Compte rendu complet du débat du Conseil régional

Objet du Conseil n. 3158 du 14 avril 2003 - Resoconto

OGGETTO N. 3158/XI Inserimento dei test "NAT - HIV - RNA" a tutela dei cittadini presso il Centro trasfusionale dell'USL di Aosta. (Interrogazione)

Interrogazione A conoscenza della nota con la quale il responsabile del Centro trasfusionale dell'USL di Aosta ha richiesto di estendere la tecnica "NAT" a tutela dei cittadini valdostani;

Vista la risposta dell'Assessore competente nella seduta consiliare dell'8 gennaio u.s., in merito all'oggettiva utilità della tecnica NAT - HIV - RNA, e il parere tecnico favorevole espresso in data 16 ottobre 2002, dal Dipartimento di patologia clinica;

Constatato che a tutt'oggi, nonostante gli impegni presi, i test non sono stati ancora messi in funzione nel laboratorio dell'ospedale regionale;

il sottoscritto Consigliere regionale

Interroga

l'Assessore competente per conoscere:

- per quali motivi i test NAT - HIV - RNA non sono stati ancora inseriti nel centro trasfusionale dell'ospedale regionale come richiesto dal responsabile del centro stesso.

F.to: Beneforti

Président La parole à l'Assesseur à la santé, au bien-être et aux politiques sociales, Vicquéry.

Vicquéry (UV) In seguito alla lettera pervenutami in data 27 settembre dal Direttore del Centro trasfusionale, ho immediatamente attivato il Dipartimento di patologia clinica in data 3 ottobre 2002 per chiedere testualmente di fornire allo scrivente e alla Direzione sanitaria aziendale un parere in ordine alla necessità di eseguire i test richiamati in oggetto: "Si invita a tal proposito ad effettuare una valutazione dell'impatto organizzativo-economico determinato dall'esecuzione dei test citati in oggetto sull'attività del Centro trasfusionale". Con l'occasione, invitavo il Responsabile del Centro trasfusionale a fare riferimento in futuro al Dipartimento di patologia clinica dell'azienda per l'esame e la valutazione di problematiche di ordine prevalentemente tecnico e scientifico, perché non è l'Assessorato che deve dare delle risposte in merito all'opportunità, alla necessità, o quant'altro, di mettere in piedi metodiche nuove, ma è il Dipartimento di patologia clinica, i cui rapporti all'interno non sono idilliaci (per usare un termine eufemistico). Sta di fatto che questa procedura un po' anomala ha comportato un ritardo nell'esame della problematica, cioè sulla necessità o meno di inserire tali test perché nell'autunno scorso la questione era ancora in dubbio. Il Dipartimento di patologia clinica, comunque sia, ha finalmente assunto una decisione e mi dicono che per oggi stesso è previsto l'avvio dei test. Il ritardo è dovuto, oltre a problemi interni al dipartimento - chi fa che cosa fra l'Unità operativa Centro trasfusionale e l'Unità operativa di Microbiologia e la struttura di via Guido Rey -, rispetto anche alle previsioni che erano per il mese di marzo scorso, a dei ritardi nella consegna di particolari reagenti per l'esecuzione dei test citati in oggetto. Confermo che il controllo dei test è iniziato oggi stesso, però sono effettuati dall'Unità budgetarie di Microbiologia.

Président La parole au Conseiller Beneforti.

Beneforti (PVA-cU) Assessore, prendo atto di quello che lei ha detto. Prendo atto con piacere che oggi iniziano questi test, ma lei, nella seduta dell'8 gennaio scorso, all'interrogazione che avevo presentato in merito allo stesso problema, rispose che il principio era stato accolto poiché era emersa l'effettiva utilità dell'esecuzione dei test mediante la tecnica "NAT" e che da quel momento in poi si trattava di un problema puramente organizzativo: c'era da affidare ulteriori ore di tempo ad un tecnico di laboratorio per effettuare questi nuovi esami. Assessore, sono trascorsi quattro mesi dalla nostra richiesta e, nonostante il parere positivo espresso da lei, dall'USL e dal Dipartimento di patologia clinica - perché lei ci annunciò che il dipartimento aveva espresso allora parere favorevole, non adesso -, nonostante l'approvazione per l'inserimento della richiesta nel budget della Microbiologia, il problema non è stato ancora risolto, si risolve solo a partire dalla giornata odierna. Mi domando: in tutto questo lasso di tempo, non è stato possibile trovare un medico a cui affidare questo nuovo incarico? È così che funziona l'organizzazione all'USL? È così che si fa fronte al "nuovo che viene avanti", nell'interesse della comunità?

Tenete presente che a Torino questi test sono stati messi in funzione fin dall'inizio del 2002, perché era nell'interesse degli ammalati di AIDS, sia per la sicurezza del sangue per trasfusioni. Del resto, anche se vogliamo fare della prevenzione, occorre che il male venga accertato nel più breve tempo possibile: non è pensabile che si continui sulla vecchia strada, quando ci sono mezzi e modi per accertare nel modo più celere possibile se sussiste questa malattia, a fronte del grosso rischio di chi è ammalato e delle trasfusioni stesse. I nuovi test, se sono stati autorizzati dal Ministero della salute, è perché permettono di affrontare le maggiori esigenze che oggi abbiamo di fronte rispetto al passato, perché oggi le esigenze sono superiori rispetto al passato. Oggi i casi di AIDS che si presentano sono numerosi, anche nella nostra Regione, come numerosi sono i casi di malattie derivanti dalle trasfusioni di sangue infetto. Mentre nelle regioni più avanzate si fa uso di questi nuovi test, da anni noi, per l'incapacità organizzativa dei dirigenti dell'USL, siamo di gran lunga in ritardo: si comincia da oggi a fare questi test. In Valle d'Aosta, dove in Ospedale ci sono più tecnici e medici che soli posti letto, non siamo in grado di spostare al Centro trasfusionale un medico a cui affidare i nuovi esami: ci sono voluti quattro mesi!

Concludo dicendo che è veramente triste assistere a certa disorganizzazione, che continua a sussistere nella nostra USL. Dobbiamo cercare di modificare una situazione che non regge più, perché qui ne va di mezzo l'interesse generale della comunità valdostana. Si tratta di malattie serie e la prevenzione si deve fare in tempo utile, per poter salvare tante vite umane, sia chi è colpito dalla malattia, sia chi viene infettato tramite trasfusione, come avviene in Valle d'Aosta, come altrove.