Compte rendu complet du débat du Conseil régional

Objet du Conseil n. 34 du 23 juillet 2003 - Resoconto

OGGETTO N. 34/XII - Controlli sulla presenza di pesticidi sulla frutta e verdura posti in commercio. (Interpellanza)

Interpellanza

Appreso che dall'indagine svolta a livello nazionale da Legambiente, denominata "Pesticidi nel piatto 2003", risulta che almeno un frutto (o una verdura) su due risulta contaminato da pesticidi;

Osservato che la Valle d'Aosta (con ogni probabilità, soprattutto in riferimento ai prodotti "importati"), appare fra le Regioni maggiormente interessate dal fenomeno;

Ritenuto che la problematica vada posta sotto osservazione, viste le conseguenze che ne possono derivare alla salute dei cittadini;

i sottoscritti Consiglieri regionali

Interpellano

l'Assessore competente per sapere:

1) quanti e quali controlli vengono svolti dagli organi preposti circa la presenza di pesticidi sulla frutta e sulla verdura posti in commercio;

2) quali iniziative intende eventualmente assumere a tutela della salute dei cittadini.

F.to: Curtaz - Riccarand

Presidente - La parola al Consigliere Curtaz.

Curtaz (Arc-VA) - Mi risponderà l'Assessore Vicquéry? Ah, l'Assessore Fosson.

Noi abbiamo letto - come citato in premessa - una indagine di Legambiente, associazione notoriamente seria per quanto riguarda le inchieste, l'assunzione di dati relativi agli inquinamenti, relativamente alla presenza di pesticidi nella frutta e nella verdura. Da questa inchiesta, in estrema sintesi, emerge che circa un frutto, una verdura su due, in Italia, è interessato dalla presenza di pesticidi. Non "farebbe" - usiamo il condizionale - eccezione la Valle d'Aosta che, anzi, in questa classifica risulterebbe fra le regioni maggiormente interessate del fenomeno.

Va detto, per la verità, che questa indagine soffre, a mio giudizio, di due limiti che evidenzio preventivamente, per correttezza. Primo limite: si tratta di un campione piuttosto limitato di indagine, soprattutto per quanto riguarda la nostra regione. Secondo limite: non è percepibile una discriminazione fra la frutta e la verdura coltivata nella nostra regione e quella importata da altre regioni d'Italia o d'Europa. Dico questo perché ho l'impressione, anche per conoscenza personale, che nella frutta e nella verdura importate la presenza dei pesticidi sia maggiore rispetto alla frutta coltivata nella nostra regione; per particolari condizioni climatiche favorevoli, l'utilizzo dei pesticidi nella nostra regione è significativamente limitato rispetto ad altre regioni, anche se non è escluso, in quanto se ne fa uso normalmente.

Fatte queste due precisazioni, scopo della nostra interpellanza è capire come intende muoversi la Giunta regionale in riferimento alla problematica generale e in riferimento all'indagine specifica, anche perché riteniamo opportuno che in tale settore vi sia un'attenta e continua vigilanza del fenomeno per le conseguenze evidenti che lo stesso ha sulla salute dei cittadini.

Presidente - La parola all'Assessore alla sanità, salute e politiche sociali, Fosson.

Fosson (UV) - La ringrazio per la sua correttezza. Trovare dei limiti in questi articoli che a volte hanno del sensazionalistico è giusto ed è molto corretto; d'altronde, il mio predecessore aveva già risposto con un comunicato stampa che mi sembrava molto appropriato.

Quanti e quali controlli? Il Servizio di igiene degli alimenti e della nutrizione dell'USL effettua annualmente dei controlli su prodotti ortofrutticoli, il criterio è un campionamento. La maggior parte dei controlli, come dice lei, viene effettuato proprio su prodotti che vengono da fuori regione, però è un campionamento: questo in base a un decreto ministeriale del 22 dicembre 1992 dal titolo "Piano nazionale dei residui parassitari", in cui si prevedeva, per la Valle d'Aosta, 10 campionamenti sulla frutta e 5 campionamenti all'anno sugli ortaggi. Le analisi vengono effettuate dall'ARPA con dei metodi cromatografici estremamente moderni e affidabili. La percentuale di prelievi eseguiti è in costante aumento; nel 2002, a fronte dei 10 campioni sulla frutta e 5 sugli ortaggi, quindi a fronte di 15 campionamenti richiesti, ne erano stati effettuati 54.

In tutti questi anni, dal 1998 in poi, sono stati eseguiti 171 campioni; 10 sono risultati quelli non regolari, in particolare la maggior percentuale ad un anno, su una particolare partita. Devo aggiungere che sono stati eseguiti anche 15 campionamenti su vini di produzione locale, a fronte dei 5 richiesti con nessuna positività. Rispetto alle percentuali dei campionamenti di altre regioni, chiaramente la nostra forse non è una eccellenza, però non si può neanche dire che sia un'infima qualità. La percentuale maggiore di campionamenti rispetto a quello richiesto è notevole.

Il punto più importante che lei ha toccato direi che è sicuramente quello sulle iniziative da intraprendere di fronte a un problema decisamente importante; su questo ho trovato tutto fatto, nulla è di merito mio: il 27 maggio 2003, quindi con una firma recente, è stato sottoscritto anche dalla nostra regione un piano triennale di sorveglianza sanitaria e ambientale da parte delle regioni, coordinato dal Ministero della salute. Nel momento in cui il Ministero della salute avrà dato l'approvazione alla metodologia per queste indagini, partirà un piano triennale a cui noi aderiamo. Penso che questa possa essere una soluzione moderna e di ulteriore approfondimento a tale problema.

Presidente - La parola al Consigliere Curtaz.

Curtaz (Arc-VA) - Mi dichiaro soddisfatto relativamente alle intenzioni dell'Assessore. Avevo scoperto anch'io, successivamente al deposito dell'interpellanza, dell'esistenza di questa bozza di piano; quindi credo che, almeno dal punto di vista teorico, si vada nella direzione giusta.

Do quindi un giudizio positivo all'iniziativa, con riserva di verificare poi l'applicazione e l'approvazione del piano, anche perché, se in termini percentuali rispetto al numero bassissimo di controlli previsto dalla legge la nostra regione può essere considerata adempiente rispetto al controllo, è però anche vero che in termini assoluti parlare di una cinquantina di controlli all'anno non mi sembra un dato particolarmente significativo e brillante!

Credo vi possano e vi debbano essere le possibilità per intensificare questi controlli, in modo da educare anche il commerciante ad una certa attenzione nel momento in cui viene acquistato il prodotto. È una cosa non irrilevante: so di avventure professionali di commercianti che ogni tanto si trovano truffati in questo senso, acquistano prodotti considerati biologici o comunque indenni da pesticidi, e poi, successivamente ad eventuali controlli, verificano che tale merce non lo era affatto! Tutto quanto stimola un'attenzione maggiore in questo settore è quindi positivo.