Objet du Conseil n. 209 du 27 novembre 1968 - Verbale
OGGETTO N. 209/68 - Richieste di modificazioni alle norme sul trattamento giuridico ed economico del personale ausiliario dell'Istituto Regionale Materno, di Aosta, approvate con legge regionale 11 marzo 1968 n. 7. Approvazione di ordine del giorno.
Montesano (P.S.U.) - Al punto n. 18 dell'ordine del giorno vanno collegate le interpellanze iscritte rispettivamente ai punti n. 7 e n. 9 perché sono dello stesso tenore.
Interpellanza
Il Consigliere Regionale del PSIUP
Interpella
l'Assessore alla Sanità ed Assistenza Sociale, nonché la Giunta Regionale, per conoscere i motivi e le valutazioni specifiche che stanno alla base del comportamento, per il Psiup deplorevole e nello stesso tempo indicativo di un certo indirizzo politico, della maggioranza e della Giunta di centro-sinistra nei confronti dei lavoratori ausiliari alle dipendenze dell'Amministrazione Regionale, presso l'Istituto Maternità di Aosta.
Chiede inoltre
che l'Assessore e la Giunta Regionale diano garanzie e assicurazioni affinché ogni altro sacrificio e disagio dei lavoratori e degli assistiti all'Istituto Maternità sia evitato, abbandonando la caparbia intransigenza nel respingere le richieste dei lavoratori più volte avanzate dall'Organizzazione Sindacale, accogliendo ed esaudendo quanto da mesi i lavoratori, con la lotta, rivendicano al fine unico di ottenere migliori e più umane condizioni di lavoro.
Cordiali saluti.
F.to: Tonino Aldo
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Interpellanza
Il sottoscritto Consigliere Regionale Pollicini Angelo
interpella
il Signor Presidente della Giunta Regionale ed il Signor Assessore regionale alla Sanità per conoscere i motivi che ostacolano la soluzione dei problemi sindacali del personale dell'Istituto Materno Regionale di Aosta, la cui lunga vertenza, che ha già comportato 4 giornate di sciopero, minaccia di aggravarsi ulteriormente con la decisione assunta dagli organi sindacali di effettuare uno sciopero a tempo indeterminato a partire dal 18 novembre p.v. con conseguente preoccupante disagio dei degenti.
Il sottoscritto interpella inoltre il Signor Presidente della Giunta e il Signor Assessore alla Sanità per sapere se sono a conoscenza che nel corso della vertenza sono stati assunti - nei confronti alcune scioperanti - provvedimenti condizionatori della Libertà sindacale e se ritengono assumere misure atte a garantire in futuro il libero esercizio del diritto di sciopero e degli altri diritti sindacali.
Distinti saluti.
F.to: A. Pollicini
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Confederazione Italiana Sindacati Lavoratori
Unione Regionale della Valle d'Aosta
Ufficio Segreteria Generale
Prot. n.2323/VB/ac
Aosta, li 1.10.1968
OGGETTO: Richiesta dipendenti - Istituto Materno -
Ill.mo Sig. Avv. Cesare BIONAZ
Presidente della Giunta regionale
AOSTA
e, p.c.:
Ill.mo Sig. Angelo MAPPELLI
Assessore regionale alla Sanità
AOSTA
Ill.mo Sig. Prof. Dr. Franco RIO
Direttore Sanitario Istituto Materno
AOSTA
Agli Assessori regionali
LORO SEDI
In risposta alla Sua del 5 agosto u.s. n. 58992/5 e alla successiva lettera del 13 settembre n. 60412/5 del Direttore Sanitario dell'Istituto Materno, la scrivente, nel prendere atto di quanto in esse affermato in merito alle richieste dei dipendenti dell'Istituto Materno, con la presente rinnova la richiesta relativa all'attuazione della settimana lavorativa di 5 giorni, come previsto per tutto il personale ausiliario dell'Amministrazione Regionale.
La suddetta richiesta è stata riconfermata nel corso dell'Assemblea del personale dell'Istituto Materno che ha avuto luogo nella sede della scrivente, che fra l'altro, non ha ritenuto valide le giustificazioni con le quali è stato risposto alla richiesta stessa.
Inoltre i dipendenti dell'Istituto Materno ritengono che venga data immediata e concreta applicazione alle altre richieste alle quali è stato risposto con le due lettere citate all'inizio della presente.
Per ottenere quanto richiesto i suddetti dipendenti hanno deciso di passare all'azione sindacale che si concretizzerà in un primo sciopero di 48 ore nei giorni 16 e 17 ottobre qualora entro tale data non siano convocate le parti per il raggiungimento di un accordo.
In attesa di risposta, la scrivente porge distinti saluti
Il Segretario Generale: V. Beneforti
Germano (P.C.I.) - Qui ci troviamo di fronte a un altro fatto che io non ho mai visto. Il nostro Regolamento dice: "Per l'iscrizione degli oggetti all'ordine del giorno debbono essere previamente predisposti dai competenti uffici o dalle Commissioni di studio ed in caso su richiesta della Presidenza del Consiglio i referti, le proposte o i memoriali da trasmettersi ai Consiglieri unitamente alla lettera di convocazione".
In questo Consiglio, il Presidente ha detto che quando non ci sono allegati non iscrive l'argomento all'ordine del giorno. Ora qui al punto n. 18 c'è una lettera del Segretario Generale della C.I.S.L., Beneforti, che fa determinate richieste, ma della proposta della Giunta e di che cosa si voglia fare i Consiglieri non sono messi al corrente e adesso dobbiamo sentire dal Presidente della Giunta una proposta che noi, però, non abbiamo avuto neanche il tempo di esaminare perché non si è rispettato il Regolamento.
Montesano (P.S.U.) - Scusi, Consigliere Germano, io voglio fare una precisazione, perché è una questione che riguarda il Consiglio. Io ho detto a suo tempo - e l'ho ripetuto - che non porterò degli oggetti al Consiglio se non mi arrivano gli allegati. Questo oggetto non ha mai avuto allegati, non è che non siano stati trasmessi prevedendo un successivo invio.
Per questo oggetto c'è soltanto una lettera che sarà adesso illustrata dal Presidente della Giunta, ma è un oggetto a sé stante, senza allegati di sorta. Adesso sentiremo il Presidente della Giunta, che forse chiarirà meglio anche in merito alle sue osservazioni.
Germano (P.C.I.) - Il Presidente della Giunta ci può fare tutte le proposte che vuole e nessuno glielo proibisce, però doveva mandarcele prima, perché così è previsto dal Regolamento del nostro Consiglio. Altrimenti noi in questo momento non abbiamo nessun elemento di ponderazione, di riflessione, di pensiero, niente!
Bionaz (D.C.) - E chi ve l'ha detto che io farò delle proposte? ...Va bene, ma mi lasci parlare!
Montesano (P.S.U.) - Scusi, Consigliere Germano, lasci parlare. Adesso c'è l'Assessore Mappelli e poi c'è il Consigliere Pollicini. La parola al Consigliere Pollicini.
Pollicini (D.C.) - Vorrei fare solo una pregiudiziale affinché non si faccia dopo. Mi pare che avendo abbinato le interpellanze a un altro oggetto iscritto all'ordine del giorno, gli interpellanti abbiano diritto a prendere la parola per illustrare la questione.
Montesano (P.S.U.) - Hanno diritto a prendere la parola subito dopo le esposizioni del Presidente della Giunta, è pacifico.
Pollicini (D.C.) - No, dovrebbero avere la parola prima.
Montesano (P.S.U.) - Chi sono i proponenti? Nell'interpellanza il Presidente della Giunta senza dubbio darà delle rispose, e quindi lasciatelo parlare e poi ci saranno le repliche.
Savioz (P.C.I.) - Ma il Regolamento non dice che l'interpellante può illustrare la propria interpellanza?
Montesano (P.S.U.) - Le interpellanze vanno presentate, trattate così come le interrogazioni, quindi la parola al Presidente della Giunta.
Bionaz (D.C.) - Ho fatto dare questo allegato al Presidente del Consiglio perché i Consiglieri sappiano in quali termini questa questione è stata posta.
C'è una rivendicazione sindacale da parte del personale ausiliario dell'Istituto Materno che richiede la settimana lavorativa di cinque giorni. Evidentemente in questo mi pare di essere più che rispettoso delle competenze del Consiglio. Questa rivendicazione implica un onere che certamente oltrepassa le competenze della Giunta. Ho fatto presente questo al Segretario della C.I.S.L. e ho anche ricevuto un giorno i dipendenti con i quali mi sono intrattenuto sulle loro rivendicazioni. Ho fatto presente in modo molto chiaro che siamo di fronte a una rivendicazione che, in sé stessa, potrebbe anche essere circoscritta al personale della Maternità, che però se oltrepassa questi limiti potrebbe essere invocata anche da altro personale della Regione, tra cui ad esempio i Forestali, in numero di circa sessanta, i Cantonieri che sono circa una quarantina, senza contare poi tutta la Scuola che, nel caso diventi Scuola regionale, con ruoli regionali, avrebbe esattamente gli stessi motivi per richiedere l'adeguamento delle condizioni di lavoro a quelle di tutti gli altri dipendenti della Regione, con l'attuazione della settimana corta.
L'onere che dovrebbe essere a carico della Regione si aggira dai 20 ai 25 milioni. Per la verità questi dipendenti sono stati con me estremamente educati, mi hanno illustrato la loro situazione e devo riconoscere che mi hanno anche ascoltato. Hanno fatto una prima giornata di sciopero e poi una seconda e, alla fine, quando ho pensato che dovevo intervenire per un chiarimento in sede consiliare, ho scritto una lettera al Signor Beneforti nella quale precisavo quanto segue: "Con riferimento al suo telegramma in data 2 c.m. comunico che la richiesta dell'applicazione della settimana corta a favore del personale dell'Istituto Materno deve essere sottoposta all'esame delle competenti Commissioni per essere poi sottoposta all'esame del Consiglio regionale per i provvedimenti di competenza nella prossima adunanza. La prego per intanto di interporre i suoi buoni uffizi presso il personale dell'Istituto Materno affinché, in attesa di quanto sopra, sospenda l'agitazione in corso".
L'agitazione avrebbe dovuto iniziare col 18 del mese e il Sindacato l'ha sospesa. Ecco perché mi sono sentito in dovere non solo di discutere le interpellanze presentate dal Consigliere Pollicini e dal Consigliere Tonino, perché in quella sede avremmo già potuto fare un accenno a questa rivendicazione, ma, siccome tutti i Consiglieri non avrebbero potuto partecipare alla discussione, ho pensato fosse più corretto - e persisto in questo mio convincimento - di farne un oggetto specifico di discussione dal titolo: "Richieste di modificazioni delle norme sul trattamento giuridico ed economico del personale ausiliario dell'Istituto Regionale Materno di Aosta". Per questa ragione, cioè affinché i Consiglieri fossero prima di tutto edotti della questione, e che si potesse discutere con ampiezza questo argomento senza che la Giunta avesse preso delle decisioni in merito, ho ritenuto di farne un oggetto di discussione particolare a cui si abbinerà evidentemente la risposta da dare agli interpellanti. Questa è la procedura che è stata seguita.
Nel merito io mi limito a fare delle constatazioni. Le rivendicazioni sindacali che hanno determinato l'agitazione, ancora in corso, del personale ausiliario addetto agli Istituti di cui sopra si possono praticamente considerare ormai ridotti a due: il miglioramento dei rapporti umani - perché questo è il tema oggetto di un apposito comma dell'interpellanza del Consigliere Pollicini - e la concessione della settimana corta.
Per quanto riguarda il primo punto, l'Assessore regionale è intervenuto presso la Direzione sanitaria dell'Istituto e presso il rimanente personale direttivo dell'Istituto stesso al fine di assicurare il miglioramento dei rapporti sociali all'interno dell'Istituto, sia per quanto riguarda i rapporti di servizio e disciplinari tra i superiori ed inferiori, sia per quanto riguarda i rapporti di lavoro fra il personale subalterno.
Per quanto riguarda la richiesta della concessione della settimana corta di servizio, si fa presente che, in fase di elaborazione delle norme della recente legge regionale relativa al nuovo trattamento giuridico ed economico del personale dell'Istituto Materno (legge regionale dell'11 marzo 1968, n. 7), con l'apposita Commissione di studio di cui facevano parte i rappresentanti dei Sindacati e della Commissione interna del personale regionale, ebbi a concordare sulla non possibilità di attuare la settimana lavorativa di cinque giorni, in quanto avrebbe comportato maggiori costi di gestione dell'Istituto e disfunzione dei servizi interni dell'Istituto stesso. Va notato che in nessun altro Istituto ospedaliero risulta praticata la settimana corta di servizio per il personale ausiliario e sanitario.
La predetta Commissione concordò di compensare la non concessione della settimana lavorativa di cinque giorni mediante l'aumento a 40 giorni del periodo di ferie annuali, nonché mediante la concessione del riposo nelle festività infrasettimanali e la concessione di una indennità per il servizio notturno.
Va notato altresì che il personale ausiliario dell'Istituto Materno, in seguito all'entrata in vigore della sopracitata legge regionale e della sistemazione a ruolo con la conseguente applicazione della tabella a ruolo aperto degli stipendi annui, beneficia ora di un sensibile miglioramento del suo trattamento giuridico ed economico, quest'ultimo di molto superiore a quello delle analoghe categorie di personale ausiliario degli altri ospedali.
Occorre anche tener presente che l'eventuale concessione della settimana lavorativa di cinque giorni al predetto personale sarebbe sicuramente seguita dalla richiesta di analoga concessione da parte del rimanente personale sanitario dell'Istituto nonché, come ho già accennato, degli Agenti forestali e stradali della Regione, come pure da parte del personale dell'Ospedale Mauriziano. Naturalmente tale concessione dovrebbe essere estesa anche al personale degli altri costruendi Istituti ospedalieri e di ricovero, quali l'Ospedale Geriatrico, l'Istituto Psico-Medico-Pedagogico, l'Ospedale Psichiatrico ed un Reparto Cronicario annesso all'Ospedale Geriatrico. Le maggiori spese annue che deriverebbero a carico del bilancio della Regione dalla concessione della settimana lavorativa di cinque giorni dalle varie categorie del personale di cui si tratta sarebbero indubbiamente molto gravose e si aggirerebbero sulla cifra che io vi ho accennato.
Per quanto riguarda l'accenno che è stato fatto da parte del Consigliere Pollicini, il quale interpella inoltre il Signor Presidente della Giunta ed il Signor Assessore alla Sanità per sapere se sono a conoscenza che nel corso della vertenza sono stati assunti, nei confronti di alcuni scioperanti, provvedimenti condizionatori della libertà sindacale e se si ritiene di assumere misure atte a garantire in futuro il libero esercizio del diritto di sciopero e degli altri diritti sindacali, io debbo dire che a me non risultava nulla di tutto questo. Non risulta che nel corso della vertenza siano stati assunti per alcuni scioperanti provvedimenti condizionatori della libertà sindacale. Per cui non vi è alcun motivo, per quanto mi concerne e concerne l'Amministrazione, che giustifichi la misura atta a garantire il libero esercizio del diritto di sciopero, perché questo è stato ampiamente garantito. Io debbo dire credo - e me ne daranno atto le persone che io ho ricevuto, sia pure in ritardo, perché forse l'avrei dovuto fare prima - che è la prima volta che non vi sono stati impedimenti. Sono stato molto lieto di parlare con queste Inservienti, che erano quasi tutte donne, e ho detto che questo problema non è di facile soluzione, non circoscritto, ma è un problema che comporta notevoli implicazioni e che indubbiamente dovrà essere esaminato con molta ponderazione, prima di tutto da parte delle Commissioni e poi del Consiglio regionale.
Io mi limito, per adesso, a dare queste spiegazioni, ma credetemi: in questo caso la Giunta non ha iniziative da assumere, la Giunta sottopone al Consiglio questo problema che lo deve esaminare, ricordando che stiamo per assumere la gestione dell'Ospedale Mauriziano in base alla "legge Mariotti" che è esecutiva e l'allargamento della sfera di competenza da parte della Giunta dell'attività ospedaliera deve essere esaminato anche alla luce di questa richiesta di provvedimento.
Io mi rendo conto che possono anche essere fondate le richieste dei dipendenti, che si chiedono perché non sono tutti uguali i dipendenti dell'Amministrazione regionale e perché non tutti hanno la settimana corta. È un ragionamento che può essere fatto, però non si deve dimenticare che in sede di regolamento organico queste esigenze sono state tenute presenti con l'aumento delle ferie. Inoltre, non si deve dimenticare che anche altri dipendenti della Regione non hanno ancora la settimana corta e che sono - come ho detto prima - tutti i Forestali (una sessantina) e tutti i Cantonieri (una quarantina). Il Consiglio deve sapere anche questo e noi ci limitiamo a informare dettagliatamente il Consiglio di questa situazione, senza malanimo, senza cattiva volontà verso una categoria di dipendenti regionali che fa il suo dovere.
In queste situazioni, Signori Consiglieri, siete voi che dovete dare un'indicazione alla Giunta su quello che si deve fare, non per il fatto specifico in sé stesso, ma per le conseguenze, per le implicazioni che qualsiasi proposta in questo campo potrebbe portare a carico dell'Amministrazione regionale.
Io ho finito la mia esposizione. Mi riservo di rispondere a coloro che vorranno pormi delle domande e anche l'Assessore alla Sanità avrà degli elementi da esporre. Ho voluto che questa situazione fosse oggetto di uno specifico punto dell'ordine del giorno proprio perché venisse esaminato da tutti i Consiglieri, e non solo con una risposta a due interpellanze, quella di Tonino e quella di Pollicini. Quella di Tonino, per la verità, non l'ho troppo compresa, lo pregherei di illustrarmela un po' meglio, ma quella del Consigliere Pollicini era abbastanza chiara e io ho già avuto con lui scambi di vedute su questa situazione e l'ho fatto presente al Direttore della C.I.S.L., Signor Beneforti. Con me tutti si sono comportati con comprensione, pur comprendendo la rivendicazione dei dipendenti sotto un profilo sociale. Non vanno dimenticate le possibili conseguenze di ordine economico e di ordine ugualitario per tutti gli altri dipendenti della Regione.
Montesano (P.S.U.) - Prima di dare la parola ai due interpellanti, vorrei sentire la risposta dell'Assessore alla Sanità.
Bionaz (D.C.) - Devo precisare un'altra cosa, scusate, mi era sfuggita: l'Istituto Materno, grava sulla Regione per un passivo di 70 milioni all'anno, semplicemente questo.
Mappelli (D.C.) - Io non ho voglia di fare polemica su questa faccenda, perché è così delicata che non credo sia il caso di permettersi di fare delle valutazioni e delle speculazioni su un fatto di questo genere.
Giustamente qualcuno dirà: come mai anziché portare l'argomento direttamente in Consiglio non è passato alle Commissioni? Io ricordo - e mi sono buoni testimoni l'amico Lustrissy e il Consigliere Germano - che già l'anno scorso c'era la preoccupazione della settimana corta, tant'è vero che, parlando di settimana corta a questi dipendenti, da parte un po' di tutti noi si è avviato il problema in previsione della "legge Mariotti" prevedendo la compensazione in piccola parte con alcune giornate di ferie.
Il problema però è rimasto in piedi, anche se personalmente credevo di vedere delle soluzioni, che però allora non erano state prese in considerazione e tornano alla ribalta a distanza di quasi un anno, perché la legge è stata approvata esattamente il 16 aprile di quest'anno. Il Presidente ha già parlato di alcuni benefici normativi economici e di alcuni vantaggi derivanti dall'attuazione di questa nuova legge, tra cui l'assunzione di alcune persone all'Istituto Materno per poter dare la possibilità di disporre delle ferie e delle festività infrasettimanali che prima non esistevano.
Abbiamo fatto, senza presunzione, semplicemente il nostro dovere e quanto era possibile percorrendo una strada nuova all'interno dell'Istituto Materno, malgrado le difficoltà. Ringrazio chi ha capito e dato la possibilità di portare avanti un discorso serio quale quello dei concorsi anche per le assunzioni del personale ausiliario. Abbiamo fatto quanto ci era possibile per accelerare i tempi, difatti il Regolamento è stato approvato il 16 aprile, e il 17 aprile la Giunta ha approvato il passaggio a ruolo di tutti coloro che non avevano i due anni di servizio. Se ben ricordate, nel primo Consiglio regionale utile, quando è stata nominata questa Giunta, ho chiesto gentilmente di nominare il rappresentante della minoranza nella Commissione prevista per il personale, per poi permettere di passare a ruolo anche chi non aveva tale requisito. Questo aspetto mi pare sia stato seguito dalla Signora Chanoux. Quindi immediatamente dopo questa prova c'è stato il passaggio a ruolo anche di questo personale, con un po' di sfortuna questa volta, perché la Commissione di Coordinamento fece dei rilievi ai quali abbiamo dovuto riparare in un mese. I dieci posti di Aiuto-Infermiere - se il Consigliere Germano ricorda - erano stati previsti in sede di Commissione per riconoscere al personale il lavoro prestato all'interno dell'Istituto per un certo numero di anni e dargli la possibilità di aumentare di livello partecipando a un concorso. Venne indetto un concorso pubblico perché, per questo personale, mancando il requisito dei due anni di ruolo, non era possibile effettuare un concorso interno. Pertanto coloro che avevano questi titoli, dopo le prove di esami, sono divenuti Infermieri. Il bando di concorso era stato pubblicato il 14 agosto con scadenza il 6 settembre; il 10 settembre la Commissione si è riunita, il 17 si svolsero le prove di selezione e il 18 la Giunta deliberò. Questo ci permise di avere altri posti vacanti da Inservienti per cui fu indetto un concorso con successivo bando del 26 settembre, per quattro posti da Inserviente, con scadenza il 18 ottobre. Il 23 ottobre si riunì la Commissione, il 28 ottobre si svolsero le prove di selezione e il 6 novembre sono entrati in servizio alcuni Inservienti. Questo era per dire che tutto quello che si poteva portare avanti in questo senso l'abbiamo fatto, senza risparmio di buona volontà.
Logicamente ci sono ancora dei problemi, ad esempio quello della riduzione di orario. Avendo portato di nuovo l'argomento in Commissione, quando un anno fa il sottoscritto fece presente alla Commissione che i dipendenti chiedevano la settimana corta, la Commissione stessa ritenne di chiudere la questione momentaneamente dando dei vantaggi come le ferie. Ora mi pare, visto che il Consiglio regionale è chiamato a decidere e ci sono delle preoccupazioni, delle valutazioni da fare al di fuori di questo personale, che il problema sia molto chiaro, molto semplice: se si vuol dare la settimana corta a questi dipendenti il Consiglio regionale decida in questo senso e il problema sarà chiuso. Questo mi pare il sugo di tutto l'affare. Se poi vogliamo andare nel merito, non me la prendo a male con l'amico Tonino quando dice di abbandonare la caparbia e l'intransigenza nel respingere le richieste. Nessuno ha respinto niente e questo è un problema che esisteva fin da allora, lo sapevamo.
Per quanto mi concerne, nella misura che mi era possibile sono andato incontro alle richieste, dunque non c'è un rifiuto. Se il Consiglio è d'accordo per esaminare questo problema lo si fa e il problema è chiuso, senza stare lì a girarci intorno, perché, come dico, non è il caso di speculare su questo, poiché sappiamo perfettamente di cosa si tratta e oramai lo conosciamo così bene che non abbiamo nient'altro da aggiungere, se non di decidere in questa direzione.
Tonino (P.S.I.U.P.) - Signor Presidente, lei ha fatto presente - lo diceva poco fa - che avrebbe informato il Consigliere Pollicini e il Signor Beneforti di tutto quello che ha detto oggi in questa Sala. Faccio notare che sopra, in Tribuna, tra il pubblico, ci sono i dipendenti della Maternità Infanzia che attendono, oltre alle parole, l'impegno per risolvere il loro annoso problema. Infatti vorrei fare notare che la prima richiesta fatta dai dipendenti alla Giunta regionale è datata 31 luglio 1968; pertanto, essendo decorsi mi pare circa quattro mesi, ci sarebbe stato il tempo di convocare il Consiglio regionale e provvedere prima. Non è quindi una novità.
Mi dichiaro completamente in disaccordo con la sua risposta così indicativa di un certo indirizzo politico responsabile della situazione creatasi e il disagio creato dalla vostra insensibilità a risolvere i problemi di questi dipendenti. Guardi che non voglio fare della demagogia su queste cose, non è la C.I.G.L. che ha avanzato queste richieste, è la C.I.S.L. Lei sa benissimo che il nostro Partito non è aderente alla C.I.S.L., ma è un Partito aderente alla C.I.G.L. Ribadisco quindi che non è con demagogia che voglio fare rilevare queste cose.
Inoltre vedo che non sono stato il solo a presentare un'interpellanza sull'argomento e che altri ne hanno presentato una analoga alla mia. Non sono soddisfatto nemmeno della sua risposta di prendere decisioni quando gli operai, in questo caso gli impiegati, passano all'azione sindacale. Questo avviene quando si ha a che fare con dei padroni ottusi e mi spiace tanto che in questo caso si tratti della Regione. Le faccio inoltre notare che il personale ausiliario della Maternità Infanzia ha già osservato due giornate di sciopero ed è disposto a fare la terza domani, se non si normalizza questa incresciosa situazione.
Qui non si parla di uno sciopero di Cantonieri, si parla di Maternità e Infanzia e, proprio per il lodevole lavoro che svolgono questi ausiliari dal quale dipende sovente la stessa vita di una donna, è indispensabile voler chiudere questa vertenza e passare ad agire coi fatti.
Pollicini (D.C.) - Signor Presidente, in un Paese come il nostro...
Montesano (P.S.U.) - Avverto il pubblico che non può fare cenni di approvazione o riprovazione, nel qual caso c'è anche la possibilità di sgomberare la Tribuna, quindi il pubblico rimanga tranquillo.
Pollicini (D.C.) - Vorrei fare osservare che ho notato che si è infranta una consuetudine, quella di permettere ai Consiglieri di illustrare le interpellanze; oggi, per la prima volta, ci è stato detto che non è possibile non essendo previsto dal Regolamento. Noi ritenevamo, almeno per quanto mi riguarda, che la consuetudine fosse invece rispettata nel tempo. Al di fuori di questa osservazione, vorrei ricordare che in un Paese come il nostro, dove purtroppo la piaga della disoccupazione non è ancora stata vinta, la conservazione del posto di lavoro è nella gran parte dei casi difesa a qualunque prezzo, anche quando ciò vuol dire subire ingiustizie, mortificazioni o altro.
Tutti i dipendenti pubblici sono tesi quindi a superare la fase di aleatorietà dell'impiego per raggiungere mediante l'inquadramento a ruolo quella sicurezza del posto di lavoro che dà tranquillità per l'avvenire. Questo preambolo penso sia necessario per spiegare la situazione e le richieste sindacali del personale dell'Istituto Materno di Aosta, il cui regolamento organico è in vigore appena dal primo gennaio di quest'anno. Senza dubbio il regolamento costituisce la prima e più importante tappa sindacale senza la quale ben difficilmente potranno essere percorse quelle successive. La vertenza di cui alla mia interpellanza rappresenta appunto la seconda tappa sindacale delle dipendenti dell'Istituto Materno, che ha preso le mosse da una richiesta scritta inviata all'Amministrazione regionale dalla C.I.S.L., con lettera 1625 del 13 luglio, collega Tonino, e non del 31 - quindi mezzo mese prima - nella quale venivano poste le rivendicazioni del personale, che non sto a citare perché già largamente illustrate. Mi limiterò a ricordare che le rivendicazioni sono state avanzate circa quattro mesi e mezzo fa, quindi vi era un lasso di tempo più che sufficiente per approfondire i problemi e trovare le soluzioni idonee e degne di un Ente pubblico che, proprio per la sua natura, ha anche il compito di essere all'avanguardia sul piano sociale.
Con questo spirito verso i primi di agosto ho inviato una lettera al Presidente della Giunta, auspicando la soluzione della vertenza. Dopo tre mesi di inutile attesa dall'inizio delle trattative, con un preavviso di quindici giorni, la C.I.S.L. ha proclamato ed effettuato un primo sciopero di due giorni, il 16 e 17 ottobre. Il giorno dopo, 18 ottobre, sempre la stessa Organizzazione sindacale preannunciava un ulteriore sciopero di altri due giorni per il 30 e 31, anch'esso regolarmente effettuato, perché nessuno spiraglio era stato nel frattempo aperto dall'Assessorato competente, neppure una proposta interlocutoria che anche un qualsiasi datore di lavoro privato avrebbe avanzato. Mi risulta infine che nel corso di un incontro avvenuto il 30 ottobre fra il Signor Beneforti e l'Assessore alla Sanità, Mappelli, il Sindacato comunicava che a partire dal 18 novembre avrebbe proclamato uno sciopero a tempo indeterminato, revocato poi in seguito ad una lettera inviata dal Presidente della Giunta alla C.I.S.L., con la quale l'Avvocato Bionaz comunicava che la richiesta dell'applicazione della settimana corta doveva essere sottoposta all'esame della competente Commissione per essere poi portata all'esame del Consiglio regionale per i provvedimenti di competenza nella prima adunanza utile. La lettera del Presidente della Giunta alla C.I.S.L. è del 12 novembre.
A questo punto io mi domando perché questa procedura non è stata seguita prima, avremmo evitato quattro giornate di sciopero in un settore tanto delicato come la Maternità! D'altra parte, entrando nel merito della richiesta della settimana corta, che senz'altro è l'ostacolo maggiore per il raggiungimento dell'accordo, la stessa Amministrazione regionale ne ha riconosciuto il principio attraverso la concessione di dieci giorni di ferie in più proprio a tale titolo.
In conclusione, a quattro mesi e mezzo dal suo sorgere, la vertenza non è stata ancora impostata verso la fase risolutiva dall'Amministrazione regionale. Si è perso inutilmente tanto tempo quasi da sembrare indice di scarsa sensibilità per i problemi sindacali e, poiché so che questo non è vero, ho domandato di conoscere i motivi che ostacolano la soluzione della vertenza di questo personale. Inoltre - e qui lo ribadisco - sono venuto a conoscenza che, nel corso della vertenza, e precisamente dopo lo sciopero del 16 e 17 ottobre, vi sono stati cinque trasferimenti di reparto non propriamente giustificabili da esigenze interne e quindi tali da essere collegati con lo sciopero. Risulta anche che un certo numero di Inservienti, proprio nei giorni successivi allo sciopero, sono state convocate singolarmente dai superiori proprio per la loro adesione alla vertenza, alle quali è stato fatto un discorso che le ha preoccupate notevolmente, se è vero che alcune sono uscite dal colloquio piuttosto scosse. È fuori discussione che simili atteggiamenti non possono essere tollerati in un settore come quello pubblico ove, per sua natura, i rapporti umani e le libertà sindacali dovrebbero costituire un moderno modello di convivenza civile nei luoghi di lavoro. Si rende quindi necessario l'intervento dell'Amministrazione regionale al fine di ottenere garanzie affinché gli episodi lamentati non abbiano a ripetersi.
Concludendo, mi pare che la risposta del Presidente della Giunta sia da considerare accettabile come presupposto per una soluzione soddisfacente del problema.
Manganoni (P.C.I.) - Io, prima di fare il mio intervento, vorrei una precisazione, vorrei alcuni dati che non conosco: vorrei sapere quante ore fanno alla settimana questi lavoratori o queste lavoratrici oggi e quante ore farebbero con la settimana di cinque giorni lavorativi. Io pregherei di darmi una risposta, è una domanda che pongo perché il mio intervento è anche condizionato da questo.
Mappelli (D.C.) - Adesso fanno sei giornate alla settimana per otto ore al giorno, mi pare siano questi i termini, perché prima facevano nove ore, poi sono scesi a otto ore.
Manganoni (P.C.I.) - Quindi oggi sono 48 ore e con la settimana corta sarebbero 40.
Germano (P.C.I.) - Io volevo dire questo, indipendentemente dagli orari, e l'ho detto all'inizio che non capivo il perché di questo oggetto formulato in modo strano: non è mai successo in Consiglio regionale di avere un atto che fosse una lettera di un Sindacato che poneva una questione, non è mai successo.
Adesso mi pare di capire un po' di più il perché di questo atteggiamento, lo capisco un po' di più dal contenuto del discorso dell'Avvocato Bionaz, il quale dice che il Consiglio è libero di decidere su un argomento sul quale vuole che ognuno dica le proprie opinioni e faccia le proposte alla Giunta. Però ci illustra anche tutte le difficoltà, perché ci saranno altri dipendenti regionali che poi ci richiederanno le stesse cose, poiché gli ospedali poi diventeranno regionali e il costo aumenterà. Tenendo conto di tutto questo allora il discorso viene fuori e ci dice che cosa voleva il Presidente della Giunta: voleva che nel Consiglio ci fosse una certa preoccupazione e si dicesse "Fate altro, ma non fate questo".
Ora io penso che il Consiglio non risponderà così, se questo era il suo pensiero. Posso anche sbagliarmi, Avvocato Bionaz, posso anche sbagliarmi, la mia impressione però è stata questa. E l'impressione viene avvalorata quando ho sentito i tempi che io non conoscevo; se è una vertenza aperta da quattro mesi, perché non si è assegnata la questione alle competenti Commissioni cosicché nel giro di quattro mesi sarebbero già arrivate proposte in Consiglio e, magari, sarebbero già state approvate o perlomeno sarebbero state approvate oggi, in questo Consiglio? Non abbiamo interesse a tenere agitazioni a lungo raggio, non siamo nella posizione dei padroni che vogliono sfruttare all'osso i dipendenti. Siamo in un'altra posizione, tutti i Consiglieri lo hanno detto, quindi era giusto sottoporre la vertenza alle competenti Commissioni in modo che potessero predisporre delle proposte al Consiglio e si discutesse su queste. Io capisco che le proposte in questo campo devono tener conto di una serie di accorgimenti, in modo da garantire i servizi, ma si possono trovare gli accorgimenti sufficienti per garantire i servizi e accogliere queste rivendicazioni.
Su queste rivendicazioni noi, come linea, siamo dalla parte dei lavoratori per una questione di giustizia prima di tutto, perché l'Assistente alla maternità come la Dattilografa o il Tecnico regionale o altri dipendenti devono avere lo stesso trattamento rispetto alle cinque giornate ed evidentemente ci deve essere giustizia. Soprattutto noi siamo per una giustizia generale, perché pensiamo che la lotta dei lavoratori deve andare alla conquista di questo per tutti i lavoratori e tutte le lavoratrici, in tutti i campi di lavoro, quindi come linea generale noi siamo per questo e per il progresso. Quando si dice che abbiamo dato due giorni in più di ferie e dieci posti di Aiuto-Infermiere, è tutto vero, ma non abbiamo fatto niente di straordinario, abbiamo solo dato una cosa che dovevamo dare e si tratta di diritti acquisiti e i lavoratori, quando hanno dei diritti acquisiti, non è che hanno finito lì, la strada per l'emancipazione è ancora molto lunga, ci saranno altre rivendicazioni prima di aver percorso tutta la strada dell'emancipazione dei lavoratori.
Come linea noi siamo al fianco dei lavoratori con queste e per queste richieste. Si è detto che costa alla Regione 70 milioni, ma ci sono altre strade per ridurre questo importo, bisogna vedere a monte il costo dei medicinali e cosa si dovrebbe fare per ridurre questo costo, come anche vedere altre situazioni, invece di stare qui a spiluccare sul lavoratore più umile. Ci sono dei mezzi per ridurre questi costi, basta discuterne francamente, tranquillamente con un obiettivo che è quello della difesa dei lavoratori. Noi non possiamo per nessun motivo discostarci da questa linea e siamo pronti a discutere per trovare gli accorgimenti e le misure necessarie per garantire i servizi e, nel medesimo tempo, per accogliere quella che è una giusta richiesta dei lavoratori.
Bordon (D.C.) - L'Assessore Bordon non sa come incominciare, non sa come incominciare perché in linea di massima i compiti antipatici sono sempre stati affidati all'Assessore alle Finanze e invece questa volta l'Assessore alle Finanze questo compito non lo vuole. Perché - mi perdonerete se non assumo un atteggiamento tragico in questo discorso - vi dirò che sono un po' geloso del "bravo" che è stato detto all'amico Tonino da gentili donzelle che sono qui, presenti in Tribuna, e che noi abbiamo ammirato prima nella hall, come sono spiacente col Presidente del Consiglio che ha detto che il pubblico non poteva parlare, perché un altro "bravo" l'avrebbero detto a Pollicini. Io sono qui per avere due bravi, pensate un po' come ci sono rimasto male! Secondo il mio modesto parere, non c'è niente di più bello e più simpatico che fare la parte che avete fatto voi e che vogliamo fare anche noi, guardate un po', perché quando voi ci venite a dire che noi siamo insensibili a questi problemi, che noi rappresentiamo la classe padronale, che noi siamo qui per non concedere e non so che cosa avete detto altro, ebbene Signori, io mi permetto di dirvi a nome di tutta la Giunta che sono tutte illazioni gratuite, perché Signori, qui è facile il problema, io sono sempre molto schietto e se anche poi non sarà favorevole per me non m'importa niente. Tutte le volte che sono trattati problemi di questo tipo, che cosa si vede? Si vedono 50 o 60 dipendenti che rappresentano forse 120 o 160 voti di preferenza o meno, questa è la situazione. Ora io vi voglio dire una cosa molto semplice e non entro nelle discussioni dei quattro mesi trascorsi: vi dirò che la Giunta ha esaminato questo problema con la massima benevolenza, ma non vorrei che vi fermaste su quella parola, perché io penso che la Giunta... e l'ho detto all'amico Mappelli, che deve ammetterlo, perché la Giunta è favorevole a dire sì... perché, caro amico Germano, sono tutti qui per esaudire tutte le richieste che vengono fatte dai lavoratori ed è molto facile fare la parte del sì, mentre è più difficile fare la parte del no.
Pertanto io vi dico che la Giunta ha esaminato questo problema con lo stesso criterio con cui l'avete esaminato voi... un momentino, io non ti ho interrotto Germano bello, io non ti ho interrotto! Questi colloqui ti piacciono, ma io ti dico che tu non hai il monopolio della difesa di questi interessi dei lavoratori. Come Partito voi vi attribuite questo potere soltanto quando siete all'opposizione... non mi disturbare, devi avere pazienza, quando tu ce l'hai con me io ti ascolto con piacere e tu, se non vuoi ascoltarmi con piacere, lasciami però parlare. Allora, amico Germano, io ti dico che tu mi stai facendo perdere il filo perché sei un vecchio volpone, ma il filo non lo perdo, tu sei sempre favorevole soltanto quando sei all'opposizione e quando sei in maggioranza la tua mentalità cambia completamente. Noi, di questo Governo di Centro-Sinistra, invece, non cambiamo mentalità, e la mentalità è questa: ci sono delle rivendicazioni che sono tutte giuste e io ritengo che tutti gli operai, i famosi "lavoratori" che voi difendete a parole, abbiano diritto di essere aiutati e che le loro richieste hanno l'obbligo di essere prese in esame da parte nostra. Quindi in questo caso nessun voto di preferenza da una parte o dall'altra, perché come voi siete capaci di dire sì per il sabato, noi potremmo anche essere capaci di dire sì per il lunedì, tanto per incominciare.
Ho fatto questa piccola precisazione e sono veramente lieto che i lavoratori che voi difendete a parole ci stiano a sentire in Tribuna. Naturalmente faranno poi le solite accuse di capitalisti, tutte quelle vecchie baggianate che noi sentiamo da tanto tempo ma che non fanno più presa, perché noi sappiamo come li fate rigare i lavoratori voi, quando potete. Però, dopo aver chiesto scusa per questo piccolo sfogo perché anch'io volevo un piccolo bravo - anche se non me lo danno me lo dovranno dare -, torniamo al sodo.
Noi, in Giunta, abbiamo esaminato questo problema; non so se la risposta è stata tempestiva o no, e guardate che a volte mi pare, come modesto Assessore alle Finanze, di esaminare questi problemi da un punto di vista un po' diverso. Il punto di vista è questo: la Giunta è favorevole a venire incontro alla richiesta di questi lavoratori e anche di altri che verranno dopo, perché è una cosa sacrosanta e siamo venuti in Consiglio regionale con questa impostazione. Pur già sapendo a priori che per politica ormai non si dice più no perché dicendo no si spostano i voti di preferenza, tanto per incominciare io vi dico abbiate la pazienza di sentire alcuni dati, e poi il Consiglio regionale, con tutta tranquillità d'animo, dirà che ha ragione la Giunta - veniamole incontro - oppure che non ha ragione.
Si cita sempre l'Assessorato alle Finanze che qualche volta non è preparato: è logico perché non si può essere preparati in tutto! Io lo sono di ben poco, ma generalmente porto dei dati di fatto e ve li elenco. Consuntivo 1967 Istituto Materno: entrate per rette di ricovero 138 milioni e 105 mila; spese 165 milioni e 196 mila; compensi lavori straordinari e per stipendi 3 milioni circa; Totale del passivo: 169 milioni (tralascio le migliaia). In più ai 169 milioni vi sono le spese di vitto e medicinali per 57 milioni e 716 e le pulizie per 22 milioni. Totale: 80-81 milioni". In conclusione il totale generale delle spese ammonta a 254 milioni 600 mila. Passivi di gestione, escluse le spese di ammortamento: 116 milioni; spese sostenute dai Lavori Pubblici per l'ampliamento dell'Istituto: 14 milioni, abbiamo un passivo alla Maternità di 131 milioni.
Se io stessi zitto, mi direbbero ma che cosa c'entra questo con le rivendicazioni? Non c'entra proprio niente, perché io vi dico che su 131 milioni di passività della Maternità sapete quanto graverebbe di più sul bilancio della Regione la spesa per accontentare queste giuste richieste delle lavoratrici? Abbiamo previsto un altro passivo di 30 milioni! E voi vorreste che noi, anche politicamente, fossimo così cretini da venirvi a dire che non glieli dobbiamo dare? Ma Consigliere Germano ci valuta proprio troppo poco, valiamo poco in confronto a te! Queste fesserie non le faremmo certamente e quindi, ripetiamo, che per quel disgraziato bilancio della Regione da voi sempre vilipeso, questi 30 milioni in più o in meno, fanno ridere.
Con questa partenza la Giunta vi dice quindi di esaminare tutti insieme questo problema con la massima larghezza di vedute, perché non sono questi 30 milioni che possono scombussolare il bilancio. Un bilancio che "volere o volare" un certo importo di 15, 16 miliardi ce l'ha e quindi immaginatevi se, in confronto a questi miliardi, 30 milioni ci danno noia. Chiaro questo? Quindi non insensibilità e non tutto il merito, caso mai il merito è di tutti, perché tutti i Consiglieri della Regione spendono denari pubblici.
Che cosa abbiamo voluto portare noi, in Consiglio? Il Presidente penso che ve lo abbia già detto prima. Il Presidente del Consiglio ha voluto, come me, modesto Assessore alle Finanze, richiamare la vostra attenzione su questi fatti. I fatti sono questi: noi stiamo per esaminare una proposta di legge che dovrebbe trasferire alla Regione l'Ospedale Mauriziano, ma alcune richieste dei Forestali - che forse ci toglieranno il sonno, ma ormai siamo abituati a tutto, però - ci daranno più fastidi di questi 30 milioni e voi immaginate se domani dovessimo assumere l'Ospedale Mauriziano a nostro carico, che oggi non so se pareggia, ma non m'interessa. State tranquilli che, se tanto mi dà tanto, l'Ospedale Mauriziano dovrebbe avere una passività piuttosto importante. Ora io chiedo soltanto, come Assessore alle Finanze, a questo Consiglio di dire sì per questi Signori, perché è giusto che si dica sì, e di tener ben presente ciò che vi ho sottoposto, poiché altrimenti io so già che quello che abbiamo detto verrà sovvertito completamente.
Noi riteniamo di accogliere questa richiesta e se voi ritenete come noi di aderire, vi ripetiamo che non sono i trenta milioni che ci preoccupano. Eventualmente ricordatevi soltanto che bisogna pensare a quello che può avvenire in futuro e non perché non si debbano dare questi denari, perché 30 milioni su questo bilancio non ci preoccupano. Io chiedo che la Commissione Affari Generali, quando sarà il momento, esamini la situazione della Maternità, che è un Istituto che va avanti molto bene per quello che mi risulta, perché non è una competenza del mio Assessorato, però so che il personale è ottimo e chi ne ha usufruito è soddisfatto. Siccome la Regione ha speso dei milioni per la sistemazione della Maternità, vorremmo che fosse anche un piccolo gioiello, perché tutto quello che si fa in Valle dovrebbe essere proprio in prima fila.
Ritenete che questo si possa fare come lo riteniamo noi? Benissimo, tutti d'accordo, e allora deliberiamo, vuol dire che in seguito poi provvederemo, ma niente "insensibilità" perché queste cose non le vogliamo sentire.
Milanesio (P.S.U.) - Signor Presidente e colleghi Consiglieri, è una discussione interessante, senza dubbio, quella di questa sera su questo argomento, che si presta anche a considerazioni di carattere - chiedo scusa alle categorie interessate - umoristico, soprattutto per quanto riguarda l'atteggiamento di alcuni Consiglieri.
Innanzitutto io ritengo che il compito di ogni Consigliere regionale, come Amministratore del denaro pubblico, deve essere quello, nel valutare le richieste di una categoria, di non isolarle da un contesto generale, ma di fare una valutazione globale, perché se è vero che ai lavoratori non si deve togliere quello che hanno è altrettanto vero che non dobbiamo arrivare a creare sperequazioni. Non lo dico ovviamente perché temo di essere scavalcato sul piano della demagogia, non ho queste preoccupazioni, perché rappresento anch'io un Partito che lotta da diverso tempo per difendere gli interessi delle classi lavoratrici. In linea di principio non posso che essere d'accordo sulle giuste rivendicazioni di questa categoria, però io non posso, nello stesso momento in cui dico di essere d'accordo con queste rivendicazioni, dimenticare le altre categorie che si trovano in situazioni analoghe e che sono state grosso modo elencate, tra cui i Forestali, i Cantonieri e forse altri dipendenti della Regione che probabilmente si aggiungeranno. Il mio, in fondo, è un discorso impopolare, ma lo devo fare perché qui, a questo banco, sono un Amministratore regionale e devo tener conto dell'interesse generale.
Io ritengo quindi, senza voler entrare nel merito di certe considerazioni - perché, lo confesso, non lo conosco molto bene, non lo conosco specificatamente - che il problema debba essere sviscerato, o meglio, istruito, in sede di Giunta o di Commissione competente. Ora, non è che con questo io sono tanto soddisfatto perché, combinazione, guarda caso, sono Presidente sia della Commissione alla Sanità, sia di quella alle Finanze e Affari Generali. Se si affronterà in queste due Commissioni il problema, diciamo che me lo ritroverò tra le mani. Io non ho paura di assumermi delle responsabilità, ma prima voglio sapere esattamente a che cosa si va incontro nell'accogliere ora queste richieste e a cosa si andrà incontro nell'accogliere successivamente le richieste delle altre categorie che, evidentemente, hanno pari diritto di avanzarle, perché di certo un'Amministrazione non può usare un atteggiamento parziale, un atteggiamento che tenda a creare delle élites tra i dipendenti regionali.
Lo dico e lo ripeto: rifuggo dalla facile demagogia e dalle solidarietà aprioristiche solo perché si tratta di lotte di lavoratori, rifuggo da questo e dico che, per quanto mi riguarda, il problema, visto che è stato demandato al Consiglio, deve essere approfondito dal Consiglio. Questa discussione non è riuscita ad approfondire i termini della questione. Io per esempio non conosco i termini del contratto che è stato rinnovato o i benefici normativi ed economici che sono stati concessi. Lo confesso, non conosco questa categoria in rapporto ad altre categorie, né so, per esempio, quale potrà essere il carico del personale del Mauriziano, anche se da notizie che mi sono giunte si dice che questo Ente sia ottimo, perlomeno per quanto riguarda la gestione dell'Ospedale, e che sia in pareggio almeno sul piano del bilancio. È chiaro però che tutte queste preoccupazioni ci devono assillare in qualche modo, perché la Regione, con la nuova legge ospedaliera, diventa la titolare di questi Istituti e quindi diventa responsabile dei loro bilanci e del bilancio regionale, che non ha una sola voce di spesa, ma ne ha tante. Bisognerà trovare evidentemente un contemperamento tra tutte queste esigenze.
Ripeto che sono veramente spiacente di dover fare un discorso di responsabilità, perché anch'io avrei preferito fare un altro tipo di discorso, però qualcuno lo deve pur fare, scusatemi, perché altrimenti così ci pigliamo tutti in giro, quindi io ritengo che questo problema vada approfondito. Io mi dichiaro in linea di principio favorevole alla rivendicazione avanzata da queste lavoratrici, perché corrisponde a una giusta esigenza di tutti quei settori che non hanno ancora la settimana corta e sono anche d'accordo con quelli che dicono che le rivendicazioni non finiscono perché c'è sempre qualcosa da chiedere. È una legge economica in fondo, soddisfatto un bisogno se ne crea un altro, non abbiamo inventato nulla di nuovo. Io voglio però solo dire che il soddisfacimento di certi bisogni va commisurato alla disponibilità dei mezzi con cui provvedervi e al contemperamento degli interessi settoriali con gli interessi generali.
Ciò detto, io ritengo che questo problema vada approfondito da una Commissione che potrebbe essere o la Commissione Sanità o la Commissione Finanze e Affari Generali o tutte e due assieme al limite, perché evidentemente si tratta di un problema che riguarda un settore che per la sua dimensione economica, e soprattutto per le implicazioni che ne derivano, incide il bilancio della Regione, e non solo per quest'anno o per il prossimo bilancio, perché è una spesa che sarà ripetuta nel tempo, quella che si può definire "spesa di funzionamento".
Pertanto lo ripeto: io faccio la proposta che questo problema venga demandato alla Commissione o alle Commissioni competenti per un approfondimento rapido e responsabile.
Manganoni (P.C.I.) - Qui si è parlato di "posizioni demagogiche", di "posizioni elettoralistiche". Ebbene, io posso assicurare innanzitutto Bordon e gli altri Consiglieri che hanno sollevato queste accuse che a me non possono essere rivolte, perché io ho scioperato alla Cogne per ottenere la settimana lavorativa di cinque giorni, ho dato del "crumiro" ai miei colleghi di ufficio che non scioperavano e quando è stata concessa la settimana corta di cinque giorni ho detto loro: "se non siete pagliacci non dovete accettarla, ma dovete continuare a lavorare, perché mentre io scioperavo voi facevate i crumiri".
Ora io, che ho preso queste posizioni, che ho scioperato per la riduzione dell'orario, per la settimana di cinque giorni, potrei oggi essere contrario a quei lavoratori che hanno scioperato come me, per rivendicare quello che rivendicavo io? No, anche volendolo non potrei essere contrario, perché vedete, il mondo va avanti, il progresso va avanti, anche il mondo del lavoro va avanti. Seppure con le lotte dure, molto spesso, ed i sacrifici dei lavoratori, i vantaggi della civiltà dei consumi e del tempo libero devono andare anche a vantaggio di chi lavora e non solamente dei padroni del vapore. Sia chiaro: non alludo a voi, alla Giunta, io parlo dei padroni privati, degli effettivi padroni del vapore.
Nel mondo del lavoro, caro Mappelli, tu che sorridi, dovresti pensare e ricordarti che sei stato lavoratore anche tu come lo sono io adesso, che fra le rivendicazioni vi è anche quella della riduzione di orario e anche questa va avanti, lentamente, ma va avanti. Dalle dodici ore dei nonni o alle dieci ore che ho fatto io quando avevo diciotto anni si è passati alle nove, alle otto, alle sette. Ora la rivendicazione delle 40 ore settimanali è una rivendicazione di tutto il mondo del lavoro. Noi nell'industria siamo arrivati a 42, non siamo ancora a 40, però sia chiaro: la nostra lotta non si fermerà alle 40, perché dopo alle 40 si arriverà alle 38, si arriverà alle 36, alle 34 e alle 30. Forse non ci sarò più io, ma i nostri figli e i nostri nipoti sì, perché la lotta della classe lavoratrice continua.
Se noi nell'industria siamo arrivati a 42 ore con lotte e con scioperi, i lavoratori della Maternità ne chiedono 40, cioè chiedono quello che avevamo chiesto noi, quindi io dico che è giusto. Io vorrei dirvi che non voglio immedesimarmi in una categoria o nell'altra e dire questi sono lavoratori della Maternità, questi sono lavoratori della Cogne, questi dell'Ilssa Viola o che so io, perché l'aspirazione, la lotta nel mondo del lavoro per la riduzione dell'orario è generale, è in tutto il mondo, presso le categorie di tutti i lavoratori, quindi è umano che queste rivendicazioni vengano avanzate anche dai lavoratori della Maternità.
Credetemi, io non voglio fare della demagogia, e potrei fare un intervento di un altro quarto d'ora, ma mi limito a dirvi che non posso che essere solidale con questi lavoratori per il semplice fatto che ho scioperato per le 40 ore. Continuerò a fare degli scioperi alla Cogne e continuerò a dare del crumiro a chi non sciopera. Allora posso essere contro altri colleghi che scioperano per la stessa mia ragione? No, perciò non posso che essere favorevole.
Germano (P.C.I.) - Io penso che occorrerà avanzare la rivendicazione anche come Consigliere regionale, perché come orario siamo abbastanza avanti. Devo una risposta all'amico Bordon, il quale, secondo me, ha un po' la coda di paglia, perché si arrabbia, ma se lui era d'accordo poteva fare le proposte, le portava qui, le approvavamo ed era tutto finito. I lavoratori non avrebbero fatto quattro giorni di sciopero e noi non avremmo fatto tutta questa discussione e ci avremmo guadagnato tutti. Quindi, secondo me, non dovrebbe arrabbiarsi. E poi, non dimentichiamo che la settimana corta al Comune di Aosta e alla Regione combinazione è stata istituita proprio con le nostre amministrazioni e non con altre. È quindi un dato di fatto, non c'è niente da fare.
Sull'altro aspetto riguardante il monopolio, rispondo che no, noi non vogliamo il monopolio, perché abbiamo visto la lettera della C.I.S.L. di cui all'interpellanza precedente che non era neanche nostra, però sul problema diciamo la nostra opinione. Non siamo alla ricerca del monopolio, del primo posto, del primo della classe, non si tratta di questo. Per noi è un discorso serio! Si sono fatte, a un certo momento, delle insinuazioni, non so verso chi, di voti di preferenza, e ci sono delle preoccupazioni finanziarie, come diceva Milanesio un momento fa.
Ebbene noi, prossimamente in Consiglio dovremo discutere delle variazioni di bilancio. Nelle variazioni di bilancio ci sono degli aumenti in una serie di capitoli come il 16 per 16 milioni, l'88 per 1 milione, il 164 per 6, il 270 per 20, il 371 per 23, il 428 per 12, il 488 per 29, per un totale complessivo di 140 milioni e mezzo, e sapete cosa sono? Aumento degli stipendi e 62 nuovi assunzioni qui nel Palazzone, senza concorso, senza che il Consiglio lo sappia prima e si mette in approvazione alla fine dell'anno così, in fretta, perché bisogna fare in fretta. Questi sono i voti di preferenza sul serio, questo è il metodo che bisogna cambiare, non allarmarsi e discutere per i 25 milioni per una rivendicazione che è onesta e corretta. Questo è il metodo di cambiare. Faremo poi un discorso su questo, ve lo anticipo, ma queste sono le realtà e le discutiamo qui, 140 milioni, 62 nuovi assunti, senza nessuna dimostrazione che fosse necessario ...(voci)... Metteremo un pochino i puntini sulle "i" ...(voci)... no, non sono della nostra parrocchia, combinazione sono della vostra, e il discorso lo faremo dopo. Se c'è bisogno di un'assunzione lo si dica, lo si faccia alla luce del sole, non con atti della Giunta senza che nessuno lo sappia e poi alla fine dell'anno bisogna aumentare tutti i capitoli di stipendi di tutti gli Assessorati di 29, 12, 23, 20, 16 milioni. Ecco la realtà: tanti Assessorati sono tante Maternità, senza dire niente, senza concorsi, senza nulla, è questa la realtà.
Bordon (D.C.) - Mi rivolgo specialmente ai Consiglieri di maggioranza. Sappiate che questi problemi assumono un carattere politico e quindi voi mi dovete scusare se io vi faccio perdere tempo, ma ricordatevi che in queste discussioni, anche questi piccoli problemi che si sono presentati adesso, non dobbiamo lasciarli perdere perché, arrivati a un certo momento, ci fanno dire cose che non abbiamo detto e ci danno dei meriti che non abbiamo. Quindi io vi chiedo scusa solo cinque minuti.
Dice Manganoni che ha scioperato, ha fatto delle lotte. Io ne sono convinto, ritengo che le lotte che ha fatto siano tutte giuste; mi auguro che abbia a farne altre ancora e che l'ottimo successo che gli ha arriso fino adesso continui. Però gli garantisco che per queste Signore o Signori queste lotte non ci sono, perché qui, con la Regione, questa lotta non esiste; qui, in questa Regione, per questo problema c'è stato solo da fare un esame in Consiglio affinché ognuno di noi lo affronti con la massima tranquillità, punto e basta. Tu, Manganoni, hai fatto il lottatore, ma loro non hanno bisogno di farlo con la Regione, questo sia ben chiaro. Hanno scioperato quattro giorni. Io scommetto che se noi fossimo arrivati qui dicendo che abbiamo accettato subito le loro richieste avreste fatto l'altro discorso, cioè ci avreste detto: "Avete pensato all'Ospedale Mauriziano quando sarà di nostra competenza? Avete pensato alla Forestale?". Noi siamo venuti qui per dirvi che, in linea di massima, non sono i trenta milioni che ci turbano, noi siamo favorevoli, ma riteniamo, come si evince dalle sante parole del Consigliere Milanesio, di portare a voi e di esaminare insieme con tutta tranquillità questo problema affinché il Consiglio sappia che, se un domani si troverà di fronte a una passività, dirà che va bene. Tanto la torta del bilancio regionale è sempre la medesima, oggi è di sedici miliardi; vuol dire che non saranno questi trenta milioni che ci turberanno, vuol dire che ci saranno trenta milioni di meno altrove, ma l'impostazione ci fa molto comodo.
Però che qui si sono dovute fare delle lotte questo non ce lo dovreste dire. Il Consigliere Manganoni è un lottatore, ma non lo sono mica tutti. Noi riteniamo che questo organico iniziato da voi e che è stato portato avanti, come tutti gli organici potrà avere delle lacune, ma indubbiamente è un ottimo organico, e quando si fanno i paragoni degli stipendi o dei salari non so che cosa dovreste dirgli, forse che il merito è specialmente del bilancio regionale, non nostro, ma noi sappiamo perfettamente che a un certo momento questi stipendi gravano sul bilancio per 200, 300, 400 milioni in più. Fate un paragone fra gli stipendi o i salari della Regione e quelli del Comune e poi mi direte! Ci rincresce che sia così, peccato che non sia il doppio, vorremmo che stessero tutti ancora meglio, perché ne abbiamo tutti interesse, però la verità è questa. Quindi niente lotte.
Poi viene fuori la frase di Gemano sulla coda di paglia, non so perché... io non penso di avere la coda di paglia. Rassicuro Germano che non mi arrabbio mai, gli dico soltanto che io ritengo che questo problema sia stato giustamente portato in Consiglio in questo modo, perché - lo ripeto per la terza volta - il passivo di 131 milioni che abbiamo alla Maternità diventerà di 150, di 160 e in Commissione Affari Generali o in Consiglio studieremo che cosa dobbiamo fare per ridurlo. Noi non vi diciamo di ridurre i trenta milioni ai lavoratori, no Signori, noi vi diciamo che ci sono 160 milioni e credo che una delle soluzioni sia quella di aumentare le rette. Se riterrete, Signori Consiglieri, dopo che io vi avrò portato qui queste quattro magre cifre, di modificare le rette e di aumentarle, le aumenteremo, ma voi riterrete di lasciarle così. La Regione, come giustamente dice Germano, spende tanti di quei milioni che vuol dire che sovvenzioneremo anche la Maternità e andremo avanti così. Lo ripeto, quindi: niente lotte, perché questo è un problema che si risolve con la massima facilità.
Noi, come Giunta, chiediamo soltanto che il Consiglio sia bene a conoscenza di questo problema.
Ramera (D.C.) - Come già hanno fatto gli altri Gruppi, naturalmente non posso esimermi dall'esternare il pensiero del Gruppo della Democrazia Cristiana, che è favorevole in linea di massima alla soluzione che è nelle attese dei lavoratori che hanno presentato questa rivendicazione.
Per evitare che continui la polemica a vuoto su questo argomento, non essendovi una possibilità di deliberazione in questa seduta, io accolgo la proposta che l'intera materia venga demandata alle due Commissioni competenti. Ritengo che le due Commissioni possano risolvere favorevolmente il problema entro il mese prossimo, in modo da consentire al Consiglio di deliberare sulle sue conclusioni, affinché dal prossimo 1° gennaio questo problema non abbia a riproporsi alla nostra attenzione.
Bionaz (D.C.) - Io non ho granché da dire e sarò telegrafico. Ho voluto esporre una precisa situazione e mi sento di difendere questa posizione perché prima di tutto è una posizione di correttezza verso il Consiglio. Il Consiglio deve sapere tutto: deve sapere quali sono le rivendicazioni, quali sono le conseguenze di un'accettazione, quali sono evidentemente anche le implicazioni derivanti dall'estensione di queste rivendicazioni ad altre categorie di dipendenti regionali ed ho cercato di farlo nel modo più obiettivo possibile.
Quando ho ricevuto la delegazione delle lavoratrici della Maternità, che tra l'altro sono graziose e gentili e sono state con me molto cordiali, ho detto loro che non è una competenza esclusiva della Giunta e che l'onere finanziario relativo deve essere assolutamente affrontato prima dalle Commissioni e poi dal Consiglio. Riconosco che forse si sarebbe potuto fare qualcosa di più tempestivo, ma abbiate pazienza, come ho detto alle lavoratrici, non è che abbiamo soltanto questo problema da esaminare, ne abbiamo molti altri, come per esempio il problema degli arretrati dell'E.N.E.L., che ci hanno sottratto tanto di quel tempo per viaggi da qui a Roma che voi non ne avete un'idea, anche se comunque si avvia alla sua conclusione, almeno per quanto riguarda il pagamento degli arretrati. Ecco perché non accetto assolutamente l'accusa di negligenza da parte nostra o, peggio ancora, di cattiva volontà, sia ben chiaro!
Con gli elementi che vi ho dato, voi potete giudicare il problema e il problema va visto - come diceva il Consigliere Milanesio - in una sfera più generale. L'ha detto già l'Assessore alle Finanze Bordon, che poi è sempre quello che deve pensare a tirare fuori i soldi, che dice "questi trenta milioni non ci turbano il sonno". Se noi con questo accontentiamo una categoria che lavora meritatamente, che essendo a contatto con delle persone sofferenti ha anche un obbligo molto più umano e difficile di quanto possano avere altri lavoratori, trenta milioni non ci turbano i sonni, però non sarebbe stato corretto verso il Consiglio non metterlo al corrente e delucidarlo su tutte quelle che possono essere le implicazioni, le conseguenze e gli elementi necessari per questo giudizio. La Giunta non ha fatto delle proposte appositamente, per lasciare ai Consiglieri l'ampio spazio di dare delle indicazioni e qualche consiglio alla Giunta, con un passaggio alle Commissioni e l'ho voluto indicare in un articolo, affinché fosse consentita la discussione proprio per correttezza verso l'organizzatore sindacale che mi aveva pregato di portarlo al Consiglio.
Ho detto che lo avrei portato al primo Consiglio e ho voluto mantenere la promessa anche per rispetto ai lavoratori.
Ora, detto questo, gli elementi che oggi avete sono ampiamente sufficienti alle Commissioni che naturalmente potranno elaborarle, potranno studiarle più a fondo per poter decidere in merito. Sia ben chiaro (e l'hanno già detto altri prima di me): nessuna cattiva volontà, né insinuazione di voler strumentalizzare gli interessi dei lavoratori, perché noi abbiamo dimostrato che questi interessi noi li difendiamo sul serio e non solo a parole, poiché noi abbiamo approvato il Regolamento organico di tutti i dipendenti della Regione, che dormiva da anni nei cassetti della Regione. Noi l'abbiamo fatto e non ce ne pentiamo. Riconosciamo solo una cosa, però: purtroppo non è ancora perfetto come avrebbe dovuto essere, meriterà un approfondimento, delle modificazioni e dei miglioramenti. Questa è la nostra posizione.
Ora, non è ammissibile che si giudichi negativamente la condotta che abbiamo tenuto in questa occasione, salvo quel ritardo imputabile a ragioni che non credo possano essere oggetto di fucilazione della Giunta; noi abbiamo esaminato il problema con buona volontà e con intenzione di risolverlo. Inoltre io do atto, sia all'organizzazione sindacale, sia ai dipendenti, di essere stati estremamente corretti sospendendo lo sciopero a seguito di una mia semplice lettera e questa è una cosa che mi ha fatto molto piacere, perché si vede che hanno ancora fiducia in noi.
Mappelli (D.C.) - Io penso che il problema si sta avviando verso una buona soluzione e che, col parere favorevole del Consiglio, le Commissioni lo esamineranno per giungere, se ho capito bene, alla soluzione attesa da parte dei nostri collaboratori, vale a dire i dipendenti della Maternità.
Pertanto, se ho ben capito, mi pare che il Consiglio sia d'accordo affinché si proceda in questa direzione per la soluzione del problema. Io sono il primo a essere il più contento di tutti.
Fosson (U.V.) - Io non ho preso prima la parola su questo argomento, ho assistito a tutta questa discussione e voglio solo brevissimamente fare alcuni rilievi.
Non accuserò il Presidente della Giunta di negligenza o cattiva volontà, nessuna accusa di questo genere, però ribatto alla questione che ha voluto sottolineare il Presidente quando ha parlato di un sistema di correttezza verso il Consiglio per impostare la discussione com'è stata impostata oggi su questo problema. Io dico e mi permetto di dire che non c'è stata certamente correttezza da parte del Presidente della Giunta e della Giunta stessa. Non voglio andare tanto oltre, ma vorrei anche richiamare l'attenzione del Presidente del Consiglio per aver messo all'ordine del giorno questa semplice richiesta così come è stata sottoposta, al Consiglio, perché se il Presidente della Giunta e la Giunta avessero voluto fare le cose con correttezza, avrebbero dovuto seguire la prassi che è stata sempre seguita. Infatti c'era una lettera di richiesta non datata 26 novembre o 27 novembre, ma 1° ottobre, quindi la Giunta poteva esaminare a fondo questa richiesta per vedere tutto l'insieme e le esigenze dell'Assessorato alle Finanze, quindi eventualmente di inviarla al Presidente del Consiglio per sentire le Commissioni e venire poi in Consiglio con la pratica istruita, in modo che si potesse decidere qualche cosa in merito. Questa era la prassi corretta che si doveva seguire per arrivare in Consiglio e non quello che è stato fatto oggi, perché - diciamocelo chiaramente - la discussione che si è svolta in questa Sala oggi è stata una discussione demagogica da parte di molti, specialmente da parte della Giunta e dell'Assessore Bordon, il quale ha detto le cose sia in un senso che nell'altro, proprio per travisare un po' la questione: come Assessore alle Finanze dice che non dovremmo dare, però c'è la questione dei voti e non vogliamo dire di no e quindi che sia eventualmente il Consiglio a dire queste cose direttamente.
Questa non è una prassi seria, perché in tutte le altre occasioni avete difeso le prerogative della Giunta dicendo che è la Giunta che deve decidere e si porterà l'argomento in Consiglio quando le cose saranno state esaminate nelle Commissioni. Invece questa volta, per questo argomento, si è seguita e si è capovolta completamente la procedura. Volevo solo fare questo rilievo, perché questa non è correttezza, ma è una mancanza di responsabilità rispetto ai compiti che ha la Giunta. Questo va detto per la precisione, se vogliamo fare le cose seriamente.
Milanesio (P.S.U.) - Io avrei da proporre, così, cercando di sfrondare il dibattito tra ciò che non è essenziale e ciò che è contingente, un ordine del giorno che, secondo me, può riassumere le cose dette e le può indicare alle due Commissioni congiunte che sono state praticamente designate per approfondire l'argomento. Potrebbe essere di questo tenore:
Ordine del giorno
Il Consiglio regionale
udite le dichiarazioni del Presidente della Giunta, dopo approfondita discussione sulla richiesta di modificazioni alle norme sul trattamento giuridico ed economico del personale ausiliario dell'Istituto Materno; dichiarandosi, in linea di principio, favorevole all'estensione della settimana corta a quei dipendenti regionali che ancora non ne usufruiscono; demanda alle Commissioni consiliari delle Finanze ed Affari Generali e della Sanità ed Assistenza Sociale l'esame delle richieste stesse, per una risposta la più sollecita possibile.
Possiamo anche mettere un limite di tempo, se vogliamo. Però io non credo che in un mese si possa fare tutto, perché il calendario delle Commissioni è già pieno, questo lo voglio dire subito e ci sono altri argomenti che stanno per essere esaminati. Questa è la proposta.
Bionaz (D.C.) - Propongo entro quest'anno, in modo che in gennaio si possa già dare il via alla nuova regolamentazione; del resto era già la proposta di Ramera.
Ramera (D.C.) - Propongo l'immediata trasmissione della materia alle due competenti Commissioni, in maniera che dal 1° gennaio sia risolto il problema e che le rivendicazioni di questo gruppo di lavoratori siano soddisfatte.
Io avevo cercato di evitare di continuare la polemica su questa proposta, mentre invece è passata un'altra mezz'ora e non so proprio a quale scopo. Scusa Milanesio, ma su questa mia proposta nessuno ha parlato. Io vorrei che appunto il Consiglio si esprimesse su una proposta che tagliava praticamente la discussione, diceva quello che era, e dava la possibilità alle Commissioni di portare a termine il problema entro il prossimo mese.
Montesano (P.S.U.) - Io aderisco alle proposte di Ramera e Milanesio e quindi invito i Consiglieri ad esprimersi su questa proposta per giungere ad una conclusione.
Andrione (U.V.) - Vorrei solo fare una domanda, dato che sono un po' tardo. Vorrei sapere su che cosa discuteranno le Commissioni, visto che siamo già d'accordo tutti di concedere questa settimana corta ai dipendenti della Maternità. Se si tratta di stabilire gli oneri o roba di questo genere l'Assessorato alle Finanze è lì apposta, ha già classificato quanti sono i milioni. Allora le Commissioni si riuniscono semplicemente perché o non si ha il coraggio di prendere la decisione questa sera oppure si vogliono prendere i Consiglieri regionali - non dico la parola che penso - per cretini, ma la parola che penso incomincia con "c".
Germano (P.C.I.) - Io sono d'accordo sulla data del 1° gennaio, direi per prevenire qualsiasi cosa, perché le Commissioni si riuniscono, ma poi hanno molti impegni e tutto quello che volete. Noi non abbiamo che da assumerci l'impegno che quello che si decide, anche se in Consiglio arrivasse al 15 gennaio, partirà però dal 1° gennaio, così siamo a posto. Lo dico solo nel caso in cui non arrivassimo in tempo, facciamo in modo che il provvedimento decorra dal 1°gennaio 1969.
Pollicini (D.C.) - ...iscritta in Consiglio ad esempio in febbraio. È chiaro che non so come faranno quelli che hanno lavorato sei giorni a tornare in dietro e recuperare un giorno per settimana, comunque allora questo è l'impegno che deve votare il Consiglio.
Germano (P.C.I.) - Si paga alla giornata.
Pollicini (D.C.) - No, questo è un principio sindacale di settimana corta.
Germano (P.C.I.) - Va bene, io mi auguro - perché sono dell'opinione di Andrione - che sia una cosa rapidissima. Mettevo solo le mani avanti in questo senso, perché purtroppo conosco l'abitudine delle Commissioni. Si dice che bisogna riunirle subito, fissare la data, ma poi passano i mesi e la cosa non si fa.
Colombo (P.S.U.) - Io vorrei soltanto fare alcune precisazioni sulle osservazioni fatte dal Consigliere Andrione, perché un certo periodo di tempo purtroppo ci vuole. Non è possibile pagare o ridurre quelle che sono le giornate lavorative senza modificare il relativo ordinamento organico. Quindi dobbiamo portare in Consiglio regionale queste modifiche per poi attuarle in seguito. Certo che un mese è proprio il tempo minimo che si può ritenere utile per queste modifiche.
Milanesio (P.S.U.) - Al termine dell'ordine del giorno potrei dire questo: "...l'esame delle richieste stesse, per una risposta la più sollecita possibile, entro e non oltre il 31 dicembre 1968". Per l'applicazione, però, ha ragione Colombo. Insomma, qui si tratta di dare la settimana corta, non si tratta di dare dei quattrini, si tratta di trovare della gente, di organizzare il lavoro in modo diverso, quindi mi pare che sia abbastanza chiaro...
Germano (P.C.I.) - L'ha proposto Ramera e quindi è un impegno del Consiglio.
Milanesio (P.S.U.) - Ma votiamolo, perché alle Commissioni io voglio che giunga una deliberazione del Consiglio, giacché ora siamo tutti qui. Qui magari si fa un discorso e poi là se ne fa un altro, quindi quello che voglio io è che ci sia una deliberazione del Consiglio.
Montesano (P.S.U.) - La deliberazione del Consiglio ci può essere soltanto su quell'ordine del giorno, perché il Consiglio non ha altro da deliberare per il momento. Quindi metto ai voti l'ordine del giorno presentato dal Consigliere Milanesio. Ci sono dichiarazioni di voto?
Lustrissy (D.C.) - Io mi rifiuto di accettare questa impostazione, perché Ramera ha proposto al Consiglio un testo di deliberazione da adottare.
Montesano (P.S.U.) - Non si può...
Lustrissy (fuori microfono) - Come non si può?
Montesano (P.S.U.) - ...no, mi dispiace, io chiedo anche ai nostri consulenti se noi possiamo deliberare adesso su un oggetto che non...
Lustrissy (fuori microfono) - Che è stato istruito dal Consiglio e il Consiglio addotta una soluzione come deliberazione.
Montesano (P.S.U.) - Non mi riferisco a questo, ma mentre la richiesta del Consigliere Ramera riguardava il problema dei dipendenti dell'Istituto Materno Infantile, l'ordine del giorno estende la problematica a tutti i Regolamenti organici del personale.
Ora, noi stiamo discutendo sull'allegato di cui al punto n. 18 che si riferisce ad una precisa richiesta di vertenza sindacale dell'Istituto Materno Infantile. Pertanto la proposta di deliberazione di Ramera è la conseguenza dell'istruttoria che ha fatto il Consiglio di un allegato che non è stato inviato.
Montesano (P.S.U.) - Io prego Lustrissy di leggere quell'allegato, quello che ha in mano. Lo dovete fare voi, io non so quello che avete in testa di fare.
Lustrissy (D.C.) - Vorrei spiegarmi ancora meglio: è stata avanzata da parecchi Consiglieri un'impostazione in questo Consiglio, che io condivido. L'allegato di cui al punto n. 18 dell'ordine del giorno, inviato ai Consiglieri, non è stato istruito dalla Giunta regionale e allora la Giunta regionale ha comunicato al Consiglio che intendeva investire il Consiglio stesso dell'istruttoria di tale allegato. Il Consiglio regionale ha fatto l'istruttoria dell'allegato e, come conseguenza, esprime una deliberazione che è il testo di deliberazione proposta dal Consigliere Ramera.
Montesano (P.S.U.) - Allora si predisponga questa deliberazione dicendo che siete voi che la proponete, la mettete sulla carta e me la portate qui... non devo farla io la deliberazione!
Lustrissy (D.C.) - È semplicissima, basta fare un'aggiunta in testa alla richiesta della deliberazione.
Montesano (P.S.U.) - Le proposte di delibera sono presentate, come regola all'ordine del giorno, in allegato e vengono presentate per iscritto dai Consiglieri proponenti.
Lustrissy (D.C.) - La delibera: "Il Consiglio regionale, preso atto dell'allegato n. 18 concernente la vertenza sindacale in atto all'Istituto Materno...".
Montesano (P.S.U.) - Lo desidero per scritto.
Ramera (D.C.) - Mi accordo con il Consigliere Milanesio nel formulare il testo dell'ordine del giorno limitandolo all'argomento in discussione, per cui l'ordine del giorno viene modificato in una brevissima linea.
Montesano (P.S.U.) - Io sono d'accordo.
...(voci)...
Milanesio (P.S.U.) - Va bene, facciamo una delibera, e a un certo punto mettiamo che delibera, dichiarandosi in via di principio favorevole, di dare mandato a queste Commissioni...
Montesano (P.S.U.) - Ascoltate un po', lasciate parlare un pochino anche me che sono il Presidente! Il Consiglio delibera di approvare un ordine del giorno, ma che cosa volete approvare io non lo so, allora mettetelo per scritto e portatelo qui ...(voci)...
Ramera (D.C.) - "Il Consiglio regionale, sentiti i vari Gruppi, non potendo in questa seduta dare immediata soluzione al problema in quanto non vi è proposta relativa di deliberazione", qui c'è un gioco di parole... allora: "sentito il parere dei Gruppi consiliari delibera di demandare il problema alle competenti Commissioni perché riportino entro il prossimo mese al Consiglio le conclusioni, in modo che il problema sia risolto dal prossimo 1° gennaio", così in questo modo c'è la parola "delibera".
Montesano (P.S.U.) - Sì, ma è la stessa cosa che ha proposto Milanesio.
Ramera (D.C.) - Infatti io l'avevo detto, facciamo un'unica cosa.
Bionaz (D.C.) - Che il testo dica anche "sentita la Giunta", scusate, abbiate pazienza, insomma.
Ramera (D.C.) - Io non l'ho scritto, scusa, non l'ho scritto.
Montesano (P.S.U.) - Io ripeto ancora che, essendo una delibera, bisogna che mi sia presentata per scritto.
Milanesio (P.S.U.) - Chiedo la parola. Io penso che sostanzialmente il Consigliere Ramera e io diciamo la stessa cosa. Qui c'è qualcuno che dice di no, può anche darsi, ad ogni modo questa è un'interpretazione soggettiva. Penso che le cose che abbiamo detto siano le stesse e per me, metterlo sotto forma di delibera o sotto forma di ordine del giorno, è esattamente la stessa cosa, perché questo significa in primo luogo un impegno morale di tutti i Consiglieri, un impegno politico, un impegno amministrativo. La delibera, così com'è concepita, vale quanto l'ordine del giorno, questo deve essere chiaro, perché non è che possa avere un valore diverso; non si mette un'indicazione di spesa, non si mette niente, solo: "delibera di dare mandato a una Commissione", la quale poi deve portare l'argomento in Consiglio. Ma che delibera è questa? Scusatemi, è un ordine del giorno, è vincolante sul piano morale e politico, ma non certamente sul piano finanziario, né legislativo, perché non è una legge.
Montesano (P.S.U.) - Io continuo a ripetere per la quinta volta che mi venga presentato un testo concordato o no per sottoporlo al Consiglio. Intanto ognuno prende la parola ma non mi consegna nulla, ognuno prenda la penna!
Dolchi (P.C.I.) - Il problema, se vogliamo essere formalisti, viste le critiche e le osservazioni che sono state fatte agli allegati, è che il Consiglio si troverebbe nelle condizioni in cui l'unica votazione che può fare è quella di approvare la lettera di Beneforti, perché è l'unico allegato che ha avuto.
Montesano (P.S.U.) - L'ordine del giorno può essere emesso. Il Consiglio delibera di approvare l'ordine del giorno con quello che sostanzialmente dicono Ramera e Milanesio.
Milanesio (P.S.U.) - Io vi leggo l'ordine del giorno che potrebbe essere questo: "Il Consiglio regionale, udite le dichiarazioni del Presidente della Giunta, dopo approfondita discussione sulla richiesta di modificazione alle norme sul trattamento giuridico ed economico del personale ausiliario dell'Istituto Regionale Materno; dichiarandosi in linea di principio favorevole all'estensione della settimana corta a quei dipendenti che ancora non ne usufruiscono; Dà mandato alle Commissioni congiunte delle Finanze ed Affari Generali, della Sanità ed Assistenza Sociale, di procedere all'esame delle richieste stesse per una risposta la più sollecita possibile, entro e non oltre il 31 dicembre 1968.".
Montesano (P.S.U.) - Si può aggiungere: "delibera di dare mandato" se volete quelle parole. Nessun altro intervento? Un momento, Bordon. Allora chi è favorevole a quest'ordine del giorno presentato dai Consiglieri Ramera e Milanesio alzi la mano.
Esito della votazione:
Consiglieri presenti, votanti e favorevoli: 31
Astenuti: 1 (Andrione)
Il Consiglio approva all'unanimità con un'astensione il sottoriportato ordine del giorno.
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Ordine del giorno
Il Consiglio regionale
udite le dichiarazioni del Presidente della Giunta;
dopo approfondita discussione sulla richiesta di modificazioni alle norme sul trattamento giuridico ed economico del personale ausiliario dell'Istituto Regionale Materno;
dichiarandosi, in linea di principio, favorevole all'estensione della settimana corta a quei dipendenti;
Demanda
alle Commissioni consiliari permanenti per gli Affari Generali e Finanze e per la Sanità ed Assistenza Sociale l'esame delle richieste stesse per una risposta, la più sollecita possibile, entro e non oltre il 31 dicembre 1968.
Montesano (P.S.U.) - Mi dispiace, caro Milanesio, non si capisce niente, lo leggi poi alla dattilografa.
Sono le 21,43, io desidero sentire dal Consiglio che cosa vuol fare. A proposito, prima di chiudere, ci sono da esaminare gli ordini del giorno già proposti stamattina.
Il Consiglio prende atto.