Objet du Conseil n. 2964 du 19 septembre 2007 - Resoconto
OGGETTO N. 2964/XII - Revisione dei criteri d'organizzazione dell'Atelier in occasione delle edizioni invernali ed estive della Fiera di Sant'Orso. (Interpellanza)
Interpellanza
Preso atto del disagio espresso dagli scultori del legno professionisti, che quest'anno non hanno partecipato all'Atelier estivo in p.zza Chanoux e che da molti anni trascurano la mostra concorso della Fiera di Sant'Orso;
Evidenziato che l'Atelier de la Foire de Saint-Ours agli inizi è stato vissuto positivamente perché ha rappresentato una vetrina di pregio, valida alternativa alle tradizionali postazioni alle Porte Pretoriane;
Constatato che i criteri per lo svolgimento dei corsi per l'apprendimento di tecniche di lavorazione artigianali, come da Allegato alla deliberazione della Giunta regionale n. 755 del 15/06/2006, privilegia in termini di numero di partecipanti, di compensi e di contributi le tecniche artigianali marginali, sfavorendo le più praticate, cioè la scultura e l'intaglio;
Valutato negativamente il tentativo di mettere in contrasto gli artigiani hobbisti con quelli professionisti, sia nella conduzione dei corsi di scultura, sia nel conferimento della produzione all'IVAT, sia soprattutto nella presenza nell'Atelier di p.zza Chanoux, in cui ormai le produzioni equiparate e quelle di serie hanno marginalizzato la scultura e l'intaglio in pezzi unici;
i sottoscritti Consiglieri regionali
Interpellano
l'Assessore competente per conoscere se intenda:
1) rivedere l'organizzazione dell'Atelier di piazza Chanoux, sia nella Foire invernale che nell'edizione estiva, al fine di ridare alla scultura in pezzo unico ed all'intaglio di pregio il ruolo centrale che da sempre hanno avuto e che da sempre meritano;
2) rivedere i criteri per lo svolgimento dei corsi di artigianato, al fine di tutelare uniformemente tutte le lavorazioni e di preferire nell'insegnamento coloro che, dopo tanti anni di hobbistica, hanno raggiunto le competenze ed il consenso che hanno loro permesso di intraprendere un'attività professionale;
3) aprire un confronto con il nuovo Consiglio di amministrazione dell'IVAT; al fine di trovare modalità di conferimento da parte dei produttori che favoriscano sia i buoni risultati dei punti vendita sia condizioni paritarie di reddito tra hobbisti e professionisti, alla luce anche dei più rilevanti impegni economici, fiscali e sociali che questi ultimi si assumono;
4) aprire un tavolo di confronto con i differenti soggetti interessati allo sviluppo dell'artigianato di pregio e tradizionale valdostano, al fine di ritrovare un clima costruttivo indispensabile al progresso di questo strategico settore dell'economia valdostana.
F.to: Sandri - Fontana Carmela
Président - La parole au Conseiller Sandri.
Sandri (GV-DS-PSE) - L'estate, Assessore, porta sempre con sé qualche polemica estiva, qui la polemica è riesplosa questa estate in quanto i professionisti hanno deciso un esilio volontario in quel di Saint-Vincent, dove gli scultori professionisti in particolare hanno attrezzato una bellissima mostra che ha avuto anche un discreto successo. Lei ha dichiarato che non se n'era accorto dell'assenza de l'"Atelier", insomma superiamo questa fase di battute e proviamo a capire se esiste un percorso per ritrovare lo spirito di Sant'Orso. Sant'Orso nella storia di questa splendida manifestazione a cui tutti siamo profondamente legati è stata per tantissimi anni... io e lei abbiamo i capelli bianchi, ce lo ricordiamo... il momento "clou" era arrivare alle Porte Pretoriane e vedere le sculture, i pezzi singoli degli scultori più bravi della Valle d'Aosta, vedere se c'era qualche nuovo nome, vedere se c'era qualche oggetto di particolare pregio. Ora, con l'accordo di tutti nel 2001 abbiamo convenuto di spostare l'"Atelier" nella piazza centrale della città di Aosta e questo per certi aspetti è stato un dato positivo, perché si è valorizzato, seppure non sia stata una scelta tradizionale, un luogo simbolico della nostra città e della nostra Regione. Il problema è che in tutti questi anni, dal 2001 ad oggi, piano piano tale "Atelier" sia nella fase invernale che in quella estiva è sempre diventato un'accozzaglia di tipologie molto diverse: si è passati dai pezzi unici ai pezzi multipli in serie, esposizioni di serramenti, ceramiche, vetro, oro, argento, pelle... una roba in cui sempre più quello che era il dato tradizionale e forte della nostra manifestazione: quello della scultura, il pezzo unico in legno, si è trovato sempre più emarginato, tanto da sentirsi escluso dal fulcro e questo con le comprensibili ripercussioni dal punto di vista economico, perché è chiaro che meno visibilità può portare a delle difficoltà dal punto di vista pratico ed oggettivo. Noi volevamo avere delle valutazioni per capire su una serie di tematiche legate a questo problema dei professionisti cosa si intenda fare, in particolare credo che si debbano capire 2 o 3 cose: la prima, quali spazi e quali intenzioni vi siano per rivalorizzare e ridare il centro della fiera alla scultura in pezzo unico e all'intaglio di pregio, che sono le 2 attività principali; la seconda cosa, quali misure si vogliono prendere per qualificare i corsi di artigianato, perché almeno nei settori in cui sono disponibili i professionisti siano questi non sorpassati da altri insegnanti, magari non sufficientemente qualificati. Le ultime 2 questioni sono la volontà a livello di IVAT di trattare a pari misura i dilettanti e i professionisti che conferiscono, perché oggi con la differenza del valore, che viene liquidato immediatamente... del valore che viene liquidato alla vendita, sta di fatto che gli hobbisti incassano subito i soldi al momento in cui consegnano il materiale e i professionisti devono aspettare l'eventuale vendita: questo è un comportamento che non è negativo come principio, ma nei fatti si traduce in un danno.
Infine, sappiamo che c'è stato qualche piccolo screzio e qualche piccola incomprensione, volevamo capire se c'è l'intendimento da parte dell'Amministrazione regionale di tornare ad un confronto con questi professionisti dell'intaglio per trovare una concertazione che tutti auspichiamo.
Presidente - La parola all'Assessore alle attività produttive e politiche del lavoro, La Torre.
La Torre (FA) - Intanto ringrazio gli interpellanti per il tono usato e anche per il piacere che mi danno di poter parlare del nostro artigianato, che è una caratteristica importante di questa Regione, che ci permette di presentarci all'esterno e di farci conoscere nel profondo di quello che siamo. È quindi giusto e bene, nel momento della ripresa dei lavori di fine estate, affrontare il tema, visto che poi conseguentemente si può trarre un piccolo bilancio da quello che è stato fatto nell'ultimo anno: parlo della Fiera di Sant'Orso invernale e in qualche modo anche la Fiera estiva.
Credo anzitutto che il punto su cui dobbiamo essere tutti concordi è la centralità che deve avere l'artigianato nella proposta turistica valdostana e credo che questo obiettivo che ci siamo dati di dare ampio spazio alla presenza dell'artigianato in tutto il territorio della Valle, in particolare nei 2 momenti di punta che sono la Fiera invernale e la Fiera estiva, quest'anno abbia avuto successo. Ha avuto successo non perché lo dico io, ma perché, conseguentemente ad un lavoro di monitoraggio e di raccolta di dati presso gli artigiani, l'approvazione, l'apprezzamento da parte degli artigiani, che sono gli attori delle fiere, è stato molto positivo, con uno "share" molto alto e, per qualche verso, possiamo dire che le manifestazioni estive hanno dato dei buoni risultati.
È evidente, come diceva bene il Consigliere Sandri, che l'ambiente dell'artigianato è un ambiente che va conosciuto, anche difficile, molte volte capita anche a me di non capire fino in fondo certe stratificazioni che nel tempo si sono create, perché parlare di artigianato vuol dire anche parlare di arte e quindi molte volte ci confrontiamo con artisti, che hanno per la loro connotazione una visione che non sempre è legata alle normali regole e le normali indicazioni che dà un'amministrazione. Molte volte ci troviamo in condizioni di affrontare problemi che sono visti da alcuni soggetti in modo del tutto diverso dalla normalità, ossia trattare molti artisti vuol dire dover tener conto di tutte le loro posizioni, ma credo soprattutto tenere da conto l'obiettivo: quello di far crescere il nostro artigianato, farlo sviluppare e consentire a questi artigiani di fare del commercio, ma soprattutto tener conto della somma di tutte le ragioni degli artigiani; questo vuol dire molte volte non poter tener conto della ragione di un singolo artigiano o delle motivazioni di pochi artigiani. L'interesse della collettività degli artigiani deve prevalere sugli interessi dei singoli, perché, se così non fosse, cominceremmo ad introdurre dei principi di discriminazione nell'artigianato che sarei molto perplesso ad introdurre, ossia a dire: "ha più senso tenere il pizzo di Cogne o i "sabot"", perché se cominciamo a dire che il "sabot" non ha più senso, probabilmente lo perderemo, perché non c'è un gran commercio di "sabot". Dobbiamo quindi dire che l'artigianato è artigianato in tutte le sue forme e va difeso, perché è artigianato di tradizione, pertanto è importante chi fa il "sabot" come chi fa il pizzo. È chiaro poi che vi è un valore aggiunto, perché vi sono degli artisti talmente bravi che fanno delle cose così eccezionali che non possono non essere evidenziate, per cui è giusto che chi fa queste cose cerchi un'evidenziazione importante.
Vi è un altro aspetto che va sottolineato: l'artigianato nasce per cultura, per tradizione, nasce negli oggetti di uso quotidiano, nasce nel doversi arrangiare in montagna e crearsi in modo artigianale tante cose, che assumono un valore artistico, ecco che molte volte artigianato non è solo il pezzo unico, ma sono dei pezzi che vengono riprodotti ma, essendo riprodotti a mano, ogni volta sono dei pezzi unici. Certamente artigianato non è il pezzo seriale, perlomeno non è artigianato di tradizione, è un artigianato di minore importanza, il pezzo seriale prodotto al tornio e ripetuto in 100 pezzi, quello non è un pezzo che avrà molta prospettiva, perché ormai la concorrenza è tale che chi produce i pezzi seriali corre il rischio che ci sarà sempre qualcuno che li potrà produrre a meno. Il cucchiaio, il mestolo, l'attrezzo però che acquisisce ogni volta che viene riprodotto nella sua manualità la sua unicità... e poi è vero che è un pezzo che si ripete, ma è unico, ha anch'esso la sua importanza, anche perché l'artigianato si deve rivolgere a tutti e a tutti anche sotto un profilo commerciale. Non possiamo pensare che alla Fiera di Sant'Orso si possano vendere solo pezzi da 5.000 euro l'uno, ma dobbiamo anche immaginare che c'è gente che ha il piacere di andare alla fiera e comprare il nodo, il galletto, o altri oggetti nemmeno di pregio sotto il valore artistico, ma che nella loro unicità hanno un valore artigianale. Ecco che abbiamo 1.000 artigiani - per dire una cifra - che partecipano a alla Fiera ognuno con la sua dignità, il suo valore aggiunto, la sua importanza ed è questo il senso che abbiamo voluto dare, quello che ha caratterizzato le ultime 2 Fiere con un certo successo sia da parte degli artigiani che del pubblico: il tentativo di dare a ognuno il suo spazio di rappresentanza.
Cosa è successo, perché 15-20 artisti importanti forse per un attimo hanno pensato di essere sminuiti? Perché in una situazione dove loro prima erano abituati a primeggiare sopra tutto e sopra tutti e a fissare regole e condizioni artistiche, a sentirsi i punti di riferimento, si sono visti inseriti in un contesto dove si privilegiava la Fiera nel suo complesso e il concetto di artigianato nel suo valore più puro e tradizionale: quello della partecipazione allargata. Anche perché il ragionamento deriva proprio dal fatto che nelle scuole bottega, qui inserisco il discorso delle scuole, dove utilizziamo i professionisti, formiamo artigiani e questi poi, perché frequentano tali scuole fatte da professionisti, quindi imparano seriamente la tecnica dell'artigianato, hanno un'aspettativa. Non sempre chi esce dalla scuola dell'artigianato pensa di non poter diventare un professionista, molti aspirano a diventare i professionisti e cercano la possibilità di farlo attraverso un percorso che li metta in condizioni di avere il loro spazio. Ecco che quindi le scuole hanno la loro importanza, che i professionisti nelle scuole hanno un loro spazio, ma è anche vero che queste scuole producono fortunatamente - perché il nostro artigianato è sano, funziona, è fiorente - anche tanti definiti hobbisti, in realtà un numero di centinaia e centinaia che sopravanzano i pochi professionisti e tali hobbisti ci auguriamo che, attraverso le strutture e le fiere che mettiamo loro a disposizione, possano diventare professionisti.
Ciò detto, parlando non della mostra concorso, che è una cosa a sé, che non c'entra con la Fiera di Sant'Orso, specialmente quella invernale, perché è un fenomeno solo estivo - lei nelle premesse la citava e potrebbe generare confusione -, l'"Atelier" è diventato nel tempo come un padiglione che vuole esaltare tutta una serie di produzioni. Queste produzioni, che hanno tutte la stessa dignità, come ho detto, possono avere anche un'importanza diversa, tanto che, se vi ricorderete nella Fiera di Sant'Orso invernale, la vera Fiera, abbiamo cercato di caratterizzare l'"Atelier" in un modo nuovo, cosa che non era mai stata fatta prima, ossia attraverso dei colori che sottolineavano gli "stand" e che mettevano in condizioni il visitatore di cogliere le varie sfaccettature dell'artigianato che sicuramente vi sono nelle varie loro tipologie.
Qualcuno dice - e forse la sua osservazione era in questo senso - che diamo troppo spazio ai mobilieri, certo negli ultimi anni - e io sto incentivando tale concetto e penso di aver introdotto anche qualche ragionamento nuovo, non a caso abbiamo chiuso un accordo con l'Università del disegno di Torino e con il Politecnico per degli studi sul mobilio valdostano, per poterlo rilanciare sotto un profilo commerciale, i mobilieri in modo spontaneo hanno ripreso fiducia in loro stessi... e noi ci troviamo in Valle d'Aosta in una forte ripresa della presentazione del mobile valdostano...
(interruzione del Consigliere Sandri, fuori microfono)
... bene, io sono contento, perché questo vuol dire che sono soldi spesi bene, perché, se i soldi che spendiamo producono tanti "atelier" di artigianato che producono mobili che vendono e che assumono, forse sono fra i pochi soldi che spendiamo bene; questo mi fa piacere che lei lo rileva. Tali artigiani del mobile hanno ottenuto nell'"Atelier" uno spazio, cogliendo così un'occasione anche commerciale - perché non ci dobbiamo mai dimenticare che la Fiera di Sant'Orso è fatta per noi, per i nostri artigiani, per i turisti, ma deve avere anche una valenza commerciale -, che permette di presentare i prodotti, così come i mobilieri tanti altri sono stati citati, ma questo per togliere qualcosa agli artigiani professionisti? No. Gli artigiani professionisti - che sono purtroppo ancora pochi e speriamo che molti hobbisti diventino professionisti - hanno sempre avuto i loro spazi, hanno sempre avuto la possibilità di presentare le loro opere importantissime a cui teniamo molto. Cos'è che non soddisfa? Non soddisfa il fatto di poter avere un'unicità di presentazione, ma d'altronde l'"Atelier" vuol essere una vetrina che congloba tutta la nostra produzione. Ecco che non si può andare a creare nell'"Atelier", o comunque diventa difficile da spiegare anche agli altri che sono tanti, come si voglia privilegiare un gruppo rispetto ad un altro. È da rispettare quindi la loro necessità di avere attenzione: questo lo accolgo come un suggerimento, occorre che abbiano attenzione anche loro e a me dispiace dire... onestamente, per dire la verità, sapevo che non sarebbero venuti, perché avevano fissato delle condizioni per venire e questo era simpatico, perché c'è questo rapporto senso delle responsabilità e dei doveri. È un po' come se dicessimo agli artigiani: "se fate le statue, dovete farle con 3 braccia" e l'artista dice: "scusa, sono io l'artigiano, le statue le faccio con 2 braccia". Diventa difficile quando nelle riunioni ci dicono: "no, le uscite di sicurezza devono essere messe qui, le distanze devono essere queste", ossia avevano messo delle condizioni che non avevano un sapore artigianale, sembravano condizioni organizzative. Diventava difficile accontentarli sotto quel profilo, quindi sapevo che non sarebbero venuti. Ero anche un po' preoccupato, poi sono rimasto contento quando ho saputo che andavano a Saint-Vincent, perché ho pensato che avrebbero avuto là un buon successo e mi sembrava giusto ribilanciare: anziché sempre tutto su Aosta mi sembrava giusto ribilanciare su Saint-Vincent, dando la possibilità a quella località turistica di avere uno spazio espositivo importantissimo, perché con 20 espositori di quel calibro era un riequilibrio significativo. Ciò detto, l'attenzione nei loro confronti va data e io ho detto: non ce ne siamo accorti perché quest'anno ci sono state talmente tante belle opere e tanti espositori, c'è stato talmente tanto successo di pubblico, di strade, di artigiani, che in realtà non me ne sono accorto che mancavano, ma non era una provocazione. Il mio invito quindi è al contrario: primo, che abbiano il piacere di partecipare e di inserirsi, che abbiano tutte le attenzioni del caso, che partecipino nell'"Atelier" e in tutte le nostre manifestazioni, che continuino a fare i professori nelle botteghe-scuola e di professori ne abbiamo bisogno. Abbiamo bisogno anche di professionisti, ma anche di professori e quindi è importante che svolgano questo ruolo.
L'IVAT - comincio a darle qualche risposta precisa - quando si dice che acquista solo dagli hobbisti... le do un dato, poi lei valuti se acquista solo dagli hobbisti: su 850mila euro di acquisti sono stati comprati dagli hobbisti il 5,9%, circa 70.000 euro. Tenga conto che molte volte i professionisti, e qui do loro ragione, non sono disponibili a fare degli oggetti di piccolo valore, perché il problema è sempre lo stesso: l'artigiano professionista in realtà è un artista, quindi non gli puoi comandare di farti questo o farti quello, cosa che invece gli hobbisti fanno e purtroppo nei nostri negozi dobbiamo vendere anche delle cose che sono adatte a un pubblico che le richiede. Diventa allora difficile andare da un artista e dirgli che deve fare una cosa così, perché lui risponde che va in base alla sua ispirazione e comunque sono una percentuale molto piccola gli acquisti fatti dagli hobbisti.
Il tavolo di confronto: l'attenzione sicuramente sì... credo che comunque dopo queste 2 manifestazioni che sono andate molto bene... sono preoccupato, perché, siccome abbiamo fatto molto bene, mi preoccupo come poter continuare a fare altrettanto bene o meglio. Sicuramente un tavolo di confronto credo sia necessario, anche perché dobbiamo spingere molto su come allungare le nostre stagioni turistiche - non sono argomenti miei - e penso che l'artigianato possa essere uno strumento che mettiamo a disposizione del turismo, quindi vorrei togliere ogni polemica su quello che può esserci, come giustamente invitava lei. Faccio mio poi il vostro invito e cercherò di aprire al più presto un confronto che possa portare chiarezza su questa situazione. Le ho preparato una risposta scritta alle singole domande.
Président - La parole au Conseiller Sandri.
Sandri (GV-DS-PSE) - Risposta come sempre articolata, con dei dati positivi e dei dati negativi. Sulla centralità dell'artigianato non siamo ovviamente in dissonanza, siamo d'accordo, dobbiamo capire cosa ci si mette dentro questa parola. Crediamo che gli scultori e i professionisti dell'intaglio non siano dei privilegiati, ma siano quelli che caratterizzano la produzione più tradizionale. Con le leggi dell'inizio degli anni 2000 sono diventati tradizionali anche i mobilieri e i serramentisti che poco hanno a che fare. Non solo, fra l'altro su questo punto menomale che nel 2003 si è messo uno "stop", ma, quando c'era una spesa minima di 5.000 euro per avere questi finanziamenti, venivano tagliati fuori proprio i professionisti dell'intaglio, che non arrivano a 5.000 euro di macchinari, perché usano lo scalpello e puoi avere quanti scalpelli per arrivare a 5.000? Ma questo ha permesso poi di comprarsi macchine, utensili, automobili... a chi produce mobili o serramenti, quindi diciamo sull'artigianato tipico si è un po' sfalsato. Così come c'è stata tale evidenza di questo tradizionale che è diventato l'oro; credo che, se qualcuno di noi va a parlare con i turisti svizzeri o francesi che vengono in Valle d'Aosta, se il loro obiettivo è di venire a vedere i nostri gioiellieri, i nostri artigiani dell'oro... che sono persone degnissime, alcune le conosco personalmente e so che lavorano molto bene, ma nulla hanno a che fare con la tradizione; sta iniziando a diventare una tradizione e lo sarà forse nei prossimi decenni, ma non fa parte della storia della Valle d'Aosta. Fra l'altro, si è lasciato scappare ad un certo punto quando ha detto quanti sono i professionisti... sono pochi... sono tanti? È un po' un discorso da politico, forse i professionisti non portano abbastanza voti perché sono pochi, gli hobbisti molti di più. Sappiamo che qualche "equiparato" - non facciamo i nomi in pubblico, ma in privato glieli facciamo, ma li conosciamo tutti, basta guardarci in faccia - di qualche settore specifico è sponsorizzatissimo da alcuni politici di primo piano di questo Consiglio, di settori che hanno poco a che fare con la tradizione valdostana. Le loro opere si possono anche vedere in giro per le strade della Valle d'Aosta, ma non sono il massimo della tradizione di questo momento forte, che, proprio sul rispetto di una tradizione e di una linea che arriva da tanto lontano, si mantiene. Qui io credo che un po' di responsabilità vi sia non tanto nell'Assessore quanto nell'Assessorato, nel senso che le norme che sono state messe a punto dal punto di vista tecnico non danno questa visibilità - spero che lei confermi nel pratico l'impegno che si è preso di ridare una centralità agli artigiani e agli scultori di pezzi singoli e all'intaglio di qualità -, ma si è arrivati ad un'analisi un po' burocratica, per cui l'opera d'arte non veniva guardata per vedere se era un'opera d'arte, ma di che tipo di legno era fatta o di che tipo di materiale.
Credo che la burocrazia come era descritta da Milan Kundera nella Cecoslovacchia degli anni '60... ossia credo che bisogna capire che i dati di qualità sono legati sì alla materia, ma anche ad una corrispondenza a una serie di constatazioni abbastanza immediate. L'impressione che vi siano degli esperti di ciò che è tradizionale che fanno parte dell'apparato burocratico ci porta a fare delle considerazioni non positivitissime. Torniamo a fare della politica e a non essere troppo ostaggio degli apparati, su questo, secondo me, lei ha sempre dimostrato di avere una certa capacità di sottrarsi a un certo tipo di cose, quindi abbiamo buone speranze. Fra l'altro, lei è il simbolo del cambiamento, della rotazione in una determinata posizione di Giunta, credo che questo sarebbe un metodo da utilizzare anche a livello di dirigenti, nel senso che un dirigente che occupi per troppo tempo lo stesso posto, che sia la Procura della Repubblica, piuttosto che l'Assessorato del turismo... credo che alla fine sia sempre bene un ricambio, il cambiamento porta idee nuove, cose nuove, magari si faranno anche degli errori, ma si rinvigorisce. Diciamo, facciamo un innesto anche lì di cose nuove, quindi si rifletta anche sulla possibilità di fare qualche...
Volevo concludere con un paio di sollecitazioni: la prima è quella del Museo dell'artigianato. Credo che questa posizione di rilievo degli scultori o intagliatori di tradizione possa ritrovare un momento stabile, ossia va bene il posto sotto le Porte Pretoriane, adesso l'"Atelier", ma anche trovare in qualche posto fuori Aosta, come diceva lei - qualcuno mi suggeriva "Casa Nicoletta" in quel di Fénis, che è stata acquisita dalla Regione -, comunque un qualche spazio che potrebbe essere anche il Forte di Bard, c'è da studiare... però un museo stabile dell'artigianato in cui si possano mettere i pezzi delle collezioni regionali che sicuramente ci sono, che esprimano la nostra tradizione e poi associare a questo anche quello dei professionisti e degli hobbisti più bravi di oggi. Teniamo conto di una cosa - su questo concordo con lei -: sono 2 meccanismi che devono trovare il modo di articolarsi perfettamente, perché tutti i professionisti di oggi ieri erano degli hobbisti, è gente che ha fatto per 10-20-30 anni l'hobbista e poi è arrivato a fare il professionista e loro devono fare crescere degli hobbisti per farli diventare professionisti. È quindi un meccanismo che non è in contrasto, sono dei fattori e delle "gambe" fondamentali che devono coordinarsi e camminare al giusto ritmo contemporaneamente.
L'ultima sollecitazione che volevo fare è sulle leggi di finanziamento dell'artigianato. Lei è abile, ha fatto tutto un passaggio sui mobilieri; attenzione, quella di essere presente alla Fiera di Sant'Orso è la "conditio sine qua non" per poter accedere a "robustissimi" finanziamenti regionali, di leggi che non ha fatto lei, quindi è indenne da tutto questo, ma sarebbe interessante capire dove sono finiti i finanziamenti all'artigianato di tradizione: in automobili, in camioncini, in una serie di cose di gente che fa serramenti, che però deve essere presente alla Fiera di Sant'Orso. Cosa succede allora? Queste persone piazzano lì il pezzo, c'è quello che lo fa con intelligenza e capacità per cui prepara il pezzo per la fiera, quindi il mobile particolarmente rifinito e quello che "sbatacchia" lì la roba perché l'importante è poter dire che era presente alla Fiera di Sant'Orso, che è il lasciapassare per i contributi regionali. Questa è una cosa su cui credo che occorra una riflessione comune, perché nessuno ha la bacchetta magica per poter dire si fa in un modo piuttosto che in un altro, ma deriva dall'esperienza per ammissione stessa dei dirigenti del suo Assessorato, che mi hanno fornito una serie di dati che illustrano questa difficoltà, tanto che ha portato già a una modifica importante della legge e che è positiva, ma non sufficiente. Il che non vuol dire non aiutare questi artigiani, però credo sia bene definire gli ambiti: una cosa è l'artigianato di tradizione, una cosa è l'equiparato, una cosa è l'artigianato di serie per mobili o altri oggetti di utilità concreta, che abbisognano di una normativa fatta in modo diverso, sono settori che non possono intersecarsi, devono essere separati. Credo sia come la questione delle guide: vi sono quelle di alta montagna, vi sono le guide alpine e gli accompagnatori della natura... la stessa cosa bisogna fare in questo settore, in modo che delimitando - in concertazione a un tavolo di lavoro collettivo o su tavoli separati - una politica tutti possano trovare il proprio posto in una casa che deve essere comune e in cui tutti si devono trovare a proprio agio.
Presidente - Non sono stati presentati emendamenti sui provvedimenti iscritti all'ordine del giorno, mentre la collega Squarzino Secondina ha depositato la relazione sulla proposta di legge n. 172 - iscritta al punto n. 32 all'ordine del giorno - che vi sarà distribuita.
Sospendiamo i lavori consiliari con ripresa degli stessi alle ore 15,30, ricordo che vi è una riunione alle ore 15,00.
La seduta è tolta.
---
La séance se termine à 12 heures 50.