Objet du Conseil n. 20 du 11 mars 1948 - Verbale
OGGETTO N. 20/48 - QUESTIONE FINANZIARIA - CONTRIBUTO STATALE PER L'ESERCIZIO 1947 - RELAZIONE DELL'ASSESSORE ALLE FINANZE ING. FRESIA.
L'Assessore alle Finanze, Ing. Fresia, riferisce che nei giorni scorsi gli pervenne da Roma una comunicazione con la quale lo si avvertiva della necessità che si recasse alla Presidenza del Consiglio dei Ministri per cercare di vincere l'opposizione di alcuni Ministri alla concessione del contributo di Lire 580 milioni al bilancio per l'esercizio 1947 della Valle in luogo del non avvenuto riparto delle entrate erariali tra lo Stato e la Valle. Rileva che il decreto relativo alla concessione del contributo nella misura suddetta era già stato approvato dai Ministri Pella e Del Vecchio ma non dal Ministro al bilancio On.le Einaudi. Alla Presidenza egli apprese che erano pervenuti all'On. Einaudi alcuni articoli di giornali che riferivano, fra l'altro, che in Valle d'Aosta tutti erano contenti: i gerenti della Casa da Gioco di St. Vincent perché incassavano i milioni, il Comune di St. Vincent perché ne ricavava un reddito ed il Consiglio della Valle perché lucrava sugli incassi. Aggiunge che, fra l'altro, fu pure inviata una lettera, in via riservata, al Ministro del Tesoro che dispose l'invio di un ispettore sul posto per effettuare accertamenti sui proventi della Casa da Gioco di St. Vincent. Riferisce che, avuto conoscenza di tale fatto egli si presentò al Ministero del Tesoro e, chieste le ragioni per le quali si era disposto l'invio di un ispettore, gli fu risposto che il Ministero intendeva controllare le entrate provenienti alla Valle dalla Casa da Gioco per avocarne allo Stato gli introiti. Fa presente che egli osservò che le entrate della Casa da Gioco non erano un mistero e che precisò quindi che l'Amministrazione della Valle aveva incassato in totale Lire duecentomilioni nette. In seguito a tale precisazione ebbe assicurazione che il Ministero del Tesoro non avrebbe più inviato l'Ispettore sul posto e che sarebbe stato emesso il decreto relativo alla concessione del contributo. Fa osservare che in tale occasione i funzionari dello Stato si dimostrarono favorevoli alla tesi sostenuta dal Consiglio della Valle e promisero il loro interessamento perché dall'ammontare dell'integrazione non venissero defalcati i proventi della Casa da Gioco, trattandosi di entrate di carattere straordinario che avrebbero dovuto servire a finanziare lavori pubblici. Tutti i Ministri, salvo l'On.le Einaudi, ministro del bilancio, erano pure contrari a tale riduzione. Ciò nonostante è prevalsa la tesi sostenuta dall'On.le Einaudi, e così lo Stato, praticamente, ha avocato a sé tutto il gettito del Casinò di Saint Vincent incassato dall'Amministrazione della Valle. La cosa in sé non rivestirebbe il caso di estrema gravità se il Governo non avesse il pregiudizio che le entrate del Casinò della Valle d'Aosta sono molto forti, per cui la ripartizione delle entrate erariali tra lo Stato e la Regione potrebbe essere fatta dallo Stato tenendo conto delle entrate della Casa da Gioco di St. Vincent.
L'Assessore Ing. Fresia osserva che lo Stato percepisce fuori Valle, per tributi erariali inerenti ad attività e stabilimenti esistenti in Valle, tre o quattro volte l'importo dei tributi che riscuote in Valle. Cita, ad esempio, l'ammontare dell'imposta generale sull'entrata, che la Società Cogne paga a Torino anziché in Valle e rileva che i tributi riscossi dallo Stato fuori Valle per attività esistenti in Valle sono molto elevati e che il volere ignorare tale fatto significa voler danneggiare la Valle d'Aosta. Precisa che su un totale di oltre un miliardo di tributi che lo Stato incassa per attività inerenti la Valle d'Aosta il contributo concesso alla Amministrazione della Valle ammonta per il 1947 a sole Lire 380 milioni. Riepilogando, l'Assessore Ing. Fresia rileva che la situazione finanziaria della Valle d'Aosta è attualmente la seguente: l'Amministrazione della Valle deve far fronte alle ingenti spese dei servizi, compresi quelli già statali, con il contributo concesso dallo Stato in Lire 380 milioni, somma il cui incasso non avverrà prima di tre o quattro mesi. L'Amministrazione della Valle deve far fronte alle spese stanziate in bilancio con i proventi della Casa da Gioco di Saint Vincent, proventi su cui non può fare assegnamento per il finanziamento di opere di utilità pubblica. Attualmente il fondo depositato in cassa è appena sufficiente per la corresponsione degli stipendi di due mesi al personale. Rileva che alcuni giornali hanno riportato cifre inesatte sul bilancio della Amministrazione della Valle, ad esempio, è stato pubblicato che sono state stanziate in bilancio Lire 220 milioni per opere para-valanghe, mentre la cifra stanziata è di soli 30 milioni. E' stato, inoltre, insinuato che il bilancio della Valle era esagerato, mentre invece le sole spese di ordinaria amministrazione, cioè escluse le spese straordinarie, ammontano a circa 700 milioni. Se a tale somma si aggiungono Lire 300 milioni per lavori stradali, impianti di telefoni e di linee elettriche, e Lire 200 milioni per l'agricoltura, bonifiche, ecc., si raggiunge la somma di Lire un miliardo 200 milioni, alla quale si sarebbe dovuto aggiungere la somma di Lire 100 milioni per sottoscrizione di azioni emesse dalla Società Cogne in seguito all'aumento del capitale; ma di tale operazione non è più oggi il caso di parlare.
L'Assessore Ing. Fresia precisa che, allo stato attuale delle cose, l'Amministrazione della Valle non dispone di fondi che per due mesi ancora e che, pertanto, la vita futura della Regione è subordinata al contributo che verrà erogato dallo Stato. Aggiunge che la Valle d'Aosta si trova oggi "nella situazione di un assediato che deve morir di fame".
Il Presidente Avv. Caveri riferisce che è opportuno che si sappia e si conosca la situazione finanziaria attuale dell'Amministrazione della Valle, in relazione alle richieste di sovvenzioni e di contributi che continuamente pervengono. Rileva che la proposta fatta da un funzionario del Ministero delle Finanze di fissare l'ammontare dell'integrazione sulla base di Lire 270 milioni e da questo dedurre il gettito del Casinò incassato dalla Valle è assurda e ingiusta. Rileva che nello Statuto manca un qualsiasi accenno alla percentuale del riparto fra lo Stato e la Regione e che lo Stato con un "trait de plume", dopo tutte le spese e le responsabilità già statali, che l'Amministrazione della Valle si è assunta, ha avocato a sé tutto il gettito del Casinò di Saint Vincent di spettanza della Valle. Rileva, inoltre, che, in tal modo, si riduce e si falsa la cifra delle entrate erariali inerenti alla Valle e su tale cifra ridotta si deducono ancora i proventi spettanti alla Valle sulla Casa da Gioco di Saint Vincent. Rileva che le impellenti necessità in Valle sono molte, ma che occorre limitare l'erogazione di spese e di contributi in relazione alla situazione finanziaria attuale della Valle. Su richiesta del Consigliere Col. Ferrein, il Presidente Avv. Caveri precisa che nei confronti del Comune di San Remo, lo Stato ha agito diversamente, in quanto non ha incamerato i proventi della Casa da Gioco di San Remo. Aggiunge che la Valle d'Aosta ha escogitato un mezzo per procurarsi delle entrate straordinarie in quanto lo Stato non erogava contributi sufficienti per far fronte alle spese per opere pubbliche, per cui tali entrate dovrebbero essere lasciate all'Amministrazione della Valle.
L'Assessore Ing. Fresia riferisce che i funzionari dello Stato, anche i meno favorevoli alla autonomia regionale, avevano ritenuto che i proventi del Casinò dovessero essere lasciati alla Valle per il finanziamento delle spese per opere pubbliche straordinarie e delle spese di ricostruzione in Valle, e che nonostante ciò e nonostante che il decreto relativo all'integrazione fosse già stato firmato dal Ministro del Tesoro e dal Ministro delle Finanze, la tesi contraria dell'On.le Einaudi è prevalsa. Comunica di aver fatto sapere all'On.le De Gasperi che la decurtazione dell'integrazione avrebbe prodotto sfavorevole impressione in Valle d'Aosta, ove esiste una corrente che intende collaborare con Roma e che in essa ha fiducia, e che tale fiducia potrebbe essere scossa in seguito alla decisione testè adottata dal Consiglio dei Ministri per l'influenza del Ministro del Bilancio.
Su richiesta del Consigliere Sig. Savioz, l'Assessore Ing. Fresia informa che la Giunta sta studiando la possibilità di poter tentare di convincere il Ministro Einaudi a desistere dalla sua decisione. Il Consigliere Sig. Savioz rileva che tempo addietro fu comunicato, per radio, che il Governo aveva deciso di dare un'integrazione di 380 milioni alla Valle d'Aosta anziché 580 milioni di cui alla promessa e che, allo stato attuale delle cose, è dubbio che l'Amministrazione della Valle possa funzionare; rileva che il Consiglio intende collaborare con Roma e che bisogna distinguere Roma dall'attuale Governo, il quale, dopo essere stato il primo a riconoscere il diritto all'autonomia da parte della Valle d'Aosta, ora le toglie i mezzi per vivere. Fa presente che è giunto il momento di far valere le proprie ragioni e di rendere noto alla popolazione il modo di agire del Governo. Dichiara di non potere accettare, quale Consigliere della Valle, la riduzione apportata dal Governo al contributo già concordato per il 1947 al bilancio della Valle d'Aosta. Il Presidente Avv. Caveri concorda con il Consigliere Sig. Savioz e ribadisce che il Ministero delle Finanze aveva dato assicurazione in merito all'erogazione dell'integrazione in Lire 580 milioni alla Valle d'Aosta e che, basandosi su tale assicurazione, il Consiglio della Valle, nell'adunanza del 31 dicembre 1947, aveva approvato un piano finanziario per l'esecuzione di lavori pubblici, che ora non si è più in grado di attuare. Aggiunge che la somma di Lire 380 milioni consentirà all'Amministrazione della Valle di far fronte alle sole spese di ordinaria amministrazione, per cui non sarà possibile eseguire lavori pubblici né di sistemazione di strade.
Rileva che, come riferito dall'Assessore alle Finanze, la questione si presenta ancora più grave e preoccupante dal punto di vista politico. L'Assessore Ing. Fresia ribadisce che il decreto relativo al contributo in Lire 580 milioni per il 1947 alla Valle d'Aosta era già stato vistato dal Ministro del Tesoro e che è la prima volta che si verifica il caso che un decreto del genere, già vistato dal Ministro del Tesoro, sia annullato. Il Presidente Avv. Caveri rileva che da Roma furono scritte lettere a terzi annuncianti la concessione di un contributo di Lire 580 milioni, lettere che furono pubblicate su giornali di Torino e di Aosta.
L'Assessore Sig. Nouchy esprime parere circa l'opportunità che il Presidente del Consiglio della Valle intervenga personalmente presso il Capo del Governo e faccia presente la reale situazione della Valle d'Aosta. Il Presidente Avv. Caveri obietta che non ritiene opportuna un'azione singola ma che occorre concretare un'azione comune facendo interessare anche tutti i partiti.
L'Assessore Geom. Nicco prende atto delle osservazioni e dei rilievi che sono stati fatti dai Signori Consiglieri in merito alla mancata erogazione del contributo statale già promesso; rileva, però, che egli, nella sua qualità di Assessore ai Lavori Pubblici, ha assunto formali impegni nei confronti delle Amministrazioni Comunali per l'esecuzione del piano dei lavori approvato dal Consiglio della Valle nell'adunanza del 31 dicembre 1947 e che trovasi quindi in una posizione molto delicata. Aggiunge che tale piano di lavori comprende, fra l'altro, la costruzione di strade che hanno riflesso dal lato turistico, nonché la ricostruzione di case danneggiate nella frazione Trois-Villes, di Quart, nei comuni di Arvier e di Pont St. Martin; trattasi, quindi, di somme stanziate non già per abbellimenti o per opere di miglioria, ma per l'esecuzione di lavori pubblici urgenti e inderogabili. Osserva che, qualora il contributo statale non venisse dato nella misura promessa in un primo tempo, egli verrebbe a trovarsi, per ragioni di dignità, in posizione delicata sì da dover esaminare se possa o meno continuare nella sua carica di Assessore ai Lavori Pubblici. Il Presidente Avv. Caveri obietta che, nel caso in esame, più che la dignità personale contano gli interessi della Valle. Fa presente che è necessario che la popolazione sia informata che non già il Consiglio della Valle è responsabile dell'attuale situazione finanziaria dell'Amministrazione della Valle, ma sono responsabili le autorità governative, le quali, dopo aver assunto formali impegni, sono venute meno alle loro promesse, ponendo in tal modo l'Amministrazione della Valle in condizioni di poter far fronte alle sole spese di ordinaria amministrazione, precludendole cioè la possibilità di eseguire qualsiasi opera di pubblica utilità. Il Consigliere Sig. Savioz ribadisce che l'Amministrazione della Valle non solo viene posta in condizione di non poter più eseguire alcuna opera pubblica, ma viene posta in condizione di inferiorità rispetto alle altre regioni d'Italia, per le quali lo Stato ha provveduto a sue spese all'esecuzione di opere e di lavori di utilità pubblica. Rileva che, allo stato in cui si trovano le cose, l'autonomia non può reggere, per cui i valdostani verranno a trovarsi in condizioni peggiori di vent'anni or sono. Ritiene, quindi, che il Consiglio debba lottare per riavere i 200 milioni che sono stati defalcati dal contributo, anche per il fatto che, in caso negativo, verrebbe meno la fiducia delle popolazioni nell'autonomia. Esprime parere che non sia sufficiente l'intervento del Presidente del Consiglio della Valle presso il Governo, ma ritiene che i Consiglieri appartenenti alla democrazia cristiana debbano intervenire energicamente presso i loro rappresentanti al Governo. L'Assessore Ing. Fresia fa osservare che il Governo non ha agito molto diversamente con le altre tre Regioni autonome alle quali non ha voluto assicurare negli Statuti l'indipendenza finanziaria. Aggiunge che la delegazione valdostana è stata forse l'unica che, nei colloqui e nelle trattative avuti a Roma, abbia visto chiaro in materia finanziaria e ciò per l'esperienza acquisita nei primi due anni di amministrazione autonoma.
Il Presidente Avv. Caveri rileva che, qualora il provvedimento relativo al contributo statale per il 1947 dovesse essere definitivo, si verificherebbe il fatto che lo Stato incasserebbe in Valle d'Aosta un miliardo e più e verserebbe all'Amministrazione della Valle solo 300 milioni circa, incamerandosi la quota spettante alla Valle sui proventi della Casa da Gioco di Saint Vincent. Comunica di aver accertato che, in periodo di massimo accentramento e cioè durante il regime fascista, il bilancio delle entrate e delle spese dello Stato nella ex Provincia di Aosta si chiudeva con un disavanzo di parecchi milioni a carico dello Stato. Il Consigliere Col. Ferrein dichiara di concordare con l'Assessore Sig. Nouchy e con il Consigliere Sig. Savioz in merito all'intervento del Presidente della Valle presso il Capo del Governo e sulla necessità di un'azione comune di tutti i partiti; assicura che tale azione sarà pure prontamente condotta dalla democrazia cristiana. Il Consigliere Geom. Bionaz esprime il parere che il Consiglio dei Ministri non si sia reso conto della gravità della decisione adottata nei confronti della Valle d'Aosta; ritiene che tale decisione si debba ascrivere al noto rigore dell'On.le Einaudi in materia di finanze. Il Consigliere Sig. David esprime parere che sarebbe opportuno, in materia di finanze, fare azione comune con le altre Regioni autonome.
Il Presidente Avv. Caveri obietta che la Valle d'Aosta ha già un'autonomia in atto mentre nelle altre Regioni l'autonomia è soltanto in via di attuazione. Il Consigliere Geom. Vesan comunica di aver letto tempo addietro, nella Gazzetta Ufficiale, che il Governo aveva erogato alla Sicilia 32 miliardi e prega l'Assessore alle Finanze di volersi informare se la Sicilia abbia percepito tale somma. L'Assessore Ing. Fresia fa osservare che a Roma si prevedeva che sia la Sicilia che la Sardegna non avrebbero eseguito opere pubbliche con i fondi erogati a loro favore e che, pertanto, i funzionari stavano studiando il modo di revocare la concessione di tali fondi. Aggiunge che gli è stato riferito che la stessa Sardegna aveva richiesto fondi per la esecuzione di opere pubbliche con intenzione poi di stornarli a pareggio del normale bilancio. Aggiunge ancora che lo Stato, in vista di ciò, non ha erogato alla Valle d'Aosta la somma di lire 250 milioni per l'esecuzione di opere pubbliche, ma ha voluto affidare l'esecuzione dei lavori pubblici in Valle d'Aosta al Provveditorato per le Opere Pubbliche di Torino. Sta di fatto però che, in materia finanziaria, la Sicilia si trova in condizioni più vantaggiose della Valle d'Aosta. Il Consigliere Geom. Vesan, in considerazione della disastrosa situazione finanziaria in cui trovasi attualmente l'Amministrazione della Valle d'Aosta, fa presente l'opportunità che siano esperite ulteriori indagini per accertare le entrate che lo Stato incassa fuori della Valle d'Aosta e riferentisi ad attività e stabilimenti della Valle. L'Assessore Ing. Fresia riferisce che, per accertare tali entrate, sono stati richiesti dati precisi alle imprese industriali che, nella quasi totalità, hanno risposto evasivamente. L'Assessore Sig. Nouchy chiede a questo punto che la discussione sulla situazione finanziaria della Valle d'Aosta sia sospesa e ripresa in seguito, in adunanza privata.
Su invito del Presidente, Avv. Caveri, il Consiglio, all'unanimità, approva la proposta dell'Assessore Sig. Nouchy; il Presidente Avv. Caveri sospende la discussione in merito all'oggetto.
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