Compte rendu complet du débat du Conseil régional

Objet du Conseil n. 3096 du 19 mars 2003 - Resoconto

OGGETTO N. 3096/XI Iniziative per la tutela della salute dei cittadini a seguito dell'aumento dei passaggi di mezzi pesanti nel traforo del Monte Bianco. (Interpellanze)

Interpellanza Preso atto che dal 1 marzo è stato soppresso il senso unico alternato al tunnel del Monte Bianco;

Considerato che non è stato modificato il Regolamento Interno di Circolazione, per cui possono transitare fino a 5760 TIR al giorno;

Preso atto del documento dei medici della Valdigne, da cui risulta che nelle zone dell'Alta Valle sono più frequenti le patologie correlabili all'inquinamento e che la riduzione e la recrudescenza di tali patologie sono collegate rispettivamente alla interruzione e alla ripresa del traffico dei TIR;

Preso atto del parere dei tecnici dell'ARPA Valle d'Aosta, secondo cui, sulla base del modello di proiezione elaborato nell'ambito del programma "Air Espace Mont-Blanc", mentre un passaggio giornaliero di 500 Tir non dovrebbe incidere negativamente sulla salute degli abitanti, un aumento del passaggio giornaliero di TIR a 1000, 2000, 4000, farebbe salire rispettivamente a 33 percento, 45 percento, e 50 percento la quota di Valdostani costretti a respirare aria "pesante";

Considerato che è impegno della Giunta, e non solo dell'Assessorato alla Sanità, garantire condizioni di salute dei cittadini;

la sottoscritta Consigliera regionale

Interpella

la Giunta per sapere:

1) se è a conoscenza dei dati elaborati dall'Arpa nell'ambito del programma "Air Espace Mont-Blanc" e del documento dei medici della Valdigne e come li valuta;

2) come intende operare per tutelate la salute dei cittadini, messa in pericolo proprio dall'aumento del passaggio dei Tir dal Traforo del Monte Bianco.

F.to: Squarzino Secondina

Interpellanza Preso atto che dal 1° marzo 2003 i governi francese e italiano hanno deciso di abolire il senso unico alternato al Traforo del Monte Bianco per i T.I.R. in transito;

Tenuto conto che è ampiamente condivisa (almeno a parole) la necessità di maggiori controlli sul traffico pesante;

Osservato che finora non si ha notizia di controlli capillari, né di un incremento significativo di iniziative che, rimanendo ovviamente nell'ambito della piena legalità, abbiano un'efficacia dissuasiva nei confronti del traffico pesante;

il sottoscritto Consigliere regionale

Interpella

il Presidente della Regione per sapere:

1) relativamente alla prima parte del mese di marzo, quanti controlli sono stati effettuati in riferimento al peso dei T.I.R. e quanti sui livelli di inquinamento dei gas di scarico nell'area di Quart, ed in quali percentuali rispetto al transito complessivo dei mezzi pesanti;

2) quali iniziative intende assumere per potenziare effettivamente tali controlli, allo stato del tutto insufficienti ed inadeguati.

F.to: Curtaz

Président La parole au Conseiller Curtaz.

Curtaz (PVA-cU) Per consentire alla collega Squarzino di riposare un attimo illustro il punto 21, poi si tornerà al punto 18; penso non vi siano problemi procedurali. Scopo dell'interpellanza - come il Presidente della Regione avrà intuito - è quello di conoscere il numero dei controlli che vengono effettuati nelle aree di Quart nei confronti dei TIR: questo perché - lo ricordiamo tutti -, nel momento in cui i Ministri dei trasporti italiano e francese hanno preso quella decisione sciagurata di abolire il senso unico alternato al Monte Bianco per il traffico pesante, avevamo tutti ritenuto necessario incrementare i controlli. Il Governo regionale, almeno a parole, si era impegnato ad incrementare i controlli, che non sono soltanto relativi alla qualità dell'aria - come ha tentato di rispondere la Giunta alle correttissime osservazioni delle associazioni ambientaliste circa la loro carenza - perché, se va bene che si attuino, non esauriscono comunque le problematiche; anzi, per certi versi, questo è un controllo di tipo successivo, perché solitamente prima si fanno i controlli sulle cause e poi sugli effetti di tali cause! Fare i controlli sulle cause significa fare quelli che la legge ci consente di fare direttamente nei confronti dei mezzi pesanti.

Abbiamo sempre detto che la Regione ha un "atout" decisivo rispetto a questa vicenda, perché applicando la legge e facendo i controlli relativamente al peso dei camion e alle emissioni inquinanti da parte degli stessi camion, può ovviamente disincentivare il traffico pesante. Ad una prima verifica - ma siamo in attesa di ascoltare i dati del Presidente della Regione - questi controlli capillari che erano stati garantiti non vi sono. Noi abbiamo dei dati - che poi confronteremo con quelli del Presidente che sono, sotto questo profilo, allarmanti. A Quart si fanno controlli molto blandi per tutte le ragioni che sono già state esposte le volte precedenti: perché sono lunghi, perché manca personale, perché mancano attrezzature. Vorremmo capire dal Presidente della Regione cosa dicono i numeri e se si ritiene che sia sufficiente questo sistema, oppure se si intenda passare ad una fase di incremento per tali tipi di controlli, in modo da disincentivare legittimamente il passaggio dei TIR.

E non vale - glielo dico subito, Presidente un'osservazione a mio avviso totalmente sbagliata: quella di dire che questa fase non necessita di grossi controlli perché il livello di transito dei TIR sta crescendo lentamente. Questo sarebbe totalmente sbagliato; noi dobbiamo fare i controlli oggi che questi passaggi sono ancora relativamente contenuti per disincentivare il flusso di traffico, perché, se il flusso di traffico fosse arrivato a dei dati allarmanti, sarebbe molto difficile tornare indietro, sarebbero ancora più difficili i controlli, vi sarebbero più mezzi da controllare e l'effetto dissuasivo verrebbe meno. Su questo punto chiediamo chiarezza; il Presidente ci darà i dati, ma non vorremmo che ad una disponibilità verbale, più volte manifestata, di fare questa azione disincentivante nei confronti dei TIR, si associasse un atteggiamento non solo blando, ma defatigatorio, non dico negligente, ma non sufficientemente diligente, perché non atto a fare quell'opera di disincentivazione che oggi viene richiesta. All'esito della risposta mi riservo di dare i numeri rilevati dalle associazioni ambientali che si occupano di controllare chi fa i controlli, perché arriviamo anche a questo punto: abbiamo l'impressione che quando c'è qualcuno che controlla, i controlli vengano fatti un po' meglio rispetto a quando non c'è nessuno che "controlla i controllori"; impressione che, se verificata, sarebbe un fenomeno assai preoccupante!

Président La parole à la Conseillère Squarzino Secondina.

Squarzino (PVA-cU) Il tema che si affronta riguarda sempre il traforo del Monte Bianco e il traffico del tunnel, ma lo affrontiamo da un punto di vista diverso, nel senso che la mia attenzione è complementare all'attenzione del collega e riguarda essenzialmente la questione della salute dei cittadini. Secondo me, questo è uno dei problemi di fondo da cui partire per avere il coraggio di fare quelle azioni necessarie onde limitare al massimo il traffico dei TIR. Credo che sulla salute dei cittadini nessuno di noi voglia né bluffare né fingere che il problema non esista. Il tema è stato sollevato già da quasi un anno dall'ARPA con le sue indagini ed è stato risollevato recentemente proprio dagli stessi medici della Valdigne, con dati che fanno riflettere. So che sono dati già conosciuti, però ricordarli è sempre utile, perché quelli sono un dato oggettivo da prendere in considerazione per assumere decisioni.

Partiamo intanto dall'ARPA. L'ARPA già aveva presentato un primo dato in III Commissione, il 24 settembre 2002, riprendendo una ricerca nell'ambito del progetto "Air Espace Mont-Blanc" in cui è stato costruito un modello di previsione della qualità dell'aria secondo il passaggio dei TIR. Questo dato prende in esame la quantità di agenti inquinanti presenti prima e dopo la chiusura del tunnel. Confrontando i dati del 1998 e del 2002 si vede chiaramente che il monossido di carbonio si è ridotto del 73 percento e l'ossido di azoto dell'87 percento. Sulla base di questi dati si può ragionevolmente dire che, se riprenderà il traffico dei TIR, se passeranno 1.000 TIR al giorno o ne passeranno 2.000 o 4.000, la porzione di territorio della Valle d'Aosta - e quindi i suoi abitanti - che sarà interessato da questo inquinamento salirà rispettivamente al 33-45-50 percento del territorio. Qui c'è un dato molto chiaro, ma forse è opportuno ricordarlo perché ci comportiamo come se questo non esistesse; con l'aumento del traffico aumenta l'inquinamento, con l'aumento dell'inquinamento aumentano i fattori di rischio per la salute: queste sono osservazioni indiscutibili! I medici della Valdigne hanno riflettuto sulla loro esperienza, proprio perché si imbattono quotidianamente nella constatazione di un aumento di tumori nelle donne che sono casalinghe o che non fumano; contemporaneamente, hanno verificato che nel periodo di chiusura del tunnel c'è stata una progressiva riduzione delle patologie acute e croniche respiratorie.

So anche che l'Assessore Vicquéry ha contestato questi dati nei comunicati stampa, però, se andiamo al di là dell'esperienza riportata dai medici e prendiamo le relazioni che annualmente vengono fatte dall'Assessorato alla sanità attraverso l'Osservatorio epidemiologico delle politiche sociali, notiamo dei risultati che concordano con l'esperienza dei medici della Valdigne. A pagina 14 dell'opuscolo distribuito nella prima giornata della prevenzione in Valle d'Aosta - il 12 ottobre 2002 - si fa notare che vi sono eccessi di malattie allergiche e di asma bronchiale per i quali viene dichiarata una frequenza superiore alla media nazionale di oltre il 40 percento o del 20-25 percento. Ancora: rapportando i dati della Valle d'Aosta con quelli del Piemonte e dell'Italia, di fatto, in queste malattie, viene registrato un tasso di incidenza maggiore in Valle d'Aosta rispetto al Piemonte e all'Italia.

Ancora, se vediamo là dove si calcola il rischio delle cause di morte - fatto "100" il rischio medio regionale di morte, per quanto riguarda l'Alta Valle, le donne hanno un rischio di "150" sulle malattie respiratorie e gli uomini anche superano la quota 100. La controprova è che in tutti gli altri distretti - il Distretto 2, il Distretto 3, il Distretto 4 - o non esiste alcun rischio, oppure è al ribasso: questo sta a indicare che l'Alta Valle è quella in cui vi sono più rischi per le donne di contrarre malattie respiratorie. Gli uomini non stanno tanto meglio: per quanto riguarda le malattie dell'apparato respiratorio si registra, in Valle d'Aosta, una media di 20 punti in più per 100.000 abitanti rispetto alla media nazionale, cioè in Valle muoiono 20 uomini in più all'anno per malattie respiratorie. Vi sono anche altre malattie collegate con la qualità dell'ambiente e sono proprio i tumori. Sempre in queste relazioni, a pagina 58 della relazione sanitaria e sociale 1999-2000, là dove si fa un rapporto fra il 1992-1994 e il 1995-1997, per i tumori nelle donne si registra un aumento del 14,7 percento in tutta la Valle.

Sono dati allarmanti che interpellano chi vuole fare della prevenzione l'arma vincente per la salute. Ci chiediamo se, di fronte a questi dati, che sappiamo in buona parte collegati al traffico, la Regione, per tutelare la salute dei cittadini di tutta la Valle, intende fare qualcosa e cosa intende fare.

Président La parole au Président de la Région, Louvin.

Louvin (UV) Il faudrait peut-être quelques heures de temps pour engager une confrontation sérieuse sur l'ensemble des données qui ont été évoquées. Je pense qu'il serait quand même souhaitable que l'on dédie à cela un espace public de confrontation et l'Assesseur Vicquéry et moi-même serons bien sûr disponibles à le faire sur des bases différentes qu'une simple réponse à une question élaborée en quelques lignes et qui demande essentiellement une réponse globale. Je tâcherais de répondre à l'ensemble des soucis exprimés par les deux Conseillers, pour ne pas engager tout l'après-midi sur l'argument.

Le Gouvernement a pris connaissance de toutes les données élaborées par l'Agence régionale pour l'environnement (ARPE) et par l'Observatoire épidémiologique, ainsi que des documents qui ont été maintes fois évoqués par Mme Squarzino, signés par les médecins du Valdigne. C'est justement la raison pour laquelle nous avons souhaité qu'il y ait une première confrontation publique: elle a eu lieu le 1er mars dernier, par l'initiative de l'Assesseur Vicquéry, organisée à Courmayeur avec les médecins, promoteurs de l'initiative, les Syndics du Valdigne et la population, dans le but de comparer les données disponibles et d'en mesurer la portée. Je répète, le souci de transparence est notre souci; il faut que les données soient claires, lisibles, connues et partagées par tout le monde.

Brièvement. Les données indiquées par les médecins du Valdigne sont diffusées par l'Observatoire épidémiologique et ne permettent pas, à l'heure actuelle, de prouver le lien entre l'apparition des maladies de l'appareil respiratoire ou certains cancers, et l'exposition à la pollution spécifique des poids lourds dans le Valdigne: j'expliquerais quelles données nous interdisent ce genre de conclusion.

La mortalité due aux pathologies respiratoires en Vallée d'Aoste est supérieure à celle du Piémont, de l'Italie du nord et à la moyenne nationale uniquement pour ce qui concerne les hommes. Ce serait assez curieux de savoir pour quelle raison l'un des deux sexes serait affecté davantage par rapport à l'autre, si la cause était effectivement une cause générale comme la respiration de l'air qui, par définition, appartient à l'un et à l'autre sexe. Il n'est pas vrai que les Valdôtains fument moins et que, par conséquent, le nombre élevé de pathologies respiratoires ne peut pas être imputé au tabagisme.

La mortalité due aux maladies respiratoires a constamment diminué depuis le début des années '90, chez les hommes (20 pour cent) et chez les femmes (8 pour cent). S'agissant des maladies indiquées dans le document en question, les habitants du Valdigne présentent des taux d'affection des voies respiratoires inférieurs à la moyenne régionale, notamment en ce qui concerne les pathologies respiratoires, les pathologies aiguës des premières voies respiratoires, les pathologies chroniques des premières voies respiratoires et des voies respiratoires basses et les broncho-pneumopathies chroniques obstructives. Pour tout cet ensemble de pathologies, la moyenne des personnes affectées par ce genre de maladies dans le Valdigne est inférieure à la moyenne régionale.

De plus, si l'on tient compte du nombre total d'hospitalisations, il est impossible de déceler un lien de cause à effet entre ces dernières et le passage des poids lourds. Le nombre total d'hospitalisations pour ces pathologies a augmenté curieusement, Mme Squarzino, pendant la période de fermeture du tunnel. Nous avons eu plus d'hospitalisations pour ces maladies au moment où le tunnel était fermé par rapport aux autres périodes…

(interruption de Mme Squarzino Secondina, hors micro)

… écoutez, si l'on raisonne sérieusement on prend en considération les chiffres; pendant cette période les données précises d'hospitalisations pour maladies respiratoires sont constamment inférieures, mais elles sont restées à des niveaux plus élevés par rapport à 1998. Au mois de septembre 2002, quand le tunnel était ouvert depuis six mois, ce taux a atteint son plus bas niveau: nous sommes donc dans une situation de baisse, en ce moment. La même tendance a été enregistrée pour ce qui est de la consommation de médicaments pour les maladies respiratoires, autre élément qui est un indicateur médical par rapport à ce genre de pathologie, qui a constamment augmenté entre 1998 et 2001 et a diminué en 2002, tant au niveau régional que dans le seul Valdigne.

Nous avons, en ce moment, des données et des chiffres qui ne permettent pas d'établir un rapport qualifié de cause à effet entre le passage des poids lourds et ce genre particulier d'affections. Il est évident que nous pouvons dire que chaque poids lourd qui passe contribue à la pollution, ce serait suffisamment imbécile de dire le contraire, ici comme ailleurs, mais il est certain qu'il n'y a pas de données quantitatives relevées d'un impact mesuré et mesurable de cet effet d'ensemble sur la population.

S'agissant des modèles élaborés par les techniciens de l'ARPE, comme l'indique l'interpellation, il s'agit de modèles, de scénarios qui présentent différentes solutions en fonction des valeurs prises en compte, et notamment l'augmentation du nombre de poids lourds entre un seuil zéro et le seuil progressivement chiffré jusqu'au nombre de 4.000. Il s'agit d'outils importants pour connaître l'évolution probable de la situation et pour mettre au point les systèmes de contrôle et d'évaluation qui s'imposent, et pour adopter, dans une deuxième phase, des mesures d'intervention efficaces. Comme le rappelle à juste titre votre interpellation, le Gouvernement - et non seulement l'Assessorat de la santé - doit s'activer pour assurer les meilleures conditions de vie aux Valdôtains.

L'on pourrait ajouter que tous les Valdôtains doivent contribuer à l'amélioration de leurs conditions de vie, la pollution de l'air n'est pas que l'effet des poids lourds, il y a l'effet général de la circulation, la mauvaise utilisation des voitures, les systèmes de chauffage, la qualité et le réglage de ces mêmes systèmes, qui sont également à prendre en compte. Il y a quand même une initiative d'ensemble qui est à assumer et, à cet effet, les initiatives qui se relient également au plan pour l'énergie et l'environnement, qui a été présenté par l'Assessorat de l'industrie et adopté par le Gouvernement, font état des initiatives de tout le Gouvernement dans cette direction. Pour ne pas tomber dans la rhétorique, je confirme que le Gouvernement tout entier est engagé dans cette voie, de même que les autres autorités régionales.

Afin d'évaluer encore les prévisions des modèles, que nous avons rappelés, je vous signale que le dispositif d'évaluation au Valdigne a été renforcé et il comprend actuellement trois points de mesure - Morgex (chef-lieu), Courmayeur (chef-lieu) et Courmayeur (La Palud) - ce qui permet d'obtenir des données toujours plus fiables sur les niveaux effectifs de la qualité de l'air dans la zone du Valdigne, qui est la plus directement concernée par ces émissions.

L'Assessorat a déjà chargé - et cela pour faire la liaison entre les données et leurs conséquences - les experts de l'Observatoire épidémiologique en fonction auprès de l'ARPE pour une étude spécifique, de caractère épidémiologique environnemental, pour comparer les données environnementales avec les taux de morbidité et de mortalité dans les parages du tunnel du Mont-Blanc. Au point de vue de l'impact de la maladie toute la situation est donc certainement monitorée. De plus, il est en train d'évaluer la faisabilité d'études d'approfondissement sur le facteur de risque spécifique, qui est celui de la pollution liée aux poids lourds et sur les pathologies pouvant s'y rattacher.

J'en viens à l'aspect plus spécifiquement évoqué par M. Curtaz, même s'il a déjà anticipé également une partie de réponses et les contre-objections à ces mêmes réponses. Du 1er mars au 17 mars sont passés par le tunnel du Mont-Blanc 11.082 poids lourds soit, en moyenne, 651 par jour. Un jour seulement la barre des 1.000 passages a été franchie, il s'agissait du 12 mars, date à laquelle ont transité par le Mont-Blanc 1.090 poids lourds. Les contrôles sur l'opacité des gaz d'échappement sont effectués deux fois par semaine sur l'aire de régulation de Quart et, notamment, pendant les journées de forte circulation de poids lourds: cela, par le biais d'un opacimètre conforme aux dispositions prescrites par le Ministère des transports. Les contrôles ont débuté le 11 février. Depuis le 1er mars, 37 poids lourds ont subi des contrôles, il s'agit de contrôles par échantillon, soit 0,7 pour cent des 5.187 poids lourds transités par le tunnel du Mont-Blanc dans la direction dans laquelle sont prévus les contrôles, et tous ont donné des résultats positifs, c'est-à-dire que les émissions polluantes respectaient les limites imposées par la loi.

Les contrôles sur le tonnage sont effectués par la Police de la route, tout comme les autres contrôles de compétence de cette même branche de la Police. Depuis la réouverture du tunnel aux poids lourds, 2.813 camions ont été contrôlés - soit le 6,1 pour cent des 46.092 transités par l'aire de régulation - et 868 sanctionnés, dont 263 pour des questions de surcharge. Il s'agit, là, d'un contrôle qui a effectivement donné des résultats et qui a indirectement cet effet de dissuasion, tout en n'étant pas un contrôle sur chaque moyen de transport qui passe, qui a un effet certainement à prendre en considération. Comme nous avons déjà eu l'occasion de le rappeler, il s'agit d'activités qui dépendent des effectifs des différents Corps et, à cet égard, j'ai sollicité le Ministre de l'intérieur en vue d'un renforcement concret des ressources humaines affectées au point de vue du personnel au Val d'Aoste, à la Police des frontières et à la Police routière. Ces deux Corps de Police n'ont pas, à nos yeux, les effectifs suffisants pour assurer un contrôle de totale continuité comme nous le souhaiterions.

Nous avons aussi rappelé au "GEIE" du Mont-Blanc et à la société italienne le mandat qui leur a été attribué - tout ce dont nous avons parlé a été mis en ?uvre par d'autres institutions - par la "CIG" de 6 février dernier, concernant le suivi des conséquences de la suppression du sens de circulation alterné, en demandant de nous transmettre régulièrement les données en matière de flux de trafic et de pollution environnementale, et surtout les initiatives qu'ils voudront, eux, adopter, pour ce qui est des contrôles de leur compétence. Nous sommes à 19 jours de la suppression de l'alternat, un événement que nous n'avons pas manqué de critiquer, mais il est de toute évidence trop tôt pour exprimer à cet égard un jugement définitif. Toujours est-il que la montée des poids lourds n'a pas été la hauteur des prévisions catastrophiques qui avaient été annoncées. Je ne veux pas revenir sur l'argument, en entrant en polémique avec vous, M. Curtaz, qui contestez déjà et préalablement cette position, mais il est certain que les données ne sont pas de nature à pouvoir faire imaginer de tirer le frein dans un sens qui serait au-delà de ce qu'il est raisonnable en ce moment. Pour ce qui est de la perspective de croissance, nous avons, vous et moi, des sentiments d'inquiétude qui sont partageables mais, pour ce qui est de l'heure et de la situation actuelle, il faut que la population sache quels sont les niveaux actuels, réels, de circulation. Nulle part ailleurs, en Italie, n'existe en ce moment un système de contrôle aussi strict que celui qui a été mis en fonction, au point de vue de la vérification des moyens de transport et au point de vue des vérifications de l'environnement.

Certainement nous avons des anges gardiens, vous êtes, vous-même, suffisamment impliqué dans les mouvances environnementales qui sont les anges gardiens des contrôleurs: qui contrôle les gardiens? Nous n'avons aucune objection à ce qu'il y ait un contrôle populaire, associatif et d'autres, sur ceux qui les effectuent! J'insiste sur l'opportunité que la communauté toute entière garde son attention sur ce qui est fait en la matière, mais dans un cadre qui n'est pas celui d'une alerte permanente et, quelque part, un peu exagérée qui est soutenue par vos milieux politiques.

Président La parole à la Conseillère Squarzino Secondina.

Squarzino (PVA-cU) Signor Presidente, ho apprezzato il tono pacato, fa parte del suo stile ma, nella sostanza, le cose dette non sono affatto soddisfacenti! Mi stupisce che lei abbia accettato di rispondere in questo modo così contraddittorio. I dati saranno discutibili, ma lei mi deve spiegare perché viene pubblicata una serie di rapporti dall'Osservatorio epidemiologico nel 1999-2000; nel 2001 si fa un opuscolo per la prevenzione in cui vi sono quei dati, che ho letto, se poi non sono dati veritieri Ho detto chiaramente che i medici della Valdigne hanno presentato delle osservazioni sulla base della loro esperienza, ma vediamo i dati: i dati che l'Osservatorio ha fornito non me li sono inventati io, li ho ripresi dall'opuscolo, citando la pagina, per dire che erano dati incontrovertibili. Se l'Osservatorio ha dei dati che non esplicita e tiene per sé, che ce lo dica, così la prossima volta sappiamo che quando ci sarà presentata una relazione annuale potremo chiedere che si proceda alla necessarie integrazione! Non mi sembra molto rispettoso anche del lavoro dell'Osservatorio!

Sono stupita per i dati relativi all'aumento dei ricoveri nel periodo di chiusura del Tunnel. Credo che l'Assessorato, la Giunta, dovrebbero segnalare ciò all'attenzione degli istituti di ricerca internazionali, perché questo forse è l'unico caso al mondo in cui, diminuendo il traffico dei TIR, quindi diminuendo l'inquinamento atmosferico, aumentano i ricoveri ospedalieri! Sarebbe interessante capire - forse qui c'è qualcosa di particolare - perché tutti i parametri scientifici che valgono in altre zone del mondo, qui, non valgono più! Credo che la Giunta abbia affrontato il problema della salute della popolazione in alta valle in modo superficiale; ho detto chiaramente che questa è una tematica sulla quale non si può bluffare e non possiamo neanche rimpallarci i dati.

In un primo tempo, lei sostiene che non si può dimostrare che vi è un rapporto coerente fra l'inquinamento dell'aria e la salute dei cittadini; poi, aggiunge che la Giunta sta mettendo alcuni punti di osservazione per l'area della Valdigne affinché non vengano superati certi limiti… ma se non c'è nessun rapporto fra la qualità dell'aria e la salute dei cittadini, perché dobbiamo ancora spendere soldi per mettere questi punti di osservazione? Credo che qui vi sia una contraddizione di fondo! Non solo, lei mi dice - questo mi ha stupito e mi spiace che la Giunta faccia tale affermazione - che scientificamente non si può dimostrare il rapporto fra questa tipologia di malattie, che possono essere bronchiali, respiratorie, allergiche ma, direi, la salute in generale, e l'inquinamento.

Lei ha affermato che non c'è alcuna dimostrazione scientifica del rapporto causale tra la salute dei cittadini e l'inquinamento dell'aria; non lo credo anche perché c'è un rapporto acclarato fra l'inquinamento dell'aria e la vegetazione, tant'è vero che vi sono dei limiti che gli ossidi di azoto non devono superare: mi riferisco al limite messo dal DM n. 60/2002 come livello di protezione della vegetazione, livello che va mantenuto dal 19 luglio 2001. Ora, questo livello di protezione della vegetazione è stato superato più volte quando il tunnel era aperto. È vero che rispetto molto la vegetazione però, dovendo scegliere fra un filo d'erba e una persona, non ho dubbi su chi scegliere! Credo che se l'inquinamento fa dei danni alla vegetazione, tant'è vero che vi sono dei limiti - superati i quali bisogna riconoscere che c'è un danno alla vegetazione, per cui bisognerebbe operare per diminuire gli stessi - sicuramente questi sono altrettanto pericolosi per la salute umana.

Quello che mi stupisce è che non si voglia prendere sul serio tale problema, che sarebbe un atout fortissimo per contrastare il traffico dei Tir, come già altre volte dicevamo. Come possiamo noi, Valle d'Aosta, mettere su un piatto della bilancia la salute dei cittadini e su un altro alcuni interessi economici? O noi abbiamo la consapevolezza che l'aumento del passaggio dei TIR nuoce alla salute dei cittadini in modo esponenziale e non ci nascondiamo contrapponendo alcuni dati ad altri dati - facendo i sofisti su alcune situazioni e allora abbiamo anche il coraggio di opporci ad alcuni grossi interessi economici, oppure se siamo convinti che l'inquinamento non nuoce alla salute dobbiamo dirlo con chiarezza alla popolazione. Se mascheriamo i dati di realtà, se non li presentiamo in modo chiaro, se cincischiamo su quelli che sono dati reali di inquinamento e nel loro rapporto con la salute, mentiamo alla popolazione. Inoltre siamo giustificati nel nostro atteggiamento di non pretendere con forza dai responsabili del GEIE il rispetto delle norme di sicurezza cercando tutti i mezzi necessari, anche quello di controllare in modo puntuale.

È chiaro che se non si considera come interesse prioritario quello di tutelare e prevenire la salute dei cittadini, non si avrà neanche il coraggio per imporre dei controlli che non sono accettati dalla società del Traforo. Ritengo molto grave questo, Presidente, e mi dispiace che lei si sia prestato a questo "giustificazionismo"!

Président La parole au Conseiller Curtaz.

Curtaz (PVA-cU) Vengo alla replica sul punto 21 all'ordine del giorno, cioè alle problematiche relative al controllo dei TIR. Presidente, la sua risposta è insoddisfacente - direi ovviamente -, non solo per quanto lei ci ha detto, ma per la realtà che rappresenta. I dati dei controlli che lei ha dato oggi relativamente ai primi 17 giorni di controllo nell'area di Quart, controlli da lei stesso definiti "capillari", almeno nelle intenzioni, proprio in quest'aula, sono dei dati sconfortanti, e voglio rileggerli.

Controlli sul peso dei TIR pari al 6,1 percento dei passaggi: se guardiamo l'altra faccia della medaglia, significa che il 93,9 percento dei TIR passa senza alcun controllo. Questi sono controlli che dipendono dalle Forze dell'ordine e dalla Polizia, che sono in numero insufficiente. Controlli che dipendono da noi, dall'ARPA, sulle emissioni gassose, per questi viene controllato a campione nei primi 17 giorni lo 0,7 dei camion: questo significa che il 99,3 dei camion in transito non viene assolutamente controllato! Se spalmiamo questo dato sui giorni, significa che vengono controllati 2 TIR al giorno…

(interruzione dell'Assessore Vicquéry, fuori microfono)

… con l'opacimetro, quello che ha messo a disposizione il suo Assessorato. Penso che, di fronte a questi dati, parlare di "capillari controlli" significhi far cadere le braccia non solo al sottoscritto, ma a qualsiasi persona che, con un minimo di buon senso, analizzi la situazione! Diciamo la verità allora, diciamo che i controlli per ora praticamente non vi sono!

Io sono preoccupato non solo perché i controlli non vi sono, ma perché mi sembra che la Giunta stia cambiando atteggiamento, perché - almeno a parole - fino a 30-40 giorni fa si diceva che si volevano fare i controlli: adesso, non si dice neanche più questo! Ora si dice che i TIR che passano sono pochi, che l'incremento è relativamente basso e quindi non dobbiamo fare dell'allarmismo. Mi pare che la Giunta si stia man mano avvicinando al ragionamento del Ministro Lunardi, che era quello di voler abolire il senso unico alternato per sei mesi valutando poi il risultato. Allora andiamo avanti così, poi vedremo se fra sei mesi saremo allarmisti oppure avremo dei dati preoccupanti!

Questa è una sfida che lanciamo. Sicuramente, se i controlli sono questi, credo che avremo molte probabilità che l'incremento dei camion sarà più elevato, cosa che fa preoccupare. Inoltre, rilevo un cambio di atteggiamento, oltre ad una patina di ambiguità e di pericolosità in questo ragionamento - mi permetta Presidente perché mi pare valga il principio del verificare gli effetti per poi agire sulle cause, quando sappiamo che, soprattutto in questa materia, è necessario agire serenamente sulle cause per eliminare gli effetti, perché se gli effetti fossero devastanti oppure incompatibili con la realtà ambientale, economica e di salute dei cittadini nella nostra regione, sarebbe molto più difficile tornare indietro!

Prendo atto di queste risposte e credo che, non solo come ambientalista, ma come cittadino, debba essere preoccupato del livello dei controlli che non vengono fatti. Temo che qui, se questa noncuranza nei controlli andrà avanti, ci troveremo probabilmente - spero fortemente di sbagliarmi - a "chiudere le stalle quando i buoi saranno scappati"!