Compte rendu complet du débat du Conseil régional

Objet du Conseil n. 1772 du 10 janvier 2001 - Resoconto

OGGETTO N. 1772/XI Ripristino presso l’Ospedale regionale di camere a pagamento. (Interpellanza)

Interpellanza A conoscenza del ripristino all’interno dell’Ospedale regionale delle camere a pagamento riservate alla libera professione dei medici;

Vista la disparità di trattamento che si verrebbe a creare nei tempi di attesa fra gli ammalati bisognosi di cure ed interventi chirurgici;

il sottoscritto Consigliere regionale

Interpella

la Giunta regionale e l’Assessore competente per conoscere:

- le cause, i motivi, che nell’interesse degli ammalati, hanno indotto il servizio sanitario pubblico a ripristinare le camere a pagamento a suo tempo abolite;

- quali garanzie ritiene di dare ai valdostani che non sussisteranno disparità di trattamento nei confronti di coloro che, per ragioni economiche, non possono accedere alle camere riservate alla libera professione medica.

F.to: Beneforti

Presidente La parola al Consigliere Beneforti.

Beneforti (PVA-cU)Poiché i contenuti e i motivi di questa interpellanza sono ben chiari, non ritengo di dover illustrare l'interpellanza. Mi riservo di replicare dopo aver conosciuto la risposta dell’Assessore.

PresidenteLa parola all’Assessore alla sanità, salute e politiche sociali, Vicquéry.

Vicquéry (UV)Il Consigliere Beneforti mi chiede le cause e i motivi che nell’interesse dei malati hanno indotto il Servizio sanitario alle camere a pagamento a suo tempo abolite.

Rispondo brevemente che l’attività della libera professione intra moenia è espressamente prevista dalla normativa statale di riferimento, precisamente dalla legge n. 412/1991, finanziaria del 1992, articolo 4, comma 7; decreto legislativo n. 502/92 modificato dal n. 517/93, che è la riforma sanitaria; DPR 17 febbraio 1992, "Approvazione della tariffa minima nazionale degli onorari per le prestazioni medico-chirurgiche e odontoiatriche"; legge n. 724/94, finanziaria 1995, articolo 1, commi 6 e 7; legge n. 549/95 finanziaria 1996, articolo 2, comma 5, contratto collettivo nazionale della dirigenza medica e veterinaria, periodo 1994-1997, articoli 67, 68 e 69, del 6 dicembre 1996; contratto collettivo nazionale della dirigenza non medica, periodo 1994-1997, articoli 66 e 67; legge n. 662/96, finanziaria 1997; deliberazione della Giunta regionale n. 3883/1996 in quanto applicabile; circolare del Ministero della sanità del 24 aprile 1997; decreto del Ministro della sanità dell’11 giugno 1997; decreto legge del 20 giugno 1997 n. 175, convertito dalla legge 7 agosto 1997 n. 272; decreto del Ministro della sanità del 31 luglio 1997, "Linee guida dell'organizzazione dell’attività libero-professionale intra moenia della dirigenza sanitaria del Servizio sanitario nazionale"; decreto del Ministro della sanità del 31 luglio 1997, "Attività libero-professionale, incompatibilità del personale della dirigenza sanitaria del Servizio sanitario nazionale"; decreto legislativo del 19 giugno 1999 n. 229, seconda riforma sanitaria (Riforma Bindi), "Norme per la razionalizzazione del Servizio sanitario a norma dell’articolo 1 della legge del 30 novembre 1998 n. 419."

Si tratta di un corposo campo normativo, che obbliga le amministrazioni regionali a ripristinare l’attività libero-professionale intra moenia.

Inoltre rispetto a quanto citato, l’articolo 1 del decreto legislativo n. 254/2000 prevede che le regioni dovevano predisporre entro il 31 dicembre 2000 il programma per la realizzazione delle strutture per l’attività libero-professionale intra moenia; a tale scopo, il comma 2 del decreto legislativo citato prevede la possibilità che le regioni utilizzino a tale scopo un ammontare complessivo massimo di 1800 miliardi nell’ambito delle risorse di cui all’articolo 20 della legge n. 67/1988.

La Regione Valle d’Aosta ha provveduto nei termini previsti ad inoltrare la relazione e le schede illustrative in relazione alla realizzazione di 36 nuovi posti letto, che corrispondono al 7 percento dei posti letto attualmente disponibili, per l’attività libero-professionale in costanza di ricovero, per un ammontare di spesa di lire 2.836.900.000, nonché di opere per lire 646.200.000 per la realizzazione di spazi dedicati alla libera professione ambulatoriale.

Pare rilevante precisare che alla data odierna le opzioni per l’attività libero-professionale, rapporto di esclusività fortemente voluto dal legislatore, dal Ministro Bindi, sono le seguenti: medici 220 su 237, veterinari 25 su 27, farmacisti 4 su 4, biologi 12 su 12, chimici 3 su 3, fisici 2 su 2, psicologi 8 su 8.

In più rispetto alla seconda parte della domanda presentata dal Consigliere Beneforti, con cui chiede quali sono le garanzie nei confronti del cittadino non solvente, è stato emanato proprio in applicazione della normativa citata, un regolamento per l’esercizio dell’attività della libera professione intra moenia, che riguarda le modalità organizzative dell'attività libero-professionale del personale medico e delle altre professionalità del ruolo sanitario, che dettagliatamente descrive come deve essere svolta l’attività libero-professionale intra moenia, che non deve essere a discapito dell’attività istituzionale.

Io cito alcuni articoli principali:

- l’articolo 2, che tratta le modalità di utilizzo dei posti letto, e cita: "I posti letto concorrono agli standard dei posti letto per mille abitanti previsto dall’articolo 2 della legge n. 549," cioè non sono posti letto aggiuntivi rispetto al 4,5 percento ma sono un di cui?;

- l’articolo 6, che riguarda le modalità delle prenotazioni per la tenuta delle liste di attesa e per l’eventuale turnazione del personale in libera professione, dice che di norma "le prenotazioni vengono effettuate presso un centro di prenotazione opportunamente strutturato; in attesa dell'istituzione di detta struttura la prenotazione verrà effettuata presso i singoli dirigenti medici o in sede da loro indicate, la lista di attesa della sala operatoria e dei letti di libera professione deve essere gestita direttamente dalla Direzione sanitaria; a tale lista devono poter accedere tutti i dirigenti medici interessati";

- l’articolo 7, che parla di criteri e modalità per assicurare l’equilibrio fra l’attività istituzionale e corrispondente attività libero-professionale, dice che "l’orario dedicato alle attività della libera professione non può superare quello dedicato alle attività istituzionali, nell’attività libero-professionale e d’équipe il tempo dedicato potrà coincidere con il normale orario di servizio, dovrà essere recuperato dall’azienda secondo pesi concordati";

- l’articolo 8, che tratta della nomina di un organismo di verifica paritetico fra dirigenti sanitari delle organizzazioni sindacali e rappresentanti dell’azienda, e dice che "la Direzione generale istituisce una commissione permanente paritetica con funzioni propositive e di verifica del regolare svolgimento dell’attività libero professionale";

- infine l’articolo 13, che tratta del tempo dedicato all’attività libero-professionale e recita: "la libera professione deve essere espletata al di fuori dell’orario di servizio e non deve coincidere con turni di pronta disponibilità, qualora, per esigenze di servizio, l’attività libero-professionale non possa essere svolta negli orari programmati, la stessa potrà essere recuperata in altro orario e/o giorno; si possono verificare diverse situazioni con riferimento alle differenti articolazioni dell’attività così come individuate all’articolo 1, e cioè: 1) attività ambulatoriale; 2) attività di diagnostica strumentale; 3) attività di ricovero. Nel primo caso gli interessati dovranno timbrare il cartellino marca tempo prima dell’inizio dell’attività libero-professionale, nel secondo caso il tempo di debito orario del dirigente o dell’équipe verrà quantificato in relazione alla tipologia dell’esame indicato espressamente nel tariffario; per quanto concerne invece la libera professione in regime di ricovero si devono distinguere le diverse situazioni verificabili. Premesso che gli interventi chirurgici espressamente richiesti come libera professione devono essere sempre effettuati al di fuori dell’orario di servizio, il tempo che viene dedicato all’assistenza al paziente solvente viene parificato a 30 minuti al giorno; pertanto se trattasi di un unico operatore interessato, l’intero debito orario, come sopra quantificato, deve essere posto a carico dell’operatore stesso."

Sono state cioè date tutta una serie di indicazioni precise per evitare da un lato che ci siano delle commistioni fra l’attività istituzionale del personale dirigente e del personale infermieristico di supporto e l’attività libero-professionale.

Per quanto riguarda l’utente, mi limito a dire che a livello personale non ritengo che in Valle d’Aosta l’attività libero-professionale abbia almeno per l’inizio un grossissimo successo, perché se è vero che sceglieranno l’attività professionale i cittadini che ritengono di avere piuttosto che un comfort alberghiero maggiore, una prestazione individuale personalizzata e un rapporto di fiducia paziente-utente, è altrettanto vero che statisticamente si rivolgono all’attività libero-professionale i cittadini che posseggono polizze assicurative che gli permettono di avere il rimborso. E la Valle d’Aosta, sotto questo punto di vista, oggi è ancora carente.

È di tutta evidenza che il futuro della sanità pubblica è questo: gli ospedali tentano di trasformarsi nella logica dell'aziendalizzazione sempre più in cliniche private e di porsi in concorrenza l’uno con l’altro, offrendo servizi migliori, perché l’unico modo per sopravvivere dal punto di vista economico-finanziario da parte degli ospedali è quello di incassare di più.

Questo lo vediamo già nella pratica corrente, lo vediamo purtroppo già nella "contrattazione" - uso il termine volutamente - per la scelta dei medici che si pongono sul mercato e chiedono agli ospedali - è successo ultimamente a Ivrea - quanto gli viene offerto nel contratto individuale di lavoro rispetto a quanto gli viene offerto dagli ospedali vicini.

Auspico che questa aziendalizzazione forzata non perda di vista la centralità del paziente, che è l’elemento fondamentale, e che si privilegi invece l’aspetto economico-finanziario, che è sì importante ma sicuramente secondario rispetto al primo punto.

PresidenteLa parola al Consigliere Beneforti.

Beneforti (PVA-cU)Ringrazio l’Assessore della sua dettagliata relazione e delle norme di legge che ha citato, ma un conto è la libera professione intra m?nia, un conto sono le camere a pagamento!

Assessore, ammetto anche che ci sia un regolamento, delle liste di attesa ben precise, ma le norme di legge non prevedono che debbano crearsi?

(interruzione dell’Assessore Vicquéry, fuori microfono)

? mi lasci finire il discorso! Dico che un conto è la professione intra moenia, un conto sono le camere a pagamento! Non è detto che debbano crearsi all’interno degli ospedali delle cliniche private a disposizione dei primari?

(interruzione dell’Assessore Vicquéry, fuori microfono)

? ma dove sta scritto l’obbligo? C’è un altro obbligo, Assessore: con la riforma iniziale fu detto che di fronte alla salute tutti i cittadini dovevano essere uguali, non ci dovevano essere ammalati di "serie A" e di "serie B", e che, con i soldi o senza i soldi, gli ammalati dovevano ricevere lo stesso trattamento sia per quanto riguarda la prevenzione, sia per quanto riguarda la cura, sia per quanto riguarda la riabilitazione.

Cosa accadeva al nostro Ospedale regionale, se non venivano aperte le camere a pagamento? Niente! Come non è successo niente in tanti altri ospedali dove questo non è avvenuto?

(interruzione dell’Assessore Vicquéry, fuori microfono)

? senta, Assessore, io non l’ho interrotta, lei mi ricorda sempre la Bindi perché era del mio partito (ce ne fossero di Bindi in questo Paese, è l’unica che ha fatto qualcosa per la sanità!) Me le leggo tutte le leggi, Assessore, le ho tutte, ma nessuna norma dice che chi ha i soldi si può curare in modo diverso da chi non li ha, questa è la realtà che si deve comprendere e che voi avete instaurato nell’Ospedale! Oggi con questo sistema, Assessore, al centro dell’assistenza sanitaria c’è più il medico che l’ammalato. Non so di chi sia la responsabilità, ma ho compreso una cosa: nel tentativo di coinvolgere i medici, siete rimasti coinvolti voi, come Assessorato e come USL.

Questa è la realtà, Assessore, perché per combattere le liste di attesa occorre ben altro che le camere a pagamento!

Non dico che non si debba tener conto del trattamento economico dei medici; ma le liste di attesa, lei lo sa meglio di me, come si potrebbero eliminare all’interno dell’Ospedale!

Il privato in Valle d’Aosta non esiste in ospedali e cliniche, e quello che c’è non è temibile, dato che ci si richiama al privato nel prendere questo provvedimento! Il nostro privato, lo dico chiaramente, sono i medici. La nostra vera concorrenza sta in quei medici che abbiamo in casa, al nostro interno, che ottengono ciò che vogliono, e l’Assessore sa anche il perché. Sa perché abbiamo certe situazioni: perché tanti medici si sentono sostenuti dalle lobby o dalle forze politiche di maggioranza, verso le quali dimostrano di avere più simpatia e attrazione.

Certe situazioni ci sono perché non avete il coraggio di denunciarle, perché voi come sempre coprite tutto e tutti! Per rispondermi stamani avete citato un elenco di leggi che faceva spavento, avete cominciato dal 1900, leggi e norme che tutti abbiamo nell’Ufficio gruppi, che leggiamo continuamente e andiamo a verificare, perché seguendo la politica è chiaro che dobbiamo essere al corrente di tutto questo. Quindi bisogna avere il coraggio di dare una svolta alla situazione che esiste.

Mi si dice che non ci sarà differenza di trattamento; vorrei vedere se ci fosse!

Ho sentito da certe dichiarazioni che è una questione di scelta dei pazienti, certo, ma è una scelta facile per chi può pagare. Il cittadino lavoratore, il poveretto con una pensione minima o poco più, deve aspettare mesi e anni per essere ricoverato, e se nell’attesa muore poco importa, si dirà che era un poveretto e ora ha finito di soffrire!

Non ci siamo, Assessore. Dare l’assistenza sanitaria distinguendo fra chi può pagare e chi no, nel caso della Valle d’Aosta è vergognoso, l’ho detto e lo ripeto?

(interruzione dell’Assessore Vicquéry, fuori microfono)

? è penoso? È penoso il vostro comportamento, che vi siete fatti coinvolgere dai medici ? al centro della politica sanitaria in Valle non c’è l’ammalato, ma c’è il medico, lo vediamo dalle nomine che fate!

Questo dimostra la vostra debolezza, l’incapacità di gestire un servizio pubblico così importante. Dimostra che i miliardi dei Valdostani spesi per l’assistenza sanitaria sono spesi male da chi ha il mandato di gestirli. Dimostra che le liste di attesa sono il pretesto per ottenere da parte di certe branche mediche sempre di più di quello che hanno, e questo lei non me lo può negare, Assessore, perché lei le vive giornalmente queste cose!

Sarò anche penoso, ma penosi siete voi perché quando l’ammalato che non ha soldi chiede di andare in una camera a pagamento, voi non ce lo mandate, e quello che ha i soldi ha la precedenza sugli altri, ha la precedenza di essere operato e di andare nella camera a pagamento, mentre chi non ha soldi deve aspettare anni. E succede oggi, figuriamoci dopo! E voglio vedere quanta parità di trattamento c'è. Mi ricordo che, quando c’erano le camere a pagamento all’Ospedale di Aosta, quando suonava un campanello della corsia e suonava un campanello della camera a pagamento, tutti correvano prima alla camera a pagamento e poi alla corsia, perché i primari portavano gli stessi infermieri ad adeguarsi alla situazione.

Termino qui e mi auguro che questa situazione sia rivista; comunque da parte nostra vi "talloneremo" e ogni volta che capteremo situazioni che si verranno a creare di diversità di trattamento e di comportamenti estranei alla vita sociale, li denunceremo in tutte le sedi e in tutti i momenti, caro Assessore! Se lei interpreta così la sanità, sbaglia; credevo che con la sua esperienza avesse un diverso modo di organizzare la politica sanitaria in Valle!