Objet du Conseil n. 3167 du 14 avril 2003 - Resoconto
OGGETTO N. 3167/XI Obiettivi della "Sintesi sommaria del progetto della direttrice ferroviaria del Gran San Bernardo". (Interpellanza)
Interpellanza Appreso che in data 21/03/2003 è stata consegnata al Presidente della Regione, agli Assessori regionali ed al Presidente del Consiglio una "sintesi sommaria del progetto della Direttrice ferroviaria del Gran San Bernardo";
Preso atto che tale breve elaborato appare, oltreché sintetico, assai generico;
Osservato che, almeno per i sottoscritti interpellanti, non appaiono chiari gli obiettivi che l'Amministrazione regionale si pone con il progetto e l'eventualissima realizzazione della cosiddetta "Aosta/Martigny";
Ritenuto quindi opportuno porre alcune domande per ottenere chiarimenti circa gli intendimenti del Governo regionale;
i sottoscritti Consiglieri regionali
Interpellano
il Presidente della Regione e l'Assessore competente per sapere quali sono gli intendimenti della Regione attraverso la risposta ai seguenti quesiti:
1) se scopo della Direttrice ferroviaria del Gran San Bernardo sia quello di trasportare persone, merci o, come probabile, entrambe; in quest'ultimo caso, in che numero persone ed in che misura merci;
2) se, trasportando prevalentemente merci, la linea ferroviaria sarebbe alternativa al traffico dei T.I.R. attraverso i trafori autostradali del Monte Bianco o del Gran San Bernardo, oppure se il traffico ferroviario si aggiungerebbe a quello su gomma;
3) se la progettata "Aosta/Martigny" sostituirebbe l'attuale obsoleta tratta ferroviaria o se questa verrebbe mantenuta per il traffico locale, che non avrebbe quindi accesso sulla nuova Direttrice del Gran San Bernardo;
4) chi pagherà l'opera e quando passerà il primo treno.
F.to: Curtaz - Squarzino Secondina
Presidente La parola al Consigliere Curtaz.
Curtaz (Arc-VA) Rispetto a questo tema non avevamo bisogno dell'intervento del Sottosegretario Martinat per fare un'interpellanza sull'Aosta-Martigny, perché ce ne occupiamo già da qualche anno e non è la prima volta che parliamo di questa opera. Abbiamo predisposto un'interpellanza dal testo elementare: chiediamo in maniera chiara, diretta e semplice, perché si dovrebbe fare l'Aosta-Martigny, perché le confesso, Assessore, che non l'ho ancora capito bene.
Siamo tutti d'accordo che c'è un'esigenza seria di trasferire traffico dalla gomma alla rotaia, però non ho ancora capito se un'opera di questo genere - nei confronti della quale ho un atteggiamento laico, non so dirne né bene, né male, perché non ho ancora capito a cosa serve -, se un eventuale raccordo ferroviario con la Svizzera sarà un'alternativa al traffico pesante in questa Regione o se sarà un'aggiunta al traffico pesante in questa Regione. Credo che sia questo il punto di partenza sul quale fare un ragionamento, altrimenti si ha il sospetto - come spesso noi maliziosi abbiamo evidenziato - che questa opera, di cui si aleggia, un po' si favoleggia, un po' si parla, interessi solo la nostra Regione e il Cantone del Vallese. Chiediamo pertanto se il Governo regionale ha fatto delle riflessioni più specifiche, che venga risposto in maniera il più possibile dettagliata alle questioni contenute nell'interpellanza.
Presidente La parola all'Assessore al turismo, sport, commercio e trasporti, Cerise.
Cerise (UV) Non credo che riuscirò a spostare le sue convinzioni da quelle di un laico a quelle di un fervente credente e, se il quesito è elementare, probabilmente ancora più elementare è la risposta. Questa direttrice non "potrebbe", ma "può" in maniera determinante contribuire a riequilibrare il traffico attraverso le Alpi, attraverso l'opzione ferrovia e che consiste essenzialmente in interventi di riequilibrio modale fra strada e rotaia nel trasporto sui valichi alpini, che oggi sappiamo essere fortemente squilibrati verso la strada. Credo che l'incremento di traffico sia intorno al 7 percento, soprattutto per quanto riguarda il trasporto delle merci; quando questo 7 percento si riferisce a centinaia di milioni di tonnellate, evidentemente le cifre assumono dei valori quanto meno preoccupanti.
C'è però anche da dire che si tratta di una proposta che vuole andare nella direzione di combattere effetti disastrosi, come possono essere quelli dovuti all'isolamento possibile, ad eventi qualche volta incidentali, ma anche a determinate necessità, eventi che possono generare la chiusura di strutture di comunicazione come quella del Traforo del Monte Bianco o del Gran San Bernardo, eventi alluvionali oppure di altro tipo, insomma tutto ciò che può interrompere quel dialogo nei trasporti che c'è fra la Valle d'Aosta e l'Europa, e naturalmente assicurare alla Valle d'Aosta una sua partecipazione, una sua presenza con la rete di trasporti con l'alta velocità, che si sta piano piano costruendo in Europa.
È una direttrice destinata a trasportare sia persone che merci; è difficile in questa sede ipotizzare numeri precisi, tenendo conto che queste sono in funzione di diverse variabili: si va dalle politiche tariffarie alle normative del trasporto combinato che verranno attuate nei prossimi anni in ambito europeo, oppure nella stessa Svizzera, i tempi di realizzazione dell'opera, le evoluzioni che subiranno le infrastrutture trasportistiche, quelle attuali e quelle che sono in progetto per quanto riguarda le Alpi, e dai delta incrementali dei trasporti nei futuri anni. Sono variabili che potranno non solo nel loro esame, ma nel loro realizzarsi definire meglio quelli che sono i volumi di trasporto che potrebbero essere affidati a questa direttrice. Certo, se andiamo a vedere quali sono in questo momento gli indicatori, possiamo comunque affermare che una direttrice come questa avrà una valenza indubbiamente maggiore per il trasporto delle merci rispetto al trasporto delle persone.
In risposta alla seconda domanda - domanda peraltro ribadita nell'illustrazione con toni anche forti -, mi viene difficile immaginare che in questa Regione - perché credo di avere il diritto di parlare anche come Assessore al turismo - si possa immaginare uno sviluppo turistico ipotizzando incrementi di traffico su gomma, oltre a quelli che abbiamo auspicato essere ridotti, anche con decisioni prese da questo Consiglio regionale. Credo che la collocazione di questa infrastruttura debba vedere la stessa farsi carico non solo di parte dell'attuale traffico - almeno quanto ipotizzato - dei Trafori autostradali del Monte Bianco e del Gran San Bernando, andando così ad alleggerire le gravosità ambientali e peraltro anche di altro tipo per quanto riguarda questa infrastruttura, ma anche di un miglioramento più di carattere generale del sistema trasportistico infrastrutturale alpino. Per quanto riguarda la questione se il traffico si aggiungerebbe a quello su gomma, mi pare che già quello che ho detto debba far capire come questo sia escluso. Se rimaniamo immobili, se non proviamo ad immaginare e ad attivarci affinché direttrici come queste si realizzino, secondo me la conseguenza sarà quella di avere degli incrementi incontrollabili del traffico su gomma, che dovremo a questo punto subire. Se vogliamo scongiurare questa ipotesi, ma in maniera credibile e senza dover subire delle decisioni prese da altri, quindi dobbiamo proporre noi qualcosa in questa direzione, qualcosa di impegnativo, ma anche di risolutivo, come questa ipotesi di direttrice.
Per quanto riguarda i rapporti fra questa direttrice e la tratta storica, credo che non solo siano per certi versi compatibili, ma dovranno dialogare fra di loro, sono complementari e una delle conseguenze di questa linea ferroviaria dovrebbe essere quella di accelerare tutti i processi di modernizzazione in diversi punti della tratta storica. Una particolare attenzione al trasporto locale è da sempre un'esigenza primaria del Governo regionale, forse non come voi vi siete auspicati, ma certamente è uno degli obiettivi che questo Governo ed anche altri si sono dati come una scelta strategica. In questa ottica le due tratte saranno non solo connesse, non solo dialoganti fra di loro, ma credo che porteranno a far sì che ci sarà una maggiore utenza della stessa ferrovia in ambito locale.
Infine, il finanziamento dell'opera: lo studio potrebbe seguire l'impostazione recentemente data in più occasioni per i finanziamenti di analoghe infrastrutture (vedi Tunnel sotto La Manica). Il finanziamento potrebbe pertanto essere caratterizzato da un forte coinvolgimento dei privati, le cui risorse consistenti e determinanti per la realizzazione del progetto potranno essere integrate dagli interventi pubblici ai vari livelli: Unione europea, Stato, Regione. In altre parole, si sta parlando della possibile applicazione dell'opzione nota come partenariato pubblico/privato.
Per quanto riguarda la data del passaggio del primo treno, è prematuro prevederla, in quanto ad oggi si è di fronte ad un progetto che, per quanto concreto e realizzabile, ha davanti a sé ancora molta strada da fare, prima di poter essere appaltabile. Voglio fare solo una piccola battuta: da quando si è cominciato a parlare della linea ferroviaria Ivrea-Aosta a quando è arrivato il primo treno sono passati 36 anni; allora, se facciamo i debiti confronti, parlare in termini di venti anni non mi pare eccessivo. In ogni caso, per concludere con una battuta, mi piacerebbe invitare fin d'ora l'interpellante e il suo gruppo all'inaugurazione dell'arrivo del primo convoglio!
Si dà atto che dalle ore 11,30 riassume la presidenza il Presidente Perron.
Président La parole au Conseiller Curtaz.
Curtaz (Arc-VA) Sono insoddisfatto, non avendo potuto l'Assessore indicarmi con precisione la data di passaggio del primo treno…
Prendo atto della risposta dell'Assessore, francamente non mi aspettavo che mi dicesse cose diverse da quello che mi ha detto. C'è un dibattito aperto su questa questione, ogni tanto il nostro ruolo anche istituzionale è quello di stimolare, a volte provocare attraverso iniziative di questo tipo. È un dibattito aperto, secondo me, però dobbiamo mettere in questo progetto fideistico del Governo regionale, qualche puntino di scetticismo e dobbiamo seguire con attenzione l'evoluzione della vicenda Val di Susa. Dico questo, non solo perché lì abbiamo un progetto ferroviario che per una questione geografica è prioritario al nostro - e in teoria anche più avanti, ma solo in teoria fintanto che non è finanziato -, ma perché l'esempio della Val di Susa potrebbe essere la dimostrazione che l'alta velocità ferroviaria non risolve il problema dei TIR - che è poi l'obiettivo che l'Assessore ha evidenziato, e che condivido, dicendo che la linea ferroviaria è il presupposto per spostare i camion dalla gomma alla rotaia e che se non c'è niente, non si fa - i quali TIR continuano a passare e da una parte e dall'altra. Oggi in Val di Susa sappiamo che quella linea è in grado di fare entro certi ambiti un po' di ferroutage, ma non viene fatto, e al Traforo del Fréjus hanno dei dati spaventosi rispetto al passaggio autostradale.
Bisogna fare allora un ragionamento con un po' di scetticismo, perché il rischio - e lo pongo solo come elemento di riflessione - è di riempire la nostra Valle di corridoi, quattro corridoi. Avremmo, in una Valle stretta come la nostra, quattro vie: due ferrovie - perché solo quelli male informati pensano che l'Aosta-Martigny sostituirà la linea vecchia: no, l'Aosta-Martigny si aggiunge alla linea vecchia, anche perché, se va bene, ci sarà una fermata ad Aosta e la successiva forse sarà ad Ivrea -, l'autostrada e la strada statale, oltre alle strade secondarie, eccetera. Mi sembra che sia un po' carico questo fondovalle, soprattutto perché - ed è un altro aspetto di cui tener conto - queste linee dell'alta velocità vengono fatte con dei sistemi ingegneristici particolari, nel senso che tirano dritto, non guardano a cosa c'è davanti, vengono fatte un po' con questi criteri; da qui tutti i problemi per esempio nella Val di Susa. Problemi che poi non sono tanto degli ambientalisti locali, come spesso mi ricordava l'ex Presidente Viérin che diceva: "I "Verdi" non sono mai d'accordo su niente in Val di Susa…", ma di "Verdi" in Val di Susa non ce n'è neanche uno! Sono proprio le popolazioni locali che guardano con preoccupazione il fatto che queste linee attraversino prati, case e quello che c'è. Bisogna quindi che si ragioni su questo progetto, che è un progetto futuribile, per il quale dovremmo aspettare decine di anni, però tenendo conto anche di tutte queste problematiche e senza presentarlo come la panacea di tutti i mali del trasporto, perché sappiamo che, probabilmente, non sarà così.