Rédaction informelle du débat du Conseil régional

Objet du Conseil n. 58 du 27 février 1970 - Resoconto

OGGETTO N. 58/70 - Regolamenti comunitari della C.E.E. concernenti assegnazione di premi per la macellazione di vacche lattifere e per la non commercializzazione del latte e dei prodotti lattiero-caseari. (Interpellanza)

Maquignaz (D.C.) - Dunque, noi abbiamo ricevuto il telegramma Ministeriale il 9 dicembre del 1969, dove si diceva che le domande per la macellazione dei capi dovevano pervenire all'assessorato entro il giorno 20 dicembre. Praticamente avevamo 10 giorni per poter informare gli agricoltori e ricevere queste domande.

Noi abbiamo trasmesso questo telegramma, puro e semplice come ci è arrivato, senza nessun commento, a tutti i Consiglieri regionali, ai Presidenti delle Società di allevamento, alle associazioni sindacali del settore agricolo, ai veterinari regionali.

Quindi mi pare che già questo fa capire come mai noi non abbiamo interessato la Commissione dell'agricoltura su questo problema, non ne avevamo il tempo materiale, perché riunire la Commissione comportava un due o tre giorni, dopo non rimaneva più nessun giorno per poter predisporre per quelle domande di informare gli agricoltori. Perché noi lo abbiamo fatto? Lo abbiamo fatto in quanto che non volevamo privare i nostri agricoltori di eventuali benefici da parte della Comunità europea; noi cerchiamo di strappare tutti i fondi possibili del FEOGA e qui non mi sembrava giusto, e del resto non era nemmeno possibile, non dare comunicazione di un provvedimento che avrebbe potuto danneggiare, se noi lo ignoravamo, i nostri agricoltori.

Ho già avuto occasione di dire quello che penso su questo provvedimento, sulle influenze che possono avere nella Regione, che per me sono negative, però dico solo che noi non potevamo sottrarci anche in considerazione del fatto che l'Ispettorato è stato assorbito dalla Regione e quindi le comunicazioni che vengono trasmesse all'assessorato, noi abbiamo anche il dovere di darne diffusione.

Il giorno 17 dicembre abbiamo ricevuto le bozze, i due testi di regolamento e abbiamo trasmesso questi due regolamenti, il primo dei quali prevede dei contributi per la macellazione di tutti i capi e a condizione, però, che le aziende abbiano un numero di almeno due capi bovini e queste bovine devono essere macellate entro il 30 aprile. Alle aziende fino a cinque capi viene dato il contributo appena hanno adempiuto a questo dovere e cioè dopo il 30 aprile; beninteso ci saranno tutte le formalità, ma è previsto il contributo fino a 125.000 lire all'atto dell'adempimento di questa macellazione. Per le aziende invece superiori a cinque capi il contributo viene dato per un 50% all'avvenuta macellazione di tutti i capi bovini da latte e l'altro 50% dopo i tre anni.

Evidentemente, le domande sono affluite e ne abbiamo 22 tutte giacenti in assessorato. Devo però precisare, per un numero totale di 260 capi, di cui 134 bovine da latte, perché loro hanno presentato le domande anche per tutti i capi da stalla, ma come bovine da latte sono solamente 134.

Man mano che arrivano gli agricoltori all'assessorato per conoscere le norme e come impostare le domande e i relativi documenti, viene illustrata loro la circolare ministeriale, cioè i motivi proprio, di questi provvedimenti, e allora gli agricoltori si rendono conto che questi provvedimenti non sono molto vantaggiosi: difatti mi risulta che già due hanno rinunciato in quanto che hanno capito che non era conveniente. Tutti gli agricoltori pensavano di poter avere un contributo sull'abbattimento di uno, due, o tre capi e quindi questo era un vantaggio, avere quelle 125.000, mentre invece quando hanno capito che devono abbattere tutte le bovine da latte e rinunciare praticamente all'allevamento delle bovine da latte, il discorso cambia e io penso che di tutte queste domande, una buona parte delle domande verrà ritirata. Cito un altro esempio che è capitato l'altro giorno, un agricoltore che aveva fatto la domanda per il contributo per la macellazione dei capi bovini, contemporaneamente aveva presentato una domanda per un prestito, dove la Regione paga gli interessi, cioè la Regione, coi fondi del piano verde, e in questo caso noi abbiamo detto: se Lei rinuncia all'allevamento di questi capi e vuole fare l'allevamento dei bovini da carne, il discorso è un altro, altrimenti, se Lei rinuncia all'allevamento del bestiame noi non possiamo più dare il mutuo perché la stalla, il fienile, ecc. non hanno più nessuno scopo. Lui ha capito che la cosa era pericolosa e quindi anche quello probabilmente rinuncerà alla richiesta di macellazione dei capi.

Quindi, per concludere, noi abbiamo queste 22 domande, per 261 capi, 261 e di cui 134 sono vacche lattifere; però, come ripeto, più della metà di queste domande verranno certamente ritirate perché già quando sono venuti a prendere informazioni hanno capito che non era l'intervento che loro si aspettavano. Io l'ho già detto prima e lo ripeto; penso che non potevamo non dare diffusione di un provvedimento del genere perché avremmo potuto danneggiare eventuali agricoltori che avessero intenzione di abbandonare quell'attività, quell'azienda e lasciare i loro terreni a disposizione o per l'affitto o per altro, ad altri agricoltori.

Quindi, poi, c'è la considerazione da farsi che noi, avendo assorbito l'Ispettorato agrario, anche per questo, secondo me, eravamo tenuti a darne diffusione e ultima cosa, dico solo che il tempo limitato tra la data in cui abbiamo ricevuto il telegramma e la data in cui scadevano... scadeva il termine per la presentazione delle domande, non ci ha consentito di informare, di interpellare la Commissione dell'agricoltura.

Manganoni (P.C.I.) - Io dò atto di esserne stato informato mediante una circolare che l'assessore ha trasmesso ai Consiglieri, però, pur tenendo conto dei 10 giorni insufficienti, ecc., io penso che non sarebbe stato male che l'assessore il problema l'avesse poi anche in seguito portato a conoscenza del Consiglio, e sentito anche il parere del Consiglio.

Secondo, qui io mi domando ancora cosa è la coerenza, noi stiamo spendendo miliardi, e qui sul bilancio lo vedremo, per il risanamento del bestiame ed è una azione che da tutti, non solo dai Consiglieri, ma in genere, era stata approvata, fuori Valle, da parte di persone competenti fuori Valle abbiamo ricevuto anche gli elogi, poi noi spendiamo dei miliardi per risanare il bestiame, poi paghiamo per abbattere il bestiame risanato, è vero o non è vero? primo...

Secondo, noi spendiamo dei miliardi, e ne abbiamo spesi forse a decine nel passato, per incrementare l'attività agricola, che in Valle d'Aosta consiste particolarmente nell'allevamento, no? Quindi, premi per la fontina, per la ricostruzione di alpeggi, per la ricostruzione di stalle, fienili, insomma, non vi elenco tutta la gamma dei contributi.

Noi paghiamo per distruggere quello che noi abbiamo costruito, che i nostri agricoltori hanno costruito, con le loro fatiche e con i miliardi della Valle, è vero o non è vero? Allora io vi chiedo: ma qui siamo matti? Allora piantiamola lì di dare i sussidi; diamo i sussidi non più per incrementare l'agricoltura, diamo i sussidi per distruggerla l'agricoltura, perché qui ci troviamo esattamente in questa situazione: la Regione sovvenziona, paga per svilupparla, poi il Mercato Europeo Comune (MEC) paga per distruggerla; è vero o no? Quindi io mi domando, ma questo controsenso, questa assurdità, io non so, che va contro ogni regola del buon senso, io capisco che qui non possiamo incolpare l'assessore perché sono disposizioni del MEC che noi siano tenuti ad applicare, è vero, ma se queste disposizioni del MEC vanno in senso diametralmente opposto all'impostazione dell'amministrazione regionale, io mi dico, ma, ma noi qui, francamente, facciamo scempio di miliardi, noi paghiamo per costruire e poi paghiamo per demolire quello che abbiamo costruito. La realtà è questa.

Maquignaz (D.C.) - Dunque, ho già detto prima che questo provvedimento però non ha trovato molto favore, quindi le bovine che verranno macellate saranno un numero molto, ma molto limitato, su 40.000 ne avremo sì e no una cinquantina, non di più. Però in secondo luogo devo dire che questo non è, io sono anche d'accordo con il Consigliere Manganoni, ma non è un provvedimento nostro, è una norma comunitaria di cui noi possiamo anche criticare qui nella nostra Regione, nella nostra Regione questo probabilmente non è confacente, però nel complesso dell'economia agricola di tutte le altre nazioni ritrova la sua validità. Dico solo che il MEC non è che distrugga l'agricoltura; nel MEC si è cercato di vedere qual era il difetto maggiore dell'agricoltura, cioè erano le aziende non sufficientemente ampie, non avevano quella convenienza economica, quelle dimensioni ottimali per poter avere un reddito sufficiente, quindi loro hanno ritenuto opportuno di dare questo indirizzo, cioè, permettendo le piccole aziende, aiutando le piccole aziende a disfarsi dal bestiame in modo da poter accentrare, aver delle aziende più grosse, cioè questi proprietari metterebbero i loro terreni a disposizione degli altri che potrebbero costituire delle aziende più valide o attraverso l'affitto, o attraverso la cooperazione, stalle sociali, ecc. Quindi il principio, secondo me, non è sbagliato; solo che non trova facile applicazione qui nella Regione, dove abbiamo la questione delle aziende che hanno terreni in fondo valle, hanno i mayens, hanno gli alpeggi, è tutto legato, abbiamo lo spezzettamento del terreno, abbiamo la polverizzazione dei terreni nella stessa azienda, quindi questi sono tutti problemi nostri che però il mercato comune, nel suo insieme non poteva naturalmente non tenere in considerazione. Comunque noi abbiamo già detto quello che ne pensavamo su queste norme applicative, l'abbiamo detto in quel convegno ed evidentemente però non possiamo sottrarci, secondo me, a dare diffusione, non possiamo non dare diffusione di questi provvedimenti. Dobbiamo però informare bene gli agricoltori dei pericoli che ci sono, perché tanto è vero che loro potrebbero anche perdere ulteriori benefici poi, altri contributi e questo è già sufficiente per farli cambiare avviso.

Quindi io posso anche essere d'accordo sul concetto espresso dal Consigliere, però le ripeto, se non avessi dato diffusione, probabilmente il Consigliere Manganoni avrebbe detto "Perché non avete dato diffusione e non avete permesso agli agricoltori di avere i contributi che vengono dal MEC?".