Objet du Conseil n. 201 du 27 novembre 1968 - Verbale
OGGETTO N. 201/68 - Modificazioni e aggiunte al Regolamento interno del Consiglio regionale.
La Commissione consiliare appositamente costituita per lo studio e l'aggiornamento del Regolamento Interno del Consiglio regionale è stata insediata dal Presidente del Consiglio in data 26 agosto 1968 e, in adempimento del mandato ricevuto, ha già iniziato i suoi lavori tenendo varie riunioni.
Nel corso di tali riunioni, la Commissione, considerando che la revisione del Regolamento Interno richiederà parecchio tempo, è addivenuta nella determinazione di affrontare, con carattere di urgenza e di priorità, lo studio delle norme relative alle attribuzioni dell'Ufficio di Presidenza del Consiglio, alla frequenza delle adunanze consiliari, alla costituzione dei Gruppi consiliari, che non sono previsti nel vigente Regolamento Interno, e alla procedura da seguire per le votazioni a scrutinio segreto.
La Commissione, dopo approfondito studio, ha quindi predisposto un primo stralcio di Regolamento comprendente gli articoli sottoindicati (articoli 7 bis, 7 ter, 20, 20 bis, Titolo IV "Dei Gruppi consiliari", articoli 71 e 78), che sottopone all'esame e all'approvazione del Consiglio Regionale; al coordinamento degli articoli del Regolamento si provvederà in un secondo tempo, a lavori ultimati.
(Segue stralcio di Regolamento)
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Art. 7 bis
Attribuzioni dell'Ufficio di Presidenza del Consiglio
L'Ufficio di Presidenza del Consiglio:
a) determina il fabbisogno annuale di spesa per il funzionamento del Consiglio e dei relativi uffici e richiede alla Giunta Regionale di iscrivere nel bilancio della Regione il relativo stanziamento;
b) decide la liquidazione delle indennità di cui all'art. 25 dello Statuto;
c) determina l'importo delle indennità di missione e trasferta e del rimborso delle spese sostenute dai Consiglieri per mansioni di servizio effettuandone la relativa liquidazione;
d) provvede con apposito Regolamento o con ordine di servizio a tutti i servizi interni del Consiglio;
e) decide su tutte le altre questioni che ad esso siano deferite dal Presidente.
Art. 7 ter
Attribuzioni dell'Ufficio di Presidenza del Consiglio
L'Ufficio di Presidenza del Consiglio è incaricato:
1) della conservazione e della ispezione dell'Archivio e degli Uffici interni del Consiglio Regionale;
2) della nomina di tre scrutatori, di cui uno designato dai gruppi di minoranza, e della nomina delle Commissioni di sua competenza o per le quali abbia delega di nomina dal Consiglio;
3) di curare la copia, la stampa e la distribuzione delle copie degli atti, dei progetti e delle proposte ai Consiglieri ed alle Commissioni;
4) di istruire gli atti relativi alle petizioni, ricorsi o denunce, presentate al Consiglio o alla Presidenza del Consiglio.
Art. 20
Sessioni e adunanze ordinarie e straordinarie
Il Consiglio regionale è convocato dal suo Presidente in sessione ordinaria nella prima settimana di aprile e di ottobre di ogni anno.
È convocato in sessione o in adunanza straordinaria su richiesta del Presidente della Giunta Regionale o di almeno un terzo dei Consiglieri, entro i venti giorni dalla richiesta, salvo casi di urgenza riconosciuta dal Presidente del Consiglio.
Art. 20 bis
La sessione primaverile si articola in otto sedute dei mesi da aprile a luglio compreso; la sessione autunnale si articola in dodici sedute da ottobre a marzo compreso.
Il Consiglio è convocato a questo scopo entro il 7° ed il 21° giorno dei mesi citati, sempre che vi siano oggetti da discutere.
La prima seduta di ogni mese è prevalentemente destinata all'esame delle interrogazioni, interpellanze e mozioni.
TITOLO IV
Dei Gruppi consiliari
Entro otto giorni dalla prima seduta dopo le elezioni, i Consiglieri sono tenuti a dichiarare per iscritto all'Ufficio di Presidenza a quale Gruppo consiliare intendano appartenere.
Entro sei giorni dalla elezione dell'Ufficio di Presidenza, ciascun Gruppo deve comunicare al Presidente del Consiglio il nominativo del Capo Gruppo e del Vice Capo Gruppo.
In seguito deve essere data comunicazione allo stesso Presidente del Consiglio di eventuale sostituzione del Capo Gruppo e del Vice Capo Gruppo.
In caso di cambio di appartenenza ad un Gruppo, il Consigliere è tenuto a farne comunicazione al Presidente del Consiglio.
L'Ufficio di Presidenza è chiamato a risolvere gli eventuali reclami circa la costituzione dei Gruppi consiliari.
Art. 71
Per la votazione a scrutinio segreto, il Presidente del Consiglio precisa i termini e il significato della votazione, ordina l'appello nominale dei Consiglieri e fa consegnare ad ogni votante due palline (una bianca ed una nera).
Le urne devono essere poste all'interno dell'emiciclo in posizione idonea in modo da garantire l'assoluta segretezza del voto.
La pallina bianca costituisce voto favorevole, quella nera voto contrario.
Il Segretario, con l'assistenza dei tre scrutatori, procede al computo delle palline bianche e nere raccolte nell'urna delle votazioni e al controllo delle rimanenti palline raccolte nell'urna dei resti e il Presidente proclama il risultato della votazione.
Art. 78
Ogni Consigliere presente riceve una scheda contenente l'indicazione del numero delle designazioni che possono essere espresse.
La distribuzione delle schede è fatta a cura dell'usciere del Consiglio, su ordine del Segretario del Consiglio.
Le schede vengono compilate al tavolo di votazione e introdotte a cura dei Consiglieri nell'apposita urna.
Montesano (P.S.U.) - Il Consiglio regionale ravvisò la necessità di riformare e modificare il Regolamento interno del Consiglio che presiede naturalmente alla disciplina della nostra funzione, e nominò una Commissione composta dall'Ufficio di Presidenza e dai rappresentanti dei diversi Gruppi.
La necessità era determinata soprattutto dal fatto che, come tutti sanno, il nostro Regolamento risale al 1949, quando vigeva una legge elettorale a sistema maggioritario, e pertanto non compatibile in alcuni punti con la nuova legge elettorale a sistema proporzionale.
A parte questa esigenza, la Commissione, la quale si è radunata, io credo, sette o otto volte, ha voluto prendere in esame tutto il Regolamento per coordinarlo, modificarlo anche alla luce dell'esperienza fatta in questo Consiglio. Le sedute della Commissione non sono ancora concluse, perché il lavoro non è terminato. La Commissione ha esaminato il Regolamento sino all'articolo 71, e quindi espleterà il suo lavoro nelle prossime sedute per fare un esame complessivo del Regolamento stesso, sottoporlo anche a degli esperti, e riportarlo poi in Consiglio nella sua organicità.
L'Ufficio di Presidenza ha però ritenuto di sottoporre all'attenzione e all'approvazione del Consiglio alcuni punti che rivestono una particolare urgenza. Tali punti si riferiscono alle attribuzioni dell'Ufficio di Presidenza del Consiglio, con il completamento di alcune che sono ben specificate negli articoli proposti, tra i quali quello di disciplinare le sedute consiliari, nel loro numero, nella loro ricorrenza, per poter dare al Consiglio una maggiore efficienza e una maggiore elasticità di lavori. In più, c'è da istituire un capitolo nuovo che non poteva esistere nel vecchio Regolamento, proprio perché legato alla legge elettorale maggioritaria, ed è quello relativo ai Gruppi consiliari.
Con la vecchia legge c'erano due gruppi, uno di maggioranza e uno di minoranza, formati da coalizioni politiche diverse e che non avevano in Consiglio l'espressione di Partito, l'espressione di Movimento, ma avevano una suddivisione ben netta fra maggioranza e minoranza; quindi i Gruppi consiliari, nel nostro Regolamento, non esistevano.
Per una pratica attuazione di colloqui fra Ufficio di Presidenza, Consiglio e Gruppi consiliari, si è presa l'abitudine di dire - diremo così - il Capo Gruppo, il Gruppo consiliare, ma dal punto di vista regolamentare questi termini non esistevano.
Noi dobbiamo quindi impostare e istituire questo capitolo di Gruppi consiliari che viene inserito nel Titolo IV. I Gruppi consiliari, che sono appunto l'espressione dei Partiti, saranno disciplinati nell'ambito del Regolamento con finalità di collaborazione con l'Ufficio di Presidenza e con gli altri uffici del Consiglio, soprattutto con la caratteristica di organismo più spigliato, più veloce attraverso i propri Presidenti e Vice Presidenti.
Faccio un passo indietro per illustrare meglio l'argomento che riguarda le sessioni ordinarie. Il Consiglio sa benissimo che è potestà del Presidente del Consiglio convocare soltanto le sedute ordinarie; invece il potere di proporre la convocazione di sedute straordinarie non è di competenza del Presidente del Consiglio, ma è di competenza dell'Organo esecutivo, nella persona del Presidente della Giunta, e almeno di un certo numero di Consiglieri che devono essere uguali ad un terzo; essi, solo, possono richiedere al Presidente del Consiglio la convocazione delle sedute straordinarie. Quindi, fermo restando questo, che fra l'altro il Consiglio non può neanche modificare perché è una norma statutaria contenuta nell'articolo 20, noi ci dobbiamo riferire alla disciplina delle sedute ordinarie.
È intenzione della Commissione, della Presidenza del Consiglio e dell'Ufficio di Presidenza regolamentare nel modo più preciso possibile la ricorrenza delle sedute, la frequenza delle sedute, allo scopo - come dicevo - di dare più funzionalità, più velocità, e più intensità al Consiglio e poter avere la possibilità anche, a mio giudizio, di sveltire i lavori del Consiglio, perché, come tutti comprendono, più sedute ci sono e meno argomenti possono essere oggetto della stessa seduta, in modo da evitare anche la convocazione con ordini del giorno massicci, che molte volte sono arrivati a 50, 60 oggetti.
Ultimo punto che la Commissione propone al Consiglio è una modifica di quello che riguarda l'espletamento del voto segreto, soprattutto in riferimento alla posizione dell'urna, al sistema di votazione, che è diverso di quello che si usava prima, secondo cui gli uscieri passavano a raccogliere le palline al posto dei Consiglieri. Con il metodo che si propone, sono i Consiglieri che si devono recare all'urna e, anche nell'esplicazione di voto a mezzo di schede, i Consiglieri stessi devono recarsi all'urna, che sarà situata in un posto idoneo della Sala consiliare.
Nel corso della discussione di queste modifiche potranno essere fatti degli emendamenti, io ne accenno qualcuno che riguarda soltanto delle proposte marginali, e potremo arrivare così a portare avanti queste modifiche urgenti da sottoporre all'approvazione del Consiglio per la sistemazione già urgente in quello che riguarda i bilanci, per esempio, della Presidenza del Consiglio, e gli altri punti che io vi ho esposti.
Prima di aprire la discussione, io desidero attirare l'attenzione sull'ultimo allegato che ho fatto distribuire e che contiene una modifica già accolta dalla Commissione consiliare per il Regolamento, cioè la riduzione da dieci giorni a otto giorni del termine per l'invio delle lettere di convocazione. Questo io l'ho inserito perché in relazione alla frequenza delle sedute del Consiglio, e della necessità di dare alla Presidenza del Consiglio quel tempo necessario per poter inviare le lettere di convocazione.
Io apro ora la discussione generale su questo argomento, per poi passare alla discussione particolare, articolo per articolo. Chi chiede la parola? Allora possiamo passare all'esame articolo per articolo dicendo, da parte mia, che la numerazione degli articoli è soltanto provvisoria, perché sarà fatta definitivamente quando sarà espletato tutto il lavoro riguardante l'intero Regolamento; allora la Commissione dovrà articolare organicamente e anche numericamente lo stesso Regolamento, perciò i Consiglieri non si facciano specie di vedere "articolo 7 bis" o "7 ter", poiché sono solo numeri provvisori che noi abbiamo voluto dare. Passiamo all'esame dell'articolato.
Articolo 7 bis. Chi chiede la parola? Io vorrei proporre questo, per un ulteriore esame, non faccio delle proposte, diciamo così, sostanziali o rivoluzionarie, faccio delle proposte marginali che sono venute da un affinamento dell'argomento, svolte anche con l'ausilio di un esperto che è il Segretario generale: piccole parole che io vi dirò, per esempio, al punto a) dell'articolo, io mi permetto di leggerlo: "l'Ufficio di Presidenza del Consiglio determina il fabbisogno annuale di spesa per il funzionamento del Consiglio e dei relativi uffici - leggo l'allegato che voi avete - e richiede alla Giunta regionale di iscrivere nel bilancio della Regione il relativo stanziamento".
Io propongo la modifica "determina il fabbisogno annuale di spesa per il funzionamento del Consiglio e dei relativi uffici e propone di iscrivere nel bilancio della Regione il relativo stanziamento"; pertanto propongo di cancellare "e richiede alla Giunta regionale di iscrivere nel bilancio della Regione il relativo stanziamento". Sono d'accordo tutti su questa proposta? Poi la voteremo, naturalmente.
Al punto b), la parola "decide" la quale è stato oggetto anche di discussioni lunghe, si era detto prima "delibera", abbiamo ripreso questa parola dai Regolamenti delle altre Regioni autonome, ma mi è stato fatto presente giustamente che l'Ufficio di Presidenza non può deliberare, ciò spetta soltanto al Consiglio e alla Giunta. Questa parola "decide" porta un po' ad un equivoco, che è determinato dal fatto che si intende che proprio materialmente si liquidano le indennità oppure vuole intendersi che si trasmettano gli elenchi, come facciamo attualmente per la liquidazione delle indennità stesse. Quindi alla frase "decide la liquidazione delle indennità di cui all'articolo 25 dello Statuto" io proporrei di cambiare la parola "decide" in "propone la liquidazione delle indennità di cui all'articolo 25 dello Statuto", perché la liquidazione viene fatta dall'Economato, dalla Finanziaria. D'accordo?
Punto c): "determina l'importo dell'indennità di missione..." siamo d'accordo di sostituire con "propone la liquidazione dell'indennità "?
Andrione (U.V.) - Io chiederei che sia messo "determina e propone", tanto credo che determina l'importo e propone la liquidazione...
Montesano (P.S.U.) - No, guardi, "determina" è un po'...
Andrione (U.V.) - Insomma, io volevo dire questo; se uno va a Roma o in un altro posto, la quantità da liquidare, cioè la determinazione dell'importo...
Montesano (P.S.U.) - Non vorrei che si intendesse per esempio il quantum della diaria, perché è contenuto in una legge... Stiamo parlando del punto c)...
Ramera (D.C.) - Stiamo facendo il punto b), mentre quanto propone il Consigliere Andrione è già previsto nel punto c) e infatti lo ha visto.
Andrione (U.V.) - Credo che il Professor Montesano parlasse del punto c) e mi sembrava che dovesse essere lasciata la determinazione dell'importo...
Montesano (P.S.U.) - Non ho cambiato niente; il punto c) rimane con "determina l'importo".
Il punto d), leggo prima il punto d): "provvede con apposito Regolamento o con ordine di servizio a tutti i servizi interni del Consiglio". Mi è stata rappresentata l'impossibilità, da parte dell'Ufficio di Presidenza, di poter fare regolamenti. A noi interessa invece effettivamente la funzionalità dei servizi, che noi possiamo attuare anche con ordini di servizio, basta quindi: "con apposito Regolamento" e mettere "con ordine di servizio".
Punto e) "decide su tutte le altre questioni che ad esso siano deferite dal Presidente". Io propongo - perché mi è stato proposto - "decide su tutte le altre questioni che ad esso siano state deferite dal Consiglio e dal Presidente", perché anche il Consiglio, nella sua sovranità globale della rappresentanza, può deferire alcune questioni all'Ufficio di Presidenza.
Ci sono osservazioni allora sull'articolo 7 bis? Nessuna. Allora lo diamo per approvato, con le proposte di emendamenti che ho fatto presenti al Consiglio.
Esito della votazione:
Consiglieri presenti, votanti e favorevoli: 29
Il Consiglio approva all'unanimità.
Articolo 7 ter. Qui c'è una sola modifica: la nomina degli scrutatori. Il Consigliere Caveri, componente della Commissione, fece presente a me e ai suoi colleghi che la nomina degli scrutatori fosse deferita all'espressione di voto del Consiglio. Però io qui vorrei aggiungere chi di fatto aveva rinunciato, mi pare, e allora, a questa dizione: "della nomina di tre scrutatori, di cui uno designato dai gruppi di minoranza", io aggiungerei: "se presente", perché se per assurdo, o per eventualità eccezionali, non fossero presenti i gruppi di minoranza, il Presidente si troverebbe nell'impossibilità di nominare lo scrutatore designato dalla minoranza...
Caveri (U.V.) - Non ha ragion d'essere questa modifica: "di cui uno designato dai gruppi di minoranza".
Montesano (P.S.U.) - ...e se mancano tutti?
Caveri (U.V.) - ...se non ci sono, non si designano, quindi non occorre dirlo.
Montesano (P.S.U.) - Ma ci vogliono i tre scrutatori, Consigliere Caveri, guardi il Regolamento! Io vorrei però rappresentare al Consiglio che il Regolamento viene fatto con la prospettiva di una funzione futura nel tempo, quindi bisogna che noi ci sganciamo un pochino dall'attualità del Consiglio regionale e che predisponiamo un Regolamento che possa essere più possibilmente chiaro in tutte le eventualità che si possono rappresentare nelle diverse occasioni.
Ora, un'osservazione che mi è stata fatta è questa: "se i gruppi di minoranza non intervengono al Consiglio come è avvenuto per il gruppo di maggioranza che non è intervenuto?". Abbiamo avuto due casi simili in cui il gruppo di minoranza non è intervenuto.
Andrione (U.V.) - C'è un'unica maniera di risolvere l'ostacolo, dicendo: "la nomina di tre scrutatori votati dal Consiglio" o "designati dal Consiglio", in cui ogni Consigliere ha un solo voto, di maniera che, ci sia o non ci sia la minoranza, o la maggioranza, i tre che hanno avuto più voti sono nominati scrutatori. Allora, che siano presenti 35 Consiglieri o che ne siano presenti 17 o 15, quando ogni Consigliere ha un solo voto, se ci sono tre persone che hanno ricevuto un certo numero di voti sono elette scrutatori ...(voci)... ma dice "designato dai gruppi di minoranza", anche i gruppi di maggioranza designeranno i loro scrutatori! Si faccia la famosa votazione nella quale ogni Consigliere ha un voto! Immaginiamo il Consiglio attuale: la minoranza avrebbe 14 voti, la maggioranza si divide in due, è sempre stato fatto così... lo so che è complicato, ma è per risolvere il problema.
Montesano (P.S.U.) - Consigliere Andrione, "se presenti in aula", basta già... noi mettiamo "se presenti in aula" e allora...
Andrione (U.V.) - ...sì, sì, va bene.
Montesano (P.S.U.) - Allora il Consiglio approva questo emendamento aggiuntivo e approva l'articolo 7 ter.
L'aggiunta va dunque fatta dopo "gruppo di minoranza" inserendo "se presenti in aula".
Ricordiamo che questo non è un problema capitale, perché ogni Presidente ha scelto sempre come scrutatori un Consigliere della minoranza e due Consiglieri della maggioranza; la funzione si è svolta sempre, e credo che nella storia del Consiglio regionale non c'è stata mai una contestazione che sia stata attribuita alla responsabilità degli scrutatori.
Ora, anche l'esperienza ci dice che questo problema non ha una grande importanza, viene solo messo nella regolamentazione perché il Presidente possa chiamare tre Consiglieri a fare le operazioni di scrutinio che devono essere fatte.
Allora il Consiglio approva l'articolo 7 ter.
Esito della votazione:
Presenti, votanti e favorevoli: 27
Il Consiglio approva all'unanimità.
Articolo 17. A questo punto proporrei di inserire la modifica a tale articolo, il quale viene modificato nel punto già da me accennato: "Il Consiglio regionale è convocato nell'apposita sala delle riunioni consiliari, mediante lettera di convocazione da recapitare a ciascun Consigliere, almeno dieci giorni prima della data dell'adunanza".
Io propongo di trasformare quei dieci giorni in otto. Questo per le ragioni che emergeranno dall'esame dell'articolo 20 bis.
Esito della votazione:
Presenti, votanti e favorevoli: 29
Il Consiglio approva all'unanimità.
Ne abbiamo già parlato e questo punto è stato già approvato dalla Commissione.
Articolo 20. L'articolo 20 viene soltanto modificato per soppressione del seguente ultimo comma: "Ogni sessione conta di regola cinque adunanze: il numero di adunanze per ogni sessione può essere aumentato in caso di necessità ".
Siccome questo ultimo comma è regolamentato dall'articolo 20 bis, che andremo a proporre e che voi avete sott'occhio, non ha più ragione di essere citato qui all'articolo 20, e quindi la Commissione e il Presidente propongono di sopprimerlo. D'accordo? Il Consiglio approva.
Esito della votazione:
Presenti, votanti e favorevoli: 29
Il Consiglio approva all'unanimità.
Articolo 20 bis. Come ho detto, è stato ampiamente discusso da parte della Commissione per dare al Consiglio una certa ricorrenza delle sedute ordinarie, a parte quelle che sono straordinarie che - come ho ricordato - hanno un'altra procedura di convocazione.
Il primo comma dell'articolo 20 bis recita: "La sessione primaverile si articola in otto sedute dei mesi che vanno da aprile a luglio compreso; la sessione autunnale si articola in dodici sedute da ottobre a marzo compreso". Pertanto sono 20 sedute ogni anno; l'importanza di questo comma è che ci sono le 20 sedute, quindi quasi due al mese: In più la Commissione ha creduto di lasciare liberi i mesi di agosto e settembre per fare passare in pace le vacanze ai Signori Consiglieri, così come è la prassi in altri Consigli, a meno che non ci siano argomenti di estrema importanza per i quali c'è la possibilità di convocazione straordinaria del Consiglio.
Secondo comma: "Il Consiglio è convocato a questo scopo entro il 7° e il 21° giorno dei mesi citati, sempre che vi siano oggetti da discutere". Anche questo secondo comma è stato discusso ampiamente, ed è stato oggetto di qualche perplessità. Io ne ho sentite un po' da parte di diversi colleghi Consiglieri, e mi pare che il Consigliere Ramera abbia chiesto la parola. Se vuole dire qualcosa, la dica pure, limitatamente...
Ramera (D.C.) - Effettivamente io sono uno dei proponenti e nella Commissione siamo stati unanimi su questo comma. Tuttavia mi è stato fatto rilevare - ed è giusto - che c'è una certa rigidezza nel prevedere che entro il 7° e il 21° giorno sia convocato il Consiglio, per cui il Consiglio potrebbe, per motivi particolari, convocarsi entro il 9° o anche magari entro il 24°. Perciò, pur non derogando dalle due sedute mensili, io proporrei questa dicitura: "Il Consiglio è convocato a questo scopo di regola entro il 7° e il 21° giorno", proprio per dare modo di poter giocare eventualmente anche su due o tre giorni se ci fosse qualcosa di particolare, però rimanendo fissato il principio stabilito dalla Commissione che le sedute consiliari siano due al mese. Potrebbe verificarsi il caso che anziché 7 giorni ne trascorrano 9, o 24 anziché 21, e ciò per dare la possibilità anche all'Esecutivo, alla Giunta, di essere pronta per il Consiglio.
Caveri (U.V.) - Mi sembra che con la dizione proposta dal Consigliere Ramera si possa anche non convocare.
Montesano (P.S.U.) - No, perché il primo comma, Consigliere Caveri, il primo comma dice "otto sedute" più 12, e rimane fisso.
Caveri (U.V.) - Allora io farei una proposta pratica: tanto varrebbe allora dire "entro il 9° e il 24° giorno", così diamo più tempo alla Giunta.
Ramera (D.C.) - Si è fatto per non fissare un termine rigido e costringere la Giunta di venire in Consiglio entro quel giorno, però rimangono fisse le due sedute che unanimemente abbiamo stabilito...
Caveri (U.V.) - Ma allora, appunto perché mi rendo conto che un'eccessiva rigidità potrebbe anche essere inopportuna, perché siamo stati anche noi in Giunta, quindi ci rendiamo conto anche delle esigenze della Giunta, io proporrei invece - proprio in uno spirito conciliativo e tenendo conto delle preoccupazioni del Consigliere Ramera - di non mettere la parola "di regola", che può risultare pericoloso, perché poi non si sa più bene che cosa si deve o si può fare. Io proporrei di venire incontro, quindi, e di mettere "entro il 10° e il 25° giorno", così c'è elasticità.
Bionaz (D.C.) - Non cambia mica niente sostituire 7 e 21 con 10 e 25, è lo stesso, resta rigido lo stesso!
Montesano (P.S.U.) - Avvocato Caveri, visto che nella Commissione, è vero, è stato comprensivo, anzi, ha collaborato parecchio nella stesura di questo Regolamento e si è reso conto, soprattutto per l'esperienza che ha avuto ed ha, che molte volte in merito ai lavori del Consiglio è meglio non creare intralci sia al Consiglio, sia all'Organo esecutivo, mi permetto di rappresentarle che il Consiglio stesso stabilisce, con questo articolo, che deve fare due sedute al mese. Ora, che queste sedute siano fatte al 10° giorno e al 27° giorno è perfettamente lo stesso; noi dobbiamo fare 20 sedute nell'anno, poi se ci sono delle esigenze che possono sopravvenire, quelle determinate dall'Organo esecutivo e dalla Giunta... Se l'Assessore Albaney oggi non c'è perché ha altri impegni, il Presidente del Consiglio avrebbe la possibilità di convocare il Consiglio al decimo giorno anziché al settimo, oppure al quarto, avendo questa possibilità.
Caveri (U.V.) - ..."di regola" non si può accettare... Dicevo che ci rendiamo conto delle esigenze della Giunta e ce ne siamo resi conto anche quando eravamo in Commissione. Io però mi permetto di insistere sulla parola "di regola": è pericolosa, perché stabilisce un'elasticità che diventa un po' troppo liquida, un po' troppo evanescente. Si parla della distanza di quindici giorni tra un Consiglio e l'altro, ma se si fanno due riunioni al mese, si capisce che non c'è un grande spazio tra una seduta e un'altra. Qualcuno ha parlato dell'assenza dell'Assessore Albaney... ma dico, non sarà mica perché è assente un Assessore che allora non si fa più la riunione del Consiglio? D'altra parte sappiamo che l'Assessore Albaney è Presidente della Commissione della lotta contro l'alcoolismo, quindi pensiamo che sia trattenuto dai compiti di Presidente di questa Commissione... noi non lo sappiamo.
Ad ogni modo io insisto perché non ci siano le parole "di regola" e che si dica "entro il 10° e entro il 25° giorno".
Bionaz (D.C.) - Vorrei intanto precisare che l'Assessore Albaney è a Roma per rappresentarmi al Consiglio delle zone depresse del Centro Nord. Avrei dovuto andarci io, ma ho pregato il Presidente di farmi rappresentare dall'Assessore Albaney; è un impegno sopravvenuto e non potevamo certamente mancare, perché si tratta di andare a dividere una certa fetta di... sono impegni che arrivano all'ultimo momento e a cui si deve fare fronte. Ora, se c'è questa rigidità, indubbiamente bisogna che manchi un Assessore, o manchi il Presidente... vi prego di credere, lei è stato molti anni Presidente della Giunta, sa quali sono queste esigenze.
Caveri (U.V.) - Io ringrazio il Presidente della Giunta per le spiegazioni, ma siccome avevo visto su un bollettino dell'Amministrazione regionale che lei aveva nominato l'Assessore Presidente della Commissione della lotta contro l'alcoolismo, nomina certamente molto motivata e molto opportuna ...(risate)... io credevo che l'Assessore fosse occupato in quella Commissione.
Non sono però d'accordo con la seconda parte di quello che ha detto lei.
Ramera (D.C.) - Potrei fare una proposta che evita la rigidità, vale a dire che la prima seduta sia tenuta nella prima quindicina e, la seconda, nella seconda quindicina del mese, per cui ad un dato momento non c'è quella rigidità che impedisce alla Giunta di ottemperare alle due sedute, no? La prima nella prima quindicina e la seconda nella seconda quindicina del mese; quindi mi sembra che ci sia più elasticità anche per la Giunta.
Bordon (D.C.) - L'Assessore Bordon potrà anche andare un po' contro corrente perché, io penso che non sempre si possa concordare su tutto, e non avendo avuto la possibilità di discuterne in altra sede, io desidero che a verbale sia messo il mio modesto parere.
Sediamo nelle Aule consiliari da tanti anni, ci sono dei Signori Consiglieri qui che sono ancora più anziani di me, e vediamo che attraverso il Regolamento vecchio del Consiglio regionale, se non sbaglio, avevamo due sedute obbligatorie all'anno; quindi avevamo una seduta obbligatoria in primavera e una in ottobre, se non sbaglio... sessioni, sì sono sessioni, quindi lì c'era un obbligo assoluto di convocazione.
Ora, se non sbaglio, e se ho inteso bene - perché dico che non l'ho sentito prima, l'ho sentito adesso -, qui si proporrebbe quindi di obbligare il Consiglio a riunirsi, come per quelle due sessioni, 20 volte in un anno, e si è detto quasi due volte al mese... no, Signor Presidente, due volte al mese, perché ad agosto e a settembre il Consiglio non si riunisce, e quindi la verità è questa: due sedute al mese.
Ora, io mi rimetto ai vecchi Consiglieri, ai vecchi Presidenti di Giunta: mi sembra che si stia esagerando un pochino. Perché si sta esagerando un pochino? Perché addirittura noi dovremmo venire qui, obbligatoriamente - perché se il Consiglio regionale non si riunisce potremmo avere delle conseguenze di denuncia per ben due volte al mese, una volta ogni quindici giorni; e si sta discutendo... che sia precisato bene questo... un momentino, lasciatemi arrivare alla fine, non mi vedete da tanti giorni, sopportatemi almeno adesso... per avere il motivo di riunirsi. Mi volete dire quali possono essere i motivi? Ci può essere un oggetto qualsiasi per obbligare la riunione e richiederla, perché qui non c'è una graduatoria sull'importanza dell'argomento e, siccome non ci potrebbe essere un oggetto qualsiasi, può costringere il Consiglio regionale a riunirsi.
Signori, io non vorrei essere tacciato di "antidemocraticità", tanto sono cose abituali che lasciano il tempo che trovano, però una cosa è indubbia. Io desidero che sia messo a verbale che ritengo eccessivo questo numero, perché metterà in condizioni la Giunta attuale, futura, e tutte quelle che possono venire, di trovarsi in difficoltà proprio per tutti questi impegni. Per cui, io ritengo che il numero di venti sia eccessivo e troppo forte. Sarebbe stato sufficiente mettere un impegno di una dozzina al massimo di riunioni obbligatorie, naturalmente integrandole con tutte le volte in cui si ritiene di potersi riunire. Chiedo solo che questo sia messo a verbale.
Milanesio (P.S.U.) - Io, naturalmente come Consigliere, non vorrei che per questo si creassero delle fratture tra il Consiglio e la Giunta, non voglio dire all'interno della maggioranza, perché non è certo un problema politico questo; è un problema, io penso, che attiene essenzialmente ai rapporti tra il Consiglio - composto da Consiglieri di maggioranza o di minoranza - e la Giunta.
Io ritengo che lo sforzo che si sta facendo, che sta facendo in primo luogo il Presidente del Consiglio per adeguare questo Regolamento alle necessità di un organo legislativo e amministrativo, come è appunto il Consiglio regionale, per la nostra Regione, debba essere assecondato e che quindi si debba poter dare al Consiglio quella fusione che molte volte non ha saputo e non ha potuto esercitare, senza voler con questo offendere nessuno, sia ben chiaro, e quindi stabilire dei nuovi rapporti tra Giunta e Consiglio. Noi riteniamo che l'autonomia regionale si estrinsechi, a livello rappresentativo, innanzitutto nel Consiglio regionale, che è l'organo che rappresenta gli eletti del Popolo valdostano. Questo organo, che è l'organo decisionale, evidentemente esprime un Esecutivo, una Giunta, come tutti gli organi della democrazia rappresentativa, però io ritengo che si debba ripristinare quella funzione di guida e di discussione che è e deve rimanere attribuita al Consiglio regionale.
Ora, il fatto che si prevedano delle riunioni più frequenti, questo significa semplicemente che la volontà politico-amministrativa del Consiglio regionale deve potersi esprimere attraverso la formazione di una coscienza e di una volontà più collettiva, attraverso una discussione più proficua, senza voler togliere per nulla alla Giunta regionale le sue prerogative e le sue competenze.
Si è spesso discusso sulla figura del Consigliere regionale, se questo Consigliere dovesse essere assimilato alla figura del Consigliere comunale oppure avere delle sue caratteristiche, delle prerogative proprie che lo assimilino di più, per esempio, al Parlamentare, perlomeno, diciamo, delle Regioni a Statuto speciale più grande della nostra... non so, a quelli della Sardegna, o della Sicilia, o addirittura al Parlamento, a livello nazionale. Ebbene, senza voler cadere in mania di grandezza, io ritengo però che certamente il Consigliere regionale non possa essere assimilato al Consigliere comunale, anche di un Comune importante, che si riunisce magari la sera per esaminare proposte che vengono dalla Giunta e per deliberare su altre proposte spettanti al Consiglio.
Ripeto, dobbiamo valorizzare la funzione del Consiglio, la funzione di proposta, la funzione di discussione e di contributo che il Consiglio può dare. Io ritengo quindi che l'aver stabilito che le sedute devono essere venti o anche di più, è un principio per me sano ed intelligente che può dare anche, evidentemente... non dico fastidio, ma può portare ad intoppi per l'andamento della Giunta e il ritmo di lavoro che aveva stabilito. Però, io ritengo che, al di sopra della Giunta, esista la sovranità del Consiglio e che la Giunta debba uniformare i suoi ritmi di lavoro a quelli che il Consiglio ritiene debbano essere. Per questo, io mi rendo conto anche che il fissare rigidamente il settimo e il ventunesimo giorno del mese come periodo entro il quale deve essere convocato per forza il Consiglio - vale a dire i due Consigli - sia troppo.
Io rimango dell'avviso che sarebbe meglio la proposta del Presidente del Consiglio e accettarla, là dove dice "Il Consiglio è convocato a questo scopo di regola entro il 7° e il 21° giorno", perché se è vero che la Giunta regionale ha i suoi problemi e i suoi impegni, è altrettanto vero che i Consiglieri hanno i loro problemi e i loro impegni, e quindi è giusto anche che si debba sapere, grosso modo, entro quale periodo il Consiglio regionale viene convocato; inserendo "di regola" si dà alla Giunta, al Presidente della Giunta e al Presidente del Consiglio la discrezionalità di spostarlo, quando non se ne potrà fare a meno, per impegni sopravvenuti e o urgenti. Io rimango dell'avviso che responsabilità ed impegni ne hanno anche i Consiglieri regionali, quindi è bene, per esempio, quando questo Consiglio viene convocato, che si possa ragionevolmente prevedere. Questo è un po' il significato, secondo me, che dovrebbe avere il "di regola". Impegni ne possono avere tutti, gli Assessori più dei Consiglieri, nell'espletamento delle loro funzioni, ma i Consiglieri anch'essi hanno degli impegni, quindi è giusto che si possa ragionevolmente prevedere quando il Consiglio verrà convocato.
Io accetterei pertanto la proposta del Presidente del Consiglio di aggiungere "di regola", affidando, evidentemente alla sensibilità e alla discrezionalità sia della Giunta che del Presidente del Consiglio, l'uso di questa parola, il migliore uso, diciamo.
Germano (P.C.I.) - Noi, stranamente, questa volta ci troviamo nella situazione di essere più comprensivi del Consigliere Milanesio. Noi accettiamo la proposta del Consigliere Ramera perché comprendiamo che vi sono delle esigenze di Giunta, quindi non metteremmo il "di regola" e metteremmo invece, come ha proposto Ramera, rispettivamente "nella prima e nella seconda quindicina dei mesi citati".
Vorrei però dire all'Assessore Bordon che non ci sono questi pericoli che diceva lui, che del resto il nostro Regolamento fatto nel 1949 già contemplava le sedute ordinarie in due sessioni, di aprile e di ottobre, però le due sessioni si articolavano in cinque adunanze, e quindi erano già altre dieci, e poi vi erano già le sedute straordinarie. Eravamo nel 1949 e tutti sappiamo lo sviluppo che ha avuto l'Amministrazione che, da una cosa abbastanza ristretta è diventata molto più larga, quindi la proposta corrisponde proprio alla realtà, la realtà di una situazione. D'altro canto vi è anche il punto che non ha tenuto presente l'Assessore Bordon, cioè "sempre che vi siano oggetti da discutere", e non c'è nessuno di noi che desidera fare un Consiglio per venire qui a discutere un'interpellanza. Tutti noi pensiamo che si faccia un Consiglio dove ci sia un minimo di cose tali da poter discutere onestamente, nei confronti anche della cittadinanza, che è poi sempre l'elemento di giudizio in queste cose; quindi, non la vedrei in modo tragico, la vedrei così...
Bordon (D.C.) - Lei non ce l'abbia a male se rimango del mio parere, perché non dico che probabilmente sono sicuro di aver ragione, ma rimango del mio parere, come lei rimane del suo; solo il futuro ci dirà - ma un futuro non molto lontano - e vedrà chi avrà ragione, per questo ho richiesto che sia messo a verbale. Ovviamente, si possono fare tutte le discussioni che si vogliono, perché io ritengo che durante gli anni scorsi abbiamo fatto tante riunioni di Consiglio; la mia preoccupazione è quella data fissa, e vedrete sul funzionamento che cosa avverrà, però potremmo continuare questa discussione noi due, fino a domani mattina. Vedremo nel futuro cosa accadrà e ognuno di noi riconoscerà se aveva torto o ragione.
Bionaz (D.C.) - Io volevo solo mettere l'accento su questo dettaglio: io non discuto che il Consiglio debba partecipare attivamente alla vita politica, pubblica, amministrativa della Regione, ma faccio solo presente che la rigidità dei termini è certamente pregiudizievole per quello che può essere un corretto andamento dell'amministrazione; faccio solo presente la rigidità, questo "entro il 7° e entro il 21°". Se si accetta la proposta che mi pare anche il Consigliere Germano ha fatto sua, quella di convocare due volte al mese entro la prima e la seconda quindicina, bene, questo è già un qualche cosa che permette una certa elasticità, che permette anche di prevedere certi impegni e vuol dire che evidentemente la Giunta si adeguerà a queste necessità. È la questione della rigidità che mi metteva in difficoltà, solo questo...
Caveri (U.V.) - Domandavo solo la parola per pregarla di dare lettura del testo definitivo, perché non vorremmo che ci fossero dei malintesi.
Montesano (P.S.U.) - Lo farò alla fine, perché c'è Milanesio che ancora vuole parlare, e poi vorrei dire qualche cosa io...
Milanesio (P.S.U.) - Se ben ricordo, nelle riunioni di Capi Gruppo che abbiamo fatto per discutere le modifiche del Regolamento consiliare si era arrivati alla determinazione di indicare il 7° e il 21° giorno; ripeto, due giorni fissi, che io ritengo non debbano però essere fissi e non debbano rimanere come tali in assoluto. La proposta del Presidente del Consiglio per me andava quindi accolta, proprio perché si diceva che dobbiamo permettere, non solo alla Giunta, evidentemente, di preparare il suo piano di lavoro, ma dobbiamo permettere anche alle Commissioni consiliari di prepararsi e ai Consiglieri di sapere quando devono presentare le interpellanze e le mozioni per farle arrivare in tempo utile. Ecco perché si era messo "di regola" entro il 7° e il 21°. Ora, se si arriva a dire che entro il mese bisogna fare due riunioni, evidentemente non c'è più nessun punto di riferimento, perlomeno i punti di riferimento vengono a cadere.
Per quello che mi riguarda, non ho nessuna difficoltà ad accettare anche la proposta del Consigliere Ramera, ma rimango dell'avviso che la miglior soluzione sia "di regola entro il 17° e il 21° giorno"; rimango di questo avviso. Ciò non toglie che basta che passi questo articolo e questo principio, e poi voto anche la proposta di Ramera; a me preme solo che passi questo principio, che io ritengo importante, per ridare al Consiglio la sua possibilità di discutere, di funzionare e di portare un contributo, perché ritengo che l'Amministrazione regionale si componga del Consiglio e della Giunta, e non solo della Giunta.
Mappelli (D.C.) - Io vorrei fare presente un piccolo particolare: che differenza c'è dal 7° e al 21° oppure la prima e la seconda quindicina del mese? Nessuna, assolutamente nessuna... era per rimanere sul discorso iniziale, che non credo che sia accolto quanto lei ha proposto prima, perché mi pare che la soluzione migliore sia quella.
Montesano (P.S.U.) - Credo che qui stiamo discutendo del sesso degli angeli, perché io non sono rigido sulla mia richiesta di mettere "di regola".
Milanesio, scusa, io vorrei esprimere questo concetto: il concetto è che il Consiglio si senta regolamentato, attraverso questo articolo, a fare due sedute al mese; ora, che si dica "di regola" o più precisamente si dica "nella prima e seconda quindicina del mese" io non ho nessuna difficoltà ad accogliere la proposta di Ramera, perché che cosa facciamo noi con questa dizione? Non facciamo nient'altro che creare una certa elasticità anche nella convocazione, però le due sedute sono riportate alla prima quindicina e alla seconda quindicina.
Io ritiro quindi il mio emendamento e accolgo quello del Consigliere Ramera, che credo sia l'emendamento che poi raccoglie un pochino il pensiero di tutti i Gruppi. Io non capisco, perché non cambia niente... insomma, le due sedute al mese bisogna farle! Bisogna farle, che voi le facciate in un modo o in un altro, è questa la sostanza.
Voglio poi dire un'altra cosa al Consiglio: oggi noi siamo alla sedicesima seduta del 1968; quindi, quando noi proponiamo che ci siano venti sedute, non proponiamo niente di trascendentale. Oggi noi siamo alla sedicesima seduta e arriveremo a diciotto, nell'anno 1968. Se noi ne proponiamo venti, diciamo però comunque che nei due mesi estivi i Signori Consiglieri se ne stanno a casa, perché sono mesi di vacanza, distensivi. È vero, credo che siamo nello stesso ordine di frequenza delle sedute che abbiamo fatto finora.
Caveri (U.V.) - A me pare che la dizione dell'articolo, così come risulterà configurata dalla proposta del Consigliere Ramera e dall'ultimo intervento del Presidente del Consiglio, sia una dizione che permetterà anche un maggiore fair-play tra la maggioranza e le minoranze, perché altrimenti cosa succede? Che se non c'è un articolo di questo genere, allora le minoranze continueranno a presentare delle domande di convocazione straordinaria, con maggiore disturbo per la Giunta di quello costituito dalle due riunioni al mese.
Noi siamo quindi perfettamente d'accordo con le proposte del Presidente del Consiglio e del Consigliere Ramera.
Montesano (P.S.U.) - Altri che chiedono la parola? Allora io rileggo l'articolo 20 bis secondo gli emendamenti proposti: "La sessione primaverile si articola in otto sedute dei mesi di aprile a luglio compreso; la sessione autunnale si articola in dodici sedute da ottobre a marzo compreso. Il Consiglio è convocato a questo scopo nella prima e nella seconda quindicina - cancellando quindi entro il settimo e il ventunesimo giorno - dei mesi citati, sempre che vi siano oggetti da discutere". D'accordo, Ramera?
Emendato così l'articolo, io lo metto in votazione; se non ci sono osservazioni in proposito, lo do come approvato. Chi approva alzi la mano.
Esito della votazione:
Presenti: 30
Votanti: 29
Favorevoli: 29
Astenuti: 1 (Bordon)
Il Consiglio approva.
Montesano (P.S.U.) - TITOLO IV: Dei Gruppi consiliari. Ci sono interventi? Il Consiglio approva il TITOLO IV; l'articolo non l'abbiamo messo.
Esito della votazione:
Presenti, votanti e favorevoli: 29
Il Consiglio approva all'unanimità.
Articolo 71, che sostituisce il vecchio 71. Al secondo comma c'è l'aggiunta che dice questo: "Le urne devono essere poste all'interno dell'emiciclo in posizione idonea in modo da garantire l'assoluta segretezza del voto". Il posto idoneo è stato già prescelto e indicato dai diversi Gruppi; dovremmo mettere le urne lì nell'angolo di sinistra, alla mia sinistra in Consiglio. Ci sono osservazioni? Procediamo con la votazione.
Esito della votazione:
Presenti, votanti e favorevoli: 29
Il Consiglio approva all'unanimità.
Montesano (P.S.U.) - Articolo 78. L'articolo 78 modifica l'ultimo comma della vecchia edizione che recita: "Le schede sono raccolte nell'apposita urna a cura dell'usciere del Consiglio". La proposta fatta è questa: "Le schede vengono compilate al tavolo di votazione e introdotte a cura dei Consiglieri nell'apposita urna".
Io sono stato già contrario in sede di Commissione a questa dizione in alcuni particolari e ripeto il mio giudizio anche in sede di Consiglio. Io non posso accogliere la rigidità che viene espressa in questo comma che prevede l'obbligatorietà da parte del Consigliere di recarsi in vicinanza dell'urna per compilare le schede. Abbiamo avuto alcune occasioni in cui il Consiglio ha dovuto votare sei, sette nomi e si sono dovute fare sei, sette votazioni, una dietro l'altra, come avvenuto nel penultimo Consiglio. Io m'immagino quale sarà lo svolgimento di queste votazioni se ogni Consigliere si dovrà mettere, per obbligo, davanti al tavolino dell'urna, a compilare la propria scheda di sette o otto nomi, per tre o quattro votazioni, aspettando che il Consigliere precedente finisca. Perciò io avevo proposto alla Commissione che questo comma venisse modificato in modo da dare una certa elasticità alla compilazione delle schede. Io ripropongo la stessa cosa al Consiglio e il mio emendamento è questo: "Le schede possono essere compilate al tavolo di votazione e sono introdotte a cura del Consigliere nell'apposita urna", cioè "possono essere", non "debbono essere". Allora, ci sono interventi?
Germano (P.C.I.) - Non è che vogliamo perdere tempo, anche noi, quando ci sono delle votazioni in cui siamo tutti d'accordo, di maggioranza e di minoranza, abbiamo detto che siamo tutti d'accordo che si faccia sul banco. Ma chi è che decide se "possono"?
Caveri (U.V.) - Insomma, io non so, ma ho l'impressione che si tende un po' a dimenticare l'importanza del verbo potere e delle espressioni "di regola" e "possibilmente", perché quando si dice "le schede possono essere compilate al tavolo di votazione" il segreto del voto scompare. Io mi riferisco a quello che diceva Germano un momento fa, io penso che bisogna avere un minimo di fiducia e buona fede, un minimo di buona fede e un minimo di buon senso da parte dei vari Gruppi. È chiaro che quando non vi saranno questioni di particolare importanza va bene, si chiuderà un occhio e, in pratica, la scheda potrà benissimo essere preparata anche su questi banchi; però non si può dire "possono essere compilate al tavolo dì votazione", perché allora il segreto del voto va a farsi benedire, tanto più che abbiamo visto qualche volta qualcuno, di cui non precisiamo il nome, mettersi alle spalle di qualcun altro che stava votando per vedere come quel qualcun altro votava. Allora questo dimostra che è necessaria la segretezza del voto e quindi è necessario che si dica "le schede vengono compilate al tavolo della votazione" e non "possono essere compilate". Naturalmente a questa norma deve supplire il nostro senso della misura, il nostro buon senso e il nostro senso di moderazione, di cui d'altra parte parecchie volte mi pare abbiamo dato prova. Quindi, non è che noi, attraverso questo voto segreto, fatto in questo modo, vogliamo sabotare i lavori del Consiglio, non siamo a quel livello...
Ramera (D.C.) - Ritengo che il "possono" abbia un valore di funzionalità, Consigliere Caveri, perché praticamente se ad ogni votazione con scheda i Consiglieri debbono affluire insieme al tavolo di Presidenza e aspettare che ognuno riempia la propria scheda, si può ostacolare l'andamento dei lavori. Pertanto, se ci saranno votazioni di particolare importanza, uno andrà al tavolo di votazione, mentre se saranno le solite votazioni di Commissioni, di nessuna importanza, uno può anche farla al proprio tavolo e andarla a depositare, altrimenti si vedranno i 35 Consiglieri fare la coda al tavolo di Presidenza, ad una debita distanza uno dall'altra, per non controllarsi a vicenda, perché il voto segreto va a finire a pallino anche con il tavolo in mezzo, allora.
Fosson (U.V.) - Io ritengo che si possa trovare una via di mezzo per accontentare e per venire incontro sia alle esigenze della funzionalità del Consiglio, che sono state dichiarate, sia all'esigenza della segretezza del voto, in casi importanti e particolari. Non sono d'accordo di mettere quel "posso" che non direbbe niente e lascerebbe la cosa indeterminata. Riconosco che mettendo nel Regolamento questa norma tassativa, noi, dovendo osservare il Regolamento, dovremmo, in tutte le elezioni, andare a votare al tavolo; quindi, secondo il mio modesto parere, si potrebbe ovviare a questo dicendo che le votazioni segrete con la scheda, a richiesta di un numero minimo di Consiglieri, debbano essere fatte al tavolo dove c'è l'urna e negli altri casi, invece, si fanno direttamente al banco, in maniera che, volta per volta, si giudica la questione, ma deve essere data questa facoltà ad un numero di tre, di cinque Consiglieri. Certamente che questi tre, cinque Consiglieri non chiederanno di fare la votazione segreta dove c'è l'urna quando si tratta di una cosa che non ha importanza; allora così non si verrebbe ad alterare quello che è il Regolamento e si eviterebbero gli inconvenienti che sono stati sottolineati.
Adesso si può articolare...
Montesano (P.S.U.) - Ora, io mantengo, per varie ragioni il mio emendamento, perché il Consiglio non può disciplinare, per sua discrezione. Io vorrei dare al Regolamento del Consiglio, quindi a ogni Consigliere, la possibilità di votare, secondo sua coscienza, in un modo o nell'altro - votare al suo tavolo o andare al tavolo della votazione -, senza che sia un obbligo. Se non mi sento di andare a votare lì, ma voglio scriverlo qui, per quale ragione dovete forzare la mia volontà? Dico la mia, perché è quella dei Consiglieri, ognuno può andare lì a votare oppure no.
Io mantengo il mio emendamento e quindi sarà il Consiglio a decidere.
Fosson (U.V.) - Forse io non mi sono espresso bene. Prima ho chiarito bene qual era il mio pensiero e in base alla mia proposta resta ben definito. Non è che il Consiglio decide che di norma si vota al tavolo o si vota qui, ai banchi. Però permette, su richiesta di un numero di Consiglieri, che non deve essere elevato - mettiamo ad esempio cinque, come c'era la possibilità prima -, la votazione segreta, oppure che la votazione avvenga dove c'è l'urna. Resta così la regola che normalmente si vota al tavolo e al posto dei singoli Consiglieri, e solo in casi importanti si chiede la votazione dove c'è l'urna. Mi sembra che in questo senso possa senz'altro essere messo nel Regolamento del Consiglio.
Milanesio (P.S.U.) - Io ritengo che la preoccupazione che in questo momento deve essere presente in tutti noi deve essere quella della funzionalità dell'aspetto del voto segreto. Io sono stato uno di quelli che ha caldeggiato la prima stesura, cioè quella che prevede che le schede vengano compilate al tavolo di votazione. Poi però mi sono reso conto che non è detto che così si garantisca la segretezza del voto, per esempio quando c'è un'affluenza contemporanea o comunque, diciamo così, a ranghi serrati dei Consiglieri al tavolo di votazione.
Del resto, la proposta che ha fatto il Consigliere Fosson, per me ha un inconveniente, perché si creerebbero due votazioni segrete, di tipo diverso: una votazione segreta e una segreta-segreta. Ecco quindi che allora mi pare si creerebbe un tipo di votazione particolare, ad indicare che quell'argomento è particolarmente segreto e quindi, in fondo, a ledere la segretezza del voto stesso, perché chi, per esempio, vota in un modo difforme da quello che ci si aspetta, chiede di votare nel modo segreto-segreto. Evidentemente non penso sia questa la soluzione migliore.
Io direi, invece, che si può dare ai Consiglieri la facoltà di scegliere, così come propone il Presidente del Consiglio, e si introduce un nuovo principio: un Consigliere si alza dal banco e va a deporre il proprio voto dentro l'urna e non è più il messo che passa a raccogliere le schede; quindi il Consigliere per esempio può benissimo alzarsi, andare lì a scrivere e mettere le schede nell'urna oppure può scrivere e successivamente mettere nell'urna la scheda.
Avvocato Caveri, secondo me la proposta di Fosson aveva un difetto, quello di discriminare i due tipi di segretezza della votazione: una votazione segreta dalla quale evidentemente ci si potevano aspettare delle sorprese, che si effettuava al tavolo, e una dalla quale invece si potevano aspettare delle sorprese e allora si andava a votare dentro l'urna.
Mi pare che indicare l'argomento per cui la segretezza, diciamo così, deve essere foriera di conseguenze non sempre prevedibili, o comunque auspicabili da altre parti, sia innanzitutto non tenere conto della correttezza del Consiglio. Per me il voto segreto è segreto in un solo senso e in un solo modo, vale a dire quello che ognuno di noi esprime senza che altri possano controllarlo. Per esempio, avevamo fatto osservare in Consiglio e in Commissione, per i Consiglieri che sono seduti a questo banco, che molte volte succede che il voto non è per niente segreto, perché il pubblico stesso lo può vedere. Ciò non può succedere, per esempio, per i Consiglieri che siedono dall'altro lato, che so io, Manganoni, Tonino, e non succede per il Presidente, per il Segretario del Consiglio, per il Vice Presidente, quindi, ad un certo punto, ognuno si comporterà come meglio ritiene opportuno per garantire la segretezza del proprio voto.
Io questo voglio dire: diamo la facoltà al Consigliere di comportarsi come più ritiene opportuno. La proposta di Fosson non è neanche da respingere in via subordinata, e io non la voglio respingere, però tende a stabilire due gradi di segretezza. Mi pare invece che se il voto è segreto, è sempre e comunque segreto, non che ci può essere un voto più segreto o meno segreto. Diamo quindi all'individuo, al Consigliere, la possibilità di stabilire se il proprio voto deve essere dato qui o lì, e non a richiesta di una parte del Consiglio, perché se il voto è segreto, è segreto comunque.
Caveri (U.V.) - Io prendo atto dell'ultima parte dell'intervento di Milanesio, concordo con quello che dice. Dico, però, che Milanesio dovrebbe trarre dalle ultime cose dette le conseguenze logiche. Milanesio dice: "io sono per un voto che sia seriamente segreto" e su quello siamo tutti d'accordo. Poi sappiamo benissimo, anche se io non voglio più fare i riferimenti fatti prima, che qui sinora il cosiddetto "voto segreto" non era proprio un voto cosiddetto "segreto", ma era il segreto di Pulcinella, perché sia il pubblico, sia i colleghi Consiglieri, sia i colleghi di Giunta, finora potevano benissimo controllare come si votava. Questo non avveniva e non avviene solo al Consiglio regionale della Valle d'Aosta, ma avviene perfino alla Camera dei Deputati, perché chiunque si metta in una tribuna, per esempio se uno spettatore si mette nella tribuna della Presidenza della Repubblica, o in qualche tribuna riservata ai Diplomatici, vede benissimo come votano segretamente i Deputati e sa chi vota a favore e chi vota contro.
Quando c'è stata la votazione, alla Camera dei Deputati, sulla legge elettorale della Valle d'Aosta, e c'è stata tutta la polemica tra sistema maggioritario e sistema proporzionale, nel 1953, io mi sono messo in una tribuna della Presidenza della Repubblica e ho potuto sapere quali erano i Deputati che avevano votato pro o contro in un determinato sistema.
Ora, tutto ciò a quale conclusione porta? Qual è la cosa principale che va detta in questa discussione? Bisogna vedere se seriamente siamo per il voto segreto e, se siamo per il voto segreto, dobbiamo stabilire che la votazione venga fatta al tavolo di votazione. Il miglior sistema sarebbe di prevedere una cabina, perché assicurerebbe con assoluta certezza l'assoluta segretezza del voto.
La proposta di Fosson era stata fatta con l'intento di venire incontro alle preoccupazioni di alcuni Consiglieri che temono che attraverso un voto al tavolo di votazione vi sia un'eccessiva lunghezza nelle operazioni di voto. Ora, io trovo che la proposta di Fosson sia ragionevole, e ritengo che possiamo stabilire di alzare il numero dei Consiglieri che richieda la votazione al tavolo (a quel tavolo centrale indicato nell'articolo 78, cioè cinque). Potremmo stabilire un numero maggiore, io non faccio delle proposte concrete, ma possiamo vedere insieme quale numero dei Consiglieri noi vogliamo stabilire per richiedere ed ottenere la votazione segreta al tavolo di votazione. Lo possiamo benissimo stabilire, non c'è niente di male. Insomma, qui ad un certo momento dobbiamo guardarci in faccia schiettamente e vedere se siamo per il voto segreto o se siamo per il voto pseudo-segreto, che in Piemonte viene chiamato "segreto di Garibuja", e che altri definiscono "segreto di Pulcinella". Bisogna vedere se siamo per il voto segreto sì o no. Ecco, se siamo per il voto segreto in modo serio, allora possiamo stabilire delle norme apposite e possiamo anche metterci d'accordo.
Germano (P.C.I.) - Cerco di rispondere al quesito posto dall'Onorevole Caveri. La Commissione, unanime, è stata per il voto segreto, non credo che qui ...(interruzione del Presidente)... permetta, faccio anche le dovute eccezioni, ma anche lei era per il voto segreto, quindi sul concetto del voto segreto la Commissione era unanime.
L'unica perplessità è derivata dall'osservazione del Presidente del Consiglio e non si riferiva al voto segreto in sé, ma riguardava la perdita di tempo, quindi del maggior tempo che occorreva per ogni votazione. Ora si tratta di superare questo inciampo, perché credo che tutti i Partiti presenti nella Commissione, che erano tutti per il voto segreto e che fosse segreto sul serio, non cambino idea. Il problema è quindi quello della perdita di tempo e dobbiamo dire, onestamente, che esiste per esempio nel caso in cui si voti per la costituzione di una Commissione consiliare; si sa che quattro Consiglieri appartengono alla maggioranza e due alla minoranza e che entrambe indicano i propri Consiglieri e poi si vota tutto assieme. Il fatto di andare tutti là a votare sette nomi è effettivamente una perdita di tempo, questo lo comprendiamo.
Allora, tra la tesi di Montesano che dice "possono votare là" e la tesi di Fosson che dice "su richiesta di cinque Consiglieri devono votare là", io sono per questa seconda, e lo sono per un motivo semplice, perché quando si dice "possono" a decidere è la maggioranza del Consiglio. Se è la maggioranza del Consiglio, non siamo più sulla questione del voto segreto, perché nel mio Gruppo, se noi decidiamo una certa cosa, e io dico ai sette del Gruppo "dobbiamo votare così", chi si alza per votare al tavolo infrange la disciplina di gruppo e non è più nella condizione di votare segretamente. Andiamo, è così! Sappiamo di Assemblee dove la gente votava al tavolo poi andava a far vedere la scheda al Capo Gruppo, insomma! Se cambiamo idea, allora la cosa è diversa, mentre invece è previsto nel nostro Regolamento che cinque Consiglieri chiedano il voto segreto, e allora prevediamo qui che le schede vengano compilate al tavolo di votazione e introdotte a cura dei Consiglieri nell'apposita urna, su richiesta di cinque Consiglieri, così i cinque Consiglieri non lo richiederanno quando votiamo le Commissioni o quando votiamo cose sulle quali siamo tutti d'accordo, ad esempio l'approvazione di un concorso, per cui è perfettamente inutile che andiamo là a votare, oppure altre votazioni di carattere diverso. Però, se prevediamo il voto segreto e siamo di questa opinione, possiamo accettare questa tesi proposta dal Consigliere Fosson, perché la questione del "segreto" non è nell'introdurre la scheda nell'urna, perché per metterla nell'urna, che passi l'usciere o la metta il Consigliere, non cambia.
Il "segreto" è nella compilazione della scheda, quando scrivi che le persone in tribuna vedono, o io vedo i miei vicini, e magari, se ho l'occhio acuto, anche più in là; il segreto consiste nel preparare e compilare la scheda, quindi dobbiamo prevedere questo, altrimenti modifichiamo gli orientamenti della Commissione, perché in Commissione eravamo tutti di questa opinione.
Montesano (P.S.U.) - Io non ero di questa opinione, non sono stato mai di questa opinione, per la compilazione delle schede obbligatoriamente.
Germano (P.C.I.) - No, ho detto che lei era per il voto segreto, come noi, la sua preoccupazione era quella della perdita di tempo, ecco... è vero o non è vero? Allora, se noi ovviamo a questo inconveniente, restiamo tutti della nostra opinione e siamo a posto.
Montesano (P.S.U.) - Esprimo il mio concetto: con tutto il rispetto per la minoranza, non posso dare l'autorità piena di questa decisione esclusivamente a cinque Consiglieri della minoranza.
Pedrini (P.L.I.) - Prima di tutto, io non sono per i cinque... noi siamo in due, poveretti, e naturalmente siamo sempre tagliati fuori! Come facciamo? Siamo sempre soli, nel senso che evidentemente non possiamo andare a chiedere l'aiuto a Tizio, a Caio, sottobanco, poi magari i loro Partiti rispettivamente li richiamano all'ordine. Io sono, quindi, per l'impostazione tout court di voto segreto.
Mi sia consentita però un'altra cosa. Mi si parla di perdita di tempo... ma quale perdita di tempo? Adesso facciamo due riunioni, una ogni quindici giorni. Ma Signori, mi pare che abbiamo già risolto votando prima questa nostra intenzione, questo nostro volere! Va bene, per cui abbiamo veramente anche il tempo di perdere un quarto d'ora di più. Pertanto il voto va ritenuto segreto sotto tutti i profili, che ci sia la possibilità veramente, e in questo sono d'accordo con l'Avvocato Caveri, perfettamente, sul voto segreto. In caso contrario è inutile che stiamo qua a discutere, perché perdiamo soltanto del tempo.
Milanesio (P.S.U.) - Forse sono stato frainteso, Consigliere Germano.
Innanzitutto, quando io ho detto che sono per il voto segreto sul serio, sia nella Commissione consiliare, che qui in Consiglio, ho anche detto che secondo me questa scelta, se deve essere una scelta, diciamo così, di voto segreto in assoluto, non deve neanche essere fatta dal Gruppo A, dal Gruppo B o dal Gruppo C, ma deve essere lasciata alla singola persona del Consigliere.
Ora, quando qui si dice che le schede "possono venire compilate al tavolo di votazione, questa libertà, questa facoltà, noi la diamo al Consigliere, il quale Consigliere potrà andare, compilare la scheda, perché il tavolo di votazione sarà fatto in modo tale da permettere ai Consiglieri che vorranno di andare al tavolo di votazione, di compilarla, di inserirla e il Consigliere - indipendentemente dal Gruppo - che vorrà compilarsela qui, al banco, se la potrà compilare al banco. Ora, io ero anche contro questa distinzione sul "segreto" di prima categoria e di seconda categoria, perché capisco che ad un certo punto, un certo Gruppo di Consiglieri possa chiedere un voto, che in questo caso diventa segretissimo, però l'altro voto non è più segreto, allora l'altro voto è il segreto di Pulcinella. Dobbiamo metterci d'accordo su queste cose.
Io ritengo che se noi diamo la facoltà al singolo Consigliere non avremo problemi di numero, di Gruppi che richiedono... non so, cinque, dieci, undici, tredici o un terzo, che possono sempre creare della confusione. Ogni singolo Consigliere avrà la facoltà dì andare al tavolo di votazione o di votare qui e si servirà di questa facoltà come meglio la coscienza lo comanda, indipendentemente dai Gruppi o dalle decisioni che i Gruppi possono prendere, perché il Gruppo può dire: tu vota in questo modo, ma noi vogliamo dare al Consigliere la possibilità anche di essere un obiettore di coscienza del voto. Ebbene, questo Consigliere non è che debba votare lì perché il Gruppo gli ha detto di votare lì, se vuole può andare a votare là! Sta alla correttezza di questo Consigliere, al senso dell'onore, votare come poi si è impegnato a votare, caso mai. Ad un certo punto, mi pare che se noi diamo al singolo Consigliere la facoltà di avvalersi di questa possibilità, sia la cosa migliore.
Io posso dire questo, Consigliere Fosson: se si avanza la richiesta da parte di cinque, di 10, di 3 o di 2, di votare a scheda segreta e al tavolo della votazione, ebbene, a questo punto evidentemente si mette in atto quel meccanismo per cui tutti si aspettano da questa votazione, o perlomeno qualcuno può aspettarsi un risultato diverso da quello che era nelle premesse. Ora, io penso che si può arrivare ad un sistema di vigilanza anche in questo modo, perché uno può rimanere al tavolo più del dovuto, può approssimarsi al tavolo. Insomma, parliamoci chiaro: se si vuole controllare il voto si può controllare anche in quel modo. L'unico modo per non controllarlo potrebbe essere al limite quello evidentemente della cabina, questo sì, sarebbe l'unico modo per non poter controllare un voto. Io mi auguro che nel nostro Consiglio non succedano certi episodi, e penso che non siano mai successi volontariamente; involontariamente forse sì, ma volontariamente lo escludo, lo voglio escludere. Ritengo quindi che noi dobbiamo dare al singolo Consigliere la facoltà di decidere da solo se il suo voto deve essere espresso lì o deve essere espresso qua.
Montesano (P.S.U.) - ...un momento, Avvocato Caveri, perché i Consiglieri Lustrissy e Andrione hanno chiesto la parola prima di lei. Vorrei poi raccomandare ai Consiglieri di darmi la facoltà di chiudere verso mezzogiorno per la cerimonia che voi sapete.
Lustrissy (D.C.) - Io non sto più a ritornare sull'argomento della perdita del tempo e concordo molto con quanto ha detto il Consigliere Pedrini. Qua non si tratta di perdere del tempo o meno, si tratta di stabilire un principio democratico, che è quello della segretezza del voto. Da qui, cosa ne discende? Che per assicurare questa segretezza del voto dobbiamo seguire determinate procedure che effettivamente ci permettano di conseguire questo risultato. Allora, per me, a titolo mio personale, a mio avviso, riterrei opportuno che la votazione venisse fatta per appello nominale, in modo che l'articolo potrebbe essere completato: "Le schede vengono compilate al tavolo di votazione e introdotte a cura dei Consiglieri nell'apposita urna, su appello nominale del Segretario del Consiglio".
Montesano (P.S.U.) - Ma quello è pacifico...
Lustrissy (D.C.) - Va bene, i Consiglieri vanno a votare uno alla volta. Dato che abbiamo discusso a lungo sulla perdita di tempo, riteniamo che assicurare la segretezza del voto non sia una perdita di tempo, bensì un esercizio, una facoltà di esercizio di voto fatto in un determinato modo. Se vogliamo assicurare in pieno questa facoltà ai Consiglieri, dobbiamo seguire questa procedura. Su appello nominale ogni Consigliere si reca al tavolo della votazione, compila la sua scheda e la introduce nell'urna.
Montesano (P.S.U.) - Va bene, viste a questo punto le dichiarazioni dei Consiglieri, io ritiro il mio emendamento. Però, ci renderemo conto nel momento di votare, quando ogni Consigliere sarà chiamato ad andare lì, ce ne renderemo conto. Io non ammetto però la deroga che il Consiglio decida, no; anche quando ci saranno dieci schede da votare, con dieci nomi, si andrà all'urna, Consigliere per Consigliere.
Dichiaro di ritirare il mio emendamento e poi il Consiglio è responsabilizzato. Non è che il mio emendamento sia stato messo per una ragione mia personale, ma per l'elasticità dei lavori del Consiglio. Per questo rispondo all'Assessore, al Consigliere Lustrissy, che non si può fare deroga; intendiamoci bene: non si può fare deroga, anche quando ci saranno sette votazioni per le Commissioni consiliari oppure per i nomi.
Ora, Milanesio, per favore, io ho pregato i Consiglieri di esaurire questa discussione, quindi sia breve il più possibile.
Milanesio (P.S.U.) - Sarò brevissimo: io faccio mio l'emendamento del Presidente del Consiglio per ragioni di funzionalità e lo mantengo; chiedo che venga posto in votazione anche quell'emendamento ...(rumori)...
Montesano (P.S.U.) - Non ha importanza, anche se questo emendamento va in minoranza, ognuno si esprima come vuole.
Lustrissy (D.C.) - Vogliamo assicurare la segretezza del voto o non la vogliamo assicurare? I casi sono solo quelli...
Montesano (P.S.U.) - Io vorrei dire anche un'altra cosa a Lustrissy, vale a dire che nessuno gli impedisce di andarsene fuori e scrivere la sua scheda mentre si fa la votazione.
Lustrissy (D.C.) - Ma insomma, scherziamo? Che io mi debba allontanare dall'aula per poter esercitare...
Montesano (P.S.U.) - Per vent'anni si è fatto in questo modo, vent'anni!
Lustrissy (D.C.) - Va bene, vent'anni di sbagli che si possono correggere.
Montesano (P.S.U.) - Va bene, io ritiro il mio emendamento, viste le dichiarazioni dei Consiglieri e prego anche il collega Consigliere, nonché collega di Partito, Milanesio, di ritirare l'emendamento.
Milanesio (P.S.U.) - Signor Presidente del Consiglio, io lo ritiro l'emendamento, però voglio dire questo: mi pare che si voglia arrivare a stabilire due tipi di segretezza; questo discorso è abbastanza ridicolo, pare un discorso democratico. Ad ogni buon conto, per quello che mi riguarda, io accetto l'invito del Presidente del Consiglio. Voglio solo dire che in certi consessi, altrettanto democratici, che lavorano sul piano politico e amministrativo, si è addirittura arrivati alla proposta di togliere il voto segreto, di votare a voto palese, così ognuno si assume le responsabilità, tra le altre cose. Ad ogni buon conto facciamo un omaggio all'ipocrisia della democrazia.
Caveri (U.V.) - Rinuncio alla parola, vista la dichiarazione del Presidente del Consiglio Professor Montesano.
Chamonin (R.V.) - Volevo dire che, se si arriva allora a questo sistema di compilazione, è inutile il secondo comma, perché è direttamente il Segretario del Consiglio che dà poi la scheda ad ogni Consigliere. Le schede non vengono date al tavolo e compilate lì, si danno direttamente, quindi non c'è bisogno del secondo comma, che recita: "La distribuzione delle schede è fatta a cura dell'usciere del Consiglio, su ordine del Segretario", perché le fa direttamente il Segretario del Consiglio...
Montesano (P.S.U.) - Allora, ritirato l'emendamento, Consigliere Chamonin, lei propone di abolire questo secondo comma?
Chamonin (R.V.) - Non è che propongo di abolire, ma mi sembra logico che, se si decide di andare al tavolo, la scheda sia data direttamente dal Segretario del Consiglio, anche per i conteggi, perché ad un certo momento possono essere distribuite le schede qui, poi qualcuno magari esce e il conto non torna più.
Montesano (P.S.U.) - Va bene, allora, l'emendamento di Chamonin potrebbe essere inquadrato in questo modo: "La distribuzione delle schede è fatta a cura del Segretario del Consiglio".
Milanesio (P.S.U.) - Presidente mettiamo: "...è fatta a cura del Segretario al tavolo di votazione", perché altrimenti può succedere - e adesso mi metto io a fare l'avvocato del diavolo - che se si distribuiscono le schede qui, poi qualcuno compila e fa finta d'averla votata; quindi deve essere distribuita al tavolo di votazione.
Montesano (P.S.U.) - Va bene, mettiamo un pochino d'ordine in questa discussione e inseriamo questo. Allora l'emendamento al secondo comma è così fissato: "La distribuzione delle schede è fatta a cura del Consigliere Segretario al tavolo di votazione".
Il mio emendamento è ritirato, quindi rimane il terzo comma, così come era stato proposto dalla Commissione: "Le schede vengono compilate al tavolo di votazione e introdotte a cura dei Consiglieri nell'apposita urna".
Lustrissy (D.C.) - Io vorrei insistere sull'appello nominale, perché se non lo specifichiamo si verifica proprio quell'inconveniente che abbiamo lamentato e prospettato, che i Consiglieri si avviano al tavolo di votazione tutti insieme e fanno la coda lì.
Montesano (P.S.U.) - Allora: "Su appello nominale, le schede vengono compilate al tavolo di votazione e introdotte a cura dei Consiglieri...". Vorrei poi rileggere nell'interezza l'articolo 78 che, modificato, è così concepito: "Ogni Consigliere presente riceve una scheda contenente l'indicazione del numero delle designazioni che possono essere espresse. La distribuzione delle schede è fatta a cura del Consigliere Segretario al tavolo di votazione. Su appello nominale, le schede vengono compilate al tavolo di votazione e introdotte a cura dei Consiglieri nell'apposita urna.".
Bordon (D.C.) - Si vede che è una giornata negativa, accadono anche queste cose qui. Io dichiaro di essere contro al voto segreto, perché mi sembra che sia stato detto qui che il voto segreto è il voler favorire un'espressione democratica dei Consiglieri che potrebbero essere obbligati dal loro Gruppo - come ha detto il Consigliere Milanesio -, pertanto di dover votare delle cose che il Gruppo impone. Ora, questa mi sembra la più grande ipocrisia che si possa portare in una Sala consiliare, perché se io sono in un Gruppo e questo Gruppo mi obbliga a votare una certa cosa, solo perché ho la possibilità di voto segreto posso recarmi all'urna e votare contro. Questa è la mia interpretazione, e ritengo sia anche abbastanza democratica. Se un domani io non mi sento di eseguire un ordine del Gruppo - come è stato detto -, mi sembra che dovrò avere tanta sincerità da dire: "Signori, io non vi seguo, non voto così, prendete i provvedimenti che volete prendere contro di me"; mi sembra che sia questa l'impostazione. Ad ogni modo, come ho già detto prima, tutte le idee sono opinabili, ognuno ha le sue.
Io non dico che voterò contro il voto segreto, ma ancora una volta io mi asterrò, perché io sono per il voto palese, e sono confortato, in questo mio dire, dall'Assemblea siciliana. All'Assemblea siciliana abbiamo visto che razza di pandemoni sono venuti fuori, abbiamo visto che ad un certo momento ci sono stati dei lunghi dibattiti per abolire questo voto segreto, che ha scatenato collisioni incredibili, che ha creato rovesciamenti e cambiamenti di governo certamente non seri, perché basati semplicemente sull'ipocrisia.
Io vi chiedo quindi scusa ancora una volta e vi dico che non posso votare contro, perché chi approva il voto segreto ha forse i suoi buoni motivi, come li ho io che non lo approvo; io i miei li ho esposti e quindi mi astengo, perché sono per il voto palese, che è motivo di sincerità e motivo di difesa della moralità di un Consigliere, nonché di una Sala consiliare.
Montesano (P.S.U.) - Ci sono altre dichiarazioni? Allora il sottoscritto, come Presidente del Consiglio, dichiara di astenersi dalla votazione dell'articolo 78 per le ragioni esposte nel corso della discussione.
Bionaz (D.C.) - Dichiaro di astenermi dal voto.
Balestri (P.S.U.) - A titolo personale anch'io sarei favorevole al voto palese.
Montesano (P.S.U.) - Va bene, ma noi dobbiamo fare discussioni su questo punto? La discussione sul voto palese potrà avvenire in un secondo tempo e lì dovremo analizzare questo. Un momento, Consigliere Bordon.
Milanesio (P.S.U.) - Faccio una dichiarazione di voto. Io sono favorevole al voto segreto, anche perché presumo che da parte dei Consiglieri ci sia lealtà, onestà e correttezza e che un Consigliere - come dice Bordon -, che deve assumersi le sue responsabilità, evidentemente se le deve assumere pubblicamente, non segretamente, perché segretamente nessuno si assume delle responsabilità; diciamo solo che uno vuole mascherare delle responsabilità che si assume o vuole farle assumere ad altri.
Pertanto io non voglio dilungarmi sulle degenerazioni del voto segreto, degenerazioni che sono state fatte ad opera di uomini che, evidentemente, non avevano le qualità morali e politiche per assumersi delle responsabilità. Io parto con la fiducia nel voto segreto e con la fiducia nei Consiglieri affinché ne dispongano come la coscienza glielo impone e come glielo impone la loro correttezza di uomini. Io mi auguro che non ci si debba trovare nelle situazioni paventate dall'Assessore Bordon. Mi sia consentita una battuta: chi di voto segreto ferisce, di voto segreto può anche perire; questo deve essere chiaro.
Bionaz (D.C.) - Ma non può essere rimandato alla Commissione questo argomento? Domando se eventualmente non può essere rimandato alla Commissione, visto che ci sono opinioni molto contrastanti.
Pedrini (P.L.I.) - Il Partito Liberale si astiene.
Caveri (U.V.) - Il Gruppo dell'Union Valdôtaine vota a favore dell'articolo 78, così come è proposto.
Montesano (P.S.U.) - C'è la proposta del Presidente della Giunta per il rinvio alla Commissione ...no? cade? E allora chi è favorevole all'articolo 78 così come è stato da me letto, cioè con l'emendamento del Consigliere Chamonin e con l'emendamento del Consigliere Lustrissy, alzi la mano. Contrari?
Esito della votazione:
Presenti: 33
Votanti: 27
Favorevoli: 27
Astenuti: 6 (Benzo, Bionaz, Bordon, Maghetti, Montesano e Pedrini)
Il Consiglio approva.
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Il Consiglio prende atto che - astenutisi dalla votazione il Consigliere Bordon per l'approvazione dell'articolo 20 bis e i Consiglieri Benzo, Bionaz, Bordon, Maghetti, Montesano e Pedrini per l'approvazione dell'articolo 78 -, sono stati approvati ad unanimità di voti favorevoli i sottoriportati nuovi articoli del Regolamento Interno del Consiglio Regionale, da coordinare in seguito in sede di discussione e di approvazione del nuovo testo completo del Regolamento Interno di cui si tratta, attualmente allo studio dell'apposita Commissione consiliare:
Art. 7 bis
Attribuzioni dell'Ufficio di Presidenza del Consiglio
L'Ufficio di Presidenza del Consiglio:
a) determina il fabbisogno annuale di spesa per il funzionamento del Consiglio e dei relativi uffici e propone di iscrivere nel bilancio della Regione il relativo stanziamento;
b) propone la liquidazione delle indennità di cui all'art. 25 dello Statuto;
c) determina l'importo delle indennità di missione e trasferta e del rimborso delle spese sostenute dai Consiglieri per mansioni di servizio, effettuandone la relativa liquidazione;
d) provvede con ordini di servizio a tutti i servizi interni del Consiglio;
e) decide su tutte le altre questioni che ad esso siano deferite dal Consiglio e dal Presidente.
Art. 7 ter
Attribuzioni dell'Ufficio di Presidenza del Consiglio
L'Ufficio di Presidenza del Consiglio è incaricato:
1) della conservazione e della ispezione dell'Archivio e degli Uffici interni del Consiglio Regionale;
2) della nomina di tre scrutatori, di cui uno designato dai gruppi di minoranza, se presenti in aula, e della nomina delle Commissioni di sua competenza o per le quali abbia delega di nomina dal Consiglio;
3) di curare la copia, la stampa e la distribuzione delle copie degli atti, dei progetti e delle proposte ai Consiglieri ed alle Commissioni;
4) di istruire gli atti relativi alle petizioni, ricorsi o denunce, presentate al Consiglio o alla Presidenza del Consiglio.
Art. 17
Convocazione del Consiglio e ordine del giorno
Il Consiglio Regionale è convocato nell'apposita sala delle riunioni consiliari, mediante lettere di convocazione da recapitarsi a ciascun Consigliere almeno otto giorni prima della data dall'adunanza.
Alle lettere di convocazione debbono essere allegati i referti, le proposte ed i memoriali, debitamente istruiti dai competenti uffici della Segreteria Generale, per ciascun oggetto iscritto all'ordine del giorno.
Qualora si tratti di oggetti di poca importanza e in caso di particolare urgenza, la Presidenza del Consiglio può derogare alle disposizioni di cui ai commi precedenti, anche su richiesta del Presidente della Giunta Regionale.
Art. 20
Sessioni e adunanze ordinarie e straordinarie
Il Consiglio Regionale è convocato dal suo Presidente in sessione ordinaria nella prima settimana di aprile e di ottobre di ogni anno.
È convocato in sessione o in adunanza straordinaria, su richiesta del Presidente della Giunta Regionale o di almeno un terzo dei Consiglieri, entro i venti giorni dalla richiesta, salvo casi di urgenza riconosciuta dal Presidente da Consiglio.
Art. 20 bis
La sessione primaverile si articola in otto sedute dei mesi da aprile a luglio compreso; la sessione autunnale si articola in dodici sedute da ottobre a marzo compreso.
Il Consiglio è convocato a questo scopo nella prima e nella seconda quindicina dei mesi citati, sempre che vi siano oggetti da discutere.
La prima seduta di ogni mese è prevalentemente destinata all'esame delle interrogazioni, interpellanze e mozioni.
TITOLO IV
Dei Gruppi consiliari
Entro otto giorni dalla prima seduta dopo le elezioni, i Consiglieri sono tenuti a dichiarare per iscritto all'Ufficio di Presidenza a quale Gruppo consiliare intendano appartenere.
Entro sei giorni dall'elezione dell'Ufficio di Presidenza, ciascun Gruppo deve comunicare al Presidente del Consiglio il nominativo del Capo Gruppo e del Vice Capo Gruppo.
In seguito deve essere data comunicazione allo stesso Presidente del Consiglio di eventuale sostituzione del Capo Gruppo e del Vice Capo Gruppo.
In caso di cambio di appartenenza ad un Gruppo, il Consigliere è tenuto a farne comunicazione al Presidente del Consiglio.
L'Ufficio di Presidenza è chiamato a risolvere gli eventuali reclami circa la costituzione dei Gruppi consiliari.
Art. 71
Per la votazione a scrutinio segreto, il Presidente del Consiglio precisa i termini e il significato della votazione, ordina l'appello nominale dei Consiglieri e fa consegnare ad ogni votante due palline (una bianca ed una nera).
Le urne devono essere poste all'interno dell'emiciclo in posizione idonea in modo da garantire l'assoluta segretezza del voto.
La pallina bianca costituisce voto favorevole, quella nera voto contrario.
Il Segretario, con l'assistenza dei tre scrutatori, procede al computo delle palline bianche e nere raccolte nell'urna delle votazioni e al controllo delle rimanenti palline raccolte nell'urna dei resti e il Presidente proclama il risultato della votazione.
Art. 78
Ogni Consigliere presente riceve una scheda contenente l'indicazione del numero delle designazioni che possono essere espresse.
La distribuzione delle schede è fatta a cura del Consigliere Segretario al tavolo di votazione.
Su appello nominale, le schede vengono compilate al tavolo di votazione e introdotte a cura dei Consiglieri nell'apposita urna.