faites par le Chef du Gouvernement Italien, Monsieur le Sénateur Leone, en ce qui concerne l'application de notre Statut régional, il prie Monsieur le Député Ollietti de ne pas se laisser tromper en certaines phrases, comme celle "nous allons voir si le domaine de l'Etat situé en Vallée d'Aoste doit être transféré à la Région par loi ou par voie administrative", parce que derrière ces phrases se cache toujours la même mauvaise volonté de la Démocratie Chrétienne pour l'application de notre Statut régional.

Il Consigliere MANGANONI dà atto al Presidente del Consiglio della sua buona volontà di democratizzare i rapporti tra la Presidenza ed i vari Gruppi consiliari all'interno del Consiglio regionale.

Dichiara, però, di non essere d'accordo che i Capi Gruppo consiliari assumano nei confronti della Presidenza del Consiglio degli impegni che, di fatto, portano a una limitazione della libertà di parola perché, a suo avviso, ogni Consigliere ha diritto di esprimere il proprio punto di vista sui vari problemi all'esame del Consiglio stesso.

Il Consigliere GERMANO, riferendosi alle dichiarazioni fatte dall'On.le Ollietti, dichiara di non sentirsi affatto rassicurato dalle parole pronunciate in sede di dichiarazioni programmatiche dall'On.le Leone, Capo del nuovo Governo costituitosi dopo le ultime elezioni politiche, perché dietro a tali parole ancora una volta si nasconde la cattiva volontà della Democrazia Cristiana in ordine all'attuazione dello Statuto regionale della Valle d'Aosta, come ha testé dichiarato il Consigliere Andrione.

Per quanto riguarda il disegno di legge costituzionale presentato dai Senatori del Gruppo del M.S.I., tendente a fare sopprimere i diritti statutari della Valle d'Aosta sulle acque pubbliche, afferma che tale disegno di legge costituzionale non lo preoccupa affatto, stante l'attuale impossibilità di una sua approvazione da parte del Parlamento; dichiara di preoccuparsi, invece, del problema riguardante l'esercizio dei diritti della Regione sulle acque pubbliche, problema che deve essere studiato e risolto nel senso suggerito dalla nota sentenza della Corte Costituzionale.

Ritiene che tale problema non possa essere risolto mediante trattative dirette con l'ENEL, ma con una legge dello Stato e propone, pertanto, che alla ripresa dei lavori consiliari, nel mese di settembre, la Regione assuma una iniziativa in tale senso, facendo eventualmente studiare dalla Commissione consiliare permanente per gli Affari Generali, Finanze, Programmazione e Urbanistica, un progetto di legge statale, che dovrebbe poi essere approvato dal Consiglio Regionale e presentato dai Parlamentari.

Aggiunge che, assunta questa iniziativa, i Consiglieri regionali ed i Parlamentari valdostani avrebbero fatto quanto di loro competenza in ordine alla soluzione del problema riguardante l'esercizio dei diritti della Valle d'Aosta sulle acque pubbliche, e che si tratterà poi solo di verificare la volontà politica dei vari Gruppi presenti in Parlamento in ordine all'approvazione di tale progetto di legge.

Ritiene che, se il problema in questione sarà portato avanti nel modo da lui indicato, il Governo Centrale sarà costretto dall'unità dei Valdostani a rispettare i diritti statutari della Valle d'Aosta.

Il Consigliere FOSSON, dopo aver dichiarato che non è sua intenzione prolungare la discussione sul grave problema in esame, discussione che egli ritiene si debba fare in un modo più ampio ed approfondito in una prossima adunanza consiliare, ritiene che tale problema non possa essere risolto mediante trattative con l'ENEL, ma unicamente mediante la presentazione di una proposta di legge statale al Parlamento.

Aggiunge che già in passato un'apposita Commissione consiliare aveva esaminato e approvato all'unanimità una simile proposta di legge, citata ora dall'On.le Ollietti nelle sue comunicazioni, e che già erano stati interessati i vari Partiti politici rappresentati in seno al Parlamento per porre rimedio alle conseguenze negative della sentenza n. 13 della Corte Costituzionale in data 24 febbraio - 7 marzo 1964.

Rileva che alcuni di questi Partiti avevano assunto l'impegno di risolvere il problema nel senso suggerito dalla predetta sentenza, mentre altri Partiti - proprio quelli che probabilmente continuano ad accusare gli ex Parlamentari valdostani di non aver fatto nulla per la soluzione di questo problema - tali impegni non li hanno presi.

Ritiene di dover precisare questi fatti all'On.le Ollietti, perché probabilmente il medesimo non è a conoscenza di tutti i precedenti di tale questione.

Dichiara ancora che, a differenza di altri Consiglieri intervenuti in questa discussione, non è per nulla tranquillo che il citato progetto di legge costituzionale di iniziativa del Gruppo Parlamentare del M.S.I. sia respinto dal Parlamento perché i precedenti in tale questione non sono per nulla rassicuranti.

Ricorda che, in sede di esame e di discussione del disegno di legge riguardante la nazionalizzazione delle industrie elettriche e la creazione dell'ENEL, alla Valle d'Aosta erano state date ampie ed autorevoli assicurazioni circa il rispetto dei diritti statutari che la Regione aveva sulle acque pubbliche, dichiarazioni che erano state inserite nella stessa relazione di maggioranza al disegno di legge sopracitato; ricorda che, all'atto del trasferimento all'ENEL delle singole aziende elettriche, lo Stato si è completamente scordato di tali impegni e ha calpestato i diritti statutari della Regione in tale campo, nonostante le vive proteste del Presidente della Giunta allora in carica.

Aggiunge che, in questa occasione, a calpestare i diritti della Regione non erano stati i Parlamentari del M.S.I., bensì i Parlamentari appartenenti ai Partiti che compongono a Roma l'attuale maggioranza governativa di Centro-sinistra.

Ritiene, pertanto, che la Regione debba reagire con energia contro la citata proposta di legge di iniziativa del Gruppo Parlamentare del M.S.I., perché i Gruppi che detengono in Italia il potere economico, anche se non appartengono al predetto Partito, si trovano sempre d'accordo nel calpestare i diritti autonomistici della Valle d'Aosta, soprattutto quando questi diritti rappresentano un freno o un controllo democratico al loro potere economico.

Concludendo, dichiara di essere lieto delle comunicazioni fatte dall'On.le Ollietti su questo problema e di essersi permesso di richiamare alcuni precedenti della questione, in modo che il predetto Parlamentare sappia come regolarsi, perché a Roma si è sempre larghi di promesse nei confronti della Valle d'Aosta, ma all'atto pratico si cerca sempre di fare di tutto per limitare l'autonomia regionale.

Monsieur le Conseiller CAVERI relève que, au cours de la discussion qu'on a faite auparavant, ont été posées quatre questions, c'est-à-dire: la question concernant la possibilité pour les Parlementaires valdôtains d'être invités à intervenir aux séances du Conseil Régional et à y prendre la parole; la question concernant le droit des Conseillers régionaux de faire leurs déclarations après les communications des Parlementaires; la question concernant le projet de loi constitutionnelle présenté par les Sénateurs du Groupe du M.S.I. et, enfin, la question la plus importante, qui concerne les droits de la Région sur les eaux publiques.

Au sujet de la première question, il déclare d'être favorable à la plus grande liberté des Parlementaires valdôtains d'intervenir aux séances du Conseil et à y prendre la parole pour relater sur leur activité et sur tout ce qui se passe au Parlement italien ayant intérêt à la Vallée d'Aoste.

Il estime que le fait de concéder la plus grande liberté en ce sens aux Parlementaires de la Vallée d'Aoste soit conforme aux intérêts de la Région.

A' ce propos, il rappelle que, quand on avait discuté ce problème au Conseil Régional, lorsque lui et Monsieur Chabod étaient les Parlementaires de la Vallée d'Aoste, certains Groupes du Conseil avaient fait tout le possible pour limiter la possibilité aux Parlementaires d'alors de prendre la parole dans le Conseil Régional, tandis que le Groupe de l'Union Valdôtaine avait toujours été favorable à accorder aux Parlementaires cette possibilité.

Il demande enfin au Président du Conseil de faire distribuer à tous les Conseillers une copie de la sentence du Conseil d'Etat du 17 octobre 1961, qui a décidé en cette matière.

Sur la deuxième question, concernant le droit des Conseillers de faire leurs déclarations au Conseil sur les communications des Parlementaires, il déclare de partager la thèse de Monsieur Fosson, parce que, si l'article 91 du Règlement interne du Conseil donne la faculté aux Parlementaires de faire leurs communications sur des problèmes qui intéressent la Vallée d'Aoste, ce même article n'interdit pas aux Conseillers régionaux d'interférer dans les questions posées par les Parlementaires.

Il ajoute que, à son avis, personne, en bonne foi, ne pourrait exprimer une opinion différente.

A' ce propos, il demande au Président du Conseil de faire distribuer à tous les Conseillers une copie des procès-verbaux des séances du Conseil Régional au cours desquelles on avait discuté de la possibilité d'inviter les Parlementaires à participer aux séances du Conseil Régional et à y faire des communications et du droit des Conseillers d'interférer sur les déclarations des Parlementaires.

Il demande aussi à Monsieur le Député Ollietti de bien vouloir envoyer à tous les Conseillers régionaux une photocopie des actes parlementaires contenant les déclarations de Monsieur le Député Ollietti au Parlement et la réponse de Monsieur Leone, Président du Conseil des Ministres.

Il demande enfin à Monsieur le Sénateur Berthet de bien vouloir envoyer à tous les Conseillers régionaux une photocopie des actes parlementaires contenant les déclarations faites au Sénat par Monsieur le Président du Conseil des Ministres.

Se rapportant toujours aux communications faites par Monsieur le Député Ollietti, il observe que Monsieur le Député Ollietti, dans son intervention à la Chambre des Députés lors des déclarations sur le programme du nouveau Gouvernement, au lieu de mettre l'accent sur la question du transfèrement du domaine et du patrimoine de l'Etat en Vallée d'Aoste à la Région, aurait dû mettre l'accent sur d'autres questions, qui sont bien plus importantes, telles que la question de la répartition des impôts entre l'État et la Région, la question de la zone franche et la question des eaux publiques.

A' propos de la réponse donnée à Monsieur le Député Ollietti par Monsieur Leone, Président du Conseil des Ministres du nouveau Gouvernement, sur le transfèrement à la Région du domaine et du patrimoine de l'État situés en Vallée d'Aoste, il fait présent que la position que sur ce problème avait prise Monsieur De Gasperi, déjà en 1952, était beaucoup plus précise et nette que celle de Monsieur Leone, parce qu'alors Monsieur De Gasperi avait donné des instructions au Ministre Vanoni de faire transférer à la Région le domaine et le patrimoine de l'État en Vallée d'Aoste par voie administrative, sans se poser le doute si ce transfèrement devait être fait par voie administrative ou par voie législative.

Il ajoute que ce doute manifesté à présent par Monsieur Leone représente un pas en arrière pour la Vallée d'Aoste en ce qui concerne la solution de ce problème statutaire.

A' propos de la question des eaux publiques, il informe que sur cette question il présentera au Conseil une motion, afin que l'on puisse débattre complètement ce problème au Conseil Régional et il ajoute que, s'il sera nécessaire, on pourra même en discuter devant la Commission des Affaires Générales.

Il déclare qu'il est nécessaire d'éclaircir ce problème dans l'intérêt de la Vallée d'Aoste et aussi qu'il est fatigué d'être dénigré et diffamé bassement par une certaine presse valdôtaine, qui prétend de le rendre responsable de ce que sur ce problème a fait la Démocratie Chrétienne à tous les niveaux.

Il précise que les représentants de la Démocratie Chrétienne, au sujet du respect des droits de la Vallée d'Aoste sur les eaux publiques, lui avaient donné des assurances "in sede parlamentare" quand on avait discuté du projet de loi concernant la nationalisation de l'industrie électrique, assurances non seulement verbales, mais aussi écrites, parce qu'elles étaient contenues dans les relations de la majorité annexées à ce projet de loi soit à la Chambre et soit au Sénat.

Il ajoute que de ces assurances la sentence même de la Cour Constitutionnelle, dont on a parlé tout à l'heure, donne acte.

Il continue en disant qu'on ne peut pas résoudre le problème des droits de la Région sur les eaux publiques à travers des accords avec l'ENEL, mais seulement à travers un projet de loi, comme d'ailleurs a indiqué la susdite sentence de la Cour Constitutionnelle.

Il rappelle que, pour étudier la plus convenable solution de ce problème, il y a plusieurs années, on avait fait une réunion de la Commission des Affaires Générales et de la Commission des Travaux Publics, dans laquelle il avait proposé un projet de loi, composé de deux articles, qui avait été approuvé par les représentants de tous les Partis présents en cette réunion.

Comme disait Fosson - ajoute-t-il - des années sont passées et c'est exactement la Démocratie Chrétienne et le Parti Socialiste Unifié qui n'ont pas répondu à plusieurs lettres que j'avais envoyées, où je leur demandais de vouloir se décider à demander à leurs Parlementaires l'appui à ce projet de loi qui avait été approuvé à l'unanimité par tous les Conseillers de tous les Partis qui faisaient partie de cette Commission.

A' propos des réunions des chefs de Groupe du Conseil, il déclare que, lorsque l'on fait de ces réunions, il faudrait établir que l'on peut faire des accords.

En se référant à la réunion qui a eu lieu cet après-midi, avant le commencement de la séance du Conseil, il fait présent que lui avait fait une proposition conciliative, parce qu'il s'était trouvé devant une prise de position de Monsieur Montesano, qui voulait interdire même aux Chefs de Groupe de parler sur les déclarations de Monsieur le Député Ollietti.

Il Presidente, MONTESANO, dichiara che quanto testé detto dal Consigliere Caveri non corrisponde a verità; fa presente di avere sempre concesso la massima libertà di parola a tutti i Consiglieri.

Il Consigliere CAVERI ribadisce che quanto da lui detto è la pura verità e dichiara che non interverrà più ad alcuna riunione dei Capi Gruppo, perché poi si falsa quanto si dice nelle riunioni stesse.

Il ajoute que, étant donné que la proposition par lui faite n'aurait pas été acceptée, cette proposition était tombée.

Il répète, cependant, qu'il est clair qu'à travers des réunions des Chefs de Groupe on pourrait chercher de donner un peu d'ordre aux discussions, mais que personne ne peut rêver d'enlever la parole aux autres Conseillers.

Il Presidente, MONTESANO, chiede che sia messa a verbale la seguente dichiarazione:

"Il Presidente del Consiglio, udita la discussione susseguita alle comunicazioni dell'On.le Ollietti;

preso atto che nella riunione dei Capi Gruppo si era stabilito di fare seguire alla suddetta comunicazione una discussione con l'intervento dei soli Capi Gruppo;

dichiara che il Presidente del Consiglio aveva aderito alla richiesta dei Capi Gruppo facendo presente egli medesimo che, se vi erano difficoltà a tale discussione, queste erano derivanti dal fatto che l'argomento non era iscritto all'ordine del giorno e che il Presidente del Consiglio avrebbe potuto legittimamente pretendere che la discussione non avvenisse".

Il Consigliere TONINO dichiara che non ci sarebbe da preoccuparsi se il progetto di legge costituzionale testé citato dall'On.le Ollietti fosse stato presentato su iniziativa dei soli Parlamentari del M.S.I.

Teme, però, che tale progetto di legge, tendente alla modificazione dello Statuto regionale della Valle d'Aosta in relazione all'istituzione dell'ENEL, possa essere stato suggerito ai Parlamentari del M.S.I. anche da certi gruppi politici avversari all'autonomia della Valle d'Aosta.

In questa ipotesi ed a scanso di ogni possibile pericolo, propone che, dopo aver esaurito la discussione in corso, il Consiglio approvi all'unanimità un ordine del giorno con il quale ci si opponga a tale disegno di legge e si dia mandato, magari alla Commissione consiliare permanente per gli Affari Generali, Finanze, Programmazione e Urbanistica, di predisporre un nuovo progetto di legge più confacente agli interessi della Regione.

Dichiara che si farà portavoce delle preoccupazioni del Consiglio Regionale presso i Gruppi parlamentari della Camera e del Senato del Partito Socialista di Unità Proletaria, affinché i medesimi si interessino immediatamente di tale problema, in modo che i diritti statutari della Regione valdostana siano rispettati.

Il Consigliere MANGANONI dichiara di non ritenere che il problema della reintegrazione dei diritti della Valle d'Aosta sulle acque pubbliche, attualmente compressi, possa essere risolto mediante accordi diretti con l'ENEL.

Ricorda, in proposito, che allorquando ricopriva la carica di Assessore ai Lavori Pubblici ebbe occasione di incontrarsi a Roma con i massimi dirigenti dell'ENEL per discutere di tale problema e di aver avuto la netta sensazione che era assolutamente inutile seguire la via delle trattative in quanto i dirigenti dell'ENEL erano sordi alle richieste della Regione.

Afferma che, a suo avviso, l'unica strada da seguire per raggiungere lo scopo voluto è quella di predisporre un nuovo progetto di legge statale da inoltrare a Roma tramite una apposita delegazione consiliare formata da rappresentanti di tutti i Partiti politici i quali chiedano ai rispettivi Partiti l'impegno di fare approvare in Parlamento il progetto di legge stesso.

Inoltre, poiché la questione delle acque pubbliche rientra nelle competenze della Commissione consiliare permanente per i Lavori Pubblici, chiede che si riunisca al più presto tale Commissione alla quale dovrebbe essere invitato a partecipare anche l'On.le Ollietti, onde predisporre al più presto possibile il testo del progetto di legge statale di cui si tratta, da sottoporre all'approvazione del Consiglio.

Il Consigliere RAMERA, a nome del Gruppo democristiano, esprime, innanzi tutto, la sua solidarietà al Presidente del Consiglio, in seguito agli ingiustificati attacchi mossigli testé da alcuni Consiglieri regionali.

Dichiara di ritenere che, in sede di revisione dell'attuale Regolamento interno per il funzionamento del Consiglio Regionale, sia necessario prevedere provvedimenti nei confronti dei Consiglieri che offendano il Presidente del Consiglio, analogamente a quanto è previsto nei Regolamenti interni della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica, presso i quali vengono inoltre rispettati dai Parlamentari gli impegni assunti dai Capi Gruppo dei vari Partiti e Movimenti rappresentati in seno a detti organi, impegni tendenti a porre ordine alle discussioni sugli argomenti iscritti all'ordine del giorno.

Ringrazia l'On.le Ollietti per la premura avuta nel portare a conoscenza del Consiglio la presentazione, da parte di Senatori del M.S.I., di un progetto di legge tendente ad abrogare le norme dello Statuto della Regione Autonoma della Valle d'Aosta concernenti i diritti regionali sulle acque pubbliche; dichiara inoltre di concordare con il Consigliere Germano sulla necessità che il Consiglio, in una prossima seduta, assuma l'iniziativa di predisporre un nuovo progetto di legge statale su tale problema con norme atte a salvaguardare i diritti della Regione.

Consiglia l'On.le Ollietti a non prendere per buoni i suggerimenti del Consigliere Fosson, il quale ha accusato i Partiti di Centro-sinistra di non aver fatto nulla per la soluzione del problema delle acque pubbliche in Valle d'Aosta.

Dichiara che gli ex Parlamentari valdostani dell'epoca non hanno preso in Parlamento alcuna posizione in ordine a tale problema durante la discussione del disegno di legge concernente la nazionalizzazione dell'industria elettrica.

Aggiunge che questa sua dichiarazione è basata sulla constatazione che negli atti parlamentari relativi alla discussione alla Camera ed al Senato di tale disegno di legge non risulta alcun intervento dei Parlamentari della Valle d'Aosta.

Fa presente che le uniche sedi più adatte per difendere i diritti e gli interessi della Valle d'Aosta in tale questione erano le aule del Parlamento della Repubblica e non già i giornali che si pubblicano nella Regione.

Non ritiene pertanto che l'On.le Ollietti, per rendersi più edotto del problema di cui si tratta, debba andare a consultare gli atti parlamentari, perché perderebbe inutilmente il suo tempo.

Sappia semplicemente - egli prosegue - che le acque appartengono a noi e si batta e non abbia neanche paura di battersi questa volta, perché si deve battere solo contro dei mulini a vento, in quanto i missini non fanno paura a nessuno.

Concludendo, ribadisce che alla ripresa autunnale dei lavori, il Consiglio dovrà assumere l'iniziativa di predisporre un nuovo progetto di legge statale per la reintegrazione dei diritti statutari della Valle d'Aosta sulle acque pubbliche, progetto di legge da affidare ai Parlamentari valdostani affinché tale problema sia risolto con il rispetto degli interessi della Regione.

Il Consigliere FOSSON dichiara di dover fare alcune precisazioni alle inesattezze formulate dal Consigliere Ramera in merito al problema delle acque pubbliche della Valle d'Aosta.

Dichiara che è priva di fondamento l'affermazione che negli atti parlamentari non risulta alcuna presa di posizione del Deputato e del Senatore valdostani del tempo, in ordine al problema riguardante i diritti della Valle d'Aosta sulle acque pubbliche, perché nella relazione di maggioranza al disegno di legge concernente l'istituzione dell'ENEL, sia per quanto riguarda la Camera dei Deputati, sia per quanto riguarda il Senato, sono riportate esplicite assicurazioni date all'On.le Caveri e all'On.le Chabod in sede di discussione di tale disegno di legge da parte delle competenti Commissioni legislative.

Precisa che in tale sede i Parlamentari valdostani avevano presentato un emendamento alla legge istitutiva dell'ENEL per salvaguardare i diritti della Regione in tale materia, ma che era stato fatto osservare, da parte di alcuni membri della Commissione, che era inutile presentare l'emendamento perché una legge ordinaria dello Stato, quale era il disegno di legge per l'istituzione dell'ENEL, non poteva modificare una legge costituzionale quale è lo Statuto speciale della Valle d'Aosta che riconosceva alla Regione la titolarietà dei diritti sulle acque pubbliche.

Aggiunge che, di fronte a questa situazione, i due Parlamentari valdostani avevano allora richiesto ed ottenuto, dai relatori di maggioranza al disegno di legge in questione, di fare inserire nelle relazioni al disegno di legge stesso le assicurazioni che erano state loro date in sede di Commissione Parlamentare, nel senso che sarebbe rimasta immutata la titolarietà dei diritti sulle acque pubbliche già riconosciuta alla Regione Valle d'Aosta.

Fa presente che, per questo motivo, la Giunta Regionale allora in carica non si era opposta al disegno di legge istitutivo dell'ENEL, in quanto riteneva che, all'atto dell'emanazione dei decreti di nazionalizzazione delle singole aziende elettriche, il competente Ministero avrebbe tenuto conto di questi impegni governativi.

Rileva che il Governo, invece, non ha poi affatto tenuto conto di tali impegni, nonostante le ripetute richieste scritte fatte dal Presidente della Giunta e dal Presidente del Consiglio.

Fa presente che di tali impegni governativi si dà atto persino nelle premesse della sentenza della Corte Costituzionale che rigettava il ricorso della Valle d'Aosta contro questi decreti di trasferimento delle aziende elettriche all'ENEL ed aggiunge che, d'altra parte, in tale sentenza la Corte Costituzionale riconosce che, in effetti, i diritti della Regione erano stati solo compressi dalla legge istitutiva dell'ENEL ed invita il Parlamento ad adottare gli opportuni provvedimenti per reintegrare la Regione nell'esercizio di questi diritti.

Dichiara quindi che il Consigliere Ramera, se avesse letto le sopracitate relazioni di maggioranza al disegno di legge istitutiva dell'ENEL e la sopracitata sentenza della Corte Costituzionale, non avrebbe fatto le affermazioni che così leggermente ha testé fatto ora al Consiglio.

Riferendosi alle preoccupazioni da lui manifestate per il progetto di legge costituzionale presentato dai Senatori missini e all'accenno da lui fatto ai molti impegni non mantenuti dalla Democrazia Cristiana e da altri Partiti in ordine all'attuazione dello Statuto regionale, rileva che, ricordando questi fatti, egli non ha certamente detto delle cose inesatte, perché in sede consiliare è ormai stato riconosciuto da tutti, amici ed avversari politici, che molti punti dello Statuto regionale non sono ancora stati attuati non per colpa del Consiglio Regionale, come potrebbe anche credere il Consigliere Ramera, ma per colpa dei Governi centrali che si sono succeduti dal 1948 ad oggi.

Ritiene che in sede di Consiglio si deve avere il coraggio di dire queste cose perché altrimenti, cercando di giustificare l'operato dei Governi centrali o di questo o di quel Partito, non ci si pone certamente su un piano di difesa dell'autonomia regionale.

Fa presente che il Consiglio Regionale della Regione Sarda ha avuto il coraggio di denunciare, all'unanimità, la cattiva volontà da parte del Governo centrale di attuare lo Statuto della Sardegna, l'applicazione di certe norme in senso anti-autonomistico e ha chiesto l'attuazione dello Statuto regionale.

Dichiara che anche il Consiglio Regionale della Valle d'Aosta dovrebbe avere il coraggio di denunciare le colpe del Governo centrale nei confronti della Regione.

Ricorda che dopo l'approvazione da parte della competente Commissione consiliare, del noto progetto di legge statale, composto di due articoli, tendente ad ovviare agli inconvenienti derivanti dalla legge istitutiva dell'ENEL e a confermare la titolarietà regionale dei diritti sulle acque pubbliche in Valle d'Aosta, si era concordato che ogni Gruppo consiliare si sarebbe interessato presso i corrispondenti Gruppi parlamentari al fine di ottenere dai medesimi l'impegno di inoltrare e fare approvare dal Parlamento tale disegno di legge.

Rileva che questo impegno era stato assunto immediatamente dai Gruppi parlamentari del PCI, del PLI e del PSIUP, mentre nemmeno ora i Gruppi parlamentari della DC e del Partito PSU hanno assunto tale impegno.

Ritiene che, nel momento in cui sono fatte al Consiglio delle comunicazioni in merito alla presentazione da parte di Senatori del MSI di una proposta di legge costituzionale tendente ad abolire le norme relative ai diritti della Regione in materia di acque pubbliche, i Consiglieri abbiano non solo il diritto, ma anche il dovere, di ricordare in questa sede, precedenti della questione e di precisare i fatti accaduti.

Dichiara che il suo intervento non ha lo scopo di difendere l'operato dei Parlamentari valdostani del tempo, ma esclusivamente lo scopo di ristabilire la verità dei fatti, che è confermata anche dalle dichiarazioni a suo tempo rese dal Capo Gruppo consiliare della DC, il quale aveva allora riconosciuto che i Parlamentari valdostani, in occasione della discussione e approvazione del disegno di legge relativo all'istituzione dell'ENEL, avevano fatto tutto il possibile per tutelare gli interessi della Valle d'Aosta.

Aggiunge che il Consiglio aveva allora approvato, all'unanimità, un ordine del giorno in tale senso, trasmesso anche ai due Parlamentari.

Monsieur le Conseiller CAVERI déclare de n'avoir rien à ajouter sur cet argument, parce que l'exposition de Monsieur Fosson a été complète.

Il déclare aussi de prendre atte, avec un sourire, de la proposition faite par Monsieur Ramera d'établir des pénalités pour les Conseillers qui se permettent de manifester des opinions différentes de celles du Président du Conseil.

A' propos de la réunion des Chefs de Groupe qui a eu lieu cet après-midi, avant de commencer la séance du Conseil, il demande qu'on donne acte dans le procès-verbal de la séance de la déclaration suivante:

"Je déclare que Monsieur Montesano, dans la première partie de la discussion des Chefs de Groupe, était de la théorie que pas même les Chefs de Groupe avaient le droit de parler sur les déclarations de Monsieur Ollietti".

Il Presidente, MONTESANO, dichiara che si preoccupava di aprire la discussione sulle comunicazioni fatte dall'On.le Ollietti, perché prevedeva che tale discussione sarebbe stata molto lunga.

Fa richiamo al senso di responsabilità dei Signori Consiglieri affinché vogliano chiudere la discussione in corso, per poter proseguire nell'esame degli oggetti iscritti all'ordine del giorno dell'adunanza.