Compte rendu complet du débat du Conseil régional

Objet du Conseil n. 1738 du 20 décembre 2000 - Resoconto

OGGETTO N. 1738/XI Ristrutturazione degli immobili ex-Montefibre in Comune di Châtillon. (Interpellanza)

Interpellanza Premesso:

- che le palazzine ex-Montefibre n. 2 e n. 3, presso l’area industriale del Comune di Châtillon attendono, da anni, il completamento dell’opera di ristrutturazione, avviata dall’Amministrazione regionale sin dal 1991;

- che tali edifici, avendo una volumetria apprezzabile e un’ubicazione favorevole, potrebbero essere destinati utilmente a favore della comunità locale;

- che più volte la Giunta regionale, sollecitata sull’argomento, ha garantito il completamento dell’intervento, ma alle parole non sono conseguiti i fatti;

tutto ciò premesso il sottoscritto Consigliere regionale

Interpella

la Giunta regionale per sapere:

1) se ed entro quali termini intende procedere al completamento della ristrutturazione di cui in premessa, al fine di rendere usufruibili le palazzine ex-Montefibre ubicate nel Comune di Châtillon;

2) a quanto ammontano le spese finora sostenute e quale intervento finanziario è ancora necessario per ultimare i lavori;

3) se ha già individuato una possibile destinazione: in caso affermativo, se ha coinvolto il Comune di Châtillon.

F.to: Tibaldi

PresidenteLa parola al Consigliere Tibaldi.

Tibaldi (FI)Il problema concernente le palazzine ex-Montefibre di Châtillon non arriva in aula oggi, ma è già stato affrontato un anno fa con un'interpellanza proposta dal gruppo di Forza Italia avente ad oggetto il medesimo argomento.

Cosa sia stato fatto a distanza di un anno non ci è dato capirlo, Assessore, perché se nella scorsa interpellanza lei in maniera prodigiosa ci ha fatto una cronistoria degli eventi e delle vicissitudini, sia giudiziarie che aziendali, delle ditte titolari dell’appalto, a distanza di un anno (e a distanza di nove anni da quando ha preso avvio il progetto, era il 1991) non riusciamo a capire quali altre ragioni impediscano il completamento della ristrutturazione.

Meno male che le due palazzine ex Tecdis dovevano ospitare nel 1994 gli alunni dell’Istituto Panorama! Come l’Assessore ricorderà, anche se non era in quel momento alla guida del settore delle opere pubbliche. Per un'emergenza dovuta ad un adeguamento di carattere strutturale dell’edificio Panorama le due palazzine avrebbero dovuto essere provvisoriamente e urgentemente adibite a sede alternativa rispetto all’edificio Panorama.

Così non è stato, poiché si è provveduto diversamente, ma soprattutto perché l’odissea di queste due palazzine ha caratterizzato questo intervento che ogni tanto si perde.

Il consorzio ravennate nel 1993 viene individuato come impresa titolare dell’appalto, poi nel 1997 dopo una serie di vicende giudiziarie si vede revocato l’incarico.

Nel 1997 l’incarico viene assegnato all’impresa Costruzioni Generali CGP di Milano, ma poi questa impresa versa in cattive condizioni economiche, di conseguenza l’intervento si arena per una seconda volta.

Poi l’anno scorso, per far fronte a un intervento urgente, il rifacimento del tetto, i lavori vengono affidati in economia a un'altra impresa e qui voglio leggere un passaggio dell’Assessore perché è significativo. "Il Consigliere interpellante mi chiede come mai nel frattempo l’Amministrazione regionale ha provveduto ad affidare in economia i lavori per il rifacimento del tetto e non ha provveduto all'aggiudicazione dell'impresa classificatasi terza successivamente così come da parere del Prof. Garancini. Questo è avvenuto perché quei lavori erano urgenti, le palazzine sono, era il 1999, attualmente scoperchiate per evitare che le intemperie producessero ulteriori danni, evidentemente quei lavori in economia, affidati con urgenza, verranno calcolati in danno all'impresa aggiudicatrice".

Ancora stamani passavo di fronte alle palazzine, perché sono ben visibili dall’autostrada, ma non ho visto nessun tetto. Vorrei sapere chi ha fatto il tetto, dove lo ha fatto, su quale edificio è stato costruito e chi lo ha pagato perché se lei, Assessore, passa davanti al casello di Châtillon, lo vede: qui si parla di lavori di rifacimento del tetto in economia, ma nessun tetto è visibile su quegli edifici.

L’altro giorno, casualmente, ho visto una persona che si inerpicava sulle impalcature che sono posizionate ormai da un quinquennio, ma mi sembrava più un aspirante suicida piuttosto che un mastro edile.

Allora vorrei capire che cosa si vuole fare di queste palazzine, cosa si vuole fare di questo progetto, anche perché ogni tanto tornano alla memoria, ogni tanto se ne parla, se ne parlava addirittura qualche anno fa come sede di corsi di formazione professionale, di avviamento al lavoro, dovevano essere annesse all’insediamento industriale Tecdis lì vicino, ma non c’è mai stata una destinazione comprensibile.

Questa interpellanza è la seconda, oserei dire l’ennesima che viene proposta all’Assessore per capire cosa ne vuole fare di queste palazzine: se intende coinvolgere la comunità locale, visto che c'è una apprezzabile volumetria e un'ubicazione favorevole e la stessa comunità locale avrebbe necessità di ulteriori spazi da impegnare in attività sociali o iniziative istituzionali, e se ha individuato una possibile destinazione.

Gradirei però avere una risposta a una domanda che qui non è formulata: chi ha fatto il tetto e dove è stato fatto e quali soldi sono stati spesi finora.

PresidenteLa parola all’Assessore al territorio, ambiente e opere pubbliche, Vallet.

Vallet (UV)La risposta mi permetterà di tranquillizzare il Consigliere Tibaldi, nel senso che siamo arrivati finalmente all’epilogo della situazione. Sono certo che questa sarà l’ultima iniziativa del Consigliere Tibaldi su questo argomento.

Comincerò dall’ultima domanda, quella non contenuta nell'interpellanza, in relazione al tetto.

I lavori previsti con quella delibera di affidamento in economia non sono mai stati realizzati e la delibera è stata revocata perché, ma lo capirà meglio seguendo il contesto della risposta generale, in quel cantiere non abbiamo potuto accedere in relazione alle questioni posteci dal curatore fallimentare che ha seguito il fallimento dell'impresa CGP rispetto alla quale avevamo definito la risoluzione del contratto, quindi quei lavori non sono stati eseguiti e l’atto è stato revocato.

Riprenderò la cronistoria non dal 1991, ma dal 26 maggio 1999, dove l’abbiamo lasciata quando abbiamo discusso in Consiglio la precedente iniziativa del Consigliere Tibaldi.

Da allora le operazioni di collaudo tecnico-amministrativo dei lavori, rispetto ai quali avevamo provveduto alla risoluzione del contratto per il fallimento dell'impresa aggiudicataria, hanno subito una serie di contrattempi e di ritardi per effetto della dichiarazione di fallimento dell'impresa esecutrice: Costruzioni Generali CGP S.r.l., intervenuta con sentenza del 18 gennaio 1999 dal Tribunale di Milano.

Il curatore fallimentare ha voluto esplorare la possibilità di procedere con una cessione di un ramo di azienda ad un’altra impresa.

Con una nota del 5 novembre 1999, riscontrando le comunicazioni del curatore fallimentare volte a comunicare all’Amministrazione la cessione del ramo di azienda Costruzioni edilizie, opere civili e stradali, alla ditta Lafatre S.r.l. di Frosinone e a chiedere ragguagli sulle eventuali determinazioni prese circa il subentro della cessionaria, l’Amministrazione regionale confermava il deliberato del provvedimento della Giunta regionale, n. 3.765 del 26 ottobre 1998 con il quale era stata approvata la risoluzione contrattuale ben prima che l’impresa appaltatrice fosse soggetta alla dichiarazione di fallimento contestando di fatto la legittimità dei rapporti accesi dal curatore fallimentare con soggetti terzi a contratto già risolto.

Il Dipartimento delle opere pubbliche a quel punto, valutata positivamente l’ipotesi di affidare i lavori al terzo classificato della gara di appalto, dato l’evidente vantaggio per l’interesse dell’Amministrazione, ha provveduto in data 18 febbraio 2000 ad interpellare, con esito positivo, la ditta Zoppoli e Pulcher S.p.A. di Torino, terza classificata, per sapere se la stessa fosse disposta ad assumersi l’onere del completamento dei lavori in oggetto alle stesse condizioni dell'impresa CGP precedentemente aggiudicataria.

A seguito dell'emissione del certificato di collaudo strutturale, datato 30 marzo 2000, a firma dell’Ing. Pietro Giorgio e relativo alla quota parte di opere eseguite dalla fallita Costruzioni Generali, è stata conseguita la totalità degli elementi indispensabili per il collaudo amministrativo delle opere, di quelle già eseguite dall'impresa precedente.

In data 28 marzo il Coordinatore del Dipartimento opere edili dell’Assessorato ha provveduto all'apertura del procedimento per la verifica della regolarità contributiva ed assicurativa della ditta Zoppoli e Pucher, la quale aveva dato la propria disponibilità ad assumersi l’onere del completamento dei lavori.

Il 4 aprile 2000 il collaudatore incaricato ha provveduto all'emissione della relazione, verbale di visita, certificato di collaudo amministrativo dei lavori di cui trattasi con il quale, a seguito dei riscontri effettuati, la parte di opera realizzata risulta eseguita secondo il progetto approvato e la stessa risulta collaudabile. Solo in data 20 aprile 2000 il curatore fallimentare, a seguito dell’invito alla sottoscrizione dei documenti contabili, vi ha provveduto.

La Direzione opere edili ha evidenziato la necessità di recepire nei contenuti del nuovo contratto, indispensabile per il completamento delle opere a seguito del fallimento della CGP, le intervenute disposizioni introdotte dalla "legge Merloni ter" che impongono l’obbligo, pena la nullità, di allegare al contratto il piano operativo di sicurezza, la non assoggettabilità al ribasso d’asta per la sicurezza previsti nel piano citato nonché il rispetto delle condizioni economiche proposte in sede di offerta.

Finalmente con la delibera del 12 giugno 2000 la Giunta ha deliberato di approvare il piano di sicurezza e approvare il completamento delle opere in oggetto incaricando la Direzione attività contrattuali di sottoscrivere con la ditta Zoppoli e Pulcher il contratto alle stesse condizioni con le quali era stato stipulato il precedente contratto con la ditta CGP.

In data 14 luglio 2000 si è quindi proceduto alla consegna dei lavori all'impresa Zoppoli e Pulcher di Torino.

Premesso questo, rispondendo puntualmente alle tre questioni poste, dirò che i lavori dovranno essere ultimati in 540 giorni naturali consecutivi dalla consegna e quindi entro il 5 gennaio 2002. Ipotizzando che l’esecuzione dell’intervento possa essere caratterizzata dal periodo di sospensione invernale, stimabile nei due inverni in circa sei mesi, è ragionevole attendersi di poter disporre della struttura entro il mese di giugno 2002.

Le spese finora sostenute per lavori ammontano a lire 893.200.000 corrispondenti all’importo liquidato all'impresa originaria appaltatrice, poi fallita.

Le spese sostenute per la progettazione dell’opera ammontano a lire 507.796.000 a cui vanno aggiunte le spese per la direzione lavori, per la progettazione e il coordinamento della sicurezza e per l’operazione di collaudo sia in corso d’opera che finale.

Per quanto sopra esposto, il costo complessivo dell’intervento è attualmente ipotizzabile pari a 10.235 milioni.

Sin dalle prime fasi di progettazione l’opera è stata ipotizzata come struttura scolastica di proprietà e di competenza regionale. Anche a seguito della riorganizzazione dei cicli scolastici la destinazione degli edifici è stata mutata e finalizzata ad accogliere i corsi della Fondazione turistica andando ad integrare quindi le strutture della scuola alberghiera di Châtillon. Questo è stato fatto con il coinvolgimento dell’Amministrazione comunale di Châtillon.

PresidenteLa parola al Consigliere Tibaldi.

Tibaldi (FI)L’Assessore ottimisticamente parla di epilogo. Diciamo che siamo ad una nuova puntata di questa telenovela; è una storia di delibere revocate, di delibere avverso le quali sono stati proposti ricorsi, di una procedura che è nata male, ma è una procedura che, se non ricordo male, Assessore, è nata sotto la sua egida perché lei era Assessore regionale alle opere pubbliche nel 1993 quando venne assegnato l’appalto.

Quindi ci sarebbe da fare anche una dissertazione su quali criteri vengono utilizzati nella scelta di queste imprese, che giocano su ribassi stratosferici che alla fine celano proposte non sostenibili e naturalmente la loro insostenibilità si riflette sulla pubblica amministrazione.

Ci limitiamo a prendere atto dell'ennesima dichiarazione che viene fatta qui ottimisticamente dall’Assessore, sulla base del fatto che il 14 luglio sono stati consegnati i lavori alla ditta terza classificata. Dico sinceramente che dal 14 luglio - ferma restando la parentesi invernale, questa, poi ce ne sarà anche un’altra visto che l’ultimazione dei lavori è prevista nel 2002 - non ho visto la costituzione di un cantiere vero e proprio; anzi, mi pare che le stesse impalcature e la stessa organizzazione del cantiere siano quelle della vecchia industria CGP che è fallita ad inizio anno.

Ci auguriamo che alle parole conseguano i fatti e soprattutto che questa destinazione, se è confermata quella dei corsi per la Fondazione turistica, sia quella definitiva perché anche per quanto concerne le finalità c’è stato un susseguirsi di proposte poi riviste e abbandonate. Speriamo che si tratti di una scelta definitiva e che collimi con le scelte di una comunità locale nel cui territorio insistono questi edifici e per la cui comunità ci si augura essi vengano impiegati.

Oggi facciamo solo un esercizio notarile, prendendo atto di quanto l’Assessore ci ha detto. Se possibile, chiedo di avere una copia della risposta al fine di avere un completamento della documentazione finora posseduta.