Objet du Conseil n. 104 du 30 juillet 1968 - Verbale
OGGETTO N. 104/68 - Domanda per la designazione della Valle d'Aosta quale sede delle Olimpiadi invernali del 1976. - Approvazione di spesa per la predisposizione degli atti e della documentazione preliminare.
Il Consigliere RAMERA, dopo aver chiesto ed ottenuto la parola, riferisce al Consiglio in merito alla seguente relazione concernente la proposta di approvare la spesa di Lire 5.000.000 per la predisposizione degli atti e della documentazione da presentare a corredo della domanda per la candidatura della Valle d'Aosta a sede dei Giochi Olimpici Invernali del 1976, relazione trasmessa in copia ai Signori Consiglieri unitamente all'ordine del giorno dell'adunanza:
Come è noto, con comunicato stampa del febbraio 1968, la Presidenza della Giunta Regionale ha reso noto, fra l'altro, quanto segue:
"La Giunta Regionale della Regione Autonoma Valle d'Aosta ha deliberato di proporre, nella sede opportuna, la candidatura della Valle d'Aosta a sede dei Giochi Olimpici Invernali del 1976.
Questa decisione, assunta con la dovuta ponderazione, è il frutto di un attento esame della situazione sportiva attuale della nostra Regione.
Infatti, se la Valle d'Aosta dovesse diventare la sede di questa gigantesca manifestazione internazionale, la Città di Aosta, trovandosi praticamente ad uguale distanza dai campi di sci del Breuil, di Courmayeur e delle altre località sciistiche della Valle, si troverebbe al centro della organizzazione.
Diverse nostre stazioni di fama internazionale sono già attrezzatissime per quanto riguarda l'infrastruttura sportiva: impianti di risalita, sciovie, funivie, ecc. - La capacità ricettiva è ugualmente ottima: alberghi di ogni categoria, case private, ed anche condomini che potrebbero essere utilizzati. (omissis).
Ora, la nostra Regione ha la fortuna di possedere, tra l'altro, una pista di classe olimpica per il bob, al Breuil-Cervinia, e, tra poco, disporrà di uno stadio. del ghiaccio a Courmayeur.
Le nostre risorse per la pratica degli sports invernali, ed anche per l'attuazione di una olimpiade, non si fermano qui. Sempre prendendo la Città di Aosta, come centro base, abbiamo ancora, più o meno alla stessa distanza, gli immensi campi di neve di Pila e di Cogne a sud, di Ayas e Gressoney a levante e quelli del Gran San Bernardo a nord, non meno suscettibili di ricevere tutti gli impianti necessari a tutte le competizioni delle varie specializzazioni. Senza contare, ben inteso, tutte le altre stazioni minori di sports invernali della Regione, già fornite di abbondanti attrezzature e che continuano ad attrezzarsi con i sistemi più moderni di anno in anno.
Se aggiungiamo alla lunga lista delle stazioni valdostane già in piena efficienza quella di Valrutor, a La Thuile, grandioso complesso sciistico che inaugureremo il 24 di questo mese e la conca di Pila che è oggetto di un piano di sviluppo turistico ammontante a più di 10 miliardi di lire potremo dire, senza falsa modestia, che la Valle d'Aosta possiede, indubbiamente, i requisiti necessari per figurare più che degnamente come sede delle Olimpiadi tra otto anni. Ed è inutile aggiungere che, dato lo slancio attuale degli organizzatori locali e le innumerevoli iniziative sorgenti ogni giorno che si concretizzano materialmente in opere nuove, di mese in mese, durante questi prossimi otto anni, le attrezzature invernali della Regione saranno, per lo meno, decuplicate.
Ma, così strano che possa sembrare, anche per delle olimpiadi invernali, avere la miglior neve, le più belle piste, le attrezzature le più efficienti, non basta. Ad un quadro così grandioso ci vuole una cornice adeguata. E mi si permetterà di far notare che, quanto a scenari stupendi, a panorami invidiabili, ed a bellezze naturali, la Valle d'Aosta, circondata da una scintillante corona di una trentina di picchi, superanti tutti i 4 mila metri, non è seconda a nessuno.
Se vogliamo, poi, anche considerare il lato culturale, rammenteremo che la Città di Aosta, chiamata giustamente la "Roma delle Alpi", con i suoi monumenti romani, le sue torri medioevali, le sue chiese antiche, i suoi palazzi e le sue caratteristiche architettoniche, può offrire, tra una competizione e l'altra, uno svago di alta qualità artistica ed intellettuale agli innumerevoli ospiti.
Ecco, così riassunti e rapidamente tratteggiati, i principali motivi che legittimano la richiesta ufficiale del Governo regionale per la candidatura della Valle d'Aosta, quale sede delle Olimpiadi Invernali del 1976.
Secondo quanto comunicato dal C.O.N.I., la domanda di cui si tratta deve essere corredata da apposita documentazione attestante il livello attuale delle attrezzature sportive e ricettive valdostane, nonché la possibilità di realizzare, entro l'epoca prevista, i necessari impianti e strutture tuttora mancanti.
Si rende, pertanto, necessario ed urgente di affidare a specialisti del settore l'incarico di redigere la prescritta documentazione, incarico che potrà comportare anche l'elaborazione di progetti di massima per gli impianti ancora da realizzare.
Si propone, quindi, che il Consiglio Regionale
Deliberi
1°) di approvare la spesa di Lire 5.000.000 (cinque milioni) prevista per la predisposizione degli atti e della documentazione da presentare a corredo della domanda per la candidatura della Valle d'Aosta a sede dei Giochi Olimpici invernali del 1976;
2°) di impegnare la spesa stessa sul capitolo di spesa 502 del bilancio preventivo della Regione per l'anno 1968: ("Spese per iniziative turistiche e sportive"), che presenta la necessaria disponibilità;
3°) di stabilire che alla liquidazione delle relative spese provveda la Giunta Regionale, con imputazione delle spese stesse al precitato capitolo n. 502 della Parte Spesa del bilancio.
Il Consigliere RAMERA dichiara quanto segue:
"Signor Presidente, Signori Consiglieri, mi secca di tediare il Consiglio con un intervento piuttosto ampio, però credo che, data l'importanza dell'argomento, ne valga la pena.
La deliberazione assunta nel febbraio scorso dalla Giunta Regionale, su proposta del Presidente Bionaz, tendente a proporre al Comitato Internazionale Olimpico (C.I.O.) la candidatura della Valle d'Aosta per i Giochi Olimpici Invernali del 1976, costituisce, per la nostra Regione, uno degli atti più coraggiosi compiuti in questi 20 anni di autonomia, poiché si tratta di chiedere di rappresentare la nostra Nazione in un confronto mondiale per la organizzazione della più grandiosa ed affascinante sagra dello sport.
Per questo, ritengo che è doveroso, prima di addentrarmi nella analisi sia pure sintetica del problema, tributare al Presidente Bionaz e ai suoi collaboratori il più caloroso plauso per questa audace proposta che si pone oggi all'esame del Consiglio Regionale e che costituirà, qualunque possa essere l'esito finale di questa difficile iniziativa, un titolo di merito per tutti: per tutti coloro che lo hanno proposto, per noi che lo avremo voluto, per tutti coloro che lo avranno studiato al fine di porlo alla attenzione e alla approvazione degli Organismi sportivi internazionali.
Ma, proprio perché audace è la proposta e coraggiosi sono la iniziativa ed il lavoro che ci accingiamo a compiere tutti insieme, con unanime partecipazione di uomini e di partiti, poiché unanime deve essere la volontà di ospitare le Olimpiadi invernali del 1976, proprio per questo ritengo sia logico proporre che per questa realizzazione non si pongano limiti, che tutto sia intrapreso con tutti i mezzi e con tutto l'entusiasmo necessari ed indispensabili per raggiungere un risultato positivo e che, pertanto, fin dalla sua prima deliberazione, il Consiglio Regionale stanzi i mezzi sufficienti ed adeguati alla soluzione del problema.
L'ottenere la aggiudicazione definitiva dei Giochi da parte del Comitato Internazionale Olimpico, partendo da una semplice e modesta richiesta della nostra piccola Regione, ritengo abbia tante probabilità di successo, quante quelle di colui che ogni settimana affida le sue speranze di fortuna ai segni cabalistici di una schedina del Totocalcio.
Basti infatti pensare che si dovrà, innanzitutto, ottenere dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e dal C.O.N.I. che la Valle d'Aosta sia l'unica sede italiana da presentare in campo internazionale per la candidatura del 1976 e, dopo aver ottenuto questo, che si dovrà provvedere a quello che chiamerei lavorio a livello diplomatico presso tutte le Nazioni rappresentate al C.I.O. per garantire alla nostra candidatura quel numero di suffragi sufficienti per conseguire il successo, ossia la designazione che tutti ci auspichiamo.
Un lavoro, quindi, più che mai intenso, duro e paziente attende coloro i quali saranno da noi designati a compierlo in nome della Valle d'Aosta, un lavoro che porterà risultati positivi se avremo fatto tutto quello che è possibile fare e se avremo dalla nostra anche la fortuna, ma che non sarà, pur tuttavia, vano, poiché servirà, comunque, anche alla programmazione regionale, per tutti quegli aspetti che verranno posti in luce dagli studi che in questo periodo verranno compiuti dai tecnici dei vari settori dello sport e dell'organizzazione.
Ora, è vero che la fortuna aiuta gli audaci, ma è altresì vero che la fortuna va anche aiutata; e nel caso nostro lo può essere soltanto se sapremo predisporre una seria e chiara documentazione a conforto della nostra richiesta di essere la sede idonea per ospitare la migliore gioventù del mondo ai Giochi del 1976.
Per questo, ritengo, - e so che questo è condiviso dalla Commissione consiliare per il Turismo -, che la somma da stanziarsi oggi è da considerarsi insufficiente e che, pertanto, qualche altra decina di milioni dovrà essere prevista fin d'ora per l'immediato futuro, se vorremo veramente presentarci con serietà d'intenti al grande confronto, prima italiano e poi internazionale, che sancirà la designazione definitiva della sede olimpica del 1976.
La somma prevista oggi è assolutamente insufficiente perché non abbiamo in Valle d'Aosta, e non l'ha, del resto, nessuna singola località del mondo, una équipe di tecnici e di organizzatori indispensabile per uno studio serio di così vasto impegno. Al massimo, soltanto tre o quattro persone in Valle d'Aosta posseggono, per aver preso parte all'organizzazione delle Olimpiadi di Cortina, di Roma e all'estero, quella preparazione idonea ad un compito così vasto e difficile, per cui si dovrà necessariamente ricorrere a tecnici di tutta Italia, la cui sola presenza in Valle per una prima presa di contatto e per l'assegnazione delle singole competenze assorbirà di gran lunga la cifra prevista oggi.
A questo proposito, vorrei semplicemente sottolineare, senza entrare in dettaglio, che per portare avanti questa battaglia per le Olimpiadi Invernali vanno previste e costituite, a parere mio e a parere dei pochi tecnici che ho potuto avvicinare di persona o per telefono, varie commissioni, perché il problema va studiato in tutte le sue dimensioni, in tutte le sue componenti, per offrire al termine dei lavori una documentazione idonea al nostro scopo.
Ci vorrà, quindi, una commissione tecnica con specialisti, per ogni singola disciplina, che predisponga uno studio completo delle zone dove la Valle d'Aosta può far disputare le singole prove olimpiche; e per le dimensioni di questa commissione si deve tenere conto che le Olimpiadi Invernali comprendono le varie prove di fondo, discesa, salto, pattinaggio artistico, velocità, hockey su ghiaccio, bob e slittini, per cui occorre uno studio particolareggiato per ogni specialità con la scelta appropriata delle sedi di gare.
Non è, pertanto, sufficiente ritenere di avere elementi positivi per l'aggiudicazione delle Olimpiadi Invernali con la previsione di costruzione dello stadio del ghiaccio di Courmayeur, perché, quando si viene a sapere, - almeno questo sono i dati in mio possesso -, che i posti previsti per questo stadio sono di circa 1000 spettatori, questo elemento diventa subito negativo, in quanto uno stadio del ghiaccio, per una olimpiade degna di questo nome, deve avere delle tribune per almeno 5 o 6 mila persone. Così non basta avere luoghi sciistici famosi come i nostri, quando si sa benissimo che in Valle d'Aosta non esiste, al momento, una sola pista di discesa omologata dalla Federazione Internazionale Sci per i Giochi Olimpici.
Occorrerà, pertanto, pensare a questi tracciati, così come si dovrà costruire il trampolino per il salto speciale e per la combinata fondo-salto, la pista di pattinaggio in velocità, e il tracciato per gli slittini.
Per tutte queste ragioni occorre la presenza di tecnici che studino le varie zone (per lo studio di questo specifico argomento ci servono persino i dati sull'innevamento e sulle condizioni metereologiche degli ultimi 20 anni, rilevato, nel caso nostro, dall'Osservatorio aeronautico di Linate) e ci indichino le sedi per le varie gare, con quella obiettività che è data soltanto dai rilievi tecnici, cioè non influenzata, come potrebbe avvenire nel caso fossimo noi a decidere, da motivi sentimentali o campanilistici.
La Commissione tecnica dovrà poi esaminare altri problemi che vanno dai servizi medici, ai servizi logistici, ai servizi giornalistici, ai servizi di ricezione, perché tutto deve essere previsto e nulla dimenticato, se vogliamo presentare uno studio e una documentazione con serie probabilità di successo.
Vorrei citare soltanto alcuni esempi che certamente saranno presi come studio, ma che possono dimostrare la complessità di organizzazione di una Olimpiade.
A Cortina d'Ampezzo, dove ebbi la fortuna di assistere per alcuni giorni all'Olimpiade del 1956, cioè 20 anni prima di quelle che noi ci auguriamo di organizzare, i concorrenti erano la metà di quelli presenti quest'anno a Grenoble e nel 1976 saranno certamente oltre 3000. Questo problema di ospitare gli atleti e i loro accompagnatori costituisce da solo un arduo compito per chi sarà chiamato a risolverlo.
Altro problema: a Cortina, le sole interpreti per atleti e giornalisti erano 60; nel 1976 ne occorreranno almeno 200.
Le Olimpiadi propongono poi un problema particolare a causa delle migliaia di persone che affluiranno in occasione dei Giochi, problema che non intendo neppure sfiorare: il problema della ricettività. Di alberghi ne abbiamo già e altri se ne costruiranno, ma voglio invece accennare ad una grave lacuna che già notiamo oggi, quella dei parcheggi macchine, lacuna che sarà gravissima in una occasione come quella dei Giochi, in considerazione del crescente sviluppo automobilistico.
Occorre quindi acquisire fin d'ora le aree necessarie a questo scopo, sia nelle zone di eventuali sedi di gare e sia ad Aosta, dove gran parte dei turisti potranno fermarsi per essere poi trasportati, come è avvenuto a Grenoble, con autopulmann alle varie località di gara.
Una enorme varietà e complessità dei problemi si affacciano dunque alla nostra attenzione nel momento in cui ci accingiamo a manifestare la nostra volontà di proporre la Valle d'Aosta come sede olimpica per i Giochi del 1976, varietà e complessità di problemi che non debbono intimorirci, ma debbono esaltarci proprio perché, se otterremo il successo da tutti auspicato, lo avremo voluto tutti insieme, collaborando ognuno con le proprie forze.
Prima di terminare voglio aggiungere ancora una osservazione, che forse è la più importante nell'analisi completa di questo grandioso problema; la necessità doverosa che, accanto ai tecnici, operino i politici, cioè noi che siamo i rappresentanti in questa sede di tutti i Partiti e Movimenti della Valle. Non è che la nostra opera debba svolgersi nell'ambito tecnico, con possibilità anche di intralciare il lavoro degli specialisti, ma deve completare il lavoro dei tecnici, deve fare sì che lo studio dei tecnici trovi, per mezzo nostro, possibilità di attuazione.
Mi spiego, riallacciandomi alle prime parole del mio intervento: la Valle d'Aosta, dicevo, deve riuscire, anzitutto, ad essere la sola candidata italiana per le Olimpiadi Invernali del 1976, e perché questo avvenga, soltanto noi possiamo operare, attraverso i nostri Partiti, le nostre amicizie, le nostre conoscenze, nell'ambito del Parlamento e del C.O.N.I.. È un compito difficile questo, quanto quello che attende i tecnici, ma entrambi si compenetrano ed entrambi sono determinanti. Sarebbe inutile, infatti, avere uno studio accurato, sarebbero inutili una documentazione e una organizzazione perfetta, senza poi essere noi la sola candidatura italiana, e sarebbe altrettanto inutile essere la sola candidatura italiana senza uno studio che convinca gli organismi internazionali della bontà delle nostre tesi.
Ai tecnici quindi la loro parte, e diamo loro mezzi adeguati, che saranno comunque ben spesi, perché potremo pur sempre aspirare, se falliremo le Olimpiadi, ad essere sede di futuri campionati del mondo. Tutto quello che verrà studiato servirà, in ogni modo, sia allo sport che al turismo.
Noi, da parte nostra, diamoci da fare fin da oggi per ottenere di essere i soli in Italia a proporre la nostra candidatura; e stiamo attenti, perché oltre a Torino, che vuole entrare in lizza con noi, già si profila la richiesta di Firenze per i Giochi estivi del 1976. In questo caso, il Comitato Internazionale Olimpico non darebbe di certo due Olimpiadi all'Italia nel medesimo anno.
Comunque, ottenuta la candidatura italiana, avremo ancora tanto cammino da percorrere, perché, come dicevo prima, dovremo trovare nel mondo i suffragi che determineranno la nostra investitura. Da oggi, quindi, dobbiamo trovare amici, tanti amici, in Italia e negli altri Paesi, e per averli dovremo fare conoscere a tutti la nostra Valle. È una impresa ardua e colossale, ma che, ritengo, merita davvero di essere portata avanti per il bene della nostra Regione".
Il Consigliere GERMANO dichiara che il problema in discussione deve essere affrontato dal Consiglio con la massima serietà, perché dalla sua eventuale soluzione deriverebbero ingenti spese per la Regione.
Ritiene, pertanto, che prima di mettersi sulla strada delineata dal Consigliere Ramera e prima di pensare alla realizzazione di quelle opere testé indicate, sia necessario avere l'assicurazione che il Comitato Olimpico Italiano intende designare la Valle d'Aosta come unica sede italiana per le Olimpiadi Invernali del 1976.
Osserva che, per ottenere questa assicurazione, non è necessario sostenere alcuna spesa, perché si tratta di un primo intervento da fare in sede politica.
Dichiara che il Partito Comunista Valdostano è disponibile per qualsiasi iniziativa in questo senso.
Aggiunge che, dopo aver ottenuta questa assicurazione, si potrà pensare alle cose da farsi, cioè alla scelta dei tecnici, delle sedi delle singole gare e delle opere ed attrezzature.
Fa presente che lo Stadio del ghiaccio, costruito a Cortina d'Ampezzo in occasione delle Olimpiadi Invernali del 1956, ha un costo di esercizio dell'ordine di 300.000 lire giornaliere e che tale Stadio oggi è in attività per sei o sette giorni all'anno.
Osserva che, se si costruisse a Courmayeur uno Stadio del ghiaccio avente le caratteristiche tecniche dello Stadio del ghiaccio di Cortina d'Ampezzo e se poi la Valle d'Aosta non venisse scelta come sede dei Giochi Olimpici Invernali del 1976, si farebbe una ingente spesa con leggerezza e con dubbi vantaggi.
A proposito delle recenti Olimpiadi Invernali di Grenoble, in forma che il Comitato Internazionale Olimpico avrebbe espresso un giudizio poco favorevole sul modo in cui sono state organizzate tali Olimpiadi in detta località, in quanto non è conveniente far svolgere le varie competizioni in località diverse, come avverrebbe in Valle d'Aosta se la nostra Regione venisse scelta come sede di Giochi Olimpici invernali.
Ritiene, pertanto, che bisognerà anche accertare nelle competenti sedi se una tale situazione non precluda fin d'ora la possibilità che la Valle d'Aosta venga scelta come sede dei Giochi Olimpici Invernali del 1976.
Fa presente che non vi deve essere neppure una eccessiva preoccupazione per una urgente stesura dei progetti di massima delle attrezzature necessarie per lo svolgimento delle varie gare, in quanto il C.O.N.I. è già in possesso di molti progetti di massima di tali opere.
Pur riconoscendo che in un secondo tempo sarà indispensabile l'opera di tecnici specializzati, ribadisce che, per il momento, il problema in esame va trattato soprattutto in sede politica.
Dichiara che l'iniziativa assunta dal Consigliere Ramera, nel proporre la Valle d'Aosta come sede dei Giochi Olimpici Invernali del 1976, è una iniziativa avente indubbi riflessi elettorali, ma che tuttavia il problema deve essere affrontato con maggiore serietà e con senso realistico, senza approfittare dell'occasione per incensare la Giunta attualmente in carica.
Concludendo, ribadisce la disponibilità del Partito Comunista Italiano per ottenere che la Valle d'Aosta sia designata come sede per i Giochi Olimpici Invernali del 1976 e per fare poi tutto il necessario in caso affermativo.
Il Consigliere TONINO dichiara di essere favorevole, in linea di principio, all'iniziativa tendente ad ottenere che la Valle di Aosta sia designata come sede dei predetti Giochi Olimpici.
Osserva che, prima di procedere alla approvazione di ulteriori spese per l'iniziativa in questione, è opportuno studiare più attentamente il problema per conoscere quali siano le attrezzature sportive idonee già esistenti in Valle d'Aosta, quali altre attrezzature sportive la Regione dovrebbe costruire per fare fronte a tutte le esigenze, quali sarebbero le spese da sostenere per la costruzione di queste attrezzature sportive e da chi ed in che modo dovrebbero poi essere gestiti questi impianti sportivi a Giochi Olimpici ultimati.
Dichiara che si tratta quindi di un problema assai importante e che deve essere ponderato attentamente, per cui ritiene che, come già detto dal Consigliere Germano, prima di mettersi in marcia, sia necessario, quanto meno, avere la garanzia che la Valle d'Aosta sarà designata come unica sede italiana dei Giochi Olimpici del 1976.
Il Consigliere POLLICINI dichiara quanto segue:
"È opportuno considerare gli aspetti principali di questa grande iniziativa.
Le Olimpiadi moderne, come tutti sappiamo, sono state indette per la prima volta dal Barone di Coubertin nel 1894, a Parigi, e organizzate, ad Atene, nel 1896. Secondo lo spirito del loro fondatore e del regolamento vigente, i Giochi Olimpici sono una manifestazione che chiama a raccolta la gioventù del mondo intero, perché possa conoscersi, fraternizzare ed esaltare, attraverso le competizioni, gli ideali dello Sport. Quindi, durante il periodo dei Giochi, la Città Olimpica diviene la capitale universale dello Sport.
Oggi siamo invitati a pronunciarci circa un impegno di spesa di cinque milioni per la predisposizione della documentazione da allegare alla domanda di designazione della Valle d'Aosta quale sede dei prossimi Giochi Olimpici Invernali del 1976 e, innanzitutto, è necessario vedere se, sul piano formale, siamo allineati con quanto prevedono le condizioni che il Comitato Olimpico Internazionale richiede per la presentazione delle candidature da parte delle singole città. A pagina 4, primo capoverso, del volume sulle candidature olimpiche, edito a Losanna dal Comitato Internazionale Olimpico, si legge:
"Tutte le candidature per l'organizzazione dei Giochi Olimpici debbono essere presentate dal Sindaco o dalla più alta Autorità della Città, dopo aver ottenuto per iscritto l'approvazione del Comitato Olimpico Nazionale, al Comitato Internazionale Olimpico - Campagne Mont Repos - Lausanne - Svizzera - almeno cinque anni prima".
Questa domanda dovrà essere approvata - ripeto - dal Comitato Olimpico Nazionale del Paese interessato ed ogni Paese non può presentare che una sola candidatura.
Quindi, occorre non compiere errori di forma: è la Città che può candidare, non la Regione. Necessita, pertanto, prendere contatto col Sindaco di Aosta.
A questo proposito, vi leggo la seguente lettera che il Segretario Generale del C.O.N.I., Mario Saini, ha inviato al Sindaco di Aosta e per conoscenza al Ministero per il Turismo; questa lettera reca la data del 13 maggio di quest'anno:
"Si è preso visione dell'ordine del giorno votato dal Consiglio Comunale nell'adunanza del 28 febbraio u.s., nell'intento di proporre la città di Aosta quale sede dei Giochi Olimpici Invernali del 1976.
Come è noto, le candidature per i Giochi Olimpici, vanno presentate al Comitato Internazionale Olimpico, almeno cinque anni prima della data di cui si tratta. Non è possibile presentare nello stesso tempo più di una candidatura per Nazione. I Giochi vengono affidati ad una città e tutte le prove devono aver luogo nella medesima località o comunque nelle immediate vicinanze dello stadio Olimpico.
In seguito, la città prescelta non può dividere tale privilegio o disperdere le diverse manifestazioni in sedi differenti.
Quanto è successo a Grenoble è stato, infatti, motivo di doglianza da parte di tutti i Comitati Olimpici, anche se la efficiente organizzazione francese è riuscita in parte ad attenuare i seri inconvenienti di una eccessiva dispersione delle gare e dei partecipanti. Tutto ciò è vero che a Saporo, nel 1972, vi sarà un solo villaggio olimpico dove si troveranno concentrati tutti gli atleti in prossimità dei diversi campi di gara.
Circa gli impianti occorrenti, vanno tenute presenti le seguenti esigenze: stadio del ghiaccio per 10.000 persone e anello di velocità di ghiaccio artificiale; almeno altri due campi di ghiaccio per l'allenamento, per l'hockey, per il pattinaggio artistico; una pista di bob; una pista di slittini; due trampolini di salto rispettivamente di 70 e 90 metri; l'area per le gare di fondo; le piste delle gare maschili e femminili di discesa, slalom e slalom gigante.
La maggioranza di tali attrezzature devono essere già disponibili al momento in cui viene presentata la candidatura; meglio sarebbe se almeno le piste di discesa e le zone delle gare di fondo fossero già preliminarmente visitate dai delegati tecnici delle Federazioni Internazionali, secondo quanto prescrivono le regole olimpiche. Anche per il villaggio olimpico è necessario già avere una base di partenza, per poter offrire efficienti garanzie ai membri del C.I.O. che devono prendere le loro decisioni.
Un problema che richiede accurata preparazione è quello della Stampa e della Radiotelevisione, con la previsione di dover concentrare alloggi e strumenti di lavoro per 1000 operatori, ivi compresi i fotografi (a Grenoble vi erano 1200 operatori giornalistici).
A questo punto, si tenga presente che esistono già iniziative come Banf (Canada), Denver (USA), Davos (Svizzera) e Garmisch (Germania) dove molte installazioni sono già esistenti e note, sia attraverso giochi precedenti, come Garmisch, o candidature precedenti, come gli altri tre centri citati.
Appare pertanto opportuno che codesto Comune approfondisca la materia alla luce dell'esperienza e delle possibilità in atto, prima di procedere ad impegni che possono avere non sufficiente base di sviluppo. Ciò che conta, naturalmente, è la disponibilità dei fondi occorrenti per realizzare una impresa del genere che, in complesso, comporta oneri finanziari veramente rilevanti.
Sempre a disposizione per ulteriori informazioni si inviano...
IL SEGRETARIO GENERALE
Mario Saini"
Per quanto concerne la presentazione delle candidature, l'apposita pubblicazione del C.I.O. prevede che queste siano accompagnate dalle risposte ad un lungo questionario di 14 punti, di cui, penso, l'Assessorato al Turismo sia già in possesso.
Da quanto detto, si può notare che è notevolmente impegnativo il rispetto di queste condizioni. Da questo si può inoltre notare che l'impresa di ottenere la candidatura per i Giochi Olimpici Invernali del 1976 è difficilissima e onerosissima. Basti pensare che a Grenoble si sono spesi 150 miliardi per attrezzarsi per le Olimpiadi. Non nascondiamoci, quindi, le difficoltà, che vanno dal finanziamento alla concorrenza di altre candidature; e se Banf (Canada) ha poche probabilità di riuscita, perché risulterebbe che i turisti di quella Città sono contrari, Denver (USA) può avere qualche prospettiva, non tanto per i diritti sportivi, poiché gli Stati Uniti d'America hanno già organizzato le Olimpiadi Invernali a Squaw Valley nel 1960, quanto perché nel 1976 ricorre il bicentenario della Dichiarazione di Indipendenza, per cui vi saranno fortissime pressioni politiche in seno al C.I.O.. Garmisch ha organizzato le Olimpiadi Invernali del 1936, ma con scarso risultato tecnico, per deficienza di innevamento, fatto tradizionale in quella zona. Davos (Svizzera) è quasi nella nostra condizione.
Detto questo, non va dimenticata la notevole importanza che sta assumendo una candidatura come sede di Giochi Olimpici. Teniamo presente che, per il solo fatto di essere in candidatura, tutto il mondo parlerà di Aosta e, quindi, è opportuno fare subito talune cose, come, ad esempio, la costituzione di un apposito Ufficio Stampa, un bando di concorso per la creazione di un manifesto o di un distintivo, senza lasciare l'iniziativa alla fantasia clownesca di qualche pittoresco personaggio valdostano come già è avvenuto.
Personalmente, ritengo che lo stanziamento proposto dalla Giunta, sia troppo esiguo; basti pensare che Cortina, quando nel 1948 aveva gettato le basi per la candidatura per le Olimpiadi Invernali del 1956, aveva stanziato circa 150 milioni per il solo corredo della domanda. Sarebbe, quindi, opportuno chiedere, ad esempio, allo Sci Club Cortina o, meglio, al Dr. Otto Menardi, che era stato l'organizzatore di quella Olimpiade, di poter consultare tutti i documenti preparatori per la candidatura olimpica o, meglio ancora, ricorrere all'Ufficio Stralcio delle Olimpiadi di Grenoble.
Ci sono solo due anni e mezzo di tempo; non certo molto. Insisto, quindi, sulla immediata costituzione di un Ufficio Stampa che inizi il lavoro di propaganda attraverso i giornali, la Radio, la Televisione, la pubblicazione di dépliants, di riviste, di comunicati stampa, da inviare questi ultimi, in particolare, a tutti i componenti della Federazione Internazionale Sports Invernali che, in ultima analisi, sono quelli che dopo Saporo, sede delle Olimpiadi Invernali del 1972, dovranno decidere se è meglio Aosta o Davos o altre stazioni invernali.
Sono questi signori che dovranno essere impressionati favorevolmente e a loro dobbiamo dimostrare che stiamo lavorando sul serio e che, già da ora, stiamo incominciando a fare quello che dobbiamo fare per le Olimpiadi.
Concludo, auspicando che la somma proposta dalla Giunta sia aumentata in misura adeguata all'obiettivo a cui miriamo".
L'Assessore BALESTRI osserva che il Consigliere Pollicini ha chiarito esattamente i termini del problema in esame. Dichiara che l'iniziativa tendente a porre la candidatura della Valle d'Aosta come sede dei Giochi Olimpici Invernali del 1976 è stata assunta dalla Giunta con serietà e considerando soprattutto che se la Valle d'Aosta riuscisse ad ottenere la designazione come sede per lo svolgimento dei predetti Giochi Olimpici, la nostra Regione raggiungerebbe veramente fama internazionale.
Rileva che da una tale designazione deriverebbero grandi vantaggi alla Valle d'Aosta sotto l'aspetto propagandistico - turistico e anche sotto l'aspetto delle attrezzature sportive.
Riferisce di aver già avuto dei contatti con i rappresentanti del CONI, i quali gli hanno dato delle assicurazioni verbali che la Valle d'Aosta sarebbe stata posta come unica candidata italiana a sede dei Giochi Olimpici Invernali del 1976, a condizione che siano rispettate le prescrizioni stabilite dal Comitato Internazionale Olimpico per l'organizzazione delle gare.
Aggiunge che non vi è da temere il verificarsi degli inconvenienti lamentati per i Giochi Olimpici Invernali di Grenoble, perché la configurazione della Valle d'Aosta è assai più favorevole per quanto riguarda la distanza e l'accessibilità delle località in cui si svolgeranno le varie gare, rispetto al luogo in cui vi sarà la sede organizzativa dei giochi, soprattutto se si tiene conto che nel 1976 la rete stradale valdostana avrà avuto uno sviluppo tale da consentire un rapido spostamento degli atleti, degli organizzatori e dei giornalisti da una località all'altra.
Per quanto riguarda, invece, la designazione della Valle di Aosta come sede dei giochi olimpici invernali nel 1976 da parte del Comitato Internazionale Olimpico, riferisce che le uniche candidature concorrenti e pericolose sono quelle di Davos (Svizzera) e di Garmisch (Germania), in quanto sembra che le candidature del Canada e degli Stati Uniti d'America stiano per cadere.
Ritiene, pertanto, che sia utile portare avanti l'iniziativa assunta dalla Giunta e fare le cose con prudenza, ma anche con convinzione, in modo da raggiungere il risultato voluto.
Osserva d'altra parte che, quand'anche la Valle d'Aosta non riuscisse ad ottenere la designazione quale sede dei Giochi Olimpici Invernali del 1976, la sola azione tendente ad ottenere tale designazione giustificherebbe appieno, sotto l'aspetto propagandistico e pubblicitario, le spese che la Regione dovrà sostenere a tale scopo.
Comunica che il problema di cui si tratta è già stato esaminato dalla Commissione consiliare permanente per il turismo, che ha espresso i seguenti orientamenti di carattere generale:
"1°) I problemi connessi alla candidatura della Valle d'Aosta per le Olimpiadi Invernali del 1976 dovrebbero essere studiati dalla Commissione consiliare permanente per il turismo, opportunamente integrata con tecnici ed esperti del settore;
2°) lo stanziamento per gli studi preliminari potrà essere mantenuto al livello proposto di Lire cinque milioni, salvo opportune integrazioni - in caso di necessità - da deliberarsi dalla Giunta Regionale;
3°) una volta ultimati detti studi preliminari, si dovrà valutare l'intera situazione e, se del caso, istituire un apposito capitolo di spesa nel bilancio della Regione, sul quale imputare gli ulteriori stanziamenti necessari alla prosecuzione dell'iter della domanda".
Dichiara di condividere personalmente i predetti orientamenti espressi dalla Commissione consiliare permanente per il turismo in ordine al problema in questione ed osserva che, se non è pensabile di iniziare determinate attrezzature sportive prima di aver ottenuto almeno la designazione ufficiale da parte del CONI, è tuttavia necessario provvedere alla predisposizione di tutta la documentazione necessaria per dimostrare ai competenti organi che la Valle d'Aosta è in grado di organizzare degnamente i giochi olimpici invernali in questione.
Condivide il parere che lo stanziamento oggi proposto dalla Giunta a tale scopo non sia nemmeno sufficiente per predisporre tutta la documentazione e il materiale propagandistico necessario per questa prima fase dell'iniziativa assunta, ma osserva che sarà sempre possibile integrare detti fondi, di volta in volta, a seconda delle necessità.
Il Consigliere MANGANONI dichiara che l'intervento del Consigliere Ramera, oltre che contenere inutili lodi alla Giunta, denota una eccessiva euforia in ordine al problema di cui si tratta.
Dichiara di concordare con il Consigliere Ramera sulla necessità di costruire dei parcheggi per le automobili, anche a prescindere dalla possibilità che la Valle d'Aosta sia designata come sede dei Giochi Olimpici Invernali del 1976.
In proposito, ritiene che sia necessario ed urgente provvedere alla costruzione dei progettati parcheggi pubblici nella Città di Aosta.
In merito al problema ora in esame, osserva che, dopo le euforiche parole del Consigliere Ramera, vi sono stati i responsabili e realistici interventi del Consigliere Pollicini e dell'Assessore Balestri, i quali hanno detto che, prima di avere ottenuto la candidatura ufficiale da parte italiana, non è il caso di pensare alla realizzazione di costose attrezzature sportive.
Dichiara di concordare su tali prese di posizione responsabili e realistiche, ma raccomanda tuttavia di agire con cautela, per non sostenere inutilmente delle rilevanti spese.
A proposito di impostazioni euforiche, ricorda che, in sede di Consiglio si ebbe già occasione di parlare di una certa azione pubblicitaria svolta a favore della Valle d'Aosta negli Stati Uniti d'America, azione che avrebbe dovuto portare grandi vantaggi di carattere turistico alla Valle; osserva però che, in pratica, non sono stati raggiunti i risultati voluti.
Dichiara di essere favorevole allo sviluppo turistico della Valle d'Aosta, ma rileva che anche in questo settore bisogna agire con senso di responsabilità, per non sprecare dei fondi che sarebbero meglio utilizzati in altri settori.
Concludendo, dichiara che il Partito Comunista Italiano è disponibile per sostenere in qualsiasi sede l'iniziativa assunta dalla Giunta per ottenere la designazione della Valle d'Aosta, come sede dei Giochi Olimpici Invernali del 1976.
Il Consigliere BENZO osserva che la Valle d'Aosta ha la possibilità di essere scelta come sede dei predetti giochi olimpici e ha tutto l'interesse a propagandare intensamente fin d'ora la propria candidatura.
Dichiara che, di fronte a questa effettiva possibilità, è necessario predisporre, con l'aiuto di tecnici competenti in materia, una adeguata documentazione preparatoria da tenere a disposizione dei competenti organi che dovranno decidere in merito alla scelta della sede dei giochi olimpici di cui si tratta.
Fa presente che i fondi che oggi si propone di stanziare per predisporre questa documentazione sono probabilmente insufficienti, per cui sarà necessario integrarli successivamente a seconda delle accertate esigenze.
Rileva che la prima scelta delle candidature deve essere fatta in sede italiana e che vi sono soltanto due anni e mezzo di tempo a disposizione per predisporre la necessaria documentazione, che deve comprendere anche i progetti di massima delle varie attrezzature sportive necessarie per lo svolgimento delle varie gare.
Per quanto riguarda la spesa necessaria per la organizzazione di questi giochi olimpici invernali, spesa che sarà indubbiamente elevata, rileva che non bisogna lasciarsi spaventare dalle cifre che ci vengono da Grenoble, perché la situazione della Valle d'Aosta nel 1976 sarà ben diversa dalla situazione esistente a Grenoble all'atto della candidatura di questa Città come sede dei recenti giochi olimpici invernali.
Fa presente, infatti, che a Grenoble si è dovuto provvedere alla costruzione di numerose infrastrutture che già esisteranno in Valle d'Aosta; cita, ad esempio, la costruzione di una autostrada per l'accesso a Grenoble, la costruzione ex-novo di stazioni invernali quali Champrousse e Otran e numerose opere stradali di collegamento della Città di Grenoble alle sedi delle varie gare sciistiche.
Per questi motivi ritiene che le spese che lo Stato, il CONI e la Regione dovranno sostenere per dare alla Valle d'Aosta una organizzazione adeguata per lo svolgimento dei giochi olimpici invernali del 1976 saranno di molto inferiori ai 140 miliardi che sono stati spesi nella zona di Grenoble.
Riconosce, comunque, che il più importante problema sarà la questione finanziaria, nel caso che l'iniziativa assunta dalla Giunta giunga a buon fine.
Riferisce che, in occasione dei giochi olimpici invernali di Grenoble, egli ebbe occasione di intrattenersi con alcuni rappresentanti del CIO e che già allora si parlava della Valle d'Aosta come possibile futura sede dei giochi olimpici invernali del 1976, per cui egli si era interessato per sapere in che modo Squaw Valley (U.S.A.) e Sapporo (Giappone) avessero fatto per ottenere la candidatura come sede di giochi olimpici invernali.
Aggiunge di essere venuto a conoscenza che, soprattutto per quanto riguarda la candidatura di Sapporo, nei sette anni precedenti la data di svolgimento dei giochi olimpici stessi i promotori della iniziativa hanno fatto di continuo pervenire ai Membri dei CIO dei documenti illustrativi delle possibilità locali, delle attrezzature sportive in programma medesimo e dell'apparato organizzativo che si intendeva mettere in atto, senza che in tale località esistesse molto di quanto previsto e necessario.
Ritiene, pertanto, necessario che anche la Valle d'Aosta predisponga una adeguata documentazione in tale senso, perché i membri del CIO, nelle loro scelte, si basano molto sulle notizie acquisite circa la situazione e le possibilità delle varie località che chiedono di essere designate quali sede dei Giochi Olimpici Invernali.
Dichiara di avere con piacere udito dall'Assessore Balestri che vi sono buone probabilità che la Valle d'Aosta sia scelta come sede dei Giochi Olimpici Invernali del 1976 e, per quanto riguarda la realizzazione dei necessari impianti sportivi, ritiene che, con i mezzi finanziari della Regione e con i mezzi finanziari che lo Stato, attraverso il CONI, assegnerà a tale scopo, alla Regione, si possa fare veramente qualche cosa di utile per la Valle d'Aosta.
Pensa che l'intervento del Consigliere Ramera, più che euforico, sia stato un discorso entusiasta, tendente ad inculcare coraggio a tutto il Consiglio per dare avvio all'azione preparatoria necessaria per poter porre validamente la candidatura della Valle d'Aosta come sede dei predetti giochi olimpici.
Aggiunge che di questo problema si parla già anche fuori dal territorio della Regione, per cui è necessario insistere in ogni sede, favorendo tutti i contatti opportuni per la soluzione di questo problema e invitando, eventualmente, i rappresentanti del CONI a visitare la Valle d'Aosta per rendersi conto delle effettive possibilità locali allo scopo di cui si tratta.
Ricorda che un aiuto non indifferente per la soluzione del problema in esame potrebbe venire anche dalla Società ALPILA, che potrebbe accelerare il suo piano di investimenti nella Conca di Pila, per attrezzare detta località per il periodo dei Giochi Olimpici Invernali del 1976.
Ritiene quindi che la Regione debba mettersi a disposizione del Comitato promotore per tutto quanto eventualmente possa occorrere, senza lesinare tanto nelle spese, perché le spese sostenute in questo settore tornano tutte a vantaggio della Regione.
Rileva che la Regione spende già annualmente notevoli somme per la propaganda pubblicitaria a scopo turistico per la Valle d'Aosta.
Condivide l'idea di consultare gli organizzatori di precedenti Olimpiadi Invernali, quali gli organizzatori delle Olimpiadi di Cortina e gli organizzatori delle Olimpiadi di Grenoble, allo scopo di acquisire il maggiore numero possibile di utili cognizioni in materia.
Fa presente che questo faciliterebbe di molto il lavoro di organizzazione dei Giochi Olimpici Invernali del 1976 nel caso in cui la Valle d'Aosta venisse scelta come sede dei detti giochi.
Aggiunge che il solo fatto che la candidatura della Valle d'Aosta viene presa in esame in campo nazionale costituisce già un elemento positivo che va oltre lo spirito della lettera del Segretario generale del CONI, testé letta dal Consigliere Pollicini, lettera che peraltro suona un po' come campanello d'allarme per gli onerosi impegni finanziari prospettati come condizione preliminare per ottenere l'assegnazione dei predetti giochi.
Conclude, dichiarando che la Regione dovrebbe, comunque, avere il coraggio di portare avanti questa importante iniziativa nell'interesse della popolazione valdostana.
Il Consigliere MILANESIO osserva che l'argomento in discussione è un argomento che richiede una seria e responsabile riflessione.
Ritiene che gli interventi finora susseguitisi sull'argomento stesso siano tutti ugualmente apprezzabili, perché tutti hanno sottolineato particolari aspetti del problema in esame che, data la sua importanza, deve essere affrontato con coraggio, ma anche cercando di ancorarsi sulle concrete possibilità di realizzazione di una iniziativa di tale portata.
Dichiara di essere favorevole all'approvazione di questo primo stanziamento di fondi proposto dalla Giunta per portare avanti questa iniziativa, perché lo ritiene sufficiente per i primi contatti di carattere tecnico e politico, necessari in campo nazionale per proporre la candidatura della Valle d'Aosta come sede dei Giochi Olimpici Invernali del 1976.
Rileva che lo Stato italiano, dopo aver proposto questa candidatura nelle competenti sedi internazionali avrà, a sua volta, tutto l'interesse di adoperarsi affinché la Valle d'Aosta sia scelta come sede dei predetti giochi olimpici invernali perché la designazione a sede di giochi olimpici è motivo di vanto e di propaganda turistica per tutta l'Italia.
Fa presente che il turismo costituisce una notevole fonte di entrate per l'Italia.
Afferma quindi che, qualora l'iniziativa in questione dovesse diventare sempre più realizzabile, la Regione dovrebbe impegnarsi nell'impresa con entusiasmo, con senso di responsabilità soprattutto con grande spirito di iniziativa.
Osserva comunque che, quand'anche l'iniziativa in questione non dovesse giungere a buon fine, tutto il lavoro preparatorio di cognizioni e di studio non sarebbe inutile perché il problema Valle d'Aosta come zona turistica ed il problema di una sua adeguata rete di infrastrutture sportive si pongono anche al fuori del problema riguardante la candidatura della Valle d'Aosta quale sede dei Giochi Olimpici Invernali del 1976.
L'Assessore BALESTRI conferma che, in base ai contatti già avuti con i rappresentanti del CONI, la candidatura della Valle d'Aosta da parte italiana come sede dei predetti giochi olimpici sarebbe quasi assicurata; aggiunge che, per quanto riguarda tale candidatura anche in campo internazionale, vi sono delle confortevoli prospettive di riuscita, in quanto la Francia ha ormai abbandonato ogni opposizione nei confronti di una candidatura italiana.
Ripete che, comunque, anche nel caso in cui l'iniziativa in questione non dovesse raggiungere un risultato positivo, le spese sostenute dalla Regione per gli studi preparatori e per la necessaria azione pubblicitaria iniziale sarebbero pur sempre delle spese produttive sotto l'aspetto della propaganda turistica e sotto l'aspetto della documentazione tecnica per quanto riguarda le attrezzature sportive di cui la Valle d'Aosta ha effettivamente bisogno.
Il Consigliere RAMERA osserva che il precedente suo intervento non è stato né troppo laudativo per la Giunta, né troppo euforico, perché, su 14 cartelle scritte, le righe dedicate all'attuale Giunta sono solamente quattro e perché ha prospettato a chiara luce tutte le possibili difficoltà che la Regione potrà incontrare portando avanti l'iniziativa di cui si tratta.
Ritiene quindi di avere svolto una analisi particolareggiata del problema, mettendone a fuoco i vari aspetti di natura tecnica e politica.
Ribadisce la necessità di compiere un serio studio preliminare del problema in esame, senza spendere rilevanti somme per questo, perché se qualche altra località italiana avanzasse al CONI una sua domanda di candidatura per i Giochi Olimpici Invernali del 1976, corredata da studi preliminari più approfonditi di quelli della Valle d'Aosta, sarebbe molto più difficile far valere in tale sede la nostra candidatura.
Osserva inoltre che la spesa sostenuta dalla Regione per compiere questi studi preliminari sarebbe comunque una spesa ben fatta anche se l'iniziativa non dovesse raggiungere i risultati voluti, perché servirebbero per affrontare il problema della realizzazione di adeguate strutture turistiche in Valle d'Aosta anche ai fini di successive domande di candidatura a sede di competizioni mondiali di sports della neve.
Riferendosi ad una proposta fatta in separata sede dal Consigliere Germano, dichiara che sarebbe giusto di ricercare anche l'appoggio dei Paesi dell'Est per ottenere, in campo internazionale, la designazione della Valle d'Aosta quale sede dei Giochi Olimpici Invernali del 1976. Osserva infatti che, per ottenere questa designazione, è necessario 1'appoggio non solo dei Paesi dell'Ovest, ma anche l'appoggio dei Paesi dell'Est e del Terzo Mondo; invita, pertanto, i rappresentanti di tutti i Partiti ad adoperarsi per ottenere il massimo numero di suffragi a favore della candidatura della Valle d'Aosta.
Osserva che potrebbe destare preoccupazioni la candidatura avanzata dalla Città di Firenze quale sede delle Olimpiadi estive del 1976, perché la Città di Firenze, essendo la capitale mondiale dell'arte, ha molti amici in campo internazionale e potrebbe anche ottenere tale candidatura, pregiudicando indirettamente quella della Valle d'Aosta perché ben difficilmente sarebbero concesse allo stesso Stato una Olimpiade estiva e una Olimpiade invernale nello stesso anno.
Ritiene che si debba porre molta cura nella procedura per inoltrare al CONI la domanda per la candidatura della Valle d'Aosta quale sede dei Giochi Olimpici Invernali del 1976 facendo eventualmente inoltrare al CONI, oltre alla domanda della Città di Aosta, una seconda domanda di un'altra località della Regione, per evitare eventuali opposizioni da parte del CIO basate sul fatto che la Città di Aosta non può essere sede delle varie gare sportive che si svolgono nel corso dei giochi olimpici invernali.
Il Consigliere GERMANO ribadisce l'impegno del Partito Comunista Valdostano di fare tutto il possibile affinché l'iniziativa in questione raggiunga lo scopo.
Dichiara, tuttavia, di non poter esimersi dal rilevare ancora che il problema di cui si tratta, data la sua importanza e la sua complessità, soprattutto sotto l'aspetto finanziario, necessita di un approfondito studio e di riflessione.
Il Consigliere FOSSON, a nome del Gruppo consiliare dell'Union Valdôtaine, dichiara di essere favorevole all'approvazione della spesa di lire cinque milioni proposta dalla Giunta per la predisposizione degli atti e della documentazione da presentare a corredo della domanda per la candidatura della Valle d'Aosta a sede dei Giochi Olimpici Invernali del 1976.
Osserva che si tratta di un primo stanziamento necessario per predisporre la documentazione da allegare alla domanda di candidatura e che ulteriori fondi potranno essere stanziati, in seguito, in base alle accertate necessità.
Fa presente che, se l'iniziativa in questione raggiungerà lo scopo voluto, il Consiglio sarà ancora chiamato a discutere su tale problema per meglio approfondirlo e per avere anche le necessarie garanzie sulle future possibilità di utilizzazione delle attrezzature sportive che si dovranno approntare.
Il Presidente della Giunta, BIONAZ, si compiace del modo in cui si è svolta la discussione sull'argomento in esame ed osserva che su tale problema vi è una unanimità di consensi.
Osserva che, da parte di tutti i Gruppi consiliari è stato riconosciuto che una Olimpiade invernale è una manifestazione che darebbe lustro e prestigio alla Valle d'Aosta e che darebbe una spinta eccezionale allo sviluppo turistico della Regione.
Dichiara che, quando è stata lanciata l'idea di questa iniziativa, la Giunta poteva già contare su qualche elemento positivo, sia nel campo nazionale, sia in campo internazionale, dove si stanno coltivando alcune amicizie che danno adito a molte speranze.
Aggiunge che queste speranze vengono soprattutto dai Paesi confinanti con la Valle d'Aosta, i quali hanno un interesse indiretto a fare confluire in Valle d'Aosta le Olimpiadi Invernali del 1976.
Ritiene doveroso dare atto al Consiglio della serietà con cui è stato approfondito il problema in discussione, serietà che costituisce uno sprone per la Giunta a continuare con fermezza nella strada intrapresa.
Rileva che, per portare avanti questa impresa, non ci vuole solo fantasia e spirito di iniziativa, ma anche prudenza e soprattutto coraggio.
Rileva che si tratta di una occasione eccezionale, che sarebbe sciocco ed irresponsabile non cogliere.
Ringrazia, infine, il Consiglio per l'incoraggiamento che ha voluto dare alla Giunta su questa iniziativa.
Il Presidente, MONTESANO, comunica che la Commissione consiliare permanente per il turismo, in una seduta che egli ha presieduto in sostituzione del suo Presidente temporaneamente assente, aveva espresso parere favorevole all'approvazione dello stanziamento di lire 5 milioni, proposto dalla Giunta per fare fronte alle spese per la predisposizione degli atti e della documentazione preliminare di cui si tratta, in considerazione dell'attuale scarsa disponibilità di fondi del capitolo al quale tale spesa viene imputata e con riserva di fare approvare in seguito le ulteriori spese necessarie a tale fine e di fare istituire sul bilancio preventivo della Regione per il prossimo anno finanziario un apposito capitolo di spesa dotato del necessario stanziamento di fondi.
Chiede al Consiglio di esprimersi sull'accoglimento, o meno, delle proposte fatte dalla Commissione consiliare permanente per il Turismo; prende quindi atto che le proposte stesse sono accolte dalla Giunta a titolo di raccomandazione.
Dopo aver constatato che nessun altro Consigliere intende prendere la parola per chiedere chiarimenti o formulare osservazioni sulla proposta di Giunta in esame, dichiara chiusa la discussione ed invita il Consiglio a procedere alla votazione, per alzata di mano, su detta proposta.
IL CONSIGLIO
- concordando sulle proposte fatte dalla Giunta;
- ad unanimità di voti favorevoli, espressi per alzata di mano, (Consiglieri presenti, votanti e favorevoli: trenta);
delibera
1°) di approvare la spesa di Lire 5.000.000 (cinquemilioni) prevista per la predisposizione degli atti e della documentazione da presentare a corredo della domanda per la candidatura della Valle d'Aosta a sede dei Giochi Olimpici Invernali del 1976;
2°) di impegnare la spesa stessa sul capitolo di spesa 502 del bilancio preventivo della Regione per l'anno 1968: ("Spese per iniziative turistiche e sportive"), che presenta la necessaria disponibilità;
3°) di stabilire che alla liquidazione delle relative spese provveda la Giunta Regionale, con imputazione delle spese stesse al precitato capitolo n. 502 della Parte Spesa di bilancio.