Compte rendu complet du débat du Conseil régional. Les documents ci-joints sont disponibles sur le lien "iter atto".

Objet du Conseil n. 3459 du 8 avril 2008 - Resoconto

OGGETTO N. 3459/XII - Disegno di legge: "Nuove disposizioni in materia di interventi a sostegno dell'informazione e dell'editoria locale". (Approvazione di un ordine del giorno)

CAPO I

DISPOSIZIONI GENERALI

Articolo 1

(Obiettivi e finalità)

1. Al fine di promuovere il pluralismo dell'informazione locale e l'ammodernamento del sistema informativo regionale, la Regione favorisce il funzionamento del settore dell'informazione e sostiene gli investimenti relativi all'acquisizione e all'innovazione di strutture, impianti, attrezzature e mezzi di produzione strumentali all'esercizio dell'informazione scritta, radiotelevisiva e telematica in ambito locale.

2. Al fine di valorizzare, nel perseguimento degli obiettivi di cui al comma 1, le prerogative linguistiche e culturali della comunità valdostana, la Regione, in particolare:

a) incentiva l'attività degli organi di informazione locale che si occupano della realtà economica, sociale, culturale e istituzionale della Valle d'Aosta;

b) incentiva l'attività degli organi di informazione locale che producono programmi in lingua francese, francoprovenzale, tedesca o walser;

c) sostiene l'informazione regionale di natura politica o sindacale.

Articolo 2

(Definizioni)

1. Ai fini della presente legge, si intende per:

a) testata giornalistica, la pubblicazione o l'edizione giornalistica diffusa al pubblico con periodicità costante su supporto cartaceo, per via radiofonica, televisiva o telematica, in regola con gli adempimenti previsti dalla normativa vigente in materia di editoria;

b) programmi di informazione, i radiogiornali, i telegiornali e i giornali telematici;

c) pubblicità, ogni forma di messaggio radiofonico, televisivo, telematico o su supporto cartaceo diffuso allo scopo di promuovere la fornitura di beni o servizi o iniziative varie. Sono considerati pubblicità anche i comunicati a contenuto predeterminato (spot) e i collegamenti ipertestuali fra documenti (link), di natura pubblicitaria o commerciale;

d) formato telematico, il formato elettronico o digitale;

e) inserto, il fascicolo periodico stampato a parte, allegato ad una testata giornalistica su supporto cartaceo;

f) numero speciale e numero monografico, la pubblicazione cartacea o la trasmissione radiofonica, televisiva o telematica, periodica o no, dedicata all'approfondimento di uno o più argomenti specifici;

g) edizione straordinaria, la pubblicazione cartacea o la trasmissione radiofonica, televisiva o telematica effettuata, al di fuori della periodicità costante prefissata, per divulgare notizie in merito a fatti eccezionali o imprevedibili;

h) piccole imprese, le imprese definite come tali dalla raccomandazione 2003/361/CE, della Commissione, del 6 maggio 2003;

i) periodicità costante, la successione o ripetizione a intervalli regolari delle pubblicazioni o edizioni;

j) informazione politica e sindacale locale, diffusione di notizie da parte di testate giornalistiche di proprietà di movimenti o partiti politici rappresentati nel Consiglio regionale o sindacati rappresentativi a livello regionale;

k) articolo, ogni singolo testo giornalistico dedicato a specifico argomento, pubblicato o diffuso mediante testata giornalistica;

l) redazione o unità locale redazionale, il sito in cui è esercitata l'attività di stesura e revisione degli articoli da parte dei redattori della testata giornalistica;

m) istruttoria automatica, l'accertamento della completezza formale e della regolarità delle domande presentate e della documentazione alle stesse allegata;

n) istruttoria valutativa, l'accertamento della validità tecnica, economica e finanziaria dell'iniziativa cui la domanda si riferisce, anche mediante la simulazione degli effetti economici e finanziari attesi, nonché della pertinenza e della compatibilità delle spese previste in relazione all'iniziativa oggetto dell'intervento e alla situazione economica, finanziaria e patrimoniale dell'impresa;

o) impianto trasmittente, sistema d'antenna e apparato in generale;

p) area di copertura, abitanti effettivamente serviti dal singolo impianto trasmittente, in riferimento alla ripartizione Istat e al relativo censimento più aggiornato.

Articolo 3

(Tipologia di interventi)

1. Per il conseguimento degli obiettivi e delle finalità di cui all'articolo 1, possono essere concessi, nei limiti delle disponibilità di bilancio, contributi a fondo perso a sostegno:

a) delle spese correnti e di investimento delle imprese del settore editoriale locale;

b) delle spese correnti e di investimento delle imprese del settore radiotelevisivo locale;

c) delle spese correnti e di investimento delle imprese del settore telematico locale;

d) delle spese correnti dell'informazione politica e sindacale locale.

2. Con deliberazione della Giunta regionale da adottare entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, previa conferenza di servizi con le categorie interessate di cui all'articolo 20, sono determinati, con riferimento agli interventi di cui al comma 1:

a) le spese ammissibili a finanziamento;

b) i criteri e le modalità di concessione ed erogazione dei contributi;

c) i limiti massimi dei contributi;

d) le modalità di destinazione dei beni finanziati;

e) i termini di presentazione delle domande e di conclusione dei relativi procedimenti.

CAPO II

INTERVENTI A SOSTEGNO DELLE IMPRESE DEL SETTORE EDITORIALE, RADIOTELEVISIVO E TELEMATICO LOCALE

Articolo 4

(Interventi a sostegno delle spese di investimento)

1. La Regione concede contributi, nella misura massima del 30 per cento della spesa ammessa, al netto degli oneri fiscali, a copertura delle spese di investimento sostenute dalle imprese di cui all'articolo 3, comma 1, lettere a), b) e c), per le seguenti iniziative:

a) acquisto, ristrutturazione e interventi di manutenzione straordinaria di fabbricati ubicati in Valle d'Aosta, ad uso esclusivo dell'attività della singola impresa;

b) acquisto di automezzi strumentali all'esercizio dell'attività informativa;

c) acquisto di beni mobili strumentali all'esercizio dell'attività informativa e redazionale;

d) acquisto di tecnologie, apparecchiature e programmi informatici.

2. Il limite minimo di spesa per singolo bene, per poter accedere al contributo, è di euro 500.

3. Sono ammessi a contributo i beni mobili e immobili, proporzionati al numero dei dipendenti assunti a tempo indeterminato con regolare contratto di categoria.

Articolo 5

(Interventi a sostegno delle spese correnti delle imprese editoriali)

1. La Regione concede contributi a copertura delle spese correnti sostenute dalle imprese di cui all'articolo 3, comma 1, lettera a), sulla base delle pagine stampate, con un numero massimo di settantadue, moltiplicate per le copie vendute, ivi comprese le edizioni straordinarie.

2. I contributi di cui al comma 1 non possono essere concessi per le spese correnti sostenute per gli inserti, i numeri speciali e i numeri monografici.

Articolo 6

(Interventi a sostegno delle spese correnti del settore radiotelevisivo)

1. La Regione concede contributi a sostegno delle spese correnti sostenute dalle imprese di cui all'articolo 3, comma 1, lettera b), sulla base del numero di impianti trasmittenti utilizzati e dell'area di copertura.

Articolo 7

(Interventi a sostegno delle spese correnti del settore telematico)

1. La Regione concede contributi, nella misura massima del 50 per cento della spesa ammissibile, a sostegno delle spese correnti sostenute dalle imprese di cui all'articolo 3, comma 1, lettera c), per il pagamento del canone di affitto di spazi informatici.

Articolo 8

(Interventi a sostegno della programmazione in lingua francese, francoprovenzale, tedesca o walser)

1. Per favorire l'impiego delle lingue francese, francoprovenzale, tedesca o walser nell'ambito dell'informazione editoriale locale, i contributi di cui agli articoli 5, 6 e 7 sono maggiorati di una percentuale stabilita con la deliberazione di cui all'articolo 3, comma 2.

Articolo 9

(Modalità di concessione dei contributi)

1. Le domande per la concessione dei contributi di cui all'articolo 4 sono presentate a preventivo su modelli approvati con provvedimento del dirigente della struttura regionale competente.

2. Le domande di cui al comma 1 sono esaminate:

a) con istruttoria automatica, limitatamente agli investimenti la cui spesa ammissibile non sia superiore a euro 50.000;

b) con istruttoria valutativa, per gli investimenti la cui spesa ammissibile sia superiore a euro 50.000. In tale caso, la struttura regionale competente, verificata la regolarità formale delle domande pervenute, provvede a trasmetterle alla Finanziaria regionale Valle d'Aosta - Società per azioni (Finaosta S.p.a.) che effettua un'analisi economico-finanziaria delle iniziative; a tal fine, la Regione stipula apposita convenzione per la disciplina dei rapporti derivanti dallo svolgimento dell'attività istruttoria.

3. Le domande per la concessione dei contributi di cui agli articoli 5, 6, 7 e 8 sono presentate semestralmente a consuntivo su modelli approvati con provvedimento del dirigente della struttura regionale competente.

4. La concessione o il diniego dei contributi di cui ai commi 1 e 3 sono disposti con deliberazione della Giunta regionale.

5. I contributi di cui al comma 1 sono erogati a saldo con provvedimento del dirigente della struttura regionale competente, previa verifica della completezza e della regolarità della documentazione contabile di spesa.

6. I contributi non sono cumulabili con altri interventi pubblici concessi per le medesime iniziative. A tale scopo, il richiedente il contributo è tenuto a dichiarare, all'atto della presentazione della domanda, di non aver beneficiato e di non aver richiesto di beneficiare di altri interventi pubblici per le medesime iniziative oggetto della domanda di contributo.

Articolo 10

(Requisiti generali)

1. Per accedere ai contributi, le testate giornalistiche editoriali, radiotelevisive e telematiche devono essere in possesso dei seguenti requisiti:

a) essere gestite da piccole imprese:

1) che siano in regola con gli obblighi di legge in materia di trattamento contrattuale del personale dipendente e che applichino a tutto il personale giornalistico le pertinenti norme dei contratti nazionali di lavoro giornalistico sottoscritti dalla Federazione Nazionale Stampa Italiana;

2) che siano in regola con i versamenti dei contributi assistenziali e previdenziali;

3) che non si trovino nella condizione di cui all'articolo 18, comma 4;

4) i cui legali rappresentanti non abbiano subito condanne definitive per delitti non colposi commessi in danno della Pubblica amministrazione o per altri reati gravi che incidano sulla moralità professionale degli stessi;

b) avere redazione o unità locale redazionale in Valle d'Aosta;

c) essere regolarmente registrate presso il Tribunale ai sensi della normativa vigente in materia di editoria;

d) avere un organico di almeno due dipendenti a tempo indeterminato, assunti con regolare contratto di categoria, di cui almeno uno giornalista regolarmente iscritto in uno degli appositi elenchi tenuti dall'Ordine dei giornalisti;

e) essere in regola con gli adempimenti prescritti dalla normativa vigente in materia di trasparenza pubblicitaria.

2. Le imprese di cui al comma 1 sono tenute a comunicare l'iscrizione, ove prevista, al registro degli operatori di comunicazione (ROC), di cui alla deliberazione dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni n. 236/01/CONS del 30 maggio 2001.

3. Le imprese di cui al comma 1, qualora siano costituite in forma societaria, sono altresì tenute a presentare l'elenco dei soci con il numero delle azioni o l'entità delle quote da essi possedute ovvero l'elenco dei soci delle società alle quali sono intestate le azioni o le quote della società che esercita l'impresa giornalistica, nonché il numero delle azioni o l'entità delle quote da essi possedute.

Articolo 11

(Requisiti per le imprese del settore editoriale)

1. Per beneficiare dei contributi, le imprese di cui all'articolo 3, comma 1, lettera a), oltre a possedere i requisiti di cui all'articolo 10, devono:

a) editare una testata giornalistica che:

1) dedichi alla realtà sociale, economica e culturale della Valle d'Aosta almeno il 70 per cento dei propri articoli;

2) sia diffusa al pubblico in ambito regionale in misura superiore al 70 per cento delle copie vendute;

3) abbia periodicità costante almeno mensile;

4) abbia un formato minimo di area di stampa di centimetri ventiquattro per trentaquattro;

b) non dedicare alla pubblicità spazi superiori al 45 per cento degli spazi totali.

Articolo 12

(Requisiti per le imprese del settore radiotelevisivo)

1. Per beneficiare dei contributi, le imprese di cui all'articolo 3, comma 1, lettera b), oltre a possedere i requisiti di cui all'articolo 10, devono:

a) diffondere una testata giornalistica che:

1) dedichi alla realtà sociale, economica e culturale della Valle d'Aosta almeno il 70 per cento dei programmi di informazione;

2) trasmetta in una fascia oraria predeterminata un minutaggio minimo di programmi di informazione, fissati con la deliberazione di cui all'articolo 3, comma 2;

3) che copra almeno il 70 per cento del territorio regionale;

4) il cui segnale non sia diffuso al di fuori del territorio regionale per più del 30 per cento;

5) abbia periodicità costante giornaliera;

b) non dedicare alla pubblicità spazi superiori al 20 per cento della programmazione totale nella fascia oraria di cui alla lettera a), numero 2).

Articolo 13

(Requisiti per le imprese del settore telematico)

1. Per beneficiare dei contributi, le imprese di cui all'articolo 3, comma 1, lettera c), oltre a possedere i requisiti previsti dall'articolo 10, devono:

a) diffondere una testata giornalistica esclusivamente telematica che:

1) dedichi alla realtà sociale, economica e culturale della Valle d'Aosta almeno il 70 per cento dei propri articoli;

2) abbia periodicità costante giornaliera;

b) usufruire di entrate pubblicitarie non superiori al 40 per cento dei costi di produzione dei programmi di informazione.

Articolo 14

(Vincolo di destinazione)

1. I beni oggetto dei contributi di cui all'articolo 4 devono essere mantenuti nella destinazione dichiarata nella relativa domanda e non possono essere ceduti, a titolo oneroso o gratuito, concessi in locazione, in comodato o in uso a terzi:

a) per almeno tre anni dalla data di erogazione del contributo, se si tratta di beni mobili o di universalità di mobili;

b) per almeno dieci anni dalla data di erogazione del contributo, se si tratta di beni immobili.

2. Il divieto di cui al comma 1 opera anche in caso di affitto di azienda o cessione di ramo di azienda.

3. Il vincolo di destinazione sui beni immobili oggetto di contributo è reso pubblico a cura del soggetto destinatario mediante trascrizione presso l'ufficio dei registri immobiliari competente per territorio.

4. Il soggetto beneficiario del contributo che, prima della scadenza dei termini di cui al comma 1, per sopravvenuta, comprovata ed oggettiva impossibilità del mantenimento della destinazione dichiarata dei beni oggetto di contributo, intenda cederli, a titolo oneroso o gratuito, ovvero concederli in locazione, in comodato o in uso a terzi deve proporre apposita istanza di autorizzazione alla struttura regionale competente.

5. L'autorizzazione è concessa con deliberazione della Giunta regionale.

6. Entro sessanta giorni dalla comunicazione del provvedimento di autorizzazione, il soggetto beneficiario del contributo deve restituire l'ammontare dell'agevolazione concessa, maggiorato degli interessi calcolati con le modalità di cui all'articolo 18, comma 2.

7. L'autorizzazione può prevedere anche una restituzione parziale del contributo in misura proporzionale al periodo di effettivo utilizzo del bene, che comunque non può essere inferiore a un anno per i beni mobili e a cinque anni per i beni immobili.

8. L'autorizzazione può prevedere, su richiesta del soggetto beneficiario, eventuali condizioni di rateizzazione della somma da restituire, in un periodo comunque non superiore a dodici mesi.

9. La restituzione non è dovuta nel caso di sostituzione dei beni mobili oggetto di contributo con altri beni della stessa natura, per i quali non può comunque essere richiesto un altro contributo. In tal caso, il soggetto beneficiario del contributo propone apposita istanza preventiva di sostituzione alla struttura regionale competente; la relativa autorizzazione è concessa con provvedimento del dirigente responsabile.

CAPO III

INTERVENTI A SOSTEGNO DELL'INFORMAZIONE POLITICA E SINDACALE LOCALE

Articolo 15

(Agevolazioni e beneficiari)

1. La Regione concede contributi nella misura massima del 50 per cento della spesa ammissibile e, comunque, per un importo non superiore complessivamente a euro 35.000 annui lordi per singolo beneficiario, a favore di testate giornalistiche su supporto cartaceo edite da:

a) movimenti o partiti politici rappresentati nel Consiglio regionale;

b) organizzazioni sindacali rappresentative a livello regionale.

2. I contributi di cui al comma 1 sono erogati a copertura delle seguenti spese, al lordo degli oneri fiscali, se non altrimenti detraibili:

a) acquisto di carta;

b) servizi di stampa, di impaginazione e di distribuzione;

c) prestazioni di giornalisti professionisti o pubblicisti iscritti all'apposito albo professionale.

Articolo 16

(Requisiti)

1. Per poter fruire delle agevolazioni, le testate giornalistiche di cui all'articolo 15 devono:

a) avere sede operativa in Valle d'Aosta;

b) essere regolarmente registrate presso il Tribunale ai sensi della normativa vigente in materia di editoria;

c) essere presenti sul mercato regionale da almeno dodici mesi antecedenti il periodo cui si riferisce il contributo, con la stessa periodicità costante richiesta per accedere ai benefici;

d) essere edite e distribuite con cadenza costante almeno bimestrale, con una distribuzione non inferiore a 2.500 copie per numero;

e) riguardare la realtà politica e sindacale valdostana per almeno il 70 per cento dell'informazione, con particolare riferimento alle finalità statutarie;

f) dedicare agli articoli almeno il 60 per cento dello spazio totale;

g) usufruire di entrate pubblicitarie non superiori al 40 per cento dei costi complessivi di realizzazione del giornale;

h) non riprodurre integralmente articoli o brani apparsi su altre pubblicazioni, anche librarie.

2. Le domande di contributo sono presentate semestralmente a consuntivo su modelli approvati con provvedimento del dirigente della struttura regionale competente.

3. La concessione ed erogazione o il diniego dei contributi sono disposti con deliberazione della Giunta regionale, previa verifica della completezza e della regolarità della documentazione contabile.

4. I contributi di cui al presente capo non sono cumulabili con altri interventi pubblici concessi per le medesime iniziative. A tale scopo, il richiedente il contributo è tenuto a dichiarare, all'atto della presentazione della domanda, di non aver beneficiato e di non aver richiesto di beneficiare di altri interventi pubblici per le medesime iniziative oggetto della domanda di contributo.

CAPO IV

DISPOSIZIONI COMUNI

Articolo 17

(Vigilanza)

1. La struttura regionale competente, anche in collaborazione con le competenti autorità pubbliche, può disporre in qualsiasi momento, anche a campione, controlli sulle iniziative oggetto di contributo, allo scopo di verificarne lo stato di attuazione, il rispetto degli obblighi previsti dalla presente legge e dal provvedimento di concessione, nonché la veridicità delle dichiarazioni e delle informazioni rese dai soggetti beneficiari ai fini della concessione del contributo.

2. Per consentire lo svolgimento delle attività di controllo di cui al comma 1, i soggetti incaricati hanno libero accesso alle sedi e agli impianti delle imprese interessate e alla documentazione afferente all'agevolazione concessa.

Articolo 18

(Revoca degli interventi)

1. I contributi sono revocati con deliberazione della Giunta regionale qualora:

a) il soggetto beneficiario non rispetti i vincoli di cui all'articolo 14, in assenza dell'autorizzazione di cui al comma 5 del medesimo articolo;

b) dai controlli effettuati emerga la non veridicità delle dichiarazioni e delle informazioni rese dai soggetti beneficiari al fine della concessione del contributo;

c) il soggetto beneficiario perda anche uno solo dei requisiti di cui agli articoli 10, 11, 12, 13 e 16.

2. Entro sessanta giorni dalla comunicazione del provvedimento di revoca, il soggetto beneficiario del contributo deve restituire interamente o parzialmente, in misura proporzionale all'inadempimento riscontrato, l'importo dell'agevolazione, se già erogata, maggiorato degli interessi calcolati sulla base della media ponderata del tasso ufficiale di riferimento relativa al periodo in cui ha beneficiato del contributo.

3. Con il provvedimento di revoca possono essere autorizzate eventuali rateizzazioni della somma da restituire, per un periodo non superiore a dodici mesi ed un numero di rate non superiori a dieci. In caso di mancato versamento, anche di una sola rata, nel termine indicato nel provvedimento di revoca, il soggetto decade dal beneficio della rateizzazione, con l'obbligo di restituzione dell'importo residuo in un'unica soluzione.

4. La mancata restituzione del contributo entro il termine di cui al comma 3 comporta la decadenza del soggetto inadempiente, per cinque anni dalla data di comunicazione del provvedimento di revoca, dal diritto di presentare nuove domande di contributo ai sensi della presente legge.

Articolo 19

(Sanzioni)

1. La revoca disposta ai sensi dell'articolo 18, comma 1, lettera a), comporta, inoltre, l'applicazione della sanzione amministrativa pecuniaria del pagamento di una somma di denaro da un minimo della metà ad un massimo dell'intero importo del contributo indebitamente fruito.

2. Per l'applicazione della sanzione di cui al comma 1, si osservano le disposizioni della legge 24 novembre 1981, n. 689 (Modifiche al sistema penale).

3. I proventi derivanti dall'applicazione delle sanzioni di cui al comma 1 sono introitati al capitolo 7700 (Proventi pene pecuniarie per contravvenzioni) dello stato di previsione dell'entrata del bilancio della Regione.

Articolo 20

(Consultazione)

1. La Regione, anche su richiesta delle categorie interessate, al fine di acquisire pareri e valutazioni su tematiche specifiche in materia di editoria, può indire conferenze di servizi con altri enti e amministrazioni pubbliche, alle quali sono ammessi a partecipare i rappresentanti dei settori editoriale, radiotelevisivo e telematico e delle associazioni di categoria.

CAPO V

DISPOSIZIONI FINALI E TRANSITORIE

Articolo 21

(Abrogazioni)

1. Sono abrogate le seguenti leggi regionali:

a) 26 maggio 1998, n. 41 (Interventi per la valorizzazione e lo sviluppo dell'informazione locale);

b) 23 dicembre 2004, n. 32 (Disposizioni per le attività di coordinamento, promozione e sostegno del sistema della comunicazione e dell'informazione regionale).

2. Sono, inoltre, abrogati:

a) il regolamento regionale 17 agosto 1999, n. 5 (Criteri e modalità per la concessione dei contributi di cui agli articoli 2 e 6 della legge regionale 26 maggio 1998, n. 41 (Interventi per la valorizzazione e lo sviluppo dell'informazione locale);

b) l'articolo 20 della legge regionale 4 settembre 2001, n. 26.

Articolo 22

(Disposizioni transitorie)

1. La l.r. 32/2004 e le relative disposizioni attuative continuano ad applicarsi ai procedimenti finalizzati alla concessione e all'erogazione dei contributi ivi previsti riferiti all'anno 2008.

Articolo 23

(Disposizioni finanziarie)

1. L'onere derivante dall'applicazione degli articoli 4, 5, 6, 7, 8, 9 e 15 è determinato complessivamente in euro 677.000 per l'anno 2009 ed annui euro 685.000 a decorrere dal 2010.

2. L'onere di cui al comma 1 trova copertura nello stato di previsione della spesa del bilancio pluriennale della Regione per il triennio 2008/2010 negli obiettivi programmatici 2.1.6.03. (Partecipazione ad altre iniziative) e 2.1.6.01. (Consulenze e incarichi).

3. Al finanziamento dell'onere di cui al comma 1, si provvede mediante l'utilizzo delle risorse iscritte negli stessi bilanci nell'obiettivo programmatico 2.1.6.03., al capitolo 21432 (Contributi a sostegno dell'informazione locale) per annui euro 635.000 per gli anni 2009 e 2010 ed al capitolo 21434 (Contributi per l'adeguamento logistico, strumentale e tecnologico delle attività informative) per euro 42.000 per l'anno 2009 ed euro 50.000 per l'anno 2010.

4. Per l'applicazione della presente legge, la Giunta regionale è autorizzata ad apportare, con propria deliberazione, su proposta dell'Assessore regionale competente in materia di bilancio, le occorrenti variazioni di bilancio.

Presidente - La parola al relatore, Consigliere Rini.

Rini (UV) - Allo scopo di chiarire i presupposti della nuova disciplina regionale in materia di editoria e di comprenderne le linee di sviluppo, voglio esplicitare alcune considerazioni legate alle problematiche che la struttura competente ha dovuto affrontare nel corso della gestione amministrativa della legge precedente: legge regionale n. 32/2004, attraverso un raffronto, nei passaggi più salienti, fra la normativa menzionata e il disegno di legge in esame per meglio comprenderne la portata innovativa.

Il documento proposto si caratterizza, in primo luogo, per lo stralcio delle disposizioni riguardanti la comunicazione istituzionale. Infatti l'esperienza maturata evidenzia una sostanziale inattività delle disposizioni citate, relegate ad una mera enunciazione di principio. Le criticità della norma istitutiva della Commissione tecnica per l'editoria sono legate alle modalità di nomina del rappresentante degli editori e alle sue funzioni. L'assenza del contesto regionale di un'associazione di categoria, da una parte, e la previsione normativa di un'unica candidatura, dall'altra, hanno infatti reso difficoltoso il funzionamento dell'organo tecnico in menzione. Il disegno di legge prevede, rispetto alla vigente legge regionale, criteri puntuali, che saranno esplicitati anche con una successiva disposizione della Giunta regionale. Risulta quindi superfluo sottoporre le istanze ad un parere preventivo, risultando assolutamente scarsa la discrezionalità nella concessione dei contributi. Nel momento invece di approvazione di norme applicative il disegno di legge prevede la convocazione di apposita conferenza di servizi.

Il disegno di legge, pur mantenendo l'impianto proposto dalla vigente normativa, prevede una serie di correttivi di notevole importanza:

- viene chiarito che tutti i contributi verranno erogati al netto degli oneri fiscali;

- le ipotesi di adeguamento dei locali sono state circoscritte ai soli fabbricati ubicati entro i confini regionali ad uso di una sola impresa editoriale per i soli interventi di manutenzione straordinaria dettati da esigenze tecniche, igieniche, sanitarie e di tutela dei lavoratori;

- gli automezzi finanziabili sono solo quelli strettamente necessari all'attività informativa;

- sono poi ammessi gli acquisti di arredi di beni mobili e di tecnologia di importo minimo di 500 euro e questo per favorire investimenti di una certa entità, evitando micro sovvenzioni;

- viene introdotta la regola di "chiusura", fissata dal comma 3 dell'articolo 4, la quale, sommandosi alle singole condizioni sopra enunciate, favorisce scelte imprenditoriali ragionevoli e coerenti con le dimensioni dell'impresa.

Molto innovativo risulta essere il disegno di legge rispetto all'impianto pre-esistente. I contributi, infatti, non saranno più erogati sulla base di costi di stampa, ma sulla base delle pagine stampate e vendute, questo per il settore editoriale; poi del numero dei ripetitori e quindi sull'emissione del segnale per le imprese radiotelevisive ed esclusivamente sulle spese di affitto di spazi informatici per i giornali telematici. Incisivi risultano gli interventi in ordine ai requisiti richiesti in capo alle imprese editoriali per poter accedere ai contributi di legge. Un rinnovato rigore che emerge fin dalla previsione di distinti articoli, recanti rispettivamente i requisiti di natura generale, quelli ulteriormente richiesti alle imprese del settore editoriale, alle emittenti radiotelevisive e per gli operatori del settore informatica nella vigente normativa. Tale funzione viene ora soddisfatta in un solo articolo.

La previsione di un tetto pubblicitario in linea con i parametri fissati dal decreto legislativo n. 177/2005 vuole evitare che l'eccesso di spazi pubblicitari - i cui introiti vanno ad abbattere i costi di pubblicazione - diventino eccessivamente elevati riducendo al minimo l'ambito di informazione vera e propria al cui sostegno è, appunto, finalizzata la legge regionale.

Ultima, ma non in ordine di importanza, è la novità relativa alle composizione della redazione o unità redazionale. Essa dovrà essere formata da almeno 2 dipendenti, di cui almeno un giornalista, assunti a tempo indeterminato, tutti in regola con i contratti di categoria e gli obblighi previdenziali.

Il disegno di legge prevede modalità completamente differenziate per accedere ai contributi: per le spese correnti domanda a consuntivo ogni 6 mesi; per le spese di investimento domanda a preventivo, a sportello con istruttoria automatica sotto i 50.000 euro e valutativa al di sopra di questa soglia.

Importante poi la disposizione ove trovano forma e sostanza i principi sottesi all'intero disegno di legge e che vanno nel senso di garantire una corretta erogazione dei fondi allocati, oltre ad un recupero di efficacia ed efficienza dell'intero sistema. Viene introdotto il recupero delle sovvenzioni che scatta in tutti i casi in cui il soggetto non gestisce più in proprio l'azienda che edita la testata o l'emittente radiotelevisiva ovvero i beni finanziati non sono utilizzati per intero dal medesimo soggetto. Solo sulla base di preventiva richiesta motivata e provata da impedimenti sopravvenuti tali da inibire un uso diretto dei beni finanziati, i contratti diversamente vietati potranno essere autorizzati dalla Giunta regionale in pendenza di vincolo di destinazione (triennale per beni mobili e decennale per quelli immobili). Anche le ipotesi di sostituzione di beni mobili vanno preventivamente autorizzate, in questo caso dall'organo dirigenziale competente.

Sono dell'opinione che il settore in esame rappresenti l'ambito ove maggiormente l'assenza di una puntuale disciplina possa determinare negative e significative ricadute. Dinnanzi a pubblicazioni quantomeno dubbie nella natura e nelle finalità, ha preso avvio un profondo percorso di ripensamento del segmento riservando una maggiore attenzione al profilo contenutistico. Rispondono a tali impostazioni i previsti tetti pubblicitari e le percentuali minime di articoli.

Con questa legge quindi verranno eliminate alcune criticità applicative definendo un nuovo quadro di sostegno a favore dell'informazione locale, adeguato alla realtà valdostana con particolare attenzione e valorizzazione del patrimonio linguistico culturale e regionale. Eviterò di fare un'analisi dettagliata dell'articolato, che è ben presente nella relazione accompagnatoria del testo di legge e che condivido appieno.

Presidente - Vi ricordo che è in distribuzione un ordine del giorno presentato dal gruppo del "PD"; inoltre ci sono 15 emendamenti del gruppo "PdL", più il nuovo emendamento del Consigliere Ottoz, sostitutivo dell'emendamento n. 3 del gruppo stesso; 117 emendamenti del "PD", oltre al fatto che in II Commissione questo disegno di legge è stato approvato a maggioranza: mi riferisco al nuovo testo, che sarà posto in votazione. È aperta la discussione generale.

La parola alla Consigliera Squarzino Secondina.

Squarzino (Arc-VA) - Siamo convinti che la legge sull'editoria e sulla comunicazione erano da rivedere, perché, per quanto riguarda i contributi, le procedure previste e la loro applicazione hanno portato a delle difficoltà interpretative o di attuazione e solo recentemente abbiamo visto che alcuni di questi editori hanno dei problemi a livello giudiziario.

Per quanto riguarda la legge n. 32/2004, diciamo che siamo ben contenti che queste 2 leggi, la n. 32/2004 e la n. 41/1998, siano abolite, anche perché la prima, che è un provvedimento che verteva sulla comunicazione istituzionale, già allora l'avevamo molto criticata perché è una legge che non funziona in nessun modo anche nelle sue finalità. Qui addirittura si considerava informazione e comunicazione di pubblica utilità valorizzare l'immagine della Valle d'Aosta; allora a questo punto tutto diventa istituzionale solo per il fatto che si pubblicizzi l'immagine della Regione. Era interessante introdurre alcune novità, che sono state introdotte e che condividiamo: anzitutto c'è un principio di moralità che è stato affermato fortemente; come ricordava già il collega Rini, nell'articolo 10 sono state inserite norme che prevedono tra i requisiti che devono possedere le testate giornalistiche, radiotelevisive e telematiche per accedere ai contributi... si chiedono dei requisiti morali importanti, ossia si richiede che "i legali rappresentanti..." - come recita il punto 4 della lettera a) del primo comma - "... non abbiano subito condanne definitive per delitti non colposi commessi in danno della Pubblica amministrazione o per altri reati gravi...". Questo è importante perché in questi ultimi anni abbiamo visto nel mondo dell'editoria locale i responsabili o gli editori di testate giornalistiche essere coinvolti in inchieste giudiziarie, gettando molte ombre sulle modalità con cui viene gestita l'informazione locale, per cui ci si chiede: a vantaggio di chi viene fatta l'informazione locale, pagata da chi? Sono tutte domande che non hanno avuto finora una risposta, forse con questi requisiti generali indicati all'articolo 10 qualche piccolo tassello positivo viene posto. Probabilmente pone finalmente chiarezza sulla moralità di chi, almeno pubblicamente, è responsabile dell'informazione in Valle, chi si presenta come legale rappresentante di una testata. Norma che avremmo voluto fosse applicata fin da subito, ma la norma transitoria non lo consente, perché è già stata attivata la modalità di pagamento rispetto alla vecchia legge.

Il secondo elemento che riteniamo positivo è il fatto che vengono tolte dai finanziamenti delle testate giornalistiche di associazioni, perché questo ha dato adito a dei finanziamenti perlomeno discutibili; ne abbiamo discusso a lungo in Commissione. Quando vediamo che giornali come "Le milieu rural", che è fatto di fotografie dell'Assessore Isabellon che è anche fotogenico, bravo, e fa delle cose belle, ma che dobbiamo pagare anche un giornale che pubblicizza l'immagine e l'attività dell'Assessore Isabellon, oltre alla pubblicazione che l'Assessorato dell'agricoltura già fa... mi sembra un uso non appropriato dei soldi pubblici; come pure alcuni giornali a carattere sportivo come quello sul basket, non credo che con i soldi pubblici si debbano finanziare giornali che si occupano di sport in modo specifico.

Vi è un terzo elemento che nel primo testo non era messo in luce in modo sufficiente, nel senso che erano previsti degli interventi per i giornali "on line" telematici solo per quanto riguarda spese di investimento e non spese correnti. Abbiamo fatto invece un emendamento in questo senso, in Commissione c'è stato un approfondimento, l'Assessore ha proposto un emendamento analogo per cui noi ci consideriamo soddisfatti, perché tale parte che riguarda l'introduzione di spese correnti per i giornali "on line" telematici la riteniamo positiva, in quanto questi giornali telematici man mano che aumentano il proprio lavoro e soprattutto che le informazioni che hanno si stabilizzano nel tempo aumenta anche lo spazio di cui hanno bisogno per mantenere in rete tali informazioni.

Esaurita la parte positiva, "construens", vorrei adesso soffermarmi sulla parte "destruens", la parte che non condividiamo. Avevamo posto in Commissione diversi emendamenti, 3 sostanziali: uno è stato accolto ed è quello che riguarda i giornali "on line", gli altri 2 emendamenti, che riguardano invece i giornali politici, non sono stati accolti. Qual è l'emendamento che avevamo chiesto e che oggi non abbiamo riproposto "tout court", perché già ci è stato detto che ce lo avrebbero cassato? Ma quale richiesta avevamo fatto e non è passata? Noi quindi consideriamo negativo questo disegno di legge perché è limitante per quanto riguarda l'informazione politica. Qual è la questione? Qui vengono considerate come destinatari di interventi le informazioni politiche e sindacali, dunque testate giornalistiche di proprietà di movimenti o partiti politici rappresentati nel Consiglio regionale. Avevamo chiesto che fossero semplicemente partiti politici presenti in Valle, ma questa nostra richiesta non è stata accolta. Riteniamo molto negativo questo, perché non garantisce in alcun modo il pluralismo dell'informazione. Non voglio "fare l'uccello del malaugurio", non me ne voglia l'Assessore La Torre, ma se il suo gruppo politico non riuscisse a superare il "barrage" di 2 seggi per entrare in Consiglio regionale, il giornale del suo movimento non avrebbe più nessun finanziamento.

Credo che questa legge debba garantire la pluralità dell'informazione politica e che non possa assolutamente limitarsi a finanziare solo i partiti che siedono in Consiglio regionale, tanto più che c'è tale "barrage", allora un domani che qui si alza la soglia ulteriormente, cosa capita? Capita che questa legge finanzierebbe solo i partiti politici che contano in Valle, che hanno già un grosso potere, che quindi non avrebbero teoricamente neanche bisogno del denaro pubblico per poter diffondere il proprio pensiero e la propria valutazione sui fatti e sulla situazione politica. Riteniamo molto negativo questo fatto, riteniamo che sia una scelta che toglie alcune condizioni per cui possa esercitarsi un chiaro dibattito e confronto, l'unica condizione che consente che una democrazia possa vivere e alimentarsi, perché in tale modo considerate come i difensori della democrazia solo quelli presenti in Consiglio: questo non è corretto, né democratico e questo noi lo rifiutiamo come ragionamento, non ci riconosciamo assolutamente.

Come anche un altro emendamento che avevamo posto... era una richiesta che avevamo fatto con forza negli emendamenti presentati nel precedente disegno di legge e poi discussi in Commissione... era quello che aumentava la periodicità delle pubblicazioni da bimestrale a mensile; riteniamo che chi si presenta come movimento o forza politica che vuole contribuire a dare informazioni per quanto riguarda la situazione politica dovrebbe farlo in modo almeno mensile, altrimenti qui basta che un gruppo politico pubblichi 6 numeri in tutto l'anno che riesce ad avere i contributi. Sono d'accordo rispetto ai costi della democrazia, ma qui non sono i costi della democrazia: qui sono i costi per i pigri di partiti forti, che già hanno tutte le risorse per poter esprimere il proprio parere.

Noi quindi siamo decisamente contrari e, anche se sottolineiamo alcuni aspetti positivi, perché, rispetto al passato, c'è stato un miglioramento, rispetto a tale questione, vi è stato decisamente un peggioramento. Questa è una legge che così non doveva essere fatta, noi la prossima legislatura, se saremo al Governo, la cambieremo.

Presidente - La parola al Consigliere Segretario Venturella.

Venturella (Arc-VA) - Vorrei intervenire facendo una piccola osservazione, frutto di una ricerca personale. Ad una lettura della tabella che è stata distribuita in Commissione sulla legge regionale 23 dicembre 2004, legge sull'editoria, se si leggono i dati sui contributi liquidati, ci accorgiamo che vi è "L'informazione Valle d'Aosta", "Le travail", "La voce della Stella Alpina", ossia tutti gli organi dei partiti e movimenti politici che siedono in Consiglio regionale, ma "Le peuple valdôtain" non compare, chissà come mai, oh bella! In questo elenco non c'è: ecco perché forse c'è tale atmosfera di serenità quasi noncuranza nei confronti della legge da parte dei Consiglieri unionisti, perché a loro non importa, perché non ricevono i soldi del finanziamento pubblico sull'editoria locale. Ricchi, straricchi per cui non hanno bisogno di ricevere questi soldi... fortunati? Hanno avuto delle donazioni, dei lasciti finanziari da qualche grande magnate? Perché qui non compare il movimento politico "Union Valdôtaine"? Perché abbiamo scoperto che esiste un trucchetto... quando un po' di tempo fa il Presidente Caveri lanciava strali incredibili sul fatto che il "Galletto" avesse richiesto la proroga dei termini per la presentazione dell'importo delle spese elettorali... e qui si scopre il trucchetto! Perché il movimento dell'"Union Valdôtaine" beneficia di un simile trucchetto, mi spiego - credo che l'Assessore Marguerettaz sappia bene a cosa mi riferisco -: tutto deriva, come al solito, da un piccolo emendamento fatto in un piccolo decreto, vediamo le cifre. In totale nel 2006 sono stati liquidati dei contributi a 15 testate sia di movimento politici che di giornali di categorie per circa 200mila euro e fra questi "Le peuple valdôtain" non c'è; la casa editrice "Le peuple valdôtain" si autofinanzia? No. È stato suggerito da Aosta a Roma ladrona un piccolo emendamento a un decreto. Cosa capita per "Le peuple valdôtain"? Sono andato a rivedermi i contributi all'editoria 2004, vedo che l'"Union Valdôtaine" nel 2004 ha ricevuto 148mila euro, va benissimo, sto parlando di un contributo nazionale; nel 2005 ha ricevuto 332.358 euro; nel 2006-2007 li continua a ricevere questi soldi, che rappresentano più del 100%, ma perché?

Caveri (fuori microfono) - ... perché è stato fatto un emendamento per i giornali del Centro-Sinistra...

Venturella (Arc-VA) - ... come al solito, il Presidente Caveri ha perso l'occasione per stare zitto, perché non è così! Si vede che ho colpito nel segno però, il nervosismo è tipico. Esiste la legge n. 250/1990, che permette alle testate di ricevere dei contributi nazionali, previdenze per l'editoria e riapertura dei termini a favore delle imprese radiofoniche per la dichiarazione di rinuncia agli atti e per l'accesso ai benefici di cui all'articolo 11 della legge stessa.

Qui si dice... a chi sono rivolti i contributi nella legge 1990? Sono rivolti a quelle testate che risultino essere organi o giornali di forze politiche che abbiano il proprio gruppo parlamentare in una delle Camere o nel Parlamento europeo, avendo almeno un rappresentante in un ramo del Parlamento italiano... e questo va bene. Esiste poi la legge n. 388/2000, che dà una serie di prescrizioni, cosa deve avere una testata giornalistica e dice una serie di cose: pubblicare i bilanci, bla-bla-bla... Il 10 aprile 2006 è successa una cosa: la casa editrice "Le peuple valdôtain" non aveva più nessun rappresentante al Parlamento italiano, perché il "Galletto" aveva vinto le elezioni; quindi, non avendo nessun rappresentante, quella casa editrice avrebbe dovuto non aver più il finanziamento, invece capita...

Caveri (fuori microfono) - ... spiegaci...

Venturella (Arc-VA) - ... dato che c'era il pericolo che la casa editrice "Le peuple valdôtain" venisse ricompresa nell'elenco delle 8 testate giornalistiche che sono beneficiarie dei contributi secondo la nostra legge regionale, dato che "l'Union" non aveva più rappresentanti nel ramo del Parlamento... il "decreto Bersani" dice...

Caveri (fuori microfono) - ... è fatto per noi...

Venturella (Arc-VA) - ... non è fatto per voi, Presidente, ma è fatto anche per voi. Cosa dice il "decreto Bersani"? Che il requisito della rappresentanza parlamentare indicato nell'alinea dell'articolo 3, comma 10 della legge n. 250 e successive modificazioni, non è richiesto per le imprese editrici di quotidiani o periodici...

Presidente - ... Presidente Caveri, non è il caso di muoversi e di fare lo "show"...

Venturella (Arc-VA) - ... ci hanno detto che uno "show" simile lei lo ha fatto già al carnevale di Verrès, non lo faccia anche in quest'aula...

Presidente - ... vada avanti, Consigliere Segretario Venturella...

Venturella (Arc-VA) - ... non è richiesto per le imprese editrici di quotidiani o periodici, che risultano essere giornali o organi di partiti o movimenti politici che alla data del 31 dicembre 2005 abbiano già maturato il diritto ai contributi di quel medesimo comma 10: questo vuol dire che chi aveva i rappresentanti in Parlamento al 31 dicembre 2005 e che ha perso le elezioni come - faccio un esempio - l'"Union Valdôtaine" il 9-10 aprile 2006 continua a ricevere i contributi! Abbiamo telefonato al Dipartimento del Ministero e alla domanda: secondo questo emendamento, facciamo un esempio che ci riguarda, "Le peuple valdôtain" avrà all'infinito i contributi per l'editoria, ci hanno risposto affermativamente e questo anche se non hanno alcun rappresentante al Parlamento. È questo il problema. Non voglio qui dare dei giudizi di merito sul Deputato che ha introdotto in IV Commissione parlamentare tale piccolo emendamento; rimane il fatto che esiste una situazione di grave privilegio perché il primo requisito per avere il contributo da parte dello Stato era quello di avere un rappresentante in Parlamento. Si è introdotto un meccanismo per cui chi aveva un rappresentante in Parlamento prima del 31 dicembre 2005 è come se questo rappresentante ce lo avesse all'infinito, è questo il problema!

Caveri (fuori microfono) - ... ma è il tuo Governo che lo ha fatto...

Squarzino (fuori microfono) - ... questo per dire che tale legge sull'editoria a voi non interessa niente...

Venturella (Arc-VA) - ... "questo per dire"... ecco perché al gruppo dell'"Union" questa legge se passa o se non passa non gliene può fregare di meno! Perché i soldi, ma non i soldini che noi prendiamo - parlo del gruppo "PD", parlo del gruppo "Stella Alpina"... -, quasi il 150% in più, i nostri amici dell'"Union" se lo sono già assicurato con un piccolo emendamento, che è stato presentato in V Commissione parlamentare e quindi, anche se noi ci agitiamo tanto per questa legge, a loro non importa nulla! Ecco perché il pensiero mi è corso alla riunione dei Capigruppo e dell'Ufficio di Presidenza quando abbiamo deciso l'ordine del giorno, il Presidente Caveri ha detto: "noi sulla legge sull'editoria non ci moriamo"...

(interruzione del Consigliere Vicquéry, fuori microfono)

... cominciate a farlo voi il bel gesto! Il fatto che anche il Capogruppo dell'"Union" intervenga vuol dire che abbiamo "punto sul vivo", ma 2 volte "punto sul vivo"! Per chi ha voluto ascoltare senza fare i "balletti", l'emendamento è stato presentato il 21 luglio 2006 dall'On. Lusi, che ha aggiunto il comma: il requisito della rappresentanza, "PD-Ulivo". Non ci importa di svelare la progenitura di questo emendamento, è un fatto che "l'Union" continua a beneficiare di soldi e dice sempre che della legge sull'editoria non gliene importa niente, anzi introduce sempre nuove norme che valgono per gli altri! Questo è il problema.

Presidente - La parola al Consigliere Sandri.

Sandri (PD) - Francamente non è questo un argomento che mi entusiasma, perché tale legge la prima cosa che mi fa venire in mente è un "report" di "Report". Non so se qualcuno qualche mese fa ha visto una trasmissione su "RAI 3", che evidenziava come il sistema del finanziamento dell'editoria in Italia sia particolare. Ci sono dei potenti partiti politici che hanno 2 parlamentari, che hanno dei giornali che non si sa bene dove siano venduti, che si trovano "a paccate" in giro distribuiti da qualche parte, e portano a casa per questo milioni di euro. Quello fu un "report" che dimostrò la vergogna dell'Italia, per cui è un tema molto delicato su cui non mi sento di ergermi a difensore del finanziamento pubblico di questi organismi.

Bisogna dire che questa legge sull'editoria è una tappa di un lunghissimo percorso. In Valle d'Aosta la legge sull'editoria c'è dagli anni '70, mi ricordo che ero Direttore del giornale di democrazia proletaria (intitolato "Lotta Proletaria") fine anni '70 e già avevamo tale finanziamento. Oggi siamo di fronte all'evoluzione, ma questa parte dell'editoria della legge valdostana è solo una parte finale, dall'articolo 15 in poi, prima c'è una parte diversa su cui devo fare alcune osservazioni. Riteniamo che meno il pubblico si occupa di giornali indipendenti meglio è, perché alla fine il sospetto che questo possa condizionare la linea politica di un giornale è abbastanza forte. È vero che il "Corriere della Sera" o "La Stampa" probabilmente hanno un finanziamento dallo Stato, ma su queste grandi imprese editoriali la percentuale è così bassa rispetto al fatturato che non è determinante. In Valle d'Aosta lo è di più, per cui questi finanziamenti a cui stiamo dando il via libera ho l'impressione che andranno ad aumentare il finanziamento che fino ad oggi abbiamo dato e potrebbe avere degli effetti più a rischio dal punto di vista dei rapporti democratici, ma le dimensioni della nostra regione in termini numerici sono così piccole per quanto riguarda i lettori, che un sostegno pubblico può essere giustificato. Io credo che su 100 euro che incassano queste società il finanziamento attraverso tale legge potrà significare 10-15 euro, ma la pubblicità istituzionale, la pubblicità che "Finaosta", la Regione, gli enti locali, il BIM comprano rappresenta un'entrata molto superiore ed è lì che si gioca con i cordoni della borsa il legame con l'editoria, per cui abbiamo presentato un ordine del giorno che, essendo stato concordato con il Presidente Caveri, speriamo che sia accolto, in cui si impegna la Giunta "a predisporre, anche con norma di legge... i criteri di attribuzione della pubblicità istituzionale, sulla base delle pagine stampate moltiplicate per le copie vendute e sulla base di un prezzario perequativo che tenga conto dei prezzi medi praticati e accertati ai clienti ordinari", perché non vorremmo che magari venissero fuori idee che i prezzi della pubblicità per il privato e per il pubblico possano essere diversi. Tenuto conto che questa legge non è di oggi - questa credo sia la terza o la quarta revisione -, possiamo avere uno storico per capire cosa non ha funzionato.

Non ha funzionato intanto il Comitato degli editori, perché di fatto è stato messo in piedi un comitato che non rappresentava se non un editore in particolare e non è stato rappresentativo. Vi sono stati poi dei "balletti" di società che si vendevano le attrezzature, che poi continuavano ad essere finanziate dall'Amministrazione regionale. C'è stata un po' di confusione, almeno legata ad una testata giornalistica abbastanza diffusa in Valle, che pare che abbia avuto un esito abbastanza negativo, perché alcune di quelle società sono state coinvolte in chiusure e istanze di fallimento, almeno dalle notizie che per "vox populi" ci arrivano. Qualche problema quindi è emerso e dovremo sperare che questa nuova legge vada in una direzione diversa; mi sembra sia stata fatta decisamente meglio, ci sono delle cose che garantiscono di più, sicuramente di positivo è stato fatto che i finanziamenti sono legati ad una serie di tutele del personale e questo è un grosso passo, per cui se tali cose andranno in porto, non potranno che migliorare la qualità della questione.

Il problema grosso che rimane è quello della parte politica, che sia chiaro: noi siamo contro la frammentazione politica, per cui ci va bene quello che è stato posto nel disegno di legge, ossia possono prendere il finanziamento le forze politiche che hanno dimostrato almeno di rappresentare il 5,5% della popolazione, altrimenti andiamo a finanziare cose incredibili! Voglio essere anche più chiaro, con tutto il rispetto per gli amici di "Renouveau Valdôtain" e "Vallée d'Aoste Vive", se avessimo finanziato i loro 2 giornali, ci troveremmo alle elezioni con un partito solo. Credo che questo discrimine sia democratico e si inserisce nel dettato dell'articolo 49 della Costituzione, che dice che i partiti - quelli che abbiano una determinata rappresentanza - sono il cardine della democrazia. Come si è svolto in Valle tutto questo? Si è svolto positivamente, perché in questi anni abbiamo visto che "Nuova Sinistra Informazione", poi diventata "Informazione" dei "Verdi Alternativi", adesso credo sia "Informazione" dell'"Arcobaleno", "Le travail", che è sempre stato "Le travail", "Le peuple valdôtain" fin quando non ha avuto il finanziamento dallo Stato, il giornale del gruppo "Stella Alpina" hanno potuto operare serenamente con tale finanziamento e ancora oggi svolgono un ruolo importante: questo lo trovo come un addendo al finanziamento dei gruppi consiliari regionali ed è un modo per difendere le istituzioni, ma requisito minimo è che vi sia un gruppo consiliare in Consiglio regionale. Io sarei stato anche più corretto e lo avrei legato ai risultati elettorali, per non trovarsi che dopo le elezioni qualche gruppo si divide... ma rimaniamo alla presenza in Consiglio che va benissimo così. Tra l'altro, devo dire che è un dato positivo il fatto che sia stata messa come spesa detraibile anche quella dei giornalisti, quindi questo è un dato che ci conforta.

Alcune altre osservazioni più puntuali che faccio ora per non ripeterle sugli emendamenti. Per un ideale di tipo macro Regione europea, riteniamo che possono essere finanziati giornali che abbiano o il 70% dedicato alla Valle d'Aosta, o il 50% dedicato alla nostra Regione e il 20% dedicato alla realtà sociale, economica, culturale del Canton Vallese o dell'Alta Savoia: questo per favorire la crescita nei giornali dell'attenzione per tali realtà vicine a noi dal punto di vista linguistico, culturale e geografico. Siamo convinti che si debba passare, per quanto riguarda i giornali politici, a finanziare solo quelli che hanno una cadenza almeno mensile, non dico settimanale o quindicinale perché forse c'è troppo impegno, ma il bimestrale è un legame troppo labile con il lettore e non rispetta dei canoni di riferimento importanti, quindi abbiamo proposto che si passi al mensile dal bimestrale, così come chiediamo che vi sia almeno una possibilità di verificare la percentuale di pubblicità che possa essere ammessa in questi casi. Sono dettagli che analizzeremo nel testo finale, credo che questa legge, rispetto alla realtà della regione, abbia dimostrato negli anni precedenti dei buoni risultati, salvo le eccezioni che dicevo prima, mi sembra che si innesti in quel percorso, ho l'impressione che con un po' di buona volontà da questo Consiglio possa emergere un testo che consenta di sostenere l'editoria locale, ma soprattutto sostenere la quantità e la qualità dell'occupazione giornalistica all'interno dell'editoria locale e questo credo sia un risultato di tutto rispetto di cui possiamo essere orgogliosi.

Presidente - La parola al Consigliere Ottoz.

Ottoz (PdL) - Questa è una legge che ha una lunga storia, il tempo che ci ha messo a passare da tutte le varie Commissioni, poi in aula e di nuovo in Commissione, lo testimonia, è una legge che tocca una serie di temi e di sensibilità che non sono solo concentrati sul contributo all'editoria in senso stretto. È una legge che ha degli aspetti positivi, anche se ognuno può avere la sua opinione sull'opportunità di questo tipo di contributi, che sono ormai largamente radicati nel tempo. Teniamo conto che il sistema dell'editoria in tutto il Paese, escluso quello che spendono le Regioni, ma a livello statale costa alle tasche dei contribuenti un miliardo di euro, di cui una parte è stata indicata e alcuni meccanismi poco condivisibili sono stati messi in luce dalla trasmissione su "Report", ma che sono apparsi approfonditi su alcuni libri che sono usciti in questo ultimo periodo, di nuovo il libro si chiama "La casta" perché le caste vanno di moda. Mi fa specie, oltre che piacere, che il collega Sandri faccia questo passaggio sulla pubblicità, dato che le iniziative per capire dove finivano i soldi della pubblicità in Valle d'Aosta sono state presentate dal nostro gruppo; capisco che siamo "all'ultimo miglio" della campagna elettorale, per cui il collega Sandri ha questa bulimia di argomenti e vuole far suoi tutti quelli di tutte le parti che sono presenti in Consiglio, ma il suo ordine del giorno lo avrà anche concordato, ma non stabilisce che la Regione, una volta che ha deciso di acquistare la pubblicità istituzionale, deve anche decidere come distribuirla fra le varie testate, altrimenti la Regione segue tutti i parametri e si troverebbe una perequazione nel trovare il prezzo giusto, ma non c'è nessuna perequazione nell'identificare la testata giusta, per cui una riflessione su questo sarebbe da fare.

Vorrei sottolineare alcuni aspetti per i quali abbiamo presentato degli emendamenti e che riteniamo importanti. Intanto il costo della comunicazione e gli aiuti all'editoria devono essere estesi, come lo sono, alle imprese che fanno comunicazione su "internet", perché si tratta di un tipo di comunicazione molto più libera, molto meno costosa, che ci porta nel futuro della comunicazione e in cui è possibile fare interventi meno costosi per la comunità, perché, dando contributi singolarmente importanti per i comunicatori, si spende meno come Regione per quanto riguarda le contribuzioni. Vi è da dire che vanno perfezionati certi meccanismi previsti dalla legge, che sembrano essere fatti in modo che questi contributi si dichiarino e poi sia molto difficile, se non impossibile, darli e a questo scopo sono mirati gli emendamenti che abbiamo presentato. Faccio un esempio di intenzione virtuosa e di applicazione perniciosa. Così come è scritta la norma che riguarda le radio locali, esse, che sono la "terza gamba" dopo la stampa, le radio e la telematica in questa legge, non possono prendere i contributi, ossia è quella che si chiama una bella figura a costo zero, perché ipotizzare che possano dotarsi, data la struttura che hanno le radio locali, del tipo di risorse tecniche giornalistiche previste dalla legge non è possibile. D'altra parte in Italia le radio locali funzionano con risorse di tipo diverso e sarebbe opportuno prendere atto della realtà.

Un'altra cosa non condivisibile è il riconoscimento della Corporazione dei giornalisti, la madre di tutti i sindacati, intesa come l'Associazione dei giornalisti ovvero la Federazione nazionale della stampa italiana, sindacato unico. Credo che anche la collega Fontana non sia a favore del sindacato unico, ma di una pluralità di sindacati come noi e anche qui è inutile mettere in una legge delle norme che implicano dei costi che sono affrontabili, per cui capita che o si fa la verifica e non si danno i contributi - con un'altra bella figura a costo zero -, o non si fa la verifica e la norma non viene applicata e si spendono lo stesso i soldi. Nessuna delle 2 ipotesi deve essere contemplata fra quelle che deve porsi come obiettivo il legislatore. Sappiamo che ad Aosta, a parte la "RAI", "l'ANSA" e "La Stampa", difficilmente le altre testate sono in condizione di rispettare certi impegni per questioni di mercato, ma esistono accordi di vario genere in ambito giornalistico nella piccola editoria, però non esiste solo la Federazione nazionale della stampa italiana. Io che sono iscritto all'Ordine dei giornalisti dalla fine degli anni '60 non accetto che vi sia un sindacato unico, la corporazione, le gilde della città medioevale che dicono: "i costruttori siamo noi, i ferraioli sono loro...", eccetera, e nessuno può accedere se non passando attraverso queste.

Ritengo che anche in ambito giornalistico sarebbe opportuno avere una pluralità sindacale, quindi, anche se è giusto far riferimento per gli obblighi che abbiamo previsto all'articolo 9 per le testate, si dovrà fare riferimento a contratti regolarmente sottoscritti sul piano nazionale, ma non necessariamente a quelli della Federazione nazionale stampa italiana e basta, altrimenti i collaboratori delle nostre testate rischiano di rimanere senza tutela. La tutela richiesta non è applicabile, i giornali devono uscire lo stesso, "ad impossibilia nemo tenetur" e quindi si fa quello che si vuole, come ci hanno detto chiaramente in audizione.

Riteniamo quindi che questa legge sia un miglioramento netto della legge precedente, concordiamo sul fatto che, essendo portati alla libertà di mercato, al fatto che ci debbano essere più realtà sindacali come controparti degli editori e non una sola... reputiamo che alcuni aspetti di questa legge per i quali abbiamo presentato emendamenti possano essere perfezionati. La nostra posizione pertanto si delineerà man mano durante la discussione dei vari articoli, per capire fino a che punto si può mettere un suggello finale ad una legge che ci trova favorevoli o non troppo favorevoli, pur rimanendo favorevoli al principio. Essendo tendenzialmente bipolaristi, maggioritari, siamo per l'alternanza, quindi siamo per la progressiva creazione di partiti di dimensioni più consistenti, anziché per la diluizione in micro partiti. Per quanto riguarda invece la norma di cui si è lamentata la collega Squarzino, ossia quali sono le parti aventi diritto ai contributi, ci troviamo d'accordo con la posizione sostenuta dal testo di legge, ossia che i contributi ai fogli di partito vadano solo a quelli che hanno dimostrato di avere un radicamento sul territorio, che si sostanzia attraverso la capacità di essere eletti in Consiglio, perché si rappresenta almeno quel famoso 5%, quella soglia che è uno dei 2 sbarramenti per esser eletti in Consiglio. Gli altri, se hanno istanze valide, potranno giocarsele sul territorio con una loro azione politica, presentarsi alle elezioni ed acquisire il diritto ad avere questi contributi dimostrando di avere quel minimo di forza elettorale al di sotto della quale l'azione di contribuzione sarebbe troppo dispersiva.

Presidente - Siamo sempre in discussione generale. Se non ci sono altri interventi, dichiaro chiusa la discussione generale.

La parola all'Assessore alle attività produttive e politiche del lavoro, La Torre.

La Torre (FA) - Voglio anzitutto ringraziare il relatore, collega Rini, il Presidente della Commissione Vicquéry, che hanno seguito per molto tempo la gestazione di questo provvedimento. Il disegno di legge n. 191 è un buon disegno di legge, perché si pone un semplice obiettivo: quello di tutelare la difesa della diffusione dell'informazione sul territorio regionale, preoccupandosi anche della tutela dei lavoratori dell'informazione. Il disegno di legge non introduce nessun nuovo elemento rispetto alla legge n. 32, ma semplicemente va a razionalizzarli e riordinarli in funzione delle esperienze che abbiamo avuto con la legge n. 32. Una legge, come detto, difficile da gestire per una serie di motivi che potremo anche enunciare, quindi il disegno di legge n. 191 è stato scritto in funzione di trovare una possibilità di applicarlo, verificarlo, garantendo così una trasparenza della sua applicazione. Non dimentichiamoci che, quando parliamo di leggi di contributi, parliamo di soldi pubblici ed è evidente come mai in questo periodo abbiamo un dovere di essere chiari, trasparenti, concreti in quello che applichiamo.

Ho apprezzato alcuni interventi che sono stati fatti da alcuni Consiglieri, devo dire che non l'ho seguita, collega Venturella, e non l'ho apprezzata più di tanto, anche perché, essendo la legge così semplicemente strutturata, la vera discussione politica non era quell'arzigogolare su chi è che ha ragione, su chi ha fatto l'emendamento, quanto capire se, quando si parla di contributi per l'informazione, è giusto darli e poi a chi darli eventualmente. La discussione che è in corso in Italia in questo momento tratta di tali cose, tratta se è giusto che l'informazione pubblica e dei partiti sia sovvenzionata e questo poteva essere il confronto che si poteva aprire in quest'aula, non certo se è stato fatto un emendamento alla "legge Bersani" e chi favorisce, perché si "aprono solo delle miserie" che riguardano tutto il Paese, di nessun interesse per nessuno di parlarne.

Il passaggio sul fatto dell'importanza di dare dei contributi all'editoria in Valle è stato affrontato in alcuni interventi anche in modo pacato, forse il Consigliere Sandri facendo dei riferimenti al riconoscimento di una particolarità del nostro territorio e alla difficoltà che c'è a fare informazione in Valle, quindi a farsi carico di garantire una pluralità di informazione e soprattutto l'informazione. Dicendo questo, abbiamo già risposto a tutte e 2 le domande di tipo politico: è giusto dare dei contributi? Sì è giusto darli a chi opera sul territorio valdostano per le motivazioni che sono state ben espresse.

Questo disegno di legge ha avuto un iter incredibile, quando si parla di democratica partecipazione, altro che democratica partecipazione! Potevamo scrivere la "Divina Commedia" se si andava avanti ancora un po', perché si è iniziato a parlarne, riconoscendo che la legge n. 32 era inapplicabile, nel novembre del 2006! Dopodiché con un gruppo di lavoro che si è costituito nell'aprile del 2007... e qui voglio ringraziare il dott. Donati e la dott.ssa Ippolito che ne hanno fatto parte inizialmente e quindi hanno dato il via a tutta una "sgrossatura" di quelle che potevano essere le diverse posizioni. Non dimentichiamo che sono interessati dal disegno di legge tanti attori e non sono solo gli editori, gli operatori del settore, ma qui si parla di televisione, di giornali telematici, di giornali politici, di "reporter", di giornalisti, insomma si parla di tante realtà e potete immaginare la difficoltà nel mettere insieme tutte le varie opinioni, nel tener conto di quello che succede in Italia perché esistono contratti nazionali, contratti locali, contratti dei poligrafici, contratti applicati e non applicati... L'iter è stato lunghissimo che ha permesso di approdare in Commissione con una bozza concreta e poi in Commissione c'è stata la possibilità di approfondire nel concreto gli articolati della legge.

Torniamo a quello che è un altro tema politico, un altro dei temi che oggi vale la pena di discutere ed era la domanda che poneva la collega Squarzino, ossia nell'ambito dei giornali politici a chi deve essere dato. Rispondo subito condividendo la posizione espressa dai Consiglieri Sandri e Ottoz; credo sia giusto garantire una pluralità purché all'interno di un quadro democratico di regole riconosciute e accertate. Quando viene richiamato l'articolo 49 della Costituzione, credo che il riferimento sia corretto, ossia dobbiamo tra di noi definire delle regole che siano rispettose della democrazia, ma di una democrazia che abbia passato la prova del cittadino, altrimenti cosa ascoltiamo da parte dei cittadini? I cittadini ci chiedono trasparenza e noi gli proponiamo che siamo pronti a sovvenzionare qualunque tipo di proposta politica? Perché a questo punto - faccio una battuta che non è neanche spiritosa - se gli amici italiani di Osama Bin Laden facessero giornali, li dobbiamo sostenere? In realtà è così però, perché non è che si possono introdurre delle regole e poi applicarle per chi si vuole, collega Squarzino, perché lei generalizza una regola e poi la va ad incidere come vuole lei a seconda delle convenienze...

(interruzione della Consigliera Squarzino Secondina, fuori microfono)

... è così, ma non è così quello che dice lei, io non condivido! Credo sia rispettoso delle regole della democrazia e di chi seriamente vuol fare informazione di tipo politico, che possa e che debba sottoporsi al giudizio degli elettori, superarlo nella misura in cui le leggi regionali lo prevedono, se è il 2, è il 2, se è il 5, è il 5, non discuto su questo, se lei ritiene che il 5 sia una soglia troppo alta farà la sua battaglia politica perché venga abbassata e vale per tutti, vale per chiunque non prenderà il "quorum" alle elezioni del Consiglio. Credo che la risposta sia palese, non è che possiamo adesso andare ad adattare delle regole in funzione di chi è all'opposizione o chi non ha preso il "quorum", anche perché nel rispetto e nella correttezza questa legge andrà in applicazione dal gennaio 2009, quindi la norma transitoria garantisce anche chi deve affrontare delle campagne elettorali e dei momenti di giudizio elettorale, perché nel 2009 avranno avuto modo di far valere le loro opportunità elettorali, quindi credo che su questo argomento la risposta sia chiara.

Per quel che riguarda alcune osservazioni che lei aveva fatto in merito ai numeri bimestrali, credo sia una questione di correttezza: è inutile obbligare a scrivere dei giornali che si riempiono di foto e con poche informazioni, che poi costano alla collettività, ma è più importante che l'informazione vi sia e che sia fatta in funzione di trasmettere dei messaggi e non per prendere il contributo. Qui bisogna capire che il giornale non si fa in funzione del contributo: si fa il giornale per fare informazione e poi c'è il contributo, non che si devono fare 12 numeri per prendere il contributo! Vanno invertite le questioni perché costa alla collettività, più numeri si fanno pieni solo di foto e più queste cose costano alla collettività. È bene che si faccia informazione nella misura in cui è necessario e si prendano i contributi nella misura in cui sia necessario; non è un esercizio della capacità di prendere il contributo, che invece viene interpretato in questo modo! Anche perché tale legge costa 680mila euro all'anno nel suo complesso alla Comunità valdostana, per cui era opportuno che fosse ulteriormente regolata con il disegno di legge n. 191 per tutta una serie di motivi, ne posso enunciare qualcuno. Intanto perché nella legge n. 32 la terminologia utilizzata non era univoca, si creavano una serie di confusioni e conseguenti difficoltà che poi si generavano a cascata, fino all'erogazione del contributo; c'era una discrasia fra i tempi di presentazione delle domande e la liquidazione dei contributi, anche questo creava una serie di problemi. C'era una difficoltà di costituire la Commissione tecnica addirittura, tant'è che non c'era più nessuna possibilità senza la Commissione di arrivare a definire alcuni passaggi dell'applicazione della legge; il programma annuale che era previsto nella legge n. 32 rallentava l'azione amministrativa; la comunicazione istituzionale prevista non è stata mai utilizzata; poi anche altre cose, i requisiti previsti non sono stati differenziati per la carta stampata, i requisiti soggettivi non chiari, l'obbligo di conservazione di beni strumentali tecnologici per tempi troppo lunghi, la mancanza di tetti per le entrate pubblicitarie, la mancanza di sufficiente tutela dei dipendenti dei giornalisti. Credo, senza entrare nel dettaglio di ognuno di questi motivi, che la n. 191 sia una legge necessaria, che riporta trasparenza, correttezza nell'applicazione di quello che riteniamo un obiettivo importante che è la tutela della diffusione dell'informazione in questa regione, una tutela che tenga conto dei diritti dei lavoratori che operano in tali ambienti, di una limitazione dei tetti pubblicitari perché non si deve utilizzare il tetto pubblicitario a discapito della collettività, ossia devono servire per il giornale e non per far guadagnare i giornalisti. Tutte tali considerazioni mi fanno dire che questa è una buona legge ed è stato così che ho esordito.

La struttura del disegno di legge la conoscete. Le tipologie sono queste: l'informazione commerciale, la carta stampata, la radio, tivù, i giornali telematici; all'interno di questi per la carta stampata sono previste spese correnti e spese di investimento, per la radio, tivù altrettanto, per i giornali telematici le spese di investimento e conseguenti emendamenti che sono arrivati, francese e tedesco, aumento percentuale delle spese correnti, le modalità sono a consuntivo semestrale in funzione anche di un equilibrio amministrativo, le spese di investimento preventivo a sportello, istruttoria automatica se minori di 50mila euro, istruttoria valutativa se maggiori di 50mila euro. Sono previste: la presenza di dipendenti a tempo indeterminato, la figura del giornalista a tutela di chi pratica questa attività, l'applicazione dei contratti; vi sono stati inseriti dei vincoli di destinazione. Per i giornali politici l'articolo che viene messo in discussione è il 14, ma su questo ci siamo spiegati, i requisiti quelli dell'articolo 15 li conoscete bene, le sanzioni introdotte sono un modo corretto di prevedere chi viene meno ai requisiti e al rispetto della legge... e che mettono in condizione la collettività di recuperare ciò che viene erogato. La norma transitoria era indispensabile, perché la legge, avendo avuto un iter così lungo ed essendosi protratta nei primi mesi del 2007 e in funzione della strutturazione della n. 32, aveva già previsto una serie di erogazioni, non poteva essere applicata nel 2008, ma deve essere limata al 2009. Trovo che questo sia stato un fatto positivo, perché anche sotto il profilo politico garantisce quelle forze politiche che alla soglia delle elezioni potranno dimostrare la loro capacità di entrare in Consiglio e di avere una rappresentanza che superi il 5%.

Ringrazio i colleghi Sandri e Ottoz per gli apprezzamenti che hanno espresso per la legge.

Si dà atto che dalle ore 18,32 presiede il Vicepresidente Lanièce.

Presidente - La parola al Presidente della Regione, Caveri.

Caveri (UV) - Dovevo una risposta al microfono all'Ispettore Clouseau, "alias" Venturella, che è simpatico perché conduce delle inchieste parallele che portano sulla gogna il povero di turno. Volevo dirle semplicemente che ringraziamo il Centro-Sinistra e in particolare il Ministro Bersani, perché il movimento politico a cui appartengo e il giornale di cui sono Vicedirettore ha continuato ad usufruire dei finanziamenti dell'editoria per un elemento casuale: come lei sa, l'accorpamento dei partiti di Sinistra aveva cambiato i gruppi parlamentari e l'appartenenza dei singoli Parlamentari, quindi per far sopravvivere i giornali, compreso quello dei "Verdi", "Europa", "L'Unità", "Liberazione", "Il Foglio", ossia tutti quelli che hanno i soldi dell'editoria, si è dovuto scrivere che la rappresentazione dei gruppi parlamentari era quella al 31 dicembre prima delle elezioni. Io la ringrazio, nel senso che è un'occasione formale per ringraziare il Centro-Sinistra di questa regalia inaspettata che è arrivata a "Le Peuple valdôtain", ma lei mi consentirà, collega Squarzino, di notare una distonia: a Roma, se non c'è la rappresentanza parlamentare, i soldi non si prendono, mentre la vostra teoria è che in Valle d'Aosta i giornali, anche se non rappresentati i gruppi in Consiglio regionale, i soldi li prendono. Delle due allora l'una: o è buona la tecnica romana che pretende che ci debba essere una rappresentanza parlamentare e non si capisce come fate a sostenere questa tesi con la foga con la quale l'ha sostenuta il collega Venturella, oppure qui dire che quelli che non sono in Consiglio devono prendere i soldi, stona nella logicità di ragionamento.

Presidente - Procediamo adesso con la discussione dell'ordine del giorno a firma del "PD".

La parola al Consigliere Sandri.

Sandri (PD) - Voglio solo riprendere una cosa già detta in discussione generale, questo è un ordine del giorno concordato con la Presidenza della Regione in cui si impegna la Giunta regionale "a predisporre, anche con norma di legge... i criteri di attribuzione della pubblicità istituzionale, sulla base delle pagine stampate moltiplicate per le copie vendute e sulla base di un prezzario perequativo che tenga conto dei prezzi medi praticati e accertati anche ai clienti ordinari". È solo per evidenziare che un fattore determinante nell'editoria è anche la pubblicità istituzionale e quindi invitare la Giunta "à se pencher sur cet argument".

Presidente - La parola al Presidente della Regione, Caveri.

Caveri (UV) - Il tema in effetti è meritorio di una modifica di legge a sé stante, credo sia la legge n. 32, quindi non ha a che fare con la legislazione che siamo impegnati a modificare, che riguarda prevalentemente la questione dei contributi, quindi si può votare a favore di questo impegno.

Presidente - La parola al Consigliere Ottoz.

Ottoz (PdL) - Ho fatto un'osservazione prima nella discussione generale, ossia questo ordine del giorno impegna solo a comprare ad un prezzo verificabile, giusto collega Sandri? No... allora non capisco, probabilmente sono stanco dopo tutti questi giorni di Consiglio, nel senso che parliamo dell'ordine del giorno del punto n. 30.2, allora "tenuto conto che la pubblicità istituzionale a pagamento rappresenta un rilevante fattore economico nel settore dell'editoria locale..." - e su questo non c'è dubbio - "... sottolineato che qualunque spazio pubblicitario a pagamento richiesto dal comparto pubblico rientra pienamente nel concetto di pubblicità istituzionale..." - e va bene anche questo - "... impegna la Giunta regionale a predisporre, anche con norma di legge, tutti gli strumenti utili a definire i criteri di attribuzione della pubblicità istituzionale...", ossia a quali testate?

Sandri (fuori microfono)... esatto...

Ottoz (PdL) - "... sulla base delle pagine stampate...", mi sembra un meccanismo... comunque se questo implica la richiesta di una normativa su come distribuire fra le varie testate la pubblicità e quindi non attribuirla ad una sola, va bene. Chiedo scusa se ci ho messo un po' a capire.

Presidente - Pongo in votazione l'ordine del giorno che recita:

Ordine del giorno

Il Consiglio regionale della Valle d'Aosta

Tenuto conto che la pubblicità istituzionale a pagamento rappresenta un rilevante fattore economico nel settore dell'editoria locale;

Sottolineato che qualunque spazio pubblicitario a pagamento richiesto dal comparto pubblico rientra pienamente nel concetto di pubblicità istituzionale;

Impegna

la Giunta regionale a predisporre, anche con norma di legge, tutti gli strumenti utili a definire i criteri di attribuzione della pubblicità istituzionale, sulla base delle pagine stampate moltiplicate per le copie vendute e sulla base di un prezzario perequativo che tenga conto dei prezzi medi praticati e accertati ai clienti ordinari.

F.to: Sandri - Fontana Carmela

Consiglieri presenti, votanti e favorevoli: 27

Il Consiglio approva all'unanimità.

Presidente - Si passa all'analisi dell'articolato del disegno di legge n. 191 nel nuovo testo predisposto dalla II Commissione. Sono stati presentati 15 emendamenti del "PdL" più un sub-emendamento e 117 emendamenti del "PD". All'articolo 1 ci sono gli emendamenti n. 1 e n. 2 del "PD" e gli emendamenti n. 1 e n. 2 del "PdL".

La parola al Consigliere Sandri.

Sandri (PD) - Per dire che l'emendamento n. 2 è ritirato, mentre l'emendamento n. 1 lo avevamo visto con gli uffici, era un'integrazione generica, ma per ricordare che tutto questo vuole essere fatto senza interferire nella libera concorrenza e senza alterare la libertà di espressione, 2 concetti che stanno a cuore a tutto il Consiglio.

Presidente - Pongo in votazione l'emendamento n. 1 del "PD" che recita:

Emendamento

All'articolo 1, comma 1, dopo le parole "sistema informativo regionale," sono aggiunte le parole: "senza interferire nella libera concorrenza e senza alterare la libertà di espressione,".

Consiglieri presenti: 26

Votanti e favorevoli: 23

Astenuti: 3 (Frassy, Lattanzi, Ottoz)

Il Consiglio approva.

Presidente - La parola al Consigliere Ottoz sull'emendamento n. 1 del "PdL".

Ottoz (PdL) - Questo emendamento, che potremmo al limite votare assieme ad altri seguenti, fa parte di una serie di emendamenti in cui c'è il primo emendamento e quello in sottordine, perché quando in Commissione ho proposto di integrare la dicitura "economica, sociale, culturale...", eccetera, mi è stato risposto che non si può perché in giro per tutta la legge c'è la stessa dicitura; in realtà, non è così: ogni tanto c'è "istituzionale" e ogni tanto non c'è. Siccome qui parliamo di un riferimento alla realtà della nostra Regione, che poi dettagliamo dicendo economica, sociale, culturale, istituzionale, che poi in altre parti della legge, ai fini della possibilità di ottenere il contributo, indica la percentuale minima di contenuto che deve essere dedicata alla realtà che una volta è... e, dato che in questo caso potremmo dire che si è dimenticata la realtà economica, quella religiosa, quella scientifica, quella sportiva e possiamo declinare finché vogliamo, direi che si può sostituire dappertutto "realtà della Valle d'Aosta", che è omnicomprensivo. Il giornale telematico, la trasmissione radio, quindi, al di là delle percentuali che variano, devono dedicarsi, in percentuale che è stabilita volta per volta, alla realtà della Valle d'Aosta, senza dettagliare il tipo di realtà, altrimenti una volta c'è "economica, sociale e culturale", un'altra volta c'è "economica sociale culturale e istituzionale" e potremmo integrare con "religiosa, scientifica, sportiva, educativa", manca la "gastronomica" e andiamo avanti; allora mettiamo "realtà della Valle d'Aosta", perché "la realtà della Valle d'Aosta" comprende tutti i fenomeni che possono essere ritenuti legittimamente dalle testate di qualunque natura esse siano legati alla Valle d'Aosta. Evitiamo così eventuali contestazioni successive, che non avverranno mai, ma togliamo la discrezionalità interpretativa ad aspetti successivi che riguardano i contributi, qualunque sia la tipologia di soggetto a cui sono destinati. Per vari punti abbiamo presentato prima un emendamento che è soppressivo delle parole "economica, sociale e culturale" ed eventualmente "istituzionale", nel caso non sia accolto, vorremmo integrarlo con "religiosa, scientifica, sportiva e istituzionale" dove non c'è.

Presidente - La parola all'Assessore alle attività produttive e politiche del lavoro, La Torre.

La Torre (FA) - Di questo abbiamo discusso in Commissione e la risposta è stata "no", è nei fini che viene impostata così, ossia all'inizio, quindi se andiamo a toccare questa impostazione, dobbiamo rivedere tutto. Quando lei parla di "realtà della Valle d'Aosta", faceva il passaggio lei... le sportive, le gastronomiche... si crea una confusione. Nei fini sono previste queste terminologie, le istituzionali sono previste nei fini, poi vengono richiamate dopo nei vari articoli a seconda di come sono di competenza, quindi non si può fare questa modifica e ne abbiamo discusso a lungo in Commissione. La nostra risposta è "no".

Presidente - Pongo in votazione l'emendamento n. 1 del "PdL", che recita:

Emendamento

Alla lettera a) del comma 2 dell'art. 1 le parole "economica, sociale, culturale e istituzionale" sono soppresse.

Consiglieri presenti: 29

Votanti: 23

Favorevoli: 2

Contrari: 21

Astenuti: 6 (Bortot, Ferraris, Fiou, Fontana Carmela, Sandri, Venturella)

Il Consiglio non approva.

Presidente - La parola al Consigliere Ottoz sull'emendamento n. 2 del "PdL".

Ottoz (PdL) - Per evitare di sembrare degli ostruzionisti, se non sono accolti né l'emendamento n. 1, né l'emendamento n. 2, ritiriamo gli altri emendamenti che avevano lo stesso scopo, ossia rendere questa legge umana, leggibile e coerente. Prendiamo atto del fatto che non si vuole fare una legge umana, leggibile e coerente e ritiriamo gli emendamenti successivi dello stesso genere, in particolare i n. 5, n. 6, n. 9, n. 10, n. 11 e n. 12.

Presidente - Pongo in votazione l'emendamento n. 2 del "PdL", che recita:

Emendamento

Alla lettera a) del comma 2 dell'art. 1 le parole "economica, sociale, culturale e istituzionale" sono sostituite da "economica, sociale, culturale, religiosa, scientifica, sportiva, politica e istituzionale".

Consiglieri presenti: 29

Votanti: 23

Favorevoli: 2

Contrari: 21

Astenuti: 6 (Bortot, Ferraris, Fiou, Fontana Carmela, Sandri, Venturella)

Il Consiglio non approva.

Presidente - Sono ritirati gli emendamenti n. 5, n. 6, n. 9, n. 10, n. 11 e n. 12 del "PdL".

Pongo in votazione l'articolo 1 nel testo così emendato:

Articolo 1

(Obiettivi e finalità)

1. Al fine di promuovere il pluralismo dell'informazione locale e l'ammodernamento del sistema informativo regionale, senza interferire nella libera concorrenza e senza alterare la libertà di espressione, la Regione favorisce il funzionamento del settore dell'informazione e sostiene gli investimenti relativi all'acquisizione e all'innovazione di strutture, impianti, attrezzature e mezzi di produzione strumentali all'esercizio dell'informazione scritta, radiotelevisiva e telematica in ambito locale.

2. Al fine di valorizzare, nel perseguimento degli obiettivi di cui al comma 1, le prerogative linguistiche e culturali della comunità valdostana, la Regione, in particolare:

a) incentiva l'attività degli organi di informazione locale che si occupano della realtà economica, sociale, culturale e istituzionale della Valle d'Aosta;

b) incentiva l'attività degli organi di informazione locale che producono programmi in lingua francese, francoprovenzale, tedesca o walser;

c) sostiene l'informazione regionale di natura politica o sindacale.

Consiglieri presenti: 30

Votanti e favorevoli: 28

Astenuti: 2 (Frassy, Ottoz)

Il Consiglio approva.

Presidente - All'articolo 2 c'è l'emendamento n. 3 del "PD".

La parola al Consigliere Sandri.

Sandri (PD) - Per dire che gli emendamenti n. 3 e n. 4, che riguardano il problema della pubblicità istituzionale, sono stati recepiti dall'ordine del giorno e quindi sono ritirati.

Presidente - La parola alla Consigliera Squarzino Secondina.

Squarzino (Arc-VA) - Noi votiamo contro questo articolo, perché non è stata accolta la nostra impostazione. Su alcuni articoli ci asterremo o voteremo a favore laddove ci sono delle cose interessanti, ma complessivamente il nostro voto è contrario: questo spiega perché ci sarà una variazione nella votazione, facciamo questa volta dichiarazione di voto senza ripeterla alla fine.

Presidente - Pongo in votazione l'articolo 2:

Consiglieri presenti: 29

Votanti: 26

Favorevoli: 23

Contrari: 3

Astenuti: 3 (Frassy, Lattanzi, Ottoz)

Il Consiglio approva.

Presidente - All'articolo 3 vi è l'emendamento n. 4 del "PD", che viene ritirato.

Pongo in votazione l'articolo 3:

Consiglieri presenti: 30

Votanti e favorevoli: 27

Astenuti: 3 (Bortot, Squarzino Secondina, Venturella)

Il Consiglio approva.

Presidente - All'articolo 4 vi è l'emendamento n. 5 del "PD", che viene ritirato.

Pongo in votazione l'articolo 4:

Consiglieri presenti: 30

Votanti e favorevoli: 27

Astenuti: 3 (Bortot, Squarzino Secondina, Venturella)

Il Consiglio approva.

Presidente - All'articolo 5 vi sono gli emendamenti n. 6, n. 7 e n. 8 del "PD", che sono ritirati.

Pongo in votazione l'articolo 5:

Consiglieri presenti: 30

Votanti e favorevoli: 27

Astenuti: 3 (Bortot, Squarzino Secondina, Venturella)

Il Consiglio approva.

Presidente - Pongo in votazione l'articolo 6:

Consiglieri presenti: 30

Votanti e favorevoli: 27

Astenuti: 3 (Bortot, Squarzino Secondina, Venturella)

Il Consiglio approva.

Presidente - Pongo in votazione l'articolo 7:

Consiglieri presenti, votanti e favorevoli: 29

Il Consiglio approva all'unanimità.

Presidente - Pongo in votazione l'articolo 8:

Consiglieri presenti: 30

Votanti e favorevoli: 27

Astenuti: 3 (Bortot, Squarzino Secondina, Venturella)

Il Consiglio approva.

Presidente - All'articolo 9 vi sono gli emendamenti dal n. 9 al n. 13 del "PD", che sono ritirati.

Pongo in votazione l'articolo 9:

Consiglieri presenti: 30

Votanti e favorevoli: 27

Astenuti: 3 (Bortot, Squarzino Secondina, Venturella)

Il Consiglio approva.

Presidente - All'articolo 10 abbiamo l'emendamento n. 3 del "PdL" e l'emendamento n. 14 del "PD".

La parola al Consigliere Ottoz.

Ottoz (PdL) - L'emendamento è quello di cui ho parlato in discussione generale, ossia, siccome siamo contrari alle corporazioni e al sindacato unico, chiediamo che l'espressione "sottoscritti dalla Federazione nazionale stampa italiana" sia soppressa e rimangano solo "le norme dei contratti nazionali di lavoro giornalistico", laddove sia possibile per esempio per le aziende editoriali stipularne altri, come viene fatto normalmente in tutto il nord Italia per la piccola stampa e per situazioni molto simili a quelle della Valle d'Aosta.

Presidente - La parola al Consigliere Sandri.

Sandri (PD) - Annunciando il voto contrario del "PD" all'emendamento del collega Ottoz, questo è uno dei punti essenziali di tale legge, ossia la difesa del potere di acquisto e la difesa dei diritti sindacali dei giornalisti, credo sia un "autogol" micidiale che il "PdL" fa in questa occasione di mostrare ancora una volta che i giornalisti, da Berlusconi in giù, li preferite orizzontali o a 90°, piuttosto che verticali.

Presidente - La parola al Presidente della Regione, Caveri.

Caveri (UV) - Vorrei solo porre un problema di tipo interpretativo, perché, appartenendo alla bieca corporazione giornalistica, come anche il collega Ottoz, devo dire che, mentre mi è chiaro il primo pezzo: "che siano in regola con gli obblighi di legge in materia di trattamento contrattuale del personale dipendente..." - e fin qui non ci riferiamo al personale giornalistico, ci riferiamo agli impiegati -, nella seconda parte si dice: "... e che applichino a tutto il personale giornalistico le pertinenti norme dei contratti nazionali di lavoro giornalistico sottoscritti dalla Federazione nazionale stampa italiana" e qui vorrei porre il problema se ci riferiamo o non ci riferiamo al personale dipendente. Se ci riferiamo al personale dipendente, è legittimo il riferimento al contratto di lavoro nazionale, se ci riferiamo ai collaboratori che in realtà hanno un prezziario che si rifà ai prezziari indicati dall'Ordine nazionale dei giornalisti, la cosa è diversa. Il fatto che manchi il personale giornalistico dipendente crea un qualche equivoco nell'interpretazione della norma, è un po' tardi per presentare un emendamento, però io volevo porre il problema e su un emendamento ultroneo, perché l'emendamento del Consigliere Ottoz è soppressivo di un pezzettino, ma volevo porre il problema perché ritengo che soprattutto per i collaboratori esterni che sono collegati ad un discorso non tanto di contrattualizzazione, che è quella che fa la Federazione nazionale della stampa, quanto a discorsi di prezziari forse in futuro bisognerà armonizzare questa norma per renderla più leggibile. Era solo una riflessione ad alta voce perché restasse agli atti, che non ha alcun valore, ma credo che nella fase interpretativa gli uffici fino ad oggi abbiano considerato il personale dipendente e così sarà, altrimenti entriamo in una specie di logica illogica che potrebbe pesare sull'impresa.

Presidente - La parola al Consigliere Ottoz.

Ottoz (PdL) - Apprezzo molto le battute del Consigliere Sandri, ma qui nessuno vuole affamare i giornalisti, i quali peraltro, quando sono dipendenti, godono di condizioni che forse il collega Sandri conosce, forse no, quindi nessuno vuole portarli "alla fame". Il concetto è un altro e lo ha espresso correttamente il Presidente Caveri, ossia, quando si parla 2 volte di personale, la prima volta il personale dipendente e poi si omette la parola "dipendente", la parola "personale" da sola non vuole più dire "dipendente". C'è il problema delle tariffe per i collaboratori che possono essere iscritti fra l'altro all'albo sotto forma di soggetti iscritti all'elenco dei pubblicisti. Se è possibile con l'accordo unanime del Consiglio aggiungere dopo "personale giornalistico" la parola "dipendente", quindi va benissimo anche sottoscritti dalla Federazione nazionale stampa italiana, perché non esistono altri contratti per giornalisti assunti come dipendenti. Se questo non è possibile, non vogliamo affamare nessuno, ma la cosa può tutelare meno i lavoratori dal momento che "ad impossibilia nemo tenetur"... Basta aggiungere dopo le parole "personale giornalistico" la parola "dipendente" con l'accordo unanime di tutti e l'accordo sta benissimo in piedi così; senza si presta ad un equivoco che si traduce in una minore tutela per i collaboratori iscritti all'albo, ma pubblicisti e collaboratori non assunti, che vengono pagati in base alle tariffe più fantasiose se non c'è un riferimento che escluda questa dicitura. Se siete tutti d'accordo, scriviamo "personale dipendente": questa è la proposta.

Presidente - Pongo in votazione il nuovo emendamento del Consigliere Ottoz, sostitutivo dell'emendamento n. 3 del "PdL", dove si chiede di aggiungere - con l'accordo di tutti i gruppi consiliari - dopo le parole "personale giornalistico" la parola "dipendente":

Emendamento

Alla lettera a), numero 1), del comma 1 dell'articolo 10, dopo le parole "personale giornalistico" è inserita la parola "dipendente".

Consiglieri presenti, votanti e favorevoli: 26

Il Consiglio approva all'unanimità.

Presidente - La parola al Consigliere Sandri.

Sandri (PD) - Ritiro gli emendamenti n. 14 e n. 15, anche se vorrei fare un richiamo al legislatore e a tutti gli uffici, perché la Valle d'Aosta non si chiama Valle d'Aosta, ma, grazie ad un emendamento dell'Onorevole Caveri, si chiama "Valle d'Aosta-Vallée d'Aoste": questa è una dicitura che bisognerebbe rendere comune in tutti i nostri atti amministrativi.

Presidente - Pongo in votazione l'articolo 10 nel testo così emendato:

Articolo 10

(Requisiti generali)

1. Per accedere ai contributi, le testate giornalistiche editoriali, radiotelevisive e telematiche devono essere in possesso dei seguenti requisiti:

a) essere gestite da piccole imprese:

1) che siano in regola con gli obblighi di legge in materia di trattamento contrattuale del personale dipendente e che applichino a tutto il personale giornalistico dipendente le pertinenti norme dei contratti nazionali di lavoro giornalistico sottoscritti dalla Federazione Nazionale Stampa Italiana;

2) che siano in regola con i versamenti dei contributi assistenziali e previdenziali;

3) che non si trovino nella condizione di cui all'articolo 19, comma 4;

4) i cui legali rappresentanti non abbiano subito condanne definitive per delitti non colposi commessi in danno della Pubblica amministrazione o per altri reati gravi che incidano sulla moralità professionale degli stessi;

b) avere redazione o unità locale redazionale in Valle d'Aosta;

c) essere regolarmente registrate presso il Tribunale ai sensi della normativa vigente in materia di editoria;

d) avere un organico di almeno due dipendenti a tempo indeterminato, assunti con regolare contratto di categoria, di cui almeno uno giornalista regolarmente iscritto in uno degli appositi elenchi tenuti dall'Ordine dei giornalisti;

e) essere in regola con gli adempimenti prescritti dalla normativa vigente in materia di trasparenza pubblicitaria.

2. Le imprese di cui al comma 1 sono tenute a comunicare l'iscrizione, ove prevista, al registro degli operatori di comunicazione (ROC), di cui alla deliberazione dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni n. 236/01/CONS del 30 maggio 2001.

3. Le imprese di cui al comma 1, qualora siano costituite in forma societaria, sono altresì tenute a presentare l'elenco dei soci con il numero delle azioni o l'entità delle quote da essi possedute ovvero l'elenco dei soci delle società alle quali sono intestate le azioni o le quote della società che esercita l'impresa giornalistica, nonché il numero delle azioni o l'entità delle quote da essi possedute.

Consiglieri presenti, votanti e favorevoli: 29

Il Consiglio approva all'unanimità.

Presidente - All'articolo 11 è stato ritirato l'emendamento n. 15 del "PD", sono stati ritirati gli emendamenti n. 5 e n. 6 del "PdL", rimangono gli emendamenti n. 16 e n. 17 del "PD", n. 7 e n. 8 del "PdL" e dal n. 18 al n. 33 del "PD".

La parola al Consigliere Sandri.

Sandri (PD) - Ritiro gli emendamenti dal n. 18 al n. 34. Dopodiché chiedo all'Assessore se fosse possibile accettare gli emendamenti n. 16 e n. 17, che sostanzialmente integrano i requisiti per le imprese del settore radiotelevisivo, ossia di dedicare alla realtà economica, sociale e culturale della Valle d'Aosta almeno il 70% dei programmi di informazione, oppure in alternativa, se almeno il 50% alla Valle d'Aosta e il 20% alle realtà sociali, economiche e culturali del Canton vallese e del Dipartimento dell'Alta Savoia. Sarebbe utile, tenuto conto dell'Euro-Regione, del bilinguismo, di queste 2 aree francofone vicine a noi, poter riconoscere un piccolo contributo anche ai giornali che dedichino uno spazio a queste realtà per aiutare la conoscenza e l'integrazione reciproca di tali 2 aree territoriali francofone. In qualche maniera è la traduzione... e mi dispiace che non sia presente il candidato al Senato, Fosson, che con me recitò in una "rencontre" del "Triangle de l'amitié" nel 1961 una "pièce" di René Willien, che era un incontro sul... che è il punto di incrocio dei 3 Paesi, questa è l'attualizzazione di tale tipo di amicizia e potrebbe incentivare i giornali locali a dedicare qualche pagina a cronache del Vallese o dell'Alta Savoia e aiutare lo scambio. Vorrei anche "indorare la pillola" aggiungendo che questo potrebbe essere un interessante canale commerciale, sappiamo che molti Svizzeri vengono in Valle a comprarsi la carne perché costa meno, molti Valdostani nei mesi scorsi andavano spesso a Martigny a far spese perché là con la caduta del franco svizzero... e poi i dentisti... molti vanno a Sallanches al "carrefour" a comprarsi la crema e lo yogurt perché costano la metà che da noi... voglio dire cominciare ad allargare le frontiere potrebbe essere una bella prospettiva. Tenuto conto che la sua origine è quella dell'internazionale socialista, mi appello a queste sue radici culturali per vedere se si possono accettare tali emendamenti.

Presidente - C'è stato un errore, dobbiamo tornare all'articolo 10 perché c'è l'emendamento n. 4 del "PdL", me ne scuso con l'Assemblea.

La parola al Consigliere Ottoz.

Ottoz (PdL) - Questo emendamento chiede che, per quanto riguarda le radio private, in sostituzione di un giornalista regolarmente iscritto in uno degli appositi elenchi tenuti dall'Ordine, vi sia un dipendente assunto con regolare contratto con la qualifica di "tele-radio-reporter", ai sensi degli accordi sindacali in vigore nel settore delle radio private: questo perché altrimenti si rischia di far sì che si faccia la norma per dare il contributo e poi non lo si possa dare, perché sappiamo tutti qual è la condizione in cui lavorano le radio private. Qui si tratta sì di tutelare il lavoratore, ma sulla base di accordi che sono specifici del settore delle radio private, altrimenti rimangono senza tutela, non prendono il contributo e hanno gente che rimane senza tutela: questo va nel senso di tendere la mano alle radio private, permettendogli di avere dipendenti con la professionalità specifica richiesta in quel tipo di settore e al tempo stesso tutelare i lavoratori, affinché abbiano un regolare contratto ai sensi delle specifiche di quel settore.

Presidente - La parola all'Assessore alle attività produttive e politiche del lavoro, La Torre.

La Torre (FA) - Anche di questo si era già parlato. La legge è stata fatta per qualificare l'informazione, il "tele-radio-reporter" è un poligrafico, non è un giornalista, la risposta è in questo... non è possibile.

Presidente - Pongo in votazione l'emendamento n. 4 del "PdL", che recita:

Emendamento

Dopo il comma 1 dell'articolo 10 si aggiunge il seguente comma:

"1 bis). In deroga alla lettera d) del comma 1 le imprese di cui all'articolo 12 potranno avere, in sostituzione di un giornalista regolarmente iscritto in uno degli appositi elenchi tenuti dall'Ordine dei Giornalisti, un dipendente assunto con regolare contratto quale "tele-radio-reporter" ai sensi degli accordi sindacali in vigore nel settore delle radio e televisioni private.".

Consiglieri presenti: 27

Votanti: 24

Favorevoli: 7

Contrari: 17

Astenuti: 3 (Ferraris, Fiou, Fontana Carmela)

Il Consiglio non approva.

Presidente - Pongo nuovamente in votazione l'articolo 10:

Consiglieri presenti: 28

Votanti e favorevoli: 25

Astenuti: 3 (Frassy, Lattanzi, Ottoz)

Il Consiglio approva.

Presidente - Torniamo all'articolo 11, sono stati ritirati alcuni emendamenti, siamo agli emendamenti n. 16 e n. 17 del "PD".

La parola all'Assessore alle attività produttive e politiche del lavoro, La Torre.

La Torre (FA) - Devo dire che simpaticamente non capisco mai quando il collega Sandri magari ci prende anche un po' in giro... la nostra risposta è "no" e non mi addentro in altro ragionamento...

Presidente - La parola al Consigliere Sandri.

Sandri (PD) - Protesto evidentemente con la maggioranza e la Giunta per questo atteggiamento che è ancora legato alle vecchie barriere, ai vecchi confini nazionali. Pensavo che il federalismo avesse valicato i confini, ma il Presidente è schiavo di Carema, lei è schiavo della frontiera italo-francese e italo-svizzera! Prendiamo atto della vostra incapacità di guardare un "pelo" più in là e ritiriamo gli emendamenti.

Presidente - Sono ritirati gli emendamenti n. 16 e n. 17 del "PD", siamo agli emendamenti n. 7 e n. 8 del "PdL".

La parola al Consigliere Ottoz.

Ottoz (PdL) - Non vorrei che vi fosse un altro errore di numerazione, in ogni caso vorrei fare prima un'osservazione. Avevo capito, ma non sono molto intelligente, che la disponibilità dell'opposizione a non fare alcuna forma di ostruzionismo, che peraltro non avevamo fatto neanche nella prima fase, era venuta a seguito di un accordo sull'organizzazione dei lavori e sugli emendamenti. Ora è chiaro che la maggioranza può prendere tutti i miei emendamenti e usarli per altri usi, anche se l'inchiostro non si presta molto, ma vorrei capire se questo accordo c'era o no, dopodiché prendo atto del fatto che c'è chi mantiene gli accordi e chi li mantiene un po' meno. Qui mi fermo, perché questi sono emendamenti che erano depositati all'inizio della maratona di Consiglio.

Ciò detto, parlo dell'emendamento n. 8, quello dei centimetri, che è un emendamento interessante contrariamente a quanto si presti a spiegazioni boccaccesche che non faremo stasera, perché eravamo partiti sulla richiesta di un editore in audizione, che ha detto: "per evitare che per moltiplicare il numero delle pagine i giornali siano sempre più piccoli, dobbiamo stabilire un formato minimo", la cosa aveva una sua dignità. Questa dignità è stata superata intanto dall'emendamento che avevamo presentato e che è stato accettato in Commissione sul numero di pagine massimo, perché a quel punto nessuno ha più interesse a moltiplicare le pagine, ma soprattutto è venuto un errore nella definizione di cosa si doveva misurare, se la pagina o l'area di stampa, problema sollevato dal collega Sandri, per cui fra ridurre per essere dentro la pagina, ma avere l'area di stampa sotto controllo... non si è ridotto abbastanza. Vi faccio vedere 2 cose: la prima è questo simpatico giornale che tutti quelli che vanno in giro per aeroporti conoscono, che tra l'altro è 21 per 29,7 come formato di carta, ossia è un A3 diviso in 2 e che è ben più piccolo di... ma soprattutto parlando di stampa normale, di rotative, qui abbiamo un giornale fatto con minirotativa che nulla vieta che possa essere fatto domani anche in Valle d'Aosta, che ha un formato inferiore a quello che si è stabilito in Commissione, in quanto scendendo dalla pagina all'area di stampa... si è ricaduti nell'errore di cui sopra. Per limitare il problema ho indicato centimetri minimi di dimensioni, questa volta riferiti all'area di stampa, in modo che anche tutti i giornali di cosiddetto "free press", che poi non necessariamente è "free", potrebbe anche essere a pagamento, possano rientrare in un contributo, perché questo è un giornale a tutti gli effetti, come tutti sapete, e che vi ho portato per farvi vedere. L'emendamento n. 8 porta a 22 per 32, perché giornali di questo tipo non sarebbe possibile considerarli. Sono certo che anche il collega Sandri, che ha acutamente sollevato il problema della differenza fra area di stampa e dimensioni della pagina, concordi sul fatto che qualunque giornale stampato con una rotativa abbia la dignità di poter essere considerato un giornale, tanto più che abbiamo posto la limitazione delle 72 pagine per i motivi che non sto ad illustrare, che rende meno utile e suggerirebbe che sia meno cattiva la limitazione sulle dimensioni.

Per quanto riguarda l'emendamento n. 7, lo ritiro perché c'è stato un remescio nella rinumerazione, volendo si può anche sopprimere il problema della dimensione, accogliendo l'emendamento n. 7 e ritirando il n. 8, per noi va bene perché gli emendamenti sono in subordine.

Presidente - Si vota quindi l'emendamento n. 7 e il n. 8 viene ritirato.

La parola al Consigliere Sandri.

Sandri (PD) - Dato che il collega Ottoz ha chiesto il mio parere sull'argomento... concordo.

Presidente - La parola all'Assessore alle attività produttive e politiche del lavoro, La Torre.

La Torre (FA) - Come d'accordo, si vota l'emendamento n. 7 e l'emendamento n. 8 sparisce, eravamo già d'accordo così, non servono le misure minime in questo caso.

Presidente - Pongo in votazione l'emendamento n. 7 del "PdL", che recita:

Emendamento

I1 numero 4) della lettera a) del primo comma dell'art. 11 è soppresso.

Consiglieri presenti, votanti e favorevoli: 30

Il Consiglio approva all'unanimità.

Presidente - Pongo in votazione l'articolo 11 nel testo così emendato:

Articolo 11

(Requisiti per le imprese del settore editoriale)

1. Per beneficiare dei contributi, le imprese di cui all'articolo 3, comma 1, lettera a), oltre a possedere i requisiti di cui all'articolo 10, devono:

a) editare una testata giornalistica che:

1) dedichi alla realtà sociale, economica e culturale della Valle d'Aosta almeno il 70 per cento dei propri articoli;

2) sia diffusa al pubblico in ambito regionale in misura superiore al 70 per cento delle copie vendute;

3) abbia periodicità costante almeno mensile;

b) non dedicare alla pubblicità spazi superiori al 45 per cento degli spazi totali.

Consiglieri presenti: 30

Votanti e favorevoli: 27

Astenuti: 3 (Bortot, Squarzino Secondina, Venturella)

Il Consiglio approva.

Presidente - Gli emendamenti del "PD" all'articolo 12 sono tutti ritirati.

Pongo in votazione l'articolo 12:

Consiglieri presenti: 30

Votanti e favorevoli: 27

Astenuti: 3 (Bortot, Squarzino Secondina, Venturella)

Il Consiglio approva.

Presidente - All'articolo 13 vi sono gli emendamenti n. 46 e n. 47 del "PD", n. 13 e n. 14 del "PdL" e dal n. 48 al n. 57 del "PD", quelli del "PD" si intendono tutti ritirati.

La parola al Consigliere Ottoz.

Ottoz (PdL) - L'emendamento n. 13 riguarda il settore telematico. Riteniamo importante che tale legge si apra al settore telematico, perché questa, da un lato, è una passerella verso il futuro; dall'altro, può ridurre i costi dell'informazione e quindi della politica. Qui però ci sono 2 cose che creano dei problemi: l'articolo 13 dice che per beneficiare... devono possedere i requisiti: "devono diffondere una testata... che dedichi alla realtà...", scusate non vorrei che ci fosse un altro casino sui numeri, datemi un foglio nuovo...

(interruzione del Consigliere Vicquéry, fuori microfono)

... questo è l'ultimo testo uscito dalla Commissione... va bene, il punto n. 2 dice che abbia periodicità costante giornaliera, è giusto? È giusto. L'emendamento chiede che questo sia modificato, perché un giornale telematico non necessariamente ha periodicità, poi perché imporre una periodicità a questo punto - che poi implica un controllo... - giornaliera tenuto conto che i giornali fanno un giorno di riposo la settimana? Bisognerebbe mettere che sia mantenuto costantemente in linea, "on line", ossia che non venga ritirato da "internet" e venga alimentato con aggiornamenti quotidiani, non abbia periodicità che non esiste su un giornale telematico, delle informazioni per almeno 5 volte la settimana: questo anche per permettere di ovviare a situazioni di caduta del sistema che possono verificarsi, che non originino poi contenziosi sui contributi con l'Amministrazione. Il giornale telematico quindi deve essere tenuto costantemente "on line" e deve subire aggiornamenti anche frazionari almeno 5 volte la settimana, perché non esiste periodicità per i giornali telematici.

Per l'emendamento n. 14 dico che, mentre per le testate editoriali cartacee chiediamo per avere il contributo che non dedichino alla pubblicità spazi superiori al 45% del totale, ossia facciamo una misurazione banale geometrica dello spazio e misuriamo la superficie a prescindere dal costo a cui viene venduta la pubblicità, per quanto riguarda le testate telematiche, dobbiamo fare i conti in tasca e diciamo che devono usufruire di spazi pubblicitari non superiori al 40% dei costi di produzione. Reputo che non sia né corretto, né pratico ai fini del controllo che l'Amministrazione regionale debba vedere i costi di produzione e tutte queste cose. Si misura la superficie esattamente come sui giornali, come il 45% c'è sui giornali, il 45% della superficie "on line" deve esserci sulle testate telematiche, a meno che i giornali possano vendere la pubblicità al prezzo che vogliono, mentre le testate telematiche devono farsi contare la contabilità dai finanzieri della Regione. La Regione non fa la guardia di finanza, può verificare la quantità di pubblicità, non ha nessun motivo di chiedere agli uni i costi e la contabilità e agli altri no, oppure la chiede anche agli altri.

Questi sono i 2 emendamenti.

Presidente - La parola al Consigliere Segretario Venturella.

Venturella (Arc-VA) - Leggendo attentamente gli emendamenti n. 13 e n. 14, credo che abbiano un loro senso, soprattutto il n. 13, perché nelle testate giornalistiche telematiche, cadute di rete, problemi tecnici, non dico che sono all'ordine del giorno, ma potrebbero creare problemi. Ritengo che l'emendamento n. 13 sia di buon senso, per quanto riguarda l'emendamento n. 14, vorrei chiedere all'Assessore, dato che la lettera b) è in funzione del costo stesso, se i costi sono in funzione degli spazi totali, ossia se esiste una proporzionalità diretta per cui, guardando lo spazio, ossia l'area, sappiamo che questo è omogeneo per tutte le testate giornalistiche, per cui il limite del 45% calcolato sullo spazio ha una sua ragione.

Presidente - La parola all'Assessore alle attività produttive e politiche del lavoro, La Torre.

La Torre (FA) - All'articolo 13, punto n. 2, è scritto che "abbia periodicità costante giornaliera", se si va a vedere l'articolo 2 nelle definizioni al punto i), si definisce periodicità costante "la successione o ripetizione a intervalli regolari delle pubblicazioni o edizioni", vuol dire che aggiorna il sito, come dice anche il Presidente...

(interruzione del Consigliere Segretario Venturella, fuori microfono)

... certo, giornaliera, anche perché stiamo parlando di un giornale quotidiano telematico...

Squarzino (fuori microfono) - ... vuol dire 7 giorni alla settimana...

Caveri (fuori microfono) - ... se non c'è un'edizione domenicale, non c'è un'edizione domenicale, lo dice....

Ottoz (fuori microfono) - ... invece di innamorarsi delle sue definizioni, Assessore...

La Torre (FA) - ... non sono innamorato, non è neanche una mia definizione...

Ottoz (fuori microfono) - ... l'emendamento è accettabile o no...

La Torre (FA) - ... non è accettabile. L'emendamento n. 14 non è possibile accettarlo per via dei "banner", che lei conosce benissimo.

Presidente - La parola al Consigliere Ottoz.

Ottoz (PdL) - Prendo atto dell'assoluta mancanza di collaborazione dell'Assessore che, molto gentile nei rapporti personali, diventa incomprensibilmente tugno, come si dice, nelle risposte in aula perché non è questione di "banner" e non "banner", perché l'Assessore sa meglio di me qual è il rapporto del costo della pubblicità e cosa riescono a tirar su i giornali telematici e cosa riesce a tirar su la stampa su carta, a cui date voi la pubblicità. Lei sa anche che sulla stampa su carta non vi conviene andare a vedere a quale prezzo... non volete fare i conti in tasca a nessuno, ma volete farli a quelli che fanno i giornali telematici che sono più avanti dal punto di vista tecnologico, più avanti come proiezione nel futuro e vivono fra mille difficoltà. A voi va bene la stampa su carta, a cui date il "grano": questa è la verità! Cosa c'entrano i "banner"? Come controllate lo spazio sui giornali, vi mettete a guardare su "internet" e vedete se il "banner" gira 3 volte, moltiplicate per 3 la superficie, ma non chiedete la contabilità ai giornali perché non fate i finanzieri, non è il mestiere della Regione! Se dovete fare un controllo, fate il controllo, altrimenti prendete atto della situazione, ma non fate cose di questo genere! Non mi risponda sui "banner"... vuole che ci mettiamo a discutere sui "banner"?

Presidente - Pongo in votazione l'emendamento n. 13 del "PdL", che recita:

Emendamento

Il numero 2) della lettera a) del comma 1 dell'articolo 13 è sostituito dal seguente:

"2) sia mantenuta costantemente in linea e venga alimentata con aggiornamenti quotidiani delle informazioni per almeno cinque giorni la settimana;".

Consiglieri presenti: 27

Votanti: 25

Favorevoli: 5

Contrari: 20

Astenuti: 2 (Fontana Carmela, Sandri)

Il Consiglio non approva.

Presidente - Pongo in votazione l'emendamento n. 14 del "PdL", che recita:

Emendamento

La lettera b) del comma 1 dell'articolo 13 è così sostituita:

"b) non dedicare alla pubblicità spazi superiori al 45% degli spazi totali.".

Consiglieri presenti: 27

Votanti: 25

Favorevoli: 5

Contrari: 20

Astenuti: 2 (Fontana Carmela, Sandri)

Il Consiglio non approva.

Presidente - Pongo in votazione l'articolo 13:

Consiglieri presenti: 29

Votanti e favorevoli: 23

Astenuti: 6 (Bortot, Frassy, Lattanzi, Ottoz, Squarzino Secondina, Venturella)

Il Consiglio approva.

Presidente - Pongo in votazione l'articolo 14:

Consiglieri presenti: 29

Votanti e favorevoli: 23

Astenuti: 6 (Bortot, Frassy, Lattanzi, Ottoz, Squarzino Secondina, Venturella)

Il Consiglio approva.

Presidente - Pongo in votazione l'articolo 15:

Consiglieri presenti: 28

Votanti: 25

Favorevoli: 22

Contrari: 3

Astenuti: 3 (Frassy, Lattanzi, Ottoz)

Il Consiglio approva.

Presidente - All'articolo 16 vi sono gli emendamenti dal n. 58 al n. 105 del "PD".

La parola al Consigliere Sandri.

Sandri (PD) - Volevo illustrare gli emendamenti uno per uno, parto dal n. 58. Riteniamo... e qui c'è stato già un dibattito in Commissione... però, proprio ricordando la storia di questa legge, con tutto il rispetto per chi è subentrato ultimamente in tale finanziamento, ci sono 3 giornali storicamente - ce n'era anche un quarto: il "Progrès" del "Partito Socialista" ora scomparso - che, essendosi strutturati con la prima legge sull'editoria, hanno mantenuto una certa credibilità dal punto di vista giornalistico, sono: "Informazione Valle d'Aosta", "Le travail" e "Le peuple valdôtain". Nel senso che, essendo all'epoca obbligatorio avere almeno un giornale quindicinale, si è data una forma e una struttura per cui negli anni si è consolidato e oggi abbiamo 3 giornali che hanno un determinato apparato, sono pieni di informazione ovviamente di parte, ma sono giornali ben strutturati. Abbiamo visto qualche giornale che è emerso più recentemente, che invece è più strumento di comunicazione quasi di tipo elettorale. Non è allora che vogliamo forzare la mano agli amici degli altri partiti che sono stati un po' protagonisti di queste norme, ma credo sia un'utilità dare almeno un segnale di una comunicazione di tipo mensile. È un piccolo sforzo che chiediamo, ma credo possa essere utile a tutti, anche perché i loro giornali possano raggiungere questo effetto che è molto importante, perché un bimestrale con quelle piccole sfasature che sono legate alla pausa estiva, alla pausa invernale... significa che arriva a casa delle persone in modo casuale e non dà quella continuità che un mensile può dare. Ricordo che questi 2 giornali sono 2 quindicinali, mentre "Le peuple valdôtain" è un settimanale, ma almeno arrivare al mensile credo che possa essere una piccola rigidità in più che possa stimolare la costruzione di giornali più giornali e meno "dépliant" pubblicitari e di propaganda elettorale, perché di quello si tratta di fatto. È uno stimolo alla crescita, soprattutto tenuto conto che adesso, grazie all'Assessore e alla maggioranza che hanno inserito la presenza e il pagamento anche di metà di un giornalista nel finanziamento, credo che questo sia un salto di qualità che si possa chiedere, perché pensare di pagare un giornalista che produce un giornale ogni 2 mesi mi sembra esagerato. È una questione di correttezza, di serietà su cui credo che la maggioranza possa concordare. Mi ero permesso anche di predisporre degli emendamenti dal n. 59 al n. 104, oltre che aumentavano la quantità di giornali distribuiti, per dare un minimo di montante, ma, tenuto conto che questo potrebbe impattare sui conti della Regione, ritiro tutti gli altri emendamenti relativi a tale articolo.

Presidente - La parola all'Assessore alle attività produttive e politiche del lavoro, La Torre.

La Torre (FA) - La risposta è che non lo accettiamo, la norma non è un vincolo, se uno vuole pubblicare un giornale ogni 15 giorni o una volta al mese, lo può fare, gli viene rimborsato, dopodiché il vincolo è che devono essere almeno 2, almeno 1 ogni 2 mesi.

Presidente - La parola al Consigliere Sandri.

Sandri (PD) - Se posso dire, Assessore, ho l'impressione che lei stia lavorando "pro domo sua", questa è un po' una figura barbina... gliela concediamo... garantisco che nella prossima legislatura il "PD", da chiunque sia rappresentato, si premurerà di mettere il quindicinale e non il mensile. È un invito a darci una mossa, potrebbe essere utile a lei e al suo partito molto più di quanto lei non pensi.

Presidente - Pongo in votazione l'emendamento n. 58 del "PD", che recita:

Emendamento

All'articolo 16, comma 1, lett. d) la parola "bimestrale" è sostituita con la parola "mensile".

Consiglieri presenti: 29

Votanti: 25

Favorevoli: 5

Contrari: 20

Astenuti: 4 (Fiou, Frassy, Lattanzi, Ottoz)

Il Consiglio non approva.

Presidente - La parola al Consigliere Sandri.

Sandri (PD) - Ho fatto un piccolo errore... nel senso che ho ritirato gli emendamenti fino al n. 104, ma non il n. 105, che riguarda sempre lo stesso articolo, su cui gli uffici erano d'accordo: questo consentirà un po' di "ossigeno" a tutti, nel senso di prevedere la rendicontazione trimestrale al posto che semestrale per questi giornali di partito. Spero che anche l'Assessore condivida il parere positivo degli uffici.

Presidente - La parola all'Assessore alle attività produttive e politiche del lavoro, La Torre.

La Torre (FA) - Sì, va bene.

Presidente - Pongo in votazione l'emendamento n. 105 del "PD", che recita:

Emendamento

All'articolo 16, comma 2, la parola "semestralmente" è sostituita con la parola "trimestralmente".

Consiglieri presenti, votanti e favorevoli: 28

Il Consiglio approva all'unanimità.

Presidente - Pongo in votazione l'articolo 16 nel testo così emendato:

Articolo 16

(Requisiti)

1. Per poter fruire delle agevolazioni, le testate giornalistiche di cui all'articolo 15 devono:

a) avere sede operativa in Valle d'Aosta;

b) essere regolarmente registrate presso il Tribunale ai sensi della normativa vigente in materia di editoria;

c) essere presenti sul mercato regionale da almeno dodici mesi antecedenti il periodo cui si riferisce il contributo, con la stessa periodicità costante richiesta per accedere ai benefici;

d) essere edite e distribuite con cadenza costante almeno bimestrale, con una distribuzione non inferiore a 2.500 copie per numero;

e) riguardare la realtà politica e sindacale valdostana per almeno il 70 per cento dell'informazione, con particolare riferimento alle finalità statutarie;

f) dedicare agli articoli almeno il 60 per cento dello spazio totale;

g) usufruire di entrate pubblicitarie non superiori al 40 per cento dei costi complessivi di realizzazione del giornale;

h) non riprodurre integralmente articoli o brani apparsi su altre pubblicazioni, anche librarie.

2. Le domande di contributo sono presentate trimestralmente a consuntivo su modelli approvati con provvedimento del dirigente della struttura regionale competente.

3. La concessione ed erogazione o il diniego dei contributi sono disposti con deliberazione della Giunta regionale, previa verifica della completezza e della regolarità della documentazione contabile.

4. I contributi di cui al presente capo non sono cumulabili con altri interventi pubblici concessi per le medesime iniziative. A tale scopo, il richiedente il contributo è tenuto a dichiarare, all'atto della presentazione della domanda, di non aver beneficiato e di non aver richiesto di beneficiare di altri interventi pubblici per le medesime iniziative oggetto della domanda di contributo.

Consiglieri presenti e votanti: 29

Favorevoli: 26

Contrari: 3

Il Consiglio approva.

Presidente - Pongo in votazione l'articolo 17:

Consiglieri presenti: 28

Votanti e favorevoli: 22

Astenuti: 6 (Bortot, Frassy, Lattanzi, Ottoz, Squarzino Secondina, Venturella)

Il Consiglio approva.

Presidente - Passiamo all'analisi del sub-emendamento del "PdL" che introduce l'articolo 17 bis.

La parola al Consigliere Ottoz.

Ottoz (PdL) - Qui ci sono 2 questioni: la prima, come tutti sappiamo, il Corecom ha una doppia natura, in parte dipende dal Governo centrale, dall'Autorità per le comunicazioni e in parte dipende dalla Regione - dove, fra l'altro, vi fu una grossa diatriba se dovesse dipendere dal Consiglio come organismo di garanzia o dalla Giunta, come si desiderava un tempo. Il problema è che questa cosa si lega ad una serie di iniziative che abbiamo portato avanti sempre nel campo della libertà e dell'equilibrio dell'informazione e si lega anche all'ordine del giorno che andremo a votare sulla distribuzione della pubblicità. In tutto tale ambito siamo nel campo non dico dell'obiettività dell'informazione, perché questo non è possibile, ma della massima trasparenza. Sarebbe utile che il Corecom - questo è il senso dell'emendamento - avesse il compito di vigilare e nulla più sulla parità di accesso ai media locali e facesse qualche piccola analisi, da sottoporre con una relazione annuale alla Commissione competente, su quali sono le percentuali e la distribuzione delle presenze delle varie forze politiche presenti in Consiglio, sui media valdostani: questo al fine di avere un piccolo osservatorio di Saint-Barthélemy (che piace molto al Consigliere Bortot...), in modo che il Corecom possa fare una relazione annuale che consenta alla Commissione di aprire un dibattito ed eventualmente di verificare qual è la reale parità o meno di accesso delle forze politiche sui media. Questo è il senso dell'emendamento, che a noi sembra molto importante, perché il corollario finale in tutti tali discorsi che abbiamo fatto su come si può influire sui giornali con la pubblicità o senza la pubblicità, con i contributi e senza i contributi, con la valanga di comunicati e senza valanga di comunicati, con le convenzioni con le testate con l'ANSA e quant'altro... che alla fine rendono distorta l'informazione in Valle e generano un deficit di democrazia, come abbiamo avuto occasione di dire in più occasioni. Ci auguriamo che il Consiglio, con "un piccolo scatto di reni", prenda coscienza della reale situazione dell'informazione in Valle e quanto meno affidi al Corecom il compito, senza sanzioni e senza niente, di vigilare e fare una relazione annuale sullo stato di salute dell'obiettività dell'informazione in Valle d'Aosta.

Presidente - La parola al Consigliere Segretario Venturella.

Venturella (Arc-VA) - Velocemente, mi pare una proposta interessante, ma che cozza contro le funzioni del Corecom stesso. Ha competenza il Corecom rispetto agli organi di stampa? E soprattutto è una funzione che spetta forse, per compiti, all'Ufficio della Presidenza del Consiglio; dobbiamo dare più soldi al Corecom e questa è una delle "mission" per il prossimo Ufficio di Presidenza.

Presidente - La parola al Presidente della Regione, Caveri.

Caveri (UV) - Oggi è una giornata molto divertente per parlare del Corecom, perché il "caso Gambardella" oggi impazza sui giornali! Il nostro candidato ha avuto netta l'impressione che domande e risposte fossero già preparate, ma leggo che i membri del CDR dicono che non è così, quindi come non rifarsi (essendo io giornalista RAI) ai miei colleghi? Devo dire che questo è un compito in più che si dà al Corecom, laddove è scritto "la presenza sui media locali", perché questo è il sub-emendamento da lei illustrato, credo che se si vuole dare un compito... è chiaro che tale emendamento ha avuto bisogno del visto di legittimità delle Finanze, che non vedo, perché è chiaro che questo costa di più, non è che si possa far finta di niente, ma il Consiglio è sovrano, oltretutto sono fondi che esso dovrà trovare. Un po' di imbarazzo c'è perché non è quantificata la spesa, perché il Corecom dovrà incaricare qualcuno di fare un lavoro di questo genere ma, visto che si tratta di una cosa interessante, credo che si possa accettare.

Presidente - Pongo in votazione il sub-emendamento n. 15 del "PdL", che recita:

Sub-emendamento

È inserito il seguente nuovo articolo:

"Articolo 17 bis

(Vigilanza da parte del Co.Re.Com.)

1. È demandato al Co.Re.Com. il compito di monitorare la presenza sui media locali delle forze politiche rappresentate in Consiglio regionale.

2. I1 Co.Re.Com. presenta annualmente alla Commissione competente una relazione sui risultati dell'attività svolta ai sensi del comma 1.".

Consiglieri presenti, votanti e favorevoli: 24

Il Consiglio approva all'unanimità.

Presidente - All'articolo 18 ci sono gli emendamenti dal n. 106 al n. 117 del "PD", che sono tutti ritirati.

Pongo in votazione l'articolo 18:

Consiglieri presenti: 27

Votanti e favorevoli: 21

Astenuti: 6 (Bortot, Frassy, Lattanzi, Ottoz, Squarzino Secondina, Venturella)

Il Consiglio approva.

Presidente - Pongo in votazione l'articolo 19:

Consiglieri presenti: 27

Votanti e favorevoli: 21

Astenuti: 6 (Bortot, Frassy, Lattanzi, Ottoz, Squarzino Secondina, Venturella)

Il Consiglio approva.

Presidente - Pongo in votazione l'articolo 20:

Consiglieri presenti: 27

Votanti e favorevoli: 21

Astenuti: 6 (Bortot, Frassy, Lattanzi, Ottoz, Squarzino Secondina, Venturella)

Il Consiglio approva.

Presidente - Pongo in votazione l'articolo 21:

Consiglieri presenti: 27

Votanti e favorevoli: 21

Astenuti: 6 (Bortot, Frassy, Lattanzi, Ottoz, Squarzino Secondina, Venturella)

Il Consiglio approva.

Presidente - Pongo in votazione l'articolo 22:

Consiglieri presenti: 27

Votanti e favorevoli: 21

Astenuti: 6 (Bortot, Frassy, Lattanzi, Ottoz, Squarzino Secondina, Venturella)

Il Consiglio approva.

Presidente - Pongo in votazione l'articolo 23:

Consiglieri presenti: 27

Votanti e favorevoli: 21

Astenuti: 6 (Bortot, Frassy, Lattanzi, Ottoz, Squarzino Secondina, Venturella)

Il Consiglio approva.

Presidente - Pongo in votazione il disegno di legge nel suo complesso:

Consiglieri presenti: 29

Votanti: 26

Favorevoli: 23

Contrari: 3

Astenuti: 3 (Frassy, Lattanzi, Ottoz)

Il Consiglio approva.