Compte rendu complet du débat du Conseil régional. Les documents ci-joints sont disponibles sur le lien "iter atto".

Objet du Conseil n. 2938 du 26 juillet 2007 - Resoconto

OGGETTO N. 2938/XII - Inizio della discussione congiunta delle proposte di legge n. 133 e n. 142 e di una risoluzione, per il contenimento dei costi della politica.

Presidente - Possiamo fare una discussione congiunta degli argomenti, ivi compresa la mozione? Mi sembrerebbe ragionevole.

La parola al Consigliere Sandri.

Sandri (GV-DS-PSE) - Leggerò la relazione alla proposta di legge n. 133.

Da molto tempo la necessità di ridurre i costi della politica è all'attenzione dell'opinione pubblica, ma in questi ultimi tempi tale tema è davvero giunto alle prime pagine dei giornali e dell'interesse generale, anche grazie ad una riuscita iniziativa editoriale.

Nell'ottobre dell'anno scorso - perché la proposta di legge n. 133 si riferisce a un tempo piuttosto lontano, oggi abbiamo approvato il disegno di legge n. 178 - la "Gauche Valdôtaine-Democratici di Sinistra" ha presentato questa proposta di legge, che ha come obiettivo di dare un piccolo, ma significativo segnale in materia di contenimento dei costi della politica. In particolare la norma che stiamo per discutere prevede 2 "tagli": il primo è quello che impedisce il cumulo tra il vitalizio di Parlamentare europeo o nazionale - quindi Deputato o Senatore - o di Consigliere di altra Regione e quello di Consigliere regionale della Valle d'Aosta. Si intende per divieto di cumulo ovviamente la mancata corresponsione dell'ammontare del vitalizio dipendente dal contributo dell'Amministrazione regionale (i cosiddetti "2/3"), mentre rimarrebbe in capo al Parlamentare la parte di capitale individuale corrispondente alla trattenuta obbligatoria attuata sull'indennità mensile, ossia quello che lui invece fisicamente ha versato nel corso degli anni con la sua rivalutazione ottenuta grazie agli investimenti del fondo del vitalizio. Il secondo taglio prevede l'abolizione, d'ora in avanti, della possibilità di ottenere l'intera capitalizzazione accumulata al raggiungimento dei 65 anni, in cui si matura il diritto al vitalizio. Ovviamente sono fatti salvi tutti i diritti già acquisiti.

Per quanto riguarda il primo taglio, così come previsto dall'articolo 1 della presente proposta di legge, interessa sinora pochi ex Consiglieri, ma si può prevedere un maggiore effetto nei prossimi anni, perché frequentemente negli ultimi anni alla carica di Parlamentare nazionale o europeo sono stati chiamati Consiglieri regionali in carica (fra l'altro, è il caso dei 2 Parlamentari in questo momento alla Camera e al Senato). Per quanto riguarda il secondo taglio, di cui all'articolo 2 della presente proposta di legge, tale norma cerca di riportare all'originale significato del vitalizio, ossia un sostegno perché i Consiglieri regionali non siano costretti a situazioni non decorose nell'età più avanzata. Infatti il ritiro di tutta la capitalizzazione non garantisce quella continuità economica, obiettivo della legge istitutiva del vitalizio.

In sintesi, questi 2 articoli sono un piccolo contributo alla necessaria e urgente riduzione dei costi della politica, una scelta che tutto il Consiglio regionale dovrebbe condividere anche al fine di dimostrare l'importanza della qualità e della competenza del nostro agire. Ciò non toglie che si dovrà ancora intervenire su questo tema e la nostra proposta di legge assume quindi oggi la funzione di cartina di tornasole, per sapere se la maggioranza sedicente regionalista condivide i nostri propositi.

Questo documento è stato scritto nella giornata dell'altro ieri, è stato già depositato all'archivio e credo che casualmente abbia perfettamente interpretato l'iniziativa della maggioranza, che fino a tale istante pare non abbia voluto condividere i nostri propositi e consentire, attraverso l'approvazione di questa proposta di legge, la dimostrazione della buona volontà nel risolvere tale importante problema.

Président - La parole à la Conseillère Squarzino Secondina.

Squarzino (Arc-VA) - La proposta di legge n. 142 è stata depositata dal gruppo "Arcobaleno Valle d'Aosta-Vallée d'Aoste" il 22 novembre 2006, quando non era ancora all'ordine del giorno dell'agenda politica italiana - e anche valdostana - la questione dei "costi della politica". Ricordo che il nostro gruppo aveva già presentato nel settembre 2003 un'altra proposta di legge: la n. 4, con gli stessi contenuti; questo per dire come tale proposta di legge non nasce in modo estemporaneo solo perché in questo momento si sta discutendo dei costi della politica.

Con la presente proposta di legge il gruppo "Arcobaleno" intendeva, ed intende tutt'oggi, porre all'attenzione di questo Consiglio un problema di carattere etico, riguardante il costo che il lavoro del politico-Consigliere ha sulla collettività. Certamente la questione dei costi della politica è molto più ampia della semplice riduzione dell'indennità mensile del Consigliere regionale o dell'assegno vitalizio (la pensione del Consigliere). È di questi giorni il dibattito su come innescare processi di risparmio, incidendo sul numero dei componenti di enti istituzionali o addirittura riducendo il numero degli enti locali (piccoli Comuni, Comunità montane, eccetera). Con questa nostra proposta si intende incominciare ad incidere su alcuni aspetti significativi, anche perché nella nostra Regione l'indennità del Consigliere, in base alla legge n. 23/2001, è parametro per il calcolo delle indennità di amministratori di enti locali (Sindaci, Assessori, membri di Comunità montana) o di enti pubblici strumentali o di società partecipate dalla Regione. Se si volesse veramente incidere sui costi della politica anche degli enti locali, forse un modo indiretto potrebbe essere quello di cominciare a farlo incidendo sul costo dello stipendio del Consigliere, su cui sono parametrati gli altri costi. Calcoliamo che, tanto per avere un dato, mensilmente il costo dei Sindaci è circa in questa Regione 194.000 euro, pensiamo in un anno cosa vuol dire ridurre tali costi della politica rispetto agli enti locali.

A febbraio 2007 la nostra proposta di legge era stata iscritta per decorrenza di termini in Consiglio, ma era stata rinviata in Commissione, per consentire una valutazione complessiva delle problematiche sollevate, onde giungere eventualmente ad un disegno di legge condiviso. Il tempo purtroppo è passato - febbraio, marzo, aprile, maggio, giugno, luglio - senza che si giungesse ad un reale approfondimento della materia. Noi crediamo che, pur in attesa di provvedimenti più generali, sia opportuno dare un segnale chiaro ai nostri concittadini, dimostrando di voler incominciare a mettere le mani nelle nostre tasche prima di ridurre i servizi o aumentare il costo della partecipazione degli utenti agli stessi servizi.

Nel nostro ordinamento l'indennità del Consigliere è calcolata in percentuale sull'indennità del Parlamentare: la legge regionale 21 agosto 1995, n. 33, ha innalzato tale percentuale dal 40% al 70%. All'articolo 1 della nostra proposta di legge si prevede che tale percentuale scenda almeno di 10 punti in percentuale, incidendo in tal modo, a cascata, sulle indennità dei vari amministratori. Ricordo che, quando nel 2003 avevamo presentato una proposta di legge in cui si prevedeva una diminuzione, avevamo allora chiesto una riduzione al 50%, però abbiamo detto che forse era troppo, vediamo di presentare una percentuale che sia più accettabile dalla maggioranza. Per quanto riguarda poi in modo peculiare solo i Consiglieri regionali, la proposta di legge all'articolo 2 interviene anche per ridurre di 1/3 la quota su cui viene calcolato l'assegno vitalizio per gli ex Consiglieri. Attualmente il capitale su cui è calcolato l'assegno vitalizio è formato per una parte da una quota mensile a carico del Consigliere e per 2 parti da una quota versata dal Consiglio. La proposta di legge prevede di ridurre della metà tale somma. L'articolo 3 vuole ripristinare la finalità sottesa all'istituto dell'assegno vitalizio: consentire a chi è stato Consigliere di affrontare senza troppe preoccupazioni il periodo della vecchiaia. Nelle ultime modifiche riguardanti l'assegno vitalizio si è introdotta la possibilità per il singolo Consigliere di ritirare, a fine mandato, il capitale che negli anni si è costituito con il sommarsi dei versamenti del Consigliere e del Consiglio. Con l'attuale proposta si conserva la possibilità per il Consigliere di ritirare l'intera somma da lui pagata, ma non quella versata dal Consiglio. Con gli uffici è stato fatto un calcolo: con l'introduzione degli articoli 1 e 2 si consente un risparmio di oltre un milione e duecentomila euro all'anno e questo senza poi calcolare il risparmio che a cascata andrebbe sugli enti locali.

Ancora un'annotazione: stamani nell'incontro con i Capigruppo è stato chiesto sia dal Presidente della Regione, sia dal Presidente del Consiglio, ma anche da tutti gli altri gruppi, di ritirare questa proposta di legge, in quanto, a fronte dell'emanazione del decreto legge sui costi della politica, anche la nostra Regione è chiamata a dare il suo contributo non solo sul tema degli enti locali su cui ha potestà legislativa primaria, ma anche sull'insieme dei costi della politica come istituzione regionale. La proposta che ci è stata fatta era quella di non discutere oggi queste proposte di legge, ma di rinviare a settembre l'analisi del problema, in modo da affrontare in un gruppo di lavoro tutta la questione e trovare un accordo e avere il tempo di delineare un intervento a carattere globale. Noi, rispetto a questa proposta, vogliamo fare 2 osservazioni: per l'ennesima volta abbiamo constatato che la maggioranza non è disposta ad inserire nella sua agenda politica temi proposti dalla minoranza, è libera di farlo, ma noi lo vogliamo sottolineare; in questo caso sarebbe disposta ad affrontare la questione della politica a settembre, perché eventi esterni - le nuove indicazioni che arrivano da Roma come anche l'insieme delle richieste che giungono dalla società civile - la costringerebbero. Noi riteniamo che, tutto sommato, questa è la seconda proposta di legge che facciamo in tale legislatura, senza contare le altre mozioni e risoluzioni che abbiamo presentato più volte, per indicare che questo è un tema che riteniamo importante e su cui sarebbe significativo che il Consiglio si pronunciasse.

Abbiamo anche analizzato con serietà la proposta che ci è stata fatta di rimandare il tutto a settembre e ci siamo detti: "va bene, possiamo anche essere disposti a rimandare tutto a settembre", ma come? Con il Governo nazionale la Regione ha fatto un patto, nel senso che indica alcuni paletti, così anche noi volevamo indicare alcuni paletti, dicendo: "siamo disposti a ritirare le nostre proposte di legge e discuterle a settembre", ma vorremmo che a settembre il lavoro vada in una certa direzione, perché, se questo lavoro va in una direzione totalmente contraria rispetto alla riduzione dei costi della politica, non è neanche serio che ritiriamo tali proposte di legge. Abbiamo fatto anche uno sforzo di individuare alcuni paletti che posso leggere: "ridurre l'assegno vitalizio dei Consiglieri regionali, ridurre lo stipendio dei Consiglieri proponendo anche di sganciarlo da quello dei Parlamentari e rivalutandolo annualmente con l'indice Istat, eliminare il cumulo dei vitalizi, impedire il ritiro del 100% del capitale dell'assegno vitalizio quando è maturato il diritto alla pensione". Saremmo stati disposti a ragionare su questi paletti, a modificarli, nel senso che individuiamo adesso 1, 2, 3 punti chiari che ci fanno da limite del percorso che a settembre faremo. La risposta è stata negativa, ossia non si vuole oggi entrare nel merito. Ripeto: abbiamo detto proviamo a discutere dei punti prioritari, ma non si è voluto neanche discuterne; allora abbiamo detto che era opportuno e anche rispettoso nei confronti del lavoro fatto dai Consiglieri discutere oggi questa proposta di legge. Non è un disegno di legge che appare il 18 luglio, viene passato in Commissione il 19 e portato in Consiglio il 26, come il discorso della montagna; è una proposta di legge che ha una lunga storia, già vi era una proposta di legge del 2004, vi è stata la proposta del novembre 2006, vi era il tempo di affrontare la questione in Commissione, di mettere tutti quanti insieme l'elenco delle questioni di affrontare, ma di entrare nel merito: questo non è stato fatto. Riteniamo allora sia opportuno che oggi il Consiglio si esprima su questi punti, perché è da novembre che il nostro gruppo chiede al Consiglio di esprimersi con "sì" o "no", o "non mi interessa" sulla nostra proposta.

Si dà atto che dalle ore 18,00 presiede il Vicepresidente Lanièce.

Presidente - Dichiaro aperta la discussione generale.

La parola al Consigliere Sandri.

Sandri (GV-DS-PSE) - Bisogna ringraziare la collega Squarzino per la precisione e il dettaglio con cui ha affrontato questo tema non semplice, ma anche con il garbo, nel senso che è un problema difficile, su cui si può facilmente scendere su un terreno un po' populista, però mi sembra che siamo riusciti finora a tenere un profilo sufficientemente istituzionale (in francese "républicain"). Mi sembra però che non si possa "non prendere il toro per le corna" e affrontiamo il tema vero di questo dibattito. Questa mattina alle 9,00 i 2 Presidenti e la Conferenza dei Capigruppo hanno fatto una riflessione su tali temi, il Presidente ha fatto una relazione molto precisa e dettagliata degli accordi presi a livello nazionale, prima nella Conferenza dei Consigli regionali e successivamente ciò che è stato recepito dal Governo e ha anche illustrato parzialmente i primi segnali che sono arrivati dal Parlamento, perché una delle critiche che erano emerse era proprio questo fatto che sì erano gli enti locali che si dovevano dare una mossa, però il Parlamento avrebbe deliberato in materia quando il Parlamento andava a ridurre i costi della politica.

Alla fine di questa lunga esposizione la maggioranza e non solo - mi sembra anche con l'appoggio convinto di altre parti della minoranza: penso ai gruppi "Per il Partito Democratico in Valle d'Aosta" e "La Casa delle Libertà" - ha proposto un tavolo di lavoro, un metodo per affrontare tutti insieme tale tema. Credo che questo non si possa dire un dato negativo, abbiamo preso in seria considerazione tale proposta, ma questa proposta era collegata ad un'altra che era quella di dire che oggi si rinvia tutto il dibattito che stiamo facendo. La motivazione sostanziale era quella di dire: "questi sono dei provvedimenti limitati, parziali, a noi interessa fare un discorso a 360 gradi", come dire un discorso complessivo, e soprattutto è stato evidenziato il rischio che questa approvazione o la discussione di tali proposte di legge potesse essere una fuga in avanti, la volontà di fare i primi della classe e di sfruttare la sensibilità pubblica e avanti di questo passo.

Credo allora che ci si debba chiedere se tale atteggiamento da parte della stragrande maggioranza dei gruppi di questo Consiglio sia un atteggiamento legato alla volontà di mettere in piedi un gruppo di lavoro, oppure se è un modo surrettizio per tirare avanti e vedere se si riesce a risolvere questo problema facendo qualcosa formalmente, ma per non cambiare nulla sostanzialmente, che è tipico di tali situazioni. Quando, fra l'altro, c'è qualcuno che dice: "questo problema non si deve risolvere così, ma dobbiamo fare l'intervento più complessivo", è un modo simpatico di dire: "no". Si dice in ambiente diplomatico che, quando uno ti dice: "sì", è "ni" e, se ti dice: "ni", è "no"; questo è spesso abbastanza vero e mi sembra che si stia avvicinando a tale livello. I gruppi "Democratici di Sinistra" e "Arcobaleno" però si sono confrontati, hanno cercato di valutare la parte positiva, quindi dando un accredito positivo all'iniziativa della maggioranza e riprendendo una proposta molto corretta della collega Squarzino che diceva: "se vogliamo fare un gruppo di lavoro, ma un minimo di schema, 2 o 3 punti di riferimento di impegno su cui lavorare ci devono essere, perché un gruppo di lavoro costituito così può avere l'obiettivo di aumentare, di mantenere o di ridurre i costi della politica". Abbiamo deciso questo pomeriggio, in un incontro fra i gruppi di minoranza "Democratici di Sinistra" e "Arcobaleno", di sintetizzare in 4 punti essenziali il riquadro all'interno del quale ci deve essere la riduzione dei costi della politica. I punti prioritari di un patto per la riduzione dei costi della politica secondo noi sono la riduzione dell'assegno vitalizio dei Consiglieri regionali così come è stato identificato nella proposta di legge n. 142, ridurre lo stipendio dei Consiglieri sganciandolo da quello dei Parlamentari e rivalutandolo annualmente con indice ISTAT; credo che questo sia un punto altrettanto fondamentale, perché consente di evitare un meccanismo che è anti-autonomista, nel senso che siamo una Regione autonoma, è giusto che su questi temi ci prendiamo la nostra responsabilità e non è corretto che si debba sempre andare a traino dei cari nazionali, che una volta sono andati "a riduzione" per merito della parte finale del Governo di Centro-Destra, ma nella stragrande maggioranza dei casi sono stati "in aumento" da parte dei vari Governi. Fra l'altro, vorrei anche accennare che in queste ore sta avvenendo qualcosa di simile, perché, da un lato, è stato fatto l'accordo per la riduzione dei costi della politica; dall'altro, hanno aumentato gli stipendi dei Magistrati. Voi sapete che lo stipendio dei Parlamentari è collegato con quello dei Magistrati, quindi non si vorrebbe che anche in questo caso "ciò che è uscito dalla porta rientrasse dalla finestra". Su questo problema - ridurre lo stipendio sganciandolo da quello dei Parlamentari - è importante lo sganciamento, perché significa che ne prendiamo totalmente in responsabilità e dall'altra parte credo che una riduzione da definire 10-15% possa essere un segnale positivo, ma è una riduzione che deve essere vista a 360°, nel senso che i costi della politica... significa, ad esempio, che potremo mantenere gli emolumenti per il Consigliere semplice e ridurre qualche indennità di carica che appare giustificata o non tanto giustificata. Faccio un esempio: è giusto che il Presidente del Consiglio guadagni 10-11-12mila non so quant'è? Potrebbero essere riparametrati Ufficio di Presidenza... dipende anche perché sono tutte funzioni che negli anni hanno cambiato il loro peso, una volta la Presidenza della Regione era un po' come in Italia quella di una Presidenza di una Provincia, perché non c'erano tante competenze, mentre oggi è un incarico molto pesante e pieno di impegni che è differente dall'impegno di presiedere l'Assemblea. Si possono fare vari ragionamenti, non è detto che lo stipendio dei Consiglieri debba essere interpretato in senso letterale, è una valutazione più generale di rivedere i meccanismi rispetto a una serie di valutazioni.

Il terzo punto che volevamo mettere in evidenza è l'eliminazione del cumulo dei vitalizi: questa è una delle 2 parti essenziali della nostra proposta di legge, all'epoca firmata dal sottoscritto e dal collega Ferraris, in cui si poneva il divieto di cumulo - naturalmente solo per quanto riguarda la parte valdostana, non possiamo intervenire ovviamente sul vitalizio nazionale - per quanto riguarda chi ha ottenuto un trattamento di quiescenza come Parlamentare europeo, Senatore della Repubblica, Deputato o Consigliere regionale di altra Regione.

L'ultimo punto è quello di togliere la possibilità del ritiro del 100% del capitale dell'assegno vitalizio al momento della maturazione del diritto e anche prima, come previsto dal nuovo comma 1 dell'articolo 7 della legge n. 28/1999, come previsto dall'articolo 2 della nostra proposta di legge n. 133.

Sono 4 paletti essenziali, non si vanno a mettere delle misure, non si vanno a mettere delle indicazioni più precise proprio per consentire di avere una valutazione più ampia, la riduzione dell'assegno vitalizio ai Consiglieri regionali... la proposta è di ridurre da 2 quote a 1 ma, avendo scritto solo "riduzione", ci sono anche dei margini di manovra nel tempo, nella quantità, nell'entità, nell'attuazione anche in rapporto ai diritti acquisiti. Quattro piccoli punti, che però sono essenziali per cominciare a lavorare, altrimenti si rischia di salire su una barca che non si capisce dove deve andare. Questo purtroppo, dopo una verifica che abbiamo fatto prima di cominciare tale discussione, nella pausa del Consiglio che è stata richiesta proprio dai Consiglieri di minoranza, non è stato accettato dalla maggioranza in modo netto, inequivocabile e mi sembra senza possibilità di ritorno; quindi dobbiamo prendere atto che la volontà della maggioranza è di non avere limiti, di non avere paletti, di non prendersi impegni di nessun genere. Possiamo cominciare già a dire che non vi è voglia di ridurre i costi della politica, almeno qui dentro, perché una seconda parte fondamentale che ci è stata detta stamani dal Presidente della Regione - e che è stata molto enfatizzata dal Capogruppo del "Gruppo Misto" - è quella di evidenziare come gli stipendi dei Consiglieri regionali e gli emolumenti in capo ad essi sono fra i più bassi d'Italia. Mi sembra di ricordare che solo la Regione Molise abbia degli emolumenti più bassi dei nostri, ma potrebbero anche essere quelli più bassi d'Italia, mentre invece - e il Capogruppo del "Gruppo Misto" lo ha ben evidenziato - gli amministratori locali hanno degli stipendi molto alti, non mi ricordo più se lui o il Presidente hanno evidenziato che si va dal 100 al 180% in più dei Sindaci e degli Assessori degli altri Comuni d'Italia. Si proponevano allora il Presidente della Regione e numerosi esponenti della maggioranza, e non solo, di dire: "se dobbiamo intervenire sui costi della politica, prima dobbiamo dare dei segnali importanti anche agli enti locali". Noi non abbiamo interloquito nella cosa, nel senso che sono discorsi che sono emersi di cui prendiamo atto e prendiamo atto anche con soddisfazione del fatto che questi sono problemi che sono emersi con molta convinzione.

Qualcuno ricordava - mi sembra il Capogruppo dell'"UV" - di fare attenzione perché i Sindaci qui sono un triplo problema: da un lato hanno degli stipendi che sono mediamente più alti d'Italia del 100 o 180%; dato che fanno parte quasi sempre delle Comunità montane, hanno poi un'indennità in quanto componenti di Comunità montana che si aggiunge a quella da Sindaco; in più, se partecipano alle Commissioni del CELVA - quelle per esprimere il parere di quell'organo sulle iniziative inviate dal Consiglio regionale -, prendono pure un gettone o qualcos'altro per questa attività, per arrivare ad un montante particolarmente alto. Nei rari casi in cui il Sindaco non si fa interprete di svolgere il suo ruolo nella Comunità montana... sempre il collega Vicquéry dice: "attenzione, c'è la mania di inventarsi il cosiddetto "Assessore alla comunità montana"", quindi un nuovo posto con nuovi incarichi, nuovi emolumenti... Credo che tutte queste siano cose positive, ma che non c'entrano nulla con i paletti che abbiamo posto noi. Penso che noi un segnale forte, prima di andarlo a dare agli enti locali, dobbiamo darcelo da noi stessi...

Presidente - ... colleghi, per cortesia, fate parlare il Consigliere Sandri...

Sandri (GV-DS-PSE) - ... c'è un questo problema di scorrettezza, nel senso che il collega Cesal, di cui non abbiamo sentito molto la voce oggi, ci farebbe piacere che si esprimesse su tale punto, se ha qualcosa da dire, al posto di disturbare i lavori di questo Consiglio; altri... ad esempio, il relatore della legge precedente sugli autoveicoli non è neanche venuto a votare gli ultimi articoli, proprio si è dato... ma almeno non disturba. Qui invece su questi temi importanti abbiamo che ognuno si fa i propri commenti, benissimo, ma, se i commenti venissero anche dati al Consiglio, non sarebbe male! Finiremo questo dibattito generale in cui avremo parlato noi "Democratici di Sinistra" e gli amici del gruppo "Arcobaleno" e gli altri non saranno intervenuti... non è omertà, però avalla tutti i nostri sospetti sul fatto che l'iniziativa di stamani dire che sia stata strumentale è dire poco. Ringraziamo quindi anche il contributo del collega Cesal...

Tornando al discorso degli enti locali, dobbiamo prendere in mano questa situazione, ma prima dobbiamo risolvere la nostra situazione, mandare noi dei segnali, altrimenti diventa difficile essere credibili! I costi della politica in Valle d'Aosta li scarichiamo sui Sindaci, è facile ragazzi! Non è detto che non si debbano fare, si devono fare... ma prima dobbiamo passare da questa parte... da tale punto di vista, chiediamo e ribadiamo la disponibilità a lavorare, ma con almeno questi 4 punti come paletti, altrimenti il rischio è quello di fare la Commissione, la sotto-Commissione, i gruppi di lavoro e alla fine non combinare nulla.

Per quanto riguarda poi gli amministratori comunali, è emerso che a livello nazionale vi è un'indicazione alla riduzione del numero dei Consiglieri comunali della Valle d'Aosta, così come in tutte le altre parti d'Italia. Premesso che sugli enti locali è competenza statutaria nostra, quindi non dobbiamo e non possiamo avere imposizioni da parte di nessuno, però è un'indicazione politica di cui dobbiamo discutere. Evidenziamo che non siamo d'accordo perché per ridurre i costi della politica... ridurre il numero dei Consiglieri significa ridurre il numero degli eletti, della casta... ma non togliere la casta... il problema è ridurre il costo di quei Consiglieri, altrimenti si arriva al limite di perdere ulteriormente in democrazia. Se c'è un problema in questa Regione, è che i Consiglieri comunali sono pochi, perché c'è solo una lista, quindi sono 11 e 4 banchi... sono vuoti... questo è un "manque" di democrazia e, per quanto riguarda i costi della politica, credo che quei 4 Consiglieri costino meno di una settimana di un Sindaco. Il problema allora non è ridurre il numero dei Consiglieri, ma aumentare la partecipazione della popolazione ai Consigli comunali, andando a modificare quella legge che non funziona: quella del regolamento elettorale degli enti locali e andare invece a tagliare sugli emolumenti; per esempio, quando il Governo nazionale dice: "tagliare gli Assessori", non dice delle cose sciocche, ma sugli Esecutivi... anche perché ci sono Esecutivi in Italia che sono ormai diventati pletorici, ma non c'è bisogno di andare tanto lontano: ad Aosta abbiamo una Giunta comunale che si è aumentata da tempi relativamente recenti e c'era davvero un bisogno indispensabile? Non lo so, mi faccio una domanda, ma cominciare a pensare di mettere dei paletti sul numero non dei Consiglieri, che invece significa aumentare la partecipazione, ma degli Esecutivi e poi sulle prebende degli Esecutivi.

Non ho adesso sotto mano il testo preciso, ma su "La Stampa" di martedì è uscito un articolo sui costi della politica, da una parte c'era la faccia di Sarkozy che ha tagliato una serie di costi della Presidenza della Repubblica francese, perché "La casta" ha una serie di costi della Presidenza della Repubblica italiana, che sono molto divertenti, perché di certo questi grandi personaggi come Ciampi o Napolitano un grande impegno a tagliare i costi della Presidenza della Repubblica non l'hanno messo, ma Chirac ha veramente fatto esplodere i costi dell'Eliseo e Sarkozy ha cominciato a tagliare molto bene. Dall'altra parte della pagina c'era l'immagine di Zapatero e si parla dei costi della politica in Spagna. A parte il fatto che ci sono anche alcuni segni, come diceva Berlinguer, di austerità, l'elogio dell'austerità, ad esempio alcuni Ministri spagnoli sono andati a degli incontri con dei Ministri portoghesi a Lisbona utilizzando i "low cost", piuttosto che in alberghi 3 stelle, modesti, non arriviamo agli alberghi in cui va il Consigliere Bortot perché sono proprio sotto stelle... ma cose normali. La cosa interessante è che i Parlamentari spagnoli del Centro-Destra prima e del Centro-Sinistra dopo, che hanno portato a una modificazione della legislazione spagnola, tanto che oggi la Spagna è una locomotiva dell'Europa, in cui i treni funzionano, in cui c'è uno sviluppo economico eccezionale, tanto che ci sono ragazzi valdostani che stanno emigrando a Barcellona e a Valencia per fare la stagione estiva, piuttosto che per viverci tutto l'anno o a Madrid... questo Parlamento è composto dalla metà dei Parlamentari del Parlamento italiano e guadagnano 3.000 euro al mese, Zapatero ne guadagna 86-87.000. Vuol dire allora che c'è un rapporto inversamente proporzionale fra la qualità e il pagamento? Non lo so, ma diventa difficile giustificare determinati stipendi in Italia: penso alla Sicilia, che è dalla parte opposta rispetto a quelli che prendiamo noi, per cui i Consiglieri semplici della Sicilia prendono più di Angela Merkel o di Zapatero. Siamo un po' fuori... i Parlamentari europei italiani prendono 15-20-30 volte quello che prendono i Deputati europei polacchi.

Vi è una serie di effetti dell'"edonismo reaganiano" che ha gonfiato queste cose e io credo che una riflessione per tutti ci voglia. Soluzioni precise non ce le ha nessuno, oggi però ci troviamo di fronte a delle cartine di tornasole, a dei segnali che possiamo mandare che ci consentano di cominciare a dire che su questi temi ci vogliamo impegnare, vogliamo essere concreti e precisi. Rinnovo pertanto la richiesta alla maggioranza e agli altri gruppi che l'hanno condivisa di mettere in piedi questo gruppo di lavoro come è stato proposto da voi, ma con un minimo di protocollo di partenza, per sapere la cornice in cui dobbiamo lavorare. Noi ne abbiamo proposta una, ci auspichiamo che voi ne proponiate un'altra che sarà diversa, più estesa agli enti locali, ma vogliamo poter avere un minimo di garanzie che questo lavoro sia un lavoro fatto in buona fede e con la volontà di arrivare a dei risultati che si aspettano i nostri cittadini, ma soprattutto i nostri giovani, perché è da questo segnale di ridimensionamento che possiamo guadagnare credibilità rispetto alle nuove generazioni. Stamani ho apprezzato il commento che ha fatto a un ritiro di un mio emendamento, perché il Presidente Caveri mi aveva convinto che la sua posizione era migliore della mia, il collega Salzone che fuori microfono diceva: "è un duro, ma alla fine è anche capace di far marcia indietro". Credo che la stessa cosa su questo problema dei costi della politica dobbiamo saper fare un po' tutti. Mi è dispiaciuto questo pomeriggio quando, alla fine della riunione fra maggioranza e minoranze da una parte e minoranza "Democratici di Sinistra" e del gruppo "Arcobaleno" dall'altra parte, di fronte a una proposta vi sia stata una liquidazione: "non sono assolutamente d'accordo, arrivederci buonasera". Non si fa così, posso capire le varie posizioni ma, se c'è la volontà di affrontare questo tema che è stato posto in un modo disponibile al confronto da parte del Governo con gli enti locali, con le Regioni a statuto speciale, credo che anche al nostro interno una mentalità di apertura, di capacità di vedere al di là del proprio tornaconto dell'oggi si possa fare. Entrando in quest'aula abbiamo giurato fedeltà a uno Statuto e fedeltà a una Regione, quando si parla di tale fedeltà alla Regione non si può solo vedere la Regione dell'oggi o dell'anno prossimo quando ci saranno le elezioni, ma deve essere una fedeltà al futuro di questa Regione, perché noi siamo impegnati a costruire un futuro per i nostri figli e non possiamo non passare per una ripresa di credibilità di questa classe politica, che purtroppo passa per una revisione coraggiosa e intelligente dei costi complessivi della politica, a partire da qui dentro, ma estendendoci a tutto il territorio e ovviamente tenendo anche conto che tutta una serie di parametri poi si riverberano su enti, fondazioni, società dipendenti dalla Regione e che tutto questo non può che non essere un buon viatico per la nostra Comunità.

Presidente - La parola al Consigliere Bortot.

Bortot (Arc-VA) - Non credo viga la regola della maggioranza di obbedire al Governo in questo argomento, né che vi sia un ordine della maggioranza di attenersi a non discutere di tale problema. Penso che ognuno di noi dovrebbe avere una coscienza... quando facciamo i gesti eroici, quando si dice: "quanto siamo bravi", che politiche... l'internazionalismo, l'Euroregione e "chi più ne ha ne metta" e poi caschiamo a livello personale... ognuno di noi su un argomento di questo genere... cala il silenzio più assoluto, nessuno ha niente da dire, tutti dobbiamo sostenere i nostri piccoli o grandi privilegi? Mi fate un po' pena, colleghi, e mi rendo conto di quel che dico e prendete pure i provvedimenti che dovete prendere nei miei confronti: mi fate pena! Ho 64 anni, ho cominciato a far politica nel 1966 quando ha chiuso la "Fera", ho fatto politica e me la sono sempre pagata di tasca mia! Adesso è un anno e mezzo che sono qui, sono coperto di soldi per fare quasi esattamente le stesse cose che ho fatto per 40 anni gratis, ovviamente per rispetto della mia dignità personale e a beneficio dell'intera popolazione della Valle d'Aosta, soprattutto dei lavoratori e della gente povera. Ogni tanto a Nus, davanti alla farmacia, ci sono delle persone che perdono il pullman, un giorno ho caricato una vedova che mi ha detto: "quanto è bravo lei", al che le dico che sto andando ad Aosta e le do un passaggio. Ci mettiamo a parlare, questa Signora è vedova, ha meno di 500 euro al mese, si paga il pullman viene ad Aosta per fare compagnia ad un'altra Signora sola e questa Signora sola che si può permettere qualche reddito in più le dà qualche soldino e le paga il pullman. Questa situazione non è l'unica esistente in Valle d'Aosta.

Credo allora che abbiamo i soldi per migliorare la qualità dei servizi e lo facciamo poco, abbiamo i soldi per venire incontro alle richieste di abitazioni e lo facciamo poco, altrimenti non avremmo liste di 3-400 persone che cercano casa, abbiamo problemi di centinaia di persone giovani in difficoltà con il lavoro precario senza tutele, abbiamo i quattrini e facciamo finta di non vederli, dalla sanità alla scuola a tirare avanti negli altri settori. Coprite di soldi quelli che interessano a voi con consulenze e incarichi di ogni genere e il tutto è giustificato dal fatto che noi siamo coperti di quattrini e, per giustificare questa ingiustizia sociale del fatto che siamo coperti di quattrini, dobbiamo elargirne più del dovuto a quelli che ci interessano! Questo sta succedendo il 26 luglio 2007 nella grande gloriosa e prosperosa Valle d'Aosta, dove non c'è una volta che non andiamo in giro a dimostrare, a farci vedere chissà chi cavolo siamo e poi "cadiamo su una buccia di banana" del genere, quando da marzo 2003 abbiamo sollevato il problema e oggi non avete neanche più il coraggio di dirci che facciamo demagogia come ce lo avete detto a marzo, perché ricordo benissimo cosa ci avete risposto a marzo: "siete solo capaci di fare demagogia su questo argomento per fare i primi della classe!". Avete avuto 7 mesi per imparare a fare altrettanto, rinunciando non a grandi quattrini, ma solo dando dei segnali precisi da quelli che lavorano precari nella "Cogne" a quelli che sono precari all'Ospedale, ai giovani che sono disoccupati, dare dei segnali, perché le proposte che vi abbiamo fatto non è che "ci riducono in braghe di tela"! Le proposte che abbiamo fatto sono dei segnali politici da dare alla collettività valdostana, un segnale, e avete adesso il coraggio di stare zitti e non accettare le nostre proposte? Vi eravamo venuti incontro per evitare la demagogia che sto facendo e la sto facendo di proposito, vi avevamo offerto l'opportunità di uscirne tutti assieme, stabilendo dei paletti sui quali discutere a settembre. Quando il sottoscritto, al quale arriva l'estratto conto a casa di 10 mesi da Consigliere regionale e si vede accantonati 40.000 euro...

(proteste dai banchi del Consiglio)

... ma io voglio gridare, voglio stanarvi uno per uno e continuo a gridare, va bene! Smetto subito di gridare nella misura in cui vedo una lista di voi altri liberi al di là della disciplina di partito, che si alzano, chiedono la parola e ci spiegano perché l'accordo che abbiamo proposto per discutere a settembre di dare dei segnali non è stato accolto e allora smetto di urlare. Non importa se non vedo la lista, ma ricordatevi che questa cosa, chiamatela ricatto o quel che volete, non finisce qui e tutta la logica dell'"embrassons-nous" finisce qui, perché degli estratti conto e delle buste paga faccio la gigantografia e le porto in giro per tutta la Regione. Personalmente sono stufo di venire additato - per fortuna, pochissime persone che non ci conoscono - fra quelli che fanno parte di quegli altri là. Io non voglio, se c'è il vostro silenzio e non c'è un vostro impegno di dare dei segnali su questo argomento, far parte di quelli là che sareste voi!

Presidente - La parola al Consigliere Ottoz.

Ottoz (GM) - Non vorrei essere stanato dal Consigliere Bortot, ma credo di non aver capito bene quale sia il quadro della situazione. Ho partecipato stamani alla riunione di cui hanno parlato altri colleghi, in particolare Squarzino e Sandri, che hanno parlato con minor sentimento, ma con più ragione, e in quella sede il problema è stato posto in questi termini: si fa un gruppo di lavoro a settembre per affrontare globalmente il problema. La risposta è stata: "va bene il gruppo di lavoro a settembre, ma intanto oggi votate questa roba altrimenti facciamo casino"; se ho capito male, vi chiedo scusa. Adesso mi sembra di capire, e chiedo conferma al Consigliere Bortot se ci sia stata un'altra riunione alla quale non ho partecipato e sia stato negato il gruppo di lavoro a settembre.

Detto questo, vorrei capire bene se stiamo parlando, dato che il discorso è complesso, dei costi della politica o di quanto rubano i Consiglieri. Stiamo parlando di quanto rubano i Consiglieri e allora facciamo un dibattito di un certo tipo, parliamo dei costi della politica e il dibattito è un altro, dove sono ricompresi giustamente gli emolumenti di tutti gli eletti: "in primis" i Consiglieri. Sono d'accordo che potremmo e dovremmo dare un esempio perché qualcuno deve pur partire e quindi in questa Regione è meglio che partano quelli che rivestono le posizioni apicali per dare il buon esempio verso il basso. Mi sembra però che qui, se a Roma c'è la seconda e la terza università, "Tor Vergata", la "Luiss", ecc. qui abbiamo aperto la seconda università della Valle d'Aosta: l'università della demagogia, poiché ho apprezzato molto il tono tribunizio del Consigliere Bortot e vorrei essere capace di parlare come lui per muovere le "corde" più intime delle persone, in modo che si blocchino le "corde" della ragione. Parliamo allora dei costi della politica e affrontiamo il problema, però non oggi, ma a settembre, perché questa di oggi è l'ultima riunione dell'estate.

Se parliamo invece del provvedimento in esame, dovremmo quanto meno fare questo discorso, per quanto mi concerne. Non ho problemi ad affrontare la questione di dare un primo segnale: quello di rivedere alcune posizioni degli emolumenti ai Consiglieri. Mi piacerebbe però che, al di là di quello che dice il Consigliere Bortot, si parlasse di questi emolumenti, perché credo sia uno dei più grossi equivoci. Un vecchio proverbio dice: "poco se mi valuto e molto se mi confronto", in realtà il contesto è un altro in questa frase, ma qui dipende sempre da che parte ci si confronta. Resta il fatto che l'emolumento dei Consiglieri, qualunque esso sia, dato l'ordine di grandezza nel quale esso si muove, rispetto a una pensione minima di 4-500 euro, a qualunque livello lo mettessimo, non usciremo dal problema, a meno di attestarci a 400 euro, anzi facciamo 399. Questa potrebbe essere la soluzione, ossia un euro in meno della pensione più bassa d'Italia, così chiuderemmo la questione. Se questo non è il problema, qualunque cifra non va bene, perché mi piacerebbe che fosse fatta pubblicamente un'analisi sui giornali di quanto guadagna un Consigliere. Avremmo delle sorprese! Potrei elencare alcune categorie che godono di ben altri emolumenti e che si lamentano degli emolumenti dei Consiglieri; però, in effetti, gli emolumenti dei Consiglieri rispetto alle pensioni minime sono cospicui. Dovremmo fare una rivisitazione globale dei costi della politica, i costi delle decisioni, i costi che subisce la Comunità per le decisioni non prese, cosa costano di emolumento gli eletti, cosa costano le strutture, cosa costano le istituzioni a prescindere dagli eletti, quali istituzioni sono necessarie oppure no, quindi fare tutto un "reset" quanto meno logico del sistema per vedere poi come si possono ridurre i costi della politica. Dopodiché - ripeto - se vogliamo partire dai Consiglieri ok purché poi però si affronti il problema, poiché per l'imbarazzo che dicevo, senza dire che ci sono persone in quest'aula che ho visto uscire per non votarle quando si votavano certe leggi, senza dire perché non avrebbero votato e perché uscivano... Non parlo di oggi: parlo di quando si discutono gli emolumenti dei Consiglieri alle 2,00 di notte, tanto per essere chiaro. È anche facile uscire: uno esce, "non c'ero". Le donne non hanno la prostata, gli uomini ce l'hanno, tutti hanno dei buoni motivi e la diuresi notturna è un problema che tutti viviamo... Vi sono poi i Consiglieri che fanno solo i Consiglieri, vi sono i Consiglieri che non lasciano il loro lavoro fuori e continuano a fare i Consiglieri facendo il loro lavoro, vi sono i Consiglieri che hanno situazioni di tipo diverso. Capisco perfettamente e non posso che essere solidale con la situazione che ha vissuto per 40 anni il Consigliere Bortot.

Vorrei tranquillizzare il Consigliere Sandri sul Molise. Il Consiglio del Molise costa meno per 2 motivi: ha un costo di struttura inferiore, ha meno Consiglieri di noi. Però i Consiglieri del Molise hanno lo stesso trattamento per legge dei Parlamentari della Repubblica, compreso emolumento, l'auto blu al Presidente di Commissione, potremmo fare un elenco. Comunque facciano quello che vogliono, non comandiamo noi in Molise.

Abbiamo i Consiglieri regionali, comunali, nei Comuni abbiamo i dirigenti e quanti sono i dirigenti dei Comuni... servono tutti? Ci sono altrove Comuni più grandi e più difficili con meno dirigenti... quanto costa un dirigente in un Comune? Non lo so, possiamo però fare una dissezione del sistema a pezzetti e rimetterlo in discussione in tutte le sue articolazioni e poi vedremo quanto potremo risparmiare. A cosa servono le Comunità montane, a cosa servono - non è il caso nostro - le Province, a cosa serve la Regione Trentino Alto Adige con 2 Province autonome che sono 2 Regioni? E così via. Il problema va affrontato in modo laico, freddo, razionale, perché l'obiettivo è quello di far risparmiare dei soldi alla Comunità, non di punire la categoria che in quel momento è "à la une" a causa dell'aborrito Consigliere regionale, o l'aborrito Parlamentare, o l'aborrito Consigliere del Comune o l'aborrito Sindaco. Quello che è stato detto dal Consigliere Sandri è vero: i Sindaci della Valle d'Aosta pare siano i più pagati d'Italia, nel senso che guadagnano dal doppio al triplo della media nazionale, mentre i Consiglieri regionali sono i meno pagati d'Italia e mica si lamentano, anzi, siamo qui a dichiararci disponibili a parlarne, però parlarne con una fotografia globale e nitida con comparazioni e cifre e non sull'ondata del cuore. So che il Consigliere Bortot a novembre andrà dove lo porta il "quorum", e che anche ora va dove lo porta il cuore... però, se si parla di costi della politica, parliamo di tutti i costi della politica e prendiamo tutte le cifre, le voci che generano costi. Potremmo parlare delle consulenze, potremmo parlare di tantissime cose. Quanto costa la politica? È vero che nelle Comunità montane gli eletti guadagnano pochissimo, ma cosa costa mantenere una Comunità montana? E se c'è una Comunità montana, a cosa serve il Consorzio dei Comuni e perché i Comuni si consorziano con geografie e riperimetrazioni diverse da quelle della Comunità montana? Magari va bene così, però bisogna analizzarlo e arrivare alla conclusione che va bene così. Perché propongo 399 euro ai Consiglieri regionali? Anzi facciamo zero, però poi vediamo qual è l'effetto sui costi della politica. Capisco che un piccolo vantaggio dialettico all'opposizione va dato, per dire: "non ci avete fatto fare la commissione allora noi adesso facciamo il nostro show"; va bene, era anche simpatico lo show del Consigliere Bortot, e di grande effetto, ma non risolve il problema e non voglio qui ricorrere al solito trucco del problema a valle e del problema a monte, poiché il problema è l'insieme delle cose e soprattutto gradirei... Qui concludo dicendo che sarebbe opportuno che questo provvedimento fosse ritirato e si facesse un serio gruppo di lavoro che alla ripresa dell'estate affronti tale problema, ma in modo laico e senza condizionamenti: questo sì, questo no, di questo si parla e di questo no e senza guardare in faccia nessuno! Dovrebbe essere ritirato il documento, lo show è stato fatto, il vantaggio mediatico è stato raggiunto, i titoli dei giornali ne parleranno. Io mi sento anche solidale con i problemi che ha avuto il Consigliere Bortot nella sua vita, non pretendo che lui sia solidale con i miei, perché forse non li considera problemi, però qui si parla dei costi della politica e non siamo in condizione oggi pomeriggio di risolvere il problema. L'esigenza fondamentale è che si sappia però, una volta per tutte, pubblicamente, quanto guadagna un Consigliere regionale, lo metterò da qualche parte per iscritto, non so che farà il Consigliere Bortot, so quello che farò io e poi il Consigliere Bortot mi dirà se è giusto o no, perché i calcoli e i ragionamenti sono oggi fatti in un modo errato.

Rimane un punto sul quale esistono visioni diverse, giustificazioni diverse per l'introduzione di un istituto, il trattamento vitalizio, il quale è in effetti stato più volte ridotto per ridurne l'effetto sul fondo, ma che, rispetto a un lavoratore dipendente, rappresenta una situazione migliore, molto migliore. Sul resto gradirei che si facesse un'analisi, ma poi si discutesse sulle cifre sapendo anche le cifre di tutti, ossia partiamo da Via Chambéry che adesso è a Saint-Christophe... partiamo da Piazza Chanoux... di tutti. Mi sembra giusto che la gente sappia di tutti, non è che la gente debba pensare che qui ci sono 35 ladri che li governano e tutti gli altri fanno la fame... di tutti!

Presidente - La parola al Consigliere Lattanzi.

Lattanzi (CdL) - Devo dire che sono stato uno di quelli che nella sospensione dei lavori ha cercato di capire cosa era meglio fare, rifiutando la logica dei primi della classe, di chi, anche per iniziativa politica, volesse riportare a casa un risultato politico. Credo che un risultato politico da parte della Sinistra, che giustamente diceva la collega Squarzino è anni che chiede un'analisi, un ridimensionamento dei costi o - come il collega Frassy ha definito - i danni della politica aprendo un ragionamento serio sui costi della democrazia e i danni della politica... Ho già detto che il nostro gruppo è allineato e condivide la necessità di approfondire questo tema, ma non approfondirlo per fare i soliti gruppi di lavoro o le Commissioni che sono lo strumento migliore per non combinare mai nulla, ma per aprire un ragionamento serio sui costi generali della democrazia e i danni della politica che si sono stratificati negli anni. Non vi è dubbio che si può anche "cavalcare" l'emotività dell'"anti-Casta", probabilmente, dal punto di vista elettorale, si porta a casa anche un risultato, ma credo che non si risolva il problema, perché i costi della democrazia e i danni della politica vanno affrontati in un contesto più generale. Tanto per essere molto espliciti, sui 3 provvedimenti che avete presentato noi 2 di quei 3 provvedimenti li potremmo anche votare stasera, ma non sarebbe intelligente a nostro avviso ed è per quello che abbiamo proposto ai colleghi di accogliere l'invito ad una discussione approfondita da settembre in avanti, non perché non si avesse voglia di farlo domattina: perché i tempi contingenti delle vacanze ci impediscono di iniziare la prossima settimana. Abbiamo dato la nostra disponibilità a fare un ragionamento serio a più ampio raggio sui costi - come diceva il collega Ottoz - comparati della politica, i danni della politica, le stratificazioni che si sono create in questi anni attraverso le consulenze, i ruoli dirigenziali, della Regione, dei Comuni e delle Comunità montane, quello che riterremo opportuno impostare come processo politico e amministrativo della Regione, delle Comunità montane e dei Comuni, ragionare sul ruolo delle Comunità montane, sul ruolo dei consulenti esterni che diventano dirigenti esterni per via di consulenze reiterate per anni. Siamo assolutamente disponibili a questo e anzi 2 di quelle 3 proposte avremmo potuto votarle anche oggi, riterremmo però di non fare un lavoro serio: ecco perché abbiamo accettato e anzi sosteniamo la necessità di fare un lavoro più approfondito, quindi non me la sento di chiedere ai colleghi di ritirare le loro proposte, ma chiedo di capire il fatto che ci asterremo sulle loro proposte perché vogliamo affrontare seriamente questo problema, siamo i primi a volerlo fare. Il "Governo Berlusconi" si era contraddistinto fra le altre cose anche per aver ridotto del 10% gli emolumenti dei Parlamentari, che avevano toccato tutti i Consiglieri regionali, le Comunità montane, i Comuni e tutti quelli che vivono di politica; purtroppo il "Governo Prodi" con un colpo di scena ha ripristinato questo 10% riportando la situazione al 1° gennaio 2006. Non voglio fare demagogia, voglio solo significare che è un ragionamento complesso questo dei costi e dei danni della politica e delle stratificazioni della democrazia, problema che siamo disposti ad affrontare seriamente speriamo insieme a voi, perché quella vostra attitudine a razionalizzare, che voi vedete come danno attraverso i costi della politica per cui i cittadini sono stufi di pagare cose che non rendono nulla, perché tutte le consulenze, tutti gli stipendi d'oro, tutta la gente che si arricchisce con la politica, per quanto ci riguarda, si traducono in quel famoso "Unico" che uno deve pagare o con lo stipendio fisso, o con il 740... e che deve contribuire a mantenere questa democrazia. Noi la riteniamo una democrazia esosissima ed è condivisibile il processo di razionalizzazione. Non vi vogliamo accusare di voler fare i primi della classe, perché sono cose che avete proposto anni fa, quindi non possiamo dire questo, però onestamente, se avete voglia di farlo, accettate l'invito di lavorare insieme su tale contesto e passiamo fuori anche un messaggio che anche qui dentro c'è gente seria, la maggioranza, anzi credo l'unanimità, gente seria che ha voglia di affrontare questo tema comparando i costi e lavorando in tale direzione.

Il Presidente Caveri stamani è stato illuminante sotto l'aspetto di cosa sta succedendo a Roma, condivido però l'idea del Consigliere Sandri di non aspettare Roma, perché nel gruppo di lavoro stamani ho già espresso l'idea che noi, al di là di quello che Roma fa, dobbiamo fare un ragionamento autonomistico nostro e portare avanti una nostra proposta, ma questo non significa che dobbiamo approvare le proposte di oggi se non vogliamo passare come quelli che non vogliono affrontare il problema. No, diciamo che Roma sta facendo un suo percorso, io dubito, conoscendo Roma e i meandri della politica romana, che sia un discorso serio: oggi ci sono i libri come "La casta", ci sono i giornali che "fanno le pulci" sui costi, allora, quando i "media" si occupano di queste cose, Roma si agita, ma, quando si agita, non combina mai nulla. Non sono quindi fiducioso che Roma abbia iniziato un percorso serio di riforma, infatti ci sono volute 820.000 firme di gente fuori dal Parlamento per costringere i Parlamentari a fare una legge elettorale seria che restituisca ai cittadini la possibilità di scegliersi il Governo da cui vuole essere governata. Non ho quindi grande fiducia ad aspettare Roma, però mi sembra condivisibile l'argomentazione del Presidente Caveri quando dice che c'è un lavoro serio fra le Regioni, fatto in modo trasversale da Sindaci, Presidenti di Governo regionale di Destra e di Sinistra, che sono disponibili a negoziare con lo Stato per la riduzione dei costi della politica.

Con questa franchezza invito i colleghi ad accettare l'invito del gruppo di lavoro da settembre in avanti, di cui dobbiamo rendere pubbliche le sedute, perché "il gioco delle 3 carte" di chi dice di essere disposto a cambiare i costi della politica, ma fa di tutto per non muovere un centimetro è cosa già sentita. Ho sentito ragionamenti in questi giorni di onestà intellettuale: "compariamo, vediamo dov'è da tagliare", ma ho sentito anche gente che non la pensa così, fa finta e di quelli che fanno finta ne abbiamo le tasche piene! Un bell'inizio di lavori da settembre in avanti quindi con belle sedute pubbliche così la gente avrà i verbali, gli archivi, le registrazioni video per poter valutare chi all'interno di questo piccolo Parlamento realmente lavora per ridurre i costi e i danni della politica e della democrazia e chi invece gioca "il gioco delle 3 carte" per mantenere i privilegi. Dico subito che non vediamo aberranti privilegi, almeno io non ne ho, quindi non so chi altri ne abbia in quest'aula... aberranti privilegi se non lo stipendio, che può essere considerato alto o basso. Credo sia considerato altissimo per quello che stiamo producendo, bassissimo per quello che dovremmo produrre, ma qui ognuno la vede come meglio crede. Se facessimo qualcosa di importante per la gente, sarebbe anche troppo poco, chiederei l'aumento; siccome non si riesce a produrre nulla qui dentro da ormai 4 anni, siamo strapagati per quello che non facciamo! Questi però sono i danni della politica e i costi della democrazia. Accetto l'invito di tutti i gruppi di lavorare seriamente da settembre in avanti, senza voler fare i primi della classe, con onestà intellettuale, con trasparenza, con comunicazione esterna e poi andremo a portare ai nostri cittadini una riforma dei costi della democrazia e della politica.

Presidente - La parola al Consigliere Segretario Venturella.

Venturella (Arc-VA) - Volevo fare alcune osservazioni su quello che abbiamo sentito negli interventi dei vari colleghi.

Una prima osservazione al Consigliere Ottoz, a cui riconosco una cromosomica onestà intellettuale. Io non distinguerei i costi della macchina amministrativa, lei ha parlato di dirigenti, di consulenze... e pensa di "sfondare una porta aperta" rispetto a questo tema dei costi della politica... secondo me, sono 2 cose distinte e non vorrei che l'allargamento ai costi, oltre che della politica, anche della macchina amministrativa che derivano dai contratti di lavoro, dalla possibilità che danno le diverse leggi - la n. 18, la n. 12 - di ricorrere troppo spesso e senza reali motivazioni a consulenze in alcuni casi molto ben retribuite fosse un tentativo per dire che ci occupiamo di tutto per poi occuparci di nulla. Facciamo un discorso generalizzato molto largo, andiamo ad analizzare tutto lo scibile umano per dire che questo lavoro è così grande, per cui produciamo un bel documento generale e poi vedremo, anche perché - introduco la seconda osservazione - vi è la questione dei tempi.

Riconosco al collega Lattanzi il fatto di aver proposto un'interessante iniziativa che appoggiamo: la pubblicizzazione delle sedute del gruppo di lavoro e lo invito a presentare ora un ordine del giorno o una risoluzione con due parole: "ci si impegna a far sì che le sedute di questo gruppo di lavoro siano pubbliche" e noi, ma credo di interpretare la volontà del gruppo "Democratici di Sinistra", sottoscriveremo subito.

Il problema sono i tempi: da quando abbiamo nel 2003 - ma ho anche resoconti consiliari risalenti più in là nel tempo - posto con diversi accenti - e non vogliamo pensare che siamo stati i primi - un problema, non abbiamo praticamente avuto risposta in 4 anni e a fine legislatura, dopo la pausa estiva, pensiamo non solo di occuparci dell'assegno vitalizio, dell'indennità, della non cumulabilità, ma di allargare il campo di azione di questo gruppo di studio ad una quantità enorme di problemi, di meccanismi che sono regionali, politici, amministrativi, che si sono durante gli anni sedimentati, per cui da settembre a febbraio riusciamo a dare un segnale? Permetteteci di avere il legittimo beneficio del dubbio, ecco perché la nostra proposta è quella di intervenire almeno su questi 4 punti. Prendiamo tale impegno, nessuno invita a morire per Danzica, ma almeno prendiamo in questo Consiglio oggi l'impegno a lavorare su questi 4 punti. Qui concordo con il collega Sandri quando dice: "abbiamo in testa da anni quali potrebbero essere le argomentazioni generali su cui intervenire", bene, descriviamo, facciamo un elenco, ma prendiamoci l'impegno. Voi non ci potete chiedere ancora una volta di dare fiducia alla cieca e di ritirare le nostre proposte, perché a settembre si costituirà un gruppo di lavoro, sappiamo bene come vanno a finire queste cose. Noi il segnale lo abbiamo dato e mi pare che la risposta di buona parte del Consiglio non vi sia stata, perché, rispetto a questi argomenti da affrontare subito, non solo avete detto "no", ma non avete neanche proposto una...

(interruzione di un Consigliere, fuori microfono)

... veramente ne abbiamo parlato. Noi allora abbiamo portato dei punti. Vista la vostra esperienza e autorevolezza, condividiamo almeno un elenco, un impegno, però con il vostro apporto. Siamo disposti a integrare tale elenco con altri punti che dobbiamo affrontare: questo non è avvenuto.

Sulla questione del metodo e del merito io non sono d'accordo che mi si dica, quando vi è stata la riunione in sala gruppi, che questa non è una questione di metodo, ma è già una questione di merito, perché non è vero. Nel merito saremmo entrati se si fosse indicata una strada precisa sulla riduzione dell'indennità attraverso questo meccanismo, sul fatto di intervenire sulla diaria e non sull'indennità di carica o non sull'indennità di carica, ma sull'indennità di funzione, oppure sulla riduzione dell'assegno vitalizio, di intervenire sulle quote, come, ad esempio, abbiamo proposto con le nostre leggi. Abbiamo dimostrato buona volontà, siamo disposti a ritirare le nostre proposte di legge, ma ci deve essere non dico una contropartita, ma un impegno reciproco, non possiamo di nuovo, a fine legislatura, accettare il fatto che si definisca un gruppo di lavoro generico, che affronti tutto e il contrario di tutto, perché questo potrebbe essere un "escamotage" per non affrontare nulla; per questo proponiamo che l'elenco che abbiamo presentato sia integrato e che la proposta del collega Lattanzi trovi spazio in una risoluzione che possiamo votare assieme. Potrei chiedere, a nome anche del gruppo "Democratici di Sinistra", un attimo di sospensione, perché ci sono state delle proposte e allora "mettiamo tutto ciò nero su bianco".

Presidente - La parola al Consigliere Salzone.

Salzone (SA) - Non ho capito se il gruppo "Arcobaleno" ha riaperto la discussione, nel senso che è possibilista su un eventuale rinvio, perché rinuncio a fare l'intervento, in quanto il mio intervento era finalizzato a questo, poi riprendo la parola.

Presidente - La parola alla Consigliera Squarzino Secondina, per mozione d'ordine.

Squarzino (Arc-VA) - Il collega Venturella lo ha detto, ma vogliamo esplicitarlo meglio. Credo che il collega Lattanzi abbia fatto una proposta, si può lavorare su questa proposta e vedere se essa ha una sua possibilità di realizzarsi e di essere accolta, quindi chiediamo una breve sospensione per verificare insieme questo e se c'è un accordo su tale proposta.

Presidente - Il Consiglio regionale è sospeso per 10 minuti.

Si dà atto che la seduta è sospesa dalle ore 19,22 alle ore 19,48.

Presidente - Riprendiamo i lavori per dichiarare il rinvio della discussione a domani mattina, quindi riprenderemo la discussione generale sui punti n. 36, n. 37 e n. 46 domani mattina.

La seduta è tolta.

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La seduta termina alle ore 19,49.