Rédaction informelle du débat du Conseil régional

Objet du Conseil n. 85 du 30 avril 1970 - Resoconto

OGGETTO N. 85/70 - Proposta di elezione del Presidente della Giunta e di nomina degli Assessori.

Pollicini (D.C.) - Signor Presidente, signori Consiglieri, ai fini della soluzione della crisi in atto debbo informare il Consiglio che ...

Montesano (P.S.D.I.) - Consigliere Pollicini, io volevo soltanto annunciare, così, anche per il pubblico, qual è l'oggetto che noi stiamo per trattare.

Pollicini (D.C.) - Lei aveva terminato le comunicazioni, quindi ....

Montesano (P.S.D.I.) - Avevo terminato, ma volevo annunciare l'oggetto, cioè l'oggetto unico di quest'oggi, che è l'elezione del Presidente della Giunta e degli Assessori. Apro, quindi la discussione su questo argomento e dò la parola al Consigliere Pollicini.

Pollicini (D.C.) - Grazie, la credevo già aperta....

Signor Presidente, Signori Consiglieri, ripeto che, ai fini della soluzione della crisi in atto, debbo informare il Consiglio che vi sono contatti in corso tra l'attuale maggioranza di Governo regionale e l'Union Valdôtaine. Pertanto, al fine di consentire la conclusione di questi contatti che attualmente sono ancora in fase interlocutoria, chiediamo il rinvio della riunione a data da destinarsi e comunque non oltre il 15 di maggio.

Dolchi (P.C.I.) - Signor Presidente e colleghi Consiglieri, se non fossimo già preparati dalle notizie dei giornali e della radio ci sarebbe da rimanere stupefatti di fronte ad una richiesta di rinvio, perché ancora ricordiamo le preoccupazioni manifestate in occasione delle molteplici votazioni che hanno messo in minoranza la Giunta, il 13 e il 20 marzo. Il Presidente, gli Assessori, a seguito di quelle votazioni si preoccupavano della paralisi, della paralisi amministrativa se non fosse passato il bilancio e fummo proprio noi - lo ricordo per dovere di cronaca - fummo noi da questi banchi a proporre subito la proroga dell'esercizio provvisorio al 30 aprile 1970.

Eravamo forse, e i fatti ce lo confermano, degli illusi e degli ingenui: credevamo che entro il 30 aprile si sarebbe giunti ad una soluzione, soprattutto ad una soluzione positiva per cambiare metodo di amministrazione, per recuperare l'abbondante tempo perduto, in crisi, verifiche e immobilismo.

Invece, nulla di tutto questo; siamo arrivati ad oggi, al paventato ultimo giorno dell'esercizio provvisorio, con la richiesta da parte del collega Pollicini, a nome dell'attuale maggioranza che, io lo vorrei ricordare, non è più tale, alla richiesta di rinvio dell'elezione del Presidente della Giunta e degli Assessori. Questa è l'ennesima riprova della fine, del fallimento di una formula: il centrosinistra, ma è anche la dimostrazione dell'incoscienza politica e amministrativa che contraddistingue la posizione, le posizioni dei Partiti della maggioranza e soprattutto del Partito della Democrazia Cristiana. Oltre a non sapere uscire da una crisi permanente, si dimostra un assoluto disprezzo per l'elettorato, per gli interessi economici della Regione, per quella "amministrazione", tra virgolette, se volete, di cui ci si riempie così frequentemente la bocca.

Dal 13 marzo, giorno della prima votazione negativa sul bilancio, sono passati ben 57 giorni, senza che serie soluzioni siano state avanzate per la costituzione di un Governo regionale che corrisponda alle aspettative della gente, visto che l'attuale dimissionario Governo regionale non ha corrisposto nemmeno alle aspettative di tutti i Consiglieri della maggioranza.

Il voto, anzi, le votazioni del 20 marzo, avevano chiaramente indicato che bisognava cambiare, che gli stessi contrasti nell'interno della maggioranza erano arrivati ad un punto tale per cui era indispensabile rivedere gli orientamenti politici e amministrativi per adeguarli alle necessità poste dalle lotte operaie e giovanili. Invece di trarre insegnamento dalle bocciature del bilancio e procedere con la dovuta celerità alla richiesta delle misure necessarie, cosa è stato fatto? Si è gridato, sì, si è scritto, contro i franchi tiratori, e i Partiti della maggioranza si sono palleggiati l'un l'altro la responsabilità dei due, tre e anche cinque voti contrari su un emendamento. Addirittura si è cercato di coinvolgere i Partiti dell'opposizione, facendo ricadere su questi le responsabilità della tanto paventata paralisi. Ma chi è responsabile di questa paralisi che, con la proposta odierna di rinvio, si vorrebbe aggravare ed ancora continuare? La risposta è indubbia: i responsabili sono quelli che si incaponiscono a non voler ricercare le soluzioni che noi abbiamo indicato e che si trovano in un documento del nostro Partito, del Partito comunista, che io vi rileggo nella sua parte conclusiva: "Noi indichiamo come soluzione alla crisi la costituzione di Giunte orientate a sinistra, appoggiate dalle forze di sinistra, dai Partiti e movimenti autonomisti, laici e cattolici, con l'emarginazione delle destre democristiane, socialdemocratica e liberale, come unica via per governi efficienti, capaci di riprendere con decisione la via del progresso sociale e autonomistico come è aspettativa dei lavoratori della Valle d'Aosta".

I responsabili sono ancora quelli che non hanno voluto accettare la lezione della crisi dell'anno scorso, e hanno imposto, con l'intervento romano, come ci ricorda lo stesso Corriere della Valle, la Giunta Bordon, Giunta che non ha affrontato, nei mesi in cui è rimasto al banco del governo, né il suo stesso programma, quello che ci aveva annunciato qui, in questa sala, ai primi di ottobre, ma che non ha nemmeno preso in considerazione il programma unitario avanzato dalle Organizzazioni sindacali che indicavano in alcuni punti fondamentali le possibilità di rinnovamento della vita politica e amministrativa della nostra Regione.

I responsabili della paralisi amministrativa, dei licenziamenti allarmistici, e ricattatori, sono i Partiti del centrosinistra, gli Assessori del centrosinistra che, a parole, dicono di preoccuparsi dell'amministrazione, del bilancio, ma che, alla prova dei fatti, non vogliono cambiare nulla, lasciano passare i giorni, ne sono passati 57 ad oggi, oggi che sarebbe quell'ultimo giorno di esercizio provvisorio - che sembrava il limite massimo a cui un'amministrazione avrebbe dovuto giungere - questa amministrazione avrebbe potuto giungere, ebbene, essi dicono che è necessario un ulteriore rinvio, che altri quindici giorni sono indispensabili per portare avanti quelle trattative che dovrebbero essere la panacea, la soluzione di tutti i mali che affliggono l'amministrazione regionale, soprattutto il centrosinistra, il defunto centrosinistra all'Amministrazione regionale.

Ma allora, tutte le preoccupazioni circa l'immobilismo e la paralisi vengono a cadere! Siete voi che richiedete un ulteriore rinvio, siete voi, siete voi tutti assieme e mi spiace dover rilevare come la stessa sinistra democristiana rinunci, in questo momento importante per la vita della Regione, rinunci a giocare un suo ruolo, come invece avviene in altre parti d'Italia. Per esempio, tutti voi sapete come in Sicilia esiste una grave crisi e "La Stampa" dell'altro ieri ci annunciava, ci riportava l'intervento dell'On.le democristiano D'Angelo che, in risposta ad una proposta di collaborazione dei comunisti, dell'On.le Macaluso, riteneva possibile una discussione sul programma e sulle riforme da attuare nella Regione; ed anche in quella occasione, come abbiamo fatto molte volte qui, "La Stampa" ci ricorda che la risposta dei comunisti è stata che, se c'è una grave crisi nella Regione, - e si riferisce alla Regione siciliana - ebbene questa crisi dobbiamo risolverla oggi se non vogliamo che l'incontro storico al quale si riferisce l'Onorevole democristiano D'Angelo, si realizzi sulle ceneri della Regione.

Noi diciamo ai colleghi Consiglieri, agli amici della sinistra democristiana, che hanno a cuore l'avvenire della Regione, le stesse cose che dice Macaluso in Sicilia all'On.le D'Angelo. Facciamo in modo che questi incontri, che le discussioni sui programmi, sulle riforme, avvengano, non sulle ceneri dell'amministrazione della Regione e non possiamo tacere che anche i compagni del Partito socialista italiano si assumono grosse responsabilità quando, dopo le posizioni critiche assunte sul loro giornale e con manifesti polemici, non fanno nulla per uscire dal centro-sinistra in cui rimangono ingabbiati.

Ma perché un rinvio? Ci si è detto: "Per portare avanti delle trattative, trattative che sono già in corso". Ma perché non sono state concluse in questi 57 giorni, se veramente, da parte della Democrazia Cristiana, c'è una volontà di concluderle. Noi mettiamo in dubbio che ci sia questa volontà, e pensiamo che la richiesta di rinvio sia ancora una volta per tentare la riedizione del centrosinistra: ma allora, tentatela subito questa riedizione del centrosinistra.

Ancora una volta, dopo gli otto mesi persi l'anno scorso, registreremo altri due mesi persi nel 1970, con l'unica prospettiva di ritrovarci qui, fra poco tempo, ad affrontare le stesse cose. Perché è indubbio che i fautori, i sostenitori del centrosinistra se ne devono rendere conto: questa formula è fallita, bisogna cambiare. Il Paese, la Regione, si aspettano questi cambiamenti nell'amministrazione, nella politica. Come cambiare? Noi abbiamo già detto: non poniamo prerogative di partecipazione al Governo, ma indichiamo, ad esempio, come un fatto positivo di questo cambiamento la presa di contatto con tutte le forze politiche, superando gli steccati e le preclusioni che ancora la destra democristiana, soprattutto, mantiene in Valle d'Aosta. Prospettate soluzioni, corrette amministrativamente, innovatrici, che non possono essere che condensate, compendiate nell'unica generale, direi, aspirazione, di cambiare metodo nell'amministrazione e nei rapporti fra le forze politiche che siedono in questo Consiglio regionale.

Mettiamoci, e mettetevi, soprattutto, al passo con le esigenze che crescono nella classe operaia, e nei giovani, nella popolazione valdostana, in modo che da un'amministrazione corretta e rinnovata si possano soddisfare le esigenze che vengono dalle fabbriche, dai paesi della Regione. Questo è il dovere non solo dei Consiglieri della maggioranza, ma la ricerca di soluzioni innovatrici, la ricerca di un'amministrazione che sia all'altezza delle aspettative è un dovere, un compito di ogni Consigliere regionale qualsiasi sedia occupi in questa sala, non è con la ricerca di combines, o altri pasticci al vertice che degradano la vita politica che si potrà veramente giungere alla soluzione della crisi. Più in fretta sparisce il centrosinistra, con la sua incapacità di amministrare, più in fretta si potrà ricominciare sulla via del progresso in Valle d'Aosta.

Milanesio (P.S.I.) - Il Consigliere Pollicini ha chiesto, a nome della Democrazia Cristiana, il rinvio di questa seduta; il Consigliere Dolchi, a nome del Partito Comunista, ha svolto diverse e molteplici considerazioni per negare l'opportunità di questo rinvio.

Io, a nome del Partito Socialista, devo dire che noi concordiamo, per delle ragioni che mi pare siano evidenti a tutti, sulla necessità di procedere ad un ulteriore rinvio. Perché? Cercherò di essere il più breve possibile, però mi sento obbligato a dire perché noi concordiamo su questo rinvio.

Ebbene, innanzitutto il Partito socialista si è dichiarato estraneo alla crisi che ha coinvolto la Giunta regionale sin dall'inizio, però da questa crisi, come ogni altro Partito e movimento della coalizione, è stato travolto. E ha fatto di tutto per evitare che questa crisi, da crisi politica si trasformasse in crisi amministrativa, quale essa è.

Quindi, è stato d'accordo inizialmente alla ripresentazione della Giunta, con la richiesta di fiducia da parte del Consiglio e alla ripresentazione del bilancio. L'avevamo già detto in quella sede che questa procedura poteva essere anche attaccata sotto il profilo della correttezza e che noi ce ne assumevamo la responsabilità in quanto poteva essere il tentativo di risolvere l'attuale situazione. In realtà, non solo non si è risolta la crisi, ma la si è anche aggravata, perché, evidentemente, se, per così dire, questa era la tesi che veniva sostenuta da alcuni esponenti della maggioranza, se errare era umano, perseverare sarebbe stato diabolico.

Noi abbiamo dovuto constatare che la maggioranza di centrosinistra era venuta a mancare per ben due volte e quindi, certamente, non poteva trattarsi di un errore. Di qui la necessità che le forze politiche cercassero, all'interno del Consiglio, una soluzione atta a dare un governo stabile ed efficiente alla Valle d'Aosta.

Le soluzioni che si prospettano a questo punto possono essere molteplici e ciascun Partito le può vedere sotto una propria particolare angolazione e prospettiva; il Partito Comunista, giustamente, indica in una svolta a sinistra questa prospettive; io devo dire, però, che non ho ancora capito esattamente in che cosa consista questa svolta a sinistra che Dolchi ci sottopone e che ci sollecita di fare ad ogni piè sospinto. E non per amore di polemica, ma non ho ancora capito se questa svolta a sinistra significa cambiare alcuni uomini, cambiare qualche etichetta, e dire che, invece del centrosinistra, si tratta di una Giunta orientata a sinistra e poi tutto può andare bene come prima. Non vorrei che si tentasse quell'operazione che, invece, si è verificata a livello nazionale e cioè, ad un certo punto, il Partito Comunista, nel bel mezzo della crisi governativa che è stata lunga, più lunga delle precedenti, più drammatica delle precedenti, ha saputo dare una sola indicazione: un Governo orientato a sinistra, un Governo che facesse le Regioni, tanto è vero che "L'Unità" di Roma è uscita con un titolo in cui si diceva "il Partito Comunista vuole un governo che faccia le Regioni".

Ora, noi saremmo tentati di dire, non per amore di paradosso, di polemica, che questo Governo che fa le Regioni sarebbe un Governo orientato a sinistra; però mi pare che il Partito Comunista non arrivi a dire questo poi nei fatti e nella realtà in questi ultimi tempi.

Quindi, il discorso del Consigliere Germano che per certi aspetti condivido, per altri è molto fumoso, a mio avviso, nelle indicazioni concrete della svolta che deve essere fatta e delle indicazioni che se ne devono trarre.

Comunque, il Partito Socialista ha avuto un atteggiamento e ha un atteggiamento molto responsabile e molto concreto, e voglio ricordare al Consigliere Dolchi, ad esempio, che è nostra, è stata nostra, è stata mia, quella proposta che poi non è stata accolta dal Consiglio, forse, così, perché non faceva comodo a nessuno, lo dobbiamo riconoscere, quella proposta che tendeva all'approvazione di un bilancio assembleare, cioè di un bilancio che avesse acconsentito di togliere quegli aspetti che Dolchi continua a chiamare allarmistici e ricattatori e che erano sottointesi sin dall'inizio di questa crisi. Noi l'avevamo detto, io l'avevo detto, personalmente, in questo Consiglio, cioè, quegli aspetti di carattere amministrativo, quegli aspetti molto dolorosi sul piano umano e sul piano politico e sul piano sociale, che, ad esempio, questa Giunta è stata costretta ad assumere.

Caro Dolchi, tu ti riferisci ai licenziamenti, e li chiami allarmistici e ricattatori, e da un incontro avuto proprio l'altro ieri sera con le Organizzazioni Sindacali e con l'Ufficio del Lavoro, le Organizzazioni Sindacali e l'Ufficio del Lavoro hanno dovuto convenire, con la Giunta, che allo stato attuale dei fatti i licenziamenti erano inevitabili; si è arrivati a proporre un provvedimento di sospensione a zero ore, e a chiedere che fossero messi in Cassa integrazione guadagni; questa è una procedura a cui ho aderito immediatamente, anche se tutti coloro i quali hanno chiesto questo sanno benissimo che si tratta di un espediente che non si sa se potrà avere una felice conclusione.

Ora, quando noi proponemmo - noi socialisti proponemmo - il bilancio assembleare, noi paventavamo una situazione di questo tipo perché sapevamo che le crisi quando nascono, come è nata questa crisi, cioè crisi nate al buio, crisi nate da delle motivazioni che non sono chiare, che non sono palesi, che non sono evidenti, crisi nate da voti che palesemente ci sono e segretamente scompaiono, sono crisi, evidentemente, il cui significato sfugge ad una valutazione chiara. Si sa solo che c'è una crisi, non si sa quali sono le ragioni per cui questa crisi c'è.

Era evidente che sarebbe stato difficile ed è difficile trovare un assetto diverso; è evidente che il Partito Socialista che non crede al toccasana delle elezioni anticipate, vuole fare di tutto per cercare di risolvere la crisi nell'ambito di questo Consiglio: è evidente ancora che, se questa crisi non potrà trovare soluzione, una soluzione politica degna, accettabile, nell'ambito delle forze che attualmente ci sono in questo Consiglio, è evidente che il Partito Socialista, a questo punto, sosterrà - come altre forze hanno già sostenuto in altre circostanze - sosterrà la necessità di arrivare ad una nuova consultazione elettorale.

Però mi pare che nella dignità del Consiglio, nella dignità delle forze politiche che sono qui rappresentate e nella dignità delle stesse istituzioni valdostane, occorre fare tutti gli sforzi possibili, per cercare dentro questo Consiglio la risoluzione della crisi, perché noi sappiamo che il ricorso al corpo elettorale può diventare necessario, ma deve essere considerata l'ultima ratio, e non la prima soluzione che si può abbordare, così, a cuor leggero.

Quindi, noi socialisti aderiamo alla proposta di rinvio perché ci sono delle trattative in corso, dei pourparler in corso. Noi ci auguriamo e chiediamo fermamente che questi pourparler aperti con l'Union Valdôtaine, con la Democrazia Cristiana, con il PSU e con il MAV, possano portare ad una risoluzione. Per risoluzione noi intendiamo uno sbocco positivo o negativo.

Ce lo auguriamo perché è chiaro che questa situazione non può perdurare: è chiaro che questa crisi non può continuare se non sulla pelle degli amministrati, se non sulla pelle dei valdostani, e noi lo sappiamo benissimo questo.

Ora, quale può essere lo sbocco di questa crisi? Ci sono diverse soluzioni numeriche: basta sommare le forze che rappresentano determinati Partiti e movimenti in questo Consiglio e sono possibili diverse maggioranze: da maggioranze molto larghe, a maggioranze risicate, a maggioranze che c'erano e non ci sono più. Però mi pare che lo sforzo che deve fare il Consiglio, onestamente, serenamente, sia quello di ricercare una possibile maggioranza politica, una maggioranza che possa dare delle garanzie di stabilità e delle prospettive. Se questo non sarà possibile, il Partito Socialista è favorevole al ricorso anticipato alle elezioni.

Quindi oggi, nello spirito della richiesta fatta da Pollicini, e poiché esistono queste trattative in corso, noi riteniamo che si possa accedere al rinvio dell'elezione del Presidente della Giunta e degli Assessori.

Del resto, sarebbe ridicolo buttare, in questo momento, qualunque nome, quando si sa che dietro a qualunque nome che si possa fare in questo momento, non ci sarebbe un accordo politico e ripeteremmo quella tragicommedia che si sta svolgendo in questo momento all'Assemblea Siciliana che, però, è molto simile, purtroppo, anche alla nostra.

Quindi io aderisco alla proposta di rinvio.

Tonino (P.S.I.U.P.) - Solo poche parole per dire ai Signori Consiglieri che componevano la maggioranza di centrosinistra che tutto mi sarei aspettato all'infuori della proposta fatta dal Consigliere Pollicini per il rinvio di questa seduta.

Credevo di dover venire qui a dirvi che avevate aggiunto a circa un anno di crisi e di paralisi amministrativa della Regione, altri 20 o 25 giorni, per tentare di rimettere assieme quel centrosinistra che era già fallito prima di nascere; ma che poi infine, visti gli inutili tentativi, che si fosse posto fine a questa assurda ostinazione di voler governare per forza in spregio alle norme più elementari della democrazia, e che vi foste poi finalmente decisi a consultare il corpo elettorale, come più volte ebbi a dire a nome del Partito Socialista di Unità Proletaria che rappresento in questa sede. Invece, no: altra proposta di rinvio, altro immenso danno alla Valle d'Aosta, altro tentativo di rattoppo, anche a costo di portare la Valle d'Aosta in una crisi che paralizza tutta l'attività della Regione, cose che non erano mai capitate dacché esiste il Consiglio regionale.

È un anno che chiedo che venga sciolta questa assemblea e che si vada a nuove elezioni. Spetta agli elettori giudicare quello che avete combinato in questi ultimi due anni; spetta agli elettori smascherare i risultati elettorali del 21 aprile del 1968, voi non siete più in grado di governare, né in questa formula, né in altre formulette che non contengono le indicazioni di genuinità. Non sto più qui a ripetervi tutte le cose che ho già avuto modo di dirvi nei miei diversi passati interventi, dirò solo che ora, signori del centrosinistra, avete passato tutti i limiti, non potete fare altro che rivolgervi al corpo elettorale. La vostra ulteriore proposta di rinvio è un insulto, per conto mio, che non fate solo a noi, ma a tutto il popolo valdostano. È ora che questa farsa finisca, è ora che ognuno si prenda sulle spalle le proprie responsabilità.

Quindi ancora una volta, a nome del Partito Socialista di Unità Proletaria della Valle d'Aosta, vi invito a smetterla con questo pericoloso gioco che si trama alle spalle dei cittadini valdostani; c'è in Valle un corpo elettorale, quindi lo si chiami perché chiarisca e indichi la strada di chi e di come si deve governare la cosa pubblica che è di tutti e non solo di qualcuno.

Caveri (U.V.) - Le Comité Exécutif de l'Union Valdôtaine avait approuvé le 19 avril un ordre du jour dont je ne donnerai pas lecture parce que tout le monde le connaît, tout le monde connaît cet ordre du jour, parce que les journaux l'ont publié et parce que nous même nous l'avons publié sous forme d'affiche.

Successivement, c'est-à-dire mardi dernier, le Comité exécutif a approuvé un deuxième document qui dit:

a) incompatibilité: tous les Conseillers régionaux enverront au Président des Sociétés financières, industrielles et touristiques leurs démissions par lettre recommandée, dont une photocopie sera envoyée au bureau de l'"Union Valdôtaine";

b) les directions régionales de la DC, du PSU, du PSI, du MAV signeront une déclaration par laquelle ils s'engageront à demander aux Présidents des sociétés la convocation des organes des sociétés susdites, pour l'acceptation des démissions. Une photocopie sera envoyée au bureau de l'Union Valdôtaine;

c) à la première séance le Conseil régional votera par levée de main l'ordre du jour suivant, signé par les Chefs de groupe de la DC, du PSI, du PSU, du MAV et de l'UV: "Le Conseil régional déclare l'incompatibilité absolue et sans exception des mandats de Conseiller régional et des charges de conseillers d'administration et d'administrateurs des sociétés financières, industrielles, et touristiques et invite tous les Conseillers qui se trouveraient en telle situation à vouloir bien présenter sans délai leurs démissions";

d) les clauses dont aux lettres précédentes a, b, c, sont essentielles pour la validité de tout accord: leur violation, même partielle, déterminera la résiliation de tout accord éventuel;

e) les représentants des Partis et des mouvements susnommés devront rédiger le budget 1970 de la Vallée selon le programme de l'Union Valdôtaine de l'automne 1969;

f) l'Union Valdôtaine confirme, à son tour, ses engagements dont à l'ordre du jour du Comité exécutif du 19 avril 1970.

Telle est la position, telles sont les thèses de l'Union Valdôtaine. Les thèses de la Démocratie Chrétienne sont bien différentes: elle persiste à vouloir distinguer les charges financières de nomination régionale, et celles de nomination des groupes privés ou publics ou demi-privés ou demi-publics. Cette distinction qui n'admet pas et qui exclut l'incompatibilité des charges financières, de nomination privée, est absurde, et irrationnelle, puisque l'incompatibilité est bien plus nécessaire lorsque les charges financières proviennent de la désignation de groupes des monopoles financiers privés.

En ces conditions, dans l'absence d'un accord, il est évident que l'Union Valdôtaine ne peut pas voter à faveur de la requête faite par la Démocratie Chrétienne d'un renvoi et l'Union Valdôtaine votera contre cette requête de renvoi de la question de l'élection du Président de la Junte et des Assesseurs.

Pedrini (P.L.I.) - Signor Presidente, Signori Consiglieri, io ho la fortuna di parlare dopo aver sentito i massimi esponenti degli altri Partiti, la richiesta del Capogruppo della Democrazia Cristiana, Pollicini, la risposta dell'amico Dolchi, e la giusta, ironica, intelligente risposta, del mio avversario politico Avv. Caveri.

Mi sia consentito, come Liberale, di fare, senza atteggiarsi, naturalmente a censori, né creare, né volere polemiche, di puntualizzare un attimo solo alcune parole dell'amico Dolchi, a cui sono legato veramente da affettuosa amicizia, ma al quale contesto, io Liberale, alcune sue affermazioni che veramente danno una sensazione di freddo a chi, come me, col sangue nelle vene, piuttosto caldo, si sente dire che solo e solamente con il Partito comunista, vi sono dei Governi efficienti.

La battuta che sa veramente di estrema demagogia, la battuta che potrebbe richiamare una polemica lunghissima e violenta con nomi diversi da Praga ed altri, la battuta che potrebbe addirittura richiamare lo stesso stato interno dell'Unione Sovietica, dove, in questo momento, - e questa è un'indagine economica finanziaria che non ha nulla a che vedere con la politica, sta a dimostrare come quel popolo sta ancora, checché se ne dica, checché la demagogia faccia dire, - l'URSS sta in un'arretratezza che fa spavento.

Io non posso con tutto il mio io sentire che solo e solamente con il Partito Comunista, si possono fare dei Governi efficienti.

Io, a questo punto, dovrei dire - anche se lo dico solo "en passant" - che i Liberali hanno dietro di loro decenni di anni di sana amministrazione, dimostrata sulla pelle del popolo italiano, non già di un altro popolo, una sana amministrazione che ha concesso, ad un dato punto, di fare valere la nostra lira a peso oro; questa è l'amministrazione liberale, che ha concesso, ad oggi, a coloro che parlano di sindacati, a noi Liberali, di fare il primo passo verso quella classe operaia, verso cui noi Liberali ancora oggi siamo, checché se ne dica, all'avanguardia. L'azionariato operaio, non è dei sindacati, è una proposta fatta in Parlamento dal Partito Liberale, affinché, veramente, la classe lavoratrice entri in quello che è il meccanismo finanziario di ogni stabilimento. Ma qua, evidentemente, per demagogia, si vuole creare, si vuole fare, si vuole dire di fare, ma, in concreto, si vuole solamente il sovvertimento dello Stato, il caos, l'inadempienza dei contratti.

L'avvocato Caveri, l'On.le Avv. Caveri, deve avere da me - e io non sono mai stato, né lo sono, né lo sarò, tenero verso l'avvocato Caveri ed egli ne sa bene i motivi - deve avere da me, anche se non gli interessa, non richiesto, il 10 con lode sulla pagella. Egli sta conducendo la sua battaglia politica in una maniera più che perfetta, e questo, ripeto, non è né il professorino, né il Professore, ma un semplice cittadino, Consigliere regionale valdostano che esprime le sue idee dove le deve esprimere, ossia nel Consiglio regionale, e dà atto a questa forza politica, guidata dall'avvocato Caveri, di saper prendere, veramente, per i fondelli molto bene la Democrazia Cristiana e i Partiti a lei agganciati.

Giù il cappello, se l'Union Valdôtaine, con l'On.le Caveri in capo, riuscirà a fare questo, giù il cappello! Io mi cospargerò il capo di cenere, andrò a Canossa, non già per chiedere scusa, si fa per dire: "Faccio atto di penitenza, alle parole che oggi dico", ma io mi vergogno di pensare che, ad un dato punto, vi sia una Democrazia Cristiana, sia essa di destra o di sinistra, una Democrazia Cristiana con 13 consiglieri, una Democrazia Cristiana, partito di maggioranza relativa, che diventa succube veramente di un qualcosa che, al di fuori del piano morale, è prettamente portato su un piano politico e amministrativo.

Sappiamo tutti come stanno le cose, sappiamo le ambizioni degli uomini e non degli uomini, sappiamo che, evidentemente, ognuno tira l'acqua al suo mulino; io dico che l'acqua che tira al mulino dell'On.le Caveri è un'acqua che, evidentemente, secondo lui, è più che limpida e pulita. Io dissento e contesto ancora una volta, come i giovani contestatori liceali o delle medie, contesto anche questa affermazione, ma, pur tuttavia, sono curioso, curioso di vedere come va a finire questa piccola farsa o tragedia.

Io mi stupisco soltanto di una cosa: che un Partito Socialista laico, così come è stato sempre il Partito Socialista, in questo momento si lasci trascinare e sia succube - checché il Partito Socialista, con abile demagogia, specie del suo Assessore Milanesio, voglia fare apparire - sia succube di questo centrosinistra. Io mi stupisco come l'Assessore Colombo, che ha un'esperienza di decenni nell'Amministrazione regionale, continui anche lui a sperare in questa apertura unionista, io mi stupisco che il Prof. Balestri, Assessore, ex Assessore al Turismo, anche lui rimanga lì, pavido, seduto al suo posticino, senza levare il ditino ed esporre quelle che sono le sue tesi, tesi che evidentemente possono collimare o non, ma che, pur tuttavia, darebbero un contributo a questa Assemblea.

Io, all'amico Bordon, io all'amico Bordon, io sono stato il primo qua dentro a fare notare come ti chiamarono Presidente quando non lo eri più, va bene, ossia, ti avevano appena, appena disfatto e ti dissero ancora "Presidente" e io con la mia solita, diciamo, impulsività, dissi: "No, non è più Presidente", però per me è rimasto un amico, per me è rimasto un amico.

Ora, io dico al Presidente Bordon che egli subisce supinamente, ma fino a quando? Questa è la domanda che io pongo: io non vorrei che andassimo alle calende greche, io non vorrei che, ad un dato punto, la Democrazia Cristiana subisse questo gioco all'infinito o, almeno, fino al 7 di giugno. E allora viene logica una conseguente risposta e un finale, ma Signori del centrosinistra, che siete stati biffati due volte, vi volete portare la terza volta? Benissimo, noi siamo qua ad aspettare che voi facciate questo passo: volete andare con l'Union Valdôtaine? Benissimo: prendete con voi l'Union Valdôtaine; non la volete? Lasciatela! Ma, comunque, sia chiaro: qua noi giochiamo - veramente, ripeto, come ho detto prima - sulla pelle del popolo valdostano, ed allora è necessaria una rapida conclusione: fate quello che volete, ma arrivate ad una conclusione, questo è quello che il Partito Liberale vi chiede. Da soli, non da soli, con chi volete, evidentemente con i miei amici comunisti, questo è evidente, fate tutto quello che volete, ma sbrigatevi; in caso contrario io sono costretto, come primo - e questo lo dico, come primo, come altri dicono, noi per primi, - il Partito Liberale, per primo, ha chiesto nuove elezioni in Valle d'Aosta, quando già si stava delineando quello che sarebbe poi successo.

Ed allora, ripeto, noi, come l'esecutivo del PLI ha detto, siamo a disposizione per continuare la vita politica e amministrativa della Regione, e solo e solamente per questo scopo. È evidente che, in caso contrario, il Partito Liberale chiederà nuove elezioni, così come le ha chieste per primo affinché la popolazione giudichi chi ha fatto veramente l'interesse della nostra Regione.

Manganoni (P.C.I.) - Presidente, Lei ci ha convocati oggi con un ordine del giorno su cui ci sta scritto "Elezione del Presidente della Giunta e nomina degli Assessori". Noi ci presentiamo in Consiglio e ci sentiamo dire: "Rinvio". Poteva scrivercelo all'ordine del giorno il rinvio. Ora, noi di rinvii ne abbiamo una lunga esperienza: la passata, ma recente crisi che si è tramandata per sei mesi; ebbene, sono stati sei mesi di rinvii, di rinvii addirittura con la diserzione delle sedute da parte dei Consiglieri di maggioranza. Quelli erano i rinvii: dopo sei mesi avete rappezzato una Giunta, sono passati pochi mesi, quattro o cinque, e siamo punto daccapo: crisi e rinvii.

Ora, voi continuate pure a litigare, azzannatevi fra voi, per la suddivisione delle poltrone, dei posti di sottogoverno, delle prebende, con una irresponsabilità che umilia, non solo questo Consiglio, ma umilia la Valle d'Aosta; ma, vi rendente conto delle conseguenze, non solo morali, che sono già gravissime, e dovreste riflettere, ma su quelle economiche, che state creando in Valle? Osservate: nell'altra crisi il bilancio, se non vado errato, è stato approvato. Oggi no: voi, a partire dal primo maggio, non pagate più salvo, vecchi stanziamenti di Giunta, vecchie delibere, con quali conseguenze? Ce ne sarebbero da elencare per mezza giornata. Mi limito ad alcune: non si fanno gli appalti ed allora le conseguenze sono che le imprese non hanno lavoro, perché buona parte delle imprese, lavorano per l'Amministrazione regionale, dico, non interamente, ma buona parte. Le grosse imprese non patiscono, ma delle piccole imprese molte sono oggi sull'orlo del fallimento. Ma, a parte le imprese, e gli operai? Quegli operai che tutti gli anni in primavera sapevano che iniziavano i lavori, ecc. ed avevano un lavoro, avevano un'occupazione, oggi l'occupazione non ce l'hanno, perché gli appalti non sono stati fatti. Ma, quando li farete? Quest'autunno? D'inverno in Valle non si lavora, quindi, praticamente, si ritardano di un anno i contributi all'agricoltura; sappiamo che ci sono molti agricoltori che stanno aspettando dei contributi, da sei, sette, otto mesi. Adesso a bilancio fermo, quanti mesi dovranno ancora aspettare? Quanto ai Comuni: vi sono dei contributi ai Comuni, per esempio, per fare un esempio, per gli acquedotti, e i Comuni come fanno ad appaltare gli acquedotti se la Regione non dà i contributi, ed allora, fermi anche in quel campo. Sono dei miliardi immobilizzati, sottratti al circolo economico normale della Regione: ma, in fondo poi, chi è che paga, chi è che subisce le conseguenze di questo vostro comportamento? Sono ancora e sempre i lavoratori: è di questi giorni il licenziamento di 70 operai da parte vostra, da parte della Giunta; 70 operai che dipendevano della Regione vengono messi sul lastrico, 70 famiglie che non piglieranno la busta, e 70 famiglie che dovranno vivere, pagare l'affitto, vestire i bambini, mandarli a scuola, senza busta, senza nessun introito.

Ora, scusami Milanesio, ma come socialista, quando hai esposto la situazione di questi lavoratori, beh, io mi sarei aspettato da te maggiore solidarietà verso questi 70 operai rispetto alla cassa integrazione. No! Non cassa integrazione, questi operai devono continuare a lavorare, ed io inviterei a lavorare gli operai, a continuare a presentarsi sul lavoro e a continuare a lavorare poi qualcuno pagherà. Ma io proporrei di più, io proporrei che se non li si può pagare interamente, in attesa della nuova Giunta, in attesa dell'approvazione del bilancio, si dia loro almeno un acconto, con le indennità degli Assessori, perché quelli non è che li mettiamo in cassa integrazione, in cassa integrazione ci mettiamo gli operai, e se non basta l'indennità degli Assessori si trattengano anche quelle dei Consiglieri, ma si paghino questi operai.

Ora, diceva l'Assessore Milanesio: "Difficoltà di risolvere la crisi nata nel buio". Ora, che sia nata nel buio, o che sia nata alla luce del sole, questa crisi è nata nel vostro seno, è nata ed è stata creata da voi, dalla maggioranza, ed è voi che la dovete risolvere - non con i rinvii - risolvere presto, risolverla oggi.

Vedete, diceva Milanesio: "Ma, i comunisti ci diano delle indicazioni più precise su cosa intendono" ed ha accennato al Governo nazionale, dicendo che, sì il Partito Comunista in campo nazionale ha detto - se ho afferrato bene, scusami Milanesio - che un Governo ha il carattere di sinistra se fa le Regioni. No. Noi non abbiamo detto: "Solo se fa le Regioni", ed infatti il fatto di esserci opposti alle elezioni, in campo nazionale, parlo delle elezioni politiche in campo nazionale, lo si deve innanzitutto ad un senso di profonda responsabilità del Partito Comunista, perché noi abbiamo voluto evitare. Abbiamo voluto:

1) evitare queste elezioni in un clima di rissa e di odio creato dalle destre, volutamente creato dalle destre, perché erano quelle che volevano le elezioni e sono quelle che prima hanno creato questo - hanno tentato di creare - questo clima in campo nazionale;

2) le ragioni sono diverse, mi limito a citarne alcune: "Per impedire di ricominciare daccapo quel poco che si era iniziato a fare". Vi cito le leggi che già erano passate in un ramo del Parlamento: statuto sullo stato dei lavoratori, legge divorzio, che se si andava alle elezioni si doveva ricominciare daccapo, cioè per impedire che quel poco che si era iniziato a fare fosse stato completamente annullato. Quindi questa è una posizione di responsabilità. In più, noi l'abbiamo detto in campo nazionale, cosa intendiamo per un governo di sinistra: un governo che ascolti e che si faccia portavoce, attuandole, di quelle riforme che, da tempo, sono state richieste dai giovani, sono state richieste dai lavoratori. Per un governo di sinistra, Milanesio, noi intendiamo, non solo l'etichetta di sinistra, quella non conta. Noi intendiamo degli uomini di sinistra, ma particolarmente che compiano dei fatti di sinistra: questo è un governo di sinistra che accolga quanto vi ho detto, cioè facendo quelle riforme richieste da tutto il Paese, almeno dalla parte sana, dalla parte che lavora del Paese.

Mi dispiace di doverlo dire, ma mentre i socialisti in campo nazionale, per formare di nuovo il centrosinistra hanno dovuto subire, se non i ricatti, almeno il condizionamento dei Restivo e dei Colombo, e per l'ennesima volta si sono fatti ingabbiare dalla destra economica, in un Governo con l'etichetta di centrosinistra.

Ma, ritorniamo alla nostra Valle. Ora, come uscirne da questa crisi? Cosa propongono i comunisti? Molto semplice: che voi vogliate risolvere questa crisi accogliendo le richieste dei lavoratori, moralizzando l'Amministrazione. Questa è una richiesta non solo di tutti i componenti dell'opposizione, ma perfino, almeno a parole, da qualcuno del vostro Partito.

Riforme: quelle riforme che noi possiamo attuare con la nostra limitata potestà legislativa; non vi chiediamo in Valle d'Aosta di realizzare quelle riforme che si devono realizzare in campo nazionale, realizziamo quelle per cui abbiamo facoltà, che possiamo realizzare, che il nostro Statuto Speciale ce ne dà la facoltà.

Attuazione dei principi autonomistici: non sto qui ad esporveli, perché ve l'abbiamo detto, in quest'aula, almeno dieci volte, i miei colleghi ed io, ve l'abbiamo detto, ripetuto, e non voglio farvi perdere tempo per ripeterlo un'altra volta. D'altronde voi lo sapete tutti benissimo, anche se, alle volte, fate finta di non aver capito. Allora avrete il nostro appoggio e quindi si risolverà la crisi.

Non chiediamo dei posti, non chiediamo le poltrone, tenetevele, siate onesti, smettetela di fare come avete fatto fino adesso, amministrate con serietà ed onestà e attuate quanto noi vi abbiamo detto.

Ma, se volete solo cambiare gli uomini, e rivedere la suddivisione delle cariche e delle prebende, continuando come avete fatto fino adesso, nella corruzione, nell'immobilismo, ebbene, allora io penso che abbia ragione Milanesio: andiamo alle elezioni.

Siamo pertanto contrari a qualsiasi rinvio, si elegga oggi la Giunta come previsto dall'ordine del giorno.

Andrione (U.V.) - Devo dichiarare innanzitutto che io ho molta simpatia personale per il Consigliere Pedrini, che anima questa Assemblea con delle battute estemporanee, e che non intendevo prendere la parola, ma che vi sono stato tirato da alcune affermazioni, direi, contrarie alla morale, che il Consigliere Pedrini ha fatto, e vorrei puntualizzare, senza nessuna volontà polemica, su queste affermazioni.

Innanzitutto il Consigliere Pedrini ha accusato l'Union Valdôtaine di voler prendere per i fondelli qualcuno, e in particolare la Democrazia Cristiana. Ora, il Consigliere Pedrini, che si dice Liberale, e che quindi conosce la storia da Cavour a Giolitti, sa che il vizio di prendere per i fondelli è sempre dall'altra parte, non è mai stato da questa, e se c'è qualcuno che vuole prendere per i fondelli, non siamo noi, tutto al più potremmo essere le vittime di questa operazione, ma non mai gli autori di così basso disegno... (voce di Pedrini) ...no, no, non sia così volgare, La prego, La prego, non trascenda...

Le nostre posizioni, già puntualizzate, sono così chiare e limpide che credo riscuotono l'approvazione, perlomeno, in pectore, di tutta l'Assemblea. Cioè, la nostra posizione è quella di fare un passo in avanti per poter realmente amministrare la Valle d'Aosta. Lei apprezza l'Union Valdôtaine, e questo è il discorso politico, perché l'Union con le sue posizioni intransigenti Le permette di diventare l'interlocutore privilegiato della D.C.? Cioè quell'interlocutore che ad un certo momento otterrà il prezzo del suo appoggio, solo che nessuno qui dentro è così ingenuo, così sprovveduto da non capire che con questo sistema noi conduciamo alla rovina l'istituto dell'autonomia, e vorrei riprendere, rovesciandola, una frase di Milanesio, che ha parlato di: "Ridicolo votare oggi per ripetere una situazione che si è già verificata". Ebbene, scusatemi se con tutta franchezza, io dico che è ancora più ridicolo di essere riuniti qui, e di potere numericamente contare una maggioranza che non è capace di esprimere nel proprio seno una Giunta.

Ebbene, se noi continuiamo su questa strada noi portiamo alla rovina l'istituto dell'autonomia; l'unica via seria - che sia con, o che sia contro l'Union Valdôtaine - ma l'unica via seria è quella di moralizzare la vita pubblica in Valle d'Aosta. Ogni altro discorso è un discorso da perditempo, è un discorso che vuole semplicemente fare della bassa politica, nel senso in cui i francesi dicono "de la cuisine politique".

Montesano (P.S.D.I.) - Chi altro chiede la parola? Allora, è ben vero che c'è all'ordine del giorno, dico a Manganoni, questo oggetto importantissimo per la vita politica e amministrativa, soprattutto amministrativa, della Regione, ma naturalmente io ho inserito all'ordine del giorno "Elezione del Presidente della Giunta e degli Assessori", oltre che perché io stesso sono stato dell'avviso di mettere all'ordine del giorno di questa seduta, in linea preventiva, un'elezione sperando che si addivenisse ad un accordo fra i partiti, ma anche perché nella riunione dei Capigruppo tutti i gruppi, tutti i rappresentanti dei gruppi, furono d'accordo con me di inserire all'ordine del giorno di oggi l'elezione del Presidente della Giunta. Però, naturalmente, sappiamo tutti, è vero, che la Giunta viene espressa da una maggioranza la quale, a sua volta, promana da partiti, i quali devono ritrovare un accordo: siccome questo accordo sembra che, alla data di oggi, non è ancora stato perfezionato, perlomeno, io, giustifico anche la richiesta del Capogruppo della Democrazia Cristiana, come Partito di maggioranza relativa, di rinviare la seduta, cioè rinviare la votazione del Presidente della Giunta. Quindi, essendoci questa richiesta, io la metto ai voti, perché il Consiglio decida sulla richiesta stessa e prima di mettere ai voti...io vedo il Consigliere Savioz che mi chiede la parola. Quindi Lei ha la parola prima delle votazioni sulla richiesta di rinvio di Pollicini.

Savioz (P.C.I.) - Semplicemente per chiedere la votazione segreta a nome del Gruppo del Partito Comunista.

Montesano (P.S.D.I.) - Allora, ci sono altre richieste? Allora si passa alla votazione a scrutinio segreto. Un attimo, Consigliere Pedrini?

Pedrini (P.L.I.) - A nome del Partito Liberale, lo stesso dichiara che si astiene dalla votazione.

Montesano (P.S.D.I.) - Allora, spieghiamo il significato del "sì" e del "no", cioè, il significato delle palline. Viene messa ai voti la proposta del Consigliere Capogruppo democristiano Pollicini; la pallina bianca accetta, è parere favorevole all'accoglimento della proposta; la pallina nera la respinge. Si passa alla votazione (votazione segreta).

Risultato della votazione: presenti 33, votanti 32 - astenuti 1 - favorevoli alla proposta 18 - contrari 14.

Il Consiglio approva

Quindi la seduta è tolta e il Consiglio sarà convocato a domicilio.

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Si dà atto che la seduta è tolta alle ore 17,35.