Objet du Conseil n. 33 du 23 juillet 2003 - Resoconto
OGGETTO N. 33/XII - Intendimenti per garantire il funzionamento del sistema scolastico nei piccoli comuni. (Interpellanza)
Interpellanza
Visto il programma di governo presentato dal Presidente della Regione nella prima seduta consiliare della dodicesima legislatura;
Preso atto che nella parte riguardante il sistema scolastico viene individuato come uno degli obiettivi da raggiungere il "radicamento sul territorio", in specie della scuola materna, elementare e media;
Ricordato il problema più volte sollevato in questo Consiglio della difficoltà per i piccoli comuni (si veda, ad esempio, Valsavarenche) di far fronte alle spese del personale docente per tenere aperte classi di scuola materna ed elementare con un numero di alunni inferiore a quello richiesto dall'Amministrazione regionale per aprire una classe;
Considerato che l'attuale contesto normativo demanda all'autonomia finanziaria dei comuni il compito di provvedere con risorse proprie all'apertura di tali classi;
Ritenuto che comunque sia possibile, a fronte di una precisa volontà politica, prevedere a livello regionale risorse ad hoc così da dare una risposta alla questione sollevata dai piccoli comuni;
Ritenuto infine che sarebbe opportuno dare una risposta a tali problemi in tempi il più possibile brevi;
Ricordata la sensibilità per tali problematiche manifestata a suo tempo dall'attuale Assessore regionale all'Istruzione e Cultura.
I sottoscritti Consiglieri regionali
Interpellano
la Giunta regionale per sapere:
1) come intende operare per raggiungere l'obiettivo di garantire il radicamento territoriale nei piccoli comuni di montagna in cui il numero degli alunni delle classi di scuola materna o elementare sia inferiore a quello richiesto dall'Amministrazione regionale per aprire una classe;
2) se intende mettere in opera tali misure fin dal prossimo anno scolastico.
F.to: Squarzino Secondina - Curtaz
Presidente - La parola alla Consigliera Squarzino Secondina.
Squarzino (Arc-VA) - Nel programma di maggioranza sono state fatte alcune affermazioni che noi condividiamo, che personalmente condivido, là dove si afferma che la scuola valdostana deve essere radicata sul territorio e si precisa di mantenere il radicamento territoriale con la scuola materna, elementare e media.
Il nostro interesse è capire come queste affermazioni si traducano in comportamenti concreti, in scelte politiche concrete, dato che vi è un problema - che è stato affrontato da questo Consiglio e su cui so con sicurezza che anche l'attuale Assessore aveva riflettuto, aveva espresso anche preoccupazione rispetto alla situazione attuale -, ripeto, il problema del mantenimento delle piccole classi di alunni di scuola materna ed elementare in piccoli comuni di montagna, con popolazione inferiore ai 10.000 abitanti; si capisce che hanno difficoltà a garantire la frequenza scolastica ai bambini, perché il numero di questi bambini possibili frequentanti è inferiore al numero di 5 per classe, 5 per ogni ordine di scuola almeno, numero che è richiesto dall'attuale legislazione scolastica regionale.
Proprio pensando a risolvere questo problema, fin dal lontano 1993, con la legge settoriale n. 68 erano state individuati alcuni interventi della Regione. La legge settoriale n. 68/1993 prevedeva che in alcuni casi eccezionali, cioè per i comuni con sopra i 1.000 abitanti, con distanza superiore ai 10 km dalla vicina scuola, la Regione provvedesse a contribuire, in modo totale per la scuola materna e in modo consistente fino al 70% per la scuola elementare al pagamento di quella che era la retribuzione dei docenti.
Con l'entrata in vigore della legge n. 54/1998 dal 2002, legge che intende valorizzare le autonomie locali, una serie di competenze, prima in capo alla Regione, sono state trasferite ai comuni insieme ai relativi stanziamenti. In alcuni casi, alcune leggi settoriali pensate dalla Regione per rispondere a una serie di problemi, riguardando temi che ormai erano di competenza dei comuni, non sono più state finanziate dalla Regione direttamente, ma lo stanziamento previsto nei bilanci precedenti è entrato a far parte del budget complessivo messo a disposizione dei comuni. Così è avvenuto che, con l'entrata in vigore della legge n. 54/98, non vi sono più stati finanziamenti ad hoc per i piccoli comuni in base a tale legge settoriale. Questo però ha significato per 3-4 piccoli comuni su 74 - quindi non parliamo di ampi ordini di grandezza - il non poter più contare su un'entrata certa, 30-40 milioni all'anno, necessari proprio per poter pagare i docenti di scuola materna ed elementare che si occupavano di classi di 3-4 bambini. Perché non ha più potuto contare su queste risorse? Perché dovendosi spalmare su tutti i 74 comuni i 100 e rotti milioni di lire previsti per questa legge settoriale, in realtà i piccoli comuni venivano ad introitare solo un milione e mezzo circa, quindi chiaramente insufficiente per far fronte alle spese.
I piccoli comuni in difficoltà hanno manifestato questa loro preoccupazione, era arrivata a suo tempo anche una lettera dal sindaco di Valsavarenche che, portavoce anche di altri comuni, poneva detto problema e diceva con molta chiarezza: "noi vogliamo, come comune, lavorare per mantenere il radicamento sul territorio della scuola e quindi delle famiglie, avendo ritenuto, come comune, di dover garantire il diritto ai cittadini di far frequentare la scuola ai propri figli nel comune di residenza". Questa scelta ha contribuito nel tempo a veder aumentare il numero delle presenze delle famiglie di giovani sul territorio e, di conseguenza, il numero dei bambini.
Rispetto a questa situazione, che è problematica, il nostro interesse è capire se l'Assessore intende adottare comportamenti concreti che vadano nella direzione di realizzare gli obiettivi individuati nel programma, perché, se è vero che la legge sulle autonomie locali sarà forse rivista da questa Giunta - come dice il programma - è anche vero che se individuiamo alcune gravi lacune, non possiamo aspettare i tempi necessariamente più lunghi che una revisione di una legge così importante comporta! Volevamo perciò sapere dalla Giunta come intende operare per raggiungere gli obiettivi indicati nel programma, onde poter consentire ai comuni di mantenere all'interno del proprio territorio classi materne ed elementari, e se - ritenendo che questo è un macro-obiettivo implicito nel programma - questo obiettivo intende realizzarlo fin dal prossimo anno scolastico.
Presidente - La parola all'Assessore all'istruzione e cultura, Charles Teresa.
Charles (UV) - Je reprendrai moi aussi certains points de ce prologue à tous ces problèmes, des points qui ont déjà été repris par Mme Squarzino, cela pour essayer d'éclaircir aux collègues qui ne connaissent pas encore tellement ces problématiques.
Je reprendrai donc en rappelant que, aux termes de l'article 7 de la loi régionale sur l'autonomie des établissements scolaires, les collectivités locales aujourd'hui sont compétentes en matière d'institution, de suppression, de déplacement et de fonctionnement des établissements seuls ou groupés, des écoles maternelles et élémentaires qui ne sont plus déterminées par la Région sur la base des critères numériques établis par la loi ou par les dispositions administratives. L'article 7 dispose, en effet, que les compétences concernant la suppression, l'institution et le déplacement des établissements scolaires seuls ou groupés appartiennent aux communes, qui exercent cette compétence sous forme associée par l'intermédiaire des communautés de montagne aux sens de la loi n° 54, que vous avez citée. Cette compétence s'exerce sur proposition des établissements scolaires concernés et en accord avec ces derniers, compte tenu des effectifs affectés, c'est-à-dire des personnels affectés aux établissements scolaires.
Il s'ensuit que les décisions en matière d'ouverture et de maintien en fonction d'un établissement scolaire dépend aussi, au-delà des limites imposées par les problèmes structurels et financiers, de la concrète disponibilité des effectifs et des ressources disponibles susceptibles d'assurer le bon déroulement des activités scolaires. A ce sujet je tiens aussi a préciser que les procédures en matière de définition des effectifs découlent de paramètres, de critères bien définis que l'Administration scolaire est tenue de respecter et qui sont essentiels pour la légitimation du travail accompli.
Du point de vue financier, je veux répéter encore quelles étaient les règles d'avant la loi sur l'autonomie scolaire; afin d'assurer aux communes la possibilité d'ouvrir des écoles subventionnées dans les petites réalités, ayant un nombre limité d'élèves et des situations logistiques particulières, la loi n° 68/1993 portant interventions régionales en matière de droit d'étude, successivement modifiée par la loi n° 2 de l'année suivante de 1994 et surtout par la loi régionale n° 26/1999, établissait, à l'article 3, des subventions extraordinaires aux communes pour le fonctionnement des écoles maternelles locales et des écoles élémentaires subventionnées destinées à couvrir les frais relatifs aux salaires des enseignants, à condition que chaque école devait être située à une altitude de plus de 1.000 mètres et à au moins 10 km de l'école régionale correspondante la plus proche et que 3 élèves participent aux cours pendant l'année scolaire à laquelle se rapporte la demande de subvention. De plus, à partir de l'année financière 2002 et à la demande des communes de la Vallée d'Aoste et du Conseil permanent des collectivités locales, cette loi de secteur n'est plus financée puisque les ressources financières ont été insérées dans les mesures des finances locales. Voilà, ce qui dépasse en ce moment les mesures que cet Assessorat peut adopter.
Cela dit, il est clair que cette majorité est naturellement sensible et très attentive au problème soulevé, qui est celui - qui nous est très cher - de l'enracinement sur le territoire et de l'attention pour les petites communautés, argument - vous l'avez déjà dit - repris souvent dans notre programme de législature. Nous nous mesurons quotidiennement avec ce problème que nous suivrons avec la plus grande attention pour chercher des solutions équilibrées, acceptables et non tardives.
Presidente - La parola alla Consigliera Squarzino Secondina.
Squarzino (Arc-VA) - Devo ammettere che non sono affatto soddisfatta della sua risposta. Lei ha presentato una dotta descrizione della situazione, aggiungendo agli elementi che avevo portato anche altri elementi riguardanti la legge sull'autonomia scolastica; però, sia gli elementi sull'autonomia scolastica, sia gli elementi relativi alla legge sulle autonomie locali, non giustificano un atteggiamento di arrendevolezza da parte della Giunta e non giustificano che si rimanga inerti di fronte a questi problemi! Sì, la conclusione dell'Assessore è stata che vi sono degli intendimenti per il futuro non tardivi, cioè faremo in modo da arrivare prima che… ma in quale direzione?
È vero che la legge sull'autonomia scolastica prevede che siano gli istituti scolastici in collegamento con gli enti locali a definire le classi, quindi a prendersi in carico il numero delle classi ma, di fronte ad un organico preciso, "figé", per diversi anni è impossibile che la scuola possa privare altre classi numerose di docenti per andare in queste classi in montagna! Se può ancora essere possibile a livello di scuola elementare, dove abbiamo più maestre, e poi soprattutto sul numero più ampio di classi forse è possibile giocare un po' di più, ma a livello di scuola materna non è possibile, non si hanno le risorse!
Non potete trincerarvi dietro le disposizioni della legge; intanto le leggi si fanno anche in questo Consiglio, non solo a livello nazionale, e mi sembra che il Governo regionale sia responsabile di scelte politiche, dunque non può rimanere alla finestra e aspettando che le cose cambino: se c'è una volontà politica si può agire. Io speravo che oggi l'Assessore presentasse almeno un'indicazione di soluzione, e non si limitasse a riconoscere che il problema esiste e che in futuro si esaminerà. Tutti sappiamo che c'è il problema, ma bisogna trovare una soluzione, altrimenti le affermazioni del programma non vengono tradotte in comportamenti concreti! Credo sia possibile farlo. Mi rifiuto di pensare che la Giunta non possa attivare degli strumenti fin da oggi per risolvere alcuni casi concreti: è impossibile che non esistano questi strumenti! Se vi è la volontà politica gli strumenti si trovano; la mia impressione è che non vi sia tale volontà, nonostante si dichiari di voler mantenere il radicamento delle scuole materne ed elementari in montagna! Non c'è, perché di fatto non si cercano delle soluzioni.
Sono amareggiata da questo atteggiamento e mi dispiace vedere che, di fronte a problemi concreti, questa Giunta che afferma di voler cambiare, di fatto non faccia nulla; quindi, avremo ancora da parte della popolazione e dei rappresentanti della popolazione delle lamentele e delle richieste di aiuto che, di fatto, non verranno prese in considerazione! Di fronte al fatto che alcuni comuni si attivino perché i bambini rimangano lì, perché continuino a rimanere sul territorio facilitando l'inserimento delle famiglie, di fronte a questa volontà politica degli amministratori locali, la Giunta non dà risposte, se non promesse future: ne prendo atto, purtroppo, e mi spiace!