Objet du Conseil n. 141 du 9 décembre 1954 - Verbale
OGGETTO N. 141/54 - DICHIARAZIONI DEL PRESIDENTE DELL'ASSEMBLEA, NORAT, E DEI CONSIGLIERI SIGNORA DESAYMONET-RONC ANAIDE E SIGNORI MANGANONI CLAUDIO E NICCO GIULIO.
Il Presidente dell'assemblea, NORAT, fa la seguente dichiarazione:
"Signori Consiglieri,
Desidero, in primo luogo, rivolgere le più sincere felicitazioni ed un vivo ringraziamento a tutta la popolazione valdostana che seppe dare in questa lotta elettorale, pur così viva ed ardente, in cui erano in gioco le sorti della nostra Valle, un esempio magnifico di maturità politica, di serietà e di decisione serena senza esuberanze partigiane né manifestazioni di violenza; esempio che fu giustamente apprezzato ed ammirato in quei giorni in cui era rivolta su di noi l'attenzione generale in Italia ed anche all'estero.
Porgo un saluto cordiale ai vecchi Consiglieri ed ai nuovi eletti.
Sono certo che un solo pensiero, un solo desiderio ci unirà tutti: assicurare la nostra autonomia. Questo varrà ad attenuare gli attriti che le diverse ideologie di partito accentuando i nostri dissensi potrebbero suscitare. Soprattutto ricordiamoci che non dobbiamo perdere tempo, ma attuare il programma che ci siamo prefissi e le cui linee essenziali sono apparse nei programmi dei singoli gruppi politici che si sono presentati alle urne. Mi auguro, pertanto, che ci sia possibile trovare, nelle nostre future discussioni, il piano d'intesa per ottenere i risultati tanto attesi ed auspicati da tutti i valdostani vecchi e nuovi che in quest'aula sono rappresentati.
Il nostro scopo (e non stanchiamoci mai di affermarlo) è quello di assidere su salde basi l'autonomia valdostana, in modo che nessuno possa più in avvenire metterla in dubbio né in discussione. E per ottenere ciò ritengo che ci troveremo in condizioni favorevoli, in quanto abbiamo l'assicurazione formale la più ampia possibile, che ci venne ripetutamente data in tutti i discorsi, durante questa nostra lotta, da tutti i partiti, non solo da quelli attualmente al potere, ma anche da quelli che in epoca anteriore si dimostrarono ostili se non addirittura contrari ad ogni autonomia.
I rappresentanti dei partiti che oggi sono al Governo vennero verso di noi con la mano lealmente tesa e con l'assicurazione tassativa ed inequivocabile di essere pronti non solo a negoziare, ma a concludere un accordo che rispetti i nostri ideali e le nostre tradizioni nell'ambito della Nazione Italiana, alla quale noi siamo sempre rimasti fedeli per il passato come lo saremo per l'avvenire. Noi accettiamo volentieri l'appuntamento datoci, nel suo discorso del 12 novembre scorso, dall'On. FANFANI: di ritrovarci fra un anno in Piazza Emilio Chanoux, per dare atto alla popolazione del lavoro compiuto e accordarci su quello ancora da compiere.
Questo è l'augurio che facciamo tutti e di tutto cuore".
Il Consigliere Signora RONC-DESAYMONET fa la seguente dichiarazione:
"La legge elettorale, col sistema maggioritario, ci mette nelle condizioni di trovarci nuovamente dinnanzi ad una schiacciante maggioranza, che spesso abbiamo avuto occasione, gli scorsi anni, di paragonare ad un rullo compressore.
Ma io spero che l'amara esperienza del passato e le migliori promesse del presente renderanno questa nuova maggioranza meno pesante, più aperta, più comprensiva, più conciliante e, conseguentemente, più fattiva e più costruttiva.
Io spero che dalla nuova maggioranza verrà fugato, e per sempre, quello spirito di confessionalismo e di parte che ha così tristemente funestato e caratterizzato la passata Amministrazione regionale.
Al nuovo Consiglio regionale, in qualità di donna ed a nome del gruppo della opposizione, io porgo un saluto fraterno e cordiale con l'augurio che la nuova Amministrazione, possa svolgere un'attività serena e, concorde, per il prestigio della medesima e, soprattutto, per il bene della nostra amatissima Valle."
---
Si fa menzione che intervengono all'adunanza i Consiglieri SAVIOZ Fabiano (ore 10,20), e DUJANY Cesare (ore 10,30), e, precisamente, entrambi durante l'esposizione del Consigliere Manganoni Claudio.
Il Consigliere MANGANONI riferisce quanto segue:
"Al punto primo dell'ordine del giorno di questa seduta leggiamo: convalida della elezione dei Consiglieri.
Noi riteniamo che, prima di procedere alla convalida della elezione di ogni singolo componente, sia necessario esaminare come sono stati eletti gli uomini che oggi siedono al piccolo Parlamento Valdostano.
Da quando i Consiglieri socialisti e comunisti siedono su questi banchi, cioè fin da quando è stato riconosciuto alla Valle d'Aosta il diritto ad una amministrazione autonoma, sancita poi dallo Statuto Speciale, non ci siamo stancati di sostenere la necessità che gli elettori siano equamente rappresentati in questo Consesso, anche i partiti, le correnti od i movimenti che rappresentano una minoranza, una piccola parte dell'elettorato.
La nostra voce, purtroppo, è stata soffocata dai Consiglieri che qui sedevano in maggioranza e che non rappresentavano il pensiero del popolo valdostano ma erano gli esponenti di interessi particolari, di clans e di conventicole, che temevano il giudizio sereno ed imparziale degli elettori.
Alcuni maneggioni locali, al servizio di questi clans, aiutati dai loro degni compari di Roma, già per le prime elezioni regionali del 1949, avevano imposto alla Valle un sistema elettorale maggioritario, antidemocratico, che ha permesso ad una sola lista di esercitare poteri dittatoriali, escludendo dal Consiglio ben due liste: il Campanile e la Bandiera, con 9 mila voti, ed assegnando alle sinistre, con 13 mila voti sette Consiglieri solamente, mentre la quarta lista, con 17.000 voti, si accaparrava 28 seggi!!!
Una parte dei 28 Consiglieri, fraudolentemente eletti, in seguito si rendevano conto dell'errore commesso sostenendo simile legge elettorale truffaldina e, nella seduta del 29 luglio 1953, il Consiglio, con 17 voti contro 8, si pronunciava in favore di una legge elettorale democratica, cioè proporzionale.
Cinquantadue Sindaci su 74, rappresentanti l'80% degli abitanti della Valle, firmavano una petizione richiedente una legge elettorale proporzionale.
L'articolo 16 dello Statuto Speciale dice: "Il Consiglio della Valle è composto di 35 Consiglieri, eletti a suffragio universale, uguale, diretto e segreto secondo le norme stabilite con legge dello Stato, sentita la Regione".
Senonché, il Governo di Roma, ignorando completamente il parere del Consiglio regionale, presenta alle Commissioni parlamentari ed, in seguito, ai due rami del Parlamento un progetto di legge elettorale maggioritario.
Ci dobbiamo stupire di questa aperta violazione dello Statuto Regionale, di questo Statuto che fa parte della Costituzione della Repubblica Italiana?
No, quando pensiamo che l'attuale Governo è presieduto dall'On.le Scelba che, in Parlamento, pronunciò questa frase: "La Costituzione è una trappola...".
Ed infatti, oltre alla violazione dell'art. 16 dello Statuto regionale, vi è pure una violazione della Costituzione Italiana che, all'articolo 48, dice: "Il voto è personale ed uguale, libero e segreto".
Ora, nell'attuale Consiglio, vi sono dei Consiglieri, i democristiani, eletti con 900 voti circa ciascuno, altri, quelli di sinistra, eletti con 1.900 voti ciascuno e l'unico Consigliere dell'Union Valdôtaine che, da solo, rappresenta 15.000 voti.
In altre parole, il voto dell'elettore democristiano conta il doppio, cioè quanto due voti dell'elettore di sinistra e 17 volte di più del voto dell'elettore dell'Union Valdôtaine.
Anche sforzandoci di venire a patti con la logica ed il buon senso, non è possibile affermare che l'uguaglianza del voto dell'elettore, prevista dalla Costituzione e dal nostro Statuto, sia stata rispettata.
È certo che alla Camera dei Deputati ed al Senato non tutti i Parlamentari erano d'accordo di calpestare in modo cosi sfacciato lo Statuto Speciale e la Costituzione.
Ed allora abbiamo assistito agli equilibrismi dei democristiani e relativi satelliti, che hanno fatto ricorso alla falsificazione dei fatti ed al peso schiacciante della loro maggioranza.
Sebbene Aosta sia alquanto distante da Roma, è giunta fin qui l'eco degli interventi di alcuni di questi onorevoli clericali.
Il Senatore d.c. Zotta, relatore della maggioranza governativa, quello che, il 20 dicembre 1952, scriveva sulla rivista "Realtà Politica" che "L'ordinamento regionale costituisce un pericolo non solo per la libertà, ma per la stessa indipendenza del Paese", questo onorevole clericale, fra le altre strampalerie, ha affermato al Senato che: "il popolo valdostano non sa votare diversamente..." (che col sistema maggioritario).
Il fatto che il Senatore Zotta, - il quale, indubbiamente, non conosce la Valle -, insulti i valdostani può solo destare il nostro senso di compassione.
Un altro democristiano, il Senatore Pieche, ha detto testualmente che il fatto "che il Consiglio regionale, nella seduta del 29 luglio 1953, abbia, di propria iniziativa, espresso un parere sul disegno di legge elettorale, non è giuridicamente rilevante..." Interrotto dalle sinistre, egli ha continuato dicendo: "... del resto, il parere del Consiglio della Valle d'Aosta rimane sempre un parere che non è vincolante per il Parlamento; vi è l'obbligo di sentire il Consiglio della Valle, ma non vi è anche l'obbligo di seguire e di accettare ciò che ne dice il Consiglio della Valle".
Questo vi dimostra, se pure ve ne fosse stato bisogno, come sia profondo, negli uomini della D.C., il disprezzo per l'istituto autonomistico e per gli eletti dal popolo valdostano al Consiglio regionale.
Oltre a Pieche e a Zotta, per sostenere la legge elettorale maggioritaria, è intervenuto anche un altro Senatore, famoso per il suo mutismo quando si tratta di difendere i diritti e gli interessi della Valle d'Aosta Autonoma.
Il discorso di questo Senatore è un capolavoro di inesattezze e di tendenziosità, è un discorso fazioso.
Afferma fra l'altro, questo Parlamentare, che i sindaci e gli elettori da lui interpellati si sono tutti pronunciati per il sistema maggioritario.
Egli afferma il falso, lo hanno dimostrato gli stessi sindaci ed elettori citati da questo Senatore, di cui il 60% hanno votato contro la d. c., contro il sistema maggioritario, imposto dalla d. c..
Dice ancora quel Senatore: "Abbiamo avuto relazioni di Sindaci!... Voi comprenderete meglio di me come stanno le cose: il Presidente della Giunta regionale è superiore, è il capo di tutti i sindaci, è lui che sorveglia. Se lui, come superiore, domanda ad un sindaco, - che può essere un povero contadino, un povero uomo del paese coinvolto in queste cose elettorali -, di dare la firma per un sistema piuttosto che per un altro, è naturale che egli non dice di no".
Ebbene, questo Senatore, che distribuisce patenti di ignoranza e di incapacità ai nostri sindaci, risponde al nome di Page.
È il Senatore che dovrebbe rappresentare la Valle d'Aosta al Senato della Repubblica Italiana.
I Valdostani possono arrossire di avere un simile rappresentante!
In questo indegno discorso del nostro Senatore vi sono anche delle grossolane falsificazioni dei fatti.
Ha detto Page: "Abbiamo risolto il problema dell'indigamento della Dora Baltea, problema che si agitava da secoli, ed abbiamo cosi reso produttivi 630 ettari di terra".
"Abbiamo poi un'altra grandiosa opera: il traforo del Monte Bianco, altro problema che si agitava da 165 anni".
Credo inutile precisare che il traforo del M. Bianco non è risolto oggi più di quanto lo fosse 165 anni fa, perché oggi, come allora, il traforo è sempre da iniziare.
Tanto è vero che, alla vigilia di queste elezioni regionali, la D. C. si è sentita in dovere di cambiare disco ed ha tirato fuori il traforo del...Gran San Bernardo su cui, però, non ha troppo insistito, ben sapendo di provocare i sorrisi ironici di quanti conoscono la storia dei nostri trafori.
L'indigamento della Dora è stato sì iniziato nella zona di Quart, dove si è costruito una diga lungo le due sponde ed un canale di scarico, ma poi tutto è stato piantato lì; i canali laterali di scolo sono ancora da fare e cosi tutti i lavori di bonifica e sui famosi 630 ettari che, secondo Page, sono stati resi produttivi, vi sono ancora le paludi, le cannette e le rane, esattamente come prima, e neanche un ettaro è stato reso produttivo.
Se nella zona di Quart qualche cosa si è cominciato a fare per l'indigamento, lungo il resto della Dora, e, particolarmente nella bassa Valle, le acque continuano ad asportare parte di quel poco terreno fertile di fondo Valle.
C'è da domandarsi se Page vive nella Valle d' Aosta o sul pianeta Marte!!!!
Leggetelo questo discorso del nostro Senatore, ne vale la pena!!!
Per nostra fortuna, però, al Parlamento ed al Senato italiani, oltre ai democristiani e relativi reggi-coda, vi sono anche gli autentici rappresentanti del popolo italiano, i rappresentanti della parte attiva e sana del popolo, i rappresentanti dei lavoratori che hanno rintuzzate le volgari offese ai valdostani, uscite dalla bocca dei vari Zotta, Pieche e Page.
Al gruppo parlamentare socialista e comunista vada la nostra riconoscenza per avere strenuamente sostenuto il diritto del popolo valdostano ad avere una legge elettorale democratica, proporzionale, anche se la loro azione è stata sopraffatta dalla palude clericale.
Vada il nostro ringraziamento al Sen. Lussu, al Sen. Negarville, all'On. Coggiola che hanno difeso il nostro Statuto regionale, che hanno messo tutto il loro impegno a tutelare i sacrosanti diritti della Valle d'Aosta.
A questi grandi amici della nostra "Petite Patrie" giunga il saluto cordiale e affettuoso del 60% degli elettori valdostani, della grande maggioranza dei valdostani.
Così, mentre nelle altre tre Regioni Autonome - Sicilia, Sardegna, Trentino-Alto Adige - gli elettori sono equamente rappresentati nel loro Consiglio regionale, nella Valle d'Aosta oltre un terzo dell'elettorato ne è stato escluso.
E si fanno le elezioni non già allo scadere dei 4 anni, come previsto dallo Statuto regionale (l'articolo 18 dice: Il Consiglio della Valle è eletto per 4 anni), ma bensì con un ritardo di 19 mesi.
Nell'aprile del 1949 sono avvenute le passate elezioni. Nell'aprile del 1953 dovevano avvenire nuovamente le elezioni. Vengono indette, invece, nel novembre del 1954.
E se non vi fosse stata la clamorosa rottura dell'ibrido connubio, celebrato nel 1949, con relative dimissioni e vergognose fughe che, indubbiamente, ha accelerato i tempi, chissà fino a quando sarebbe stata rinviata la consultazione elettorale.
A proposito di connubi, più o meno legittimi, stiano all'erta i nuovi reclutati, fra i quali si possono contare uomini stimati ed onesti.
Promesse, allettamenti e ricatti sono le armi che usano per arruolarvi al loro servizio, in qualità di alleati, quando si sentono deboli.
La mano gesuiticamente tesa, presto vi avvolge in un diabolico ed opprimente abbraccio.
Se poi tentate di svincolarvi da quelle soffocanti spire, per non lasciarvi divorare, se osate rivendicare una pur minima libertà o se ardite invocare un brivido di democrazia, venite sommersi da un cumulo di invettive, diventate degli scomunicati, dei venduti ai bolscevichi.
Attenzione a non fare la fine di coloro che hanno tentato l'esperimento prima di voi!!
Sono proprio incorreggibili questi democristiani, si credono predestinati da chissà quale provvidenza ad un perpetuo predominio e, per mantenerlo, ricorrono a tutte le sopraffazioni, comprese le leggi elettorali che rubano voti.
Attorno ai tavoli di questa aula dovrebbero oggi sedere, in base ai voti delle rispettive liste, 14 Consiglieri della Concentrazione democratica, 11 Consiglieri di sinistra e 10 Consiglieri dell'Union Valdôtaine.
Così si sono espressi e così volevano gli elettori. Ignorando la Costituzione della Repubblica Italiana, calpestando lo Statuto regionale, tenendo in nessun conto la volontà dei Consiglieri regionali e dei Sindaci della Valle, abbiamo invece oggi, al nostro piccolo Parlamento Valdostano, 25 Consiglieri che rappresentano 21.000 voti, cioè il 40% dell'elettorato, e 10 Consiglieri che rappresentano 31 mila voti, cioè il 60% dell'elettorato.
Ecco la democrazia di coloro che si spacciano per paladini della.... democrazia.
In voi, 25 Consiglieri, che siedete su questi banchi, riconosciamo i rappresentanti della minoranza degli elettori, il frutto degli intrighi e delle imposizioni di una legge elettorale truffa voluta ed imposta da quella corrente politica che attualmente spadroneggia in Italia e spadroneggia ancora in Valle, malgrado sia stata sconfessata dal 60% degli elettori che hanno votato contro la d.c., contro il Governo di Roma.
E così, anche la nostra Valle dovrà subirsi un piccolo governo totalitario con relativa macchina a votare.
Il compito che spetta ai Consiglieri di minoranza (minoranza in virtù degli intrighi sopra accennati) è certamente arduo; dovranno lottare contro la forza del numero, dell'assolutismo clericale, dell'intransigenza confessionale.
Noi, Consiglieri di minoranza, ci impegniamo a fare il nostro dovere, a farci portavoce dei lavoratori della Valle - lavoratori delle fabbriche, dei campi, del pensiero - a difenderne i diritti e gli interessi, come già abbiamo fatto nei 5 anni passati.
La nostra opposizione sarà costruttiva, nel senso che non transigeremo su tutte quelle forme di favoritismo e di parzialità elevate a sistema dai democristiani, ci opporremo con tutte le nostre forze a qualsiasi tentativo di svuotare il nostro Statuto regionale, a qualsiasi capitolazione nei confronti del Governo di Roma.
Vi ricorderemo, quando sarà necessario, ed incominciamo a ricordarvelo oggi, le vostre promesse elettorali, gli impegni pubblicamente assunti dai vostri esponenti, dall'Avvocato Bondaz a Fanfani, a tutti i vostri capi venuti appositamente da Roma per raddrizzare l'incerta sorte del vostro partito.
Avete promesso che lo Statuto speciale della nostra Regione sarà applicato e ciò conferma quanto da noi è stato sempre sostenuto, cioè che lo Statuto regionale, nei cinque anni passati, non l'avete applicato.
Diamo alle vostre promesse l'importanza che le vostre promesse meritano. Ne avete sempre fatte tante, mantenute nessuna o, per lo meno, poche.
La Zona Franca, il riparto fiscale, i beni demaniali, le acque, le leggi regionali, tutti questi punti previsti dallo Statuto regionale non dovranno più restare sulla carta, ma essere realizzati, tradursi in fatti.
I provvedimenti a favore dei contadini, dei lavoratori, della popolazione meno abbiente, che, per cinque anni, non ci siamo stancati di proporre e di sostenere e che voi avete sempre respinto o, per lo meno, non realizzato, ma che però avete elencato sul vostro programma elettorale, non crediate di metterli ancora a dormire, trincerandovi dietro il famoso motto napoletano: "Passata la festa, gabbato lo Santo".
Saremo implacabili nel denunciare alto e forte, in quest'aula e fuori, qualsiasi rinuncia, capitolazione o tradimento dei diritti della Valle e dei Valdostani.
La nostra critica però, anche se severa, sarà obiettiva.
Non vi negheremo il nostro appoggio se, lealmente e senza secondi fini, tutelerete gli interessi della Valle.
Anche in pochi, ma guidati da una fede incrollabile in un avvenire non di stabilità, di immobilismo, ma di maggiore prosperità e giustizia sociale, di progresso, MARCIAMO sulla via che porta all'emancipazione del popolo, verso quel Mondo Nuovo - il Mondo del Lavoro - per cui lottano i lavoratori della nostra Valle, i lavoratori d'Italia, i lavoratori di quella parte del mondo ancora oppressa dal capitalismo e da tutti i mali che da questo derivano; guidati da questa fede faremo del nostro meglio per non demeritare la fiducia in noi riposta da larghi strati della popolazione valdostana che si è pronunciata contro i favoritismi, contro l'ingiustizia, contro i privilegi di casta".
---
Il Consigliere NICCO Giulio fa la seguente dichiarazione:
"Signori Consiglieri,
La legge supertruffa da Voi impostaci, egregi avversari, è scattata a vostro favore, Ve ne diamo atto. La così detta Concentrazione democratica ha vinto, ma lasciate che vi si dica apertamente che tale vittoria è una vittoria di Pirro sul piano prettamente elettorale e una sconfitta sul piano dell'autonomia e per la D. C. come partito.
Sul piano elettorale avete vinto: 1°) per il sistema elettorale; 2°) perché la D. C. ha racimolato i voti di tutti i partitini e correnti anche dichiaratamente anti autonomisti, quali il partito liberale, il M.S.I. e parte dei socialdemocratici; 3°) per la massiccia propaganda del clero, del Governo, dei numerosi giornali a vostra disposizione, per il ricatto e la paura, per la continua denigrazione degli avversari, per l'anticomunismo di moda.
L'azione delle due liste autonomiste valdostane, che hanno mantenuto la lotta elettorale quasi esclusivamente sul piano elettorale, è stata cosi travolgente che ha costretto la D.C. ed i suoi satelliti a ricorrere a tutte le armi lecite ed illecite, a pressioni di ogni genere e tipo... comprese le pene dell'inferno.
Liberali, socialdemocratici, in buona parte antiautonomisti anche se annidati in seno alla D.C., hanno dovuto trangugiare per merito nostro e dell'Union Valdôtaine il rospo dell'autonomia ed accettare la lotta come è stata da noi voluta sul piano regionale.
Promettere... promettere...promettere...farsi avallare dal Governo e dalla D.C. al centro, minacciare...minacciare...minacciare il finimondo se avessimo vinto noi: questa è stata la vostra azione continua ed insistente nella campagna elettorale.
E noi, da buoni valdostani, un solo augurio: che il vostro programma, che altro non è che il nostro, programma che da oggi, permettetemi, non è più tale... ma è per voi e per noi diventato un sacrosanto obbligo ed un impegno preciso verso il corpo elettorale, possa essere attuato e portato a buon fine.
Quali le conseguenze per noi, quale la nostra linea di condotta? Logica e lineare. La nostra opposizione sarà costruttiva, ma implacabile qualora veniate meno agli obblighi che vi siete assunti, soprattutto a quelli relativi all'applicazione delle norme e facoltà fondamentali sancite dallo Statuto.
E fino a quando metterete ogni vostro impegno ad attuarli, ci troverete al vostro fianco, stretti collaboratori. Se invece cercherete di eluderli o minimizzarli, avrete in noi degli avversari decisi che nulla lasceranno di intentato perché essi vengano mantenuti.
Non dimenticatevi che in quest'aula abbiamo davanti a noi le effigi del nostro Martire, Not. Emilio Chanoux, e del Prof. Deffeyes, tenace ed intransigente autonomista. Che il loro Spirito, che qui aleggia, vi sia sempre presente e non vi lasci deviare dalla retta via.
Prendiamo atto che avete fatto vostro integralmente il nostro programma e questo, non dimenticatelo, è una nostra vittoria.
Tutti i valdostani, a qualunque partito o corrente appartengano, possono contare su di noi: mettiamo una pietra sul passato.
All'opera dunque tutti, per il bene della nostra Valle, per il bene dei nostri montanari, contadini ed operai, per il bene dei Valdostani tutti.
Evviva la Valle d'Aosta Autonoma! Evviva l'Italia!".
---
Il CONSIGLIO prende atto.
______