Compte rendu complet du débat du Conseil régional

Objet du Conseil n. 1740 du 20 décembre 2000 - Resoconto

OGGETTO N. 1740/XI Presenza di sostanze pericolose per la salute nell’area "Cogne" interessata recentemente da un incendio. (Interpellanza)

Interpellanza Preso atto dell’incendio scoppiato il 28 novembre 2000 nel reparto "decappaggio" della Cogne Acciai Speciali, dove sono collocate vasche contenenti acidi per il trattamento dell’acciaio "grezzo";

Ritenendo che nelle vasche vuote incendiate fossero presenti residui di acidi necessari per la lavorazione;

Constatata la presenza di un'alta colonna di fumo provocata dalla combustione di materie plastiche;

Considerato che momentanee condizioni meteorologiche hanno evitato che il fumo si propagasse nelle zone abitate, arrecando disturbi alla salute;

Considerando che nelle zone interessate dagli incendi sono depositate tonnellate di acidi che, se fossero state coinvolte nell’incendio, avrebbero provocato un disastro ambientale con gravi conseguenze per la salute dei cittadini;

Avendo appreso che i vigili del fuoco giunti tempestivamente nel luogo non erano muniti di maschera antigas;

Dato che l’incendio è scoppiato in una zona già interessata dall’alluvione;

Tenuto conto che i depositi contenenti acido fluoridico, solforico ed altri acidi forti sono collocati a ridosso di zone densamente abitate;

i sottoscritti Consiglieri regionali

Interpellano

gli Assessori competenti per sapere:

1) quali sono, per quanto di loro conoscenza, le cause dell’incendio;

2) se è vero che nelle vasche, se pure vuote, erano rimaste tracce di acidi e quali sono i risultati dell’analisi del fumo;

3) se non ritengano che la presenza di depositi di acido solforico, di acido fluoridrico e di altri acidi forti in zona a ridosso di centri abitati sia fonte di costante pericolo e quali misure di sicurezza intendano prendere al riguardo;

4) cosa intendono fare per prevenire il verificarsi di altri simili eventi o di possibili più gravi incendi.

F.to: Squarzino Secondina - Beneforti - Curtaz

PrésidentLa parole à la Conseillère Squarzino Secondina.

Squarzino (PVA-cU)Credo che martedì 28 novembre molti abbiano avuto possibilità di vedere una colonna di fumo nero che si è alzata all’improvviso nel cielo di Aosta: era scoppiato un incendio alla Cogne Acciai Speciali nel reparto decapaggio, reparto questo, ormai lo abbiamo imparato, dove sono collocate vasche che contengono acidi per il trattamento dell’acciaio grezzo e già quel giorno in Consiglio, lo ricordavo, chi si è affacciato alla finestra per vedere il fumo ha sentito in gola come un pizzicore fastidioso e acre.

La colonna di fumo si è alzata diritta in alto e la sensazione di pizzicore è scomparsa perché tutta l’aria inquinata era all’interno di questa colonna di fumo.

Nel giro di poche ore tutto è tornato normale, però abbiamo visto come ci sia stata una specie di esplosione improvvisa e qui ho alcune foto che documentano molto bene come sia stato qualcosa di improvviso e come il vento poi abbia incolonnato tutto il fumo verso l'alto.

Dicevo che nel giro di poche ore tutto è tornato normale. Il giorno successivo gli organi di informazione hanno rassicurato la popolazione che non era successo nulla di grave: i capannoni bruciati non erano in funzionamento perché il reparto era stato chiuso in seguito all’alluvione; le vasche all’interno dei capannoni erano vuote e il materiale bruciato che era all’origine di quelle fiamme nere era un materiale di plastica Moplen, che - a quanto dice l’azienda costruttrice - è un materiale che anche se bruciato non produce fumi dannosi alla salute e infatti le centraline che registrano la qualità dell’aria, quelle che sono in funzione, non hanno neanche questa volta rilevato significativi dati alterati della qualità dell’aria.

Tutto era ed è sotto controllo: questo il messaggio rassicurante che è stato fornito alla popolazione. Può darsi che sia vero, ma alcuni dubbi ci rimangono. Uso il plurale perché l’interpellanza è stata firmata da tutti e tre i membri del gruppo consiliare.

Primo dubbio: chi può assicurare che nelle vasche svuotate non fossero rimaste tracce di acidi? Questa è una delle domande poste nell'interpellanza. Ricordo che si tratta di acidi molto forti, fra questi l’acido fluoridrico e l’acido solforico, la cui presenza potrebbe spiegare quella sensazione di irritazione alla gola che molti hanno provato.

Secondo dubbio: accanto al reparto bruciato sono depositate tonnellate di acido fluoridrico e di acido solforico. Il dubbio che ci poniamo è questo: e se le fiamme si fossero propagate a questi depositi?

Il pericolo esisteva tant’è vero che i vigili del fuoco si sono preoccupati, non dico innanzitutto, ma in modo speciale, di raffreddare queste vasche con forti gettiti d’acqua. Con la terza domanda chiediamo se non si ritenga che la presenza di depositi di acido solforico, di acido fluoridrico e di altri acidi forti a ridosso di centri abitati non possa essere fonte di costante pericolo.

Per fortuna possiamo dire è andato tutto bene per una serie di concause favorevoli: la prima, quella cui accennavo poc'anzi, deriva dal fatto che le vasche erano state svuotate; la seconda è relativa ad una situazione meteorologica che ha portato in alto più di mille metri questa colonna di fumo, ma se questa colonna di fumo si fosse dispersa sull’abitato, cosa sarebbe successo?

Quindi il problema esiste: non è sufficiente dire che tutto si è risolto per il meglio, che dobbiamo stare tranquilli, che è andata bene, che non ci sono motivi di preoccupazione.

Riteniamo che questo incendio alla Cogne è stato per così dire un'avvisaglia di possibili pericoli che ci sono in quella zona: pertanto chiediamo come ultima domanda cosa si intende fare per prevenire il verificarsi di altri simili eventi o il verificarsi di altri possibili, speriamo di no, più gravi incendi.

C’è anche una prima domanda che riguarda le cause dell’incendio, non lo so se ci sono già elementi nuovi rispetto al niente che per ora è apparso sugli organi di informazione.

PrésidentLa parole à l’Assesseur à la santé, au bien-être et aux politiques sociales, Vicquéry.

Vicquéry (UV)Il decreto legislativo n. 626/1994 sancisce all’articolo 23 che la vigilanza sull’applicazione della legislazione in materia di sicurezza e salute nei luoghi di lavoro è svolta dal Dipartimento di prevenzione dell’USL e per quanto di specifica competenza dal Corpo nazionale dei vigili del fuoco.

Il datore di lavoro ha l’obbligo fra l’altro di redigere una relazione sulla valutazione dei rischi per la sicurezza e la salute durante il lavoro e di individuare le misure di prevenzione e protezione conseguenti (articolo 4 dello stesso decreto legislativo).

Il datore di lavoro organizza inoltre all’interno dell’azienda il servizio di prevenzione e protezione (articolo 8) che è obbligatorio in particolare per le aziende ad alto rischio e quelle con oltre 200 lavoratori dipendenti. I compiti del servizio di prevenzione e protezione sono descritti invece nell’articolo 9. Gli articoli 12 e 13 del decreto riguardano la prevenzione incendi, in particolare il datore di lavoro deve organizzare i necessari rapporti con i servizi pubblici competenti in materia di pronto soccorso, salvataggio, lotta antincendio e gestione dell’emergenza.

Ciò detto e precisato che alle quattro domande solo il datore di lavoro può rispondere, se non in parte alla seconda del punto 2 a cui daremo una risposta, abbiamo chiesto alla Cogne Acciai Speciali di rispondere puntualmente alle domande che sono state poste e la risposta testualmente è la seguente:

"Le cause dell’incendio non sono ancora state determinate, sono in corso gli accertamenti del caso. Dopo l’evento alluvionale del 15 ottobre 2000, prevedendo un periodo di inattività del reparto abbastanza lungo, le vasche erano state svuotate e lavate con acqua. Al momento dell’incendio pertanto non vi erano residui presenti all’interno delle stesse. Essendovi la necessità di ricostruire sia l’impianto di decapaggio che parte dei depositi di sostanze chimiche, verranno adottati tutti i provvedimenti necessari nel pieno rispetto della normativa di legge al fine di garantire un adeguato livello di sicurezza. La Cogne Acciai Speciali rientra nella direttiva n. 96/82/CEE (il cosiddetto "Seveso 2" per intenderci) attuativa del decreto legislativo n. 334/1999 e ha inoltrato le comunicazioni previste nella direttiva stessa nel mese di ottobre 2000, esattamente in data 10 ottobre dell’anno.

Relativamente al reparto interessato dall’incendio la sostanza rientrante nella direttiva di cui sopra è l’acido fluoridrico; lo stesso, come la maggior parte delle sostanze chimiche, può costituire pericolo. In considerazione però delle modalità di utilizzo e delle caratteristiche delle aree di stoccaggio e degli impianti produttivi nonché delle misure di sicurezza adottate, la probabilità di rischio è mantenuta a livelli assolutamente compatibili con la dislocazione dello stabilimento. Si provvederà inoltre a verificare periodicamente la possibilità di elevare ulteriormente gli standard di sicurezza in base alle evoluzioni tecniche nel campo specifico".

Chiusa la citazione della Cogne.

Per quanto concerne la seconda parte del punto 2 dell'interpellanza, si fa presente che il controllo della qualità dell’aria nella città di Aosta viene realizzato attraverso un sistema complesso che fa capo alla rete regionale di monitoraggio dell’inquinamento atmosferico.

Nei dati rilevati dalle centraline dislocate in vari punti della città di Aosta: piazza Plouves, piazza della Repubblica e Teatro Romano non sono stati rilevati il giorno dell’incidente incrementi significativi delle concentrazioni inquinanti monitorate.

Anche i valori ricavati dal monitoraggio effettuato con il laboratorio mobile installato alle ore 18,00 del 28 novembre, il giorno dell’incidente, presso la palestra del quartiere Dora, hanno evidenziato gli stessi andamenti delle concentrazioni misurate presso piazza Plouves e caratteristici dell’orario e del periodo.

Nella tabella che ho qui davanti e che non sto a leggere sono riportati i valori medi di concentrazione in aria del particolato totale (PTS), del particolato fine (PM10), degli idrocarburi policlinici aromatici (IPA), del monossido di carbonio (CO), del biossido di azoto (NO2), del biossido di zolfo (SO2) rilevati dalla centralina di piazza Plouves i giorni 27 e 28, al momento dell’incidente, cioè durante l’incendio e il 29 novembre dalle ore 15,00 alle ore 16,00 e dalle ore 16,00 alle ore 17,00.

Segue tutta la tabella per le tre date. Come si può notare le concentrazioni di inquinanti non variano significativamente nel tempo anzi nel giorno 28 novembre non si sono verificati incrementi delle concentrazioni degli inquinanti monitorati e le variazioni giornaliere sono simili a quelle degli altri giorni della settimana, per esempio il monossido di carbonio il 27, cioè il giorno precedente, era di 3.11, mentre il giorno dell’incendio era di 2.87; l’idrocarburo, che è poi quello che conta, era di 82.8 rispetto a 83.5; il biossido 31.5 il giorno precedente e 23.2 il giorno seguente e così il 29, cioè c’è un andamento costante per dire che non c’è stata nessuna modifica sostanziale legata all’incendio.

Si riportano inoltre i risultati delle analisi di tre filtri forniti da Bonifiche Valle d’Aosta, società cooperativa a responsabilità limitata nell’ambito di controlli che la società sta effettuando per valutare l’impatto del cantiere nel corso dei lavori di costruzione della nuova circolazione di Aosta.

Su tali filtri sono state determinate le concentrazioni di polveri totali sospese, PTS e di IPA (idrocarburi), anche in questo caso i valori medi e giornalieri delle concentrazioni di PTS (polveri totali sospese) sono dello stesso ordine di grandezza di quelli derivati dalla centralina di monitoraggio di qualità dell’aria di piazza Plouves.

Le concentrazioni medie giornaliere degli idrocarburi sono risultate invece leggermente superiori a quelle riscontrate in piazza Plouves. A rigore queste concentrazioni non potrebbero essere confrontate fra di loro, in quanto le due serie di dati si riferiscono a luoghi diversi e sono state ottenute con metodi di campionamento ed analisi differenti.

Ciononostante le concentrazioni rilevate in prossimità dello stabilimento non hanno subito un incremento elevato nella giornata in cui si è verificato l’evento incidentale.

Questo per rispondere a quali sono i risultati dell’analisi del fumo.

Non ho altro da aggiungere perché, pur nella sua sinteticità, la Cogne ha risposto alle quattro domande che sono pervenute.

Posso concludere dicendo che sia il collega Ferraris che il sottoscritto che si sono recati immediatamente in loco per fortuna non hanno avuto questa sensazione di irritazione che la Consigliera dice di aver provato, comunque il messaggio rassicurante che è stato dato è stato rilasciato a ragion veduta alla presenza dei tecnici dell’ARPA, dei vigili del fuoco e dei responsabili della sicurezza.

Nel merito del contenuto dell'interpellanza, come ho detto, la Cogne ha trasmesso solo in data 10 ottobre, ma aveva tempo un anno dalla data di entrata in vigore del "Seveso 2", una voluminosa documentazione che riguarda l’articolo 6 del n. 334 e che concerne le schede di informazione sui rischi di incidente rilevanti per i cittadini e per i lavoratori che deve essere valutata attentamente nella commissione tecnica, la quale darà le sue indicazioni di livello tecnico.

È una materia complessa questa dell’applicazione del "Seveso 2" che ancora deve essere fatta in un contesto generale di grosse incertezze giuridiche.

Ho qui un testo scientifico di un ingegnere, Edoardo Galatola, che scrive sul "Sole 24Ore", ambiente e sicurezza, e che critica fortemente il decreto legislativo n. 334/1999, "decreto Seveso" sia per la sua difficoltà applicativa, sia per la sua applicazione concreta.

Ripeto, è materia nuova molto complessa; di certo vi è che spetta all'industria e ai datori di lavoro porre in essere tutte le misure di sicurezza.

Noi a posteriori non abbiamo nessuna possibilità di smentire o confermare le affermazioni della ditta perché se questa ci dice che le vasche erano state svuotate in conseguenza dell’alluvione, dobbiamo prenderne atto.

Come si sia sviluppato l’incendio, i vigili del fuoco ci confermano che è aperta un'inchiesta, ma non hanno indicazioni precise da fornirci ad oggi.

PrésidentLa parole à la Conseillère Squarzino Secondina.

Squarzino (PVA-cU)Speravo, Assessore, che ci fosse da parte sua e da parte anche della Giunta che lei rappresenta, un'attenzione maggiore a quello che è successo. Secondo me, qui si sta ancora una volta banalizzando e sottovalutando un incidente.

Non voglio fare nessun paragone esplicito con l’alluvione perché ciascuno di noi implicitamente lo fa; ma qui per nostra fortuna, nostra come popolazione di Aosta e come responsabili politici e come comunità turistica, è andato tutto bene, ripeto per una serie favorevole di concause, ma poteva benissimo succedere qualcosa di molto più grave. Sarebbe stato sufficiente che ci fosse una diversa situazione meteorologica che non avesse fatto salire in alto quella colonna di fumo.

Certo che chi è andato lì vicino non ha sentito i fumi irritanti, lo chieda anche ai tecnici dell’ARPA il perché e le diranno che chi era vicino all'incendio sotto la colonna, non poteva respirare i fumi della colonna. Hanno respirato i fumi della colonna i primi che hanno respirato nel momento in cui è iniziato l’incendio.

È chiaro che tutti coloro che si trovavano in questa colonna di fumo, che sembra un cono d’ombra, hanno respirato quei fumi che non fanno bene alla salute, questo è sicuro.

C’è stato un inquinamento acuto, quindi un fenomeno molto grave e possiamo dire che per fortuna è andata bene.

Quello che non vedo, Assessore, nel suo intervento è questa attenzione alla situazione e non vedo neanche da parte sua e della Giunta la preoccupazione di chiedersi cosa si può fare adesso perché non capiti più. Lasciamo stare le commissioni che sono commissioni tecniche, ma dal punto di vista politico lei deve avere questa preoccupazione, deve chiedere alla commissione di sapere esattamente tutta la tipologia di rischi che questa azienda comporta.

L’acciaieria, che è stata costruita nel tempo vicino al centro abitato, oggi non sarebbe più costruita accanto alla città. Non dico che bisogna smantellare la Cogne, dico però che se questa acciaieria è vicino alla città, dentro il centro abitato, allora bisogna moltiplicare ulteriormente le attenzioni. Ci sono tonnellate di acidi forti, di acidi pericolosi a poche centinaia di metri dalle case e rispetto a questo non so se ci sono stati o se ci saranno tutti gli indispensabili dispositivi di sicurezza.

Ancora, al momento attuale, con acciaierie in centro città, occorre un'azione politica forte per chiedere, pretendere che vengano utilizzate tecnologie non inquinanti o meno inquinanti, altrimenti questo pericolo può ripetersi.

Fino a pochi anni fa, eravamo abituati a pensare ai pericoli come cose che magari capitavano ad altri; poi purtroppo abbiamo assistito all'incidente nel tunnel, siamo stati colpiti dall'alluvione: cose che pensavamo imprevedibili sono invece successe e proprio a noi.

Credo che questo incendio sia un'avvisaglia, provvidenziale aggiungo io, di quello che potrebbe capitare se fin da subito non vengono individuati tutti i possibili rischi.

Un'acciaieria in mezzo al deserto certo che deve prevenire i rischi, anche soprattutto per i lavoratori, ma un'acciaieria in mezzo alla città deve osservare una serie di prevenzioni molto più raffinate. Questa attenzione io non l’ho registrata?

(interruzione dell’Assessore Vicquéry, fuori microfono)

? non era solo pathos. Chiedo che ci sia questa attenzione, anzi fra non molto torneremo a chiedere precisi dati. A me non basta che mi faccia vedere una relazione, Assessore, perché anche stamani lei mi ha detto giustamente che l’azienda aveva sempre rispettato la norma, però abbiamo visto che in concreto questo non era avvenuto.

Quando ho chiesto dei dati precisi, rispetto all'informazione, per esempio, abbiamo visto che non c’è stata. Allora una cosa è affermare, altra cosa è verificare se quello che si è affermato è avvenuto. Questo è il problema, Assessore, e su questo chiedo a lei, alla Giunta intera, in particolare all’Assessore all'industria, un'attenzione speciale.