Objet du Conseil n. 3168 du 14 avril 2003 - Resoconto
OGGETTO N. 3168/XI Valutazione dell'entità dell'inquinamento elettromagnetico in Valle d'Aosta ed iniziative per sanare eventuali situazioni di pericolo rilevato. (Interpellanza)
Interpellanza Viste le diverse indagini effettuate da parte dell'ARPA, anche dietro richiesta dei comuni, circa possibili zone della Valle esposte all'inquinamento elettromagnetico, a causa della presenza di tralicci ad alta tensione;
Considerato che è opportuno che tali dati siano portati a conoscenza del Consiglio regionale, oltre che della popolazione;
Ritenuto che non sia sufficiente fermarsi alla semplice conoscenza dei dati, ma che sarebbe quanto mai utile che questi dati siano accompagnati dalla previsione di interventi atti a sanare situazioni di pericolo rilevate;
Ritenuto inoltre che sarebbe interessante conoscere la situazione di tutti i comuni onde poter predisporre con maggior precisione piani di intervento e di eventuale bonifica;
i sottoscritti Consiglieri regionali
Interpellano
la Giunta per conoscere:
1) quanti sono gli abitanti della Valle che, in base alle osservazioni finora effettuate, si trovano esposti a valori superiori a 0, 4 microtesla;
2) se si intende mettere allo studio interventi adeguati per ridare sicurezza agli abitanti e per garantire una più generale tutela della salute, e quali;
3) se si intende commissionare all'Arpa uno studio approfondito anche sugli altri comuni della Valle finora non interessati da apposite indagini.
F.to: Squarzino Secondina - Lanièce
Président La parole à la Conseillère Squarzino Secondina.
Squarzino (Arc-VA) Faccio notare che, il collega Lanièce e la sottoscritta, invece di presentare due iniziative distinte e poi unificarle qui in Consiglio, abbiamo pensato di presentare un'unica iniziativa; l'argomento è quello e quindi mi sembra che sia interessante affrontarlo insieme.
In questi ultimi tempi l'ARPA è stata chiamata sia dai comuni, sia da singoli cittadini a verificare, misurare i livelli di inquinamento presenti sul territorio, inquinamento causato dalla presenza di elettrodotti. In diverse occasioni pubbliche ed incontri con la popolazione sono stati presentati alcuni dati, ma probabilmente in sede di Consiglio regionale non è stata ancora fatta una presentazione chiara di tutti gli elementi, tale da poter fare una riflessione comune. Sono dati che l'ARPA, con molta disponibilità, mette a disposizione di chi li chiede, accompagnando l'informazione anche con osservazioni circa la situazione normativa creatasi in Italia. Fra l'altro, dopo aver presentato questa iniziativa, li ho chiesti e li ho ottenuti, però la mia richiesta di dati è finalizzata a rendere pubblica questa conoscenza, in modo che anche da parte del Consiglio e dell'opinione pubblica vi sia un'attenzione su tali elementi. È vero che siamo a fine legislatura, che non si potrà più fare molto, ma almeno mettere alcune premesse per poter agire nella prossima!
Se questi sono i dati condivisi da tutti, partendo dalle notizie che abbiamo, e delle quali sarebbe interessante verificarne il fondamento, com'è la situazione attuale? In Valle d'Aosta si constata che il territorio di 60 comuni su 74 è interessato dal transito di linee elettriche ad alta tensione; nei comuni in cui sono state condotte campagne sistematiche di censimento e di misurazione, se prendiamo il valore di 0,4 microtesla, si registra che più di 100 persone si trovano esposte nei Comuni indagati - Champdepraz, Châtillon e Hône - a tale valore e di queste 28 superiori a 2 microtesla a valori dei campi misurati.
Dal punto di vista normativo, forse siamo di fronte ad una situazione un po' assurda, ma semmai ci torniamo dopo. Sono anni che si discute, che si cerca di individuare quali sono i rischi reali per la popolazione derivanti da un'esposizione prolungata nel tempo a livello di inquinamento elettromagnetico. C'è un dato certo, ovvero nei bambini esposti ad inquinamento elettromagnetico superiore a 0,4 microtesla il rischio di contrarre la leucemia è il doppio rispetto a bambini non esposti a questi campi. Esiste una legge sull'inquinamento elettromagnetico, la n. 36/2001, che demanda ai decreti applicativi la fissazione di limiti di esposizioni, degli obiettivi di qualità che vanno rispettati per l'istallazione di elettrodotti. Recentemente il Consiglio dei ministri ha adottato i decreti applicativi, indicando però valori più alti rispetto al limite di 0,4 microtesla e precisamente 3 microtesla come obiettivo di qualità e 10 microtesla come valore di attenzione.
Questo però significherebbe che adesso, ad esempio, si potranno costruire con questi nuovi limiti nuovi elettrodotti nei pressi di case, mentre prima non era possibile: infatti, mentre prima bisognava stare almeno a 28 metri di distanza, con questi nuovi dati di qualità si può costruire un elettrodotto fino a 20 metri di distanza rispetto alla casa. Questo ci fa capire l'assurdità di questi decreti applicativi ministeriali. È vero che i decreti non sono stati ancora pubblicati, ma sarà questione di poco tempo; è vero che le regioni in sede di Conferenza Stato-Regione hanno espresso un parere contrario rispetto a questi decreti, però sembra che gli interessi generali delle grandi società siano più forti delle esigenze delle popolazioni.
Altre regioni si sono mosse da tempo, proprio nel predisporre leggi che non riguardano solo gli impianti di telecomunicazione, come abbiamo fatto noi in Valle d'Aosta, ma anche il problema dell'inquinamento prodotto dal passaggio di elettrodotti e hanno dato risposte molto diverse rispetto a quelle fornite dal Governo. La Provincia di Trento, il Veneto, l'Emilia Romagna, le Marche, la Campania si sono attivate. Torniamo a porre la domanda di fondo: noi come ci comportiamo? La Regione è al corrente del numero di persone esposte in Valle d'Aosta a valori superiori a 0,4 microtesla? Cosa si intende fare rispetto a queste persone? Si intende richiedere all'ARPA uno studio approfondito, relativo a tutti gli altri comuni attraversati da elettrodotti e su cui finora non abbiamo dati precisi?
Président La parole au Conseiller Lanièce.
Lanièce (SA) La collega è stata più che esaustiva, per cui non posso che concordare con quanto lei ha già affermato. Vorrei solo aggiungere, parlando dei decreti attuativi della legge nazionale, che occorre che ci sia da parte della Regione una certa attivazione, visto che nella Conferenza Stato-Regioni le regioni hanno chiesto di abbassare la soglia dei limiti stabiliti sia per quanto riguarda l'obiettivo di qualità che per quanto riguarda il valore di attenzione. Penso che questa sia l'unica azione che la nostra Regione può fare e penso che questo sia l'input importante, sul quale spero che l'Assessore voglia confermare l'interesse della Giunta regionale, anche perché il rischio da inquinamento elettromagnetico è sempre più un problema all'attenzione dei Valdostani, ma anche di abitanti di altre regioni. Ultimamente viene sempre più sentita la necessità di effettuare degli incontri per divulgare questo problema, in modo da evitare troppi allarmismi, ma anche per evitare che ci sia un certo menefreghismo e anche il sottoscritto ha organizzato recentemente un convegno a Champdepraz. In questa ottica ci auguriamo che l'Assessore nella sua risposta voglia affermare la volontà dell'Amministrazione regionale, da sostenere nella Conferenza Stato-Regioni, finalizzata a far sì che ci sia un ripensamento su questi limiti, che altrimenti se saranno fissati, come sembra, non cambieranno di molto la situazione.
Président La parole à l'Assesseur au territoire, à l'environnement et aux ouvrages publics, Vallet.
Vallet (UV) Sento l'esigenza di fare alcune premesse: la prima riguarda la fonte dei dati, per dire che la materia viene trattata dall'Amministrazione regionale in stretta collaborazione con l'ARPA regionale; la seconda, per ribadire per l'ennesima volta alcuni concetti, rispetto ai quali è importante fare chiarezza per capire qual è l'angolatura dalla quale si esaminano i problemi e la nostra è un'angolatura diversa da quella espressa dalla Consigliera Squarzino.
Per quanto riguarda una questione posta dal collega Lanièce in sede di illustrazione, cioè la posizione della Regione in sede di Conferenza Stato-Regioni, l'argomento adesso è stato chiuso, nel senso che i valori di riferimento, che sono stati definiti nel decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, sono stati fissati sulla base di un parere negativo espresso, in sede di Conferenza Stato-Regioni, anche da altre Regioni, non solo dalla nostra. Il DPCM attuativo della legge n. 36/2001 è già stato firmato e sarà a breve pubblicato sulla Gazzetta ufficiale e i valori che sono indicati sono quelli citati dalla Consigliera Squarzino: 100 microtesla come valore limite per la prevenzione di effetti acuti; 10 microtesla come valore di cautela per la prevenzione di effetti a lungo termine sulla popolazione; 3 microtesla obiettivo di qualità per le nuove installazioni (elettrodotti, scuole, edilizia residenziale).
Va detto che i valori adottati sono allineati con la relazione della Commissione di esperti insediata dal Ministero della Sanità, il quale ha detto che non esiste sufficiente evidenza di nocività dell'esposizione a campi magnetici a 50 Hz, pur non potendolo escludere in valore assoluto. I valori limiti previsti per gli elettrodotti per la frequenza di 50 Hz sono misure di cautela finalizzate a minimizzare l'esposizione della popolazione rispetto a potenziali fattori di rischio, per i quali non esistono a questi livelli di esposizione accertate correlazioni causa-effetto, ma il cui effetto dannoso, soprattutto per quanto riguarda i campi a 50 Hz generati da linee elettriche, non può neppure essere escluso. Eventuali situazioni di superamento dei limiti, di conseguenza, non vanno considerate come situazioni di accertato rischio in atto per gli occupanti delle abitazioni, ma come situazioni in cui sono o saranno necessari interventi in nome di un principio di cautela nei confronti di un agente, la cui nocività, per quanto non accertata, non può essere comunque esclusa. Per quanto riguarda l'esposizione a campi magnetici a 50 Hz, è da ricordare la posizione assai cauta degli organismi internazionali in merito alla pericolosità dell'esposizione continuativa a campi magnetici a livelli tali da non indurre alcun effetto acuto. Gli effetti acuti si hanno per livelli di esposizione molto più elevati, oltre i 100 microtesla.
La legislazione italiana - la legge n. 36/2001 - adotta in proposito un atteggiamento prudenziale, prevedendo l'adozione di valori di cautela da utilizzare come elementi di definizione della priorità per interventi di bonifica. Questi valori di cautela vanno intesi appunto come linee guida, non come valori al di sopra dei quali il campo è nocivo e al di sotto no. Si ribadisce che un rapporto causa-effetto fra esposizione prolungata ed insorgenza dei tumori non è stato accertato. La presentazione dei dati alla popolazione va quindi effettuata evidenziando i limiti delle conoscenze scientifiche disponibili, ma anche le finalità dei valori assunti come limiti di esposizione rispetto alle situazioni effettivamente presenti nei comuni stessi.
La legge quadro sulla protezione dall'esposizione ai campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici stabilisce all'articolo 9 che, entro 12 mesi dall'entrata in vigore del Decreto ministeriale con il quale sono fissati i limiti di esposizione, i soggetti gestori degli elettrodotti presentino una proposta di piano di risanamento, al fine di assicurare la tutela della salute e dell'ambiente, prevedendo i progetti che si intendono attuare per rispettare i limiti di esposizione e i valori di attenzione, nonché per raggiungere gli obiettivi di qualità stabiliti dal Decreto stesso. Come prioritarie dovranno essere indicate le situazioni in prossimità di destinazioni residenziali, scolastiche e sanitarie, con particolare riferimento alla popolazione infantile. Il piano di risanamento va presentato al Ministero dell'Ambiente per gli elettrodotti con tensione superiore a 150 kV, per tutti gli altri alla Regione. I piani devono essere approvati entro 60 giorni e il risanamento degli elettrodotti deve essere completato entro 10 anni dall'entrata in vigore della legge.
Con il DPCM 23 aprile 1992 erano stati fissati limiti di esposizione ai campi elettrici e magnetici generati dalla frequenza industriale nominale di 50 Hz negli ambienti abitativi e nell'ambiente esterno. L'articolo 7 del medesimo Decreto prevede la possibilità di individuare azioni di risanamento nei tratti di linee elettriche esistenti, dove non risultino rispettati i limiti e le condizioni imposte dagli articoli 4 e 5 del Decreto stesso. Il Decreto fissa anche i tempi per la definizione dei criteri generali di intervento e i criteri di priorità.
Il DPCM 28 settembre 1995, recante: "Norme tecniche e procedurali di attuazione del DPCM del 23/4/1992", stabilisce che, per la prima fase di attuazione, le azioni di risanamento vengano effettuate in base alle prescrizioni riguardanti i livelli di campo, che sono assai meno restrittive rispetto a quelle relative alla distanza. Sulla base del DPCM del 1995 che ho citato, l'ENEL ha individuato criticità in relazione all'elettrodotto Albertville-Rondissone e all'elettrodotto Villeneuve-Châtillon. Va precisato che le criticità sono state stimate dall'ENEL in riferimento a valori presunti massimi di campo elettrico in esterno ai fabbricati, all'interno di abitazioni o fabbricati il valore limite di campo elettrico non è mai raggiunto e il valore limite di campo magnetico non è mai raggiunto né all'esterno, né all'interno. Il programma di risanamento, trasmesso dall'ENEL il 19 febbraio 1996 al Ministero dell'Ambiente per la parte interessata della nostra Regione, prevedeva la presentazione del programma di risanamento entro il 19 ottobre 2002 per la linea Albertville-Rondissone. Per quanto riguarda la linea Villeneuve-Châtillon, siamo più avanti: è in predisposizione da parte dell'ENEL il progetto di rifacimento integrale della linea, con spostamento in zone non abitate.
Per venire adesso alle risposte puntuali ai tre quesiti posti, l'ARPA della Valle d'Aosta ha svolto campagne sistematiche di rilievo dei campi a 50 Hz generati da elettrodotti ad alta tensione e di quantificazione dell'esposizione della popolazione a Châtillon, Hône e Champdepraz, in tutti e tre i casi su richiesta specifica delle Amministrazioni comunali. In questi tre comuni, gli abitanti esposti a valori medi annuali di campo magnetico a 50 Hz superiori a 0,4 microtesla generati da elettrodotti ad alta tensione sono 150. Non si può non rilevare come la scelta del valore di riferimento di 0,4 microtesla del quesito sia del tutto arbitraria, perché la normativa attuale, dando per vigente il recente DPCM, assume limiti del tutto diversi. Tale limite non è in linea con quanto era stato proposto nella precedente versione del DPCM, ma rappresenta solo un valore intorno al quale i movimenti ambientalisti hanno impostato una loro battaglia: 0,4 ha lo stesso valore di 0,35 o lo stesso valore di 0,45 dal punto di vista scientifico. È da rilevare che, rispetto ai limiti del DPCM, in nessun caso sono superati i 10 microtesla, anche perché il limite è effettivamente elevato, mentre per circa il 50 percento dei casi è superato il limite dei 3 microtesla, che si ricorda essere appunto valore guida per siti ben specifici.
Per quanto riguarda la seconda domanda, a prescindere dai livelli di riferimento contenuti nel nuovo DPCM, il rifacimento attualmente in progetto dell'elettrodotto ad alta tensione Villeneuve-Châtillon, per cause tecniche che non hanno a che fare con l'esposizione a campi magnetici, è un'occasione eccezionale per ridurre drasticamente l'esposizione complessiva della popolazione. Questo elettrodotto è causa oggi di numerose situazioni di prossimità fra linee elettriche e abitazioni che potranno essere rimosse; però, paradossalmente, questo progetto è in ritardo, in relazione alle difficoltà sorte nell'individuazione del nuovo tracciato, alcune Amministrazioni hanno chiesto l'interramento di tratti di linea e la Terna sta in questo momento approfondendo le possibilità progettuali. Considerato che le azioni di risanamento sono poste dalla normativa in capo al gestore delle linee, è a questo che compete l'onere di provvedere.
Per quanto riguarda il terzo quesito, l'ARPA ha attualmente in corso, nell'ambito di un accordo di programma con l'USL, una campagna di misura dei campi magnetici a 50 Hz in tutte le aule di tutte le scuole, materne, elementari e medie, sia pubbliche che private, della Valle d'Aosta. Il programma di attività è in pieno svolgimento, la conclusione dei rilievi è prevista nei primi mesi del 2004.
Faccio notare anche qui che in ambiente domestico e scolastico esistono sorgenti di campo a 50 Hz dovute all'impianto elettrico o a dispositivi alimentati ad energia elettrica, che producono localmente campi ben più intensi delle linee elettriche esterne ad alta tensione.
L'ARPA sarà fortemente impegnata nella stima previsionale di impatto del nuovo tracciato dell'elettrodotto Villeneuve-Châtillon.
Per quanto riguarda studi sistematici su altri comuni, al momento non esistono iniziative al riguardo.
Président La parole à la Conseillère Squarzino Secondina.
Squarzino (Arc-VA) Prendo atto delle informazioni fornite e delle considerazioni effettuate, però ci sono alcuni problemi di fondo a cui lei non ha risposto. Lei ha riletto molto diligentemente i pareri degli esperti del Ministero che hanno poi portato a questi limiti. Lei stesso ha riconosciuto che i limiti sono un po' elevati, tant'è vero che le stesse regioni sono contrarie; allora, o le regioni sono contrarie per loro capriccio oppure ci sono dei motivi reali! Tutte le regioni, a fronte della relazione di scienziati e di esperti del Ministero, non hanno espresso convincimento, ma hanno riaffermato la loro contrarietà. Credo che questo sia il punto fondamentale e il punto fondamentale è che la stessa frase, che viene letta e presentata come dimostrazione di una non presenza accertata di causa-effetto, può essere letta anche in modo diverso. Si continua a dire che non sono accertati rischi in atto, non esistono accertate correlazioni, ma non può essere esclusa una correlazione.
Ora, anche al convegno che c'è stato, organizzato dal CORECOM, ad Aosta a gennaio, gli scienziati presenti hanno detto chiaramente che, finché la ricerca non fornisce dei dati scientifici precisi in merito alla correlazione causa-effetto in questione e alla sua incidenza, non si può affermare scientificamente che c'è un rapporto causa-effetto. Certamente questa è una legge scientifica nel campo della ricerca, ma non si può andare a dire alle persone: "guardate che non c'è un'evidenza scientifica fra causa ed effetto, quindi per adesso non prendiamo in esame questo problema". Quando fra tre o quattro anni, studiando gli esiti di salute di persone sottoposte all'esposizione prolungata di campi elettromagnetici, si vedranno in modo evidente i risultati, si dirà che abbiamo l'accertata correlazione, ma intanto nel frattempo le popolazioni fanno "da cavie", mi permetta, Assessore! Altre regioni hanno avuto questa preoccupazione molto prima di noi, pur non essendo autonome, eccetto la Provincia di Trento, e hanno legiferato in modo tale da tenersi ai limiti di qualità, sotto limiti di cautela e di attenzione.
Lei mi ha detto qual è il limite massimo da non superare stabilito dalla legge: certo, ma io Regione devo preoccuparmi dei limiti minimi di salute della popolazione e i dati che lei ha fornito indicano 150 persone esposte di cui la metà - lei dice - sono esposte sopra i limiti di 3 microtesla, il che significa che un'ottantina di persone è esposta a più di 3 microtesla.
Lei ha detto che la responsabilità è delle compagnie, a cui compete intervenire e prevedere, ma nel frattempo noi lasciamo che questa popolazione sia esposta a questi rischi! Lei non può dire queste cose alla gente!
Président La parole au Conseiller Lanièce.
Lanièce (SA) Per una breve replica perché la collega ha già presentato le nostre osservazioni in merito alla risposta dell'Assessore.
L'Assessore ci risponde citando un decreto attuativo che fissa dei limiti ai quali la Regione deve attenersi. Ovviamente, adesso è così però, come ha detto prima la collega Squarzino, si poteva fare qualcosa un po' prima, quando altre regioni - cito il Veneto - hanno predisposto delle normative dove hanno fissato dei valori, pur sapendo già allora che i valori che sarebbero stati stabiliti da questo decreto sarebbero stati molto più alti. Questo proprio nell'intento di tutelare la salute pubblica, anche perché è vero che ci si confronta sempre dicendo che non c'è un'evidenza scientifica sulla causa-effetto, sulle conseguenze sanitarie dovute all'esposizione da inquinamento elettromagnetico, però occorre, nell'ottica di una politica ambientale vicina alla gente, porre dei limiti a salvaguardia della salute pubblica, anche quando manca l'evidenza scientifica della pericolosità dei loro effetti.
Questo lavoro, ripeto, si doveva fare prima, purtroppo per vari motivi non è stato fatto e oggi ci troviamo ad affrontare un decreto attuativo con dei limiti a cui le regioni, come ha affermato l'Assessore, hanno dichiarato la loro contrarietà nella Conferenza Stato-Regioni. È tardi, purtroppo, ma penso che ci sarebbe la possibilità, se tutte o gran parte delle regioni volessero ribadire la loro contrarietà, di andare a modificare questi valori inseriti nel decreto attuativo. Questo è un invito che rivolgo agli eletti della prossima legislatura, cioè fare in modo che ogni regione, se ha dichiarato la propria contrarietà a questi valori inseriti nel decreto attuativo, attivi la propria giunta regionale, e in particolari i propri parlamentari, per modificare il decreto e per introdurre dei valori limite, sia per quanto riguarda la cautela che l'obiettivo qualità, più attenti alla salute pubblica.