Objet du Conseil n. 1774 du 10 janvier 2001 - Resoconto
OGGETTO N. 1774/XI Trasferimento alla Regione, ai sensi del decreto legislativo n. 230/99, delle funzioni sanitarie nei riguardi dei detenuti del carcere di Brissogne. (Interpellanza)
Interpellanza Preso atto delle norme di medicina penitenziaria previste dal D.Leg.vo 22 giugno 1999, n. 230, che innovano la materia riguardante il diritto alla salute dei detenuti e degli internati;
Considerato che con la nuova normativa si attribuisce al Servizio Sanitario Nazionale il compito di assicurare ai detenuti "livelli di prestazioni analoghi a quelli garantiti ai cittadini liberi" e alle regioni vengono via via trasferite le diverse funzioni sanitarie finora svolte dall’Amministrazione penitenziaria;
Constatato che il trasferimento delle funzioni sanitarie finora svolte dall’Amministrazione penitenziaria alle regioni a Statuto Speciale avviene attraverso le norme di attuazione ai sensi dei rispettivi Statuti;
Considerato tuttavia che, a partire dal 1 gennaio 2000, sono trasferite al Servizio Sanitario Nazionale le funzioni sanitarie riferentesi ai soli settori della "prevenzione e dell’assistenza ai detenuti e agli internati tossicodipendenti";
Viste le convenzioni attualmente in atto tra l’azienda USL e la Casa Circondariale di Brissogne;
la sottoscritta Consigliera regionale
Interpella
la Giunta regionale per sapere:
1) se, e come, intende attivarsi perché siano trasferite alla Regione le funzioni sanitarie nei riguardi dei detenuti della Casa Circondariale di Brissogne, ai sensi del d.Leg.vo n. 230/99;
2) se le prestazioni sanitarie nei confronti dei detenuti rientrano nell’attuale, e nel futuro, Piano Socio-Sanitario regionale;
3) se intende rinnovare ed innovare, secondo i principi del D.Leg.vo n. 230/99, le attuali convenzioni tra l’USL e la Casa Circondariale di Brissogne.
F.to: Squarzino Secondina
PresidenteLa parola alla Consigliera Squarzino Secondina.
Squarzino (PVA-cU)Volevo porre all’attenzione non solo dell’Assessore, ma della Giunta nel suo insieme, una questione che riguarda il diritto alla salute di una categoria particolare di utenti, quella dei detenuti.
Ci sono alcune norme innovative rispetto a questa situazione, nel senso che, con il decreto legislativo n. 230/1999 che riguarda il riordino della medicina penitenziaria, è stato affermato un principio che in linea teorica molti condividevano, ma che finché non è sancito da una norma è difficile attuare. E il principio è di questo tipo: i detenuti hanno diritto, al pari dei cittadini in stato di libertà, "all'erogazione delle prestazioni di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione, efficaci ed appropriate, sulla base degli obiettivi generali e speciali di salute dei livelli essenziali e uniformi di assistenza, individuati nel Piano sanitario nazionale, nei piani sanitari regionali e in quelli locali."
Qui si afferma che i detenuti diventano un soggetto che ha diritto alla sanità, come i cittadini in stato di libertà. È vero che molte volte ci lamentiamo che non sempre il diritto alla sanità dei cittadini è realizzato o rispettato, però un problema è verificare fino a che punto questo diritto è preso in carico dal Governo regionale, e un altro problema è verificare se una categoria rientra o meno fra coloro che possono, chiedere che venga garantito il proprio diritto alla salute. Quest'ultima questione è stata sollevata dal decreto legislativo n. 230/1999, che, tra l'altro, collega l'assistenza ai detenuti al trasferimento delle funzioni sanitarie dallo Stato alle regioni. Vorrei pertanto sapere dall’Assessore a che punto siamo in Valle d’Aosta rispetto a questo problema e come l’Assessorato se ne è fatto carico, come finora lo ha risolto e come intende risolverlo nell’immediato e nel prossimo futuro.
PresidenteLa parola all’Assessore alla sanità, salute e politiche sociali, Vicquéry.
Vicquéry (UV)Tout d’abord, avant de répondre ponctuellement à Mme Squarzino, je dois préciser que le décret législatif n° 230/1999, relatif à la prise en charge sanitaire des détenus dans les établissements pénitentiaires, constitue une avancée majeure puisqu’il vise à renouveler et à rationaliser la politique des prisonniers. L’un des principaux objectifs de ce texte est de favoriser la mise en application des principes visés à l’article 5 de la loi n° 419/1998, portant réorganisation du système sanitaire, et notamment de faire en sorte que la prise en charge sanitaire des détenus soit transférée des institutions pénitentiaires au Service sanitaire national. Ce transfert de fonctions sera effectué par degrés sur la base des résultats d’une expérience qui a été lancée dans trois régions.
A l’issue de cette phase expérimentale, vraisemblablement à la fin de l’année en cours, le Gouvernement italien adoptera un ou plusieurs décrets, en vue de rectifier, intégrer, compléter et définir le nouveau plan de prise en charge médicale des détenus.
Cela dit, il importe de signaler que l’article 9 du décret en question stipule que pour les régions à statut spécial ainsi que pour les Provinces autonomes de Trento et Bolzano, ledit transfert des fonctions est réglé par les dispositions d’application relevant des statuts respectifs; en conséquence, puisqu’il s’agit de redéfinir toutes les questions afférentes aux services de soin destinés aux prisonniers et de fixer des dispositions d’application spécifiques pour tous les secteurs concernés, il n’est pas souhaitable aujourd’hui que l’Administration régionale adopte des dispositions d’application au cas par cas, à partir de l’assistance aux détenus toxicomanes. Il est par contre préférable qu’elle approuve lesdites dispositions dans le cadre d’un texte unique, axé sur une reforme globale du service des soins aux détenus. Il est donc nécessaire d’attendre que la phase expérimentale soit terminée.
Comme l’a bien rappelé Mme Squarzino, à partir du 1er janvier 2000 les fonctions relatives aux détenus toxicomanes ont été transférées au Service sanitaire national.
En date du 28 décembre 1999 le Ministère de la santé avait déjà transmis une circulaire ad hoc aux Assessorats de la santé des régions et provinces autonomes, ainsi qu’aux Directeurs du Département de l’Administration pénitentiaire, en indiquant les orientations quant à l’application du décret, sans préjudice de ce que le décret prévoit pour les régions à statut spécial et les provinces autonomes en matière de dispositions d’application.
A l’heure actuelle il n’existe pas de personnel titulaire en service dans la maison d’arrêt de Brissogne, chargé spécialement des toxicomanes, et partant il n’était pas nécessaire le 1er janvier 2000 de transférer de toute urgence de personnel à l’USL. Cette dernière a tout de même déclaré qu’elle assurera, comme elle a toujours fait d’ailleurs, tous les services spécialisés, et ceux ayant trait aux toxicomanies.
Compte tenu de tout cela, il est souhaitable de poursuivre un projet lancé en 1998 par l’USL dans le cadre des soins médicaux dans les établissements pénitentiaires et notamment des services spécialisés, qui comprennent les Unités suivantes: Chirurgie générale, Chirurgie vasculaire, Urologie, Neurologie, Cardiologie, Dermatologie, Gastro-entérologie, Médecine, Oto-rhino-laryngologie, Médecine oculaire, Orthopédie, Radiologie, Maladies infectieuses, psychiatrie, Odontostomatologie.
La mise en place de ces services a été réglementée par une convention passée entre l’USL et le ministère de la justice, renouvelée par la délibération de l’USL n° 19/2000. Nous entendons poursuivre sur cette voie de coopération et des rencontres périodiques sont organisées pour améliorer les services mêmes.
En ce qui concerne les soins médicaux aux détenus toxicomanes, les rapports entre les deux organismes susmentionnés sont aussi réglés par une convention passée en 1997 et arrivée à échéance le 31 décembre dernier, actuellement en voie de renouvellement.
Je tiens à signaler pour ce qui est des soins médicaux et des services, que le SERT a assurés à partir de 1997 aux prisonniers toxicomanes ou souffrants de maladies liées à l’abus d’alcool, que l’USL ne bénéficie d’aucune aide financière de la part du Ministère de la justice, et là ce sera un argument à vérifier à l’intérieur de la Commission paritaire.
Enfin, quelques mots à propos du futur Plan socio-sanitaire régional. Ce projet, qui a été mis au point sur la base d’objectifs de caractère général et selon les lignes directrices du Plan sanitaire national, sera soumis d’abord au Gouvernement régional et ensuite au Conseil, qui pourra formuler les observations à ce sujet, dont je ne peux rien anticiper.
PresidenteLa parola alla Consigliera Squarzino Secondina.
Squarzino (PVA-cU)Capisco che la risposta è interlocutoria, perché è interlocutoria questa fase.
Ci sono almeno due aspetti su cui speravo che l’Assessore fosse più preciso, quindi lo sollecito in questo senso.
Non sarebbe il caso di cominciare a pensare come porre in Commissione paritetica questo tipo di problema? Non si potrebbe incominciare a metterlo in calendario? Perché non credo che sia già previsto, ora, o nel prossimo futuro. Sarebbe opportuno cominciare a metterlo in calendario, in modo da creare le condizioni che ne facilitino la discussione.
Così nel momento in cui si partirebbe, si avrebbero già tutte le informazioni necessarie. Non vorrei che nel 2001, terminata la parte sperimentale, mentre tutte le altre regioni partono, noi dovendo ancora riunirsi la Commissione paritetica e porsi i problemi da affrontare, allungheremmo i tempi delle trattative.
È vero che parliamo di una categoria di utenti molto debole, una categoria che non è in grado di far pressione.
Però, proprio per questo credo sia compito di chi governa, di chi si pone come uno degli obiettivi quello di lavorare per il bene comune, cioè di tutti, venire incontro alle esigenze di chi è più debole. Quindi su questo la solleciterei, Assessore.
Mi chiedo, come ho chiesto nell'interpellanza, se non è possibile adesso, in questo prossimo Piano sociosanitario regionale, prevedere già delle anticipazioni di quanto prevede il Decreto legislativo 230/99. È vero, non siamo fra le regioni che sono autorizzate a sperimentare forme nuove; ma, se lo facessimo nessuno ci direbbe niente, tanto più che, mentre a livello nazionale le risorse per la sanità sono destinate dallo Stato, a livello regionale le risorse sono regionali.
La prego di rifletterci, Assessore: potrebbe essere anche questo un modo per sottolineare come il mondo dei detenuti non è messo in disparte, ma rientra in modo organico nella politica sanitaria. Per esempio, la convenzione, a cui lei ha fatto riferimento, fra l’USL e la Casa circondariale di Brissogne, finalizzata a regolamentare l’attività professionale specialistica, con l’elenco di tutte quelle specialità che lei ha ricordato, prevede che ci sia un compenso da parte degli istituti di prevenzione e pena a favore dell’USL oltre alla indennità chilometrica, per le prestazioni erogate.
Dato che la sanità in Valle la paga tutta la Regione, non è possibile, ma non le chiedo, Assessore, la risposta adesso, perché è un problema su cui deve riflettere, non è possibile - dicevo - nel Piano sociosanitario in via di formulazione inserire questa parte? Non credo che siano risorse ingentissime, tali da trasformare l'attuale bilancio dell’azienda, in un bilancio in passivo!