Compte rendu complet du débat du Conseil régional. Les documents ci-joints sont disponibles sur le lien "iter atto".

Objet du Conseil n. 3434 du 4 avril 2008 - Resoconto

OGGETTO N. 3434/XII - Interpellanza: "Carenza di personale specialistico nei Consultori della Regione".

Interpellanza

Preso atto dei recenti dati relativi al numero di interruzioni volontarie di gravidanza registrate in Valle d'Aosta;

Considerato come sia importante lavorare in tutti i campi per prevenire tale drammatica scelta della donna;

Ritenuto che il Consultorio è una delle sedi più idonee per svolgere un'efficace azione di prevenzione;

Appreso che, a fronte di una rete di consultori diffusi in modo capillare sul territorio regionale, si registra una carenza di personale tale da dimezzare praticamente la capacità di rispondere alle esigenze delle/degli utenti;

la sottoscritta Consigliera regionale

Interpella

l'Assessore regionale competente per sapere:

1) i motivi per cui in molti Consultori della regione manca personale specialistico come ginecologi e ostetriche;

2) se ritiene che queste carenze incidano negativamente sulle interruzioni volontarie di gravidanza;

3) se, e come, intende operare per colmare tali carenze, ed entro quanto tempo;

4) quali azioni di informazione vengono proposte alle famiglie di nuova immigrazione e quale attività di educazione sessuale viene prevista per le giovani generazioni.

F.to: Squarzino Secondina

Presidente - La parola alla Consigliera Squarzino Secondina.

Squarzino (Arc-VA) - Credo che sia opportuno che anche in questa sede sia affrontato un tema di cui si è parlato recentemente (penso ai primi di marzo quando è stata redatta l'interpellanza). Consideriamo il dato relativamente all'interruzione volontaria di gravidanza registrato in Valle, questo dato che registra un aumento rispetto a una media nazionale, denota come ci sia questo problema a nostro avviso drammatico, perché credo che nessuna donna voglia essere messa nelle condizioni di giungere a questa decisione drammatica per tutti.

So anche che all'interno della politica regionale c'è la volontà di intervenire nella prevenzione, di utilizzare il Consultorio per questi temi, ma quello che ci preoccupa è che, a fronte di una rete capillare di consultori, si registra una carenza di personale per cui viene dimezzata la capacità di rispondere alle esigenze delle utenti, ma anche degli utenti, perché vorrei che fosse chiaro che questo non è un problema della donna, è un problema di un rapporto fra un uomo e una donna.

Volevo capire, rispetto a queste tematiche, per quale motivo manca in molti consultori un personale specialistico - ginecologo, ostetrica - e se si è valutato se questa carenza incida negativamente sull'interruzione volontaria di gravidanza, e se, visto che un problema esiste molto forte ed è quello degli immigrati, ci sono progetti specifici rispetto a questo "target" di popolazione.

Presidente - La parola all'Assessore alla sanità, salute e politiche sociali, Fosson.

Fosson (UV) - Condivido quasi tutte le premesse della collega Squarzino; alcune non le condivido perché non sono mai mancate le ostetriche nei consultori, non bisogna fidarsi solo dei giornali, ma bisogna fare delle indagini più precise... invece sono mancati i medici e i ginecologi... due medici. Questa è un po' la debolezza del nostro sistema che è un sistema fragile per i nostri numeri, nel senso che abbiamo 4 ginecologi sul territorio, improvvisamente nello scorso autunno, in modo non prevedibile, 2 di questi 4 sono rimasti affetti da malattie serie, uno di questi ha dovuto lasciare questo servizio. Non è facile ritrovare subito sul mercato dei ginecologi, però su questo abbiamo lavorato attivamente e adesso dal mese di gennaio, perché uno specialista del Piemonte è venuto a lavorare da noi da gennaio, l'organico è completo. Abbiamo anche un dato positivo da sottolineare: quest'anno, una dottoressa valdostana si è iscritta alla specialità di ginecologia, questo è un vantaggio, negli anni scorsi non c'era mai stato. È una speranza che un residente in Valle d'Aosta diventi specialista e continui a lavorare lì.

Sono d'accordo che gli aumenti delle interruzioni di gravidanza siano un dramma ed è anche vero che in un "trend" di diminuzione c'è stata un'impennata da 274 a 306 nell'ultimo anno, soprattutto a carico di pazienti extracomunitari, nonostante sia stato attivato un percorso particolare e facilitativo nel senso della prevenzione verso questo tipo di malati, cioè è presente al "Beauregard" un mediatore e soprattutto un percorso dedicato che si chiama "S.I.S.I." di ambulatorio per le donne extracomunitarie. La Regione su questo ha investito molto nel senso della prevenzione, ho ancora parlato con i responsabili dei consultori che la svolgono con molta attenzione. Poi la creazione di un consultorio per adolescenti completamente gratuito che si chiama "Pangolo", in accordo con la scuola, ha sempre una maggiore frequentazione, un ambulatorio al di fuori della struttura sanitaria con la psicologa, l'ostetrica e anche l'andrologo, direi che registra ogni anno delle presenze più significative, così anche l'educazione nelle scuole di ostetriche e ginecologhe.

Vorrei sottolineare una cosa, perché non è merito mio, ma la nostra Regione ha il più grande indice di presenza dei consultori di tutte le altre Regioni d'Italia. Contando il numero dei consultori e le ore di consultorio reperite c'è una proporzione... le dico anche il numero della pagina, collega Squarzino, guardi qua, abbiamo 7,1 consultori per 100mila donne, la proporzione del Piemonte è di 1,9 consultori per 100mila donne; la Lombardia 1,0; la media dell'Italia settentrionale è 1,5; la Val d'Aosta ha 7,1 consultori per 100mila donne... una proporzione molto significativa, però... dov'è il problema? Il problema è che ai consultori non vanno tante donne, ma questo è un problema di tutta Italia. Sa qual è il problema? Ne ho parlato ieri con il Ministro Turco che, molto responsabilmente, ha dato delle linee di indicazione di applicazione della "194" che condivido interamente, nel senso... perché le donne non vanno al consultorio? Perché il 50% di certificati di interruzione viene fatto dal medico di famiglia, la donna che rinuncia... nonostante che abbiamo 7,1 consultori per 100mila abitanti... rifiuta di passare attraverso questa procedura preventiva.

Allora qual è la soluzione che indica il Ministro Turco? È quella che, anche se il certificato viene fatto dal medico di famiglia, è possibile che la donna decida questo, ci sia un passaggio obbligatorio da questo filtro consultoriale in cui si fa prevenzione. Finché non passeremo dal certificato del medico di famiglia a un passaggio obbligatorio al consultorio, non vincolante, potremmo avere i migliori consultori, ma se poi le donne non ci vanno perché preferiscono andare dal loro medico di famiglia, il problema non si risolve!

Presidente - La parola alla Consigliera Squarzino Secondina.

Squarzino (Arc-VA) - Vede, Assessore, mi ero preparata per questo intervento il 21 marzo, quando si sarebbe dovuta discutere l'interpellanza, e le confesso che in questi giorni non sono andata a rivedermi tutti i dati, ma per il 21 marzo avevo diligentemente cercato nel sito dell'USL i vari servizi territoriali e le offerte che c'erano e qui risultava - è questo che mi spiace - che per il Servizio di ostetricia... a Morgex venerdì mezza giornata, a Saint-Pierre sospeso, ad Antey sospeso, a Valtournenche sospeso, a Verrayes sospeso, Gaby sospeso! Abbiamo questo indice molto alto, 7,1, non so se è vero o non è vero, io non sono andata né a Saint-Pierre, né a Gaby, né ad Antey, ma ho verificato il 20-21 marzo, non ho verificato né ieri, né oggi, perché abbiamo avuto altre cose da fare, ma verifichi anche lei sul sito della Regione, là dove si parla di "servizi territoriali", dove giustamente danno di ogni zona i servizi che ci sono e anche l'orario: ad esempio, Châtillon 3 giorni e mezzo, Verrès 2 giorni e mezzo, Donnas 2 giorni e mezzo, Brusson mezza giornata, e anche il Servizio di ostetricia è solo in alcuni consultori.

Ora, lei, ieri non c'era nella discussione che abbiamo fatto sul programma Interreg che riguarda Italia e Svizzera, da cui risulta nell'analisi dei servizi che la nostra Regione è privilegiata rispetto ai servizi per anziani e per l'infanzia, e questo ieri lo abbiamo sottolineato, ma allora... qui c'è un ulteriore problema, che è di cultura, quello che lei ha sottolineato; ci sono due dati preoccupanti: il primo, che le donne non vanno ai consultori e qui sarebbe da capire perché. È chiaro che se come in questi esempi Saint-Pierre, Antey, Gaby, Valtournenche, Verrayes è sospeso il servizio, questa donna... dove va? Va a vedere lì, non c'è, deve cercarsi un altro posto, è più comodo il medico di famiglia, mi rendo conto, mettendomi nei panni di una donna. Seconda cosa: rispetto agli immigrati, è vero che si fa qualcosa, ma non è sufficiente. Il problema non è quando la donna immigrata arriva nel reparto di Ostetricia, certo che lì c'è un mediatore culturale, ma il problema non riguarda il suo Assessorato, noi ci chiediamo cosa facciamo per far sì che le donne immigrate che vivono anche nei vari paesi abbastanza isolate, siano contattate e che sappiano l'esistenza di una serie di servizi e di possibilità, quindi siano anche educate.

Vorrei poi aggiungere, credo che dobbiamo smettere di pensare che l'interruzione di gravidanza è un problema delle donne, perché la gravidanza non è frutto solo di una donna... c'è un problema di educazione del partner, forte e capillare, che manca; il fatto che neanche se ne parli è questo che mi stupisce, e questo anche a livello nazionale! Il problema è questo perché la ragazzina che si trova in certe situazioni o la donna coniugata perché sembra che ci sia una forte percentuale di donne sposate fra i dati dell'interruzione di gravidanza, allora lì c'è un rapporto... questi uomini, non possono anche essere aiutati? E poi non voglio sempre metterla sulla difficoltà, ma lei sa bene che in molti casi queste donne dicono che non potevano nella situazione in cui si trovavano, senza lavoro uno, precario l'altro, portare avanti un'altra gravidanza!

Le chiedo, Assessore: se lei continuerà in questo lavoro nella prossima legislatura, di fare uno sforzo di un progetto culturale che riguardi anche gli uomini, e di potenziare quelle iniziative che sono state avviate di rapporto con le donne immigrate, in modo che si possa inviare il messaggio alle donne immigrate che c'è tutta una possibilità non di abortire, ma di prevenire una gravidanza non desiderata. Credo che questa sia un'attività utile alla collettività e che soprattutto incida nel togliere dei carichi di sofferenza alle donne e alle coppie.