Compte rendu complet du débat du Conseil régional

Objet du Conseil n. 3030 du 19 février 2003 - Resoconto

OGGETTO N. 3030/XI Onere finanziario a carico dei cittadini per la consegna a mezzo posta dei referti diagnostici. (Interpellanza)

Interpellanza A conoscenza della lettera prot. n. 41759/S-Ass- del 14 dicembre u.s., con la quale l'Assessore della Sanità e Politiche Sociali, ha portato a conoscenza dei cittadini valdostani l'accordo raggiunto in collaborazione con le Poste Italiane SpA e con l'USL della Valle d'Aosta, concernente il nuovo servizio di consegna a domicilio dei referti diagnostici (con esclusione delle lastre radiografiche);

Preso atto che il nuovo servizio - via posta prioritaria - è iniziato dal 1° febbraio 2003 con il costo di 1 Euro a carico del cittadino che lo richiede su apposito modulo;

Visto che il servizio (del tutto facoltativo) è stato istituito con l'obiettivo di evitare agli utenti il disagio del ritiro dei referti allo sportello;

Rilevato come detto servizio sta avvenendo da tempo nelle Regioni e comuni viciniori alla Valle d'Aosta;

il sottoscritto Consigliere regionale

Interpella

la Giunta regionale e l'Assessore competente per conoscere:

1) perché è stato stabilito il costo di 1 Euro (L. 1936,27) quando la posta prioritaria normale è dell'0,62 (L. 1.200);

2) perché anche gli ultra sessantacinquenni e coloro che sono esenti da ticket devono sostenere la suddetta spesa;

3) perché, visto che il servizio postale è facoltativo, per favorire l'utenza non è stato previsto anche un ampliamento delle fasce orarie per il ritiro dei referti agli appositi sportelli, come avveniva un tempo e avviene oggi in altri ospedali e ambulatori;

4) se, e come, intende intervenire in modo da indurre l'USL della Valle d'Aosta a disporre un orario agli sportelli che non sia penalizzante, sia per coloro che sono esenti da ticket, sia per quei cittadini che per la loro attività lavorativa attualmente trovano gli sportelli chiusi.

F.to: Beneforti

Président La parole au Conseiller Beneforti.

Beneforti (PVA-cU)Qualcuno, in particolare l'Assessore, si sarà domandato perché abbiamo presentato questa interpellanza. Devo dirle che ci è stata anche sollecitata da diversi operatori della sanità, da quanti non credono che questa iniziativa sia stata presa solo nell'interesse degli utenti, ma in particolare per rimediare alle inefficienze e alla disorganizzazione esistente nel servizio dell'USL.

Molti sono convinti che, nella presentazione dell'accordo raggiunto fra le Poste, l'Assessorato e l'USL, sia stata messa più enfasi di quella che il caso meritava. Infatti, non sono mancati neppure i ringraziamenti reciproci: ognuno ha avuto la sua parte di riconoscenza per i meriti acquisiti sul campo per il raggiungimento di questa intesa. In quell'occasione sono state spiegate le possibilità esistenti per effettuare gli esami di laboratorio, è stato illustrato il modulo di richiesta per il recapito a domicilio, come viene pagato l'euro richiesto, anche al cittadino che è esente da ticket. È stato spiegato come si usano le macchinette e che si deve digitare la voce "diritti sanitari" e, infine, come e quando ci si deve rivolgere presso uno sportello postale o bancario per il versamento dell'euro richiesto.

Nessuno dei presenti ha però spiegato perché il costo a carico dell'utente - che viene rimesso a domicilio tramite posta prioritaria - sia un euro intero, mentre la posta prioritaria è di 0,62 €. In altre regioni, nella Liguria a noi vicina, che da tempo sperimenta questo invio a domicilio, la spesa non è di 1 €, ma è di 0,62 €, cioè il costo del francobollo di posta prioritaria. Nel momento in cui si illustra un provvedimento, ritengo sia doveroso dare le motivazioni che stanno alla base dello stesso, siano esse favorevoli o negative; non si può giustificare un provvedimento indicando solo ciò che ha di positivo e quello che riguarda più da vicino chi ha preso il provvedimento!

Per questo, dopo aver letto i resoconti della conferenza stampa su questa intesa raggiunta con le Poste, dopo aver letto la lettera inviataci a domicilio dall'Assessore - visto anche quanto richiestoci da molti cittadini - abbiamo presentato questa interpellanza: per fornire delle risposte alle domande che ci sono state poste dagli operatori della sanità e da alcuni cittadini. Non voglio dire che il provvedimento preso non contenga aspetti positivi, anche se, nelle modalità di pagamento, a qualcuno può avere complicato la vita, visto che il meccanismo è stato studiato per il pagamento dell'euro richiesto, ma non si comprende perché sia stato fatto l'arrotondamento ad 1 €: questo è ciò che vogliamo sapere. Vogliamo sapere anche perché coloro che sono esenti dai ticket, come gli ultrasessantacinquenni o quelli che non arrivano a 16 milioni di reddito, la povera gente come i disabili, devono pagare questo balzello per ricevere a domicilio l'esito degli esami! Se il servizio è facoltativo da parte dell'utente, l'USL doveva anche prevedere un ritiro agli sportelli delle sedi sanitarie, tenendo presente anche le esigenze dei cittadini.

Chi vuole l'esito recapitato a casa, paga 1 €: l'USL ci deve spiegare perché è 1 € e non 0,62 € e perché lo devono pagare anche quelli esenti da ticket, così come dovrebbe anche rendere il servizio più agevole, in modo che il cittadino possa recarsi ai presidi sanitari per ritirare i propri referti. Queste sono le domande poste: mi fermo qui e mi riservo di tornare sull'argomento dopo che l'Assessore avrà dato le sue risposte.

Président La parole à l'Assesseur à la santé, au bien-être et aux politiques sociales, Vicquéry.

Vicquéry (UV)In base all'accordo approvato con deliberazione della Giunta n. 4602/2002 tra Regione, azienda USL e la società Poste italiane, è stato stabilito, per il primo anno sperimentale, di fissare al costo di 1 € il servizio a carico del cittadino. Le tariffe a carico dell'azienda USL della Valle d'Aosta per i servizi postali riservati, di cui al decreto legislativo n. 261/1999 e modificato in relazione all'aggiornamento del regime tariffario postale, in base alla normativa sopracitata, variano a seconda del peso cartaceo da inviare, e vanno da 0,62 € fino a 20 grammi, a 1,24 € da 21 a 100 grammi, a 1,86 € da 101 a 349 grammi, a 4,96 € da 350 a 1000 grammi, a 8,06 € da 1001 a 2000 grammi.

La Regione e l'azienda, partendo dall'obiettivo di avvantaggiare il più possibile il cittadino, hanno deciso di stabilire a carico del cittadino stesso solo una cifra forfetaria, indipendentemente dal peso della busta contenente il referto che comunque è, di norma, di molto superiore ai 20 grammi. C'è da aggiungere che non grava sul cittadino il servizio svolto gratuitamente dalle Poste per il ritiro giornaliero presso l'azienda; questo è il vero costo del servizio, non tanto l'affrancatura, perché le Poste italiane - che ringrazio per la disponibilità, perché vi è stata una lunga trattativa - mettono in atto un sistema organizzativo abbastanza complesso per poter svolgere egregiamente questo servizio e consegnare i referti il giorno successivo, come è scritto nell'accordo. Il servizio di ritiro da parte delle Poste avviene giornalmente dal lunedì al venerdì, con orario fra le 12 e le 12,30 in Via G. Rey n. 5 in Microbiologia e in Viale Ginevra n. 1 nel Laboratorio di analisi. La corrispondenza viene posta dall'azienda USL in contenitori forniti in comodato d'uso dalle Poste italiane.

L'azienda USL, in qualità di mittente, allega la documentazione necessaria, distinta di spedizione SMA, debitamente compilata secondo le disposizioni vigenti in triplice copia. Al fine del rispetto degli standard di qualità previsti per il recapito, su tutti gli invii e sulle relative distinte deve risultare la data di effettivo ritiro della corrispondenza. Gli invii affrancati a mezzo impronta di macchina affrancatrice devono recare la data del giorno del ritiro. Su ogni invio di corrispondenza registrata - posta raccomandata e/o posta assicurata con eventuale avviso di ricevimento e/o diritto di contrassegno - deve essere riportato il codice a barre con il relativo numero univoco identificativo della spedizione, da fornirsi anticipatamente a cura di Poste italiane.

Nella distinta di spedizione gli invii di corrispondenza registrata devono essere singolarmente descritti, indicando mittente, destinatario, località di destinazione, numero univoco identificativo della spedizione. All'atto del ritiro, l'operatore di Poste italiane firma, come ricevuta per presa in carico dei contenitori, le distinte di ritiro fornite al cliente da Poste italiane. Al momento dell'arrivo presso le Poste italiane, nell'ufficio di accettazione del CRP Aosta CPO, la corrispondenza ritirata è verificata con riferimento al numero di invii, peso, formato, destinazione, tariffa applicata. Eventuali discordanze sono tempestivamente segnalate all'azienda USL per la dovuta regolarizzazione. Il recapito degli invii prevede la consegna a domicilio entro il giorno successivo a quello dell'impostazione, e questo è un altro punto a favore dell'accordo. Il servizio postale si affianca e non sostituisce quello previsto per il ritiro dei referti agli appositi sportelli.

In base alle due verifiche semestrali - e comunque al termine del primo anno sperimentale - gli uffici competenti saranno in grado di effettuare delle valutazioni e di portare eventuali modifiche. Voglio sottolineare questo: la sperimentazione è tale perché vogliamo capire se avrà effetto sulla popolazione e, se ci saranno delle correzioni da fare, sicuramente verranno portate sia in termini di costo, sia in termini organizzativi, perché, come si è visto, gli aspetti organizzativi sono molto complessi pur nella banalità del servizio che viene offerto, perché tutta la parte relativa al pagamento della tariffa e del ticket - che deve essere fatto prima dell'effettuazione della prestazione e comunque prima della consegna del referto a termini di legge - creava una serie di problematiche non indifferenti, che riteniamo siano superate. Queste prime settimane di sperimentazione ci confortano, ma non sarei in grado oggi di dire se continueremo su questa strada o se dovremo apportare in corso d'opera delle limature e delle modifiche. Voglio anche sottolineare che per le categorie di utenti più bisognosi, che usufruiscono del servizio infermieristico domiciliare, è lo stesso personale sanitario che si fa carico del ritiro dei referti e del loro recapito a domicilio; questo è un altro tipo di problema, di ordine sindacale, perché non sarebbe di competenza del personale sanitario, infermieristico e di assistenza domiciliare ritirare i referti e il loro recapito a domicilio: questo è stato un piccolo scoglio, superato con il buon senso.

Rispetto alla seconda domanda, il servizio di referti a domicilio non rientra nei livelli essenziali di assistenza resi dal Servizio sanitario regionale, ai sensi del DPCM in data 29 novembre 2001 e dell'articolo 34 della legge n. 724/1994, pertanto esula da un discorso di esenzione dal pagamento del ticket e, essendo facoltativo, va reso a titolo oneroso con tariffa prestabilita. Non possono rientrare nei livelli essenziali i servizi facoltativi, perché sarebbe una contraddizione in termini: il livello essenziale è tale perché deve essere dato a tutti i cittadini residenti in Valle d'Aosta ed è in contrapposizione ad un servizio facoltativo. Se si fosse deciso che il servizio era obbligatorio - cosa che diventava difficilmente gestibile - di certo lei avrebbe ragione, perché avremmo dovuto inserirlo nei livelli essenziali di assistenza, in quanto, essendo una scelta della Regione quella di rendere obbligatorio il servizio a domicilio del referto, chiudendo in quel caso il "front office", di certo lo avremmo inserito! Così non è possibile, perché commetteremmo una piccola illegittimità.

Rispetto alla terza domanda, l'ampliamento degli orari per il ritiro diretto da parte dei cittadini dei referti, questa è una possibilità che l'azienda - interpellata sull'argomento - ha già esaminato e potrà mettere in atto in relazione all'aumento della dotazione organica, come già avvenuto per gli sportelli radiologici del CUP. Si sta lavorando per aumentare l'orario; in questo momento, siamo però in una situazione di impasse rispetto all'applicazione di due articoli della legge finanziaria - che ho già avuto modo di commentare riguardo al problema di Châtillon - che sembrano bloccarci alcune iniziative: sono gli articoli 24 e 34 della "finanziaria". Stiamo verificando, proprio in queste ore, se possiamo superarli come Regione a statuto speciale, perché sono due articoli che bloccano le piante organiche e il "turn-over": se applicate tout court, metterebbero in grossa difficoltà tutto il sistema sanitario regionale.

Rispetto al quarto punto, si ritiene che il servizio di recapito a domicilio venga incontro alle esigenze di chi lavora, rappresenta quindi un miglioramento del servizio e un ampliamento dell'offerta: è stato soprattutto inteso per le popolazioni più distanti da Aosta, per le quali il costo di 1 € è assolutamente ridicolo, rispetto al disagio e al costo effettivo di partire da una valle laterale e recarsi ad Aosta, affrontando le code che ne derivano per il ritiro di un referto. Non si ritiene al momento di erogare un servizio gratuito agli esenti del ticket, come ho detto, essendo il servizio sperimentale e facoltativo. Nel corso dell'anno di sperimentazione, le modalità di svolgimento e di erogazione potranno essere viste se accertassimo, per esempio, che coloro che sono esenti dal ticket per loro motivazioni più che valide e più che giustificabili, si rifiutano di utilizzare questo sistema e continuano a recarsi agli sportelli per il ritiro; in quel caso una riflessione andrà fatta.

In conclusione, non c'è nulla di consolidato, nulla di non modificabile; seguiremo pertanto l'evolversi della situazione e, se del caso, apporteremo gli aggiustamenti che ne derivano, fermo restando quanto riferito prima sul livello essenziale di assistenza. L'unico modo per superarlo è renderlo obbligatorio e, obiettivamente, riteniamo che rendere obbligatorio il ritiro a mezzo posta dei referti sarebbe una penalizzazione per il cittadino, perché per molti casi recarsi in ospedale non è un disagio e non comporta nessun onere aggiuntivo.

Président La parole au Conseiller Beneforti.

Beneforti (PVA-cU)Ringrazio l'Assessore per le risposte che ha dato, ma devo dirgli che non sono rimasto del tutto soddisfatto perché le spiegazioni che sono state date - alcune, almeno - non sono adeguate alla situazione che si va a presentare. L'Assessore mi dice che il costo è di 1 euro, perché fino a venti grammi è 1 euro; però le devo dire che, dato che gli esami che vengono inviati a domicilio sono solo quelli delle urine e del sangue, alcuni referti delle urine e del sangue che mi vengono consegnati - io faccio periodicamente questi esami - non arrivano a venti grammi, stanno in una busta da lettera; se, invece, si è voluto fare l'arrotondamento perché alle Poste hanno delle spese, lo si dica!

Lei dice che questo servizio è facoltativo, non obbligatorio, ma questo l'ho detto anch'io; dice che non vi possono essere esenzioni, perché questi servizi non rientrano nel livello essenziale di assistenza, e questo è vero. Se il servizio è facoltativo, però, deve dipendere dal diretto interessato scegliere quale strada seguire: se quella di ricevere i referti a domicilio o se quella di andarseli a ritirare! Ma se li deve andare a ritirare - penso specialmente alle popolazioni delle valli laterali o di montagna - deve trovare un orario confacente, c'è gente che lavora e non gli si possono dare - come succede al Poliambulatorio di Donnas - giorni e ore prestabiliti in cui lo stesso deve ritirare i referti, perché è chiaro che se una persona non va in quelle ore e in quel giorno, deve aspettare il giorno successivo o due giorni dopo per il ritiro. Credo che questo discorso dell'invio a domicilio non debba essere quello che fa superare le difficoltà organizzative che ci sono all'interno dell'USL in ordine al ritiro dei referti. Sono d'accordo con lei che questo è un anno sperimentale, e vada avanti pure l'anno sperimentale!

Quest'anno, però, non si deve abbandonare la strada del potenziamento organizzativo dei servizi all'interno dell'USL o dei poliambulatori operanti sul territorio. Non si deve, domani, andare a giustificare che tutto si manda per posta, a carico anche del cittadino che è esente un domani, perché non si riescono a superare le difficoltà organizzative esistenti! Il servizio, in parte, può essere accolto perché può favorire, però bisogna vedere di impostarlo in modo che non vi rientrino anche coloro che ci rimettono!

Bisogna tenere presente che le persone esenti sono quelle che hanno le pensioni minime, sono gli anziani, sono i più poveri e sono quelli che devono ricorrere più spesso agli esami! Se una persona sta in città e si vuole fare la passeggiata per andarsi a prendere il referto, deve trovare il servizio organizzato all'USL o all'ospedale che gli permetta di andarselo a ritirare, e non trovar chiuso o trovare indicati i giorni specifici, come succede sul territorio! Signori, questo non deve avvenire, ora, con la scusa di passare tramite le Poste!

È chiaro che le Poste hanno fatto il loro interesse, perché hanno migliorato i loro introiti e vendono più francobolli, sperimentali, magari! Le Poste sono in passivo e cercano di rimediare, però stiamo attenti che tutte queste cose non ricadano sulla povera gente, per la quale anche un euro è pesante quando deve fare diversi esami tutti i mesi! Le rivolgo l'invito, Assessore, richiamandomi alla sua sensibilità, ad una più efficiente organizzazione dei servizi, in quanto può sorgere il dubbio che l'attivazione di questo servizio sia stata creata per sopperire alle carenze organizzative esistenti.