Compte rendu complet du débat du Conseil régional

Objet du Conseil n. 3061 du 5 mars 2003 - Resoconto

OGGETTO N. 3061/XI Iniziative per gli impianti funiviari della Val Veny e rapporti con la Società "Courmayeur Mont-Blanc Funivie". (Interpellanze)

Interpellanza Venuti a conoscenza di una petizione contro la chiusura anticipata della funivia della Val Veny da parte della Società "Courmayeur Mont-Blanc Funivie";

Tenuto conto che in tale società la Finaosta possiede una partecipazione azionaria del 33,66 percento;

Sottolineato inoltre che tale Società, dove "i francesi della Compagnia des Alpes" possiedono una partecipazione azionaria pari al 57,12 percento, ha finora attuato una politica tutt'altro che favorevole ad un vero sviluppo del comprensorio sciistico di Courmayeur;

Sottolineato altresì che quasi sicuramente nella prossima stagione invernale gli impianti di risalita della Società CMBF non saranno accessibili con lo Ski Pass regionale, e ciò comporterà un ulteriore danno al comprensorio sciistico della località ai piedi del Monte Bianco;

Tenuto conto altresì che la chiusura anticipata della funivia della Val Veny era già stata indicata nei dépliants informativi della Società CMBF diffusi all'inizio della stagione invernale, nel dicembre scorso;

Ricordato che l'Amministrazione regionale interviene a favore delle Società che gestiscono gli impianti a fune, attraverso l'erogazione di contributi in base alle leggi regionali 8/98 e 32/01;

i sottoscritti Consiglieri regionali

Interpellano

la Giunta regionale per sapere:

1) se è a conoscenza di tale critica situazione, resa ancora più complicata dal fatto che sembra che la Soc. CMBF non voglia più far parte dell'Associazione operatori turistici di Courmayeur;

2) quali erano gli accordi presi, all'atto dell'entrata della "Compagnia des Alpes" nella Soc. CMBF, con l'Amministrazione regionale e la Finaosta, al fine di sviluppare il comprensorio sciistico e l'offerta turistica di Courmayeur;

3) se ritiene opportuno intervenire direttamente o tramite la Finaosta affinché la Soc. CMBF possa modificare la scelta di chiudere la funivia della Val Veny entro il 31 marzo;

4) se ritiene opportuno agire al più presto, al fine di evitare, a seguito dell'esclusione degli impianti della Soc. CMBF dallo Ski Pass regionale, un ulteriore peggioramento dell'offerta del comprensorio sciistico di Courmayeur, anche attraverso un blocco dell'erogazione dei contributi previsti dalla normativa regionale vigente.

F.to: Lanièce - Viérin M.

Interpellanza Appreso che la compagnia Courmayeur Mont-Blanc Funivie avrebbe deciso di chiudere gli impianti di risalita della Val Veny a far data dal 31/03/2003;

Saputo altresì che la medesima società ha comunicato ai "tour operator" stranieri la sua volontà di uscire dal sistema "Siski" che offre "skipass" validi in tutte le località della Valle, e ciò a partire dalla stagione 2003/2004;

Osservato che tali decisioni unilaterali finirebbero con l'incidere negativamente sull'offerta turistica generale della nostra Regione e con il creare seri problemi agli operatori della zona;

Ritenuto opportuno conoscere quali determinazioni intende assumere l'Amministrazione regionale per scongiurare tali eventualità, che avrebbero pesanti ricadute sull'immagine e sull'economia di Courmayeur e dell'intera Valle d'Aosta;

i sottoscritti Consiglieri regionali

Interpellano

l'Assessore competente per sapere:

1) se corrispondono al vero le notizie relative alla chiusura anticipata degli impianti della Val Veny ed al disimpegno unilaterale, da parte della società di gestione degli impianti sciistici di Courmayeur, delle obbligazioni assunte in base agli accordi "Siski";

2) in caso affermativo, quali iniziative ha assunto o intende assumere per scongiurare il pericolo che dette decisioni finiscano con il danneggiare l'offerta turistica e l'economia della nostra Regione.

F.to: Curtaz - Beneforti

Président Je pense qu'il n'y a pas de problèmes si on traite conjointement les points n° 14 et n° 15 à l'ordre du jour.

La parole au Conseiller Lanièce.

Lanièce (SA) Ho voluto presentare questa interpellanza assieme al collega Viérin per poter discutere in quest'aula la questione della società delle funivie di Courmayeur, oggetto di attenzione e, soprattutto, di preoccupazione, anche in prospettiva del futuro del comprensorio sciistico della famosa località della Valdigne.

In effetti, facendo riferimento alle perplessità manifestate sulla correttezza nella gestione della società "Courmayeur Mont-Blanc Funivie", contenute in una lettera che un operatore turistico inviava all'Amministrazione comunale di Courmayeur in data 9 dicembre 2002, occorre subito far notare che sembra, da un lato, che vi sia un incomprensibile ma palese disinteresse e lassismo di intenti da parte dell'Amministrazione regionale attraverso la sua finanziaria Finaosta e, dall'altro, che i Francesi della "Compagnia des Alpes", azionisti al 57,12 percento della suddetta società, abbiano invece attuato finora una politica aziendale tutt'altro che favorevole ad un vero sviluppo del comprensorio sciistico di Courmayeur e quindi anche di tutta la Valle d'Aosta, senza alcun contrasto da parte della Regione.

Mi riferisco anzitutto al fatto che la quota azionaria della Finaosta, pari al 33,66 percento, avrebbe dovuto essere meglio "utilizzata" a tutela non solo dell'investimento dell'Amministrazione regionale, ma soprattutto per fermare o almeno contrastare certe politiche aziendali, come quelle fin qui adottate dai Francesi, che sembrano non curarsi molto del bene comune e quindi dei cittadini valdostani. Opera di garante avrebbe dovuto essere la partecipazione di Finaosta e quindi dell'Amministrazione regionale nella Società delle funivie, opera di garante e di tutela alla mera speculazione economica, noncurante del già detto comprensorio sciistico di Courmayeur. Ma così non è stato! D'altronde, la Regione non può aver avallato la decisione prospettata già all'inizio della stagione invernale 2002-2003, mediante opuscoli informativi, di chiudere la funivia della Val Veny in data 31 marzo 2003; la Regione non può aver sostenuto la decisione di uscire dalla "Siski" e dall'Associazione operatori turistici di Courmayeur.

Come mai, allora, l'opera di garante della Finaosta non si è assolutamente realizzata? Ecco quel certo lassismo e disinteresse, di cui prima vi parlavo. La vicenda ha dei risvolti ben dettagliati. Se ben ricordo - e così è - fu sotto la Presidenza di Viérin Dino che entrarono - ovviamente con il suo beneplacito appoggio - nella società i francesi della "Compagnia des Alpes", i quali si presentarono con tono velleitario, promuovendo la loro presenza come un certo e sicuro investimento per il bene nostro e di tutta la Valle d'Aosta. Ancora una volta però, come in molte altre materie quali l'agricoltura, l'industria, …, a fronte di smisurate promesse e titanici elogi da parte dei sostenitori politici, non vi è stato poi - e oggi la verità viene finalmente a galla - un tangibile e reale riscontro. Anzi, da tutte le parti in causa non vi sono che critiche e perplessità sull'operato della società "Courmayeur Mont-Blanc Funivie", anche se, ad onor del vero, in merito alla chiusura della funivia della Val Veny, prevista per il 31 marzo con tanto di annuncio nei dépliants informativi già a dicembre, rilasciati fin dall'inizio della stagione invernale, se non ci fosse stato l'interessamento e la conseguente petizione portata avanti da un singolo operatore turistico, la sig.ra Scalvino, forse nessuno se ne sarebbe accorto, e questo non fa molto onore a coloro a cui spetta il compito di controllare e monitorare le scelte della società e che, solo ora, fanno la voce grossa.

A tal proposito, vorrei ricordare alcune affermazioni rese in quest'aula nel 1996, quando vi fu la nomina di due rappresentanti della Regione in seno al Consiglio di amministrazione della Società CMBF; ad una domanda del compianto collega Bich, l'allora Presidente Viérin disse: "Nous avons toujours affirmé que notre fonction au sein de cette société est une fonction de contrôle, compte tenu de l'importance de cette activité dans le contexte économique de notre région". Ultimamente, la stessa Finaosta, nella relazione del suo Consiglio di amministrazione sulla gestione del periodo 2001/2002 dichiara che tra i compiti della stessa Finaosta vi è quello di "una costante attività di monitoraggio riguardo al settore funiviario, che presenta particolari criticità". Prevenire è sempre meglio che curare: questo famoso detto riguarda tutti i settori, non solo quello sanitario, a parte ovviamente di ricordarsi di applicarlo!

Al di là della vicenda della chiusura della funivia Val Veny, la goccia che rischia di far traboccare il vaso è la quasi certa non accessibilità agli impianti di risalita della società "Courmayeur Mont-Blanc Funivie" per la prossima stagione invernale mediante l'utilizzo dello skipass regionale, fatto che comporterà sicuramente un ulteriore danno al comprensorio sciistico della località ai piedi del Monte Bianco. Qui non voglio entrare nel merito dell'atteggiamento della stessa "Siski", che meriterebbe un maggior approfondimento in merito ai parametri applicati per la ripartizione degli introiti fra le varie società di gestione. È invece necessario ed opportuno sottolineare che eroghiamo contributi a favore delle società che gestiscono impianti a fune, ma con quale pretesto? Se ben ricordo, a favore direttamente o indirettamente, ma sempre a favore del popolo valdostano, vista l'importanza e l'interesse che riveste per la Regione la rete di impianti di trasporto a fune; quindi incentivi finalizzati ad agevolare la riqualificazione e il potenziamento degli impianti a fune e delle strutture ad essi funzionalmente connessi, e non ad esclusivo sostegno degli interessi economici delle singole società di gestione.

Questi i fatti di maggior clamore, queste le perplessità dei cittadini che si aspettavano una gestione maggiormente oculata del nostro denaro e dei modi con cui esso viene investito, in modo che sia sempre chiara e presente l'intenzione di fare qualcosa per il nostro paese, mentre in questo caso è chiara unicamente la volontà - finora non contrastata politicamente - di questa società di sfruttare per i propri interessi economici il nostro territorio e le nostre forme legislative, grazie a mere politiche aziendali tutt'altro che riguardose e rispettose del comprensorio in cui vengono attuate.

Se, da un lato, lo spirito che mi ha sempre contraddistinto e che contraddistingue il mio movimento mi obbliga a sollevare il problema, dall'altro, mi sento anche in dovere di chiedere se si è ritenuto opportuno prendere dei provvedimenti seri, attenti, mirati a salvaguardare l'offerta del comprensorio sciistico di Courmayeur che, per via di improbabili "affaires économiques", rischia di uscire dal circuito sciistico regionale, con il rischio che, nel caso che gli auspicati provvedimenti tardassero, possa implodere in sé stesso con grave danno di tutti, cittadini e operatori turistici di Courmayeur. Sono proprio questi ultimi che quotidianamente raccolgono le lamentele dei nostri turisti e che, sugli organi di stampa, dicono (cito): "Con l'uscita della "Courmayeur Mont-Blanc Funivie" dal sistema "Siski" prevediamo un crollo delle presenze straniere perché non possiamo certo trattenere qui, per sette giorni, un americano che ha attraversato l'oceano per vedere tutta la Valle. Noi albergatori, con iniziative anche personali, cerchiamo di procurarci e di mantenere una clientela e abbiamo anche il piacere di vederla partire soddisfatta del soggiorno, ma registriamo quotidianamente lamentele sulle condizioni del comprensorio sciistico, perché la società che lo gestisce, in tanti anni non ha mai costruito un nuovo impianto, pur dimostrando grande efficienza nell'eliminare quelli in scadenza".

In conclusione, mi sento in obbligo di manifestare insieme al collega Viérin la mia più sincera preoccupazione e anche un po' di risentimento: preoccupazione per Courmayeur, per i suoi operatori turistici e per le limitrofe entità turistiche e non, che grazie a Courmayeur godevano di un indotto turistico e occupazionale favorevole. Risentimento, perché non avrei mai immaginato che fosse così facile per certi personaggi - oltretutto stranieri - senza alcun rispetto per il territorio che li ospita, sfruttare così liberamente, per i propri interessi economici non collegati con il potenziamento del comprensorio sciistico di Courmayeur, meccanismi creati appositamente per il bene della Valle e dei suoi cittadini, arginando o, meglio, by-passando qualsivoglia sistema di controllo e di tutela degli investimenti che Finaosta, per conto della Regione, e quindi per conto dei cittadini valdostani, compie o, meglio, dovrebbe compiere, anche se voglio far notare che, se non ci fosse stata la lettera della sig.ra Scalvino, oggi forse non sapremmo nulla di questi fatti! Un altro problema riguarda la decisione di uscire dall'Associazione operatori turistici di Courmayeur, il che può far intendere un ulteriore disimpegno della Società nei confronti di Courmayeur; ma, se proprio ci deve essere un disimpegno, che sia totale, cioè che i Francesi della "Compagnia des Alpes" vendano la loro quota, in modo da trovare qualcun altro che abbia intenzione di rilanciare il comprensorio sciistico e non di affossarlo, come invece si fa con la politica attuale portata avanti dalla Società!

Un altro fatto criticabilissimo riguarda la scelta di posticipare e subordinare qualsiasi intervento sugli impianti a monte alla realizzazione a valle dell'impianto di arroccamento a Dolonne, il cui iter progettuale è ancora lontano da una soluzione realizzativa in tempi brevi. Qui richiamo le diverse discussioni fatte negli anni precedenti dal sottoscritto e da altri dell'allora gruppo degli "Autonomisti". Tutto ciò che finora è stato detto dovrebbe avere come filo conduttore un piano di sviluppo del comprensorio, promesso e presentato dalla Società, ma non attuato, né rispettato, cosa che è il fatto più grave e che mi rende molto pessimista per il futuro di Courmayeur. È giunto il momento di rimboccarci tutti le maniche, dopo aver fatto una forte autocritica su come sono stati finora gestiti, anche politicamente, i rapporti con la Società, se vogliamo ridare slancio ad una delle località fra le più importanti della nostra regione.

Per tutte queste considerazioni, che meriterebbero maggior tempo per la loro discussione, chiediamo alla Giunta regionale di avere delucidazioni riguardanti gli intendimenti che l'Amministrazione regionale intende porre in essere a fronte di tale situazione critica, resa ancora più complicata dalla decisione della "Courmayeur Mont-Blanc Funivie" di non voler più far parte dell'Associazione operatori turistici di Courmayeur; quali erano gli accordi presi, all'atto dell'entrata nella Società della "Compagnia des Alpes", con l'Amministrazione regionale, al fine di sviluppare il comprensorio sciistico e l'offerta turistica di Courmayeur; se ritiene opportuno intervenire direttamente o indirettamente affinché la Società possa modificare la scelta di chiudere la funivia della Val Veny entro il 31 marzo; se ritiene opportuno agire al più presto, al fine di evitare, a seguito dell'esclusione degli impianti della Società dallo skipass regionale, un ulteriore peggioramento dell'offerta del comprensorio sciistico di Courmayeur.

Augurandoci con tutto il cuore che nella risposta prevalga il bene della Valle d'Aosta e non il mantenimento di accordi - stonati, ma dovuti - con la "Compagnia des Alpes", rivolgo un profondo invito a tutta la Giunta a prendere una decisa posizione su questa vicenda, una volta tanto a favore e a difesa delle sole persone che dovrebbero trarre beneficio dalle scelte di questo Palazzo: in questo caso, quelli di Courmayeur, ma comunque sempre tutti i Valdostani.

Président La parole au Conseiller Curtaz.

Curtaz (PVA-cU) Mi permetterà, Presidente, così come mi permetteranno gli amici della "Stella Alpina" di complimentarmi con loro per l'abilità che hanno nell'utilizzare i mass media. Abilità non solo nel presentare un futuro candidato al giorno, ma anche nel far parlare delle proprie iniziative perché, nelle scorse settimane, ho visto che qualche giornale si è dilungato sull'iniziativa della "Stella Alpina", mentre non una parola è stata scritta sulla iniziativa mia e del collega Beneforti sullo stesso tema!

Detto questo, il mio ruolo di illustratore dell'interpellanza è assai facilitato dall'ampia relazione sulle problematiche di carattere turistico-comprensoriale fatte dal collega Lanièce. Mi limiterò pertanto a presentare l'interpellanza evidenziando le due criticità che hanno suscitato l'interesse degli operatori e dell'opinione pubblica e che ci hanno indotto a presentare questa iniziativa. Le criticità sono sostanzialmente due: la prima, è quella relativa all'annunciata chiusura anticipata degli impianti, che non resteranno aperti come gli anni scorsi fino alla fine del mese di aprile, ma verranno chiusi già alla fine di questo mese, e la seconda - ancora più grave -, è la comunicazione della società che gestisce gli impianti di risalita della Val Veny circa la sua volontà di uscire, a partire dalla prossima stagione, dal sistema "Siski" che offre skipass validi per tutte le località della Valle.

Questo è un dato dirompente, perché lo skipass regionale è stata una conquista che immagino anche faticosa, perché tendente a superare problemi organizzativi e logistici, mentalità campanilistiche. Conquista che è un "atout" formidabile per quanto riguarda l'offerta turistica nella nostra regione. Il fatto che oggi vi sia una società di questa importanza, che ritiene di uscire da tale sistema per proporre dei biglietti propri, un'offerta turistica differenziata e di collaborazione gestionale con altre località d'Oltralpe, è un fatto grave! È un fatto grave non perché si voglia prefigurare una collaborazione con società impiantistiche con Chamonix, ad esempio, perché questo di per sé potrebbe essere un complemento di offerte interessante, ma lo è il fatto che per fare quella operazione si rinunci allo skipass unico per la Valle d'Aosta, con una scelta unilaterale che può avere delle ripercussioni gravi per tutta l'offerta turistica della nostra regione e non solo della principale località della Valdigne!

Chiediamo se le notizie - come pare - siano vere; quali iniziative intenda assumere o ha già assunto l'Amministrazione per scongiurare il pericolo che dette decisioni finiscano con il danneggiare l'offerta turistica e l'economia della nostra regione.

Président La parole à l'Assesseur au tourisme, aux sports, au commerce et aux transports, Cerise.

Cerise (UV) Comincerò con una formula poco canonica, e comincerò con il dire che quando ho assunto la carica di Assessore al turismo, l'ho fatto sapendo che mi si prospettavano delle sfide e, come puntualmente avevo prospettato, giornalmente mi confronto con queste sfide. Non mi ritengo "l'uomo dell'impossibile", ma sono convinto di riuscire a fare tante cose in questo periodo breve di tempo, però, Consigliere Lanièce, non mi chieda di risolvere in tre mesi quelle cose che non avete fatto o che avete fatto male in quattro anni e mezzo che siete stati rappresentati in questo posto, perché questo non riuscirò a farlo!

In primo luogo, va premesso che gli unici impianti di cui è prevista la chiusura al 31 marzo 2003 sono la funivia Val Veny e la collegata seggiovia Peindent, mentre gli altri impianti del comprensorio gestito dalla "Courmayeur Mont-Blanc Funivie" continueranno a funzionare compatibilmente con le condizioni di innevamento. Al riguardo, devo precisare che la società di gestione dei vari comprensori sciistici comunica, ad inizio stagione, entro cinque giorni, l'avvenuta apertura di ogni singolo impianto e, a fine stagione, la relativa chiusura. La legge regionale n. 29/1997, l'atto di concessione e il relativo disciplinare non dettano norme tassative al riguardo della data di chiusura.

In merito alla chiusura della funivia della Val Veny, il sottoscritto, con lettera in data 6 febbraio 2003, presa visione di questa circostanza e di altre attitudini della società, ha provveduto in modo particolarmente fermo ad invitare la società funiviaria, da un lato, a mostrare maggiore disponibilità verso le esigenze di altri operatori della località che interagiscono con il settore degli impianti a fune e, dall'altro, a riconsiderare le decisioni assunte. Visto che l'illustrazione dell'interpellanza è stata pingue, volevo a questo punto rileggere questa lettera che mi sono scritto e, in onore del fatto che siamo in un paese libero, questa lettera dice: "In un paese che pone la libertà come fondamento irrinunciabile dei suoi ordinamenti e che da ciò fa derivare il principio della libera imprenditorialità e della libera concorrenza, i pubblici poteri hanno scarso titolo per intervenire nelle scelte aziendali delle singole imprese. Tuttavia, nell'attuale contesto si deve tener presente che l'ente pubblico, nel caso specifico la Regione, agisce nell'ambito della più ampia normativa europea a sostegno delle aziende operanti in Valle e, in modo anche particolarmente significativo, nei confronti di quelle il cui operato ha delle ricadute molto importanti per il tessuto economico e sociale del territorio. È questo il caso delle società di impianti a fune le quali, con il loro rilevante indotto, si configurano come essenziali catalizzatori di processi strategici al complesso dell'offerta turistica. Per di più esse sono concessionarie di un pubblico servizio e, come tali, devono rispondere alle necessità della collettività.

Con queste ragioni, in qualità di Assessore regionale al turismo, mi permetto di invitare la compagnia "Courmayeur Mont-Blanc Funivie" ad effettuare una riflessione su alcune scelte da essa intraprese: si tratta, infatti, di decisioni che rischiano di lacerare sia l'integrità dell'offerta turistica invernale della Regione, sia i rapporti di complementarietà della società in questione con altri operatori del settore. Un primo riferimento riguarda la scelta unilaterale dell'azienda di voler condizionare eccessivamente le strategie della "Siski" con le proprie decisioni che, improntate a una visione non certo di insieme, ma eccessivamente autoreferenziale portano, come conseguenza, l'esclusione volontaria della compagnia dal circuito "Siski", il quale, a sua volta, si trova privato in questo modo della disponibilità di una società del peso della compagnia "Courmayeur Mont-Blanc Funivie". Dunque, secondo l'impostazione di codesta azienda, il turista che arriva in Valle non avrebbe la possibilità di accedere al biglietto unico, dopo anni di tentativi e di sforzi comuni per conseguire questo traguardo.

Risulta evidente il danno arrecato alla qualità e alla completezza dell'offerta del sistema impiantistico regionale, senza voler entrare nel merito delle stesse riguardo alle tensioni fra la società funiviaria e la Scuola di sci di Courmayeur, per le quali nel comune interesse si caldeggia una soluzione.

Infine, un'ultima questione di rilevante importanza riveste la chiusura anticipata di alcuni impianti: si tratta, come già evidenziato prima, di scelte aziendali assunte in autonomia, le quali però, per le pesanti e negative ricadute sull'economia turistica della zona, vanno inevitabilmente ad intersecare l'area di competenza pubblica. Ciò, unito alla consapevolezza che il sostegno dell'ente pubblico risulta necessario per mantenere gli impianti adeguati ai livelli di efficienza, pone all'Amministrazione una questione di opportunità in merito alle ragioni del sostegno pubblico, mettendole così in discussione per l'attività della società funiviaria in oggetto. Più precisamente, dunque, le decisioni della compagnia in merito alla chiusura degli impianti, se rimanessero ferme, impongono all'Amministrazione regionale di verificare se si ritengono soddisfatte tutte le condizioni per la concessione dei contributi previsti dalla legge n. 8 e per l'erogazione dei corrispettivi previsti dalla legge, quella sulla sicurezza sugli impianti da sci, con particolare riferimento all'articolo 5, che regola i periodi di funzionamento dei comprensori sciistici.

Inoltre, si fa presente che il servizio di trasporto è svolto in concessione, e ne discende che deve essere tenuto in debito conto il pubblico interesse dello stesso che, come tale, va sottratto all'esclusiva discrezionalità del concessionario. Tali solleciti non vanno letti come un intervento estemporaneo e impositivo, ma si inquadrano ad un livello ben diverso nell'ottica complessiva della funzione pubblica per quanto attiene i settori del turismo e dei trasporti. Essi vanno intesi come un richiamo in difesa di un sistema che non può permettersi delle incoerenze fra impegno dell'azione pubblica, esercitato attraverso gli incentivi e la delega di funzioni alla società, e politiche aziendali che non rispondano a questa ottica.

Per tutte le considerazioni sopra esposte, si invita la compagnia "Courmayeur Mont-Blanc Funivie" con tono cortese, ma fermo, a mostrare una maggiore disponibilità verso gli interlocutori che interagiscono nel settore degli impianti a fune, e a voler riconsiderare le decisioni assunte in merito alla chiusura degli impianti".

Ora, negli anni precedenti ho trovato lettere simili; eppure, questa situazione - come lei ha ben detto - è una situazione che si ripete negli anni, ma qualcuno, nei confronti di questa, era quanto meno distratto! Questa posizione è stata ribadita nel corso di alcuni incontri avuti con i responsabili della "Courmayeur Mont-Blanc Funivie". Contemporaneamente, e per dare seguito a questa nota, sono stati effettuati tutti i controlli per verificare che l'eventuale chiusura non fosse in contrasto con le leggi regionali sui trasporti, che l'accesso alla località fosse assicurato comunque, che tale scelta non determinasse dei pregiudizi all'erogazione di contributi regionali in materia di impianti a fune e al pagamento degli oneri relativi alla sicurezza sulle piste di sci. Tali accertamenti hanno confermato la regolarità della posizione delle società, sia pure in presenza della scelta di chiusura anticipata.

Voglio ancora ricordare che un'analoga chiusura anticipata della funivia Val Veny si era già verificata nel corso della stagione invernale 1999-2000, quando l'impianto venne chiuso il 2 aprile con Pasqua il 23 aprile, senza che ciò avesse dato luogo ad alcuna protesta. Nelle due stagioni successive la chiusura avvenne invece in concomitanza con il periodo pasquale, che peraltro cadeva in stagioni meno avanzate. È stato verificato che i dati del traffico, nel mese di aprile nelle due ultime stagioni, evidenziano un utilizzo assai scarso della funivia Val Veny, probabilmente anche in relazione al fatto che in tale mese l'accesso alle altre piste del comprensorio obbliga gli sciatori a scendere sino a Plan Checrouit spesso in condizioni di innevamento assai precario.

Per quanto riguarda invece le difficoltà insorte nei rapporti tra "Courmayeur Mont-Blanc Funivie" e "Siski", con la medesima lettera che ho letto prima, e poi nei successivi incontri, veniva fatto presente il notevole danno che sarebbe stato arrecato alla qualità e alla completezza dell'offerta turistica regionale dall'eventuale esclusione di Courmayeur dal sistema dello skipass unificato e, pertanto, si sollecitava reiteratamente a rivedere questa posizione. Si fa comunque presente che, contrariamente a quanto riportato da vari organi di informazione, nessuna decisione è stata assunta a riguardo e che le trattative sono in corso, al fine di trovare un'intesa che consenta di superare le cause di conflitto, da ricercare essenzialmente in un rilevante sbilancio a sfavore della "Courmayeur Mont-Blanc Funivie", verificatosi in sede di ripartizione degli incassi sui biglietti "Siski"; comunque, la situazione è seguita attentamente dall'Assessorato.

Non risulta poi che la società non intenda più far parte dell'Associazione operatori turistici di Courmayeur. È peraltro vero che la società ha chiesto di discutere le modalità del proprio sostegno finanziario a favore dell'associazione, intendendo collegare più direttamente tale sostegno ad una più precisa pianificazione delle attività promo-pubblicitarie. Voglio poi ancora ricordare che non essendo, noi, una repubblica socialista, questo è un rapporto fra privati; non si è parimenti al corrente degli accordi di qualsiasi natura intercorsi fra Amministrazione regionale, Finaosta e "Compagnia des Alpes", in occasione dell'ingresso di quest'ultima nella compagnia, avvenuta nel 1996. A tale proposito, preciso che Finaosta non è socio maggioritario della compagnia - questo lo dovrebbe sapere il Consigliere Lanièce - ma detiene una partecipazione pari al 33,66 percento, che non consente di condizionare le scelte di natura puramente gestionale quali quelle inerenti l'azione commerciale e la gestione tecnica degli impianti. Tali scelte sono infatti attribuite alla competenza dell'amministratore delegato e non formano oggetto di esame da parte del Consiglio di amministrazione.

Le scelte in discussione sono state effettuate dall'amministratore delegato secondo i poteri di ordinaria amministrazione conferiti allo stesso dal Consiglio di amministrazione del 23 dicembre 1996 e riconfermati con il rinnovo dei successivi mandati, che prevedono la possibilità di stabilire i prodotti da commercializzare, il loro prezzo, nonché la possibilità di stipulare accordi commerciali con l'eventuale partner. L'amministratore delegato quindi ha agito nell'ambito dei propri poteri e delle proprie responsabilità nel momento in cui ha comunicato la volontà di non vendere e non accettare gli abbonamenti "Siski" per la stagione 2003-2004, qualora non fossero state prese in considerazione le richieste avanzate dalla società. Tale decisione non è mai stata portata all'attenzione del Consiglio di amministrazione.

I consiglieri nominati in rappresentanza del socio di minoranza Finaosta S.p.A., non appena venuti a conoscenza di tale volontà, hanno preso posizioni in merito alla questione, inviando alla "Courmayeur Mont-Blanc Funivie" una lettera nella quale segnalavano che: "Con riferimento alla decisione di non vendere e non accettare gli abbonamenti "Sisky" a partire dalla stagione 2003-2004, di cui siamo venuti incidentalmente a conoscenza, in qualità di consiglieri di amministrazione nominati in rappresentanza dell'azionista di minoranza Finaosta S.p.A., vi chiediamo di volerci preventivamente informare delle decisioni che, pur nell'ambito dei poteri conferiti dal Consiglio di amministrazione, hanno una valenza importante per la società e/o per la comunità locale regionale. Quanto sopra è finalizzato a favorire una fattiva collaborazione nell'interesse della società CMBF S.p.A…" e si sono poi attivati per agevolare una soluzione organizzando incontri con dei responsabili aziendali, incontri che si sono aggiunti a quelli tuttora in corso nelle opportune sedi di discussione…

(interruzione del Consigliere Lanièce, fuori microfono)

… non ho qui la data, devo cercarvi la lettera, che comunque ho, non sono mica di "Stella Alpina" io!

Infine, in merito alla possibilità di un blocco nella concessione della CMBF dei finanziamenti e contributi previsti da leggi e normative regionali, si ritiene che ciò possa farsi rientrare fra le strategie possibili, ma che deve essere prima, caso per caso, e con la massima attenzione e oggettività… non è che possiamo fare delle discriminazioni nell'erogazione dei contributi! Questo genere di iniziative, oltre a rischiare di risolversi in definitiva in un danno per la stessa località, non potrebbe infatti andare oltre un'applicazione restrittiva e rigorosa delle norme, mentre un eccesso di discrezionalità rischierebbe di configurare addirittura un'ipotesi di reato, perché se la società è in regola e presenta una domanda a termini di legge, non è che si possa dire che non si concede!

Ora si potrebbe comunque ipotizzare, questo sì - ma è una scelta politica - di assoggettare la concessione di contributi - questo, però, lo dobbiamo fare genericamente per tutti - e di ulteriori sostegni pubblici a condizionamenti più specificatamente connessi alle esigenze generali delle località e della regione, ma questo significa modificare la legge…

(nuova interruzione del Consigliere Lanièce, fuori microfono)

… adesso vado solo a cercarle la data della lettera!

Président La parole au Vice-président Viérin Marco.

Viérin M. (SA) Non so se mi basteranno dieci minuti, Presidente, ma voglio solo esplicitare alcuni concetti molto chiari. Per prima cosa solo una battuta al Consigliere Curtaz, che dovrebbe guardarsi allo specchio quando parla di informazione! Basterebbe guardare le sue iniziative sul mondo agricolo, mondo agricolo che presumo lei e qualcuno del suo gruppo non conoscete neanche a livello millesimale, e dove andate sistematicamente a ricopiare le iniziative di altri gruppi, oppure quando qualcuno si fa fotografare come "leader della pace" con una bandiera nel suo ufficio! Chiederei di mettere un velo sulle sue affermazioni, che sarebbe meglio evitare! La pace sta nei cuori di tutti, non sta nel fare della pace uno strumento pubblicitario!

Sulla questione in discussione, invece, vorrei solo ricordare all'Assessore Cerise - prima di entrare nel merito - che, anziché cercare di arrampicarsi su uno specchio, cerchi di dire cose più serie dal punto di vista pratico, perché quando lei fa "un cappello iniziale" a questa discussione dicendo che fino a tre mesi fa non era lei l'Assessore, dico che l'attuale volontà di gestione della società e della sua politica aziendale, è nata quando lei era già seduto su quella sedia! Basti pensare alle decisioni che la società ha preso quali quelle di uscire volontariamente ed eventualmente dalla "Siski" e di non partecipare più all'Associazione degli operatori turistici!

Sui fatti, quindi, e non sulle parole, dopo la sua nomina ad Assessore, oltre al fatto della volontà di non più partecipare all'Associazione operatori turistici, il non voler partecipare alla "Siski" è un danno per Courmayeur, ma è soprattutto un danno alla qualità e alla completezza dell'offerta turistica della Valle d'Aosta, sulla quale noi abbiamo speso - e, all'epoca, era Assessore il Consigliere Lavoyer, del gruppo della "Stella Alpina" - per rilanciare la completezza dell'offerta turistica in Valle!

Oggi, "alla faccia" degli sforzi e delle risorse finanziarie spese dalla Regione, rischiamo di mettere a repentaglio tutto, perché sappiamo che se questo andrà avanti, non sarà solo Courmayeur a farne le spese, perché chi andrà a sciare nelle altre località non potrà andare a sciare a Courmayeur con lo stesso skipass e viceversa! Dopo di che, con la sua lettera, Assessore, ha già dimostrato che la sua volontà non è di dare un indirizzo ai nostri rappresentanti. Questa lettera la vedo indirizzata a tutti, fuorché a quelli a cui doveva essere indirizzata, cioè ai nostri rappresentanti nel Consiglio di amministrazione della società. Che indirizzo ha dato lei ai nostri rappresentanti in Consiglio di amministrazione di Finaosta, affinché trasmettessero a loro volta l'indirizzo ai rappresentanti Finaosta nella società delle funivie? Ha fatto l'Assessore o ha fatto il dirigente…?

(interruzione dell'Assessore Cerise, fuori microfono)

… ci aveva già pensato, ma questa lettera l'ha inviata alla società "en cachette" e l'indirizzo chiaro, ai nostri rappresentanti nella società, non l'ha dato! Allora vorrei capire a cosa serve stare nelle società e soprattutto a rappresentare chi e cosa: forse gli interessi dei privati? Se così è, io dico che la "Stella Alpina" non c'è! E non può dire che la "Stella Alpina" c'era prima con un suo assessore, perché questo problema è nato dopo la sua venuta!

Evitare speculazioni economiche è un dovere, non un diritto, di questa Amministrazione regionale e di questo Consiglio. Come per altre iniziative, ribadisco, i nostri rappresentanti non hanno avuto alcuna indicazione dalla proprietà, e la proprietà è la Regione Valle d'Aosta, tramite Finaosta. Se è vero che nella società l'Amministrazione regionale non ha il 51 percento, è anche vero che tre rappresentanti, in un Consiglio di amministrazione, possono fare tanto, perché possono alzare altri coperchi, possono intervenire su altre questioni.

Volevo ricordare una piccola questione, Assessore, perché quando lei mi parla di "questione nata da tempo", è vero; nel 1996, quando vi fu questa sofferenza molto pesante sulle "partecipazioni Pavan" in questa nostra regione, si discusse tanto in questo Consiglio. Allora, l'Assessore al turismo era Agnesod e Presidente della Giunta era Dino Viérin, ma si fecero scelte che oggi sono dirompenti, perché non si scelse l'intervento di imprenditori privati di questa regione, si scelse ancora il discorso pubblico per Pila e la "Compagnia des Alpes" francese per Courmayeur…

(nuova interruzione dell'Assessore Cerise, fuori microfono)

… non ho cattiva memoria, perché Finaosta e la Presidenza, alla fine, non seguirono la strada degli aiuti finanziari a imprenditori valdostani e al Comune di Courmayeur per fare le acquisizioni. Oggi non vorrei che questa tensione vi sia perché, quando si è comprato, si è pagato dieci e, adesso che qualcuno vuole andarsene via, si chieda venti! Non vorrei che dietro questo momento di tensione sui Valdostani ci sia l'obiettivo di portare a casa "mordi e fuggi" denari! Da oggi, Assessore, il gruppo della "Stella Alpina" le dice solo tre cose, in modo che lei e qualcun altro non possiate dire, un domani, che avete fatto questo e quest'altro!

Le dico che dovrebbe attivarsi perlomeno per tre cose: indirizzi chiari ai nostri rappresentanti, tramite Finaosta, perché con il 33 percento si possono fare tante cose; ricordarsi che le tariffe che la società dovrà applicare nella prossima stagione - lo ha scritto in un passaggio molto sottile della sua lettera, ma non l'ho sentito nella sua replica, oggi - devono essere approvate dalla Giunta, perché se questi "fanno i furbi" l'Amministrazione ha la possibilità di bloccarli; i contributi, sono un problema di discrezionalità, è vero, e devono - anche questo è scritto nella sua lettera, ma oggi non l'ha ripreso - essere modificati, sì, da una legge, ma questa è una scelta politica, perché se un domani non abbiamo la capacità di modificare la legge in essere, se qualcuno un domani non rispetta la strategia regionale di uno skipass valdostano, sul quale la Regione ha impegnato risorse finanziarie enormi in questi anni, se non c'è questa discrezionalità e capacità politica di non dare contributi o di darli lo stesso, vivremo prossimamente in una regione in cui le società faranno quello che vogliono e, in un momento di difficoltà, alzeranno il coperchio per mettere in difficoltà tutto il settore e la Valle d'Aosta!

Assessore, noi le chiediamo queste tre cose, e gliele ricordiamo perché non si dica che la "Stella Alpina" è solo qui a contestare! La "Stella Alpina" oggi è stata contestatrice, ha negato alcune cose perché questo problema è nato dopo che lei si è seduto su quella sedia, e le dice anche le tre cose da fare! L'aspetteremo comunque nei prossimi mesi.

Président La parole au Conseiller Curtaz.

Curtaz (PVA-cU) Solo una parola relativamente all'intervento del Vicepresidente Viérin: mi dispiace che non abbia gradito o capito la battuta, ma non lo trovo strano perché io non ho capito la sua replica! Rispetto all'interpellanza, prendiamo atto delle risposte dell'Assessore. Mi sembra, peraltro, di dover soffermare l'attenzione su un punto - e mi soffermerò solo su questo -: la sostanziale inadeguatezza dell'attuale normativa (l'Assessore ne ha accennato alla fine del suo intervento). Penso che questa vicenda, se vogliamo essere seri come ci invita il collega, vada affrontata proprio alla luce dell'attuale normativa, che probabilmente non consente discrezionalità e non consente di contestare, alle società che gestiscono gli impianti di risalita, un atteggiamento contrario alle finalità pubbliche. È allora necessario introdurre nella nostra normativa dei meccanismi che consentano di erogare i contributi là dove vengono rispettate le norme di comportamento conformi all'interesse pubblico; si dovrà dire che i contributi vengono erogati se gli impianti stanno aperti un "tot" di giorni all'anno, e là dove le società di gestione degli impianti accettino il sistema della tariffazione unica. È chiaro che poi questa deve essere concordata e raccordata con parametri di "dare e avere": è possibile che nell'attuale situazione vi siano delle società più penalizzate e altre più avvantaggiate, però la criticità che emerge da questa vicenda è quella di una normativa inadeguata.

Il Consiglio dovrà rivedere la normativa alla luce di questa esperienza, formulandola in maniera che vi sia un rapporto di "do ut des": io ti do dei soldi pubblici, ma tu mi devi assicurare un certo tipo di servizio a determinate condizioni, altrimenti perdi i soldi pubblici! Perché è bello il libero mercato, e noi siamo abituati, qui, a concepire il libero mercato con i soldi degli altri, in genere con i soldi della Regione. In definitiva, queste società devono ricevere contribuzioni pubbliche là dove sono ammesse e, ovviamente, deve essere un discorso generalizzato, ma queste devono garantire certi servizi! Credo che questo sia un elemento di riflessione e un motivo che induca ad analizzare quanto accaduto con serietà, affinché, al di là delle piccole polemiche che ho sentito oggi, vi sia una riflessione complessiva che porti ad una normativa più adeguata alle problematicità emerse da tale questione.