Objet du Conseil n. 192 du 18 octobre 1968 - Verbale
OGGETTO N. 192/68 - Approvvigionamento idrico dei Comuni della Valle d'Aosta. (Mozione dei Consiglieri Dolchi, Manganoni, Savioz, Fosson, Andrione e Macheda).
Mozione
Il Consiglio regionale
avendo appreso che diverse contrastanti soluzioni si prospettano per la realizzazione dell'approvvigionamento idrico della Città di Aosta,
rilevato che tale problema anche se interessa in primo luogo la Città Capoluogo non può essere ignorato dall'Amministrazione regionale sia per la possibilità di soluzioni che comprendono altri Comuni sia per l'intervento finanziario richiesto
delibera
di incaricare la Commissione permanente ai LL.PP. di studiare con sollecitudine il problema e di riferire entro due mesi al Consiglio le soluzioni ritenute più idonee.
F.to: Giulio Dolchi - Claudio Manganoni - Fabiano Savioz - Pietro Fosson - Mario Andrione - Domenico Macheda
Dolchi (P.C.I.) - Signor Presidente e colleghi Consiglieri, non intendiamo con questa mozione interferire nell'autonomia decisionale del Comune di Aosta in materia di approvvigionamento idrico per i cittadini aostani, ma il problema è di vasta portata; direi che il problema di un acquedotto comunale, e degli acquedotti comunali in genere, è superiore a quello dei confini comunali.
Ritengo pertanto che il Consiglio regionale possa opportunamente interessarsi di questo problema, che diventa importante anche per la misura finanziaria che le recenti soluzioni proporrebbero, e poi, soprattutto, proprio perché è da anni che è stato dibattuto e studiato, ritengo che se esso fosse risolto con una certa improvvisazione potrebbe essere risolto in modo non adeguato, se non addirittura in modo deleterio. Permettetemi quindi che, molto brevemente, io vi faccia la storia dell'approvvigionamento idrico del Comune di Aosta e di quelle che possono essere state le opinioni comunali in confronto con quelle dell'Amministrazione regionale.
Il Comune di Aosta è partito dalla necessità di assicurare un approvvigionamento idrico di acqua potabile alla Città di Aosta, e tralascio gli studi che risalgono a prima della guerra, a prima del 1940. Successivamente, dopo una serie di ricerche, ha concentrato la sua attenzione sulle sorgenti cosiddette "di Montagnayes" per la cui concessione ha inoltrato il 15 novembre 1962, in seguito a deliberazione comunale del 14 novembre 1962, opportuna domanda, corredata dal progetto di massima che poi, a seguito proprio delle osservazioni dell'Autorità di tutela, è stato ritrasmesso e completato in data 1° febbraio 1963. Queste sorgenti sono state messe sotto controllo, in accordo con 1'Ufficio Idrografico del Po, dal 23 giugno 1964. L'Amministrazione comunale era orientata per la soluzione Montagnayes con il cosiddetto "acquedotto a caduta" che, al momento, dava sufficienti garanzie sia di potabilità dell'acqua, sia della sufficiente portata delle sorgenti.
Il 13 giugno 1966, con deliberazione n. 167, l'Amministrazione comunale di Centro-Sinistra proponeva nuovamente - e il Consiglio, unanime, approvava - il progetto e la richiesta di finanziamento per l'inizio della costruzione dell'acquedotto. Su questa deliberazione l'Autorità di tutela faceva delle osservazioni ed invitava l'Amministrazione comunale a riesaminare la soluzione in modo, si dice nella lettera, "comprensoriale o globale'', cioè in modo da interessare anche Comuni limitrofi al Comune di Aosta.
Il 10 novembre 1966 un ordine del giorno unanime del Consiglio comunale richiedeva all'Autorità di tutela l'approvazione della deliberazione del 13 giugno, la n. 167, così come il Comune l'aveva formulata e cioè prevedendo l'utilizzazione delle sorgenti di Montagnayes.
Il 3 marzo 1967 la Giunta proponeva al Consiglio comunale nuove diverse soluzioni, che venivano definite "derivazione di acque del Buthier" e "potabilizzazione o clorazione della stessa". Comunque, nella proposta si ricordava come la soluzione veniva ad accogliere le istanze dell'Amministrazione regionale, in quanto avrebbe permesso di fornire acqua potabile anche ai più vicini Comuni di Sarre, Saint Christophe, Quart, Pollein e Charvensod. I colleghi che allora sedevano sui banchi del Comune si ricordano come questa proposta dette oggetto a numerose perplessità, e come il Consiglio comunale, quella sera del 3 marzo 1967, non accolse la proposta della Giunta, ma stabilì di nominare una Commissione, non con l'intento di rinviare il problema, ma con l'intento di approfondire lo studio in modo da dare una soluzione definitiva e logica al problema.
Il 7 giugno del 1967 il Consiglio comunale di Aosta si interessava nuovamente del problema dell'acquedotto in seguito alla discussione di una mozione avvenuta in Consiglio regionale, rispondendo alla quale il Presidente della Giunta, Avvocato Bionaz, aveva affermato: "Voglio precisare che la Giunta regionale è per la soluzione che scarti in pieno e definitivamente, nel modo più assoluto, la clorazione dell'acqua".
In seguito a questa presa di posizione del Presidente della Giunta regionale, il Consiglio comunale discusse una mozione presentata dai Consiglieri della lista cittadina, i quali chiedevano che la Commissione incaricata degli studi tenesse conto di questa posizione e che il Consiglio comunale fosse interpellato su altre soluzioni ritenute più idonee. Alla fine di luglio del 1967, la Commissione competente si riunì per esaminare uno studio dei Professori Pezzoli e Quaglia che proponevano all'esame e all'attenzione dei componenti della Commissione tre soluzioni: l'utilizzazione delle sorgenti della Val Ferret, la derivazione dell'acqua del Buthier e la sua clorazione, e la soluzione primitiva, cioè quella di Montagnayes, la quale aveva anche il pregio di essere quella che costava meno dal punto di vista impiego dei capitali.
Successivamente, la Commissione si riunì nuovamente e fu presentata un'altra soluzione: la soluzione che prevede la captazione delle sorgenti di Fréboudze, Tronchey e Peuterey nel massiccio del Monte Bianco. Su questa proposta ci fu un accordo di massima col Consiglio comunale e i Professori Pezzoli e Quaglia furono incaricati di proseguire gli studi per assicurare la validità della soluzione dell'Organo amministrativo che avrebbe dovuto adottare il provvedimento e cioè della potabilità e della garanzia delle portate di queste sorgenti.
Il Consiglio comunale, in data 30 luglio 1968, adottava il provvedimento circa l'affidamento dell'incarico della redazione del progetto esecutivo dei lavori per l'acquedotto del Comune di Aosta e dei Comuni della cintura - così sono definiti - e non si parla più di soluzione comprensoriale, ma di Comuni della cintura, e si parla di un costo di due miliardi di lire.
Dalla deliberazione del 30 luglio 1968, dove fra l'altro si afferma che la portata delle tre sorgenti di Tronchey, Fréboudze e Peuterey raggiungerebbero il complessivo gettito di 332 litri al secondo, quanto basta per garantire 300 litri al giorno, per una popolazione di circa 100.000 abitanti, abbiamo avuto notizia di ricorsi presentati; la stampa, i giornali, ci hanno informati su divergenze che esisterebbero fra cittadini, fra amministrati e amministratori, su questa soluzione. Citando e documentando come il Sindaco di Aosta sarebbe "riuscito a schivare il siluro lanciato contro il nuovo acquedotto" - questo è il titolo a quattro colonne - si riportano le parole del Sindaco Chanu che, testualmente dicono: "Circa il ricorso, osservo che si è omesso di tenere in debito conto una situazione giuridica che condiziona la soluzione da adottare. Trattasi del responso del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici che, se ha fatto proprio i rilievi del Comune relativi al Piano generale degli acquedotti, accogliendo la tesi della captazione del Monte Bianco, e di un congruo aumento della quota d'acqua pro capite, ha disatteso le osservazioni della Regione per quello che concerneva la soluzione del problema tramite un acquedotto regionale o comprensoriale".
Direi che, nella nostra qualità di Consiglieri regionali, e per quanto si è detto e prospettato nel passato circa l'utilità o meno di acquedotti comprensoriali regionali, è opportuno che ci interessiamo di questo problema. Il problema, a mio avviso, per quanto sono a conoscenza, rimane alquanto nebuloso: per esempio, non ci sono ancora quegli studi geologici che erano stati richiesti in sede al Consiglio comunale per avere tutte le garanzie su queste tre sorgenti del massiccio del Monte Bianco.
La mozione che noi oggi abbiamo presentato ha pertanto lo scopo di richiedere un approfondimento del problema, e sottolinea, quindi, la necessità di un maggiore e più approfondito esame che io non ritengo possa avvenire oggi (ecco il significato della nostra mozione). Io non penso che il Consiglio regionale possa addentrarsi oggi nei particolari, proprio perché mancano questi studi, perlomeno il Consiglio non ne è a conoscenza, mancano questi studi che potrebbero permettere un approfondito ed oculato esame del problema. Rimane però in dubbio, secondo me, che un'opera di quasi due miliardi, che interessa il Comune Capoluogo ma anche la cintura - come viene definita da parte del Sindaco di Aosta e degli Assessori comunali -, impegnerà il bilancio comunale in modo consistente; è anche in dubbio, nella soluzione prospettata, che possa soddisfare le aspettative degli altri Comuni del Fondo Valle, tanto è vero che ci sono pareri discordi fra i Sindaci e gli Amministratori. Questo problema così importante non può decidersi senza che il Consiglio regionale si manifesti e si pronunci in merito. Ecco perché, dopo l'esame più approfondito da parte della Commissione, come propone la mozione, il Consiglio regionale, nel quadro anche della programmazione, che certamente deve tenere conto di queste soluzioni per le infrastrutture valdostane, e anche per quegli studi sui censimenti, sulle risorse e sullo stato attuale di tutti gli acquedotti, in base a tutte queste considerazioni approfondite prima dalla Commissione e poi dal Consiglio - ovviamente documentate -, sarà in grado di svolgere un dibattito proficuo e di adottare quei provvedimenti volti a risolvere positivamente un problema così delicato ed importante.
Pollicini (D.C.) - Debbo confessare che mi ha stupito il primo capoverso della mozione là dove si parla che "diverse e contrastanti soluzioni si prospettano per la realizzazione dell'approvvigionamento idrico della Città di Aosta". Non mi pare vi siano contrastanti e diverse soluzioni, ma una sola soluzione assunta all'unanimità dal Consiglio comunale di Aosta che, nella sua autonoma scelta, ha trovato anch'esso unanimemente d'accordo la Commissione regionale di studio per gli acquedotti. Infatti, con la delibera n. 309, come già citato dal Consigliere Dolchi, il Consiglio comunale di Aosta ha approvato all'unanimità la scelta della soluzione delle sorgenti del Monte Bianco. Se vi è stato ritardo nell'affrontare concretamente il problema dell'approvvigionamento idrico della Città di Aosta, questo non è certo da addebitare all'Amministrazione di Centro-Sinistra della Città di Aosta, bensì alle Amministrazioni frontiste che, per anni, hanno sostenuto che la soluzione ottimale era quella di captare le acque dalla sorgente di Montagnayes, salvo poi dover constatare, ultimamente, che le sorgenti al cui controllo si dedicarono anni sono totalmente insufficienti alle necessità idriche, anche della sola Città di Aosta, che sono ormai di oltre 100 litri al secondo, mentre Montagnayes ha delle minime di 32-34 litri. Costruire quindi un acquedotto con derivazione Montagnayes sarebbe stato un inutile ed ingiustificabile spreco: oltre 600 milioni, per un'opera già largamente insufficiente per le attuali esigenze della nostra Città, senza tener conto che opere del genere dovrebbero essere dimensionate per una validità di almeno 50-60 anni.
Il Comune di Aosta si è trovato nelle condizioni di ricercare urgentemente un'altra soluzione: tecnici igienisti videro di buon grado la captazione di acque dal torrente Buthier e la loro potabilizzazione; la Giunta comunale di Aosta si era soffermata un attimo su questa soluzione, poiché sulle caratteristiche di potabilità di una delle sorgive del Monte Bianco sono state mosse da parte degli igienisti, dal punto di vista organolettico, alcune obiezioni, che però in seguito a più approfonditi esami sulle componenti igienico-organolettiche consentirono di superare le riserve. Raggiunta la tranquillità sulle caratteristiche dell'acqua derivante dalle sorgenti del Monte Bianco, l'Amministrazione comunale di Aosta ha immediatamente impostato la soluzione dei suoi problemi idrici in quella direzione. Le sorgenti del Monte Bianco danno un minimo di tutto rispetto: circa 330-340 litri al secondo, appena sufficienti però nel 2000-2015, periodo in cui è previsto per Aosta cintura un fabbisogno di circa 300 litri al secondo (tale è la portata che il Comune di Aosta ha previsto nel progetto di massima dell'acquedotto).
Da ciò risulta abbastanza chiaramente che le sorgenti del Monte Bianco attualmente captabili non consentono l'impostazione di un acquedotto regionale in grado di servire tutti i paesi della Valle fino a Pont Saint Martin.
I Comuni serviti dall'acquedotto di Aosta dovrebbero essere: Sarre, Jovençan, Gressan, Pollein, Saint Christophe e Quart, con possibilità di inserimento, in periodo di crisi, di altri centri dell'Alta Valle. È evidente che il Piano regionale degli acquedotti dovrebbe inquadrare in una impostazione organica e moderna gli indispensabili acquedotti di vallata. Ad esempio l'acquedotto di Cervinia e Valtournanche, se non servisse anche Châtillon e Saint Vincent, sarebbe oltremodo antieconomico per il grande costo delle opere di presa e così dicasi ad esempio per l'acquedotto della Valle d'Ayas, per quanto concerne Verrès.
Dai verbali della Commissione di studio per un Piano degli acquedotti che, come è noto, è presieduta dal Presidente del Consiglio Montesano, ho visto che i componenti sono orientati in questo senso, per cui ritengo abbiano centrato molto bene il problema. Non contrastanti soluzioni, quindi, ma una concorde scelta delle soluzioni più ragionate e concretamente possibili, in armonia col Piano generale degli acquedotti, varato in sede nazionale e pubblicato sul supplemento della Gazzetta Ufficiale n. 148 del 15 giugno 1967. Anche l'acquedotto comprensoriale di Aosta e dei Comuni della cintura è in perfetta armonia con gli acquedotti di vallata, poiché esiste una compatibilità tecnica; è evidente che quando sarà data attuazione agli acquedotti di vallata, occorrerà un organismo specializzato nella gestione. Quindi, a parte che la delibera del Consiglio comunale di Aosta, che vi ho citato, è divenuta esecutiva, non frapponiamo ostacoli, neppure normali, all'iter della pratica del Comune che ha trovato inserimento nel Piano nazionale degli acquedotti. Detta pratica deve essere corredata, entro il 31 ottobre prossimo, di un progetto di massima per poter usufruire del primo contributo di 800 milioni che, da due anni, sono messi a disposizione del Comune di Aosta dal Provveditorato delle Opere Pubbliche; però, se entro fine mese non sarà inoltrato a Roma il progetto di massima, detta cifra sarà stornata ad altri fini. Già molti anni addietro, in questo Consiglio, è stato sollevato il problema di un Piano regionale degli acquedotti, proprio dal Professor Montesano, che oggi presiede l'apposita Commissione di studio. Non ci rimane, quindi, che attendere la conclusione di questi lavori che, a quanto mi risulta, è ormai prossima, e successivamente la Commissione permanente dei Lavori Pubblici potrà mettersi al lavoro.
Finalmente, con piacere, vediamo che qualche cosa di concreto si sta facendo!
Manganoni (P.C.I.) - Per evitare di pronunciare tante parole, io vorrei avere innanzitutto alcuni chiarimenti precisi, così il mio intervento sarà più breve. Primo: qual è la portata, nel periodo di magra? Perché si è parlato di 300-330 litri... io parlo nel periodo di magra. Secondo: di queste sorgenti, quanti litri sono già stati concessi ai Comuni di Courmayeur e di Pré Saint Didier? Aspetto questa risposta per poter proseguire il mio intervento e per evitare chiacchere inutili, quindi aspetto la risposta e poi continuo.
Colombo (P.S.U.) - Proprio perché l'argomento è complesso, io naturalmente mi sono anche documentato sulle quantità disponibili delle acque della zona, e allora dirò che proprio per dare ufficialità ai dati stessi, così, come Assessorato, noi abbiamo fatto intervenire l'Ufficio idrografico del Po di Torino che ha rilevato, nel periodo di magra, e cioè il 29 febbraio 1968, quanto segue: nella sorgente di Fréboudze 156 litri, nella sorgente di Tronchey 74 litri, nelle sorgenti del Peuterey 132 litri, per un totale, quindi, di 330-340 litri. Queste sono le rilevazioni più basse che noi abbiamo avuto e registrate, naturalmente, a distanza di due o tre mesi l'una dall'altra.
Per quanto concerne il problema, io direi che forse il Consigliere Manganoni chiedeva questi dati per intervenire ancora, quindi non do altri elementi, allora...
Manganoni (P.C.I.) - ...no, ma volevo dire, quanti litri sono stati concessi a Pré Saint Didier e a Courmayeur?
Colombo (P.S.U.) - No, questi sono al netto già dei 100 litri di cui dispone l'acquedotto di Courmayeur e di Pré Saint Didier, al netto, disponibili...
Andrione (U.V.) - ...la potabilità delle acque, di Peuterey... io vorrei solo sapere il nome, perché le acque di Peuterey, a Courmayeur, non sono considerate potabili; le conosco bene, da quando io ero bambino, perché passano...
Colombo (P.S.U.) - Io devo dire che ulteriori analisi sono state fatte dal nostro Medico regionale e che naturalmente sono ancora in corso accertamenti da parte di altri istituti.
Andrione (U.V.) - C'è qualcuno che ha messo una firma sopra un documento che dice che le acque del Peuterey sono potabili... chi è?
Montesano (P.S.U.) - ...mettiamo un po' d'ordine in questo intervento perché...
Colombo (P.S.U.) - Consigliere Andrione, teniamo conto che nell'incarico che è stato dato ai due professionisti, Professor Pezzoli e Professor Quaglia, oltre naturalmente alla progettazione, c'è anche tutto lo studio delle analisi, della situazione idrografica e compagnia bella che noi abbiamo nella zona della Val Ferret. Non è detto che il tutto sia, di già, completamente definito, continuano ancora gli studi per portare avanti il problema della soluzione dell'acquedotto di Aosta attraverso la captazione delle acque della Val Ferret. Posso però dire che ulteriori analisi fatte sulle acque del Peuterey hanno dato risultati nettamente diversi di quelli che erano stati riscontrati, perlomeno in un certo passato. Io so che le acque hanno dato esito positivo, sia dalle analisi fatte dal nostro Laboratorio come da altre analisi fatte, mi sembra, a Torino.
Milanesio (P.S.U.) - Voglio solo dire due parole a spiegazione, poi anch'io mi riservo di fare successivamente... Come ex Assessore comunale ai Lavori Pubblici di Aosta avevo seguito questo problema molto da vicino e, in un primo tempo, nello studio fatto dai Professori Pezzoli e Quaglia, l'alternativa del Monte Bianco - perché allora si erano studiate tre soluzioni: i pozzi integrati di Montagnayes; l'acqua del Buthier e la derivazione delle sorgenti Fréboudze, Tronchey, Peuterey - in quello studio non era stata approfondita perché si riteneva, a detta, così, generale, che queste sorgenti non fossero potabili, o perlomeno che una parte di queste sorgenti non lo fosse.
Successivamente il Laboratorio chimico regionale e il Dottor Barbero hanno proceduto alle analisi delle sorgenti. Io ricordo benissimo di aver avuto il certificato di analisi di queste sorgenti tra le mani, con tanto di firma sotto, dove si diceva che, contrariamente a quanto si era ritenuto in passato, queste acque, dopo ripetuti esami, risultavano pure, risultavano buone per l'alimentazione umana, quindi potabili, erano acque oligominerali, tra l'altro... è un particolare che mi ricordo.
Manganoni (P.C.I.) - Nel mio intervento non tratterò i grandi problemi, perché su questo penso che siamo tutti d'accordo. Vorrei però vorrei limitarmi ai dati, alle cifre. Primo: i 330 litri più i 100 già concessi. Se non sbaglio, mi si è detto che la portata nel periodo di magra è di circa 330 litri, più quelli già concessi; i litri già concessi, se non vado errato, non sono 100, ma devono essere, fra i due Comuni, 120 o 150, comunque mettiamo pure che siano 100: allora 100 più 330 fanno 430 litri di portata al secondo nel periodo di magra. Ora, mi pare che nel mese di gennaio 1965 l'Ufficio tecnico ha provveduto ad un sopralluogo ed è andato il geometra addetto alle acque - se non vado errato era Gonrad - dove la portata era notevolmente inferiore ai 300 litri totali compresi i 100 litri già concessi. Noi abbiamo esaminato le sorgenti della Val Ferret perché quelle altre... non ribadisco quanto ha detto Andrione, però pare che ci siano molti dubbi circa la loro potabilità... ed è anche un fatto strano che certe sorgenti - dipende dai casi e dalle circostanze - diventino tutto ad un tratto potabili, che poi tutto ad un tratto non lo siano più, per ridiventare poi potabili magari dopo sei mesi o due anni. Questi sono i misteri delle analisi; teniamole pure per buone queste cifre, però secondo me sono notevolmente inferiori. Noi abbiamo quindi concesso 100 litri - dice l'Assessore Colombo - ai due Comuni di Courmayeur e di Pré Saint Didier, affinché abbiano un quantitativo d'acqua sufficiente anche in previsione dei futuri sviluppi, per evitare che fra dieci anni Courmayeur dica: "L'acqua che ci avete concesso non è sufficiente, ne vogliamo di più", con tutte le conseguenze e le grane del caso.
Ora, io vi chiedo: quei 330 litri, trattandosi di un acquedotto a carattere regionale, dovranno servire innanzitutto i Comuni più vicini, perché, secondo me, sarebbe assurdo escludere per esempio Morgex per rifornire Quart, perché Morgex potrebbe dire: "un momento, la sorgente è più vicino a Morgex che non a Quart" - non perché il Presidente della Giunta è di Quart, sia chiaro, però, no - allora esaminiamo un po'... se questo acquedotto regionale deve servire una zona, se non tutta la Regione, quella zona, io penso, dovrebbe essere quella più vicina a Courmayeur. Allora i primi Comuni saranno: Morgex, La Salle, Avise, Arvier, Introd, Villeneuve, Saint Pierre, Aymaville, Jovençan, Gressan, Sarre, eccetera. Con 300 litri, o mettiamo pure i 330 litri tenendo buono quel dato, che, per me, pecca abbastanza per eccesso - o magari può anche darsi che, allora, in quel periodo, quando noi abbiamo fatto quel sopralluogo la portata era molto più giù, ma teniamo buoni quei litri - quando noi abbiamo servito i Comuni che vi ho elencato, ad Aosta acqua non ne arriva più; non solo, ma l'acqua non sarà sufficiente neppure per servire tutti questi Comuni, perché per molti di loro, io non dico tutti, ma, per esempio, per Morgex e La Salle si prevede anche un notevole sviluppo turistico. Vi sono altri Comuni, per esempio quelli di Fondo Valle: Saint Pierre, Villeneuve, Sarre, eccetera, dove vi è un incremento edilizio notevole, e vi sarà un incremento di popolazione residente, se non turistica.
Allora, la domanda che io mi pongo è questa: se noi dovremo servire quei Comuni, noi non solo non avremo più acqua per Aosta, ma l'acqua non sarà sufficiente neanche per servire tutti quei Comuni. L'acqua è insufficiente dappertutto, anche dove vi sono acquedotti; io vi posso dire che per esempio ad Introd si è fatto un acquedotto nuovo circa dieci anni fa: si capta l'acqua a Rhêmes Saint Georges, ma l'acqua è insufficiente, perché? Perché la sorgente è quella che è e in certi periodi di morbida c'è l'acqua a volontà e nei periodi di magra l'acqua è insufficiente. Noi sappiamo che Sarre, in fatto di acque potabili, non è che abbondi, e così per altri Comuni. Allora, io vi direi: esaminiamo seriamente questi fatti. Sono d'accordo di ricostruire l'acquedotto regionale, non dobbiamo più esaminare l'acquedotto del singolo di villaggio se si può fare un acquedotto regionale, vediamo però la portata di questo acquedotto. È inutile che noi facciamo un grosso acquedotto con dei tubi di notevole capacità se poi non c'è l'acqua da convogliare in quei tubi.
Io direi quindi che il problema, oltre che sotto gli altri aspetti finanziari dei quali si è già accennato, va visto soprattutto sotto questo aspetto: per evitare che succeda anche per questo acquedotto quello che è successo per tanti altri acquedotti comunali. Potrei accennare per esempio Brusson, per fare solo un esempio, dove si sono spesi non miliardi, ma molte decine di milioni, tenuto conto che si trattava di acquedotti comunali, a quel tempo, dove i milioni valevano un po' più di oggi. Ebbene, quegli acquedotti oggi non sono più sufficienti, perché la capacità dei tubi è sufficiente ma manca l'acqua. Ora, lì sono state spese male decine di milioni, e qui, badiamo a non spendere male dei miliardi, ma a non spendere male in che senso? Io non intendo dire di non farlo, però badiamo che se noi lo facciamo dobbiamo alimentare - ed è giusto, innanzitutto - i Comuni che sono più vicini alla sorgente.
La mia domanda è questa: "Quanta acqua rimarrà per la Città?". Noi ci troveremo nella condizione che quando abbiamo costruito quell'acquedotto e abbiamo alimentato i Comuni dell'Alta Valle da Aosta in su, il problema dopo sarà di nuovo da capo: dove prendiamo l'acqua per Aosta? Ecco, perché dico che l'esame, lo studio, va fatto innanzitutto su questo, senza escludere gli altri aspetti del problema, ma su questo che è il principale e il più importante. Pertanto io sono d'accordo su quanto è detto sulla mozione, che la questione venga demandata alla Commissione consiliare permanente dei Lavori Pubblici, la quale dovrebbe riunirsi al più presto per esprimere un suo parere, e poi che si prendano le decisioni, ma che le si prendano dopo un esame serio, basato su dati precisi.
Benzo (D.C.) - La soluzione dell'approvvigionamento idrico di tutta la Valle è di tale fondamentale importanza che bisogna fare in modo di portarlo a conclusione in un modo organico ed economico. Per fare questo si è sempre ritenuto e prospettato in varie sedi, da tempo, la necessità di dotarsi di un Piano regionale di acquedotti e di un conseguente Programma di esercizio e di manutenzione. In questo contesto e allo stato attuale dei fatti, noi ci troviamo di fronte a due problemi di fondo, ed ambedue pressanti.
Primo: lo studio di una soluzione globale che soddisfi le esigenze della Regione dal punto di vista tecnico, sanitario, economico per almeno 50 anni. Secondo: la soluzione, a più breve scadenza, del problema dell'acquedotto per la Città di Aosta e per la sua cintura. Per il primo problema penso il Consiglio regionale potrà avvalersi delle conclusioni della Commissione regionale all'uopo costituita che dovrebbero essere presentate nel prossimo mese; tali conclusioni, se ritenute valide, beninteso, dovranno a loro volta trovare posto e rispondenza nel quadro più ampio della programmazione regionale e dell'aspetto urbanistico codificato con legge.
Per il secondo problema, io ritengo di dover prospettare al Consiglio la necessità di tenere presente che l'acquedotto per la Città di Aosta ed i Comuni della cintura dovrebbe essere studiato proprio ai fini di un'oculata ed intelligente programmazione regionale in tale settore, in modo tale da poter servire, ove occorra, anche quei Comuni che ne sono interessati, da Courmayeur al centro Valle. Quanto sopra è suffragato dal fatto che si è riscontrata una sufficiente quantità di acqua disponibile alla bisogna, dalle sorgenti della Val Ferret, della Val Veny, con le quali, con l'aggiunta di altre acque sorgive esistenti nell'Alta Valle, si potrebbe sopperire ai fabbisogni futuri delle zone attraversate e della Città di Aosta. Per il secondo problema, pertanto, l'inderogabile prospettiva programmatica di risolvere in modo organico questo approvvigionamento idrico di una notevole parte della popolazione valdostana deve essere considerato e deciso concordemente dagli Amministratori regionali e comunali, tenendo soprattutto presente l'anti-economicità di interventi frazionati e successivi. Da quanto sopra detto risulta evidente non solo la necessità di coordinare tutte le iniziative prese dai singoli Comuni per l'utilizzazione razionale delle acque pubbliche, ma le necessità di coordinare la manutenzione degli acquedotti in esercizio o da costruirsi. A tale scopo, ritengo si debba esaminare la possibilità di costituire un organismo regionale, tecnico e amministrativo, che provveda a tali incombenze. Lo stesso discorso è valido ed è doveroso farlo presente al Consiglio anche per il problema delle fognature.
Io concludo con l'auspicio che le ormai impellenti esigenze prospettate e la considerazione dei fabbisogni futuri della Regione facciano sì che si provveda, nel più breve tempo possibile, all'elaborazione di questo Piano regionale degli acquedotti e delle fognature nel contesto generale del Piano regolatore regionale.
Montesano (P.S.U.) - Vorrei dare ai Signori Consiglieri qualche notizia affinché siano tutti al corrente. Vorrei parlare di che cosa ha fatto questa Commissione, perché altrimenti facciamo dei discorsi inutili; molti non lo sanno, per cui io vorrei mettere al corrente quali scopi ha, e penso sia un contributo che il Consiglio vorrà accogliere per quello che riguarda l'argomento.
La Giunta regionale, fin dal 14 ottobre 1966, nominò una Commissione per lo studio dell'approvvigionamento idrico della Valle d'Aosta. Questa Commissione entrò in funzione composta dalle persone che ora io vi leggo: il sottoscritto, quale Presidente; l'Ingegner Benzo, Vice Presidente del Consiglio; il Signor Mappelli, Assessore alla Sanità; Colombo, Assessore ai Lavori Pubblici; Albaney, Assessore all'Industria e Commercio; Maquignaz, Assessore all'Agricoltura e Foreste; l'Avvocato Chanoux, Sindaco di Aosta; Chamonin, Consigliere regionale; il Dottor Barbero, Medico regionale; il Dottor Artaz, Direttore del Laboratorio di Igiene, Sezione medica; la Signora Magrassi in Luboz, Direttore della Sezione chimica del Laboratorio regionale; l'Ingegner Grosjacques; il Geometra Gonrad; l'Architetto Prola; l'Ingegner Maione, Ingegnere Capo del Genio Civile; il Dottor Chantel, Presidente dell'Ordine dei Medici; il Dottor Franco Rossi, geologo, dipendente Cogne; l'Ingegner Campane, di Aosta; il Professor Giovanni Cambosu, Direttore dell'Istituto di Igiene e Microbiologia dell'Università di Torino; il Professor Luciano Luria, ex Direttore del Laboratorio di Igiene; il Professor Turi De Benedetti, geologo; il Dottor Cusumano; il Signor Rigollet, Funzionario regionale quale Segretario, al quale si è aggiunto, ultimamente, a titolo di consulente, il Geometra Armand Attilio. Questa Commissione, nominata fin da quella data, non poté effettivamente operare, perché la Giunta in carica decadde, ma con altra delibera del 17 marzo 1967 la Commissione fu riconfermata ed integrata. Che cosa ha fatto questa Commissione? La Commissione si è insediata ed ha tenuto la sua prima riunione in data 31 luglio 1967, ha tenuto una seconda riunione il 18 gennaio 1968, una terza l'11 luglio 1968 e terrà l'ultima conclusiva riunione il 29 di questo mese.
La Commissione ha lavorato: vi sono i primi due verbali che hanno questa mole che ho fatto raccogliere e ci sarà il terzo che, come ripeto, sarà del 29 di ottobre, dove la Commissione dovrà trarre le conclusioni e sottoporle all'organo esecutivo. Il problema, quindi, è stato ampiamente discusso in quella sede lì, nella completezza delle persone che vi prendono parte: sia Igienisti, sia Geologhi, sia Ingegneri, sia rappresentanti dell'Amministrazione regionale. Perciò ho voluto dire questo: per poter mettere al corrente il Consiglio dell'esistenza di questa Commissione così completa e dell'attesa che noi dobbiamo avere per le conclusioni che saranno discusse e raggiunte nella seduta del 29 di questo mese. È questa la delucidazione che volevo dare. Nel caso in cui qualche Consigliere volesse ancora fare delle osservazioni o sentire qualche cosa del lavoro svolto dalla Commissione, io sono pronto a comunicarlo, così come anche gli stessi componenti della Commissione.
Fosson (U.V.) - Ringrazio il Presidente del Consiglio per le delucidazioni che ci ha dato, poiché gli avevo chiesto la parola prima, avendo sentito parlare di una Commissione regionale. Essendo completamente all'oscuro della formazione di detta Commissione, volevo proprio chiedere, in questa sede, come era composta, quali compiti aveva e quale lavoro aveva svolto. Non voglio polemizzare in questo momento, ma effettivamente sarebbe stato bene che tale Commissione, oltre che essere rappresentata da tutta la Giunta, avesse avuto anche una rappresentanza del Consiglio regionale. Non chiedevamo una rappresentanza estesa e, se si voleva effettivamente far partecipare ai lavori di questa Commissione e dare la possibilità anche di conoscere diverse opinioni, va bene... quindi, se si voleva dare questa possibilità per poi snellire i lavori del Consiglio andava bene, anche se era la Giunta a nominarli, ma era bene integrare questa Commissione con alcuni membri del Consiglio. Mi meraviglio che... c'è tutta la Giunta, ho sentito fare i nomi di quasi tutti gli Assessori, quindi praticamente è una Commissione un po' a senso unico, questo non potete contestarmelo.
Ho detto che non ho voglia di fare polemica, però oggi il Presidente del Consiglio, quando qualcuno ha presentato una mozione per chiedere una certa Commissione speciale, ha ricordato a noi Consiglieri - e noi siamo stati d'accordo con lui - che per ogni settore ci sono delle Commissioni specifiche e permanenti nominate dal Consiglio, e che è inutile nominare ogni volta una Commissione speciale. Ora, in questo caso, parlando di questo problema, che è grosso, io non faccio neanche un appunto riguardo alla formazione di una Commissione speciale, perché capisco la necessità di fare partecipare a tale Commissione molte persone che normalmente non partecipano alle altre Commissioni, però mi permetto di fare questo appunto benevolo: una rappresentanza maggiore, di tutti i settori del Consiglio, seppur minima, sarebbe stata auspicabile, perché poi si traduceva in una minore lunghezza di discussione in Consiglio regionale; si capisce che, essendo già al corrente di certe discussioni che avvengono in Commissione, si snelliscono i lavori del Consiglio.
Ora, il problema è grosso, e lo vorrei sottolineare ancora una volta: deve essere visto nel quadro della programmazione regionale, perché altrimenti, se noi lo vediamo completamente staccato da esso, non ha nessun senso. Riguardo al problema di Aosta non ho fatto caso troppo ad una data, non so se è esatta o meno, ma ho sentito che adesso bisogna presentare i progetti definitivi con la massima urgenza, se non si vogliono perdere i finanziamenti dello Stato.
Ora, la Commissione è stata nominata fin dal 14 ottobre 1966; il Consiglio questo problema non l'ha mai affrontato. abbiamo dovuto presentare una mozione per venire a conoscenza dell'istituzione di questa Commissione. Se per caso c'è una scadenza prossima per non perdere i finanziamenti, sia pure solo per l'acquedotto di Aosta, che però è un acquedotto importante e che, d'altra parte, secondo quanto detto dall'Ingegner Benzo, dovrebbe essere visto anche in funzione degli altri Comuni a monte di Aosta riguardo alla possibilità di usufruire dell'acqua - se non in un primo tempo, in un secondo tempo -, praticamente noi in Consiglio regionale non avremo più nessuna possibilità di dire niente, se questa scadenza è prossima.
È in questo senso, quindi, che se si vuole fare un qualche cosa di costruttivo bisognerebbe affrontare questi problemi in tempo utile e non dimenticarsi di quello che va visto attraverso la programmazione, perché altrimenti noi continueremmo a fare opere di una certa importanza completamente slegate fra loro, trovandoci poi, ad un certo momento, quando dovremo parlare della programmazione totale degli acquedotti in Valle d'Aosta, con un'opera ingentissima già fatta e che non ha tenuto conto di tutte le altre esigenze.
Siccome il Presidente del Consiglio ha detto che il 29 ottobre 1968, data molto prossima, questa Commissione dovrebbe tenere l'ultima seduta...
Montesano (P.S.U.) - Per riferire alla Giunta, si ricordi che è una Commissione nominata dalla Giunta, pertanto quando la Commissione finirà i suoi lavori darà le sue conclusioni alla Giunta.
Fosson (U.V.) - ...nel mio intervento non ho detto che la Giunta non aveva questa possibilità e che ha fatto male ad istituire questa Commissione, ho solo sottolineato che avrebbe fatto bene ad allargare tale Commissione includendo pochi membri anche degli altri Gruppi rappresentati in Consiglio. Al punto in cui sono le cose, però, siccome la Commissione dovrà riferire alla Giunta, io auspico che queste conclusioni della Commissione siano portate a conoscenza anche dei vari Consiglieri, in modo che, dovendo poi discutere in seno alla Commissione della Programmazione o in seno al Consiglio regionale, si possa prendere conoscenza delle discussioni fatte in seno alla Commissione e alle quali nessuno dei nostri Gruppi ha potuto partecipare per le ragioni che ho già citato prima. Io non voglio entrare nella discussione sull'adozione di un dato sistema piuttosto che un altro nella soluzione del rifornimento idrico di tutta la Regione, perché, prima di tutto, parlerei senza essere a conoscenza delle discussioni e, quindi, potrei parlare a sproposito; in secondo luogo, ritengo che una discussione di questo genere vada effettivamente approfondita in Commissione, prima di essere portata in Consiglio regionale.
Non esprimo pertanto nessun parere tecnico, né in un senso, né nell'altro; chiedo soltanto al Presidente del Consiglio e al Presidente della Giunta che i lavori della Commissione siano portati a conoscenza di tutti i Consiglieri. Faccio, altresì, una raccomandazione: che prima di decidere sulla questione dell'acquedotto di Aosta, in un senso o nell'altro, siano sentiti gli organi della programmazione, sia studiata una soluzione che tenga conto di tutte le esigenze della Regione, questo anche per un principio di economia, per un principio che mi sembra di sana amministrazione. Perché altrimenti tutte le discussioni che abbiamo sempre fatto - questo vale specialmente per coloro che si sono sciacquati la bocca con la parola "programmazione", che serve loro soltanto quando fa comodo - all'atto pratico poi la programmazione la si dimentica e quindi non ha nessuno scopo.
Io faccio queste raccomandazioni proprio perché se noi dovessimo affrontare il problema dell'acquedotto di Aosta in quel senso, con una spesa di 2 miliardi, sarebbe completamente slegato e viene a perdere lo scopo.
Milanesio (P.S.U.) - Il problema dell'acquedotto della Città di Aosta, tutte le volte che viene affrontato, solleva evidentemente diverse e contrastanti interpretazioni e tutte le forze politiche hanno qualcosa da dire.
Quello che forse non si vuole fare, in questi casi, è cercare di affrontare tale problema dal punto di vista di coloro che, come gli Amministratori del Comune di Aosta, hanno un interesse preminente a risolverlo. Questo non significa che non se ne debba discutere in Consiglio regionale o che non si debbano presentare delle mozioni o delle interpellanze; a mio avviso però, in primo luogo, significa cercare di stabilire quali sono le sfere di competenza dei rispettivi organi che ne discutono. Certo che il problema dell'approvvigionamento idrico della Città di Aosta investe anche un interessamento fattivo, una decisione dell'organo Regione. Questa decisione deve essere presa prima in sede di tutela, evidentemente, e poi, collegata alla decisione in sede di tutela, deve esserci un finanziamento. Ma non è solo in queste due sedi che le decisioni devono avvenire: c'è il Provveditorato alle Opere Pubbliche, c'è il Ministero dei Lavori Pubblici, c'è il Piano Regolatore Generale degli acquedotti. Questa sera si è discusso del problema dell'acquedotto della Città di Aosta, ma non si è detta ancora una cosa, almeno così mi pare: che in questo Piano Regolatore Generale voluto dal Ministero dei Lavori Pubblici - una necessità impellente ed inderogabile, che corrisponde appunto a quei criteri di programmazione cercando di fare interventi che non siano slegati, che non siano pletorici - ebbene, che in questo Piano Regolatore Generale degli acquedotti, già approvato dal Ministero, la soluzione dell'approvvigionamento idrico del Comune di Aosta è individuata nella derivazione delle sorgenti del Monte Bianco. Dobbiamo quindi tenere conto di questo dato, al di là e al di fuori di questa soluzione, per quanto riguarda il comprensorio della Città di Aosta: non ci sarà alcun finanziamento dello Stato e voi tutti sapete che, se non c'è alcun finanziamento dello Stato, la realizzazione di queste opere evidentemente diventa impossibile. Questo è il primo dato che mi pare sia giusto fare presente al Consiglio.
Ora, forse non tutti voi conoscete le varie vicissitudini che hanno travagliato l'Amministrazione comunale per arrivare a queste soluzioni. Si era partiti, la vecchia Amministrazione partì - lo ha ricordato il Consigliere Pollicini prima - con l'affrontare questo problema attraverso la soluzione delle sorgenti di Montagnayes e, per un po' di anni, si corse dietro a questa soluzione. Ci si accorse, successivamente, che Montagnayes non aveva quella portata sufficiente a servire non solo il comprensorio di Aosta, non solo un'Aosta in sviluppo, ma nemmeno Aosta con le sue esigenze attuali, in quanto le portate minime registrate in certi anni erano addirittura scese al di sotto dei 40 litri al secondo. Questo significava che Montagnayes, che saliva anche a 600-700 litri al secondo, d'estate si poteva trasformare al massimo in acquedotto stagionale; evidentemente non c'è niente di più ridicolo di fare un acquedotto che funziona per 9 mesi all'anno e che per due o tre mesi non funziona. Questa soluzione venne quindi abbandonata, perché sul piano tecnico era improponibile, e l'Amministrazione comunale ne affrontò subito dopo diverse altre.
Io mi ricordo, perché ero allora l'Assessore responsabile, incaricato di seguire questo importante e delicato problema, che noi ci rivolgemmo a dei tecnici di un certo livello, quali sono per esempio il Professor Pezzoli e l'Ingegner Quaglia; il Professor Pezzoli è il titolare d'idraulica all'Università di Torino, e assieme all'Istituto Idrografico del Po, procedemmo a delle misurazioni e a dei rilievi. Si valutò la soluzione della derivazione delle acque superficiali del Buthier e qui si innestò tutta la polemica dell'opposizione, una polemica, in verità, abbastanza pretestuosa ed allarmistica: si fece credere ai cittadini che avrebbero mangiato pane e cloro, o qualche cosa del genere, che avrebbero bevuto acqua abbondantemente clorata.
La derivazione delle acque superficiali e del loro trattamento è invece una soluzione che ormai viene praticata in diversi Paesi del mondo, anche in zone di montagna; è un luogo comune dire che in Valle d'Aosta, con tutte le sorgenti che ci sono, con tutta l'acqua che c'è, noi avremmo finito per ricorrere ad un torrente, ad un'acqua da potabilizzare. In effetti quella del Buthier era un'acqua molto buona che richiedeva un intervento minimo per la sua potabilizzazione; le portate erano soddisfacenti, si poteva derivare quell'acqua al netto degli usi agricoli ed ittici e ce ne sarebbe stata in abbondanza. Però, per quelle ragioni di ordine psicologico che ad un certo punto hanno turbato anche qualcuno della maggioranza, evidentemente si è preferito accedere... meno male, non lo so Consigliere Germano, io so solo una cosa: mi pare che qui si vogliano discutere anche le soluzioni indiscutibili o che, perlomeno, presentano dei lati positivi, che superano di gran lunga qualunque valutazione negativa... allora si arrivò ad esaminare la soluzione delle sorgenti del Monte Bianco che in un primo momento era stata scartata, proprio perché c'era quell'errore di interpretazione sulla potabilità di queste acque, ed era dovuto, più che ad un'analisi compiuta allora, ad una convinzione, ad un'opinione diffusa. Evidentemente noi abbiamo cercato di appurare la verità e la realtà dei fatti e abbiamo ottenuto delle analisi - ovviamente con tanto di firma di chi le ha fatte, quindi con tanto di responsabilità tecnica personale - che attestano della potabilità completa e perfetta di queste acque.
Ora, la Città di Aosta non è il Comune di...non so, di Pont Bozet, non è il Comune di Gressan, né il Comune di Jovençan, la Città di Aosta ha un suo... chiamiamolo "interland", un suo comprensorio, una sua cintura, e quindi le prospettive di sviluppo della Città di Aosta non possono essere disgiunte da quest'area geograficamente delimitata che è il suo comprensorio. Noi, nel pensare all'approvvigionamento idrico di Aosta, abbiamo sempre pensato ad Aosta ed al suo comprensorio, ragionevolmente delimitato da quei Comuni che la circondano e che possono essere la zona di espansione, sia industriale che urbanistica.
Ora, che cosa si è fatto? Si è fatto un calcolo della popolazione, del suo sviluppo nel tempo, ci sono state delle ipotesi nel 2005 - evidentemente, al di là del 2005, sarebbe stata un'opera di fantascienza poter prevedere altri insediamenti, o le modalità con cui sarebbero avvenute, o il ritmo di sviluppo di questi insediamenti - e quindi si è fatto una congettura sulla popolazione che questo comprensorio avrebbe potuto contenere e si è arrivati intorno ai 60.000 abitanti, non oltre. Si è attribuito un consumo medio giornaliero pro-capite di circa 350-400 litri, che è un consumo elevato, si verifica nei Paesi più avanzati, più progrediti, e si è detto che per servire questo comprensorio occorrevano circa 300 litri al minuto secondo. Si trattava quindi di reperire quest'acqua. Ripeto: le grosse sorgenti non prosperano e non abbondano in Valle d'Aosta e, visto che era l'acqua di roccia che si voleva, l'acqua di fonte tanto magnificata, andammo a cercare l'acqua di fonte; le sole sorgenti che sono state misurate e poste sotto controllo da un po' di tempo a questa parte e i cui risultati giacciono sia presso il Genio Civile che presso l'Istituto Idrografico del Po, sono appunto quelle sorgenti del Monte Bianco, cioè Fréboudze, Tronchey e Peuterey.
L'Amministrazione comunale, unitamente a quella regionale e all'Istituto Idrografico del Po hanno provveduto a fare degli stramazzi e a misurare queste acque, in diversi periodi dell'anno, con una frequenza abbastanza elevata. Si sono riscontrati quei minimi di portata al netto delle derivazioni già effettuate e delle concessioni fatte, che l'Assessore Colombo ha ricordato e che si aggirano sui 330-350 litri al minuto secondo dei minimi stagionali di portata. È chiaro che la portata massima supera di gran lunga i 1.000 litri, ma non è quella che ci interessa; quando si fanno questi calcoli dobbiamo preoccuparci dei minimi di portata. Ora, questo acquedotto è nato e vuole continuare ad essere, almeno nella prima fase, l'acquedotto della Città di Aosta e del suo comprensorio.
Il problema dell'approvvigionamento idrico dei Comuni che si incontrano nello scendere verso Aosta può essere risolto in un secondo tempo anche allacciandolo, collegandolo a questo acquedotto, per esempio sovradimensionando la tubazione, il tubo adduttore; è un problema che si può risolvere indipendentemente da tale acquedotto. Il problema che bisogna risolvere per primo, mi pare, perché è il più impellente e il più urgente, è proprio quello della Città di Aosta e della cintura e questa soluzione non è incongruente, non è incompatibile con la risoluzione dei problemi di altri Comuni. Ora, se acqua di sorgente deve essere, quindi come ha ragionato l'Amministrazione comunale, ebbene, le sole sorgenti che diano queste quantità sono quelle del Monte Bianco. Le altre sorgenti sono tutte da misurare e ci vorranno anni e anni prima che queste misurazioni si effettuino e prima che arrivi un nulla osta, un parere positivo, sia dall'Istituto Idrografico del Po che dal Genio Civile. Quindi, scartata Montagnayes, scartato il Buthier - non per ragioni tecniche, ma per ragioni psicologiche -, questa soluzione era la sola che si imponeva, se si vuole affrontare questo problema in un lasso ragionevole di tempo. Certo che, se noi lo vogliamo rimandare di altri dieci anni, abbiamo tutto il tempo per studiare un'altra soluzione, poi magari fra dieci anni ci convinceremo che sarà più comodo derivare le acque della Dora, non lo so. Ad ogni buon conto, questa era la soluzione che si proponeva e si presentava come la più ragionevole, come la più realizzabile, e l'Amministrazione comunale ha deliberato in tal senso inviando all'Autorità di tutela questa deliberazione. Io mi auguro che questa deliberazione sia stata approvata o sarà approvata, perché è chiaro che in questo momento non esiste un'altra possibilità di risolvere il problema dell'approvvigionamento idrico della Città di Aosta. Se, ripeto, si vuole dilazionare nel tempo, bisogna cominciare ad inventare qualche altra soluzione, però gli anni passano e passeranno e il problema dell'approvvigionamento idrico di Aosta non si risolverà nel modo più assoluto.
Che cosa devo aggiungere? Mi pare che qui si sia un pochettino frainteso sui compiti sia del Comune, da una parte, che della Regione, dall'altra. Noi reclamiamo, giustamente, l'autonomia dell'Ente Regione da quello che può essere il Governo e noi chiediamo che la Regione abbia una sua sfera di autonomia, una sua possibilità di decidere e di autogovernarsi. Ebbene, io mi sento di spezzare anche questa sera una lancia a favore dell'autonomia dei Comuni, questi Comuni che, tutto sommato, sono qualche volta anche bistrattati. Infatti i Comuni approvano delle deliberazioni e non sempre se le vedono o ritornare in tempo oppure respingere in tempo. Quindi io qui spezzo di nuovo una lancia in favore, per esempio, di una presentazione immediata della legge - che è nel programma del Centro-Sinistra - per il controllo, per la tutela degli Enti locali, che crei l'organismo tecnico adatto a esercitare questo controllo.
Dirò di più: mi pare che in questo caso il Consiglio regionale, nel discutere, non debba rimettere in discussione tutto il problema, non debba cercare di riprendere tutto daccapo, né dimenticare quella che è stata la discussione nel Consiglio comunale della Città di Aosta. Il Consiglio comunale della Città di Aosta è un Consiglio - qui non voglio disprezzare gli altri Consigli comunali - abbastanza qualificato per affrontare certi problemi, è un Consiglio dove ci sono persone competenti, persone che hanno la testa sul collo, sia da una parte che dall'altra della barricata. Mi pare che su questo problema ci sia stata un'approvazione all'unanimità e, se è stato portato avanti dopo lunghi ripensamenti, dopo lunghe discussioni, dopo contestazioni e polemiche a non finire - io ero il bersaglio n. 1, ero quello che voleva colonizzare tutta Aosta! - e ora si è trovata una soluzione, se questa soluzione è stata portata all'esame nella Commissione costituita all'uopo, Commissione di studio per gli acquedotti, e questa Commissione ha visto che tale progetto per la Città di Aosta e comprensorio era congruente con un futuro acquedotto regionale o con un sistema di acquedotti regionali, ora, io penso, se tutto questo è stato fatto ed è stato detto, come è stato fatto e detto, io ritengo che questa soluzione non debba più prestare il fianco a polemiche, ad accuse o a dei ripensamenti. Sennò, ripeto, queste polemiche, queste accuse, questi ripensamenti finirebbero per giocare in un solo senso, in una sola direzione: quella di non voler l'acquedotto della Città di Aosta.
Pertanto, a nome del mio Partito, io mi dichiaro completamente favorevole alla soluzione proposta dal Comune di Aosta che è stata anche esaminata dalla Commissione regionale di studio per gli acquedotti.
Per quanto riguarda la mozione presentata, io non credo sia il caso di collegare per esempio l'approvazione o meno, in sede tutoria, di questa deliberazione all'esame della Commissione consiliare dei Lavori Pubblici, la quale, evidentemente, dovrà essere investita di quegli studi che la Commissione regionale fornirà alla Giunta e che la Giunta, a sua volta, fornirà alla Commissione consiliare dei Lavori Pubblici. A mio avviso, però, questo problema potrebbe essere fin da oggi svincolato, in quanto, pur rivestendo una sua caratteristica particolare, già a detta della Commissione regionale è un problema che si inserisce armonicamente in quello che può essere un "sistema regionale di acquedotti" - io preferisco chiamarlo così, anziché "piano" -, che nella sua attuazione evidentemente è un piano, ma che nel suo funzionamento non può che essere un sistema di acquedotti.
Ciò detto, io non credo che la mozione, così come è stata redatta, sia da accogliere. Io ritengo che la Giunta, che il Presidente della Giunta possano accettare... diciamo "un invito" a presentare quanto prima le risultanze di questa Commissione regionale di studio per gli acquedotti, dato che il Professor Montesano, Presidente del Consiglio, ha detto che tali risultanze ci saranno tra breve. La Commissione riferirà alla Giunta e poi, successivamente, la Giunta trasmetterà le risultanze alla Commissione consiliare dei Lavori Pubblici. Io penso che questa mozione possa essere trasformata in un invito in questo senso.
Colombo (P.S.U.) - Non penso di dovermi dilungare, perché molte delle cose che volevo dire le ha dette il Consigliere Milanesio. Qui, però, ad un certo momento, si tratta un po' di precisare esattamente come stanno le cose, e le cose stanno nel senso che il contributo per l'acquedotto di Aosta è stato richiesto dal Comune di Aosta, ed il contributo è stato concesso al Comune di Aosta per fare l'acquedotto del Comune di Aosta. Ora, in una situazione di questo genere, è pacifico, essendoci anche una rigidità da parte del Provveditorato alle Opere Pubbliche sulla destinazione del finanziamento: non era possibile affrontare il problema di fondo che era, invece, il problema degli acquedotti regionali.
Vorrei aggiungere, per quanto concerne la Commissione regionale di studio per gli acquedotti, che io ricordo benissimo che il Presidente Montesano, in una riunione del nostro Consiglio, accennò a questo problema. Vorrei anche aggiungere che tale Commissione, così come formata, da tecnici, da igienisti e via di seguito, doveva sovraintendere soprattutto all'elaborazione ed allo studio del problema dell'approvvigionamento idrico della Valle d'Aosta, ed è a questo compito che praticamente e naturalmente sta lavorando. È in questo quadro che, ad un certo momento, pur essendoci quelle caratteristiche del contributo concesso al Comune di Aosta, la Commissione ha sentito il dovere di discutere anche del problema dell'acquedotto per Aosta inserendolo naturalmente in una prospettiva più ampia: quella di servire tutti i Comuni attraversati dall'acquedotto, soprattutto i Comuni viciniori della Città di Aosta.
Io ritengo che le conclusioni alle quali si è pervenuti, fermo restando l'autonomia del Comune di Aosta, siano positive, perché, fermo restando l'impostazione iniziale dell'acquedotto per soddisfare le esigenze della Città di Aosta, è pacifico che, partendo - e su questo siamo d'accordo anche con il Genio Civile - con tubazioni sovradimensionate, naturalmente per poter captare l'intero quantitativo disponibile e per immettere anche lungo il percorso altre sorgenti che sono allo studio, in un secondo tempo è possibile trasformare questo acquedotto da acquedotto comunale di Aosta e per la sua cintura in acquedotto che possa servire i Comuni dell'Alta Valle, quelli citati nell'intervento del Consigliere Manganoni.
Pertanto a me pare - tenendo conto di questa impostazione e, soprattutto, che al momento attuale il Comune di Aosta, nella sua autonomia, ha già dato anche l'incarico per la sua progettazione, la quale deve essere presentata entro il 30 novembre - che il problema non si ponga così come viene posto, con un ulteriore studio da parte della Commissione consiliare dei Lavori Pubblici. Il problema deve andare avanti attraverso l'impostazione che è stata data, fermo restando che la sua integrazione, in vista di un acquedotto regionale, avverrà in un secondo tempo, attraverso ulteriori studi, su quelle che possono essere le sorgenti che possono essere immesse e anche, naturalmente, attraverso ulteriori finanziamenti per la realizzazione degli scopi che noi ci prefiggiamo.
Vorrei infine aggiungere, per quanto concerne l'impostazione della Commissione per gli acquedotti regionali, che noi stiamo in pratica già impostando le indicazioni della Commissione stessa: per quanto concerne la Valle d'Ayas è già stato costituito un Consorzio dei Comuni di tutta la Valle che affronti e risolva i problemi della vallata e dei Comuni, naturalmente; Verrès dovrebbe essere affiancato a quello che è, naturalmente, l'approvvigionamento proveniente dalla Valle d'Ayas. Una cosa di questo genere la stiamo vedendo anche per Torgnon, per poter soddisfare le esigenze di Antey Saint André, possibilmente quelle di Châtillon e di Saint Vincent, e analoga impostazione la stiamo dando per un acquedotto di vallata per la Valsavaranche, dove si lamentano le deficienze citate dal Consigliere Manganoni.
Io ritengo quindi - sulla scorta appunto di questa impostazione, tenendo conto soprattutto che il contributo è stato dato al Comune di Aosta per l'acquedotto di Aosta - che il problema sia quello di continuare sulla strada che naturalmente il Comune di Aosta ha deliberato, in modo da soddisfare, perlomeno inizialmente, le esigenze del Comune di Aosta. Le esigenze degli altri Comuni, sia delle vallate che attraversiamo e sia soprattutto della cintura di Aosta, potranno essere soddisfatte in un secondo tempo.
Tonino (P.S.I.U.P.) - Io sono venuto a conoscenza dall'intervento del Presidente del Consiglio che era stata formata una Commissione regionale per l'approvvigionamento idrico della Valle d'Aosta. Ora, io questo non lo sapevo, e mi meraviglio anche che non lo sapessero i Consiglieri che sedevano su questi banchi a quel tempo; non so come mai la formazione della Commissione non sia stata comunicata! Dai nomi che Ella ci ha elencato, rilevo che la maggioranza di Centro-Sinistra di questo Consiglio non ha minimamente tenuto conto di fare partecipi di questa Commissione i Sindaci, gli Amministratori o i tecnici della Bassa Valle, per cui comprendo ora come il problema idrico per il Fondo Valle sia ancora accantonato.
Naturalmente adesso l'Assessore Colombo ha parlato dicendo che stanno studiando il problema, che i Comuni della Valle d'Ayas si sono associati in Consorzio per il rifornimento idrico di Verrès. Resta però aperto il problema idrico dei Comuni della Bassa Valle, che sono i Comuni di Pont Saint Martin e di Donnaz, i quali spendono ingenti somme per mantenere l'acqua per i loro cittadini, perché sono costretti a rivolgersi a pompe idriche, per cui il costo di queste pompe incide molto sul consumo di corrente.
Pertanto io direi di vedere questo problema nella complessità di tutta la Valle, non facciamo sempre che le cose arrivino fino a Saint Vincent e poi si fermino lì, oppure, come in questo caso, che si fermino a Verrès. Analizziamo il problema sull'intera Valle d'Aosta. Il problema idrico della Bassa Valle, del Fondo Valle, è di attualità, non è che non si sappia questo: sapete tutti benissimo che Pont Saint Martin ha due pozzi di sollevazione, mentre Donnaz ne ha uno solo, il cui costo incide fortemente sulle casse del Comune e, quindi, sulle casse dei cittadini stessi.
Montesano (P.S.U.) - Consigliere Tonino, le do subito una piccola risposta a proposito delle sue giuste osservazioni. La Commissione, prima di tutto, come ho detto, è nominata dalla Giunta, non è una Commissione consiliare, è una Commissione di consulenza alla Giunta la quale, quando sarà il momento, farà presente al Consiglio le sue conclusioni e le sue proposte.
Per quello che riguarda il secondo punto, la Commissione si interessa del Piano Generale degli acquedotti, non s'interessa del Piano dell'acquedotto del Fondo Valle oppure dell'acquedotto di Aosta, s'interessa del Piano Generale degli acquedotti di tutta la Valle d'Aosta, quindi anche del problema, naturalmente doveroso, dei Comuni che lei rappresenta in questo Consiglio regionale. La Commissione vede il problema nel suo insieme e noi, il prossimo 29 ottobre, tireremo le conclusioni, faremo delle proposte e le daremo alla Giunta; la Giunta poi farà le sue comunicazioni al Consiglio regionale.
Non so se sono stato abbastanza esplicito su questo: la Commissione non s'interessa del problema del Comune di Aosta, è una cosa che interessa il Comune di Aosta, però lo inserisce in uno studio globale al quale è chiamata la Commissione del Piano regionale degli acquedotti.
Germano (P.C.I.) - Sinceramente non capisco come questa posizione la facciano assumere a voi Socialisti; mi rincresce che non ci sia il Consigliere Milanesio, ma alla vigilia del Congresso fa molto il commesso viaggiatore... perché sentiamo due voci discordi: prima il Presidente Montesano ci ha dato notizia della Commissione, ci ha dato delle informazioni e ci ha detto che, giustamente alla sua conclusione, tale Commissione avrebbe passato alla Commissione consiliare dei Lavori Pubblici le sue risultanze prima che venissero in Consiglio e, nella sostanza, adesso che sappiamo della Commissione, è quello che chiediamo con la nostra mozione per tutti gli acquedotti. E poi, voi ci dite: "La mozione è inutile, è superata". Da che cosa? Dalla Commissione? ...(voce di Colombo)... Ma perché è superata per l'acquedotto di Aosta, è un problema grosso che qui si vede proprio da tutti gli interventi e che viene collegato a tutti gli acquedotti della Valle d'Aosta: c'è una Commissione che si interessa di questo.
L'Assessore Colombo, mi dice che si tratta di una Commissione di tecnici, di igienisti e tutte queste cose... ma tu, Colombo, e Mappelli, scusatemi, siete tecnici e igienisti come me, però allora non siete lì come tecnici igienisti, siete lì come politici, siete lì come rappresentanti di una parte, e allora perché non volete che l'altra parte ci sia, non l'avete ammessa? Permettete almeno che la Commissione consiliare possa esaminare queste cose! Se due mesi sono troppo presto, chiedete un altro termine, ma non mettetevi voi in testa di dire: "No, questo è inutile, non serve". Volete che il Consiglio, tramite una Commissione di studio, dalla quale è esclusa la minoranza, sia domani investita di queste cose: perché?
Noi vi chiediamo solo un po' di allargamento di questa democrazia, non vi abbiamo fatto e non vi facciamo la mozione per chiedervi di essere inseriti in questa Commissione, ma permetteteci almeno che, nella Commissione consiliare Lavori Pubblici, i nostri commissari possano vedere anche loro cosa hanno scritto quei famosi medici che dichiarano sulla potabilità o meno, che s'informino delle osservazioni tecniche, di tutto quello che è necessario. Se fosse una mozione con lo scopo di contrastare, di ostacolare, di impedire, allora io immaginerei una presa di posizione contro, ma la nostra mozione non fa attacchi politici, constata dei dati di fatto e propone che la Commissione consiliare possa esaminare le risultanze. Come si fa a respingere questo? Non si può...
Colombo (P.S.U.) - O non mi sono spiegato o non mi avete capito...
Germano (P.C.I.) - Il Consigliere Milanesio ha parlato in quel senso, tu hai parlato in questo senso. Io sono d'accordo per l'autonomia dei Comuni, sono d'accordo che nel Consiglio comunale di Aosta ci sono dei Consiglieri con la testa sul collo e che sanno fare tutto quello che devono fare; sono anche d'accordo che qui non c'è metà del Consiglio regionale che contesta il fatto che non possano neanche vedere queste cose... o sono teste che devono essere per forza scartate? No! Mettiamo anche queste teste qui assieme alle altre, daranno un modestissimo contributo, ma saranno partecipi anche loro delle decisioni!
Come giustamente diceva il Presidente del Consiglio, ci sono le Commissioni permanenti del Consiglio, facciamo sì che queste Commissioni possano assolvere al loro compito che è un piccolo allargamento della democrazia. Non respingete la mozione; se c'è qualche cosa da modificare, siamo qui pronti a discuterne, ma non respingetela così!
Manganoni (P.C.I.) - In questo Consiglio si è sempre parlato di acquedotti regionali e si è detto, a più riprese, che la politica dell'acquedotto comunale o frazionale seguita fino adesso dall'Amministrazione regionale consisteva nell'interrare per centinaia di milioni di lire di tubi senza risolvere il problema dell'acquedotto; al che, io mi ricordo, quando ero lì un giorno ho risposto: "Sta bene l'acquedotto regionale, ma l'acqua da immettere in questi tubi, dove la prendiamo?". Al che mi si è detto: si studi, si veda. Oggi voi sostenete di avere risolto il problema dell'approvvigionamento idrico con quelle sorgenti che avete citato, con quelle portate, su cui io mi permetto di sollevare tutti i dubbi, ma prendiamole per buone, come asserite voi.
Noi continuiamo a fare come prima: ad interrare per miliardi di lire di tubi, e presto la Valle d'Aosta sarà tutta una rete sotterranea di tubi, per lo più vuoti, perché, per almeno una parte di questi acquedotti che fino adesso si sono costruiti, i tubi sono in parte vuoti, poiché le sorgenti non sono sufficienti per alimentarli. Ecco perché io mi permetto di sollevare dei dubbi sulla portata di quelle sorgenti, perché? Perché per gli acquedotti che abbiamo costruito fino adesso, quali erano le affermazioni? Portata di litri X: garantiti, assicurati, controllati e qui ho citato Brusson, Introd, Verrès, ma ve ne potrei citare tanti altri. Poi, che cosa è successo? Quando l'acquedotto era costruito, stranamente la portata della sorgente si dimezzava, o alle volte, in certe stagioni, cessava addirittura, no? Eppure prima per costruirlo si assicurava, si giurava che la portata era sufficiente, e poi dopo siamo giunti a quelle diverse conclusioni, purtroppo!
Dicevo che si era orientati a studiare e a costruire l'acquedotto regionale. Ora l'Assessore Colombo dice: "qui parliamo dell'acquedotto del Comune di Aosta e non dell'acquedotto regionale". Io non metto in dubbio quanto tu dici che il finanziamento è per l'acquedotto del Comune di Aosta e non per l'acquedotto regionale. Io mi chiedo però: allora continuiamo ad andare avanti col sistema di prima, da tutti deplorato? Abbiamo constatato tutti che buttiamo dei soldi dalla finestra e noi continuiamo a fare così? Allora, prima per gli acquedotti comunali il massimo che si spendeva erano 50-60 milioni, cifre già rilevanti e qui spendiamo addirittura 2 miliardi, si parla, si accenna a due miliardi, per continuare col sistema di prima, rimandando sempre lo studio dell'acquedotto regionale! Allora, noi, prima di costruirlo o di studiarlo seriamente questo acquedotto regionale, continuiamo sempre su quella via da tutti deplorata; ecco, è questo che io voglio fare osservare.
Assessore Colombo, io non voglio fare un'accusa a te, perché il problema è stato impostato così, il finanziamento da Roma è stato concesso per l'acquedotto di Aosta e non per l'acquedotto regionale, l'hai affermato tu, ma allora di questo acquedotto regionale quando ne parliamo?
Colombo (P.S.U.) - Quando ci sarà lo studio definitivo della Commissione di cui parlava il Presidente Montesano.
Manganoni (P.C.I.) - ...cioè quando avremo interrato per altri due miliardi di lire di tubi no? Quando avremo... non dico completato, ma quasi, la rete dei tubi sotterranei in Valle d'Aosta.
Ora, io non voglio farti un rimprovero o un'osservazione, perché la situazione è quella che è, perché il contributo è stato concesso per l'acquedotto comunale, e va bene, però il problema posto è da anni che non si risolve e non vogliamo risolverlo! Se noi andiamo avanti di questo passo, continueremo con quegli acquedotti delle frazioni o dei Comuni, continueremo a spendere miliardi, continueremo a parlare tutti e ad insistere sulla necessità dell'acquedotto regionale, però dell'acquedotto regionale ci limiteremo a parlarne sempre e a non realizzarlo mai. Assessore Colombo, questa che io sto facendo è la constatazione di fatti; però, anche dal punto di vista economico, dal punto di vista finanziario, non è serio.
Noi parlavamo anche di programmazione - io qui non voglio entrare nel campo della programmazione, perché qui ci sono molti Consiglieri che sono più programmatori di me -, è da anni che si insiste sulla programmazione: programmazione, programmazione, però questa rimane sempre in soffitta. Continuiamo a parlarne, abbiamo nominato delle Commissioni i cui membri erano anche lautamente compensati, però la programmazione rimane ancora sempre sulla carta, rimane ancora sempre di là da venire.
Allora, Assessore Colombo, concludendo, io non mi oppongo all'acquedotto comunale, sia chiaro, facciamolo questo acquedotto. Io mi permetto solo di esporre i miei dubbi sui litri di portata, non perché sia scettico o dubiti delle affermazioni di chi l'ha misurata, ma perché l'esperienza ci insegna, su tutti gli acquedotti che abbiamo costruito, che poi quando i tubi sono interrati, il risultato della portata è inferiore a quella dichiarata prima: vediamo quanta acqua arriva, eppure non è che l'acqua si perda nei tubi, perché i tubi non sono porosi, l'acqua non esce dai tubi, quella che parte arriva, però se non c'è in partenza... Ad ogni modo, concludendo, la situazione è ancora quella e io mi chiedo fino a quando sarà così e quando ci decideremo finalmente a dire: "Adesso basta con questi acquedotti comunali di un Comune o di due Comuni, facciamo un acquedotto, se non per tutta la Regione - perché per fare l'acquedotto per la Regione si dovrà attingere a diverse sorgenti, naturalmente, non ad una sola, e su questo sono pienamente d'accordo - almeno per una parte della Regione". Ed in questo caso, dato che i tubi attraversano tutta l'Alta Valle, partendo da Courmayeur fino ad Aosta prevediamo almeno la risoluzione del problema per i Comuni dell'Alta Valle. Tu mi dici: "Si prevede la possibilità di allacciamenti futuri", ebbene se noi qui prevediamo per Aosta ...(voce di Colombo)... Assessore Colombo, te l'ho detto prima: costruiamolo l'acquedotto comunale, però io faccio una constatazione dei fatti, perché se noi chiediamo il contributo per portare "x" litri di acqua ad Aosta, dovremo naturalmente posare dei tubi per quel progetto in base a quegli "x" litri che devono venire ad Aosta e, quindi, se noi domani dovremo fare "x" moltiplicato due, per servire quegli altri Comuni, quei tubi non serviranno più, perché non penso che il Provveditorato alle Opere Pubbliche, il Genio Civile, eccetera, approvino un progetto con una dimensione dei tubi doppia o, almeno, notevolmente superiore a quella della portata effettiva, della necessità dei litri per Aosta. Sappiamo come sono fatti i progetti e come vengono approvati, essendo finanziati dallo Stato. Quindi, ti ripeto, io non voglio prendermela con te, però questa è una constatazione dei fatti, di come i fatti continuano a svolgersi.
Bionaz (D.C.) - A me sembra che qui si voglia ad ogni costo fare il processo alle intenzioni. Intanto, c'è una precisazione da fare: il Consigliere Germano non affronta il problema, diremo, nella sua sostanza. Egli ritorna sempre sullo stesso argomento: ci vuole l'azione unitaria, tutto quello che fanno gli altri non serve a niente se non c'è lui di mezzo, o i suoi amici e abbiamo visto in passato a cosa è servita l'azione unitaria!
Ora, io dico: qui non si tratta di prendere ed adottare delle soluzioni che sono, così, cervellotiche, e che gli incompetenti - come definisce quelli della Commissione - dovrebbero adottare. No, qui c'è una Commissione di studio che è stata nominata dalla Giunta, che studia il problema, sta arrivando alla conclusione e, quando avremo, caso mai, gli elaborati di questa Commissione, solo allora potremo dire se essa ha agito con oculatezza o meno. Non vedo perché oggi non si debba lasciare proseguire questa Commissione fino alla fine dei suoi studi, e inserire dei membri nuovi che arrivano all'ultima seduta, io mi domando cosa ci staranno a fare e cosa ne sanno di tutto quello che è stato fatto prima; questo è semplicemente, diremo, contradditorio. Non è assolutamente opportuno, non è assolutamente logico che questa Commissione, che già ha studiato il problema, non lo segua fino alla fine, e definisca poi, con i suoi elaborati, quelle che saranno le sue conclusioni. Mi sembra che sarebbe perfettamente inutile entrare ora a fare parte di quella Commissione, perché dovrebbero riprendere tutti i lavori, e i nuovi membri dovrebbero, naturalmente, inserirsi in questo studio che è arrivato quasi alla fine.
Nella circostanza poi, quello che mi stupisce è che qui si voglia necessariamente dimostrare che la soluzione di Aosta è in contrasto con la soluzione regionale, ma questo non è vero, non è assolutamente vero. La soluzione di Aosta, presa singolarmente, non è necessariamente in contrasto con la soluzione dell'acquedotto regionale, perché io penso che non è pensabile che l'acqua del Monte Bianco la portiamo a Pont Saint Martin, non credo almeno, perché abbiamo tutte le Valli laterali che possono benissimo alimentare... Allora, che cosa c'è in contrasto tra il progetto di Aosta e quello regionale? Niente, comincia farne una fetta e poi il resto si inserirà. Non è vero che si tratti di mettere dei grossi tubi o dei piccoli tubi; si studierà il problema per servire quella parte della Valle che potrebbe essere servita da Aosta. Ecco perché si è inserita la cintura di Aosta: perché la cintura di Aosta è quella che meno si presta ad avere un'autonomia di alimentazione. Invece tutte le Valli laterali e tutto il Centro Valle hanno acqua a sufficienza: basta soltanto convogliarla.
L'Assessore Colombo vi ha parlato della Valle d'Ayas che sta studiando il suo "problema valligiano", chiamiamolo così. Ora, perché c'è questo contrasto? Lasciamo che il Comune di Aosta - che poi si preoccupa di certe scadenze, non dimentichiamolo - si studi il suo acquedotto, se lo progetti, e che intanto dei tecnici - che io credo siano tecnici - studino anche la possibilità di inserire l'acquedotto regionale, la soluzione regionale, diremo, in questo contesto che prevede soltanto l'approvvigionamento di Aosta e della zona circonvicina. Non credo, dunque, che oggi sia il caso di andare a mettere tutto in aria, assolutamente no. Aspettiamo gli elaborati della Commissione di studio, vedremo cosa ne verrà fuori, ma intanto non c'è nessuna ragione per ritardare la soluzione per il Comune di Aosta, che, giustamente, si preoccupa di non lasciare scadere i termini, perché poi dovrebbe rinunciare ai contributi.
Ci sembra che le conclusioni perciò siano ovvie, per cui non possiamo accettare le proposte che sono contenute nella mozione.
Dolchi (P.C.I.) - Il collega Milanesio dice che si vorrebbero discutere soluzioni indiscutibili. Penso che questa affermazione non corrisponda al vero. Al Comune di Aosta, abbiamo votato, come Partito Comunista, la soluzione prospettata e, come gelosi assertori dell'autonomia comunale, non intendiamo contrastare tale soluzione adottata all'unanimità, né ritardarla, come vorrebbe farci intendere il Presidente della Giunta regionale, con il suo intervento.
Non si tratta solo dell'acquedotto di Aosta, anche se la mozione centra questo problema per allargare il discorso a tutta la situazione degli acquedotti comunali; si tratta di inserire la soluzione aostana del Comune di Aosta in un esame globale, generale, per evitare, almeno per il futuro, la spesa di centinaia e centinaia di milioni, per un numero rilevantissimo di piccoli acquedotti che poi - come citava il collega Manganoni - alle volte non sono neanche efficienti, e spendiamo due miliardi. Facciamo in modo che questa spesa sia inserita in una visione globale della soluzione del problema, di tutti gli approvvigionamenti idrici dei Comuni della Valle; ne vale la tesi, permettimi, Assessore Colombo, che, siccome è un contributo dello Stato al Comune di Aosta, tutti se ne devono disinteressare, e non hanno voce in capitolo, quasi che i 600 milioni che vengono dallo Stato al Comune di Aosta siano soldi di altri contribuenti, e non quelli dei contribuenti valdostani e italiani.
Lo scopo, il significato della mozione era pertanto quello di richiamare l'attenzione del Consiglio sul problema più immediato - come diceva il collega Benzo - che è quello della soluzione dell'acquedotto aostano, ma non visto da solo, visto là dove è possibile, nel quadro del Piano Regolatore Generale degli acquedotti, del Piano Regolatore Generale, e anche - come accennava sempre il collega Benzo - alle spese di esercizio e di manutenzione. Ciò non è in contrasto con l'autonomia comunale, anzi, direi che la valorizza, senza abdicare, però, come Consiglio regionale, alle proprie competenze. Direi che in queste affermazioni sono confortato proprio dalla relazione dell'Assessore Socialista ai Lavori Pubblici del Comune di Aosta, quando, nella sua relazione introduttiva alla deliberazione che ha adottato quel provvedimento, dice: "È evidente, quindi, la necessità per il Comune di Aosta di astrarsi dai problemi comunali del comprensorio, pur civilmente occupandosi di fornire le acque necessarie; sarà poi compito dell'Amministrazione regionale, nella sua veste di autorità coordinatrice e tutoria - direi più coordinatrice e finanziatrice che tutoria - di voler inserire tutti questi acquedotti secondari nell'ambito di un organismo specializzato regionale". Può darsi che il testo della mozione non rifletta esattamente questo concetto, ma a questo noi ci ispiriamo, o, perlomeno mi ispiro per sostenere la validità della mozione. La mozione, forse, non è sufficientemente precisa per caratterizzare l'aspetto globale che noi vogliamo sottolineare e parla di soluzioni contrastanti.
Mi permetta il collega Pollicini di fargli rilevare che, se esiste una lacuna, essa è originata dal fatto che una parte del Consiglio regionale era all'oscuro - ed è stato all'oscuro fino a pochi minuti fa - dell'esistenza di una Commissione di studio, le cui risultanze non si vede perché non possano essere, dopo il 29 ottobre, oggetto di esame da parte della Commissione consiliare permanente Lavori Pubblici, della cui importanza ci ricordava questa mattina il Presidente del Consiglio Montesano. Ecco perché penso che la nostra mozione mantenga ed abbia tutta la sua validità. Possiamo allargare, come ho detto, il concetto all'esame globale della situazione degli acquedotti valdostani, degli acquedotti dei Comuni della Valle d'Aosta in cui si inserisce il progetto dell'acquedotto comunale di Aosta, ma la mozione, insisto, rimane valida, proprio perché richiama l'attenzione del Consiglio all'incarico dato ad una Commissione consiliare permanente che ha questa specifica competenza.
Il 29 ottobre la Commissione di studio istituita dalla Giunta avrà raccolto elementi sufficienti e concluderà i suoi lavori; la Giunta regionale avrà questi documenti. Ecco, io non vedo perché, entro due mesi, la Commissione consiliare permanente Lavori Pubblici, non possa approfondire, come chiediamo nella mozione, gli studi di questi documenti, e, nella visione globale della situazione degli acquedotti valdostani, riferire sul progetto già approvato relativo alla soluzione dell'acquedotto del Comune di Aosta, che certamente non saremo noi a contrastare, per una visione più organica e per delle soluzioni migliori.
Colombo (P.S.U.) - Penso che proprio dopo questo intervento del Consigliere Dolchi io debba chiarire quello che era il mio pensiero, perché qui giochiamo un po' sulle interpretazioni. Ho detto che ritengo sia inutile riunire la Commissione consiliare dei Lavori Pubblici per l'acquedotto di Aosta, si parla di acquedotto di Aosta, che è già avviato ad una sua soluzione, perché è già in fase di progettazione, mentre mi richiamavo, appunto, alle conclusioni del Presidente Montesano per quanto riguarda la conclusione dei lavori della Commissione di studio. È ovvio che io sono perfettamente d'accordo che queste conclusioni vengano portate alla Commissione consiliare Lavori Pubblici. Su questo sono perfettamente d'accordo; non è che io sollevi delle obiezioni su questo, perché maggiori studi e approfondimenti di questa materia si fanno e, naturalmente, per noi si ha la possibilità di poter portare avanti meglio la politica degli acquedotti regionali.
Io vorrei soltanto dire ancora due cose: il Consigliere Tonino pone il problema dell'approvvigionamento di Pont Saint Martin; io sono perfettamente d'accordo - e la Commissione, naturalmente, sta valutando tutte le possibilità - per dare una soluzione a questo problema, però non è pensabile - come d'altra parte, guardate, ci siamo sbagliati un po' tutti noi - costruire un acquedotto regionale che parta da Courmayeur e vada a Pont Saint Martin, perché il problema dell'acquedotto non è un problema, diciamo così, di impostazione, il problema dell'acquedotto è quello, ad un certo momento, di avere materie prime sulle quali fondare, naturalmente, la sua impostazione. Se a Courmayeur abbiamo 330 litri, non è che possiamo servire tutti i Comuni attraversati, Aosta, Châtillon, e via di seguito; servirebbe, naturalmente, per tutti i Comuni, un fabbisogno totale e dovremmo andare a valutare altre sorgenti che lo possano soddisfare, ovviamente nel quadro generale delle impostazioni di tutti i Comuni della Valle. Questa è l'impostazione che vogliamo dare: d'altra parte, mi pare che non si possa neanche seguire il pessimismo del Consigliere Manganoni, perché alcuni acquedotti hanno dato i risultati negativi che hanno dato. Sono d'accordo che su questo problema, naturalmente, dobbiamo starci molto attenti, valutare molto bene le cose, però ritengo che la Dora della Val Ferret è un dato di fatto incontestabile, naturalmente ha una portata sufficiente per quello che è l'approvvigionamento che gli proviene da parte delle sorgenti che abbiamo in questo momento in esame, ulteriori valutazioni che sono state fatte, ce lo confermano.
A mio parere, possiamo quindi partire tranquillamente sull'impostazione del Comune di Aosta, fermo restando - e io ne ho parlato in termini molto chiari - che l'acquedotto per il Comune di Aosta dovrà trasformarsi, in un secondo tempo - questo per non perdere i 300 milioni di contributo statale che abbiamo - in un acquedotto che serva naturalmente tutta la zona che noi attraversiamo e che può proseguire, attraverso le sorgenti che ancora possiamo immettere in questo acquedotto, per soddisfare il fabbisogno attraverso i quantitativi che riusciamo ad introdurre. Questa è un po' la nostra impostazione e il mio pensiero: una volta avuti gli studi, di portarli all'esame della Commissione consiliare Lavori Pubblici.
Dolchi (P.C.I.) - Scusate, io penso con il mio intervento di proporre al Consiglio la conclusione di questa discussione e, a maggiore chiarimento delle delucidazioni che ho fatto sullo spirito e sul significato della mozione, proporrei al Consiglio regionale di approvare la mozione così emendata: "Il Consiglio regionale avendo appreso che diverse opinioni sulle soluzioni per gli acquedotti comunali o comprensoriali si prospettano per la realizzazione dell'approvvigionamento idrico dei Comuni della Valle d'Aosta - quindi vi sarebbe la soppressione del secondo capoverso delle premesse - delibera di incaricare la Commissione consiliare permanente ai Lavori Pubblici di studiare con sollecitudine il problema e di riferire entro due mesi al Consiglio le soluzioni ritenute più idonee". In tal senso noi avremmo la possibilità di consultare la documentazione che dovrebbe essere trasmessa il 29 ottobre e la Giunta regionale avrebbe il tempo sufficiente per esaminare questi documenti e poi rimetterli alla competente Commissione consiliare permanente per un esame più approfondito.
Montesano (P.S.U.) - Consigliere Dolchi, per quello che mi riguarda, quale Presidente della Commissione, la quale è investita di questo problema, dico e ripeto che la stessa il 29 ottobre trasmetterà la conclusione, ma non la conclusione per la soluzione del problema, bensì trasmetterà i concetti di fondo sui quali la Giunta e la Commissione consiliare Lavori Pubblici dovranno poi prendere le decisioni concrete, perché, naturalmente, sull'argomento dovranno essere svolti anche degli studi e ci dovrà essere un finanziamento per questi studi. Ciò, quindi, non è di competenza della Commissione consultiva, ma ci dovrà poi essere, diciamo così, una conclusione concreta per quello che è l'indirizzo della Commissione.
Ora, io vorrei sentire anche il Presidente della Giunta su questo, perché, quella da me presieduta è una Commissione nominata dal Presidente della Giunta.
Diamo la parola al Consigliere Pollicini e poi sentiamo un pochino. Consigliere Dolchi, rilegga semmai la mozione emendata per farla sentire al Presidente della Giunta.
Pollicini (D.C.) - A me pare, in effetti, che è una nuova mozione, più che una mozione emendata, perché fa chiaramente astrazione dal problema di Aosta che marcia per conto suo, sarà risolto per conto suo. Non credo che, anche così emendata, la mozione possa essere accettata...
Dolchi (P.C.I.) - Il testo della mozione potrebbe essere: "Avendo appreso che diverse opinioni sulle soluzioni per gli acquedotti comunali o comprensoriali si prospettano per la realizzazione dell'approvvigionamento idrico dei Comuni della Valle d'Aosta, delibera di incaricare la Commissione consiliare permanente ai Lavori Pubblici di studiare con sollecitudine il problema e di riferire entro due mesi al Consiglio le soluzioni ritenute più idonee".
Montesano (P.S.U.) - Consigliere Dolchi, per dare il mio assenso - io ne parlo perché sono il Presidente di quella Commissione -, io desidererei che nel testo della mozione fosse inserito che esiste una Commissione che ha studiato, ha lavorato intensamente per tre sedute, perché altrimenti io, per quello che mi riguarda, non posso assolutamente aderire, per ragioni di rappresentanza della Commissione...
Dolchi (P.C.I.) - Si potrebbe aggiungere "di riferire entro due mesi al Consiglio in base alle soluzioni e agli studi della Commissione all'uopo nominata dalla Giunta per l'esame...".
Bionaz (D.C.) - Intanto c'è un ostacolo di ordine procedurale: c'è una delibera del Comune di Aosta che va vistata; contro questa delibera c'è un ricorso che vorrebbe, naturalmente, che si cambiasse impostazione. La Giunta deve prendere una decisione su questa delibera; è impensabile che non la approvi, perché non vogliamo renderci responsabili del mancato rispetto di certe scadenze che poi ci farebbero perdere dei contributi. Ora, dato il via a questa delibera, evidentemente, il Comune di Aosta procede per conto suo. Ora, qui si può ricorrere, diremo, ad una componente di queste varie opinioni, cioè che i tecnici incaricati dal Comune di Aosta di studiare il problema cerchino di comportarsi in modo che non ci sia una necessaria incompatibilità, diremo, un contrasto fra lo studio, l'attuazione dell'acquedotto regionale e quello comunale. Mi sembra che questo problema i tecnici lo possano certamente risolvere, ed allora naturalmente non possiamo accogliere questi suggerimenti, perché qui si parla di una dilazione di mesi.
Ora, noi non vogliamo adesso perdere dei contributi, ma non vogliamo neppure, nel modo più assoluto, mettere il Comune di Aosta nella condizione di non poter procedere e andare avanti negli studi. Ecco perché non è accoglibile questa mozione, neanche così come il Consigliere Dolchi l'ha modificata.
Dolchi (P.C.I.) - Solo per chiarire al Presidente della Giunta che io - il mio intervento non è stato sentito - avevo ribadito il concetto che, da parte nostra, non c'è nessuna obiezione per quanto riguarda la deliberazione del Consiglio comunale di Aosta, che che non c'era nessuna intenzione di porre remore all'approvazione di quella deliberazione che, anzi, auspicheremmo fosse rapidamente approvata.
L'acquedotto del Comune di Aosta e la sua ingente spesa noi la vedevamo come componente di un esame più vasto da farsi da parte della Commissione consiliare Lavori Pubblici, in base alle risultanze degli studi, in modo che se ci fosse una visione più generale e organica dei problemi degli acquedotti e non si ritornasse più, per il futuro, a spendere centinaia di milioni - come diceva il Consigliere Manganoni - per tanti piccoli acquedotti che poi, alle volte, si rivelano insufficienti. Ecco perché, stralciando ogni riferimento ad Aosta, la mozione richiama solo l'attenzione della Commissione consiliare Lavori Pubblici: perché, sulla scorta del deliberato adottato dal Comune di Aosta e degli studi della Commissione nominata dalla Giunta, voglia riferire al Consiglio in base ad elementi più approfonditi e a studi più dettagliati.
Bionaz (D.C.) - Queste sue conclusioni, Consigliere Dolchi, sono proprio quelle che noi rassegneremo al Comune di Aosta nell'approvazione della delibera, cioè che si studi il modo di integrare, di compenetrare il progetto dell'acquedotto di Aosta con quello regionale, perché è da 2 o 3 anni che noi vogliamo l'acquedotto regionale. Mi ricordo che, nella seduta che si è fatta in Municipio, ad Aosta, allora si parlava ancora dell'acquedotto di Montagnayes, sono proprio stato io quello che ha detto: "Ma no, scusate, facciamo qualche cosa che serva intanto alla cintura di Aosta e poi che serva anche a tutta la Valle". Ora, siccome non c'è questa incompatibilità e c'è la possibilità di inserire, diremo, di integrare questo studio con l'attuazione di quello di Aosta, mi sembra che siamo perfettamente a posto dando al Comune di Aosta le indicazioni necessarie perché nello studio del progetto si tenga conto di questa necessità, che poi è una necessità che non nasce oggi, esiste da sempre, almeno questo è l'orientamento che la Giunta ha già ribadito diverse volte. Non vedo dunque il perché non si debba... diremo "accogliere" questo nostro punto di vista e che sia necessario votare la mozione, perché la mozione ritorna indietro, caso mai, da quello che è già stato deciso.
Lustrissy (D.C.) - Io, ad ascoltare questo tipo di discussione, sono stato preso da forti dubbi su questioni procedurali: è stata presentata al Consiglio una mozione che faceva determinate premesse e prevedeva un certo tipo di deliberato; ad un certo punto questa mozione viene cambiata completamente, viene sostituita, in pratica, da un altro tipo di mozione. Ora, non so se questo è ammissibile, perché non si tratta di un emendamento sostitutivo, qua si sostituisce tutta la mozione. Per intanto, tutta la discussione che si è svolta fino adesso è snaturata dall'oggetto iscritto all'ordine del giorno che prevedeva un certo tipo di discussione; ad un certo punto si pretende di sostituire la mozione discussa sinora con un altro pezzo di mozione. Io non so se ciò è possibile, se è compatibile con le disposizioni del Regolamento che regolano la discussione delle mozioni. Caso mai si potrà, una volta respinto questo tipo di mozione, approvare un ordine del giorno collegato alla mozione, dove si fa riferimento al problema generale degli acquedotti regionali; qua si tratta, chiamiamolo con un eufemismo, di "sostituzione di persona"!
Bionaz (D.C.) - Questo ordine del giorno non ha ragione di essere, l'abbiamo già fatto noi in Giunta quando abbiamo nominato la Commissione, perché l'abbiamo nominata ad hoc per studiare l'acquedotto regionale.
Lustrissy (D.C.) - ...io volevo dire, se del caso - secondo il mio parere si può - se il Consiglio ritiene di accedere a quella nuova impostazione e collegare l'ordine del giorno, che dovrebbe contenere questa nuova impostazione, alla mozione respinta. Come procedura mi pare assurdo che, ad un certo punto, si possa sostituire completamente una mozione.
Montesano (P.S.U.) - Lei ha detto "sostituzione di persona", la persona c'è, perché si parla di acquedotti, è vero, però gli emendamenti alle mozioni, alle leggi, sono presentabili, si possono anche modificare...
Lustrissy (D.C.) - Non si tratta di emendamento, si tratta di sostituzione completa del testo della mozione; non è un emendamento questo, non è neanche un emendamento sostitutivo, ma è sostituzione di mozione.
Montesano (P.S.U.) - Ad ogni modo il Consiglio giudica col voto, se il Consigliere propone un nuovo quadro di mozione, il Consiglio è sovrano...
Lustrissy (D.C.) - Un tale emendamento non può essere proposto, secondo me, non può essere proposto.
Montesano (P.S.U.) - Io ho risposto al Consigliere Lustrissy per quanto riguarda la procedura; ora il Consiglio può fare in questo campo quello che crede.
Germano (P.C.I.) - Consigliere Lustrissy, io non vorrei che ci fosse nel suo pensiero l'ipotesi che, di fronte ad una mozione che poteva essere respinta, facciamo l'aggiustamento. Non ci preoccupa il veder respingere una nostra mozione, ne sono state respinte tante... no, questa non è una cosa che ci turba, non ci turba per niente... Perché si è arrivati a questo emendamento? Perché nel dibattito in Consiglio abbiamo saputo, per la prima volta, dell'esistenza di questa Commissione e il Presidente del Consiglio, che di questa Commissione è il Presidente, è stato... direi "amabile" nell'informarci sugli scopi, sulla composizione, sul lavoro che questa Commissione aveva svolto. Pertanto abbiamo ritenuto che era necessario e doveroso emendare la mozione in questo senso, non per fare il gioco della "sostituzione di persona", ma solo per l'obiettivo di cercare di fare qualche cosa che possa essere utile.
Benzo (D.C.) - A me pare - non per ritornare sull'argomento che ho trattato prima - che sia necessario precisare un fatto. Lei, Consigliere Dolchi, richiede che queste soluzioni prospettate siano studiate nella loro globalità su questo Piano regionale di acquedotti, e tutto ciò è proprio stato studiato, è già agli atti di questa Commissione regionale. Ora, quindi, si dà il caso che la richiesta da lei fatta di trasformare questa mozione estendendola ai singoli Comuni... questo contrasto di opinioni è superato? No, appunto, perché emergerà dalle conclusioni della stessa Commissione regionale che verranno trasmesse alla Giunta, che dalla Giunta verranno trasmesse all'Assessorato competente in materia, e alla Commissione consiliare permanente Lavori Pubblici, in prima istanza, perché, indubbiamente, dopo dovrà intervenire anche l'Assessorato delle finanze, poiché certamente ci sarà un piano finanziario dove dovrà intervenire anche la programmazione, tutti gli organismi interessati. A me pare che sia del tutto superfluo, in oggi, decidere, decidere che cosa? Un qualche cosa che deve avvenire fra qualche giorno, con delle conclusioni già stilate da una Commissione all'uopo designata che passi gli atti alla Giunta regionale, la quale li trasmetterà alla Commissione consiliare permanente.
Bordon (D.C.) - Vorrei ripetere, anzitutto, le parole del Consigliere Benzo, ma mi sembra che complicate le cose, in questo senso: onestamente i Consiglieri Dolchi e Germano, dichiarano: "Noi non eravamo a conoscenza della Commissione"; a me sembra che questa mozione abbia voluto dire: "Signori, acceleriamo i tempi e vediamo di studiare tutto il problema insieme". Quello che ha detto il Consigliere Benzo è esatto: la Giunta ha esaminato questo problema; ad un certo momento ha ritenuto di farsi confortare in una decisione da una Commissione che molti ignoravano esistesse. Ad un certo momento questa Commissione che cosa fa? Porta il materiale di studio alla Giunta, la Giunta se lo prende e - io penso che sia sempre stato così - abbiamo una Commissione consiliare per i Lavori Pubblici: la Giunta le passerà il materiale e dopo averlo esaminato, la Commissione consiliare Lavori Pubblici lo darà di nuovo alla Giunta che lo presenterà in Consiglio dove avverrà il dibattito. È vero questo? In fondo la Commissione nominata dalla Giunta dovrà pure fare avere alla Giunta la relazione! Ora io penso che la cosa essenziale sia solo questa: che la Giunta, eventualmente, appena ha il materiale trasmesso dalla Commissione - che, combinazione, si riunisce per l'ultima volta il 29 ottobre - entro pochissimo tempo lo mandi avanti e lo porti in Consiglio al più presto.
Dolchi (P.C.I.) - Vorrei dire che sono d'accordo con l'Assessore Bordon, con la conclusione del suo discorso, vale a dire che la documentazione che la Commissione trasmetterà alla Giunta venga a sua volta trasmessa alla Commissione consiliare permanente Lavori Pubblici per un esame approfondito, perché in fondo la nostra mozione non voleva dire che questo.
Montesano (P.S.U.) - Nessun altro chiede la parola? Allora metto ai voti la mozione, così come è stata modificata dal Consigliere Dolchi.
Esito della votazione:
Consiglieri presenti e votanti: 26
Favorevoli: 11
Contrari: 15
Il Consiglio non approva la sottoriportata mozione:
---
Mozione
Il Consiglio regionale
avendo appreso che diverse opinioni sulle soluzioni per gli acquedotti comunali o comprensoriali si prospettano per la realizzazione dell'approvvigionamento idrico dei Comuni della Valle d'Aosta,
delibera
di incaricare la Commissione consiliare permanente ai Lavori Pubblici di studiare con sollecitudine il problema e di riferire entro due mesi al Consiglio le soluzioni ritenute più idonee.
Il Consiglio prende atto.