Objet du Conseil n. 31 du 11 mars 1948 - Verbale
OGGETTO N. 31/48 - ATTUAZIONE DELLA ZONA FRANCA IN VALLE D'AOSTA.
Su invito del Presidente Avv. Caveri l'Assessore Geom. Pareyson riferisce al Consiglio in merito all'attuazione della zona franca in Valle d'Aosta e dà lettura della seguente relazione, già inviata in copia ai Signori Consiglieri unitamente all'ordine del giorno dell'adunanza odierna:
L'art. 14 dello Statuto Speciale per la Valle d'Aosta, approvato il 30 gennaio u.sc. dalla Assemblea Costituente, stabilisce che il territorio della Valle d'Aosta è Zona Franca. Il Testo dell'articolo è il seguente:
""IL TERRITORIO DELLA VALLE D'AOSTA E' POSTO FUORI DELLA LINEA DOGANALE E COSTIUISCE ZONA FRANCA.
LE MODALITA' DI ATTUAZIONE DELLA ZONA FRANCA CONCESSA ALLA REGIONE SARANNO CONCORDATE CON LA REGIONE E STABILITE CON LEGGE DELLO STATO"".
Carattere e consistenza della zona Franca concessa alla Valle in virtù del precedente articolo. Mentre il D.L.L. del 7 settembre 1945, n. 546, art. 4, conteneva, com'è noto, esplicite limitazioni al beneficio della Zona Franca, o precisamente escludeva da esso la franchigia dalle imposte di fabbricazione e di consumo, nonché dai diritti di monopolio, l'art. 14 dello Statuto speciale per la Valle d'Aosta - che abroga implicitamente il citato decreto n. 546 - non fa alcuna riserva né stabilisce alcun limite alla Zona Franca concessa. Nella Zona Franca, costituita com'è da un territorio chiuso e fuori dalla linea doganale - le merci di qualsiasi origine e provenienza sono considerate estere a tutti gli effetti e per ciò stesso non possono venir gravate di alcuno dei diritti di confine, che solo dovranno assolvere al momento del loro eventuale passaggio nel territorio doganale dello Stato.
A tenore dell'art. 7 della vigente legge doganale 25 settembre 1940, n. 1424, i diritti di confine sono i seguenti:
- i dazi d'importazione e d'esportazione e, per quanto riguarda le merci in importazione, i diritti di monopolio, le sovrimposte di fabbricazione e di consumo, ed ogni altra imposta e sovrimposta di consumo a favore dello Stato. Vi si comprendono il diritto erariale e ogni addizionale all'imposta di fabbricazione.
A questo punto è opportuno confrontare il già citato articolo 14 istitutivo della Zona Franca nella Valle d'Aosta coi decreti e leggi in virtù dei quali furono istituite, a loro tempo, le zone franche di Livigno, di Zara e di Fiume. Ciò per dissipare ogni dubbio sul carattere integrale della nostra Zona Franca.
Zone Franche di Livigno e di Zara - Nelle leggi e decreti istitutivi di queste Zone Franche è stata specificata la franchigia dai diritti di monopolio. Tale specificazione - che non troviamo all'art. 14 per la Zona Franca della Valle d'Aosta - era necessaria poiché allora, cioè anteriormente al 1940, i diritti di monopolio non erano compresi tra i diritti di confine, come lo sono oggi a tenore dell'art. 7 della legge doganale del 1940 più sopra citata.
Zona Franca di Fiume e del Carnaro - Nel decreto istitutivo di questa Zona Franca sono precisate invece le esclusioni dalla franchigia riguardanti i diritti di confine e doganali. (I diritti doganali sono quelli che, in virtù di una legge speciale, vengono riscossi dalle Dogane insieme ai diritti di confine: tassa di sbarco e imbarco, tassa portuale, diritto di licenza, imposta entrata, tassa sanitaria, ecc.).
Ciò premesso, poiché nell'art. 14 dello Statuto Speciale che costituisce in Zona Franca il territorio della Valle, non sono formulate esclusioni di sorta, è pacifico che il beneficio della franchigia dai diritti di confine per le merci destinate alla Zona Franca stessa, è completo e totale.
Le modalità di attuazione di cui al secondo comma dell'art. 14 non possono intaccare l'integrità del primo comma dello stesso articolo e riguardano il movimento delle merci, la eventuale conservazione della loro nazionalità con la istituzione di appositi "magazzini vigilati", l'istituto della temporanea importazione ed esportazione, la opzione al regime nazionale delle fabbriche, la restituzione dei diritti o l'abbuono delle imposte per determinate merci nazionali destinate alla Zona Franca, l'introduzione in franchigia nel territorio doganale delle merci di produzione locale, ecc.
Tali modalità di attuazione della nostra Zona Franca dovranno essere concordate tra Regione e Governo.
Condizione essenziale per il funzionamento della Zona Franca è la divisione del suo territorio da quello doganale mediante la costituzione di una barriera. Per la Valle d'Aosta tale barriera dovrà sorgere a Pont St. Martin, ed avrà le stesse funzioni di quelle esistenti ai valichi del Piccolo e del Gran S. Bernarndo, eccettuati i controlli sui passaporti e sulla valuta.
Non mancano coloro che sono convinti che la costituzione di una barriera doganale rappresenti una somma tale di inconvenienti, sia per il traffico normale dei valdostani col territorio doganale, sia per il movimento turistico, sia ancora per il libero funzionamento delle industrie, da rendere preferibile ad una zona Franca integrale l'assegnazione pura e semplice di contingenti di prodotti in relazione al fabbisogno della Valle, con la conseguente eliminazione della barriera doganale.
Riteniamo pertanto opportuno compiere, a continuazione, una disamina obiettiva - basata su dati concreti e precisi nonché su considerazioni pratiche - dei vantaggi e degli inconvenienti propri a ciascuna delle due soluzione che si prospettano per la soluzione del problema della nostra Zona Franca.
Regime di contingentamento
Il criterio del contingentamento era già stato accettato mentre era in vigore il Decreto L.L. del settembre 1945, in quanto esso rappresentava l'unico mezzo per poter godere della franchigia dai diritti di fabbricazione e di consumo su determinati prodotti di uso popolare, franchigia che era stata esplicitamente esclusa nel citato decreto.
Il vantaggio economico che ne derivava alla Valle era stato valutato a circa 500 milioni di Lire ai quali si potevano forse aggiungere altri 75 milioni per la esenzione dal dazio doganale su alcuni prodotti per i quali il governo pareva disposto a concedere tale franchigia, alla condizione ben inteso, che la Valle rinunziasse alla chiusura della Zona Franca.
Altro vantaggio del regime di contingentamento era costituito dalla assenza della linea doganale e pertanto dalla assoluta libertà di passaggio tra la Valle d'Aosta ed il territorio dello Stato.
Quali sono gli inconvenienti del regime di contingentamento?
Essi si possono riassumere:
1°) Nella difficoltà di concordare col Governo i quantitativi dei generi stimati necessari alla Valle. I contingenti fissati per il 1948 erano, per alcuni prodotti, insufficienti ai bisogni nostri.
2°) Nella necessità di creare un organismo complesso per il finanziamento, l'acquisto e la distribuzione dei generi e sulla stabilità del quale pesano ancora molti dubbi ed incertezze. Comunque esso si prevede di funzionamento laborioso e complicato. Risulta persino, d'altronde, che sulla sua pratica attuazione non regna indentità di vedute fra coloro che dovrebbero farne parte.
3°) Nella necessità del tesseramento, con tutti gli inconvenienti d'ordine pratico ad esso inerenti.
Zona Franca integrale
In questo regime la Valle potrà importare, senza vincoli di contingentamenti preventivi, tutte le merci che le sono necessarie, in esenzione del dazio doganale, dei diritti di monopolio, delle sovrimposte di fabbricazione e di ogni altra imposta e sovrimposta di consumo a favore dello stato.
Siamo in grado di fare, ad un dipresso, una valutazione in cifre del vantaggio che dalle franchigie suddette potrà derivare alla Valle:
1°) per lo zucchero, il caffè, il cacao, l'alcool, la birra, i carburanti, ci siamo basati, per valutare il loro consumo, sui noti contingenti concordati col Governo aumentati del 30%. Il beneficio complessivo su detti generi raggiunge l'importo di Lire 680 milioni.
2°) per i tabacchi ci siamo basati sul consumo prevedibile per l'esercizio finanziario luglio 1947 - giugno 1948.
Il loro gettito lordo può essere valutato a circa 350 milioni. Calcolato al 75% l'utile netto da parte dello Stato, si avrebbe un incasso di circa Lire 280 milioni, cifra che in regine libero di zona franca potrebbe anche, a parere dei tecnici, elevarsi a circa il doppio, ossia a 560 milioni.
3°) l'importo della tassa di produzione sull'energia elettrica consumata nella Valle assomma a lire 5 milioni circa.
Per tutti gli altri generi si può fare un calcolo sommario di ulteriori 225 milioni di Lire.
Per cui il totale dei benefici economici diretti della Zona Franca integrale ascenderebbe a un miliardo e mezzo circa, in confronto ai soli 600 milioni di lire circa, ottenibili in regime di contingentamento.
Oltre ai benefici economici diretti a cui abbiamo accennato, vanno prospettati molti altri vantaggi derivanti dal regime della Zona Franca integrale.
La diminuzione del costo della vita, oltre a migliorare sensibilmente le condizioni dei nostri montanari, costituirà una potente attrattiva per i turisti, i quali saranno indotti a prolungare la loro permanenza tra noi. A questo proposito pensiamo che l'esenzione dei diritti di monopolio sarà da sola la più potente "reclame" per la nostra Valle. Toccherà all'Ufficio Turismo valorizzare al massimo grado tale mezzo di propaganda istituendo fra l'altro, per esempio, un tipo di sigaretta di lusso con speciale confezione e denominazione locale, nonché con altre iniziative del genere.
La costituzione della Zona Franca integrale non potrà non attirare varie iniziative benefiche per la nostra Valle e delle quali abbiamo sommo bisogno: costruzione di alberghi, istituzione di nuovi mezzi di comunicazione, fabbriche di prodotti alimentari e così via.
Per godere di tutti questi vantaggi la Valle dovrà però sottostare agli inconvenienti della barriera doganale.
Vogliamo sperare che le formalità alle quali Valdostani e turisti dovranno sottoporsi all'uscita dalla Valle saranno compensate dei reali vantaggi che la Zona Franca offrirà a coloro che vi permangono o che vi transitano.
L'Assessore Geom. Pareyson, ultimata la lettura della relazione, informa il Consiglio che la ditta Papastratos, ha inoltrato richiesta in data 23 febbraio 1948 tendente ad ottenere l'autorizzazione per la costruzione in Valle d'Aosta di uno stabilimento per la confezione di sigarette e per la lavorazione di tabacchi. Rileva che la richiesta della Ditta Papastratos, la prima del genere pervenuta a tutt'oggi, dimostra che l'attuazione integrale della Zona Franca potrà apportare alla Valle d'Aosta vantaggi e possibilità che ancora non possono esser attualmente valutati. Aggiunge che occorre ora stabilire se si debbano continuare le trattative per l'adozione del sistema del contingentamento o se si debba, invece, adottare il sistema della zona franca integrale, con la conseguente istituzione della barriera doganale a Pont St. Martin. Su richiesta del Consigliere Sig. Chabloz relativa al tempo occorrente per la attuazione della zona franca, l'Assessore Geom. Pareyson riferisce che, mercoledì 3 marzo, è stata effettuata una visita sopralluogo a Pont St. Martin da una Commissione incaricata di fare proposte circa le opere da costruirsi in previsione della istituzione della barriera doganale. Precisa che la Commissione ha constatato la necessità della costruzione di un edificio ad uso uffici doganali, di un fabbricato da adibirsi ad abitazione del personale ammogliato e di una caserma per le sessanta guardie di finanza da destinarsi al servizio di controllo; aggiunge che la Commissione ha, inoltre, rilevato la necessità dell'ampliamento della stazione ferroviaria di Pont St. Martin e dello sbarramento doganale del fondo valle con rete metallica. L'ammontare delle spese preventivate per la esecuzione di tali opere è di circa Lire ottanta milioni. L'Assessore Geom. Pareyson informa che il Genio civile sta attualmente studiando i progetti dei fabbricati e ritiene opportuno che, per accelerare i tempi, l'Amministrazione della Valle anticipi le spese per l'esecuzione delle opere stesse, salvo rimborso da parte dello Stato.
Il Consigliere Geom. Bionaz chiede all'Assessore Geom. Pareyson se, attuando la zona franca integrale, la Valle d'Aosta potrà fare acquisti all'estero e se l'Amministrazione della Valle avrà la facoltà di applicare diritti di dogana su determinate merci, la cui libera importazione potrebbe pregiudicare la produzione locale di taluni prodotti; cita, ad esempio, che l'importazione dello zucchero ad un prezzo molto inferiore all'attuale potrà pregiudicare la produzione del miele in Valle d'Aosta, produzione che costituisce una piccola industria locale. Aggiunge di aver fatto solo un esempio e ritiene che, con l'applicazione della zona franca integrale, potranno verificarsi parecchi altri casi simili per altre produzioni locali; fa presente che si rende perfettamente conto che l'interesse di determinate categorie deve essere posposto all'interesse generale, ma ritiene, tuttavia, che in determinati casi si possano esaminare le soluzioni atte a non pregiudicare le produzioni locali, quale quella del miele.
L'Assessore Geom. Pareyson ritiene che l'Amministrazione della Valle potrà applicare tributi e sopratasse su alcuni generi di importazione.
L'Assessore Ing. Fresia osserva che a Fiume fu, a suo tempo, applicata una soprattassa sullo zucchero e sulla benzina. Il Consigliere Geom. Vesan esprime parere favorevole all'applicazione da parte dell'Amministrazione della Valle di sopratasse su alcuni generi, il che dovrebbe però essere praticato con criteri prudenziali, e concorda sulla necessità che siano tutelate le produzioni locali.
Il Presidente Avv. Caveri rileva che qualora si procedesse all'applicazione di sopratasse sui generi di importazione con criteri non prudenziali si avrebbero, con l'applicazione della zona franca integrale, gli inconvenienti derivanti dall'istituzione della linea doganale senza i corrispondenti sensibili sperati vantaggi; aggiunge che occorrerà un lungo periodo di esperienza pratica per conoscere i vantaggi e gli svantaggi derivanti dalla barriera doganale.
Il Consigliere Sig. Manganoni riferisce che nella zona franca di Fiume la farina di importazione veniva venduta a 75-80 centesimi al chilo e cioè ad un prezzo molto inferiore al costo della produzione locale del grano, per cui gli agricoltori non avevano più interesse a coltivare il grano. L'Assessore Geom. Pareyson rileva, a sua volta , che il prezzo del vino prodotto in Valle d'Aosta è molto più elevato del prezzo del vino importato in Valle dall'Astigiano e che, nonostante ciò, la coltivazione della vite non è cessata.
Il Presidente Avv. Caveri dichiara che l'attuazione della zona franca totale porterà delle sensibili ripercussioni e conseguenze nell'economia locale.
Il Consigliere Geom. Bionaz osserva che il Consiglio della Valle si era dichiarato, in un primo tempo, favorevole al sistema del contingentamento, che comportava dei vantaggi immediati ma ritiene che, essendo stata concessa la zona franca totale alla Regione Valle d'Aosta, sia meglio scartare il sistema del contingentamento e provvedere subito all'attuazione pratica della zona franca totale.
Il Consigliere Sig. Manganoni chiede se non sia consigliabile l'adozione, in via provvisoria, del sistema del contingentamento, in attesa che sia perfezionata la pratica per l'attuazione della zona franca totale.
Il Presidente Avv. Caveri osserva che l'adozione del sistema del contingentamento, sia pure in via transitoria, comporterebbe l'istituzione di nuovi uffici con gran numero di impiegati e il ritorno del tesseramento integrale per molti generi, con conseguenti difficoltà e inconvenienti vari.
L'Assessore Ing. Fresia rileva che la barriera doganale intralcerebbe lo sviluppo dell'industria in quanto verrebbero controllate tutte le merci sia di importazione che di esportazione. Il Consigliere Sig. Manganoni riferisce che nella Zona Franca di Fiume le industrie esistenti erano le fabbriche per la produzione dei siluri e gli stabilimenti per la raffineria del petrolio e della benzina; ritiene che il controllo doganale delle merci di importazione e di esportazione non comporti notevole intralcio per le industrie. L'Assessore Ing. fresia rileva che il controllo doganale potrebbe avere ripercussioni dal lato fiscale, per cui ritiene preferibile il sistema del contingentamento.
Il Presidente Avv. Caveri rileva che in tal modo si dovrebbe tornare in via permanente al sistema del contingentamento e del tesseramento come al tempo della guerra, tesseramento che sarebbe esteso a molti generi con macchinosa burocrazia. Aggiunge che, a suo parere, non esiste alcun rapporto fra il controllo doganale da effettuarsi a Pont St. Martin e la questione fiscale, e ritiene, quindi, infondato il timore a tale proposito espresso dall'Assessore Ing. Fresia.
Il Consigliere Geom. Bionaz riferisce di aver partecipato ad alcune riunioni, allorché si trattava di discutere l'opportunità di applicare il sistema del contingentamento, e di aver rilevato che l'applicazione del contingentamento non è semplice né facile come potrebbe apparire a prima vista; occorrerebbe, infatti, regolamentare e disciplinare la distribuzione di molti generi, istituire uffici appositi, assumere molti impiegati, salvo licenziarli dopo appena un anno, in sede di applicazione del sistema di zona franca integrale. L'Assessore Geom. Pareyson riferisce che ebbero luogo varie riunioni per lo studio e la regolamentazione del servizio per l'applicazione eventuale del contingentamento, ma che nulla fu concluso. Il Presidente Avv. Caveri osserva che, evidentemente, la barriera doganale comporterà degli svantaggi, ma ritiene che il controllo sia minimo, in quanto non vi sarà il controllo dei passaporti né il controllo della valuta. Il Consigliere Avv. Chanu rileva che l'applicazione della zona franca integrale dovrebbe trasformare l'economia rurale della Regione in economia industriale e turistica. Il Consigliere Ing. Binel rileva che già la costruzione della ferrovia nel 1886 aveva portato ripercussioni sensibili dal lato agricolo della bassa Valle.
Il Presidente Avv. Caveri riconosce che effettivamente la costruzione della ferrovia ha prodotto ripercussioni nell'economia locale. L'Assessore Geom. Nicco osserva che, ad eccezione dell'Unione degli Industriali, tutte le Associazioni della Valle e cioè le associazioni dei commercianti, degli artigiani, degli agricoltori, dei cooperativisti, compresa la Camera del Lavoro, nelle riunioni presiedute dall'Assessore Geom. Pareyson, hanno dichiarato che preferivano la zona franca integrale al sistema del contingentamento. Il Consigliere Geom. Vesan rileva che, al punto in cui stanno le cose, sarebbe opportuno accelerare i tempi per la costruzione degli immobili a Pont St. Martin. Il Consigliere Geom. Bionaz rileva che l'attuazione della zona franca totale porterà un notevole incremento al turismo ed all'industria. Il Presidente Avv. Caveri, ribadendo quanto detto in precedenza, afferma che per l'attuazione del sistema del contingentamento occorrerebbe intavolare lunghe trattative con i singoli Ministeri, sia per quanto concerne i generi da importare, che per i quantitativi annui di tali generi, salvo poi accettare quanto i rispettivi Ministeri stabiliscono di concedere; aggiunge che il sistema del contingentamento comporterebbe una burocrazia macchinosa e il tesseramento di tutti i generi, il che tornerebbe poco gradito alla popolazione. Rileva che la Zona franca integrale è l'unica richiesta che, in sede di approvazione dello Statuto, sia stata accettata e riconosciuta integralmente, senza difficoltà e discussioni ed esprime, pertanto, parere che sia opportuno richiedere allo Stato l'attuazione integrale ed immediata della zona franca in base all'articolo 14 dello Statuto.
Il Consigliere Geom. Bionaz osserva che prima dell'approvazione dello Statuto esisteva il timore che a causa dell'eventuale contrabbando, la zona franca potesse essere revocata dopo i tre anni di prova e che tale preoccupazione più non sussiste ora in quanto la zona franca è stata concessa integralmente e senza limite di tempo.
Il Consigliere Col. Ferrein ritiene che, in attesa della costruzione degli immobili da adibirsi ad uso caserma, alloggi ed uffici a Pont St. Martin, si possa provvisoriamente provvedere con baraccamenti in legno allo scopo di attuare subito la zona franca.
L'Assessore Geom. Pareyson rileva che la costruzione di baraccamenti provvisori comporterebbe una spesa troppo elevata non giustificabile per un limitato limite di tempo.
Il Presidente Avv. Caveri dichiara che i vantaggi di cui beneficerebbe la popolazione con l'attuazione immediata della zona franca sarebbero di gran lunga superiori alle spese per la costruzione dei baraccamenti; aggiunge che il Consiglio deve pronunciarsi ora sulla scelta del sistema del contingentamento o del sistema della zona franca integrale e chiede che il Consiglio, per la attuazione urgente del sistema della zona franca, dia mandato alla Giunta di interessarsi per sollecitare la costruzione degli immobili a Pont St. Martin.
Il Consigliere Geom. Vesan, ribadendo quanto proposto dal Consigliere Col. Ferrein, consiglia di interpellare Ditte ed imprese appaltatrici di lavori in Valle, allo scopo di invitarle a mettere a disposizione e in affitto alla Valle baraccamenti in legno da adibirsi ad uso ufficio ed alloggi, in attesa che siano costruiti gli immobili.
L'Assessore Geom. Pareyson fa presente che soltanto l'Impresa Sogno dispone di baracche, le quali, però, sono inservibili perché in pessimo stato.
Il Consigliere Geom. Vesan propone che il Consiglio dia mandato alla Giunta di esaminare la questione e di sollecitare la costruzione degli stabili a Pont Saint Martin, da parte e a spese dello Stato.
IL CONSIGLIO
ritenuta la convenienza del sistema della zona franca totale;
ad unanimità di voti;
Delibera
1°) di chiedere la sollecita applicazione della zona franca totale per la Valle d'Aosta, come previsto dall'articolo 14 dello Statuto speciale della Regione.
2°) di dare mandato alla Giunta di esaminare il problema relativo alla costruzione in Pont St. Martin degli stabili occorrenti per l'istituzione della barriera doganale e di sollecitare l'esecuzione, a cura e a spese dello Stato, dei lavori di costruzione degli stabili di cui si tratta.
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