Objet du Conseil n. 30 du 11 mars 1948 - Verbale
OGGETTO N. 30/48 - ABROGAZIONE DEL DECRETO PRESIDENZIALE IN DATA 20 APRILE 1947, N. 466 RECANTE NORME PER DIVIETI DI ASSUNZIONE E DI PERMANENZA AL LAVORO DI DETERMINATE CATEGORIE DI LAVORATORI.
Si fa menzione che, durante la discussione del presente oggetto, interviene all'adunanza il Consigliere Avv. Carlo Torrione. Si fa pure menzione che lascia l'adunanza il Consigliere Not. Thiébat Giuseppe.
---
L'Assessore Geom. Pareyson richiama le deliberazioni consiliari in data 13 marzo 1947 e 3 aprile 1947, con le quali il Consiglio della Valle, ritenuta la necessità dell'adozione di provvedimenti tendenti ad alleviare la disoccupazione in Valle, aveva approvato l'emanazione di un decreto presidenziale con il quale, fra l'altro, in merito al problema dei doppioni dei coniugi, si sancisse il divieto di assumere o di mantenere in servizio due coniugi allorché il coniuge più remunerato percepisse uno stipendio o salario minimo (comprensivo di assegni e di indennità accessorie principali) di lire venti mila mensili, elevabili di nette lire tremila per ogni persona a carico. Riferisce che, in esecuzione di tali deliberazioni consiliari, il Presidente del Consiglio in data 20 aprile 1947, emetteva il decreto n. 466.
L'Assessore Geom. Pareyson dà lettura dell'articolo 1° del succitato decreto e fa presente che non sono state aggiornate le misure degli assegni minimi; informa che, ultimamente, la Società Cogne, per ottemperare alle disposizioni vigenti che fanno obbligo alle amministrazioni pubbliche e alle società ed imprese private di procedere all'assunzione di reduci, combattenti, ecc. secondo una data percentuale, si è richiamata al citato decreto presidenziale in data 20 aprile 1947 ed ha proceduto al licenziamento di personale femminile che costituiva doppione coniugato e licenziabile. Comunica che il personale licenziato ha protestato e ha inoltrato all'Assessore all'Industria e al Commercio un esposto, con il quale si richiede, in linea principale, l'abolizione del citato decreto presidenziale e, in via subordinata, l'adeguamento del limite base stabilito per il licenziamento dei doppioni, limite che viene proposto nella misura di Lire 33.000 mensili, elevabili di un quid mensile per ogni persona a carico. Invita, quindi, il Consiglio ad esaminare l'opportunità di procedere all'abrogazione del decreto e, in caso negativo, di procedere all'adeguamento del limite minino base del salario mensile agli effetti del licenziamento dei doppioni, limite che propone di fissare in Lire 35.000 mensili, elevabili di Lire 6.000 nette mensili per ogni persona a carico.
Prende la parola il Consigliere Sig. Savioz il quale, anzitutto rileva di aver avuto incarico dal suo gruppo di patrocinare l'abolizione del decreto sui doppioni in quanto, essendo stato chiamato soltanto ultimamente a far parte del Consiglio della Valle, nelle adunanze del 13 marzo e del 3 aprile 1947 non ha potuto personalmente prendere posizione pro, né contro, il citato decreto presidenziale. Rileva che, pur non intendendo entrare nei dettagli circa la validità o meno del decreto in questione, ritiene personalmente che tale decreto non possa essere ritenuto giuridicamente valido; esaminando, quindi, gli effetti prodotti dall'applicazione del decreto rileva che le conseguenze sono poco lusinghiere. Infatti il citato decreto non prevede - né potrebbe provvedere - il licenziamento del personale di ruolo appartenente ai ruoli statali e degli enti parastatali, per cui, in definitiva, è applicabile solo nei confronti del personale non di ruolo nonché nei confronti del personale dipendente dalle imprese e società e, più particolarmente della Società Cogne, la quale, in seguito all'applicazione del decreto, ha proceduto al licenziamento di una cinquantina di persone, sollevando le proteste di madri e di ragazze appartenenti a famiglie bisognose. Aggiunge che, allo stato attuale delle cose, una sola soluzione si presenta: l'abolizione del decreto in data 20 aprile 1947 e la conseguente riassunzione in servizio, da parte della Società Cogne, di tutti coloro che sono stati licenziati in seguito all'applicazione del succitato decreto.
Il Consigliere Col. Ferrein dichiara di essersi, a suo tempo, dichiarato contrario all'emanazione del decreto succitato in quanto riconosceva che non poteva trovare integrale applicazione da parte degli enti pubblici e precisa che conferma tuttora il suo punto di vista.
Il Consigliere Geom. Vesan rileva che la proposta di emanazione del decreto citato è stata fatta, a suo tempo, dal Consigliere Sig. Manganoni per cui lo prega di voler esprimere ora il suo parere in merito alla proposta di abolizione del decreto.
Il Consigliere Signor Manganoni dichiara di non essere stato il promotore del citato decreto e di non aver nulla da obiettare in merito alla proposta di abolizione.
Il Presidente Avv. Caveri rileva che le deliberazioni consiliari in data 13 marzo e 3 aprile 1947 sono state adottate all'unanimità senza voto contrario da parte di alcun Consigliere; constata che oggi, invece, alcuni Consiglieri cercano di scagionarsi della responsabilità che si sono allora assunta, addossandola in tal modo indirettamente al Presidente del Consiglio della Valle; il Presidente ribadisce che il citato decreto è stato emesso in esecuzione di decisione conforme ed unanime del Consiglio della Valle. Dichiara che procederà immediatamente all'abrogazione del decreto qualora il Consiglio, nell'adunanza odierna, si pronunci in senso favorevole alla sua abrogazione; rileva che le deliberazioni consiliari del 13 marzo e del 3 aprile 1947 furono adottate in seguito alle reiterate richieste dei rappresentanti dei partigiani, dei reduci e dei disoccupati, al fine di ottenere il licenziamento dei doppioni; constata, con rammarico che oggi, essendo presenti nella sala dell'adunanza parecchie donne licenziate, dalla Società Cogne, taluni Consiglieri non abbiano più il coraggio di assumersi la loro responsabilità; dichiara che tale comportamento, costituisce una forma di vigliaccheria.
Il Consigliere Sig. Savioz osserva che il decreto in questione, all'atto dell'applicazione è stato commentato sfavorevolmente non soltanto in seno al Consiglio ma anche fuori del Consiglio ed insiste per l'abrogazione del decreto, data l'impossibilità di far procedere alla sua integrale applicazione nei confronti di tutte le categorie e di tutti gli enti e imprese. Prega la Presidenza di non richiamarsi alle deliberazioni consiliari adottate in merito nello scorso anno, in quanto ciò provocherebbe discussioni incresciose tra i vari Consiglieri.
Il Presidente Avv. Caveri appellandosi ai Signori Consiglieri, dichiara che i membri del Consiglio della Valle hanno sempre dimostrato, nelle discussioni, di possedere maturità e che non corrisponde quindi al vero, come già fatto notare dal Consigliere Avv. Torrione, che in seno al Consiglio si facciano discussioni basate su questioni personali.
Il Consigliere Geom Bionaz rileva che, nella deliberazione consiliare 13 marzo 1947 il limite base del salario era stato fissato in Lire 40.000 mensili, e che, in un secondo tempo, e precisamente nell'adunanza del 3 aprile 1947, tale limite è stato ridotto a Lire 20.000.
Il Presidente Avv. Caveri ribadisce nuovamente che, nello scorso anno, sia la Camera del Lavoro, sia l'Ufficio Provinciale del Lavoro che i rappresentanti dei partigiani reduci ecc. erano favorevoli all'emanazione del decreto di cui oggi si chiede l'abrogazione.
Il Consigliere Sig. Manganoni premette anzitutto di concordare con il Consigliere Sig. Savioz sulla non opportunità che siano rivedute le deliberazioni consiliari, concernenti i doppioni, adottate nello scorso anno. Precisa quindi che se è vero che i partigiani, in un primo tempo, hanno chiesto l'emanazione del decreto suo doppioni, in un secondo tempo, in considerazione del fatto che il decreto non poteva trovare integrale applicazione in tutte le categorie, (personale di ruolo statale e parastatale, ecc.) dichiarano che essi non chiedevano più il licenziamento dei doppioni ma semplicemente l'assunzione al lavoro dei reduci e dei partigiani. Rileva che il decreto suo doppioni è stato applicato soltanto dalla Società Cogne e solo nei confronti del personale di grado inferiore, tanto è vero che in alcuni uffici risultano tuttora in servizio: ufficiali pensionati di grado elevato, impiegati la cui moglie gestisce un negozio, oppure che lavora fuori Valle, e le suore dell'Istituto Materno ed Infantile, le quali dovrebbero essere sostituite da personale laico; in merito al rilievo fatto da un Consigliere della Valle, circa l'opportunità e la convenienza di mantenere in servizio personale religioso in alcuni posti del predetto Istituto ospedaliero, osserva che il personale laico è meritevole di fiducia quanto le suore. Rileva che se è vero che gli stipendi e i salari percepiti dai dipendenti della Società Cogne sono superiori a quelli percepiti dal personale di altri Enti, Società o Ditte, è anche assai probabile che tali assegni subiscano una diminuzione fra qualche mese, per le diminuite richieste di acciaio nazionale in seguito all'importazione di acciai dall'America. Aggiunge ancora che molte madri si trovano nella necessità di lavorare per poter far fronte alle spese occorrenti per far proseguire negli studi i loro figli e accenna ad altri consimili casi di necessità famigliari. Infine, esprime parere che il Consiglio della Valle debba pronunciarsi favorevolmente in merito all'abrogazione del citato decreto.
Il Presidente, Avv. Caveri, dichiara che la ulteriore discussione sulla proposta di abrogazione del decreto sui doppioni è forse superflua, in quanto, nell'adunanza odierna, nessun Consigliere ha espresso parere contrario a riguardo; richiama, quindi, l'attenzione dei Signori Consiglieri sulle deliberazioni consiliari del 13 marzo e del 3 aprile 1947 per porre in luce la verità dei fatti. Rammenta che, prima che il Consiglio della Valle deliberasse l'emanazione del decreto sui doppioni, vi furono in Aosta molte riunioni tempestose alle quali intervennero i rappresentanti della Camera del Lavoro, dell'Ufficio provinciale del Lavoro e della Commissione interna della Società Cogne, e furono esaminate due soluzioni: l'applicazione delle quaranta ore settimanali o il licenziamento dei doppioni. Fu stabilito il principio che, di una stessa famiglia, non più di tre componenti potessero essere mantenuti al lavoro, e che si dovesse procedere all'eliminazione dei doppioni compresi i doppioni dei coniugi. Fatta tale premessa, il Presidente Avv. Caveri dà lettura di parte del provvedimento deliberativo consiliare n. 60 in data 13 marzo 1947 da cui risulta che:
1) all'unanimità, si esprimeva parere favorevole al licenziamento di due o più membri delle convivenze in cui cinque o più membri lavorassero e al licenziamento di un membro delle convivenze in cui quattro membri lavorassero.
2) all'unanimità, si esprimeva parere favorevole al licenziamento dei doppioni dei coniugi e si stabiliva la misura dello stipendio o salario mensile minimo (comprensivo di assegni e di indennità accessorie principali), per il coniuge più remunerato, in lire quaranta mila, elevabile di lire sei mila per ogni persona a carico.
3) a maggioranza di voti, si stabiliva il principio che il datore di lavoro avesse diritto di trattenere gli elementi insostituibili e la cui indispensabilità fosse stata vagliata ed accertata da apposita Commissione.
4) all'unanimità, si delegava al Presidente di emanare un decreto in cui fossero sancite le disposizioni di cui sopra.
Il Presidente Avv. Caveri rammenta che, dopo l'adozione della succitata deliberazione, avendo la Camera del Lavoro, l'Ufficio regionale del Lavoro e i rappresentati dei disoccupati, fatto notare che il limite minimo di lire quaranta mila mensili era troppo elevato e che un decreto che sancisse tale limite sarebbe stato praticamente applicabile a pochissimi casi, il Consiglio della Valle, nella riunione delli 3 aprile 1947, a parziale modifica della deliberazione n. 60 delli 13 marzo 1947, deliberava, all'unanimità, di ridurre lo stipendio o salario minimo mensile (comprensivo degli assegni e delle indennità accessorie principali), per il coniuge più remunerato, dal limite base di lire quaranta mila a lire nette ventimila mensili, elevabili di nette lire tremila per ogni persona a carico. Rammenta che, in esecuzione delle due deliberazioni succitate, veniva emesso in data 20 aprile 1947 il decreto presidenziale di cui si tratta.
Il Consigliere Avv. Torrione fa presente che, poiché le deliberazioni consiliari summenzionate furono adottate su richiesta di quegli stessi Consiglieri che oggi chiedono l'abrogazione del citato decreto, non resta che chiudere la discussione e procedere alla votazione sulla proposta di abrogazione del decreto.
Il Presidente Avv. Caveri osserva di avere semplicemente voluto precisare la verità dei fatti a chiarimento dei precedenti e della sua posizione in ordine al citato decreto.
Il Consigliere Sig. Vacher, dopo aver precisato che quanto risulta nei citati due verbali delle due riunioni consiliari corrisponde effettivamente alla realtà, osserva che il suo gruppo fu favorevole al citato decreto in quanto prevedeva il licenziamento di tutti i doppioni e riteneva di poter farne l'applicazione dai gradi più elevati ed in seguito passare ai gradi più bassi, ma, in seguito, si constatò che l'integrale e generale applicazione del decreto non fu possibile, per cui il suo gruppo si oppose al licenziamento di tre impiegate avventizie dell'Amministrazione della Valle e prese posizione contraria all'applicazione parziale del decreto. Termina precisando che dapprima il suo gruppo fu unanime nel deliberare l'emanazione del decreto sui doppioni, mentre successivamente mutò parere perché il decreto sui doppioni fu, praticamente, applicato soltanto dalla Società Cogne.
Il Presidente Avv. Caveri fa presente che, dapprima, nessuna azienda intendeva ottemperare alle disposizioni stabilite con il decreto in questione, e che recentemente la Società Cogne ha disposto il licenziamento di personale femminile, richiamandosi al succitato decreto soltanto per motivare i licenziamenti che aveva in animo di fare per riduzione e per sostituzione di personale. Precisa che, essendo stati chiariti i precedenti circa la emanazione del decreto in oggetto, la discussione può considerarsi ultimata; invita, quindi, il Consiglio a deliberare in merito all'abrogazione o meno del citato decreto.
Il Consigliere Col. Ferrein rileva, a chiarimento delle sue dichiarazioni, che nella riunione del Consiglio in data 1° agosto 1947 egli precisò che il precitato decreto poteva essere applicato soltanto nei confronti del personale avventizio e non nei confronti del personale di ruolo.
Il Presidente Avv. Caveri fa osservare che il Col. Ferrein ebbe a fare tale precisazione in data molto posteriore alla data di emanazione del decreto.
Il Consigliere Sig. David precisa che in una delle riunioni consiliari in cui si discusse della questione del licenziamento dei doppioni, egli dichiarò che intendeva astenersi dall'esprimere il suo parere in merito in quanto, avendo la moglie impiegata, era interessato.
L'Assessore Ing. Fresia ritiene che, in seguito al licenziamento dei doppioni, la Società Cogne avrà assunto altro personale; il Consigliere Sig. David precisa che le lettere di licenziamento di personale della Società Cogne non fanno riferimento al citato decreto sui doppioni ma motivano il licenziamento con la necessità di riduzione del personale.
Il Consigliere Sig. Armand rileva che alcuni posti rimasti vacanti alla Società Cogne in seguito al licenziamento dei doppioni sono stati ricoperti da altro personale; cita il caso verificatosi nel suo reparto, ove è stato assunto un colonnello pensionato e si è creato in tal modo nuovamente altro doppione.
L'Assessore Ing. Fresia osserva che, essendo stati ricoperti da nuovo personale i posti lasciati scoperti dai licenziati, non sa in quale posizione verrebbe a trovarsi il nuovo personale qualora venisse riassunto il personale giù licenziato.
Il Consigliere Geom. Bioanz rileva che il decreto sui doppioni è stato emesso in seguito alle pressioni della Camera del Lavoro, dell'Ufficio provinciale del Lavoro, dei rappresentanti dei partigiani, dei reduci, ecc.; poiché ora gli stessi promotori del decreto ne chiedono l'abrogazione, ritiene che il Consiglio debba aderire senz'altro alla loro richiesta.
Il Consigliere Sig. Manganoni precisa che, effettivamente, in alcune riunioni precedenti l'emanazione del decreto, i partigiani richiesero il licenziamento dei doppioni ma che in seguito non insistettero più su tale questione.
L'Assessore Geom. Pareyson, rispondendo al Consigliere Sig. Manganoni, fa presente che assistette ad una riunione, promossa dagli industriali, ed alla quale erano presenti i rappresentanti dei partigiani e dei reduci nonché della Commissione interna della Società Cogne; precisa che in tale riunione gli industriali dichiararono che essi avrebbero provveduto all'applicazione del decreto per l'assunzione del rimanente due per cento di partigiani e di reduci, soltanto alla condizione di procedere a licenziamenti in applicazione del citato decreto sui doppioni; aggiunge che delle decisioni adottate in tale riunione fu steso un verbale, firmato da tutti i presenti.
Il Consigliere Sig. Manganoni osserva che l'applicazione del citato decreto sui doppioni fu richiesta dagli industriali e non dai partigiani. Precisa che l'A.N.P.I. non ha preso ufficialmente posizione a favore dell'applicazione del decreto sui doppioni anzi ne è contrario.
Il Presidente Avv. Caveri esprime parere che sarebbe opportuno di sentire in merito i rappresentanti del personale femminile licenziato, dei partigiani e delle altre categorie; il Consigliere Sig. Manganoni esprime parere che l'abrogazione del citato decreto potrebbe essere subordinata al parere favorevole di tutte le categorie interessate.
Il Consigliere Geom. Bionaz prospetta l'opportunità di elevare convenientemente il limite base degli assegni mensili minimi, anziché procedere all'abrogazione del decreto. Il Consigliere Avv. Torrione, rispondendo al Consigliere Geom. Bionaz, osserva che occorre in un primo luogo che il Consiglio si pronunci sull'abrogazione o non del decreto sui doppioni e che, soltanto nel caso della non abrogazione, si potrà discutere sull'aumento del limite base dello stipendio o salario.
Il Presidente, Avv. Caveri, precisa ancora una volta che non è stato il Consiglio della Valle a prendere l'iniziativa di promuovere l'emanazione del decreto in questione, e che il Consiglio ha adottato all'unanimità le deliberazioni consiliari del 13 marzo e del 3 aprile 1947 dopo reiterate pressioni e premure - non sempre diplomatiche - della Camera del Lavoro, dell'Ufficio Regionale del Lavoro e di altre organizzazioni. Rileva che non è possibile favorire contemporaneamente tutte le categorie interessate; aggiunge che, comunque, la discussione può ritenersi esaurita dal momento che l'abrogazione del citato decreto viene richiesta da quegli stessi elementi che ne hanno promosso l'emanazione; propone, quindi, che si proceda alla votazione. Rispondendo al Consigliere Sig. Savioz, il quale esprime parere che la votazione debba avvenire per alzata di mano anziché a schede segrete, ed avendo il Consigliere Geom. Arbaney fatto osservare che non vi è un regolamento interno che disciplini la procedura per le votazioni, il Presidente Avv. Caveri comunica di rimettersi alla decisione del Consiglio. Su proposta del Consigliere Sig. Manganoni, si decide che la votazione avvenga per alzata di mano. Il Presidente Avv. Caveri invita, quindi, il Consiglio a rispondere, per alzata di mano, al seguente quesito: "E' il Consiglio favorevole all'abrogazione del decreto sui doppioni?"
Si procede alla votazione: Consiglieri presenti n. 20 (venti). Si dichiarano favorevoli diciassette Consiglieri (Avv. Caveri, Geom. Pareyson, Geom. Nicco, Sig. Nouchy, Ing. Fresia, Geom. Arbaney, Sig. Armand, Sig. Savioz, Sig. Chabloz, Ing. Binel, Sig. Vacher, Sig. Thomasset, Col. Ferrein, Geom. Vesan, Geom. Bionaz, Sig. Guerraz, Avv. Torrione). Si astengono dalla votazione i Consiglieri Avv. Chanu, Sig. David e Sig. Manganoni; questi due ultimi in quanto parte interessata (coniugati con le mogli impiegate).
Il Presidente, Avv. Caveri, proclama l'esito della votazione e dichiara che il Consiglio, con voti favorevoli diciassette e tre astensioni ha approvato la proposta per l'abrogazione del decreto presidenziale in data 20 aprile 1947, n. 466, relativo all'oggetto.
IL CONSIGLIO
prende atto.
---
Si dà atto che l'adunanza viene sospesa alle ore tredici e cinque minuti, e rinviata alle ore quattordici e trenta minuti.
---
Si dà atto che l'adunanza viene riaperta alle ore quindici e minuti venti sotto la presidenza del Presidente Avv. Caveri e con l'intervento dei Signori Consiglieri: Geom. Nicco Giulio, Geom. Pareyson Enrico, Ing. Fresia Luigi, Sig. Nouchy Renato, Col. Ferrein Giuseppe, Ing. Binel Lino, Not. Thiébat Giuseppe, Sig. David Francesco, Sig. Manganoni Claudio, Sig. Armand Beniamino, Sig. Chabloz Giovanni, Avv. Chanu Aureliano, Geom. Arbaney Flaviano, Geom. Vesan Luigi, Sig. Thomasset Ezechiele, Geom. Bionaz Ferdinando.
Si fa menzione che i Signori Consiglieri Guerraz Aldo e Savioz Fabiano intervengono all'adunanza durante la discussione dell'oggetto n. 31: "Attuazione della zona franca in Valle d'Aosta" e che il Consigliere Avv. Torrione interviene all'adunanza durante la discussione dell'oggetto n. 33: "Riclassificazione di strade - Assunzione in manutenzione ordinaria di strade intercomunali di interesse regionale".
Sono assenti i Consiglieri: Geom. Cuaz Enrico, Sig. Dujany Leone, Sig. Vacher Candido.
Si dà atto che sono pure assenti l'Assessore Avv. Page ed il Consigliere Dr. De La Pierre Ugo, dimissionari.
Funge da Segretario il Dr. Attilio Brero, Vice Segretario Generale ff. Segretario Generale dell'Amministrazione della Valle.
Assiste il Segretario Dr. Brunod Enrico.
Riconosciuta la validità dell'adunanza, essendo presenti oltre i due terzi dei Consiglieri (17 su 25), il Presidente dichiara aperta l'adunanza per la continuazione della discussione degli oggetti iscritti all'ordine del giorno.
______