Compte rendu complet du débat du Conseil régional

Objet du Conseil n. 1758 du 21 décembre 2000 - Resoconto

OGGETTO N. 1758/XI Solidarietà nei confronti dei lavoratori della Cogne Acciai Speciali a seguito di loro recenti rivendicazioni sindacali. (Reiezione di mozione)

Mozione Il Consiglio regionale della Valle d’Aosta

Preso atto delle difficoltà esistenti nel rapporto tra le organizzazioni sindacali e i vertici aziendali della Cogne Acciai Speciali di Aosta;

Constatato che i sindacati hanno esternato il loro disagio a più riprese, con comunicati stampa, in audizione in 4° Commissione consiliare, con la stessa proclamazione dello sciopero;

Avendo appreso dei ripetuti tentativi d’incontro e di riproposizione dei problemi da parte dei rappresentanti sindacali al fine di addivenire ad un dialogo con l’azienda;

Ritenuto urgente riaffermare il valore importante del rispetto delle tradizioni sindacali e dei corretti rapporti tra azienda e lavoratori;

Condividendo l’impegno dei sindacati per migliorare la vita dei lavoratori nell’azienda, nel rispetto dell’obiettivo di garantire e migliorare la produttività dell’azienda;

Avendo appreso di forme di intimidazione adottate dall’azienda nei confronti di lavoratori che avevano scioperato o che si erano fatti portatori del disagio di compagni di reparto;

Avendo inoltre appreso dell’intenzione dell’azienda di procedere ad uno scorporo dell’attuale società e contemporaneamente dell’acquisizione della società Novacciai nel Novarese;

Esprime

- apprezzamento per le organizzazioni di rappresentanza dei lavoratori, e stima per il ruolo sociale che rivestono all’interno e all’esterno dell’azienda;

- preoccupazione per un eventuale scorporo dell’azienda e per lo spostamento di parte della produzione dalla C.A.S. di Aosta a Novacciai;

Dichiara

la propria solidarietà ai lavoratori che, di fronte al comportamento aziendale, chiedono il rispetto dei loro diritti sindacali previsti e sanciti dalle norme di legge e contrattuali vigenti;

Auspica

che l’azienda tenga conto del ruolo e delle tradizioni sindacali presenti sul territorio italiano e nei paesi europei, e che reinterpreti il proprio ruolo direttivo e sociale affinché i suoi rapporti con i dipendenti siano improntati al massimo rispetto e collaborazione.

F.to: Squarzino Secondina - Curtaz - Beneforti

PrésidentLa parole au Conseiller Cottino pour motion d’ordre.

Cottino (UV)Pour demander au Président si c’est possible de revoir la suggestion qu’il venait de faire tantôt à propos de l’exécution des travaux. On préférerait continuer la séance le matin pour terminer les travaux au lieu de rentrer dans l’après-midi.

J’ai demandé l’avis de tout le monde et il me semble que tout le monde est d’accord.

PrésidentDans un esprit de Noël ce consensus ne peut me trouver que d’accord, donc nous procéderons au prolongement de la séance de ce matin, pour examiner également le point n° 75.

La parole au Conseiller Beneforti.

Beneforti (PVA-cU) Abbiamo presentato questa mozione perché non siamo rimasti soddisfatti della risposta che è stata data alla nostra interpellanza nella precedente seduta del Consiglio regionale. Per noi si tratta di riprendere il confronto su due aspetti fondamentali: il primo è il rispetto dei diritti sindacali all’interno della società Cogne Acciai Speciali, il secondo è la salvaguardia dell’attività produttiva e dell’occupazione dagli scorpori e dal trasferimento all’esterno della produzione verso altra società.

Come abbiamo detto e ripetuto in più occasioni, per ciò che rappresenta la CAS per Aosta agli effetti occupazionali, economici e sociali, non possiamo pensare di lasciare tutto al libero controllo della CAS.

È vero che un ruolo importante è affidato alle rappresentanze sindacali interne ed esterne alla società, ma credo che di fronte a quanto sta accadendo la politica non possa essere assente o prendere le distanze.

Non dico, come diceva l’Assessore l’altra volta, che non si debba tener conto della separazione dei ruoli, ma l’esperienza insegna che non sempre il mondo del lavoro è in condizione di tutelare da solo i propri diritti, che non sempre le istituzioni sono in condizioni di difendere il sistema democratico senza l’apporto del mondo del lavoro. L’esperienza insegna altresì che occorre intervenire per vigilare al fine di evitare sorprese sul piano produttivo, sul piano occupazionale e sul piano sociale.

Da che mondo è mondo (e molti di quelli che sono seduti qui lo sanno perché hanno fatto il mestiere come l’ho fatto io un tempo) i datori di lavoro non sempre adempiono al ruolo sociale che sono chiamati a svolgere nella società: prima guardano ai loro interessi e poi a quelli del prossimo. Concertazione, mobilità, flessibilità, libertà di licenziare, riforma delle pensioni, cassa integrazione: sono le parole che risuonano nelle rivendicazioni dei datori di lavoro e che hanno trovato spazio anche nella contrattazione fra le parti tanto da ridurre il potere sindacale nei luoghi di lavoro nel settore pubblico come nel privato e come è avvenuto alla Cogne Acciai Speciali.

Il comportamento della CAS, tendente a porre in essere scorpori e trasferimenti di produzione, tendente a creare un clima di rappresaglia e di intimidazione che è stato denunciato dalle organizzazioni sindacali e dai lavoratori, la mancata applicazione delle norme di legge e contrattuali che riguardano i diritti sindacali e dei lavoratori, richiedono un intervento forte della Regione come delle forze politiche presenti in questo Consiglio regionale. Si tratta di difendere sia la nostra tradizione siderurgica, sia di favorire quel clima di collaborazione che deve sussistere in ogni ambiente di lavoro.

Infine si tratta di scegliere, Assessore, da quale parte stare. Certo, può essere una scelta difficile, ma quando si impone, come è oggi il caso, non si può evitare e non si può nemmeno evitare: la scelta la si deve fare.

E la mozione ha proprio questo indirizzo: esprimere solidarietà, ma nello stesso tempo dimostrare di essere presenti come Regione e come forze politiche.

Se votiamo la mozione in modo unitario, diamo una risposta, che è la risposta che come Regione e come Consiglio diamo ai problemi che oggi agitano i lavoratori, e nello stesso tempo incoraggiamo e acceleriamo la ripresa del dialogo fra le parti interessate, che sembra stia lentamente riprendendo.

Nello stesso tempo otteniamo il rispetto dello statuto dei lavoratori che è lo strumento per l’effettiva tutela dei lavoratori da parte del sindacato nei luoghi di lavoro. Le relazioni sindacali non si mantengono con le chiusure conservatrici, né con le aperture reazionarie da qualsiasi parte provengano.

Occorre comprendere che il metodo della contrattazione e della concertazione offre maggiori possibilità di collaborazione fra le parti. Ci auguriamo che questo lo comprenda anche la Cogne Acciai Speciali, ma molto dipende da noi e soprattutto da voi della Giunta, dipende dalla volontà politica che avete di sostenere questa linea.

Non è con l’ordine del giorno che avete proposto e approvato ieri sera che ci si pone con forza di fronte alla CAS come Regione e si ricrea fiducia nei lavoratori e nelle strutture sindacali; infatti, con il vostro ordine del giorno, date per scontato il processo di riorganizzazione che l’azienda vuole realizzare, un processo che comporta lo scorporo della CAS e il conferimento della produzione di rami aziendali a due nuove società.

Ma ci vogliamo rendere conto che lo scorporo oltre alla produzione porta con sé anche la forza lavoro, il personale! Tant’è vero che in molti casi le aziende si servono degli scorpori per far fuori gli esuberi o le persone indesiderate perché con gli scorpori si vanno a costituire altre società, si passa l’attività lavorativa, si passano le maestranze, si chiude quell’attività e quindi quelli che lì sono stati trasferiti si ritrovano senza lavoro come è accaduto e come accade anche qui.

Non so a chi si è accesa la lampadina e ha proposto l’ordine del giorno di ieri, ma per essere credibili occorre essere trasparenti e lei, Assessore, non lo è stato. È comprensibile che cerchiate di recuperare il terreno che avete perduto nei confronti della CAS che è andata avanti senza mostrare alcuna considerazione sia nei confronti delle strutture sindacali, sia nei confronti vostri dimenticando addirittura l’accordo definito allora storico raggiunto alla fine del 1993.

Ma il recupero dei rapporti fra le parti si può realizzare in due maniere: da parte dei lavoratori con l’azione sindacale, che è la via tradizionale, oppure da parte vostra con la richiesta di aggiornamento degli accordi esistenti, ma questo può essere giusto, se c’è una proposta da presentare, su cui confrontarsi con la società in alternativa alle proposte che la società avanza.

Se non avete proposte, o andate a prendere atto di quanto la CAS ha già deciso, e questo è quello che andrete a fare, oppure tratterete sulla piattaforma della controparte che poi alla fine vi porterà alle conclusioni di quello che vuole l’azienda. L’azienda magari darà un contentino cedendo qualcosa sui diritti sindacali, in cambio degli scorpori che ha deciso già di realizzare; l’azienda quindi prende due piccioni con una fava: riporta la normalità all’interno dell’azienda e ottiene gli scorpori che aveva già deciso.

In questo caso accontenta la Regione e accontenta anche le organizzazioni sindacali e dirà che questo è nel rispetto degli accordi del 1993. Dopo però non venite qui a dire che l’accordo storico del 1993 è stato rispettato, dato che l’azienda manterrà, se li manterrà, gli 800 addetti che si era impegnata a tenere in forza, nonostante che oggi abbia avviato il processo di riorganizzazione.

Non venite domani a dirci, siccome l’ordine del giorno di ieri richiama l’aggiornamento dell’accordo del 1993 e del protocollo del 1993 (se alla luce di quel protocollo si mantengono gli 800 addetti oggi nonostante la riorganizzazione) che questo è stato un successo da parte vostra. Tenete presente che dagli 800 si era arrivati a 1.100 dipendenti alla CAS.

Quello che dispiace, nel vedere l’ordine del giorno di ieri, è che da parte della Regione ci si presenti all’azienda con il cappello in mano, nonostante la forza che le deriva dal mandato che potrebbe ricevere da questo Consiglio, approvando unitariamente la mozione che presentiamo.

Termino qui, vedo che non c’è molto interesse nei confronti dei dipendenti della Cogne; ce n’era molto di più quando i dipendenti della Cogne erano in piccionaia, allora i consiglieri erano tutti seduti qua e tutti parlavano e intervenivano e ce la mettevano tutta. Oggi c’è disinteresse, questa la si considera una quisquilia da discutere all’ultima ora della mattinata, con la fretta, perché non vogliamo tornare nel pomeriggio.

Verrà il momento, state tranquilli se non ci si porrà con forza nei confronti della società, che gli operai torneranno sopra e torneranno anche ad occupare questo Consiglio, come è successo diverse volte.

Mi ricordo che in passato si andava in fabbrica a fare i consigli aperti per tutelare il posto di lavoro in quell’azienda; mi ricordo anche i volantini che sono stati distribuiti dalle forze politiche che sono presenti qua, l’altra sera me li rileggevo, allora c’era qualcuno che qui sosteneva che i dipendenti dovevano essere 2.000, guai se erano 1.999!

Poi siamo arrivati alla fine del 1993 che sono diventati 800 e si è detto che quell’accordo era storico.

Non vorrei che si tornasse ad essere storici con accordi che portano a ridurre la presenza della CAS in Aosta. Concludo perché mi sembra di aver illustrato ampiamente i motivi di questa mozione.

PrésidentLa discussion est ouverte.

La parole à l’Assesseur à l’industrie, à l’artisanat et à l’énergie, Ferraris.

Ferraris (GV-DS-PSE)In merito alle questioni poste dal Consigliere Beneforti che sono sostanzialmente due: i problemi relativi allo scorporo e all'acquisizione di Novacciai e la questione relativa alle relazioni sindacali, credo che, rispetto al momento in cui è stata presentata la mozione, ci troviamo in una situazione in cui sono emerse delle sostanziali novità.

Innanzitutto, per quanto riguarda la questione dello scorporo e dell’acquisizione della Novacciai, l’ordine del giorno, indipendentemente dalle opinioni che ha espresso il Consigliere Beneforti, il documento votato ieri a maggioranza dal Consiglio, impegna la Giunta regionale ad avviare un aggiornamento degli accordi sottoscritti dal protocollo del 1993 anche allo scopo di valutare i riflessi dell’accordo stesso sul processo di riorganizzazione in atto: quello che vogliamo fare è qualcosa di più di quello che sosteneva in quest’aula il Consigliere Beneforti.

Sono passati 7 anni dal protocollo d'intesa, nel frattempo c’è stato un consolidamento della società, c’è stato un mantenimento dei livelli occupazionali, oggi ci troviamo di fronte a una nuova situazione determinata dagli scorpori, dall'acquisizione di una nuova società, da eventi esterni che hanno coinvolto l’azienda, l’alluvione e l’incendio, per cui riteniamo opportuno non solo una verifica ma soprattutto un aggiornamento agli accordi del 1993.

L’ordine del giorno dice una cosa con grande chiarezza: l’impegno della Regione consiste, così come era scritto nel protocollo del 1993, nel sostenere iniziative imprenditoriali nella nostra Regione al fine di rafforzarne il tessuto economico.

Questo è l’intervento forte che deve realizzare la Regione.

La Regione indica anche una precisa direzione di marcia che è quella di andare nella direzione di far sì che in una Regione come la nostra il settore industriale sia un settore che abbia un suo ruolo e una propria importanza, però qui è bene chiarire chi fa che cosa: la Regione ha un proprio compito istituzionale, così come all'azienda compete predisporre i piani aziendali.

I piani aziendali non li fa il Consiglio regionale, quando non solo i Consigli regionali, ma il Parlamento si è intromesso nella gestione delle aziende come nel caso delle aziende a partecipazione statale i risultati sono stati negativi.

La giunta regionale non deve neanche predisporre una piattaforma. Le piattaforme le fanno i sindacati e le presentano alla controparte.

La Cogne non è una controparte della Regione, la Cogne è un interlocutore così come qualunque altra impresa che opera in questa Regione.

La Regione non può ragionare di politica industriale in termini di parte e controparte.

Questo semmai è il mestiere del sindacalista.

La Regione svolge un ruolo istituzionale che è quello di sostenere e creare condizioni per lo sviluppo.

Sulla base di questo si adottano delle misure, si definiscono dei provvedimenti, si vanno a creare quei fattori che possono facilitare l’insediamento delle aziende.

Vi siete mai posti il problema del costo energetico per l’industria nazionale?

In Italia il costo dell’energia elettrica è il più caro in Europa e voi sapete che l’industria siderurgica un po' di energia elettrica la consuma; non pensate che questo potrebbe essere un tema di discussione con l’azienda insieme ai problemi di sviluppo dell’azienda, del consolidamento dell'occupazione?

Ma non sarà mai questa Giunta che andrà a discutere con l’azienda su come deve essere articolata la società stessa, intanto perché è bene separare i ruoli, ma anche perché, qualora andassimo a concordare con l’azienda le sue modalità di riorganizzazione, nel momento in cui queste non funzionassero, le responsabilità ricadrebbero sull’Amministrazione regionale e questo non vogliamo assolutamente che accade.

Per tornare alla questione posta dalla mozione, direi che la prima questione, che è quella relativa a cosa fare rispetto al processo di riorganizzazione e di scorporo, forniamo con l'ordine del giorno votato dal Consiglio una risposta precisa: siamo perché venga approfondito con l’azienda il nuovo processo di riorganizzazione e contemporaneamente siamo per un aggiornamento del protocollo del 1993. Seconda questione: le relazioni sindacali.

Nella mozione si fa riferimento a rapporti sindacali corretti e rispettosi di una tradizione sindacale consolidata in Valle e qui siamo tutti d’accordo.

Ieri abbiamo sentito in quest'aula l’intervento del Consigliere Borre che rispecchiava i sentimenti della maggioranza come pure l’attenzione che viene rivolta dalla maggioranza nei confronti dei lavoratori, della dignità del lavoro, delle condizioni in cui il lavoro si svolge all’interno di ogni impresa di questa Valle, quindi posso dire che il livello di attenzione è decisamente alto rispetto a questo problema.

Ci troviamo anche qui di fronte a una situazione diversa rispetto al passato, in sede di Associazione valdostana industriali le organizzazioni sindacali e l’azienda stanno scrivendo un testo base per quanto riguarda i rapporti sindacali in azienda, si sta predisponendo un accordo e c’è un impegno della CAS a sottoscriverlo.

Sapete che questa è una delle questioni che i sindacati avevano posto nell’incontro con la IV commissione consiliare; da questo punto di vista mi pare che nelle sedi proprie le cose stiano andando avanti in modo positivo.

Ci viene chiesto di schierarci; non abbiamo problemi a schierarci, lo dicevo prima.

Noi ci schieriamo per un dialogo con le imprese che consenta lo sviluppo dell’occupazione e migliori condizioni di lavoro in fabbrica e per questo ascoltiamo sia le imprese che le organizzazioni dei lavoratori e oggi proprio queste ultime ci chiedono di acquisire maggiori certezze rispetto al futuro dello Stabilimento e per questo mi stupisce che una forza politica che ritiene essere sensibile e, sicuramente lo è, alle esigenze dei lavoratori abbia votato contro l’ordine del giorno di ieri, che va nelle direzioni richieste anche nell'ordine del giorno.

Ma aggiungo un altro elemento: non ritengo opportuno, nel momento in cui c’è un confronto aperto in una sede propria, che il Consiglio regionale intervenga rispetto a una trattativa che si sta normalmente svolgendo proprio perché, nei momenti in cui le parti stanno trovando una soluzione, interventi esterni non sono di aiuto; la situazione si è sbloccata, si sta andando verso un accordo, non credo che sia opportuno che il Consiglio regionale, rispetto ad ogni vertenza che in questa Regione c’è stata e ci sarà in futuro, debba esprimersi con degli ordini del giorno nel momento in cui si svolge la normale dialettica fra le parti.

Nella mozione si parla di solidarietà; a me questa solidarietà appare un po' "pelosa" perché, ripeto, rispetto a una richiesta delle organizzazioni sindacali di riaprire il confronto con l’azienda e andare a un adeguamento del protocollo di intesa del 1993, il gruppo dell’Ulivo vota contro e poi sulle questioni relative alla sicurezza nello stabilimento abbiamo assistito ieri all’illustrazione di un'interpellanza i cui toni mi facevano pensare che la Cogne fosse l’Acna di Cengio, per chi se lo ricorda, una bomba ecologica che c’era in Piemonte e che poi è stata chiusa.

La Consigliera Squarzino nel corso del suo intervento, forse accorgendosi della foga, aveva corretto la sua posizione dicendo che non era in discussione la vita dello stabilimento, con questo in ogni caso evidenziando una evidente contraddizione nelle posizioni del gruppo dell'Ulivo.

Per concludere noi chiediamo, proprio perché le questioni poste dalla mozione le riteniamo già affrontate, al gruppo dell’Ulivo di ritirare la mozione, altrimenti ci asterremo.

PrésidentLa parole au Conseiller Beneforti.

Beneforti (PVA-cU) È la risposta che prevedevo, più o meno è la stessa che l’Assessore aveva dato all'interpellanza presentata nel precedente Consiglio.

Faccio una piccola premessa: non è che ci siamo alzati una mattina e abbiamo presentato la mozione; ci sono stati incontri, anche con rappresentanti sindacali e rappresentanti dei lavoratori, con i quali abbiamo parlato e che ci hanno raffigurato il quadro della situazione che c’è all’interno della Cogne; quindi non è che siamo venuti qui e abbiamo fatto una strumentalizzazione politica, come qualcuno sempre dice che vogliamo fare.

Mi rendo conto anch'io, e lo avevo già anticipato nel mio intervento, se lei lo ha seguito, che ci sono compiti istituzionali e compiti della Regione e ci sono compiti dell’azienda e ci sono i compiti delle organizzazioni sindacali ma, quando si chiede un intervento forte, si chiede una presa di posizione per favorire la ripresa del dialogo e perché le parti che sono interessate siano aperte al confronto e ricerchino una soluzione effettiva ai problemi che sono di fronte agli operai della Cogne.

L’obiettivo che si pone la Giunta, si dice, sia quello di rivedere l’accordo del 1993, ma si tenga presente che con quell’accordo si entrò nel merito, si stabilì che la nuova azienda Acciai Speciali doveva avere 800 dipendenti e si stabilì quali erano gli esuberi, qual era l’attività che doveva essere svolta, andiamocelo a rileggere quel protocollo?

(interruzione dell’Assessore Ferraris, fuori microfono)

? c’era chi passava alla Cogne Acciai Speciali e chi restava da un’altra parte, che poi si è trovato fuori dall’azienda: ce lo rileggiamo quell’accordo, Assessore; voi lo avete definito storico a quel tempo!

Penso che, se si sono stabiliti allora certi presupposti, quei presupposti bisognava rivederli oggi, e non dire che non possiamo intervenire in fatti che sono propri dell’azienda e delle organizzazioni sindacali, perché come si intervenne allora dobbiamo intervenire oggi, per andare a verificare se quanto fu contrattato è stato rispettato. Con il clima che c’era allora si deve riprendere oggi il dialogo.

Ma quando mi sento dire che adesso è tutto risolto perché hanno ripreso le trattative in sede sindacale io voglio conoscere ciò che hanno stabilito sui rapporti sindacali, Assessore.

Mi auguro, e lo andremo a leggere il protocollo sui miglioramenti dei rapporti sindacali. Con il protocollo migliora lo statuto dei lavoratori, migliorano le norme dei diritti sindacali previsti dai contratti di lavoro? Si va oltre oppure no?

Perché sarebbe triste andare sotto a quanto già prevede lo statuto dei lavoratori, o le norme contrattuali. Io credo che non si possa non tener conto di quello che già esiste. Caso mai c’è da migliorare l’esistente e non peggiorarlo.

Stiamo attenti, Assessore, a non fare passi falsi anche come Regione e a non dover rincorrere l’azienda per legalizzare a posteriori scelte produttive e programmi che, come quelli di oggi, non saranno mai nell’interesse della Valle d’Aosta.

Il riferimento di certe scelte alla maggiore funzionalità e alla competitività?, è un ritornello che si sente ripetere sempre a giustificazione delle decisioni prese sul piano produttivo e sul piano occupazionale; si invoca sempre la funzionalità e la competitività per giustificare le ristrutturazioni aziendali.

Del resto la competitività e la funzionalità sono il cavallo di battaglia delle aziende e anche la CAS si comporta di conseguenza.

Oggi ho l’impressione che si chieda di rivedere l’accordo del 1993 rincorrendo la società e andando a legalizzare quello che la società ha già deciso, e questo non farebbe onore nemmeno alla Regione, alla Giunta e al Consiglio regionale. Pertanto gli scopi che volevamo ottenere con la mozione sono ancora evidenti, riteniamo di non doverla ritirare e dichiariamo di votarla in quanto firmatari.

PrésidentJe soumets au vote la motion:

Conseillers présents: 28

Votants: 3

Pour: 3

Abstentions: 25 (Agnesod, Borre, Cerise, Charles Teresa, Collé, Cottino, Cuc, Ferraris, Fiou, Frassy, Lattanzi, Lavoyer, Louvin, Marguerettaz, Nicco, Ottoz, Pastoret, Perrin, Piccolo, Praduroux, Rini, Tibaldi, Vallet, Vicquéry, Viérin D.)

Le Conseil n’approuve pas.