Compte rendu complet du débat du Conseil régional

Objet du Conseil n. 1741 du 20 décembre 2000 - Resoconto

OGGETTO N. 1741/XI Modalità di privatizzazione della società "Centrale del latte". (Interpellanza)

Interpellanza Considerata la precaria situazione finanziaria della Centrale del latte che anche nel 2000 prevede un bilancio in rosso da ripianare con risorse regionali;

Preso atto delle numerose iniziative del gruppo di Forza Italia che ha più volte contestato il sistema gestionale e sollecitato la privatizzazione del sito industriale di Gressan quale soluzione alla precaria situazione finanziaria ed occupazionale;

Richiamate le dichiarazioni dell’Assessore competente che, in occasione dell’ultima interpellanza del nostro gruppo sul tema, ha annunciato di aver dato incarico alla Finaosta di avviare le pratiche per la privatizzazione della Centrale del latte;

il sottoscritto Consigliere regionale

Interpella

l’Assessore competente al fine di conoscere:

1) con quali procedure si intende avviare tale processo;

2) quali sono le iniziative messe in atto da Finaosta per raggiungere l’obiettivo in oggetto;

3) chi sono i partner potenziali e quali progetti industriali hanno presentato al vaglio della finanziaria regionale e dell’Assessorato.

F.to: Lattanzi

PrésidentLa parole au Conseiller Lattanzi.

Lattanzi (FI)Sorridevamo io e l’Assessore perché anch'io come il mio collega Tibaldi auspico che questa possa essere l’ultima interpellanza sulla centrale del latte.

Chiamarla telenovela non sarebbe giusto perché è una cosa importante ed è un fatto di cui nella nostra Regione si è dibattuto molto.

La nostra Regione ha avuto il merito di rilanciare un'attività in questo senso fondamentale per i prodotti dell’agricoltura, latticini caseari, evidentemente abbiamo contestato molto la formula con la quale il Governo aveva scelto di procedere nel lancio di questa produzione e sovente abbiamo sollecitato con interpellanze e interrogazioni che si andasse in direzioni più produttive non tanto per il mercato o per l’azienda stessa, ma proprio per i livelli occupazionali e per i prodotti della nostra Regione.

Avevamo sollecitato tanto questo che in un'ultima interpellanza l’Assessore ci aveva annunciato la presa d’atto come unica soluzione alle problematiche purtroppo ricorrenti del bilancio in rosso della centrale del latte la valutazione di una possibile privatizzazione.

Anche qui sarebbe necessario aprire una parentesi per quanto riguarda almeno la posizione di Forza Italia rispetto alla privatizzazione: non consideriamo la privatizzazione la sanatoria di tutti i mali in assoluto, ma riteniamo che in casi come questo la gestione privatistica di un’azienda e quindi il suo competere sui mercati possa produrre a chi fornisce la materia prima a questa azienda maggiori prospettive di sviluppo rispetto invece a come è stata realizzata la distribuzione regionalizzata dei prodotti caseari valdostani.

Un'organizzazione che ha avuto le sue lacune, come abbiamo più volte anticipato, in un'inconcludente gestione produttiva e commerciale con scelte strategiche di mercato che hanno più volte lasciato perplesso il nostro gruppo e che abbiamo giudicato non di cattiva volontà, ma di incapacità gestionale.

Detto questo, crediamo che i prodotti della centrale del latte della Valle d’Aosta debbano avere un mercato molto più ampio, debbano necessariamente affrontare la sfida del mercato della qualità che è l’unico mercato che quel tipo di prodotto può ambire a raggiungere, deve mettersi nelle condizioni di essere presente in Europa e non più nella Valle d’Aosta e magari una o due regioni limitrofe proprio perché la sfida in questo settore, vista la privatizzazione di centrali del latte in Lombardia piuttosto che in Piemonte, diventa veramente una sfida mortale.

E visto che anche le altre regioni hanno dei prodotti che considerano tipici e di nicchia, su quelli stanno facendo forti investimenti nella distribuzione, è nella sfida della qualità e della distribuzione che si gioca la partita.

Crediamo che a questo punto diventi urgente passare da quelle che erano delle intenzioni di valutazione delle privatizzazioni alla vera e propria privatizzazione fermo restando che la proprietà di quell’insediamento è regionale, quindi di danaro pubblico dei nostri Valdostani per cui c’è la preoccupazione di capire quali progetti industriali si possono sviluppare attraverso quei privati che si assumeranno l’onere e l’onore di poter gestire questo sito che è sicuramente un sito industriale molto avanzato, un fiore all’occhiello di quello che si può considerare la produttività nel settore specifico.

Speriamo che l’Assessore oggi possa darci delle indicazioni più precise rispetto a quelle che erano sostanzialmente nelle ultime interpellanze delle intenzioni, delle valutazioni.

PrésidentLa parole à l’Assesseur à l’agriculture et aux ressources naturelles, Perrin.

Perrin (UV) Je remercie le Conseiller Lattanzi pour avoir proposé de nouveau le thème de la centrale. C’est vrai, il ne s’agit pas d’une farce, mais il s’agit d’un problème réel.

J’avais illustré lors de la séance du 27 septembre les procédures de vérification dont Finaosta est chargée quant à la recherche d’un partenaire pour la centrale laitière.

En effet il paraît désormais clair que la centrale ne peut demeurer en telle qu’entreprise isolée, au contraire elle doit s’intégrer aux autres réalités de la filière laitière et fromagère, secteur qui représente 80 pour cent du produit brut de l’agriculture valdôtaine, donc élément portant du secteur.

En partant de cette prise d’acte, il en découle que l’assainissement de la société ne peut être rejoint à travers une simple privatisation, mais qu’on doit l'envisager graduellement à travers la création d’une synergie entre les acteurs du secteur, améliorant en même temps l’image et la qualité des productions locales.

Notre lait ainsi que le label de la centrale et les emplois actuels sont autant d’éléments que nous voulons absolument garantir.

Finaosta est chargée de l’individuation de partenaires industriels disposés à entrer dans la société de façon importante tout en respectant les conditions et les stratégies que je viens d’illustrer, donc la recherche des marchés est ciblée vers un acquéreur garantissant solidité financière ainsi que capacité de gestion et commerciale, disposé à relancer le potentiel productif de la centrale tout en garantissant le maintien et la valorisation du label, le niveau de l’emploi et l’achat du lait des producteurs régionaux. Ce sont les trois thèmes fondamentaux.

Les modalités de cession, cela est demandé dans l’interpellation, sont visées aux lois régionales n° 12/1997 et n° 8/2000 portant dispositions en matière des biens de la Région Vallée d’Aoste; en particulier la cession des participations directes en fonction de l’intérêt public visé par la Région peut être effectuée selon trois modalités: la vente publique ou la négociation directe avec d’autres associés - s’il y a des associés intéressés à la gestion de la centrale - ou la négociation directe avec d’autres acquéreurs potentiels.

Et je viens aux conclusions: l’Assessorat en ce moment particulier ne dispose pas encore d’informations définitives concernant les partenaires potentiels et les projets industriels respectifs, ce qui devrait être communiqué dans le délai de quelques semaines, donc le but que nous nous étions proposé c’était d’avoir des indications pour la fin de l’année et nous nous approchons à cette échéance.

Le tout sera soumis à l’examen du Gouvernement régional qui devra décider sur la validité des propositions et sur les éventuelles modalités d’accord. Voilà donc nous sommes dans cette phase délicate de recherche de la part de Finaosta et d'analyse des propositions qui lui ont été fournies. Nous sommes en train, en tant que Gouvernement régional, d’attendre que Finaosta nous fasse connaître toutes les informations qu’elle a pu recueillir dans cette phase.

PrésidentLa parole au Conseiller Lattanzi.

Lattanzi (FI)Intanto ringrazio l’Assessore per aver compreso lo spirito costruttivo di questa interpellanza che va nella direzione di tenere informato il Consiglio regionale su uno dei fattori importanti, un fattore chiave della produttività e dell'economia valdostana e ancor di più, come diceva giustamente, fondamentale per un intero settore che è quello dell’agricoltura.

Ha ribadito sostanzialmente l’Assessore quali sono le condizioni strategiche, operative alle quali si può procedere verso questa privatizzazione confermando che il partner deve essere di assoluta solidità e affidabilità sotto l’aspetto della capacità gestionale e che mantenga fermo quei tre principi che fra l’altro come gruppo di Forza Italia condividiamo, cioè quello che comunque si parli della commercializzazione dei prodotti tipici della qualità della Valle d’Aosta, del marchio della Valle d’Aosta e naturalmente degli impieghi del personale che oggi è in atto.

L’Assessore sa che oltre a questi tre presupposti ce ne sono tutta una serie di altri che sono subito dietro di essi e cioè che il dire che non si può fare a meno in questo accordo della qualità dei prodotti valdostani e del marchio significa anche entrare in un mercato con il prodotto del latte valdostano che ha presupposti di economicità completamente diversi perché così non può che essere: se si parla di qualità, non può che essere più cara, mettiamola così, ed è evidentemente un fattore molto delicato.

Prendo atto dalla risposta che non c’è ancora la definizione di chi potrebbe essere il partner o i partner e di quali possono essere le offerte perché Finaosta le sta valutando e le porterà a conoscenza della Giunta nelle prossime settimane, però mi permetto di fare una considerazione rispetto alle privatizzazioni che nelle regioni a noi limitrofe sono state fatte in maniera molto importante, per fare un esempio per tutti: la centrale del latte di Milano.

Un’operazione da decine di miliardi, aziende che erano catapultate nell’appalto per poter fare un'offerta ed è un’offerta che è andata in crescendo proprio perché c’era un interesse intrinseco nell’arrivare a impossessarsi della centrale del latte di Milano che era un portafoglio clienti e una produttività che addirittura chiudeva i bilanci in utile.

Quindi è evidente che, quando si vuole attrarre l’imprenditore ad acquistare un'azienda pubblica che fa utili e che addirittura ha un potenziale mercato già molto consolidato, ma ancor più potenziale proprio perché ha la possibilità, intrinseca nel portafoglio, di sviluppare linee di prodotto ancor più strategiche e quindi di aumentare i potenziali fatturati, il privato vede l’occasione di investire in un'azienda che già così gestita in maniera limitativa produce utili per decine di miliardi e che in mano al privato potrebbe scatenare utili ancora più importanti.

Noi non siamo purtroppo in quelle condizioni, non possiamo ambire ad avere una gara al rialzo nell'offerta della partecipazione al business valdostano perché quello che offriamo non parte da un presupposto di economicità virtuosa in questo momento.

Ha invece un'economicità potenziale, una potenzialità data dalla qualità tipica del prodotto che andiamo a lavorare in quel sito industriale e se vogliamo dirlo in maniera molto aperta, anche nella qualità del sito industriale stesso che potrebbe essere dato in concessione all'impresa che, gestendolo bene e in maniera economica e soprattutto con una visione commerciale strategica di grande respiro, potrebbe farlo fruttare.

Allora la partita non è facile: attirare la privatizzazione o i privati su un’azienda che oggi è potenzialmente un'azienda che potrebbe fare utili, ma che soffre della mancanza di una serie di scelte in territori strategici pesantissime, dove a chi viene gli si chiede prima di tutto di dimostrare la propria solidità finanziaria, giustamente, e di accollarsi eventuali deficit che in questo momento stiamo ancora subendo è veramente meno appetibile.

Al di là di fare della politica sulla centrale del latte perché qui essere di Destra o di Sinistra c’entra poco, quello che ci sentiamo di dire come gruppo è questo: rispetto alla centrale del latte dobbiamo partire da una consapevolezza, spero che l’Assessorato lo faccia presente a Finaosta, se non lo ha già fatto, dobbiamo partire dal presupposto che non possiamo più continuare con l’attirare industrie da fuori semplicemente prospettando una serie di aiuti finanziari che non saremmo oggi, viste le nostre condizioni finanziarie, in grado di dare, che da una parte dobbiamo chiedere la qualità della capacità gestionale degli investimenti ai privati, ma d’altra parte dobbiamo offrire qualcosa.

In questo, l’Assessore mi comprende bene, ci sono una serie di riscontri che prima o poi verranno al pettine, penso al sovrapprezzo del latte per esempio, però credo che una serie di carte ce le abbiamo, almeno due: la prima è sicuramente la tipicità del prodotto, però è tipico il nostro come è tipico quello della Val di Susa piuttosto che quello della Val di Non, ma su quello della Valle d’Aosta si può davvero giocare un ruolo importante dal punto di vista del marchio e della tipicità del prodotto; la seconda è sulla qualità del sito industriale perché è lì che si giocherà la partita.

In quell'offerta di contrattazione noi potremo lavorare non tanto nell’offrire un'assistenza finanziaria, che poi ci metterebbe in condizioni di andare a ripianare eventuali debiti non più del pubblico, ma del privato quanto nell’andare a sposare un progetto industriale che metta nelle condizioni i privati che vengono qui con capacità industriale e magari con capacità distributiva e produttiva di sfruttare al meglio un sito industriale che ha un valore importante solo se ad usarlo è qualcuno che può commercializzare fuori il prodotto.

In questo senso credo che possiamo mettere pochi paletti al privato che dovrà venire perché se cominciamo a dire: "Tu vieni, ti diamo il sito industriale, non ti daremo soldi, ma il latte lo devi pagare di più, questo lo devi pagare di più, quello lo devi pagare di più, ci devi garantire l’occupazione?", eccetera, continueremo a trovarci qui ogni anno a discutere di bilanci in rosso della centrale del latte.

Forza Italia ribadisce la sua disponibilità al confronto politico su questo aspetto, ma ripeto che di politico c’è ben poco, qui ci sono delle scelte strategiche che vanno nell’interesse di tutti i Valdostani che operano nel settore dell’agricoltura e nel settore del latte che solo attraverso quel sito industriale e la sua efficiente operatività possono pensare di continuare a produrre latte e poterlo vendere.

Non c’è alternativa, la sola alternativa è chiudere quella centrale e portare il latte a Milano piuttosto che a Torino e questo sarebbe la distruzione di quella capacità di autonomia che in tutto il mondo diciamo di essere un esempio per gli altri.

La fase della regionalizzazione e della privatizzazione è una fase molto delicata, condivido, però invito l’Assessore a ragionare con Finaosta sull’abbassare il prezzo, questo lo diciamo in maniera molto forte: dobbiamo riuscire a convincere gli agricoltori che se continuiamo a vendere il latte a questo prezzo, noi la centrale del latte non l’avremo e fra qualche mese dovremo andare non a vendere a un prezzo più basso, ma dovremo non più vendere il nostro prodotto perché la concorrenza non è in America o a Tokyo, è in Francia, a Sestrière piuttosto che nelle valli di Bergamo o di Brescia.

In questo senso credo che dobbiamo fare una riflessione profonda su cosa significhi privatizzare un’azienda che non è semplicemente affidarne la gestione a un privato, ma è creare le condizioni di libero mercato nelle quali anche i produttori devono fare un passo avanti o un passo indietro se pensiamo di vendere il prodotto.

Se invece pensiamo che, siccome siamo Valdostani e abbiamo sempre venduto il latte a un certo prezzo, dobbiamo avere la garanzia che qualcuno ce lo compri sempre a questo prezzo, probabilmente continueremo ad allevare le mucche, ma il latte lo dovremo buttare come stanno facendo in questi giorni nelle piazze perché non si riuscirà a venderlo.