Objet du Conseil n. 2245 du 8 novembre 2006 - Resoconto
OGGETTO N. 2245/XII - Lavori di riordino e miglioramento fondiario nell'alta valle di Saint-Barthélemy. (Interrogazione)
Interrogazione
Constatato che nei terreni dell'Alpe La Serva, nell'alta Valle di Saint-Barthélemy, sono in fase di ultimazione i lavori di "riordino e miglioramento fondiario" che hanno pesantemente interessato le superfici boscate preesistenti con un esteso taglio di piante anche secolari, la conformazione del terreno stesso con ampi sbancamenti e movimenti di terra e con la realizzazione di alcune piste forestali;
Considerato che sono stati avanzati molti dubbi, anche da personale esperto, sulla reale utilità di operare ed eseguire lavori di riordino fondiario che così profondamente modificano il territorio dal punto di vista ambientale, paesaggistico, fisico e geomorfologico;
Appreso che è stato inviato un esposto al Sindaco di Nus, all'Assessore all'Agricoltura e Risorse naturali, al Presidente della Regione e alla Procura di Aosta;
Ritenuto opportuno conoscere in modo più approfondito che cosa sia veramente accaduto;
i sottoscritti Consiglieri regionali
Interrogano
l'Assessore competente per sapere:
1) quali lavori erano previsti nel piano di riordino e miglioramento fondiario;
2) se è a conoscenza del taglio di parecchi esemplari d'alto fusto in un'area boscata così trasformata in pascolo;
3) se erano autorizzati i lavori di sbancamento, riporto e movimento terra tali da modificare la conformazione dell'area.
F.to: Venturella - Squarzino Secondina
Presidente - La parola all'Assessore all'agricoltura e risorse naturali, Isabellon.
Isabellon (UV) - Prima di entrare nel merito, una piccola premessa. Si assiste sempre, quando si parla di questi argomenti, ad un approccio un po' tendente all'enfatizzazione delle situazioni e alla drammaticità di quello a cui si va incontro. Lavori di riordino fondiario che così profondamente modificano il territorio dal punto di vista ambientale, paesaggistico, fisico: è evidente che, quando si fanno dei lavori, non si possono fare senza intervenire sul territorio. Mi ricordo che anni fa, quando si parlava del riordino fondiario di Verrayes, dove non ricoprivo questo incarico, le stesse parole erano riportate anche sugli organi di stampa a volte, dove si tende a dare enfasi a tali interventi. Credo che il tutto vada ricondotto nella giusta misura, nel senso che bisogna esaminare gli interventi per quello che sono autorizzati, per la necessità di intervenire per poi vedere un prodotto finito. L'esame definitivo si ha quando si ottiene il prodotto finito, in questo caso, come per altre situazioni, durante i lavori in corso l'immagine risulta diversa da quello che è il prodotto che si ottiene.
Per entrare nel merito, premetto che il piano di miglioramento in oggetto prevede il recupero a pascolo di una vasta area, che risulta catastalmente a coltura agraria, a pascolo. Questo è molto importante, perché qui emerge una prima considerazione: nel corso degli ultimi 30 anni in Valle d'Aosta abbiamo avuto una discordanza fra il catastale e le situazioni in essere, per cui abbiamo avuto una buona parte del territorio che aveva un utilizzo agricolo dimostrato dalla destinazione catastale che non corrisponde più, perché c'è stata un'invasione in certe situazioni del terreno originariamente utilizzato come agricolo da infestanti, da arbusti e da vegetazione che non permette l'uso adeguato. In questo caso siamo in tale situazione, perché all'atto della presentazione del piano queste superfici erano invase da vegetazioni arbustive ed arboree. Il piano prevedeva altresì la sistemazione con un modesto allargamento di un sentiero per accedere alle radure con mezzi per lo spandimento del letame e delle deiezioni liquide; anche qui entriamo nella situazione attuale che prevede che, per effettuare certe attività agricole, è necessario tener conto dell'evoluzione, della meccanizzazione e quindi della necessità di svolgere queste buone pratiche agricole previste fra l'altro dalle normative. L'intervento è consistito nel recupero e miglioramento del pascolo, al fine di ottenere una superficie sufficiente a garantire il mantenimento di un carico bestiame di 60 UBA (unità bovine adulte di riferimento) per un periodo di 60 giorni.
L'insieme degli interventi proposti sono: la riconversione del bosco di invasione di recente insediamento degli arbusteti, ai margini del pascolo per circa 5,5 ettari, allargando e congiungendo le radure esistenti e riprofilando il margine inferiore del bosco tramite operazioni di movimento terra - consentite per attività di questo tipo fino a una profondità massima di 80 centimetri - con relativo spietramento, livellamento e formazione del cotico erboso; la trasformazione di 1,5 ettari di bosco in pascolo arborato, che è comunque un'utilizzazione agricola diffusa nel nostro territorio, da eseguire dove la densità del bosco (rado), la morfologia del terreno - pendenza moderata - e la profondità del suolo (profondo) lo possono consentire; sistemazione con interventi di movimento terra, spietramento e livellamento del cotico erboso sulle porzioni di terreno che già erano mantenute a pascolo (6 ettari circa) nella zona posta fra il limite inferiore del bosco e il torrente Saint-Barthélemy; interventi di regimazione delle acque sul ruscello che attraversa lungo la linea di massima pendenza la mezzeria della proprietà, al fine di intervenire anche per un discorso di gestione delle precipitazioni, visto che in questa zona una particolare attenzione va data all'aspetto della gestione delle acque visto quello che era successo nell'alluvione del 2000; interventi di bonifica in parte delle aree in cui è prevista la riconversione a pascolo mediante la realizzazione di drenaggi e di canali di scolo allo stesso scopo; infine, realizzazione di un impianto di irrigazione semifisso che ha la tipologia costruttiva prescritta per le situazioni che riguardano interventi in quota.
Punto n. 3: "se erano autorizzati i lavori di sbancamento, riporto e movimento terra tali da modificare la conformazione dell'area", come specificato prima, su buona parte della superficie sono state autorizzate operazioni di movimento terra, che prevedono sbancamenti e riporti fino alla profondità massima prevista. Durante i sopralluoghi, questo è importante rilevarlo, eseguiti in concomitanza con la liquidazione di stati di avanzamento lavori, non si sono riscontrati da parte degli uffici preposti alla liquidazione dei contributi irregolarità nell'esecuzione delle opere o difformità rispetto al progetto autorizzato e concessionato. Per venire all'ultima parte dell'interrogazione, sul taglio di parecchi esemplari di alto fusto in un'area boscata così trasformata in pascolo si può dire che, in seguito a sopralluogo congiunto con i servizi interessati della Regione, si autorizzavano, ai sensi del regio decreto n. 3267/1923, l'allargamento delle radure esistenti con l'eliminazione di cespugli e piante di invasione e taglio di vegetazione di invasione a monte del fabbricato d'alpe, con finalità di recuperare parte delle superfici già destinate in passato al pascolo. Per decidere le aree da recuperare, si è verificata la presenza di testimonianze della passata coltura, oltre che le documentazioni catastali, evidenziando le zone servite dalla rete di canali irrigui; questa è una modalità operativa che è usuale presso i nostri uffici, al fine di ricostruire anche lo storico per prevedere gli interventi da effettuare e da accettare. Nel parere vi erano tutte le prescrizioni necessarie, quindi le prescrizioni legate al limitarsi del taglio a raso alle sole radure attualmente presenti, mediante il loro collegamento, e una regolarizzazione del limite dell'area boscata a monte dell'alpeggio. Nelle aree sottoposte a pascolo arborato poi il taglio della vegetazione deve limitarsi ad interventi silvicolturali di selezione negativa e la lavorazione del terreno tramite cespugliamento può essere eseguita localmente in condizioni favorevoli del terreno, in ogni caso il taglio della vegetazione deve essere valutato in precedenza di concerto con la stazione forestale competente per territorio e comunque ridotto al necessario: questa è una procedura che normalmente è applicata per interventi di tale tipo. Per finire, la Giunta regionale ha espresso valutazione di impatto ambientale positiva sul piano di miglioramento dell'Alpe La Serva con la deliberazione n. 2775/2003.
Presidente - La parola al Consigliere Venturella.
Venturella (Arc-VA) - Per rispondere brevemente all'Assessore, che non perde occasione di dire che noi scriviamo le interrogazioni con particolare enfasi, per evitare che questo modo di scrivere - che forse dà fastidio a qualcuno - sia indicato come un modo distorto di concepire la realtà, mi sono premunito e ho fatto delle foto, che ho inviato per conoscenza agli organi di stampa e ai colleghi Consiglieri che hanno la posta aperta... mi sono dimenticato l'Assessore forse... ho qui una foto aerea del 2000, chiamata "ortofoto", che testimonia che l'enfasi non è tale, ma è solo il riportare la realtà, poi fornirò documentazione all'Assessore. Sono andato a rivedere nel Comune di Nus gli ambiti inedificabili, chiamati "aree boscate", è la procedura amministrativa prodromica all'approvazione della bozza di variante di adeguamento al piano territoriale paesistico...
(interruzione dell'Assessore Isabellon, fuori microfono)
... va bene, ma non può dire che le aree boscate sono state decespugliate, sono state collegate con le aree che erano prima delle radure delle chiarie perché sia dall'ortofoto del 2000, sia dagli ambiti inedificabili del Comune di Nus sono state ampliate, ma di parecchie migliaia di metri quadri queste radure. Certo che, se le regole le fate voi, ogni volta vi sono regole diverse!
Per i colleghi, se andate a vedere l'immagine n. 146 che vi ho spedito, potete rendervi conto di quel famoso adattamento: l'Assessore ha infatti parlato di adattamento di sentiero per trasformarlo in pista per il passaggio dei mezzi per l'esbosco. Questo è come l'altro, se si può chiamare un piccolo adeguamento del sentiero, forse qualcuno dovrebbe ridefinire a livello topografico, fare una riunione con IGM di Torino e con l'Ufficio cartografico della Regione per ridefinire tutta la casistica di cosa si intende per strade poderali, strade carrozzabili, carrai, anzi alcuni professionisti - mi riferisco a dei progetti che sono al via attualmente - hanno inventato il neologismo del sentiero carrabile! Questo per dire delle evoluzioni della lingua italiana a misura di progetto, in definitiva. È vero, le regole sono state rispettate, ma non ho sentito il numero degli esemplari di alto fusto abbattuti; forse perché era troppo alto, per cui non glielo hanno detto. Se lei va un poco sotto l'Alpe La Serva e va verso l'Alpe Ollière o al Prà, vedrà delle cataste a monte della strada e lì si potrà rendere conto di quante piante secolari, sia di peccio che di larice, sono state abbattute per far posto alla chiaria.
Infine, quando si parla di turismo sostenibile e di interventi, prego i colleghi e gli organi di stampa di osservare l'ultima foto: la n. 148, dove si vede il rifugio alpino di che dimensione è e che sarà oggetto di un'altra interpellanza, ma è questo il vostro modo di operare, nulla a che fare con la storia passata, nulla a che fare con il turismo sostenibile, anzi più si concede -sempre a norma - e meglio è. Torneremo su ogni progetto per denunciare ciò che fate o ciò che promettete di fare.