Compte rendu complet du débat du Conseil régional

Objet du Conseil n. 3025 du 19 février 2003 - Resoconto

OGGETTO N. 3025/XI Situazione conseguente al fallimento della "Metallurgiche Balzano S.p.A." di Verrès. (Interrogazione)

Interrogazione Premesso che:

- la società "Metallurgiche Balzano S.p.A.", dichiarata fallita nel febbraio 2002 dal Tribunale di Aosta, ha lasciato debiti sia alla RAVA per Euro 427.227,00 per finanziamenti non restituiti, sia a Finaosta per Euro 185.000 per canoni di leasing non pagati;

- l'Assessore all'industria, rispondendo ad una precedente interrogazione del gruppo di Forza Italia affermava che:

1) i crediti della Regione assistiti da ipoteche sono stati transati per Euro 165.000, equivalenti al 40 percento del loro valore, mentre il credito di Finaosta è stato insinuato al passivo fallimentare;

2) non sussistono rapporti né finanziari né giuridici tra RAVA e/o Finaosta e la neo costituita società "Balzano Industrie S.r.l.", che ha proseguito l'attività della fallita "Metallurgiche Balzano S.p.A." nel medesimo stabilimento di proprietà regionale;

- il Giudice delegato non ha accolto la domanda di insinuazione della RAVA, per i residui crediti ammontanti a Euro 3.110.127, di cui Euro 3.060.258 a titolo di indennità di occupazione extracontrattuale dell'immobile per il periodo 1/3/91-4/2/02, in quanto non documentati;

i sottoscritti Consiglieri regionali

Interrogano

l'Assessore all'Industria per sapere:

1) i motivi per i quali non si è provveduto a stipulare un regolare contratto di locazione con la società fallita o comunque a pretendere un'indennità di occupazione;

2) in base a quale titolo la "Balzano Industrie srl" si è insediata nello stabilimento di Verrès;

3) in base a quale parere è stato proposto ricorso avverso l'esclusione dal passivo fallimentare dei crediti regionali e a quanto ammontano le spese legali previste;

4) se allo stato è nota la consistenza del fallimento in relazione sia alla massa passiva sia alla massa attiva.

F.to: Frassy - Tibaldi - Lattanzi

Président La parole à l'Assesseur à l'industrie, à l'artisanat et à l'énergie, Ferraris.

Ferraris (GV-DS-PSE)Affrontiamo per la terza volta, in tre sedute consecutive, la "questione Balzano". Vorrei ricordare come il patrimonio della Regione sia composto di beni immobili e mobili, vantaggi e facilitazioni economiche, ma anche e soprattutto di una comunità composta di lavoratori con il loro diritto al lavoro, con le loro legittime aspirazioni a poter progettare il futuro loro e delle loro famiglie. Nella replica all'ultima interrogazione, il Consigliere Frassy ha affermato che la continuazione della produzione e dell'occupazione sono dati per lui marginali; questo è probabilmente il motivo per cui non ci capiamo e per questo il Consigliere Frassy reitera interrogazioni su questo argomento. Dato che l'interesse dell'interrogante è esclusivamente giuridico, le risposte ai quesiti posti dalle interrogazioni vengono fornite anche sulla base delle informazioni pervenute - per quanto di competenza - dal Dipartimento legislativo e legale della Presidenza della Regione.

Venendo alla prima questione posta, in data 9 novembre 1984 la Giunta ha deliberato la cessione in locazione dello stabilimento ex "Alluver" alle "Metallurgiche Balzano S.p.A."; la conseguente convenzione del 22 febbraio 1985 fra Regione Valle d'Aosta e la società in oggetto prevedeva la concessione in comodato non oneroso per un periodo di sei anni, decorrente dalla data di consegna del fabbricato e la successiva locazione per la durata di 15 anni. La stessa convenzione definiva il canone di locazione nella misura del 6 percento del valore del fabbricato alla data della consegna dell'immobile, determinato con apposita perizia dai competenti uffici regionali. Il contratto di locazione dell'area industriale in oggetto non è mai stato stipulato, a causa del mancato accordo delle parti in relazione al valore peritale assegnato allo stabilimento di proprietà regionale e alla competenza sugli interventi di ristrutturazione, da effettuare all'interno dello stesso.

Per quanto riguarda la seconda questione posta, la società "Balzano Industrie S.r.l." opera nello stabilimento di cui trattasi in virtù di un contratto di affitto di azienda stipulato il 29 novembre 2001 con "Metallurgiche Balzano S.p.A.", impresa conduttrice dell'immobile, ai sensi della convenzione a suo tempo stipulata con l'Amministrazione regionale. Nel frattempo, come è noto, la società "Metallurgiche Balzano S.p.A." è fallita e nei rapporti giuridici fra la medesima e "Balzano Industrie S.r.l." è subentrata la curatela fallimentare. Il contratto di affitto citato prevedeva, peraltro, un'opzione di acquisto dell'azienda in favore di "Balzano Industrie S.r.l." e questa sta concludendo tale operazione con il curatore fallimentare. In seguito alla cessione la Regione regolarizzerà i propri rapporti con il nuovo conduttore dello stabilimento, attraverso la stipula di un apposito contratto di locazione.

Per venire alla terza questione posta, con lettera raccomandata ricevuta il 28 ottobre 2002 il curatore fallimentare ha comunicato all'Amministrazione regionale che la propria domanda di insinuazione al passivo era stata respinta dal giudice delegato, poiché non supportata da documentazione idonea a conferire certezza in ordine alla sussistenza dei crediti e al loro effettivo ammontare. Dopo avere esaminato la documentazione inviata dal curatore fallimentare, il Dipartimento legislativo e legale ha consultato per vie brevi i legali di fiducia e, considerata l'entità del credito, l'importanza del suo recupero e l'esistenza della documentazione probatoria dello stesso, si è deciso di proporre ricorso ex articolo 98 della legge n. 267/1942.

Per quanto riguarda l'ultima questione, il giudice delegato ha predisposto, in data 7 ottobre 2002, lo stato passivo definitivo; avverso tale definizione è stato presentato ricorso ex articolo 98 della legge n. 267/1942. Per questo motivo al momento risulta impossibile fornire un dato assolutamente certo sulla consistenza del fallimento in relazione alla massa passiva. Alla data del 7 ottobre 2002 lo stato passivo era così costituito: totale chirografo 3.318.464 €, totale privilegio 691.111 €. Il curatore fallimentare ha informalmente comunicato che, al momento attuale, la consistenza del fallimento in relazione alla massa attiva sarebbe così costituita: 129.114 € compenso annuale affitto d'azienda, 10.759 € sempre compenso di gennaio per affitto d'azienda, 516.456 € compenso rendita del ramo di azienda, 180.000 € recupero crediti - questa è una somma approssimativa -, 56.810 € compenso vendita del magazzino porcellane. Il curatore, infine, ha precisato che è in corso la verifica dei presupposti per l'esercizio di eventuali azioni revocatorie, ex articolo 66 e seguenti della legge n. 267/1942.

Président La parole au Conseiller Frassy.

Frassy (FI) Assessore, non siamo soddisfatti della sua risposta, soprattutto non siamo soddisfatti del suo esordio, anche perché lei ha voluto esprimere un concetto che era ben diverso quando io lo avevo espresso nella mia replica! Il riferimento alla marginalità non era l'occupazione, ma era il fatto che l'occupazione non era al centro dell'interrogazione presentata, in quanto le questioni che abbiamo chiesto allora - e le richiediamo ora - non si riferiscono all'occupazione! Di conseguenza, riteniamo strumentale e poco pertinente alla domanda incentrare la risposta sulle vicende occupazionali, che hanno altri interessi, ma non nel contesto di questa iniziativa.

Siamo invece preoccupati per la maniera minimalista con cui lei tende a giustificare questa vicenda, vicenda che è stata portata per ben quattro volte in quest'aula, perché la prima volta in cui abbiamo affrontato la questione fu con un'interrogazione dell'ottobre 2001 per una dimenticanza, forse, dovuta ad una sua risposta sulle partite a debito di Finaosta; stranamente, questa azienda, nella sua risposta, non rientrava fra le partite a debito di Finaosta. Dobbiamo dire che su questa vicenda ci sono tante dimenticanze che, sommandosi fra di loro, ci lasciano propendere per il convincimento che forse siano delle dimenticanze dovute all'imbarazzo di illustrare il procedimento con cui si sono cumulati determinati debiti.

Lei ha citato delle convenzioni che noi abbiamo letto, ma non le ha citate per intero - e io le leggo - nel senso che il canone di locazione è stabilito nella misura del 6 percento del valore del fabbricato, determinato con apposita perizia dai competenti uffici della Regione. Il fatto che l'azienda non abbia accettato la perizia della Regione nel 1991, non è un buon argomento per dimenticarsi del fatto che comunque quell'immobile, in quanto bene dell'Amministrazione regionale, era occupato e doveva essere riconosciuta la contropartita economica. Di conseguenza, ci sembra quasi che vi siate accorti di una cifra spropositata - 6 miliardi di canoni di locazione non riscossi - soltanto quando l'azienda è fallita, e mi sembra paradossale che, dal 1991, da quando è stata contestata una perizia, l'Amministrazione regionale sia rimasta completamente inerte! È paradossale, Assessore, che lei sostenga con convinzione che questa azienda - che riporta il nome delle precedenti ragioni sociali e che vede coinvolte persone che avevano avuto responsabilità gestionale nelle precedenti ragioni sociali - possa produrre continuando a non pagare il canone per l'occupazione di quegli stabilimenti, con la convinzione che il tutto verrà demandato ad una fase successiva!

A noi sembra veramente incredibile che l'Amministrazione regionale possa aver prodotto una insinuazione in un passivo per 6 miliardi, dunque non per 6 euro, dimenticando di produrre documentazione che attestasse il titolo per il quale si procedeva all'insinuazione del passivo. Ci pare sorprendente che lei sostenga che questi 6 miliardi sono tanti e, di conseguenza, il ricorso va comunque fatto, anche perché noi ricordiamo un'altra vicenda, quella della "Conner", dove voi avete messo in piedi una transazione, pretendendo 27 miliardi, e avete chiuso quella transazione a 5 miliardi di lire, ma di quei 5 miliardi di lire 1 miliardo è andato in spese legali! Non vorremmo che in questa vicenda, alla fine, beneficiati dei debiti della "Balzano" siano gli incaricati della vicenda legale! È pertanto sorprendente che tutto questo lei lo gestisca nella massima convinzione che sia un fatto di ordinaria amministrazione, ed è sorprendente che questa vicenda continui ad essere affrontata in aula nell'indifferenza più totale, sul presupposto che sono solo 6 miliardi!

Non siamo soddisfatti delle risposte e vi annunciamo che torneremo sull'argomento. Tornando sull'argomento, Assessore, chiederemo a lei - come responsabile dell'Amministrazione - degli impegni precisi, per verificare se le dimenticanze a cui lei fa riferimento sono effettivamente "dimenticanze" o sono, invece, atteggiamenti consapevoli, forse di imbarazzo, per usare un eufemismo!