Objet du Conseil n. 86 du 29 juillet 1968 - Verbale
OGGETTO N. 86/68 - Chiusura per fallimento dello stabilimento della società "Fera" di Saint Vincent. - Questioni varie. - Richiesta di chiarimenti. (Interpellanza dei Consiglieri regionali Crétier Egidio, Tonino Aldo e Manganoni Claudio)
Il Presidente, MONTESANO, dichiara aperta la discussione sulla seguente interpellanza dei Consiglieri regionali Crétier Egidio, Tonino Aldo e Manganoni Claudio, concernente l'oggetto: "Chiusura per fallimento dello stabilimento della Società "Fera" di Saint Vincent. - Questioni varie. - Richiesta di chiarimenti", interpellanza trasmessa in copia ai Signori Consiglieri unitamente all'ordine del giorno dell'adunanza del 29/30 luglio 1968:
Al PRESIDENTE
del Consiglio Regionale
AOSTA
Preghiamo di voler portare sull'ordine del giorno della prossima seduta del Consiglio Regionale la seguente
INTERPELLANZA
Alla vigilia delle elezioni regionali, gli esponenti del centro-sinistra, in particolar modo l'Avv. Bionaz per la D.C. e il Sig. Froio per il P.S.U., avevano dato delle precise garanzie a tutti gli operai della "Fera" di Saint Vincent, per assicurare loro, indistintamente, il posto di lavoro nelle fabbriche della Regione (ad es. nella Brambilla, nella "Soie", alla Sirca Davit e alla Nazionale Cogne) in caso di smobilitazione della Fera.
Il giorno 17 maggio è stata chiusa la fabbrica per fallimento, togliendo la prospettiva di lavoro a quegli operai che, da oltre due mesi, già non percepivano salario, salvo contributi saltuari ricevuti dall'Amministrazione Regionale.
Poiché soltanto per una piccola parte di essi (circa una trentina di uomini) è stato trovato un posto di lavoro, alla Naz. Cogne, i sottoscritti Consiglieri regionali del PSIUP e del PCI chiedono:
- di sapere se agli operai della Fera, in particolare alle donne rimaste ancora senza lavoro, sia stata data la possibilità di trovare un'occupazione, come era stato promesso;
- quali possibilità esistono, per la Fera, di riprendere la produzione, rioccupando le maestranze; e in quale misura la Giunta Regionale si impegna a porre fine a questo stato di cose che ormai si ripete da anni;
- se gli organi competenti intendono lasciare nell'abbandono la Fera o se invece non sia il caso di sostenere la sua utilizzazione come fabbrica collaterale nella lavorazione finale del prodotto Cogne, come era già stato indicato in un discorso del Presidente Cogne, Froio.
Ossequi.
Aosta, lì 2 luglio 1968
F.ti: Crétier Egidio - Tonino Aldo - Claudio Manganoni
Il Presidente della Giunta, BIONAZ, dopo aver premesso che lo stabilimento della Società "Fera" ha chiuso i suoi battenti per fallimento, il giorno 17 maggio 1968, su istanza di numerosi creditori e che l'inventario è stato ultimato soltanto 3 o 4 giorni or sono, informa che, in attesa di ultimare la procedura fallimentare con la messa all'asta dello stabilimento, lo stabilimento stesso è stato affittato alla Società Precimax, cioè ai fratelli Gorghi.
Comunica di aver appreso, pochi giorni or sono, che l'industriale Gorghi trovava difficoltà a reperire le maestranze necessarie per fare funzionare di nuovo lo stabilimento, perché molti operai se ne erano andati e non intendevano più riprendere il lavoro presso la "Fera".
Ritiene che ciò sia dovuto al fatto che i migliori elementi già occupati presso la Fera non intendano più correre l'alea di un lavoro incerto, ma preferiscano trovare un lavoro che dia garanzia di continuità.
Riferisce che, secondo quanto gli risulta, gli ex dipendenti della Fera sono stati sistemati in gran parte presso lo stabilimento "Cogne" e presso altri stabilimenti.
Osserva che, se vi è un augurio da fare, è che lo stabilimento della Fera, allorquando sarà messo in vendita all'asta, sia acquistato dall'industriale Gorghi, il quale ha dato prova di essere il più indicato, per le sue particolari possibilità e capacità, di rimettere in funzionamento il predetto stabilimento con delle buone prospettive.
Conclude precisando di ritenere che non corrisponda a verità l'affermazione, fatta nell'interpellanza, che molti dipendenti della Fera sarebbero tuttora senza lavoro, dal momento che l'industriale Gorghi gli ha riferito che trovava difficoltà a reperire le maestranze necessarie per la ripresa del lavoro nello stabilimento.
Il Consigliere TONINO fa presente che dei 39 operai della Fera che avevano fatto domanda per lavorare nello stabilimento della Cogne, ne sono stati assunti al lavoro soltanto una ventina.
Per quanto riguarda la mano d'opera femminile, fa presente che essa è tuttora senza lavoro.
Circa le possibilità future dello stabilimento Fera, rileva che si era parlato di utilizzare detto stabilimento come fabbrica collaterale per la lavorazione finale del prodotto Cogne; chiede quindi al Presidente della Giunta se vi sia la possibilità di una tale utilizzazione.
Insiste sulla necessità che il problema della Fera sia tenuto nella massima evidenza dalla Giunta Regionale che, a suo avviso, dovrebbe studiare la possibilità di rendere lo stabilimento Fera collaterale ad altra grande industria, anche se statale.
Fa presente che vi sono industrie - ad esempio l'Alfa Romeo - che lavorano prodotti similari a quelli della Fera e che sarebbe, pertanto, opportuno di vedere se si possa collegare con l'Alfa Romeo lo stabilimento della Fera.
Il Presidente della Giunta, BIONAZ, informa che un tentativo del genere è già stato fatto e che egli stesso accennò a tale possibilità al Ministro On.le Bo, quando venne in Aosta; ma fa presente che il tentativo non ebbe l'esito sperato perché l'IRI, che possiede la maggioranza delle azioni all'Alfa Romeo, dichiarò che il complesso della Fera non interessava.
Circa l'asserita possibilità dell'utilizzazione dello stabilimento della Fera quale fabbrica collaterale per la lavorazione finale del prodotto Cogne, ritiene che una tale soluzione non sia da escludere, ma osserva che è prematuro lo studio di una tale soluzione, come pure di eventuali altre impostazioni del problema della Fera, sino a quando non sia ultimata la procedura fallimentare con la messa in vendita all'asta dello stabilimento stesso.
Il Consiglio prende atto.