Compte rendu complet du débat du Conseil régional. Les documents ci-joints sont disponibles sur le lien "iter atto".

Objet du Conseil n. 2983 du 20 septembre 2007 - Resoconto

OGGETTO N. 2983/XII - Reiezione della proposta di legge: "Modificazioni alla deliberazione legislativa n. 2658/XII, recante "Disciplina delle cause di ineleggibilità e di incompatibilità con la carica di Consigliere regionale, ai sensi dell'articolo 15, comma secondo, dello Statuto speciale", approvata dal Consiglio regionale nella seduta del 18 aprile 2007 e pubblicata, a fini notiziali in quanto testo di legge di cui all'articolo 15, secondo comma, dello Statuto speciale, sul Bollettino ufficiale n. 18 del 2 maggio 2007".

Articolo 1

(Abrogazioni)

1. Sono abrogate la lettera s) del comma 1 dell'articolo 2 e la lettera e) del comma 2 dell'articolo 2 della deliberazione legislativa n. 2658/XII, recante "Disciplina delle cause di ineleggibilità e di incompatibilità con la carica di consigliere regionale, ai sensi dell'articolo 15, comma secondo, dello Statuto speciale", approvata dal Consiglio regionale nella seduta del 18 aprile 2007 e pubblicata, a fini notiziali in quanto testo di legge di cui all'articolo 15, secondo comma, dello Statuto speciale, sul Bollettino ufficiale n. 18 del 2 maggio 2007.

Président - La parole à la Conseillère Squarzino Secondina.

Squarzino (Arc-VA) - La recente legge regionale che disciplina le cause di ineleggibilità e di incompatibilità con la carica di Consigliere regionale, votata dal Consiglio regionale il 18 aprile 2007, è stata impugnata dal Consiglio dei Ministri nella riunione del 17 maggio solo per quanto riguarda la decisione di considerare non eleggibili "il Rettore dell'Università della Valle d'Aosta" (questa è una norma prevista dalla lettera s, comma 1 dell'articolo 2) e "i Professori, i Ricercatori in ruolo ed i titolari di contratti di insegnamento in corsi universitari realizzati in Valle d'Aosta" (questa norma è prevista dalla lettera e, comma 2 dell'articolo 2).

Si tratta - lo riconosciamo - di ineleggibilità diverse perché, come prevede la legge votata dal Consiglio, possono essere rimosse se l'interessato cessa dalla funzione 6 mesi prima della data di scadenza naturale della legislatura, nel caso del Rettore dell'Università libera della Valle d'Aosta, o non oltre il giorno fissato per la presentazione delle candidature, nel caso volessero esercitare l'elettorato passivo i Professori o Ricercatori universitari. Tuttavia, considerare l'essere Rettore dell'Università della Valle d'Aosta o essere Docente presso sedi universitarie presenti in Valle, un elemento che impedisce l'esercizio dell'elettorato passivo, è da ritenersi una violazione di principi costituzionali, secondo lo stesso parere dell'Avvocatura generale dello Stato.

Sarebbe la prima volta, in Italia almeno, che il diritto elettorale passivo per una carica politica è radicalmente negato a chi svolge attività di insegnamento, o anche di sola ricerca e perfino a titolo occasionale, presso una università. La previsione più restrittiva sancita dal nostro Ordinamento - quello che regola lo "status" giuridico degli universitari - consiste infatti al momento nella semplice aspettativa obbligatoria per situazioni di incompatibilità per il caso di nomina a Presidente o a componente della Giunta regionale e a Presidente del Consiglio regionale; così recita l'articolo 13, n. 7 DPR 380/1980. Non pare consono che la nostra legislazione regionale preveda disposizioni fortemente limitative di un diritto politico fondamentale e gravemente discriminatorie nei confronti dell'Università della Valle d'Aosta.

In attesa del pronunciamento della Corte costituzionale, i presentatori della proposta di legge n. 172 ritengono che sarebbe utile intervenire fin da subito per rimuovere quanto è stato contestato dal Governo, anche per dare un segnale di rispetto della libertà di espressione e di ricerca del mondo universitario che opera in Valle d'Aosta. La proposta di legge prevede un solo articolo col quale si abrogano le norme che sono state impugnate davanti alla Corte costituzionale.

Presidente - Dichiaro aperta la discussione generale.

La parola al Consigliere Sandri.

Sandri (GV-DS-PSE) - Bisogna dire, differentemente da quello che ha detto prima la collega Squarzino, che l'ispiratore di questa legge è stato il collega Ottoz che, in modo intelligente come spesso capita a chi non interviene frequentemente, ma dosa i suoi interventi in modo oculato, qualche mese fa - poco tempo prima della presentazione di questa proposta di legge che è del 23 maggio, una decina di giorni prima - in un Consiglio regionale disse: "per blindare la legge in modo da non aver problemi rispetto alla sua attuazione, forse sarebbe bene togliere questi 2 articoli che erano stati contestati dall'Avvocatura dello Stato".

Noi abbiamo preso al volo una giusta posizione espressa da un membro della maggioranza - all'epoca faceva parte del gruppo "Union" - e l'abbiamo attuata in questa proposta di legge. Non aggiungo molto altro, perché già bene ha presentato la relazione la collega Squarzino, però direi che su questo tema si deve anche spendere qualcosa rispetto al contenuto della scelta. Mentre passavo prima, sentivo il collega Lattanzi che diceva: "questo era l'emendamento Louvin". Non so se fosse l'"emendamento Louvin"; di certo pensare che un Professore universitario debba essere incompatibile con una carica pubblica, significa dare uno schiaffo a un terzo dei Parlamenti d'Europa e probabilmente ad un terzo dei Governi d'Europa, perché una fetta significativa dei governanti d'Europa, sia a livello di governo e di Giunta, sia a livello di Parlamenti, sono insegnanti universitari. Anche un noto Segretario di un partito dell'estrema Sinistra, i Comunisti italiani, Diliberto, è Deputato, Professore universitario, Segretario di partito... questo non ha suscitato in Italia alcun problema! Così Tremonti, per andare nel Centro-Destra, Fisichella e i colleghi contribuiscono con un sacco di nomi a questo elenco... allora è veramente una roba che non sta in cielo... non so chi si è inventato un percorso così tortuoso e tormentato delle leggi elettorali... mah, forse c'è stata una frammistione fra proposte che erano venute da un tavolo tecnico, che ricopiava il lavoro fatto da altre Regioni e proposte mirate "ad personam". Qui, purtroppo, il fatto che un noto esponente politico valdostano già facente parte del gruppo "Union", già Presidente della Giunta e del Consiglio, già candidato sconfitto alla segreteria di quel partito, fosse Professore universitario, questo ha suscitato in noi il maligno sospetto che quella proposta fosse legata alla figura dell'attuale rappresentante dello Stato nella Commissione paritetica Stato-Regione.

Credo che una riflessione su questo debba essere fatta nel contenuto, non solo nella forma, fra l'altro ricordo che anche a livello di Rettore è chiaro che nel momento in cui uno diventa Rettore, diventa incompatibile perché non si può fare il Rettore e il rappresentante istituzionale, ma fior di Rettori in Italia sono poi diventati Ministri della pubblica istruzione o della cultura o dell'università o della sanità e nessuno si è vergognato di nulla! In fondo, l'università è il "non plus ultra" dell'evoluzione della cultura, è la parte più alta, là dove si mescola la trasmissione di ciò che si conosce e la ricerca di quello che si deve ancora conoscere, quindi uno strumento altissimo, tant'è vero che se a qualcuno di noi proponessero di tenere un insegnamento universitario, nessuno sarebbe leso da questo, ma ci si renderebbe conto che è una promozione valutativa di quello che si è fatto e che si conosce. Che questo possa interferire con qualche tipo di interesse, non saprei dove aggrapparmi per giustificare tutto questo; per cui, al di là degli schieramenti politici e di ogni altra considerazione di tipo tattico, c'è chi per esempio - dimenticavo di dire - favoleggia che dietro questa legge sull'ineleggibilità ci sarebbero interessi di qualcuno che vorrebbe evitarne l'applicazione, ma l'applicazione c'è già, perché è stata pubblicata sul Bollettino ed è valida, ad eccezione di quelle due parti impegnate, quindi... tagliamo corto con la dietrologia!

Al di là di queste considerazioni, dobbiamo superare i comportamenti da una parte e dall'altra e capire che sul contenuto siamo arrivati ad esagerare rispetto al mondo dell'università e della cultura, e tornare indietro sarebbe un segnale forte, di credibilità, per la Regione.

Si dà atto che dalle ore 18,41 presiede il Vicepresidente Tibaldi.

Presidente - Dichiaro chiusa la discussione generale.

La parola al Presidente della Regione, Caveri.

Caveri (UV) - Vorrei ricordare che la scelta della Regione a tutela della propria autonomia è stata quella di resistere alla Corte costituzionale, e credo che la causa risalga all'inizio del mese di gennaio, ritenendo che tutto quello che è stato detto dai colleghi è suggestivo, ma non esiste una ghigliottina, non viene tagliata la testa ai Professori universitari e al Rettore; il Rettore, un certo numero di mesi prima, se decide di candidarsi, deve rinunciare al suo posto mettendosi in aspettativa... la stessa cosa vale all'atto dell'accettazione della candidatura per i Professori universitari.

Vi immaginate che un Professore universitario della piccola Università della Valle d'Aosta prosegue a fare le lezioni mentre è candidato per le elezioni regionali? Non è che qui si metta in discussione la libertà dei singoli, a parte che i Professori sono pochissimi residenti in Val d'Aosta, purtroppo, e - come è noto - abbiamo per l'elettorato attivo e passivo delle norme che prevedono un certo periodo di residenza, quindi non è nulla che turbi, ma non voglio entrare nel merito. Credo che la norma vada oggi bocciata, perché spetta al giudice delle leggi capire se la Regione ha ecceduto, quindi credo che ormai sarebbe interessante che ritiraste la legge, aspettiamo la sentenza di gennaio e valutiamo se questa modifica debba essere apportata. A dire la verità la sentenza della Corte è a ghigliottina, quindi se c'è la sentenza della Corte è inutile avere questa legge, e va detto anche che sarebbe ampiamente in tempo utile, visto che il Rettore, se verrà riconfermato - prof. Passerin d'Entrèves -, non ha intenzione di essere candidato alle elezioni regionali, questo non turberebbe assolutamente la sua libertà di espressione. Ricordo che la legge è in vigore perché la prassi è che non viene ritenuta in vigore solo quella parte che ha impugnato la Corte medesima.

Presidente - La parola alla Consigliera Squarzino Secondina, per dichiarazione di voto.

Squarzino (Arc-VA) - Come firmataria della proposta di legge posso fare ancora un intervento prima delle dichiarazioni di voto. Comunque mi terrò nei limiti, in quanto le cose più importanti sono già state dette.

Volevo solo replicare alle osservazioni fatte dal Presidente Caveri. Innanzitutto, se questa legge viene approvata, l'iter attivato presso la Corte costituzionale viene meno, quindi nel momento in cui il Consiglio regionale con questa legge toglie il motivo del contendere, la Corte costituzionale non ha più bisogno di pronunciarsi. Siamo pertanto sicuri che questa è la scelta che potrebbe essere fatta e il risultato che a noi interessa, siamo sicuri almeno del risultato.

Mi stupisco che si usi la parola "autonomia" e il concetto di autonomia per applicarlo a realtà che tendono a restringere le possibilità, non ad allargarle. Abbiamo sempre giustamente parlato di "autonomia" come uno strumento per fare meglio le cose e per riconoscere più libertà, più responsabilità a tutti i cittadini che vivono e operano in questa Valle. In questo caso l'autonomia ci serve per restringere, per dare ai cittadini della Val d'Aosta un minor diritto rispetto a quelli che vivono e operano fuori dalla Regione. Spiegatemi voi perché lo "status" lavorativo di un Professore universitario deve essere dimidiato se questo Professore lavora nell'Università della Valle d'Aosta o nell'Università di Torino, o in qualunque parte d'Italia... mi chiedo in base a quale principio di rispetto dei diritti fondamentali dell'elettorato passivo!

Come possiamo noi, come Regione autonoma, intervenire su un diritto fondamentale riconosciuto dalla Costituzione? Mi sembra una forzatura che non è giustificabile, perché non credo che il giornalista, il notaio, il medico, tutta una serie di persone che, per il loro tipo di attività...

Caveri (fuori microfono) - ... per il giornalista è previsto dalla legge, il direttore di testata...

Squarzino (Arc-VA) - ... per il direttore di testata, non per il giornalista; chi scrive è giornalista, non direttore... parlavo di giornalista, un opinionista, una persona che fa opinione in questa regione per il mestiere che fa, che faccia il medico o il notaio o l'avvocato cioè che è a contatto con il pubblico e con molto pubblico variegato, mi chiedo anche per questi dovremmo dire che sono ineleggibili, nel senso che devono lasciare la loro professione un mese o 6 mesi prima delle elezioni... questo è veramente la follia pura! Non è giustificabile in nessun modo, dal punto di vista del diritto e del rispetto della Costituzione!

Se poi mi dite che questa legge è stata "costruita a tavolino" per tener conto di una serie di richieste, di prescrizioni, nel senso che ogni appartenente al gruppo che ha lavorato a questa legge, aveva delle richieste pressanti da fare e le ha messe sul tavolo come richiesta pressante, senza la quale non avrebbe dato il proprio voto positivo anche a tutte le altre norme, allora è una questione di tipo politico vostro! Ma non potete venire qui e, di fronte ai cittadini, dire che questa norma permette l'esercizio di una maggiore autonomia e permette di mettere delle regole chiare, che non inquinino la campagna elettorale! A me sembra che questo non sia vero, e mi spiace che le motivazioni reali siano altre e qui vengono dette solo quelle che fa comodo dire o che possono sembrare convincenti, ma non lo sono! Per questo riteniamo importante votare questa legge, proprio come espressione della nostra autonomia e non come un'autonomia dimidiata.

Presidente - La parola al Consigliere Ottoz.

Ottoz (GM) - Sono stato chiamato in causa dal collega Sandri, che oggi sostanzialmente è sempre dalla mia parte, poiché ha detto che bisogna trasformare il trenino di Cogne in una galleria automobilistica, cosa che sostenni fortemente nella legislatura precedente e arrivai, non so grazie a quale svista editoriale, persino a pubblicare su "Le Peuple". Oggi ho sentito dire finalmente che bisogna fare un buco più grande e che si raddoppierebbe così la strada per Cogne con i suoi attuali problemi della messa in sicurezza, dall'altra parte si risolverebbe il problema delle sole 150 persone trasportate ogni 2 ore, quando il trenino andasse a regime.

Il collega Sandri, ricordando quanto dissi a proposito di questo tema dell'impugnazione, non ha riportato esattamente il mio ragionamento, che era il seguente: abbiamo fatto una legge, all'epoca, severa, è stata impugnata... evitiamo per una volta di fare appello all'autonomia, per essere sicuri che non ce la boccino e non rischiamo di andare a votare con la vecchia legge. Quando apparve chiaro che l'impugnativa riguardava specificamente solo quel punto e che essa non sospendeva gli effetti della legge, tornavano invece di attualità i motivi per i quali la legge è stata fatta così. Non entro nel merito dell'opportunità o della giustizia, ma vorrei ripercorrere il ragionamento, che fu il seguente: siccome l'Università della Valle d'Aosta è l'unica ad ovest di quella che una volta si chiamava la "cortina di ferro", adesso è caduta da tanti anni, in cui il Rettore non è eletto liberamente dall'Università, ma è nominato dall'autorità politica, e siccome le lamentele della parte politica non solo, ma sicuramente, della parte politica del collega Sandri sono che questo sistema valdostano era un sistema chiuso, invischiato, in cui essitono commistioni di tutti i tipi tra politica ed economia, con la società civile..., per cui c'era una specie di piovra su tutto ciò che discendeva dalla politica - in particolare del movimento "Union", secondo il collega Sandri -, si è pensato di equiparare la carica importante del Rettore a quella delle più alte cariche dell'Amministrazione della Regione. Nessuno si pose il problema - ero presente e lo posso testimoniare - del fatto che un Professore dell'Università di Cosenza avesse un contratto anche con l'Università della Valle d'Aosta, e che fra l'altro non richiede l'ineleggibilità lunga dei 6 mesi, ma, credo, 30 giorni più 15, 45 giorni, nei quali può benissimo far a meno di insegnare. I suoi studenti non lo dimenticheranno in 45 giorni, lo dimenticherebbero qualora fosse eletto, per cui dovrebbe poi rinunciare, ma non lo dimenticherebbero se non lo fosse. Quindi nessuno si è posto quel problema, poiché non sembrava un problema importante come tuttora non mi sembra importante.

Per quanto ha affermato la collega Squarzino, le sue pesanti parole auliche ed alate sul diritto di elettorato passivo, di questo "vulnus" del diritto del cittadino, in questa legge non si dice che un certo tipo di cittadino non può essere eletto, bensì si dice che deve semplicemente mettersi in aspettativa un "attimo" prima. Finita la campagna elettorale, sceglierà cosa fare poiché ricadrà nella normale situazione di incompatibilità. Non è che debba dimettersi, deve solo chiedere un'aspettativa di 45 giorni o 6 mesi nel caso di... quindi non c'è alcun diritto negato, c'è una regola, e siccome il nostro compito è quello di fare le regole, la regola per esercitare la propria eleggibilità, un diritto sacrosanto, nel caso che si ricoprano certi incarichi, è stato deciso di stabilirla in questo modo. Non si è quindi negato a nessuno il diritto di elettorato passivo, si è solo stabilita una regola, una regola severa, ne convengo, poiché se un rimprovero o un merito può essere mosso su questa legge è che si tratta una legge severa. Su questo si può avere un'opinione in un senso - che è troppo severa - o nell'altro - che è bene che sia così severa - ma non è altro che una legge severa, che voleva dare una risposta, nell'animo di chi ha partecipato a questo tavolo e alle 2 ali politiche estreme, voleva dare una risposta sull'ineleggibilità che permettesse la mediazione politica sul testo. Il risultato di una mediazione in cui si è deciso di fare una legge seria, severa, dura, ma non una legge che leda il diritto di nessuno; stabilisce solo quali sono le regole a cui qualcuno, che è in una posizione in cui potrebbe approfittare di questa posizione, deve sottostare per esercitare il suo elettorato passivo, cioè che rinunci temporaneamente a questa posizione privilegiata.

È inutile che vi stia a dire quale privilegio abbia un insegnante sui futuri elettori rispetto ad altri mestieri, poiché è proprio lì, per formare le loro anime e le loro menti. È un mestiere di tipo particolare, l'insegnamento... "A fortiori", come direbbe il collega Sandri, l'insegnamento universitario, che è il padre di tutti gli insegnamenti. Concordo quindi con il Consigliere Sandri sul fatto che dissi allora che era opportuno fare una legge di un articolo per sgombrare il campo, ma dai rischi che la legge non fosse applicabile... Siccome è applicabile, ora non ne vedo la necessità!

Presidente - La parola al Consigliere Sandri.

Sandri (GV-DS-PSE) - Chiederò poi, come giornale "Le Travail", di poter fare delle foto in Consiglio regionale, come gli altri giornali possono fare.

Il collega Ottoz ha perso un'occasione di commentare le proprie idee e si è messo a fare l'esegesi di quelle degli altri; io non mi riconosco in nessuna delle cose che mi ha attribuito, ed è anche buffo che ci si permetta di avere delle valutazioni di questo genere. Ciò che ho scritto e detto in questa sede... ho scritto sul giornale che dirigo... o comunque espresso in posizioni pubbliche sul sistema Valle d'Aosta, è ben diverso da quello che lui ha cercato di tratteggiare; per cui o si documenta o la prossima volta evita questo tipo di interventi!

Il problema dell'incompatibilità ed ineleggibilità del Rettore e del Professore universitario è un problema che, come "casta" della politica, dovremmo prendere in modo diverso da quanto ha detto il collega Ottoz adesso e credo che faremmo particolarmente bene a farlo. Mi ricordo che quando un paio di anni fa ho cominciato a fare qualche ragionamento sull'ineleggibilità e incompatibilità, ero stato molto colpito da una legge del Friuli, in cui si prevedeva fra le ineleggibilità e le incompatibilità l'essere sacerdote o essere incaricato di funzioni religiose; questo mi è sembrato molto giusto, perché una cosa è il pubblico e una cosa è il privato e chi si occupa di dirigere le anime a livello privato, deve essere separato dall'ambito pubblico. Soprattutto pensavo a questo rispetto ad una serie di novità che in questi settori emergono... pensiamo all'evoluzione delle fedi religiose che ci sono nei nostri paesi in questi ultimi anni!

Approfondendo il tema e studiando approfonditamente le leggi del Friuli e di altre Regioni italiane che erano in preparazione, sono arrivato a mettere giù una bozza insieme con il Legislativo della Presidenza del Consiglio; quando poi la bozza è stata predisposta fisicamente dalle 2 efficientissime funzionarie - che meritano insieme al loro dirigente un particolare apprezzamento per il lavoro positivo che fanno -, sono scoppiato a ridere, perché mi sono reso conto che, a parte i 35 uscenti del Consiglio regionale, avevo messo ineleggibile e incompatibile tutto l'universo! Viene un po' la tentazione di fare questa cosa, quindi non lo dico degli altri, lo dico di me stesso. E lì mi è tornata la voglia di fare dei ragionamenti diversi e sono andato a sfrondare tutta questa parte, per capire veramente là dove c'è un conflitto di interessi.

Credo che la legge che abbiamo approvato questa primavera, su questo tema ha - infatti non l'ho approvata - un poco esagerato, ma sul tema della cultura è andata al di là del lecito perché ha dimostrato che in questa aula c'è letteralmente una paura dell'impatto della cultura sulle persone. Questo è grave, non è mica di dire: ma tanto poi si tirano fuori, fanno una lezione dopo... Non è il problema dell'"emendamento Louvin", è la paura della cultura, dell'effetto che questo può avere sulla politica, mentre dovremmo essere tutti convinti che la cultura è lo strumento della qualità della politica, non il contrario. Per questo la posizione della maggioranza dell'aula di non votare questa legge mi fa pena, perché è l'ammissione di una paura che, per altri versi forse era inconfessabile e che, in questa occasione, avete confessato.

Un'ultima osservazione su quanto detto dal Presidente Caveri, che l'ha "buttata" sulle questioni dei rapporti Stato-Regione. Credo che su un tema di questo genere aver resistito e non cogliere, oggi, l'occasione di togliere questo impedimento, sia fare una figura barbina a Roma alla Corte costituzionale, al Parlamento, al Governo, di una Regione che dice "no" per partito preso, che fa l'isterica dicendo: "siamo autonomi, facciamo quel che vogliamo". Questo non è il modo di comportarsi con lo Stato e le istituzioni, ma non per rispetto allo Stato e alle istituzioni o per poco amore dell'autonomia; anzi, proprio perché per amore dell'autonomia dobbiamo tutelare prima di tutto la credibilità della nostra Regione... con questi atteggiamenti la credibilità della nostra Regione va a farsi friggere!

Noi, oggi, perdiamo un'occasione di difendere la credibilità della Val d'Aosta, rischiamo di andare avanti in un procedimento giudiziario presso la Corte costituzionale, in cui facciamo la figura di quelli che hanno paura della cultura. Forse sarà meglio riflettere su queste cose e adottare questo provvedimento; l'autonomia della Val d'Aosta non è in gioco, anzi, esattamente il contrario: è proprio insistendo con questo atteggiamento aprioristico che si rischia di mettere in gioco la credibilità della Val d'Aosta e i risultati dei contenziosi, quelli veri, che nei prossimi anni dovremo aprire con lo Stato.

Presidente - La parola al Consigliere Ottoz, per dichiarazione di voto sull'articolo unico.

Ottoz (GM) - In realtà questo è un "escamotage", perché non intervengo né sull'articolo 1, né come dichiarazione di voto, ma se c'è bisogno lo dichiaro.

Volevo dire sommessamente e con affetto, senza la minima vis polemica, neanche di confronto, di risposta; volevo rassicurare il collega Sandri, che conosco da tantissimi anni: non sono particolarmente coraggioso, ma se c'è una cosa nella vita di cui - spero di non essere presuntuoso - non ho mai avuto paura, questa è la cultura.

Una piccola osservazione sulla questione secondo cui con questa legge saremmo eleggibili solo noi 35, non tutti fra l'altro, poiché qualcuno non potrebbe fare teoricamente la quarta legislatura (una regola dell'"Union"). È una battuta che feci io durante i lavori della commissione, di cui il Consigliere Sandri si è appropriato. Mi fa piacere quando gli altri apprezzano le mie battute, ma vorrei far notare una cosa. Ci lamentiamo sempre, tutti si lamentano, ci attaccano sui giornali e in tutte le sedi, dicendo che siamo abbarbicati alle poltrone, che in politica non c'è ricambio. Sarà pur vero. Mettiamo per assurdo che, al di sopra di un certo livello di carica ricoperta altrove, questa legge permetta solo a questi 35 di candidarsi (sappiamo che non è vero); avete dimenticato tutti i giovani. Quindi potrebbe essere finalmente la legge, per assurdo, che permette ai giovani di candidarsi. Per i giovani non c'è alcun motivo di incompatibilità o di ineleggibilità... magari potrebbe essere una piccola spinta a far candidare qualche giovane in più e ad accelerare il ricambio della classe politica!

Presidente - Pongo in votazione l'articolo 1 e, ai sensi del 4° comma dell'articolo 77 del Regolamento interno, trattandosi di articolo unico, si vota anche l'intero testo:

Consiglieri presenti: 30

Votanti: 27

Favorevoli: 5

Contrari: 22

Astenuti: 3 (Ferraris, Fiou, Viérin Adriana)

Il Consiglio non approva.

Il Consiglio respinge pertanto la proposta di legge n. 172.