Rédaction informelle du débat du Conseil régional

Objet du Conseil n. 48 du 13 février 1970 - Resoconto

OGGETTO N. 48/70 - Concessione di contributi ai comuni della Valle d'Aosta per la redazione dei regolamenti edilizi ed annessi programmi di fabbricazione, nonché dei piani regolatori comunali. (Approvazione di mozione)

Manganoni (P.C.I.) - In data 28 aprile 1969, quindi dieci mesi fa, veniva distribuito l'allegato n. 18 ai Consiglieri regionali che aveva come oggetto: "Disegno di legge regionale concernente la concessione di contributi ai Comuni della Valle d'Aosta per la redazione dei regolamenti edilizi e annessi programmi di fabbricazione, nonché dei piani regolatori generali e comunali e relativi regolamenti edilizi", quindi vi pregherei di darmi atto che questo non l'ho scritto io, che questa effettivamente è stata distribuita ai Consiglieri regionali, perché voi negate anche quello, come avete negato questa mattina.

Ora, vi dicevo, sono passati dieci mesi, in Consiglio abbiamo più volte sollecitato la presentazione di questa legge, però il Consiglio sta ancora aspettando.

Queste sono le ragioni per cui abbiamo presentato questa mozione.

Questo è un problema che non si limita ai contributi di alcuni milioni ai Comuni, ma da questo contributo dipenderà l'elaborazione, la celerità dell'elaborazione dei piani regolatori.

Perché? Perché noi sappiamo che i Comuni non hanno i mezzi per pagarsi i piani regolatori o i regolamenti edilizi con i piani di fabbricazione, e pertanto non avendo i mezzi tecnici dicono: e chi paga? E quindi non è che la metta tutta per accelerare l'elaborazione di questi piani regolatori, perché non sanno chi pagherà. Ora, cosa ne consegue; ne consegue che questi piani regolatori languono, e noi sappiamo che l'edilizia, che oggi ha un sviluppo notevole, in seguito alla famosa legge urbanistica che però allo scadere, ma pare che la legge urbanistica preveda due anni o tre per l'ultimazione di questi edifici iniziati prima di settembre come prescrive la legge, dopo ultimati questi edifici, l'edilizia, se i piani regolatori non saranno pronti, attraverserà un grave periodo di crisi; un grave periodo di crisi, perché? Perché questa legge se non ci saranno i piani regolatori praticamente si impedisce la costruzione di edifici fuori dei centri abitati, e quindi fuori dai centri abitati non si costruirà.

Solo il piano regolatore può sbloccare questa situazione perché può limitare queste distanze, può aumentare in certe zone la volumetria che costituisce un altro ostacolo all'edilizia, alla costruzione di edifici.

Vi è un altro problema che si pone, la mancanza di piani regolatori impedisce lo sviluppo dell'edilizia turistica. Mi pare di aver avuto l'occasione di citare in questo Consiglio dei casi di Comuni ove dei proprietari sono in trattative per vendere dei terreni, anche dei terreni incolti, per la costruzione di ville, senonché questi dicono: già, noi acquistiamo quei terreni per costruire la villa, il piano regolatore ce lo vincola a zona verde e ti saluto villa. Questi sono casi numerosi e io ho citato anche i Comuni. Non voglio dilungarmi a citarli di nuovo oggi. Quindi questa nuoce non solo l'edilizia in genere, ma lo sviluppo turistico. Ora, si può sbloccare, l'ho detto prima, con l'elaborazione dei piani regolatori.

Ora, l'Assessore al Turismo aveva promesso già nei Consigli di ottobre, novembre e dicembre, ai solleciti che da questi banchi gli sono stati rivolti di presentare - va beh! -voglio rivederla, per portarvi alcuni ritocchi, alcune modifiche e su questo io non ho nessuna obiezione da sollevare, però se l'assessore giudica opportuno di ritoccare questa legge, questo progetto di legge che era stato presentato, lo faccia, è un suo diritto di farlo e forse anche è bene che lo faccia, però il punto interrogativo rimane questo: quando verranno apportati questi ritocchi - cioè qui il discorso è un po' simile a quello che abbiamo fatto questa mattina sui tetti in lose e in ardesia - quando verrà portato in Consiglio?

Ora, io vorrei sapere: la Commissione del Turismo ha esaminato questa legge? Perché faccio questa domanda? Per sapere se questa legge non ha seguito la stessa via di quella dei contributi delle lose per la quale la Commissione si era pronunciata da un anno, un anno fa circa, nel mese di febbraio 1969 e la legge non era stata presentata in Consiglio.

Comunque io voglio attirare l'attenzione della Giunta sulla responsabilità che si prende nel ritardare la presentazione di questo progetto di legge, quindi ritardando la presentazione in Consiglio se ne ritarda naturalmente l'approvazione, i Comuni non dispongono dei fondi per pagare i tecnici, ed i tecnici, naturalmente, non accettano il lavoro perché si domandano chi paga. Di conseguenza noi ritardiamo notevolmente l'elaborazione di questi piani regolatori o di questi regolamenti edilizi con le conseguenze negative che io ho accennato prima.

Cioè è possibile che fra alcuni anni, ultimati gli edifici in costruzione, non avendo avuto la possibilità gli eventuali costruttori di avere dei progetti approvati dai Comuni perché non c'è il piano regolatore e quindi ci sono le distanze, ci sono le volumetrie minime da rispettare, che impediscono praticamente - tenuto conto della configurazione geografica della Valle d'Aosta - e anche dello spezzettamento dei terreni, quindi noi andremo incontro ad una crisi edilizia, se non crisi vera e propria, ad una notevole diminuzione dell'attività edilizia. Ciò che si ripercuoterà negativamente sull'economia generale della Valle.

Ora io penso che queste cose la Giunta le avrà esaminate, anche queste conseguenze gravi, queste conseguenze negative. Pertanto, io penso che la sensibilità che dovrebbe avere la Giunta dovrebbe indurla a presentare quanto prima - ma dicendo quanto prima intendo dire presto - questo progetto di legge al Consiglio.

Tonino (P.S.I.U.P.) - Io non sono tra i firmatari di questa mozione, devo però far rilevare una cosa molto spiacevole che da un po' di tempo si registra sul funzionamento di questa Giunta e su come la stessa risolve i problemi in modo indiscriminato nei confronti di tutti i Comuni della Valle.

Tralascio l'importanza della mozione atta a dare ai Comuni della Valle d'Aosta quel contributo necessario affinché i Comuni stessi riescano ad elaborare quello strumento urbanistico che li consenta di poter funzionare nel rispetto della prerogativa di una pianificazione indiscriminata e per far sì che i Comuni possano finalmente funzionare senza incorrere nel pericolo di concedere delle licenze edilizie più o meno valide dal punto di vista della legge ponte ed avere uno strumento che le consenta di marciare al sicuro.

Io direi che qui, invece, ci troviamo di fronte ad una Giunta che continua a proporre al Consiglio - forte della sua maggioranza - delle proposte di finanziamento per soli due Comuni della Valle: Aosta in modo particolare, circa un miliardo su varie forme e varie voci, e il Comune di St. Vincent con il 5% delle entrate del Casino de la Vallée, che equivalgono grosso modo a 250 milioni annui, e più i 50 milioni fissi.

Altri Comuni della Valle zero, nemmeno il contributo per la stesura del piano regolatore.

Ora io dico che è ora di finire con questa discriminazione: se si dà circa un miliardo al Comune di Aosta, si diano agli altri Comuni della Valle gli altri due miliardi, distribuiti a seconda del numero della popolazione, perché qui non c'è più il Comune bello, il Comune cattivo o il Comune rosso o giallo, tutti hanno il medesimo diritto, per cui stando a questo stonante fatto ribadisco ancora una volta il mio giudizio - che son costretto a dare - di questa Giunta, una Giunta che per rimanere in piedi non riesce più a controllare le gaffes di cui è soggetta a cadere, ma perché questo? Perché è una Giunta che è nata nella piena contraddizione e non riesce più ad imporre il suo avere, nemmeno più nelle file della stessa maggioranza, anche se sono convinto che tra qualche mese l'intera Giunta, nel tentativo di rimettere insieme il mosaico, si sparpaglierà nei vari Comuni della Valle dicendo loro di aver pronto un disegno di legge per il finanziamento integrativo dei bilanci comunali, salvo poi non farlo.

Io, per precedere certe cose, senza voler fare nessun processo anticipato, dichiaro che presenterò una mozione o una proposta di legge atta a promuovere un'equa distribuzione dei contributi regionali a tutti i Comuni della Valle d'Aosta e non solo a due Comuni della Valle.

Milanesio (P.S.I.) - Prendo la parola a questo punto della discussione anche se poi, certamente, ci saranno altri interventi.

Ma, io, non sono così catastrofico come il Consigliere Manganoni per quanto riguarda le previsioni dell'edilizia in Valle d'Aosta, né parlerò - come ha fatto Tonino - di equa proposta di legge non - diciamo così - elettoralistica, ma presentata prima delle elezioni da parte sua, per quanto può riguardare la ripartizione di contributi della Regione ai Comuni della Valle d'Aosta.

Noi non abbiamo ancora detto che la presenteremo prima delle elezioni, tu però l'hai annunciato in questo momento, quindi l'elettoralismo non credo che sia da questa parte, ma sta da qualche altra parte.

Comunque, per venire all'argomento in questione, oggetto della mozione, devo dire questo: che vero, se ne è parlato un anno fa circa, vero anche che da parte mia è stata data assicurazione che al più presto sarebbe stato presentato in Consiglio una proposta di legge - da parte della Giunta - sulla corresponsione di contributo ai Comuni per la redazione di piani regolatori o comunque di strumenti urbanistici, che potrebbero essere anche programmi di fabbricazione.

È vero anche che questo progetto di legge è praticamente pronto. Cioè ieri sera ancora abbiamo avuto un ulteriore contatto con i rappresentanti degli Ordini degli Ingegneri e degli Architetti per mettere a punto quel meccanismo che era il più delicato di tutta la questione, che riguardava appunto la corresponsione di una percentuale ai Comuni che si dotano di piani regolatori o di programmi di fabbricazione; percentuali su che cosa? Sulle spese che devono sostenere per la progettazione.

Io allora cosa dissi? Che la difficoltà consisteva appunto nel rendere omogeneo il tipo di parcellazione che i vari professionisti avrebbero dovuto fare nei confronti dei Comuni.

Perché se noi avessimo concesso un contributo, supponiamo del 70%, io faccio un'ipotesi, sulle note che i Comuni ci trasmettevano, senza cercare di regolamentare a priori queste note che i professionisti dovevano mandare, evidentemente noi avremmo creato delle disparità di trattamento perché il professionista caro, per un certo Comune poteva presentare una certa parcella, quell'altro professionista, supponiamo, meno caro, per un Comune analogo, presentava una parcella diversa. Noi avremmo dato il 70% di qualcosa che non era omogeneo e quindi, in fondo, avremmo commesso noi stessi qualcosa di poco, direi, giusto, sotto il profilo della equità e della giustizia distributiva che deve animare un Ente pubblico.

Ora, abbiamo messo a punto, proprio ieri sera, in modo definitivo questo meccanismo che, evidentemente, verrà allegato come normativa alla legge che noi proponiamo e prossimamente - quando dico prossimamente io intendo dire, non credo il Consiglio di questo mese perché ci sarà il bilancio, la legge sarà già probabilmente a questo Consiglio, credo che verrà discussa entro il 15 di marzo.

Io comunque dico subito che respingo delle mozioni che fissano dei termini perentori, anche perché se ne è parlato null'ultima Commissione Turismo e il Consigliere Savioz, che c'era, sa benissimo che il problema era già pronto ad andare in Commissione; non l'abbiamo messo solo perché non era all'ordine del giorno della Commissione stessa. Mi riferisco all'ultima Commissione Turismo che abbiamo tenuto.

Quindi queste mozioni non mi piacciono, lo dico subito, perché vogliono stimolare a fare in un mese quello che uno ha già deciso di fare in 20 giorni. Insomma, tutto sommato, non credo che sia il caso di accoglierla, sotto quel profilo.

Posso proporre una modifica e, a questo punto, visto che coincide con la nuova volontà e visto che ci aspettano - diciamo così - certe sollecitazioni, e se da parte di chi fa queste sollecitazioni c'è l'intenzione di venire incontro a chi è disposto a ricevere in una certa misura, va bene, allora emendandola potremo voltarla, altrimenti vi dico subito che noi respingiamo la mozione formulata nei termini in cui è formulata.

Comunque il problema del finanziamento ai Comuni, per quanto riguarda l'adozione di uno strumento urbanistico, è un problema importante, è un problema che dobbiamo risolvere subito.

Questo l'ho detto sin dall'inizio del mio insediamento. Purtroppo non esisteva una normativa che avesse una seppur minima parvenza di - chiamiamola così - ufficialità per quanto riguarda la parcellazione.

Recentemente il Consiglio superiore dei Lavori Pubblici ha approvato, in modo unilaterale, senza concordarlo con la controparte, una tariffa, un tariffario, che è stato trasmesso dal Ministro Natali per conoscenza, che riguarda appunto tariffe professionali per le prestazioni urbanistiche.

Questo ci è stato trasmesso in data 1° dicembre 1969 ed è arrivato qui il 5 gennaio del 1970.

Ora, sulla base di queste indicazioni, noi, d'accordo con gli Architetti e gli Ingegneri locali e con i relativi Ordini abbiamo elaborato una interpretazione di questa tariffa, che non è definitiva, ma che è stata fatta propria dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici come orientamento per le Amministrazioni per quanto attiene le tariffe professionali per le prestazioni urbanistiche.

Ora, in base a questo, abbiamo fatto anche un conteggio, facendo un'ipotesi di concedere contributi ai Comuni sino al 70% delle spese che devono affrontare per la redazione di questi piani regolatori o per questi programmi di fabbricazione.

Ecco, lo studio aggiornato riferentesi a questa tariffa e all'interpretazione che noi abbiamo dato di questa tariffa complessivamente, sull'ipotesi del 70% di contributo della Regione ai Comuni che fanno i piani regolatori, riferendosi ai 73 Comuni della Valle che sono ancora senza piano regolatore, perché - a parte Aosta che ha il piano regolatore approvato - altri Comuni, lo avete potuto leggere dalla comunicazione che vi ho fatto questa mattina, vi sono alcuni Comuni che hanno già adottato un piano regolatore, altri che hanno adottato un piano di fabbricazione e sono esattamente: Antey: piano regolatore, La Magdelaine, poi Pontey: piano di fabbricazione; Pont Saint Martin: piano regolatore in corso di revisione; Roisan: piano di fabbricazione; St. Vincent: piano regolatore; Verrayes: piano di fabbricazione; Brissogne e Villeneuve: piani di fabbricazione.

A parte questi Comuni, nessun altro Comune ha inviato alla Regione, in questo momento, piani regolatori o programmi di fabbricazione; ora questo non significa che non siano stati commessi, perché a parte due Comuni, mi pare, tutti gli altri hanno commesso o piani regolatori, o piani di fabbricazione.

Comunque, tenendo conto delle casistiche e dei costi medi da noi ipotizzati in base a questa tabella, il costo complessivo per la redazione dei piani regolatori in tutta Valle, assumendo delle ipotesi per quanto riguarda delle spese che devono invece essere determinate su presentazione di fatture che riguardano la cartografia e tante altre cose, noi abbiamo assunto delle ipotesi su questo e quindi può darsi che si discostino leggermente dalla realtà, comunque la nostra ipotesi è di una spesa complessiva da parte degli Enti comunali di 338 milioni, il 70% di 338 milioni sono 236 milioni che farebbero onere all'Ente Regione.

Questo calcolo è abbastanza preciso e non dovrebbe discostarsi nella pratica attuazione se non dell'entità di 10 milioni, 15 al massimo, ritengo, al massimo in eccesso, non certamente in difetto.

Ad ogni buon conto, i conti sono stati fatti con molta precisione e si ottengono dei parametri obiettivi.

Ora, qual è la situazione, diciamo così, degli stanziamenti su queste voci? Esiste nel bilancio 1969 una cifra di 60 milioni che è andata a residuo, e nel bilancio di previsione del 1970 che verrà portato nel prossimo Consiglio, a quanto mi è stato detto, esiste uno stanziamento previsto di 70 milioni, il che significa che sarebbero 130 milioni.

Ora, 130 milioni sarebbero una prima "tranche" consistente su 236, all'incirca del 56-57%. Questo consentirebbe già ai Comuni che hanno commesso piani regolatori di introitare dei denari e nel contempo versarli a quegli studi di professionisti che stanno, che hanno già fatto i piani regolatori, perché il dramma è questo - e qui è una comunicazione che devo dare al Consiglio - i piani regolatori per il 90% dei Comuni che li hanno commessi sono già bell'e fatti. I Sindaci hanno molte resistenze, non del tutto giustificate debbo dire, a portarli all'approvazione del Consiglio in questo momento perché siamo alla vigilia delle elezioni comunali.

Ora, non è che io, con questo, diciamo così, plaudo alla renitenza di questi Sindaci a far approvare i piani regolatori, però li capisco, senza, diciamo così, condividere quello che fanno.

Ad ogni buon conto, i piani regolatori, nel 90% dei casi sono bell'e fatti, sono bell'e confezionati. Non è detto che la Regione li debba accogliere poi come sono confezionati, perché qui ci sarà poi tutto un grosso discorso da aprire, però sono già pronti. Non li presentano solo perché molti Sindaci hanno paura dei rovesci elettorali che la presentazione del piano regolatore alla vigilia di una competizione elettorale può comportare.

Comunque questa è la situazione.

Noi abbiamo sollecitato i Comuni a presentare i piani regolatori perché in base alla legge 765 i Comuni avrebbero dovuto presentare questi piani regolatori già da parecchio tempo.

Ora, ai sensi di legge, praticamente, tutti i Comuni, meno quelli che ho elencato prima, sono al di fuori della legge.

Ora, si tratterebbe da parte dell'autorità di tutela di provvedere di sostituirsi ai Comuni, cosa che noi non vorremmo fare, perché ci parrebbe in questo momento un pochettino antidemocratico; cioè si tratterebbe di nominare un Commissario prefettizio che approvi il piano regolatore.

Comunque, io lo confermo e lo ripeto in questa sede: tutti i Comuni che non hanno presentato piano regolatore o programma di fabbricazione, in questo momento sono al di fuori della legge Ponte, delle prescrizioni delle legge Ponte, questa è la grossa verità, e non perché non ci sono i soldi, perché li hanno commessi questi piani regolatori, sono bell'e fatti, perché non hanno voluto approvarli. A questo proposito, io devo denunciarlo in Consiglio e voglio che queste cose siano a conoscenza di tutti i settori del Consiglio, se vogliamo fare un discorso un po' responsabile su queste cose.

Ora, è giusto che la Regione provveda a stanziare questi soldi, ma non è la mancanza di questi fondi l'impedimento all'approvazione dei piani regolatori; l'impedimento è di ben altra natura, è di natura se vogliamo culturale, se vogliamo politica, se vogliamo, così, dettata da motivazioni, preoccupazioni di ordine ben diverso, però, da quelle che diceva il Consigliere Manganoni.

Io poi non posso accettare la logica che ha ispirato il tuo discorso, Manganoni, perché tu non sei stato ortodosso, scusami, non voglio montare in cattedra, sia ben chiaro, ma voglio farti un appunto da sinistra, diciamo così, perché in questo caso te lo posso veramente fare.

Tu hai fatto un discorso sulla mancata approvazione da parte del Consiglio regionale, di una legge che finanzi i Comuni...hai fatto un discorso che ispirato ad un filone politico che avrei potuto sentire difendere da Pedrini, in questo Consiglio, perché tu hai fatto un discorso della crisi edilizia, quale crisi edilizia in Valle d'Aosta? La verità è una sola, è che i Comuni, i piani regolatori non li vogliono fare, li fanno solo sotto sollecitazioni, pressioni, lettere che l'Amministrazione regionale manda, questa è la verità. Diciamola questa verità almeno, non nascondiamola, non veniamo qui a portare avanti una verità di comodo. La legge 765 è una legge molto chiara, che cosa dice? Dice che i Comuni devono fare i piani regolatori, anzi tutto, nel frattempo, in attesa che passino questi piani regolatori, per evitare che sia compromesso il territorio, irreparabilmente, delimitiamo due zone, il così detto centro abitato e la zona che sta al di fuori di questo centro abitato che è definita zona agricola, no? Ecco, ma questo regime transitorio che si crea, che è un regime durissimo, è vero che è un regime durissimo, perché dà 1,5 nel centro abitato e 0,10 per il verde agricolo, è chiaro che consente praticamente l'edificazione solo nel centro abitato, praticamente, ecco. Va bene. Qui ci sarebbe da aprire un discorso su come sono stati classificati i centri abitati in Valle d'Aosta. Noi ci troviamo a dover litigare, almeno io mi trovo a dover litigare quotidianamente con le Amministrazioni, con i Sindaci, i quali ci propongono quasi tutti, ad eccezione di alcuni, delle estensioni dei centri abitati, che sono contro lo spirito della legge Ponte, ci propongono la classificazione di centro abitato di quasi tutto il Comune, di modo che se si classifica un centro abitato di questo tipo, quale sarà quella Amministrazione comunale che farà più un piano regolatore? Perché quando c'è 1,5 su gran parte del territorio, io sfido qualunque Amministrazione comunale a mettere mano alla redazione di un piano regolatore.

Quindi, da parte nostra, con tutte le difficoltà che il caso comporta, c'è il tentativo di respingere il più possibile perché? Perché, nel frattempo, il Comune deve preparare questo piano regolatore e deve presentarlo.

Il piano regolatore, diventa quindi, un regime definitivo del suolo che viene a superare il regime transitorio rappresentazione del centro abitato, e del verde agricolo che è sempre una classificazione transitoria e che deve avere una funzione di deterrente, per costringere il Comune a presentare alla svelta il piano regolatore o comunque una idonea regolamentazioni urbanistica.

Ora, ripeto, caro Manganoni, il tuo discorso della crisi edilizia è un discorso da Cassandra, però da Cassandra di destra, scusamelo, e io non lo posso accettare, perché i Comuni facciano il loro dovere e voi Consiglieri comunisti sollecitate i Comuni a fare il loro dovere, non venitemi a fare il discorso della crisi edilizia, insomma, il discorso è ben diverso, di case ce n'è da costruire fin che se ne vuole, avevo citato l'esempio di Sarre, nel Comune di Sarre, in due giorni, prima che entrasse in vigore la legge Ponte sono stati approvati 80 progetti di costruzione, c'era da costruire un altro paese di Sarre a fianco di quello che c'è.

Insomma, teniamo conto di questo; io cito i casi più clamorosi se vogliamo, ma qui il discorso sull'urbanistica deve essere impostato su basi di serietà non sulla demagogia spicciola che non possono costruire, scegliamo delle argomentazioni...poi veniamo qui a piangere sui tetti in lose e a dire che non si difende a sufficienza il paesaggio, ma il paesaggio, lo si compromette, non facendo i piani regolatori, non dando una disciplina urbanistica, il paesaggio lo si compromette in quel modo e i primi a comprometterlo sono gli Amministratori comunali, perché la Regione avrà commesso degli errori, commetterà degli errori, li ha commessi prima, li commette adesso, li commetterà in futuro, però, i più grossi errori in materia di urbanistica sono stati commessi nelle Amministrazioni comunali, le quali hanno lasciato costruire e continuano a lasciar costruire e quando c'è da mettersi dalla parte di qualcuno, si mettono sempre dalla parte del costruttore e mai dalla parte della Regione.

E questo vale per Cervinia, sta valendo per una parte di Gressoney e per tanti altri Comuni, comunque ci sarà una relazione che verrà consegnata ai Consiglieri, perché è giusto che lo sappiano quello che sta succedendo in materia edilizia in Valle d'Aosta, però prendiamo atto di questo, cerchiamo di fare un discorso sereno, io prendo un impegno in questa sede, di presentare questa legge al più presto, è pronta, praticamente, è pronta.

Prima di passare in Giunta - la Giunta la deve far propria - e poi passare in Commissione.

Ora la legge è pronta, tutti gli elementi conoscitivi di cui avevamo bisogno ci sono adesso, prima mancavano, questi elementi ci sono.

I confronti che abbiamo fatto e che sono i più precisi possibili e tengono conto di tutti gli elementi.

Vi ho già detto che questa legge costerà praticamente per la sua applicazione, si prevederanno contributi per la misura del 50 %, costerà alla Regione 236 milioni.

130 per l'anno 1970 - tenuto conto del residuo del '69 ci sono già; questa è una prima tranche già consistente e il resto dovrà essere stanziato, naturalmente per gli esercizi successivi. Si tratterà di articolare, ed è questa la nostra preoccupazione, la legge in modo tale che i Comuni, in modo abbastanza proporzionale, possano beneficiare immediatamente di questi quattrini, cioè non vada a residuo niente, dei soldi che abbiamo per il 1970 - la mia preoccupazione era questa: non che noi impegniamo per il Comune A per esempio che fa una richiesta di finanziamento e ci chiede 5.000.000 per esempio, non che noi impegniamo 3.500.000 per quel Comune e poi gliene diamo il 10% adesso, il 50% quando presenta il piano regolatore e supponiamo l'altro 40% quando noi lo approviamo, perché in questo modo noi impegneremmo tre milioni e mezzo e non li spenderemmo quest'anno, li manderemmo a residuo, dobbiamo fare in modo che le cifre che tra quest'anno e l'anno precedente abbiamo raggranellato vengano spese immediatamente a favore dei Comuni di modo che anche i Comuni possano pagare questi professionisti, i quali si sono esposti - perché bisogna dirlo - qui c'è stato tutto un discorso sull'accaparramento dei piani regolatori.

Coloro i quali hanno avuto più piani regolatori di altri si sono accorti di una cosa: che in fondo era molto più conveniente fare il progetto di una casa che non avere un piano regolatore, se ne stanno accorgendo adesso, perché sono esposti con degli studi che hanno fatto e non hanno ricevuto ancora una lira dai Comuni, quindi l'affare che poteva sembrare tale non lo è più.

Questo, a un certo punto, potrà anche essere... un...quando vuole fare l'arraffone, sta di fatto che...morale della favola, chi ha preso i progetti dei piani regolatori, guardate, non si guadagna certamente, come pensava di guadagnare.

Questo lo devo dire perché ho fatto un'analisi un po' approfondita su questo problema, quindi il contributo che noi diamo è già calcolato su un tipo di parcellazione che non piace molto agli ordini, viene accettato, ma non piace molto. Ecco, non è stato accettato in sede nazionale ancora. Comunque io voglio solo dire questo, su questi argomenti che sono molto seri, cerchiamo di andare ad esaminare quali sono le cause reali che stanno alla base di una mancata politica urbanistica in Valle d'Aosta.

C'è una responsabilità della Regione, io lo ammetto, però c'è una non volontà di Comuni che è alla base di tutto questo, insomma. Ora, o noi cerchiamo di fare in modo che il discorso sull'urbanistica sia un discorso che permea tutta una classe dirigente, dal livello regionale a livello comunale, oppure noi non potremo fare una politica urbanistica, perché i primi a rifiutarla finiscono ad essere i Comuni.

Ora, è chiaro che, da parte nostra, almeno da parte mia, verrà fatto ogni sforzo possibile perché questa legge venga presentata, non dico al primo Consiglio, perché ci sarà il bilancio, può darsi che sarà all'ordine del giorno, ma non lo discuteremo; venga presentata entro il mese di marzo, però non vorrei mettere delle date. Io pregherei il Consigliere Germano, che è il primo firmatario con gli altri Consiglieri di accettare questa modifica:

"Il Consiglio regionale delibera di impegnare la Giunta a voler presentare al Consiglio sollecitamente un'apposita proposta di legge regionale".

Sollecitamente per me significa un mese, però non voglio che uno debba essere pressato in questo modo, non lo ritegno giusto, non siamo cavalli da soma, ci lasciamo sollecitare ma entro certi limiti, questo il discorso.

Chabod (D.C.) - Io parlo a titolo personale.

Secondo me, per insistere, cioè per obbligare un po' i Comuni a presentare e a far presto, e a non seguire, non per tutti i Comuni, ma per certi Comuni, sono gli architetti e gli ingegneri, io direi questo: non pagare fin tanto che i progetti non sono approvati.

Quindi, almeno si fa una cosa che è molto seria, a titolo personale.

Bancod (U.V.) - Io volevo dire due parole: mi sembra che l'Assessore Milanesio parlando dei Sindaci, si vede che non sa le tribolazioni che stanno passando i Sindaci con questa legge, quindi è per quello che parla così.

Comunque, io mi ricordo fin da principio che nella delimitazione dei centri abitati, i poveri sindaci, quelli che sono stati in ossequio alla legge, quelli che sono stati i più malcapitati, quelli che la legge non l'hanno osservata, quelli si sono trovati bene, perché quelli hanno fatto passare un mucchio di progetti, un Comune vicino...certe volte un Comune aveva osservato la legge, l'altro...allora dicevano che quel Comune aveva fatto le cose male, perché il Sindaco aveva impedito contro magari la legge. Invece non era vero, era perché la legge, l'Amministrazione regionale non ha fatto osservare nominando i Commissari come era previsto, perché se quelli che non facevano i centri abitati, delimitavano i centri abitati, doveva essere nominato il Commissario, invece non è stato fatto per nessuno Comune, e qualcuno ha continuato a lasciar costruire.

In secondo luogo, i Sindaci sono in attesa di questa famosa legge regionale, perché s'è sempre ventilato, s'è sempre parlato che la Regione avrebbe dovuto modificare questa legge, e quindi i Sindaci sono stati un po' presi, un po', dopo con la crisi, una cosa e l'altra, i Sindaci sono ancora un po' perplessi su questa questione qui.

Comunque, in questo momento io credo che bisogna intervenire al più presto, con dei contributi, definire al più presto questi contributi ai Comuni, perché altrimenti questi qua rimangono sempre nell'incertezza: può darsi che sia un po' per la questione che arriviamo alla scadenza del mandato, ma i Sindaci sono preoccupati.

Dolchi (P.C.I.) - Potrebbe sembrare una questione puramente formale o procedurale, ma in fondo è una questione di sostanza, perché pone l'accento sul ritardo all'esame di questa legge, ecco, ha già detto il collega Manganoni, che in data 28 aprile 1969, all'oggetto n. 18, era stata presentata, con l'osservanza di tutta la normale procedura, da parte della Giunta, un disegno di legge per la concessione di contributi ai Comuni, ecc. Questo argomento non è stato discusso per il sopravvento della crisi, del 28 aprile 1969. Ripresa l'attività nel mese di ottobre, sono stati riportati all'ordine del giorno tutti gli argomenti giacenti e non discussi, nell'arco di tempo da aprile a ottobre, alcuni provvedimenti, soprattutto disegni di legge, di iniziativa della Giunta, non sono stati più riportati all'ordine, non hanno più figurato all'ordine del giorno. Abbiamo discusso stamattina per la costruzione di tetti in lose, era l'argomento n. 7 di questa stessa seduta, l'argomento n. 18 era una legge di iniziativa della Giunta e l'Assessore Milanesio dice che la legge è pronta. È chiaro che non si tratta di questa legge, ma di una nuova legge elaborata dalla Giunta e che penso avrà poi il crisma e la discussione in Commissione. Io allora pongo questo dubbio: questa legge che aveva seguito tutto l'iter è stata ritirata dalla Giunta e con quale motivazione? Questo verrebbe a spiegare in parte una delle ragioni del ritardo che è stato lamentato da più parti e che preoccupa le Amministrazioni comunali, quelle Amministrazioni comunali che hanno tutto l'onere e poco onore, e che anche Milanesio, che è rapidamente integrato come regionale, adesso chiama sul banco degli accusati, piuttosto facilmente, quando si tratta di ricercare delle colpe, avranno le loro colpe i Sindaci e le Amministrazioni comunali, però, ecco, si ricordi l'Assessore Milanesio, quando non sedeva al banco del Governo regionale, quante e quali sono le difficoltà di un Amministratore comunale e dire dal banco del Governo regionale veda come quella opera di persuasione, di convincimento e di collaborazione, che non deve mancare agli Amministratori comunali da parte dell'Amministrazione regionale possa essere tradotta in concreto, e uno dei mezzi è anche quello di adottare i provvedimenti con celerità, soprattutto adottare quei provvedimenti, a questo noi ci rifacciamo, che la Giunta già aveva elaborato e come ad esempio questo: il 28 aprile 1969 portava come maggioranza, come Giunta, all'approvazione del Consiglio.

Montesano (P.S.D.I.) - Permettete che l'Assessore Milanesio dia la risposta al Consigliere Dolchi.

Milanesio (P.S.I.) - Solo a una domanda che aveva fatto Dolchi, non mi dilungo, per quanto riguarda il perché questa proposta di legge non è andata avanti. Io ricordo al Consigliere Dolchi, quando presiedevo la Commissione Finanze, Affari Generali, si disse che questa legge aveva un meccanismo imperfetto per quanto riguardava la commisurazione del contributo della Regione alle Amministrazioni comunali e che sarebbero pertanto ratificati dei trattamenti di disparità tra una amministrazione e un'altra. Il criterio di parcellazione non era un criterio oggettivo, cioè noi davamo un contributo sulle parcelle che presentavano i professionisti, ora noi dicevamo: esisteva ed esiste un'esigenza che queste parcelle siano fatte per classi di Comuni omogenei, in modo uniforme; questo era il discorso che si fece allora.

E fu questo a determinare nella Commissione la proposta di un rinvio per un ulteriore esame di questa proposta di legge.

Ecco, successivamente come Assessore competente io ho approfondito questo argomento, l'ho risolto in un certo modo, e quindi sono in grado di formulare una proposta di legge che non abbia gli inconvenienti che poteva avere precedentemente. Abbiamo ancora maturato altre convinzioni che sono quelle, ad esempio, di fare in modo che questi denari vengano, possano essere utilizzati immediatamente senza dover andare a residuo come invece potrebbe succedere con un certo meccanismo dove tu impegni una cifra e poi la spendi tutta quell'anno e quindi ti va a residuo l'altra parte, però la parte che va a residuo non la puoi più dare all'altro Comune, tu immobilizzi dei quattrini e non soddisfi i 73 Comuni che hanno deliberato di dare un piano regolatore o un regolamento, o un piano di fabbricazione.

Questi aspetti tecnici hanno fatto sì che ci fosse questo ritardo, che ci fosse in fondo quel ritiro di legge e la ripresentazione di una legge che, è chiaro si allaccia a quella precedente, ma quella è diversa sotto alcuni aspetti.

Manganoni (P.C.I.) - ...dei centri abitati, bisogna fare anche un'altra precisazione che le delibere dei Comuni sono passate per decorrenza di termini? Guarda Milanesio, vai a vedere, una buona parte di delibere sono passate per decorrenza di termini, mi pare che la legge prevedeva 90 giorni... (Voce) ...Che la Giunta rifiuti è naturale però io pregherei di volersi informare presso la sezione Comuni, in modo che si sappia... - Milanesio, io non ne faccio un'accusa alla Giunta per questo - ma io dico di più, che quella è stata una fortuna per i Comuni, per tutti i Comuni, io dico una fortuna per molti Comuni, perché? Perché più che fortuna ai Comuni è stata una fortuna di quei cittadini che vogliono costruire, perché certi Comuni, ignorando la legge che dava loro un indirizzo per delimitare i centri abitati, hanno considerato buona parte del loro territorio, hanno dilatato enormemente le zone dei centri abitati...altri sindaci invece che si sono attenuti alle prescrizioni della legge, che grosso modo indirizzava il sistema per stabilire questi centri abitati e quindi hanno forse eccessivamente ristretto, in modo che, che cosa succede oggi a diversi Comuni, nel Comune X i centri abitati sono molto ampliati, nel Comune Y, confinante con il Comune X, dove il Sindaco, ossequiente alla legge, ecc. ha limitato troppo, lì, si costruisce ben poco.

Perché? Perché i centri abitati sono stati troppo delimitati, quindi questa è un po' la situazione assurda che si è potuta creare fra i diversi Comuni.

Allora chi viveva nel Comune X, dice come, no, nel Comune Y: come, il mio amico del Comune vicino, quello dei centri abitati vasti, può costruire; nel mio Comune, invece, con i centri abitati più ristretti, io non posso costruire, insomma, non posso, con dei limiti, che sono molto più limitato, perché è molto più limitata la zona dei centri abitati.

Ad ogni modo, non è che io voglio fare un'accusa a nessuno, sia molto chiaro, forse è stata una fortuna per quei cittadini.

Quindi, Milanesio, io non faccio nessuna polemica su questo, era solamente un accenno sui centri abitati.

Sul resto, brevissimo. La regolamentazione a priori delle parcelle dei tecnici è giusta; quindi io, se questa regolamentazione è stata una delle ragioni con la quale voi giustificate questo ritardo, io vi dico, sta bene questo, solo la Giunta avrebbe potuto farlo un po' più celermente. No, ma benissimo, regolamentare a priori: 70% ai Comuni; io penso che questo era stato l'impegno, la richiesta del Consiglio, e quindi penso che anche qui sopra non c'è molto da dire, dei 130 milioni a residuo - a mio parere sono sufficienti, perché dato che l'EMPSI (?) paga a rate, quindi prima che questi progetti siano presentati, approvati, ecc. con 130 milioni per 70, io sono sicuro che ci stiamo benissimo dentro, no? Anzi, forse ne avanzeremo ancora, ma ad ogni modo, grosso modo ci siamo, teniamo presente che siamo già a febbraio, la legge verrà approvata a marzo-aprile, coordinamento viene maggio, e la metà dell'anno è passata; quindi io penso che su questa cifra sia sufficiente per il 70 penso; si vedrà poi per il 1971, naturalmente si dovrà maggiorare.

Ora, l'impedimento dei piani regolatori, dice Milanesio, non è solamente la mancanza di fondi, che non sia solamente la mancanza di fondi, io posso anche convenirne, vero, ma questa è una delle ragioni, la mancanza dei fondi, perché non costruite più se non avete il piano regolatore.

Ora, fra le diverse risposte che hanno dato i Sindaci, immancabilmente vi è anche quella: già ma i cinque milioni, i 4 milioni, noi non li abbiamo, ed è comprensibile, noi sappiamo le possibilità finanziarie di questi piccoli Comuni che noi abbiamo, affrontare una spesa di tre, quattro, cinque milioni, è eccessiva per le loro modeste finanze, no?

Questo è vero, ed allora è una delle ragioni, come dicevo e sulla crisi edilizia, io non dicevo che c'è la crisi edilizia adesso, adesso c'è il boom edilizio, provocato dalla legge che stabiliva dei termini per la presentazione dei progetti. Gli 80 progetti presentati a Sarre, io ci credo, però quegli 80 progetti devono essere ultimati, mi pare, nello spazio di tre anni, due anni, prevede la legge, quindi, quando in base alla legge tutti questi progetti dovranno essere realizzati, allo scadere dei due anni, se noi non abbiamo quello strumento che è il piano regolatore, è lì che io dico, vi potrà essere, non che io dico, tu mi hai chiamato Cassandra, tutto quanto sarà...però questa è una presa in giro, d'altronde, non soltanto mia, questa è la preoccupazione; adesso c'è il boom edilizio, poi se non si fanno i piani regolatori, noi affrontiamo la crisi edilizia.

Ora, la crisi edilizia non è che mi preoccupi questo per i grandi costruttori, per gli speculatori, no, ma la crisi edilizia, in fondo, chi è che la paga? Sono ancora gli operai, gli operai, perché poi vengono licenziati, non hanno lavoro, non solo, ma la crisi edilizia vuol dire depressione economica; noi lo sappiamo che l'edilizia è quello che fa marciare un po' tutti.

(Voce) ...No, no questo è un discorso che derime dalla situazione, quei Comuni che non possono concedere, che non concedono le licenze edilizie perché non c'è il piano regolatore, fuori dai centri abitati, è logico che non essendoci i progetti edilizi approvati dal Comune... quindi è anche una conseguenza, riflettendo con un po' di buon senso, si giunge a quella conclusione.

Ad ogni modo, io finisco dicendo questo: ha detto Milanesio, c'è responsabilità della Regione e c'è una certa non volontà dei Comuni.

Io più che di non volontà, direi difficoltà, perché guardate, parlando con i Sindaci, effettivamente è una situazione molto difficile e molto delicata.

Quindi... però se noi togliamo di mezzo quella responsabilità della Regione, cioè il fatto di questa legge... così potremmo dire: "se non approvate il piano regolatore, non li fate, ecc. - non dite più anche la Regione ha una parte di colpa perché non ci dà i quattrini che abbiamo bisogno, la responsabilità sarà completamente vostra", dei Comuni, mentre oggi il Sindaco ci può rispondere: "sì, è nostra, ma è anche vostra, perché noi non abbiamo i soldi". Ecco perché io sollecitavo l'approvazione di questa legge.

Savioz (P.C.I.) - Io vorrei richiamare un momento l'attenzione dell'Assessore e del Consiglio su due problemi; il primo problema è quello che ho già sollevato questa mattina, cioè il piano regionale regolatore, perché non dobbiamo illuderci - io aggiungo - di fare dei piani regolatori generali dei singoli Comuni e poi di prendere tutti questi piani dei singoli Comuni, metterli assieme, credendo di aver fatto il piano regionale.

Stiamo attenti a non commettere questo errore gravissimo e fondamentale; io vorrei che questo rimanesse chiaramente a verbale, perché ritorneremo certamente a parlarne, in quanto che, siccome questo piano di carattere generale, ho l'impressione che non sia molto orecchiabile, ho paura che a un certo momento dovremo ritornare in argomento e rivedere le bucce, perché, ricordatevi bene, ancora una volta ve lo dico, se la Regione non si decide a fare il piano generale regionale per la regolamentazione dell'edilizia e dell'urbanistica in genere, noi commettiamo l'errore di fondo, cioè che noi mettiamo assieme tutta una serie di mosaici senza avere il combaciamento degli uni con gli altri, questa è la realtà, quindi prima cosa. Seconda cosa: io insisto sul fatto che l'Amministrazione regionale ha già speso un fracco di quattrini, diverse decine di milioni, perché sin dal 1960 sono stati ordinati dei piani regolatori, sono state prese per lo meno 30-35 deliberazioni di Giunta e alcuni piani sono stati finanziati e portati a termine, vedi esempio il piano regolatore di Aosta, ordinato nel 1963, è andato in vigore nel 1965, cito, non so, il Comune di Valsavaranche, per esempio, deliberazione di Giunta risalente al 1963, al 1965 il Comune di Valsavaranche non aveva ancora nominato la Commissione di studio e questa è una delle dimostrazioni che potrei moltiplicare per 10, per 20, per 30, che danno dimostrazione della cattiva volontà da parte di Amministrazioni locali di fare i piani regolatori. Io ho qua l'elenco, questo è un elenco che ho fatto fare nel 1966, dove c'è l'esatta situazione dei piani regolatori, dove ci sono tutte le pratiche inerenti e da dove si deduce, si capisce, che i piani regolatori sono una materia ostica, a tutti indistintamente, ma c'è della gente che si rende conto che purtroppo bisogna fare il piano regolatore, si capisce che è molto più facile dire di sì e lasciar fare quello che la gente vuole, però a un certo momento, senza la regolamentazione non si riesce a ottenere quello che si deve ottenere e io mi ricordo molto bene. Quando ero Sindaco di Aosta, senza piano regolatore, malgrado tutta la buona volontà dell'Ufficio Tecnico e dei tecnici e degli amministratori, non si riusciva a ottenere, perché bastava che chi voleva costruire si ricordasse che esistevano delle leggi e noi eravamo impotenti, perché non avevamo in mano nessuna possibilità di difesa e questo vale non solo per Aosta ma per tutti i Comuni della Valle.

Ora, io dico: bisogna tenere conto di queste deliberazioni, e vedere un momento se tutte queste decine di milioni non siano in parte recuperabili, perché non credo che il piano regolatore che è stato studiato nel 1966-1967, sia da prendere e buttare alle ortiche e ordinare un piano regolatore nuovo, non credo questo.

Quindi io invito caldamente l'Assessore di voler tener conto di questa situazione, d'altra parte non ha che da rivolgersi al suo ufficio dell'urbanistica e avrà certamente una copia di questo documento e di altri documenti e potrà avere una visione precisa e prendere visione anche delle deliberazioni di Giunta con gli impegni di spesa che in parte sono stati versati e vedere un po' quali sono questi versamenti, quali sono stati gli incarichi e quali sono i documenti che sono stati recepiti, perché ci sono dei Comuni che hanno avuto il piano regolatore generale studiato e presentato e che non l'hanno mai approvato, ci sono degli altri Comuni che hanno avuto una parte della documentazione e si rimaneva in attesa delle controdeduzioni e non sono state fatte, quindi Signori non dimenticatevi che se noi andiamo avanti con questo sistema del tranquillo vivere e del lasciar fare quello che vogliono è peggio ancora, con l'attuale legge ponte che non si può combinare un tubo di niente o quasi, e mette nella difficoltà amministratori locali, Amministrazione regionale, organi competenti, io penso che si debba rapidamente arrivare al dunque e portare a buona soluzione il problema.

Germano (P.C.I.) - Sarò brevissimo, perché non voglio allungare questo; noi accettiamo l'emendamento proposto dall'Assessore, quindi invece di "comunque entro 30 gg. alla sopracitata", lasciare "...sollecitamente una apposita proposta di legge regionale".

Avevo preparato un intervento, ma mi riservo di farlo un'altra volta sul vezzo dell'Assessore Milanesio di portare attacchi da sinistra. La cosa era valida; è stata valida per una campagna elettorale, adesso non è più valida, perché nella pratica a questi attacchi da sinistra è seguita una politica di destra; ci sarebbe una lunga elencazione da fare, cosa che farò nella prossima occasione, per non tediare troppo il Consiglio.

Montesano (P.S.D.I.) - Allora, per concludere, la parola all'Assessore Milanesio.

Milanesio (P.S.I.) - Allora io devo dire che quanto ha detto prima il Consigliere Bancod, è vero: alcuni Comuni hanno fatto determinate classificazioni rispettando lo spirito della legge, altri invece non se ne sono preoccupati minimamente, in realtà sono stati premiati quelli che non hanno rispettato la legge.

Io dò atto che quanto ha detto corrisponde a verità, però per quello che mi compete e per l'interpretazione che noi abbiamo dato della legge e cioè noi abbiamo dato l'interpretazione che non potevano essere approvati per decorrenza dei termini e quindi tutti quelli che si credevano di aver fatto i furbi, devono passare sotto il controllo della Giunta regionale e ci passeranno di fatto, state certi per quello che mi riguarda... (Voce) (Germano: ...Dopo sei mesi, rispondete: adesso la colpa dei Comuni) ...Io volevo dire questo, Germano, consentimi, io non potevo rispondere perché non c'ero, ad ogni buon conto in questa materia, devo dire con tutta onestà che i Comuni non è che facevano in genere delle classificazioni sensate, il 90% faceva delle classificazioni abnormi, per cui il silenzio della Giunta veniva interpretato da loro, direi, così, troppo aperto, in modo tale da contravvenire allo spirito della lettera.

Ad ogni buon conto, condivido le considerazioni del Consigliere Savioz, il quale dice: va bene, facciamo i piani regolatori, però preoccupiamoci del piano urbanistico regionale, questa è una nostra preoccupazione, è contenuta anche sempre in quella presa d'atto della Giunta, su mia relazione, che ho distribuito stamane dove questi problemi vengono elencati, per cui cercherò di profondere tutte le energie dell'ufficio e della sezione urbanistica della Regione, per la cui realizzazione io chiedo il concorso di tutte le forze politiche, perché è un discorso molto importante questo, io lo ribadisco, è un discorso che va al di là di una politica di maggioranza, che va al di là, diciamo così, di quello che può essere la volontà di una Giunta, è qualcosa che deve investire tutte le forze valide di un Consiglio, le forze che hanno qualcosa da dire, perché è un discorso che tende a ipotizzare il futuro della Valle d'Aosta, è un po' come affrontare il discorso del piano economico di sviluppo. Il piano urbanistico regionale dovrà rappresentare la controfigurazione sul territorio di certe scelte politiche economiche e sociologiche che noi faremo, il delitto di allarme che io ho cercato di lanciare in questa relazione, ad esempio, è che noi assistiamo ad una tendenza di gigantismo in tutti i nostri Amministratori comunali, per cui se sommiamo tutte le proposte che i singoli Comuni fanno, noi arriviamo ad una Valle d'Aosta di un milione e mezzo di abitanti, teoria che io rifiuto nel modo più assoluto. Lo dico in questa sede e lo ripeterò anche successivamente, cioè dobbiamo fare i conti con la realtà sociologica della Valle d'Aosta, per cui ipotizzare una popolazione di questo tipo significa violentare certe prerogative della Valle d'Aosta, significa trasformare completamente la Valle d'Aosta. Questo è un discorso che dovremo affrontare sul piano politico, sul piano culturale, è un discorso che sta alla base di una scelta, sta alla base di una scelta, quindi il piano urbanistico regionale che è necessario, dovrà essere una messa a punto delle singole progettazioni di piani regolatori comunali, le quali, ripeto, sono viziate da difetti di ottica molto marcati, e che noi dovremmo correggere attraverso questo piano urbanistico.

Io, quindi, ritengo che le proposte che sono state fatte verranno fatte proprie dalla Giunta e cercheremo di lavorare in questa direzione, quindi se il Consigliere Germano è d'accordo sulla modifica che io avevo annunciato, noi voteremo a favore della mozione.

Montesano (P.S.D.I.) - Allora, è d'accordo Germano sulla eliminazione comunque entro 30 giorni? Allora metto ai voti la mozione con questa modifica. Proposta accolta... eh!

Milanesio (P.S.I.) - "Delibera di impegnare la Giunta a voler presentare al Consiglio sollecitamente un'apposita proposta di legge regionale", quindi non "la sopracitata...".

Montesano (P.S.D.I.) - "Apposita". Chi è d'accordo alzi la mano. Contrari? Astenuti?

Il Consiglio approva.

Si passa all'oggetto n. 9.